Alleanza Civica - Manuale del perfetto candidato

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Suggerimenti per la campagna elettorale del Candidato riformista al Comune di Milano nelle elezioni amministrative del 3 - 4 Ottobre 2021

Promemoria di Andrea Parini Luglio 2021


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PRIME RIFLESSIONI SULLE COSE DA FARE Alcune premesse

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Impostare la campagna 1) Definire la strategia della campagna La strategia di Sala La strategia della nostra Lista La strategia del nostro Candidato 1) Quanti voti mi occorrono? 2) Che cosa dico? 3) A chi lo dico? 4) Come lo dico? 5) Con quali risorse lo dico?

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Preparare la campagna 1) Pianificare accuratamente l’intera campagna 2) Preparare i materiali 3) Organizzare lo Staff

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NB. Mandatario elettorale (e rendiconto spese elettorali)

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Realizzare la campagna 1) Il KIT del Candidato e come usarlo Il Manifesto I volantini elettorali I santini elettorali La registrazione audio visiva e la presenza sui social

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2) Il “PARTY” (incontro elettorale privato)

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Fac-Simile Dichiarazione e Rendiconto

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ALCUNE PREMESSE 1) È noto che, per funzionare, le campagne elettorali vanno impostate nel modo più semplice possibile (prima decidiamo cosa vogliamo fare, poi ci organizziamo per farlo, e infine lo facciamo). Seguendo questo schema, possiamo ipotizzare una campagna elettorale suddivisa in tre fasi: A) la impostazione, che inizia adesso e termina in pochi giorni. In questa fase il candidato deve sostanzialmente decidere cosa fare, e quindi definire la strategia e preparare una prima bozza di piano (ipotesi su “budget”, targets, messaggi, canali di comunicazione). B) la preparazione, che termina con l’inizio della campagna elettorale vera e propria (circa un mese prima del voto). In questa fase il candidato deve affinare il piano di campagna (le ipotesi su targets, messaggi e canali di comunicazione debbono divenire scelte, prenotazioni, elenchi, bozzetti, ecc), preparare i materiali, formare lo Staff, iniziare a mobilitare le risorse umane e finanziarie. C) la realizzazione, che inizia circa 40-45 giorni prima del voto (di fatto in coincidenza con la presentazione delle liste) e termina con il voto. In questa fase il candidato deve realizzare quanto ha già programmato ed organizzato, sapendo che sarà in gara con gli altri candidati (della coalizione avversa, ma anche delle liste alleate, e della stessa lista riformista), e che lo sforzo raggiungerà l’acme nelle due ultime settimane di campagna.


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IMPOSTARE LA CAMPAGNA 1) Definire la strategia della campagna I candidati a Sindaco di Milano al momento sono: Beppe Sala per il centrosinistra, Luca Bernardo per il centrodestra, uno non ancora indicato per i 5stelle, più altri 4 o 5 candidati “sciolti” (Mariani, Goggi, Tedone, Pascale, Festa). Le liste in appoggio al momento sono una ventina circa, con un migliaio di candidati. Il nostro candidato appoggia Sala, e si candida in una delle molte liste di supporto a Sala. Per l’esattezza, la lista “I riformisti – Lavoriamo per Milano – con Sala”. E’ necessario considerare una strategia “a cannocchiale”: la strategia del candidato Sindaco, quella della Lista Riformista, quella del nostro candidato.

La strategia di SALA Alle ultime elezioni comunali del 2016 i votanti furono 537mila su un milione di aventi diritto al voto, ed al primo turno Sala ottenne 224mila voti contro i 219mila di Parisi (41,68% contro 40,77%), prevalendo poi al ballottaggio per 17mila voti di scarto. Alle elezioni precedenti del 2011 i votanti furono 657mila su un milione di aventi diritto al voto, ed al primo turno Pisapia ottenne 315mila voti contro i 273mila di Letizia Moratti (48,05% contro 41,59%), prevalendo poi al ballottaggio per 67mila voti di scarto. A giugno 2021 i sondaggi accreditavano alle liste del centrodestra un consenso maggiore rispetto a quelle del centro sinistra, mentre tra i candidati a sindaco a Sala viene attribuito un 42-44% di consensi, al candidato di centrodestra (non indicato) un 44-46%, al candidato del 5stelle (non indicato) un 6-8%. Già qui ci sono alcune prime indicazioni: •

il numero dei votanti al 2011 al 2016 diminuisce, 130mila in meno (da 657 a 537mila), e forse nel 2021 diminuirà ancora;

il consenso al candidato del centrosinistra cala (dal 48% di Pisapia nel 2011 al 42% di Sala nel 2016, confermato oggi dai sondaggi). In questo calo rileva anche la presenza della sinistra radicale, che nel 2011 sostiene Pisapia, nel 2016 presenta Basilio Rizzo (19mila voti, 3,56%) ed ora propone quattro candidati “sciolti”;

il centrodestra ha un consenso che appare in crescita (41,59% la Moratti, 40,77% Parisi, 44% nei sondaggi “senza candidato”) e non è dato sapere quanto sarà influenzato dalla personalità del candidato.

Non è dato neppur sapere, ad oggi, quale strategia adotterà il centrodestra. Il centrodestra ha avuto fino ad oggi una strategia fissa basata sulla mobilitazione del proprio campo, tramite la politicizzazione delle amministrative (scelta di campo), il rifiuto del confronto tra sfidanti, il faccione del leader nazionale sui manifesti anche quando non era candidato (e Salvini probabilmente sarà candidato). Il centrosinistra di solito ha perso quando ha accettato questa impostazione, cercando a sua volta di mobilitare il proprio campo con argomenti come: “se vince il centrodestra è la fine”.


