VOX ROMA FEBBRAIO

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/03 (conv in L 27/2004, n°46) art.1, comma 1 - DCB Roma

Anno II - N° 2 Periodico mensile Febbraio 2010 € 1,50

la voce della capitale Musica Spandau Ballet: il ritorno

Sipario Danza e natura

Speciale deejay A Roma comandano le donne

FIORELLO SHOW

DUE IMPERDIBILI DATE AL PALALOTTOMATICA

E INOLTRE CINEMA ARTE&CULTURA TEMPO LIBERO MANGIAR BENE

Roma di notte Gli aperitivi della domenica




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STING

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“LIVE FROM THE LABYRINTH.”

Live! il primo canale in Europa per vivere le emozioni dei live comodamente dal divano di casa. E a Febbraio tanti nuovi concerti, tra cui anche: Stereophonics, Nelly Furtado, Duffy, Kiss, Metallica e Mary J. Blige. Live! l’unico canale musicale in Italia a trasmettere in Dolby Digital 5.1.

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Joss Stone FREE SOUND

SPECIALE

Fiorello IL FIORE ALL’OCCHIELLO

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COVERSTORY

SOMMARIO

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Donne in conosolle WOMEN POWER

Elio e le storie tese NELLA TERRA DEGLI ELII

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Enrico Brignano FIGLIO DELLA LUPA

24 MUSICA

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Grandi ritorni SPANDS ARE BACK!

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Speciale aperitivi DA MODA A RITO

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E INOLTRE

Edward Hopper IL VOLTO AMERICANO

ROMA DI NOTTE

ARTE & CULTURA

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49 Cinema 77 Sport e tempo libero

85 Mangiar Bene


agenda 4 giovedì

Palalottomatica

TOSCA AMORE DISPERATO Attesissimo ritorno al Gran Teatro di Lucio Dalla con uno spettacolo che, già dal 2003, aveva registrato un enorme successo. coreografie di Daniel Ezralow, scenografie di Italo Grassi e costumi di Giorgio Armani.

Gran Teatro

A 20 anni dal loro ultimo tour tornano in Italia gli Spandau Ballet, il gruppo musicale simbolo degli anni ʼ80. Riformatasi recentemente, la band suonerà a Roma per unʼunica, imperdibile data.

venerdì

THE REFORMATION TOUR

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CHARLOTTE BONAPARTE Il ritratto di una donna intelligente e colta rimasto in gran parte celato. Un percorso espositivo che contribuisce a far conoscere la Principessa figlia di Giuseppe, fratello maggiore di Napoleone, amante dell’arte e animatrice dei salotti intellettuali.

Museo Napoleonico

6 sabato

SPANDAU BALLET

CARNEVALE DI ROMA Tradizione e attualità si sposano nella seconda edizione del Carnevale di Roma, in programma dal 6 al 16 febbraio. Uno spettacolo di grande suggestione che prevede la partecipazione di artisti equestri e la messa in scena di spettacoli pirotecnici.

Piazze di Roma

7 domenica

2 marzo

JOSS STONE Arriva in Italia sull’onda del successo del suo ultimo cd, Color Me Free, Joss Stone. La giovane cantante inglese dalla splendida voce soul ha grinta da vendere e questo suo ultimo lavoro è il frutto di una intensa e approfondita ricerca musicale.

Auditorium Parco della Musica


febbraio 2010 11 19 venerdì

Una fiera internazionale dedicata all’industria dell’assistenza, della manutenzione e al post-vendita delle auto. Un importante evento espositivo ricco di convegni, seminari e tavole rotonde. Un modo per conoscere da vicino il variegato mondo delle automobili.

giovedì

AUTOMECHANIKA ROMA

Nuova Fiera di Roma

12 23 martedì

Due date: 12 e 13 febbraio per la band milanese che non ha mai rinunciato al suo gusto dissacratorio. Concerti di qualità che uniscono musica e divertimento, per la gioia del loro più affezionato pubblico romano.

Auditorium Parco della Musica

13 24 mercoledì

Due date romane per Fabio Concato, 12 e 13 febbraio, che torna sul palco del The Place. Si esibirà, insieme ai RossoAntico, in due concerti improntati sulla musica e sulla parola, eseguendo alcuni dei suoi più grandi successi.

The Place

Il Sistina

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Torna sul palco dello storico teatro romano Enrico Montesano e lo fa con una commedia musicale scritta insieme ad Anna Maria Carli e Francesco Asioli. L’idea dello spettacolo nasce da una riflessione sul successo e sulla presunta crisi dei reality show in Italia.

Tornano le irresistibili avventure della ragazzina irriverente. Uno spettacolo ricco di musica, danza e acrobazie, divertente e frizzante proprio come la sua protagonista. Eleonora Tata veste i panni della rossa Pippi e, al suo fianco, tanti altri bizzarri personaggi.

DE ANDRÈ. LA MOSTRA Un’esposizione multimediale che racconta, con dovizia, la vita, la musica e le passioni di quel grande artista che fu Fabrizio De Andrè. Un’occasione unica per conoscere da vicino lo straordinario talento di un musicista che seppe andare ben oltre le canzoni.