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La strategia di Sala appare differente. Occorre ricordare che le elezioni comunali sono elezioni presidenziali (nel 2016 34mila elettori, il 7% circa, votarono solo per il Sindaco e non per le liste di partito). L’elettore non storicamente schierato si interessa fondamentalmente al candidato. Per questi elettori il sindaco è un amministratore di condominio: deve far funzionare i tram, togliere la ruera e poco più. Il candidato che risponde a questa loro visione può così spostare voti dalla parte avversa, può recuperare indecisi e astensionisti, può bypassare le logiche di appartenenza politico ideologica. La strategia di Sala si incentra quindi sulla figura del Sindaco. Il messaggio è “Vota Sala. Ha governato bene per 5 anni, governerà bene per altri 5 anni” e si rivolge a quel 56% di elettori (non tutti del centrosinistra) che valutano positivamente l’operato del Sindaco uscente. Ma Sala deve riuscire ad esaltare il proprio ruolo di amministratore super partes tenendo nel contempo il più unito possibile il campo del centro sinistra, e quindi senza deludere la parte più politicizzata dei suoi. La (inevitabile) contraddizione della campagna è tutta qui. Le prime iniziative di Sala appaiono coerenti con l’impostazione appena descritta: l’iniziativa più importante (finalizzata ad affermare il suo ruolo di sindaco super partes, non condizionato da partiti ed apparati di sinistra) appare la presentazione di più liste, inclusa quella riformista, che recano a tutto campo la dizione “con Sala” e che appaiono “nuove” rispetto alle liste delle precedenti comunali. Ugualmente importanti, ai fini del compattamento del campo di centrosinistra, appaiono la adesione di Sala ai Verdi (lista di centrosinistra ma non identificata con la sinistra più tradizionale), e la sua presenza alla presentazione di tutte le liste di centrosinistra, portando ad ognuna un messaggio di sostegno e condivisione della linea politica proposta dalla lista. La coalizione deve aiutare Sala in quest’opera, tesa a mantenere l’elettorato tradizionale di centrosinistra e - contemporaneamente - a convincere quell’elettorato d’opinione che invece tende a scegliere il candidato più che lo schieramento. Ed un ruolo importante può essere svolto dai Riformisti.

La strategia della nostra Lista Una Lista Riformista di appoggio a Sala può e deve raccogliere il voto di chi a sinistra non si riconosce nel PD o nell’estrema sinistra, e di chi nel centrodestra non si riconosce nei sovranisti. Questo si traduce necessariamente in una concorrenza col PD da un lato e Forza Italia dall’altro (oltreché con la “civica del Sindaco” che ugualmente concorre a raccogliere il voto di chi a sinistra non si riconosce nel PD). Cosa farà in concreto la lista Riformista, e se riuscirà a raggiungere l’obiettivo, non lo sappiamo. Il nostro candidato può dare un aiuto, ma la decisione è collettiva. Finora abbiamo impostato una propaganda “flat”, cioè piatta, rivolta a tutti, fatta di manifesti ed eventi come la presentazione della lista. E’ abbastanza buona ma generica, serve a dire che la Lista Riformista esiste, raccoglie liberal democratici, civici, socialisti, etc, ed ha a cuore i temi rilevanti per i cittadini. Spetta poi ai candidati convincere elettore per elettore, svolgendo una propaganda “mirata” sui cui temi e metodi preferisco tacere, affidando una sì pietosa attività agli arcana imperii.


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La strategia del nostro Candidato Scopo -

del candidato è: contribuire alla vittoria di Sala contribuire al successo della lista Riformista essere eletto Consigliere comunale o municipale.

Una campagna elettorale è essenzialmente un processo di comunicazione. Mi rivolgo agli elettori, chiedo il loro voto, ascolto le loro domande, rispondo… Ciò detto, è anche bene però che ogni candidato si ponga alcune domande non troppo banali: 1) 2) 3) 4) 5)

Quanti voti mi occorrono? Che cosa dico? A chi lo dico? Come lo dico? Con quali risorse lo dico?

1) Quanti voti mi occorrono? Per eleggere Sala debbiamo conquistare 20/40mila astenuti o elettori del centrodestra. La lista Riformista non è stata sondata. Esperienze analoghe (lista Pisapia, lista Sala, Rosa nel Pugno, etc) ci danno un esito medio del 4-8% (che considerando un errore statistico medio del 2% ci da una “forbice” molto ampia, tra il 2% e il 10% circa). Sta alla nostra campagna chiudere la forbice più vicino al 2% o al 10%. Con il 2% e all’opposizione la lista Riformista elegge in Comune un consigliere comunale, e nei municipi tra 0 ed uno, Con il 8% e in maggioranza la lista Riformista elegge in Comune 5 consiglieri, e nei municipi 3. Per essere eletto in comune (su 5 consiglieri) un candidato della Riformista deve raccogliere probabilmente 6-700 preferenze, e nei municipi 8su 3 consiglieri) tra le 100 e 200 preferenze.

2) Che cosa dico? Per i primi due obiettivi (eleggere Sala, affermare la lista Riformista) il nostro candidato ripete gli argomenti ed i temi della campagna di Sala e della lista Riformista. Questo significa che il candidato deve conoscere bene i temi di queste campagne. E deve anche sperare che i temi di Sala e della lista Riformista siano ben scelti, ben comunicati, e soprattutto trasmessi ai candidati con un certo anticipo. Poiché questo succede di rado, e la campagna è sempre un caotico “work in progress”, suggerisco al candidato di “frequentare” spesso, di persona o tramite collaboratori, la sede della campagna di Sala e della lista Riformista a caccia di notizie. Per il terzo obiettivo, essere eletto, il candidato deve innanzitutto individuare la ragione per un dato elettore dovrebbe votarlo, il “quid pluris” che può indurre un elettore a preferirlo ad altri candidati. Di solito questa ragione è una promessa, che interessa agli elettori, ed è resa credibile dalle caratteristiche proprie del candidato. Esempio: nel 1994 Berlusconi ha promesso “pagheremo il debito pubblico senza sacrifici perché renderò più ricchi l’Italia e gli italiani”; la promessa ha interessato tutti gli elettori o quasi, e sembrava credibile che Berlusconi, divenuto dal nulla uno degli uomini più ricchi d’Italia, sapesse far arricchire il Paese.


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Il nostro candidato deve quindi capire cosa può promettere, che sia credibile alla luce delle caratteristiche del candidato stesso, e che sia interessante per un numero di elettori adeguato ad eleggerlo. Non è una operazione facile: nessuno è buon giudice di se stesso. La tecnica migliore è ancora quella di una conversazione “a ruota libera” con amici fidati, che aiuti a definire i punti di forza e di debolezza del candidato. In genere la promessa è “i tuoi interessi sono i miei”, e viene resa credibile dalla prossimità tra candidato ed elettori. Per questo chiunque può rivolgersi a parenti, amici, o altri ambiti in cui è presente (luogo di lavoro, quartiere, scuola, associazione, etc). Se il nostro è l’unico candidato espresso da quell’ambito, può credibilmente promettere all’elettore “ti darò un attenzione maggiore a quella che ti darebbe qualsiasi altro candidato esterno al nostro ambiente”.

3) A chi lo dico? Il segreto di una campagna elettorale vincente è: “un messaggio semplice, rilevante (che interessi cioè agli elettori) e ripetuto più e più volte agli elettori giusti”. Supponiamo che i nostri messaggi siano efficaci, ma a chi li inviamo? Se anziché contattare tutti gli elettori individuiamo gruppi più ristretti di elettori “selezionati perché prossimi al candidato”, e quindi si presume meglio disposti, possiamo con pari costi inviare loro messaggi più numerosi e più convincenti, e quindi “ripetere più e più volte un messaggio efficace agli elettori giusti”. La scelta dei target è importantissima, e va fatta con intelligenza. Il primo suggerimento è copiare dalla rubrica telefonica i nomi dei vostri conoscenti che votano a Milano e che possono aiutarvi, contattarli e attivare una catena di S. Antonio: gli amici invitano loro amici al “party” (vedi appendice) oppure scrivono lettere ai loro amici, etc. E’ evidente che ad alcuni (quelli che conoscete direttamente: amici, colleghi, etc) il voto lo dovete chiedere voi, ad altri lo devono chiedere i vostri conoscenti (ai loro amici, loro colleghi etc). Il vostro medico, se vuole, può scrivere ai suoi 1000 - 1500 mutuati chiedendo il voto per voi (con una certa autorità morale). Ma può anche farvi conoscere altri medici di base, che scrivano ai loro mutuati. In questo caso chi chiede il voto per voi si presenta come “sponsor” e garante. Se volete suggerire una formula a quanti sono impegnati a chiedere il voto a vostro favore, la formula più 'galante' è sempre quella che dice: “se già sei orientato a votare in questa area… ti raccomando tizio: lo conosco bene, è serio onesto competente”. Ma il messaggio nascosto è un altro “io lo conosco bene e - tramite il mio interessamento – se hai bisogno ti sarà più vicino di altri candidati”. Il segreto è chiedere un numero di preferenze molto maggiore di quello necessario (molti non vi voteranno). Se vi rivolgete a “targets molto prossimi” (amici, parenti) calcolate una preferenza ogni 3 contatti, e man mano che diminuisce la prossimità diminuite il calcolo di ritorno di preferenza. Se vi rivolgete a targets “di massa” (per esempio i nati nel vostro stesso anno) dovete calcolare che il 45% di loro vota Sala, ma solo il 4% la lista, solo la metà la preferenza, molti hanno un altro candidato da votare, per cui è realistica una “redemption” dello 0,qualcosa %. Ogni10mila contatti possono arrivare qualche decina di preferenze. Se avete risorse, e se il target è numeroso, ne vale la pena.


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4) Come lo dico? Il messaggio deve poi essere reso con uno slogan breve, e facilmente comprensibile. Esempio generici: “voglio aria nuova a Milano” se il mio plus è valori ideali; “scegli il buongoverno” se il mio plus è la competenza, etc; Intorno al messaggio principale vanno sviluppati messaggi, coerenti, di sostegno su temi di interesse degli elettori (esempio: “aria nuova a Milano” o “scegli il buongoverno” significa anche risolvere il problema dei giardini pubblici infestati dai drogati, di cui si lamentano i vostri vicini di casa. Le qualità personali del candidato che garantiscono impegno e successo sono, in questo caso, la sua prossimità agli elettori – vicini di casa). Per decidere la forma del messaggio avete due possibilità: (a) interpellare un professionista (grafico, pubblicitario, etc) che vi aiuterà gratis perché amico o a pagamento oppure (b) decidere voi, in cucina con moglie e figli, magari cercando su Internet e scegliendo (con intelligenza) esempi da “copiare e incollare”. Dovete poi scegliete i canali di comunicazione che meglio possono raggiungere i targets prescelti: telefonate per raggiungere amici e parenti, lettere per raggiungere gruppi più larghi, manifesti e pagine Facebook per raggiungere tutti, inserzioni, spot, radio, tv, mailing, ecc. Ricordatevi che dovete ripetere più e più volte il messaggio. L’elettore prescelto viene raggiunto una volta dal mezzo prescelto (una telefonata, o una lettera), ma deve essere raggiunto altre volte anche dai manifesti, dalla notizia di un evento, etc. Più volte l’elettore “incrocia” il candidato o la sua propaganda, e meglio è. A questo punto potete stendere un primo elenco di targets prescelti, per ciascuno ipotizzando una o più attività finalizzate a raggiungerli. Per esempio: - Elettori tutti: MANIFESTI e AFFISSIONE - Elettori amici: SOCIAL MEDIA - Amici stretti: UN PARTY - Colleghi: LETTERA, BICCHIERATA, CENA etc.