Museo dell’Ara Pacis

domenica

UN SOGNO DI FAMIGLIA

PIPPI CALZELUNGHE

Teatro Argentina

lunedì

FABIO CONCATO

Dopo aver lasciato il villaggio di Blackmoore, Lawrence Talbot passa decenni cercando di dimenticare la tragica morte di sua madre. Si vede però costretto a tornare a casa per aiutare la famiglia. Scoprirà spaventosi segreti. Con Benicio Del Toro.

Cinema

venerdì

ELIO E LE STORIE TESE

THE WOLFMAN

MEZZA MARATONA La gara podistica si sviluppa sulla distanza di 21,097 Km in un tempo massimo di tre ore. Per partecipare alla gara occorre essere nati prima del 28 febbraio 1992 e l’iscrizione è aperta ai tesserati Fidal assoluti e ai tesserati degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni.

Roma - Ostia


il Fiore all’occhiello


Foto di Maki Galimberti

È LO SHOWMAN ITALIANO PER ECCELLENZA: FA IMPENNARE GLI ASCOLTI E RIEMPIE I PALASPORT. ROSARIO FIORELLO TORNA CON IL SUO SPETTACOLO A ROMA E PROMETTE ANCORA GRANDI SORPRESE di Alessandra Ferri

na carica naturale di energia e un vulcano di idee, è lo showman italiano per eccellenza. Rosario Fiorello, siciliano d.o.c., sa già da tempo trasformare ogni suo spettacolo in un vero e proprio evento. Merito di una professionalità maturata anno dopo anno che lo ha portato al grande successo dell’esibizione live dopo aver sperimentato, nel tempo, tra piazze e tv , varie forme di intrattenimento. È la performance dal vivo quella in cui si sente, per sua stessa ammissione, maggiormente a suo agio perché, come ha dichiarato in una recente intervista “il live non mente: il pubblico ti guarda e capisce persino il tuo stato d’animo se sei carico o se sei arrabbiato. Mi è capitato, una volta, di incontrare alcune persone che avevano assistito ad una mia serata e che avevano colto il mio malumore perché, all’inizio, si erano verificati dei problemi tecnici. All’inizio dello show ero molto teso e lo avevo trasmesso… in questi casi vado in tensione perché so che il pubblico che ha pagato vuole da me il meglio ed io voglio essere in grado di offrirlo”. Per questo Fiore non si risparmia e, dopo il successo

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teatrale avuto a Roma nella scorsa stagione, porta adesso in tour il suo spettacolo all’interno dei palasport di molte città italiane, toccando la Capitale il 19 e il 20 febbraio al Palalottomatica. Per la regia di Giampiero Solari, lo Show sarà un susseguirsi di storie e di canzoni e, nell’avvicendarsi delle tappe, si evolverà e si trasformerà ad ogni appuntamento, fedele allo spirito poliedrico del suo protagonista. Ciò che, professionalmente, Fiorello proprio non tollera è, come ha dichiarato in più di una occasione, la ripetitività perché la sua indole è quella di seguire una costante trasformarzione. “Ho fatto la tv del sabato sera, ho fatto il quiz preserale, ho rischiato e ho sempre cambiato…” Dal Karaoke al Festivalbar lo showman è passato dallo spazio aperto delle piazze agli studi televisivi e radiofonici con la seguitissima Viva Radio2 in coppia con Marco Baldini. Ogni cosa che tocca, il Re Mida mediatico (come è stato definito) lo trasforma in oro e, nel caso della tv, in preziosissimi dati di Auditel. Anche il cinema lo ha corteggiato e Fiore non ha certo disdegnato un’incursione nella settima arte cantando con due star del calibro di Matt Damon e Jude

PALALOTTOMATICA 19-20 FEBBRAIO


Foto di Maki Galimberti


star system e su un certo modo di approcciare quel grande spettacolo che è la vita. E il pubblico, così come gli addetti ai lavori, lo ripagano, tributandogli, ogni volta, plausi e applausi. Mattatore sì, ma anche ottimo giocatore di squadra, Fiorello ha saputo creare grandi coppie con i suoi partner artistici, ad iniziare dall’indimenticato Mike Buongiorno fino al sodalizio radiofonico con Marco Baldini. Anche con le donne non se l’è cavata affatto male affermando di aver avuto la possibilità di lavorare a fianco di conduttrici di livello come Alessia Marcuzzi e Simona Ventura che rappresenta, come lui stesso l’ha definita, “la numero uno delle donne, esempio di forza femminile”. Circondato da donne (moglie e figlia) anche nella vita privata, che protegge da ogni tentativo di invasione mediatica, Fiorello mantiene intatta la sua sicilianità viscerale dalla quale scaturisce un carattere estroverso, solare e capace di grandi passioni, nel bene e nel male. Si narra che possieda una sorta di “libro nero” con i nomi di coloro che, per vari motivi, non gli vanno a genio. Lui, naturalmente, minimizza e ci scherza su ma confessa di essere impulsivo e aggiunge: “Perdono sempre ma non dimentico”. Eppure questo eterno ragazzo alla soglia dei cinquanta (a maggio) non ha l’aria di chi se la lega al dito, probabilmente perché il suo spargere buonumore non fa che suggerire pensieri sorridenti. Un talento non da poco poiché, come disse Woody Allen, “far ridere non è la prima scelta di chiunque” e riuscir-

“Ho fatto la tv del sabato sera, ho fatto il quiz preserale, ho rischiato e ho sempre cambiato...”