5) Con quali risorse lo dico? Si pone il problema dei mezzi. Di solito il candidato redige un “budget minimo” ed un “budget massimo”. Il “budget minimo” comprende le sole attività “minime indispensabili” per raggiungere i targets prescelti. Il “budget massimo” aggiunge attività che non sono indispensabili, ma certamente utili. Poi il candidato fa una prima ipotesi delle risorse “probabilmente reperibili” (soldi, uomini, sedi e mezzi, etc)


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Con un po’ di fortuna le “risorse probabilmente reperibili” coprono le “attività indispensabili”. Se così non è, partiamo con un “budget minimo” già in rosso (il che, per me almeno, finora è stata la norma) e dobbiamo “pareggiarlo” in corso di campagna. Se poi in corso di campagna le risorse raccolte supereranno quelle che coprono il “budget minimo”, si possono man mano finanziare una o più “attività aggiuntive” già previste dal “budget massimo” (per esempio altri messaggi generali attraverso canali più costosi, come le inserzioni sui periodici e gli spots su Tv e radio). In ogni caso una parte importante della campagna, direi un terzo del tempo, va dedicata al reperimento delle risorse. Aggiungete quindi alle attività minime indispensabili il reperimento fondi: mercatino dell’usato, asta di quadri, cene e party, etc


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PREPARARE LA CAMPAGNA 1) Pianificare accuratamente l’intera campagna A questo punto siete pronti per stendere una prima bozza di piano scritto della campagna. Di fatto è un elenco dei targets, delle attività di comunicazione programmate, delle risorse necessarie. Nel corso della campagna questo piano verrà affinato, integrato, aggiornato, modificato. Ma ricordatevi “se non c’è un piano scritto, non c’è la campagna elettorale”. L’ipotesi di piano va poi completata con cura. Vi suggerisco di stendere il piano sia sotto forma di calendario sia sotto forma di schede. Esempio: calendario, 27/4 party con amici di Tizio (per il party, vedi appendice). Scheda party 17/4: Responsabile Tizio, contatto Segretario; data dell’evento 27/4; luogo “casa di tizio” Step 1 inserire evento in agenda candidato (Segretario) Step 2 preparare elenco invitati (Tizio) Step 3 preparare e stampare con computer lettera invito (Segretario) Step 4 imbustare e spedire invito entro 20/4 (Tizio? Segretario? Volontari?) Step 5 telefonare a invitati per conferma verso il 23/4 (Tizio? Volontari?) step 6 preparare rinfresco (Tizio) Step 6 garantire presenza membro dello Staff per il “pitch” (Segretario) Step 7 garantire seguito (membro dello Staff).

2) Preparate i materiali Soprattutto quelli a stampa, (santini, manifesti, lettere per mailing, gadgets e materiale a stampa vario) da distribuire negli eventi programmati. Vedi in appendice “I materiali di propaganda per il candidato”. Un aiuto “tecnico” (tipografia, etc) viene offerto al candidato proposto nella lista riformista dai “civici”: la ACN ha preparato infatti per ciascuno dei suoi candidati 50 manifesti, 1000 volantini, 3000 santini ed un video. Nell’appendice 1 trovate qualche consiglio sul modo migliore di usarli.

3) Organizzate lo Staff Una risorsa importante sono i collaboratori. Più sono meglio è. Vanno benissimo i volontari che offrono prestazioni saltuarie. Ma alcuni ruoli di staff debbono essere coperti continuativamente dalla stessa persona: occorrono quindi persone sempre disponibili, come ad esempio pensionati (gratis o a pagamento) oppure parenti e amici da schiavizzare. I ruoli di Staff essenziali sono: • Segretario Gestisce l’agenda del candidato (cioè il suo tempo) e cura “l’anticipo e il seguito” (per ogni impegno in agenda cura i particolari prima e dopo l’evento: per esempio spedisce gli inviti, prende accordi con accompagnatori ed ospiti, spedisce dopo le lettere di ringraziamento, ecc.) Se questo lavoro lo fanno in due, il caos è assicurato. lo stesso candidato deve sempre “fare capo” al segretario prima di assumere un impegno.

Tesoriere Il nome dice tutto: cerca fondi, contatta benefattori, etc.


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Altri ruoli di Staff (eventuali) sono: • Accompagnatore Guida l’auto, accompagna il candidato, lo sottrae all’abbraccio degli elettori per rispettare i tempi dell’agenda.

Sostituto del candidato (uno o più; deve essere credibile; spesso è il coniuge) Parla con i sostenitori, partecipa ai party per tutta la sera (il candidato passa soltanto), distribuisce il lavoro, promuove azioni locali (comizi, mailing, affissioni, ecc)

Responsabile diffusione Propaganda Cura la diffusione del materiale attraverso l’affissione dei manifesti, il “mailing”, la distribuzione del materiale agli attivisti, etc

Occorrerà anche pensare alla sede, ai telefoni, alle attrezzature, ecc. La lista Riformista ha varie sedi, ma in genere la casa o l’ufficio del candidato sono la sua sede personale.

NB. Mandatario elettorale (e rendiconto spese elettorali) In genere il tesoriere assume anche il ruolo di mandatario elettorale. Infatti la legge prevede che dal giorno successivo all'indizione delle elezioni politiche, regionali, europee e del sindaco e del consiglio comunale nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, coloro che intendano candidarsi possono raccogliere fondi per il finanziamento della propria campagna elettorale esclusivamente per il tramite di un mandatario elettorale, la cui designazione va effettuata per iscritto al Collegio Regionale di garanzia elettorale. Deve nominare un mandatario elettorale anche il candidato che, pur avvalendosi esclusivamente di denaro proprio, spende oltre 2.500 Euro. Il mandatario elettorale deve registrare tutte le operazioni del candidato relative alla campagna elettorale di cui al comma terzo dell’art. 7, L. 515/1993. A tal fine si avvarrà di un unico conto corrente bancario ed eventualmente anche di un unico conto corrente postale. E’ un obbligo a cui si sottraggono solo i candidati che possono dichiarare di non aver avuto alcun contributo o alcuna spesa (vedi ad esempio il modulo allegato come appendice 3) Allego tre schede, una sul “kit del candidato” ed il modo migliore di usarlo; una sui “party” o incontro elettorale privato; e la terza che consiste nel modulo per la dichiarazione “campagna senza contributi o spese”. Le prime due schede sono tratte da quelle predisposte dai partiti storici e via via aggiornate. Il collegio cui si riferiscono era quello provinciale, che richiedeva una organizzazione più complessa. Ma i suggerimenti restano validi anche per la campagna elettorale comunale. Le “pledge cards” citate nella scheda “party” sono un questionario, da predisporre, con l’elenco delle attività di volontariato o di finanziamento che i sostenitori possono offrire al candidato.


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REALIZZARE LA CAMPAGNA 1) Il KIT del CANDIDATO e come usarlo Il candidato alle elezioni deve utilizzare una notevole quantità di materiali, stampati o audiovisivi, da diffondere attraverso i giusti canali. Queste brevi note indicano il modo migliore con cui ogni tipo di materiale può essere utilizzato, e le caratteristiche essenziali che deve avere per risultare efficace

IL MANIFESTO Il manifesto risponde a due scopi: 1. informare che sei candidato in una lista. Parenti, amici e militanti della lista lo sanno, ma gli elettori no: lo scoprono vedendo la tua faccia sul manifesto. 2. Diventare familiare agli elettori (aumentando la fiducia in te). Ti sembrerà strano, ma la prima cosa su cui basiamo la nostra fiducia nei confronti di un’altra persona è la sua faccia. E’ guardando una persona in faccia che decidiamo se fidarci o meno di lei. E tra i candidati scegliamo sempre di votare per la persona che ci ispira più fiducia. Per questo il manifesto deve mostrare al più alto numero di elettori la tua faccia, con la migliore espressione atta ad ispirare fiducia (fai scattare da un fotografo professionista 10 foto e fai scegliere quella giusta ad altri che siano più oggettivi – leggi indifferenti – di te ). Solo la faccia, evitando le figure a mezzo busto o, peggio, le foto di gruppo. Oltre alla faccia metti il nome e la carica cui concorri, un breve slogan (se lo hai) e basta. Usa colori vivaci, anche fosforescenti: nei manifesti eleganza significa invisibilità.

I VOLANTINI ELETTORALI Con i volantini non prenderai voti agli avversari, ma essi servono per due importanti motivi: 1. aiutano gli attivisti a fare campagna, 2. fanno vedere che ci sei. Gli attivisti spesso non sanno argomentare o rispondere a tutte le domande come fa il candidato, ma se hanno un volantino che parla al loro posto possono fare la loro parte nella campagna elettorale. Ed il loro apporto è fondamentale: uno studio dell’istituto Nielsen ci dice che il 74% degli italiani considera credibili i consigli di conoscenti diretti (il cosiddetto “passaparola”). E quindi è importantissimo avere attivisti che diffondono fra la gente le idee del partito e del candidato, specie nei piccoli comuni o nei quartieri, in cui ci si conosce quasi tutti. Ed il volantino aiuta gli attivisti. Inoltre col volantino farai vedere a tutti che sei candidato alle elezioni in una lista ricollegabile ad un area o un partito, e solleciterai chi vota quell’aerea o quel partito a votare per te. Si possono creare più volantini elettorali. Se ne fai uno solo, questo deve contenere necessariamente la tua faccia, il tuo nome, il tuo slogan (se ne hai uno), la data delle elezioni, il ruolo al quale ti candidi e il simbolo del partito. Sul retro di questo volantino


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inserisci pure qualche riga che narri la tua storia, le ragioni per cui ti candidi e quel che farai se vieni eletto. Se puoi usa immagini con persone (le persone attirano l’attenzione più di ogni altra immagine), USA POCHE FRASI BREVI, e ricorda che nessuno legge un testo lungo. Se oltre al primo fai altri volantini, ti suggeriamo di farne qualcuno su un tema molto sentito dai tuoi attivisti prima ancora che dagli elettori: sono infatti gli attivisti che contattano gli elettori, e se anche non li convincono sul tema proposto, fanno comunque circolare il tuo nome. Dopodiché puoi preparare volantini contro un partito avversario, o sui risultati che hai conseguito se sei consigliere uscente, o sul tuo programma elettorale.

I SANTINI ELETTORALI Ricorda bene: il santino elettorale non serve a far conoscere il partito o il programma, serve a portarti preferenze. Infatti capita spesso che dopo che ci hai parlato e lo hai convinto a darti la preferenza, un elettore dimentichi il tuo nome e voti l’ultimo candidato con cui ha parlato, di cui quindi non ha scordato il nome, oppure il simbolo senza scrivere preferenze, per non scontentare nessuno. Ma se invece l’elettore ha in tasca il tuo santino, gli basterà leggerlo per ricordarsi il tuo nome e votarti. Quindi non sprecare i tuoi santini: dalli solo a chi ha già deciso di votare per il tuo partito. Un santino non farà mai cambiare idea su chi votare. Ma grazie ad esso otterrai preferenze da chi già pensa di votare per il tuo partito. Quindi, quando sei ad un evento di campagna elettorale, ad un banchetto, oppure parli con amici e colleghi durante la campagna, prima di tutto chiedi loro per chi voteranno. Se non votano per te, digli che sei felice che comunque vadano a votare. Non insistere, in questa fase è inutile. Per convincere le persone esistono altri strumenti. Se invece ti rivelano che voteranno per il tuo partito, allora è la tua occasione: presentati e parla delle tue idee. Soprattutto spiega quale vantaggio avrà l’elettore nel votare per te. Potresti dire: “Allora, adesso conosci uno dei candidati della lista”, porgi il tuo biglietto e continua “ti invito a scrivere il mio nome dopo aver barrato il simbolo che hai già deciso, in questo modo, se sarò eletto, tu avrai nelle istituzioni una persona che conosci e a cui potrai rivolgerti ogni volta che (tu) ne hai bisogno, per fare domande o per segnalare problemi che ti stanno a cuore da risolvere”. Un santino elettorale efficace deve presentare alcuni precisi elementi. Innanzitutto deve essere tascabile: 7,4 cm x 10,5 cm è una dimensione ideale. Poi nel fronte (la parte davanti) deve presentare: una foto della tua faccia, in primo piano; il tuo nome e cognome, con il cognome in grande; il simbolo del tuo partito; il tipo di elezioni e la posizione per cui si corre (specialmente se si vota in un “election day” in cui si svolgono più elezioni contemporaneamente, per esempio elezioni comunali e municipali). Se vuoi aggiungere uno slogan, mettilo con un carattere di scrittura più piccolo del nome e del cognome. Invece nel retro (la parte di dietro) occorrono: il colore della scheda, o meglio ancora un fac simile (scrivendo chiaramente “fac simile”), del colore giusto. Eviterai molti errori. La data delle elezioni (moltissimi cittadini la dimenticano o non la conoscono); il simbolo barrato del partito; il tuo nome sulla riga delle preferenze (scrivilo in corsivo, in questo modo comunicherai inconsciamente all’elettore che deve scrivere il nome a mano.


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LA REGISTRAZIONE AUDIO VISIVA E LA PRESENZA SUI SOCIAL I social network, e Facebook in particolare, hanno assunto una importanza crescente in ogni campagna elettorale. Si dice che i followers non sono voti veri, ma uno studio dimostra che il 70% dei followers di Trump erano supporter reali e il 90% di loro erano persone che vanno a votare (cosa importante negli Usa dove l’astensionismo è altissimo). Le campagne di maggior successo, apparse sui social, ci offrono alcuni insegnamenti. Il primo è che i post di maggior successo usano un linguaggio veramente molto basico, a prezzo di larghe inesattezze. Questo accade per la presenza degli “analfabeti funzionali”, ovvero persone che non sanno leggere un grafico, non sanno riassumere un articolo di giornale, e men che meno sanno comparare due punti di vista, come due editoriali. Gli analfabeti funzionali in Italia sono oggi il 47% della popolazione, e questo spiega il successo di post che usano (volutamente) un linguaggio comprensibile da un bimbo della quarta elementare. Un secondo insegnamento è che la comunicazione politica tramite social avvantaggia chi aggredisce e propone su temi divisivi, e penalizza invece chi tenta di ragionare per proporre ragionevoli compromessi. Prendiamo ad esempio Trump e la Clinton: su Twitter Trump è arrivato a 12milioni 127mila followers, la Clinton a 9milioni 407mila. Dirette YouTube: Trump aveva una media di 30.000 spettatori per stream, Clinton solo 500. Instagram: Trump: 2.5 milioni di followers, Clinton 2,1 milioni. Facebook: Trump 10 milioni 772 mila fans, Clinton 6 milioni 171mila. Un terzo insegnamento è che una comunicazione divisiva “fa notizia” e permette di “scalare la catena mediatica” ovvero di partire da un media inferiore (per costi e portata) e finire gradualmente su media superiori. Per esempio: fai un tweet – il tweet viene ripreso da un giornale – la notizia del giornale viene ripresa dal telegiornale – vieni invitato dai talk show televisivi la sera. Con un tweet (divisivo) ben fatto sei finito in tv. Trump, Salvini e Grillo sono stati bravissimi nello “scalare la catena mediatica” e nel far credere che questo avvenga gratis. Ma quest’ultima immagine è completamente falsa: la capacità di scalare la catena mediatica richiede tempestività e soldi, persone dedicate a tempo pieno, ricerche di mercato, attività collaterali (ripresa del “post” di base tramite attivisti, pressioni sulla stampa, etc) etc. Attività su cui Trump ha investito alcune decine di milioni di dollari, Salvini probabilmente buona parte dei famosi 49 milioni, mentre Casaleggio e Grillo hanno montato intorno al blog ed alla srl un sistema di relazioni alla fine rivelatesi abbastanza opache. Nel complesso ti consigliamo di seguire il primo di questi insegnamenti, e di rendere il Tuo messaggio il più semplice possibile, per esempio usando il video che ti viene offerto col kit del candidato e che puoi registrare (rivolgendosi all’apposito Ufficio di comunicazione). Il video è passivo per l’utente, mentre la lettura è cognitivamente attivante (e più faticosa per un analfabeta funzionale). Quindi con l’escamotage del video puoi dilungarti qualche minuto, spiegando dati e nozioni tecniche, ripetendo più volte i concetti, senza spremere le meningi degli analfabeti funzionali. Invece ti sconsigliamo di cercare a bella posta argomenti divisivi per cercare di scalare la catena mediatica. Di argomenti divisivi ne abbiamo già un numero sufficiente. Ma la logica della buona politica impone di cercare il consenso mediante aggregazioni e compromessi; mentre appare difficile scalare la catena della notizia senza avere alle spalle “la Bestia” di Salvini o il suo equivalente, limitandoci a smanettare qualche tweet su uno smartphone.


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Ti suggeriamo perciò di utilizzare i social per trasmettere il tuo video, e poi ancora per trasmettere: • Dirette di comizi ed incontri sul territorio • Dirette di risposte a domande degli elettori • Video sui punti del programma • Video di commento a fatti rilevanti che accadono durante la campagna • Foto sul territorio durante incontri e iniziative pubbliche. Puoi fotografare altre persone ed il contesto, ma le foto migliori sono quelle in cui anche tu vieni ritratto. Cartelli (grafiche) con punti del programma e citazioni da tuoi interventi • Testi brevi con riflessioni che derivano dalla tua ideologia politica Tutto questo serve perché: (1) perché in un’epoca di social media gli elettori troverebbero “strano” se non si è presenti in Rete e (2) per mettere alcune informazioni a disposizione di chi volesse cercarle. Usa i social media che preferisci, ricordando che FACEBOOK è ideale per dirette e sopporta contenuti più articolati, INSTAGRAM è utilizzabile per “storie” soprattutto fotografiche, YOU TUBE richiede una certa professionalità, etc. Ma ricorda che, se non sei un politico di rilievo nazionale che frequenta la televisione abitualmente ed ha un enorme un numero di follower, la tua presenza sui social media non sostituisce il grosso del lavoro di contatto con gli elettori, da svolgersi di persona o tramite attivisti.


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2) Il “PARTY” (incontro elettorale privato) E’ il tipo di evento più comune in una campagna elettorale americana. Noi possiamo farne il principale strumento di mobilitazione dei sostenitori. Infatti lo scopo del “party è ottenere non soltanto il consenso ed il voto, ma anche e soprattutto l’aiuto (finanziario e/o di lavoro volontario) dei partecipanti. Il “party” consiste nell'incontro tra il candidato ed un gruppo di persone appositamente invitate. Ciò che lo caratterizza è il fatto di essere “privato” e non pubblico, cioè il fatto che i presenti partecipano all'incontro rispondendo ad un invito diretto e personale, rivolto loro dall’ospite (il sostenitore del candidato che ha organizzato l’incontro, di solito a casa propria). Le riunioni si dimostrano tanto più efficaci quanto più il gruppo degli invitati è sufficientemente ristretto da consentire un contatto diretto con il candidato. Il candidato può partecipare anche a due o tre riunioni in una serata, o in un pomeriggio, se il suo tempo è accuratamente pianificato. Le riunioni vanno pianificate al pari di tutti gli altri eventi, debbono seguire l'ordine di priorità fissato dal targeting, vanno inserite nell'agenda del candidato. -

Noi dovremmo decidere “a tavolino” quante riunioni fare, e fissare le date in modo che il candidato possa partecipare a circa tre riunioni per sera. Poi dobbiamo per ogni riunione individuare “l’ospite” che dirama gli inviti, e decidere che aiuto chiedere (fondi e lavoro volontario sempre, in alcuni casi anche altro, come per esempio: la sottoscrizione di un appello da inviare agli elettori del comune, l’organizzazione di altri “parties”, l’autorizzazione a comunicare alla stampa l’adesione di una importante personalità, ecc.).

A questo punto il responsabile dei “gruppi di sostenitori” deve (eventualmente delegando uno o più volontari, scelti tra i più capaci) per ciascun “party”: -

contattare l’ospite; preparare con lui l’elenco degli invitati (tutti gli attivisti dei partiti della coalizione, eletti locali, “vecchie glorie” della politica comunale, esponenti della società civile, attivisti, elettori amici, ecc), assicurarsi che il candidato sia disponibile il giorno e l'ora prevista, accertare in quale sede si terrà il “party”, controllare che gli inviti vengano diramati per posta e s\eguiti da telefonate, assicurarsi che qualcuno faccia il "pitch" a ciascuna riunione, distribuire il materiale necessario.

Gli inviti scritti devono essere mandati se possibile una settimana prima della riunione. Questi inviti possono essere prestampati oppure personalizzati, devono specificare che si tratta di un incontro con il candidato, devono specificare la carica per la quale il candidato è in corsa, devono dire dove e quando si terrà la riunione. Conviene chiedere sempre un cenno di risposta. Normalmente è necessario mandare inviti circa tre volte più numerosi del numero di persone che si possono ospitare. Il solo fatto di essere stato invitato potrebbe convincere un elettore o un sostenitore indeciso ad appoggiare il candidato. Se la riunione è rivolta agli elettori evitiamo la tentazione di invitare persone di altri comuni che stanno già appoggiando la campagna. Se l'obiettivo è raggiungere nuovi elettori, invitiamo gente nuova.


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La chiave del successo consiste nel far seguire ad ogni invito una telefonata due o tre giorni prima della riunione. Sia che provenga da chi ha organizzato la riunione, sia che provenga da un volontario della campagna, questa telefonata personale aumenterà notevolmente la presenza alla riunione. Nella telefonata possiamo anche chiedere agli invitati di portare degli amici. I nomi degli invitati che partecipano alla riunione debbono essere registrati. Segniamo il nome, l'indirizzo, ed un numero di telefono per garantire il seguito della riunione. Negli Stati Uniti è usuale anche distribuire agli invitati delle targhette con il loro nome, se gli invitati non si conoscono tra di loro. Questo aiuta anche il candidato a conoscere il nome del proprio interlocutore. All’inizio il “party” dovrebbe svolgersi come una normale festa privata. L’ospite dovrebbe ricevere gli invitati, presentarli l’uno all’altro, porli a proprio agio (magari offrendo qualche bibita). Il candidato dovrebbe arrivare al più tardi 30 minuti dopo l'inizio della riunione. Se è una riunione ristretta il candidato dovrebbe essere presentato a ciascun invitato; se è una riunione più ampia chi l'ha organizzata dovrebbe introdurre il discorso del candidato con un proprio saluto in cui spiega al candidato chi sono i presenti. Il candidato dovrebbe parlare per 5 o per 10 minuti e rispondere alle domande del gruppo per altri 15 o 20. Poi chi ha organizzato la riunione dovrebbe diplomaticamente comunicare che il candidato deve lasciare i presenti per assolvere ad un altro impegno della campagna. E' importante che il candidato lasci la riunione quando l'interesse è ancora alto. Ora incomincia il "pitch". Se il candidato ha convinto i presenti, bisogna tradurre questa convinzione in risorse utilizzabili dalla campagna. Scegliamo qualcuno che sia un buon oratore, possibilmente chi ha organizzato la riunione, oppure un'autorevole membro dello staff. Questi deve spiegare che gli invitati possono giocare un ruolo vitale nell'elezione del candidato. Deve descrivere la campagna e il tipo di aiuto che ciascuno può dare. Può chiedere loro di organizzare altre riunioni come questa; può chiedere loro di fornire del tempo per il lavoro volontario; può chiedere loro del denaro. Non bisogna avere fretta, e non bisogna esercitare pressioni che possono essere sgradevoli. -

Distribuiamo le "pledge cards", lasciamo ai presenti il tempo di valutarle e di compilarle, e poi raccogliamole. Con le “pledges card” raccogliamo i fondi. Registriamo le eventuali domande che richiederanno poi una lettera di risposta. Se così abbiamo deciso, chiediamo ulteriori aiuti.

Giudicheremo il successo della riunione non soltanto dal numero di elettori che erano presenti, ma anche dalle risorse che avremo raccolto.

Schede aggiornate in occasione delle elezioni amministrative di ottobre 2021


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AL COLLEGIO REGIONALE Dl GARANZIA ELETTORALE DELLA LOMBARDIA PRESSO LA CORTE D'APPELLO Dl MILANO

DICHIARAZIONE E RENDICONTO ai sensi dell'art. 7 legge 10.12.1993 e successive modificazioni e dell'art. 13 legge 6.07.2012, n. 96 ELEZIONE DEL SINDACO E DEL CONSIGLIO COMUNALE del ………….….. 2021 CANDIDATO/A : ……………………………………………………………………………………………………………………………………….. Luogo e data di nascita: ……………………………………………………………………………………………………………………………. Indirizzo: ………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. CAP: ………………… Città: …………………………………………………………………………………….. Prov.: ………………………….. Codice Fiscale: ………………………………………………………… Telef. o Cell.: ………………………………………………………... E-mail: ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………. LISTA ELETTORALE: ……………………………………………………………………………………………………………………………………. [2 CARICA A SINDACO DEL COMUNE Dl: ……………………………………………………………………………………………………. ELETTO:

SI' ❑

NO ❑

CARICA A CONSIGLIERE COMUNALE DEL COMUNE Dl: ……………………………………………………………………………… ELETTO:

SI' ❑

NO ❑

DICHIARO ai sensi dell'art. 2 della Legge 441/82 richiamato dall'art. 7 sesto comma della Legge 515/1993 e successive modificazioni, che nella campagna elettorale per le Elezioni Comunali del ……………………………… Non ho sostenuto alcuna spesa e non ho assunto obbligazioni; Non ho ricevuto alcun contributo; Non mi sono avvalso di nessun materiale o mezzo propagandistico messo a disposizione da partiti politici o liste. "Sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero".

Luogo ………………………………………………………… Data ………………………………………………..

(Firma del Candidato) ……………………………………………………………………………. ALLEGARE LA FOTOCOPIA Dl UN DOCUMENTO VALIDO Dl RICONOSCIMENTO DEL CANDIDATO CON FIRMA AUTOGRAFA IN CALCE


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