Foto di Maki Galimberti

Law in Il talento di Mr. Ripley (regia di Anthony Minghella, 1999) sulle note di Carosone Tu vuo’ fa’ l’americano. Un’esperienza che lo ha portato anche a presentare, in Usa, la serata che il produttore Dino De Laurentiis organizza ogni anno per la notte degli Oscar ma il fascino della celluloide non lo ha sedotto più di tanto. “Ho provato - ha detto - ma ho capito che il cinema non è nelle mie corde. Mi hanno proposto anche delle fiction ma non credo di essere adatto… non so fare né il carabiniere, né il commissario”. Pronto alla battuta e sempre (auto)ironico, Fiorello ha dimostrato di avere la capacità di attraversare ogni genere di intrattenimento e di saper scegliere quello che lo fa esprimere al massimo. “Non riesco a fare neanche la commedia musicale” - ha affermato a chi lo incalzava sulla possibilità di intraprendere anche la carriera di attore - anche se mi piacerebbe ma a condizione che duri solo una settimana perché non sopporto la ripetitività, la mancanza di improvvisazione…” Del resto, come dargli torto? Il suo show è un concetrato di energia dove musica e recitazione si fondono all’insegna del cambiamento continuo. I suoi personaggi cavalcano l’onda dell’attualità e Fiore, con il suo stile inconfondibile, più che farne una mera imitazione li reinterpreta con quell’ironia e quel gusto del grottesco che gli sono propri e innescano il meccanismo, straordinariamente spontaneo, della risata. Non punta sulla satira politica ma getta uno sguardo arguto sul mondo che lo circonda, sulla tv, sul suo


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zoom a loro “reunion” era nell’aria già da tempo, da quando i “ragazzi di Islington” avevano ripreso a frequentarsi e ad ipotizzare il loro ritorno sulle scene musicali. Poi la decisione e la comunicazione ufficiale il 25 marzo 2009 (giorno di compleanno del sassofonista Steve Norman) proprio dove, circa 30 anni fa, era iniziata la loro carriera, ovvero a bordo della H.M.S. Belfast, una nave da guerra ormeggiata sul Tamigi, sulla riva opposta alla Tower Bridge. A sancire il loro ritorno l’annuncio della pubblicazione di un “nuovo” album dal titolo significativo, Once More, pubblicato lo scorso 19 ottobre e composto da due inediti (Once More e Love is All) e da nuove versioni dei loro più grandi successi e un tour mondiale. Tour partito nel Regno Unito il 13 ottobre da Dublino con ben 13 “sold out” consecutivi, tre dei quali all’02 Arena di Londra, e che dopo una pausa dovuta alla promozione che la band sta facendo in tutto il mondo, riprenderà il 26 febbraio da Belgrado (Serbia), per poi toccare Italia, Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Portogallo e, in aprile, Australia. Un’assenza dalle scene durata dunque venti anni da quando, nel 1999, la band si era sciolta a causa di disac-

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Spands ARE BACK! A 20 ANNI DAL LORO ULTIMO TOUR TORNANO IN ITALIA, PER TRE IMPERDIBILI CONCERTI, GLI SPANDAU BALLET, GRUPPO MUSICALE SIMBOLO DEGLI ANNI ’80, RIFORMATOSI RECENTEMENTE. IL 2 MARZO AL PALALOTTOMATICA LA DATA ROMANA. RIPERCORRIAMO INSIEME LA CARRIERA DEI “FAB FIVE” DI ISLINGTON


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nica, danno nuovo fulgore alla scena londinese dopo i grigiori del post-punk. Gli Spands diventano in breve richiestissimi, nonché il primo gruppo espressione di quel movimento, chiamato New Romantic. E di loro si accorge ben preGLI INIZI Gli Spandau Ballet (origina- sto anche la stampa nazionale, successivamente alla riamente The Makers) feloro performance sulla cero la loro prima apparizione dal vivo in una nave H.M.S. Belfast, e la casa discografica Chrisalys sala prove di Londra nel Records che li mette sotto novembre del ’79, davanti contratto (con la loro etiad un gruppo di amici chetta Reformation). Il loro composto da grafici, scritprimo singolo To Cut a Long tori, djs, musicisti, stilisti e Story Short diventa immescenografi. Tutti giovani emergenti che formarono il diatamente un successo, nucleo di quella esplosione così come il loro primo album Journey’s to Glory pop inizialmente focalizsubito disco d’oro. Il sound zata nei club alla moda di dell’album servì a definire, Soho, come il Blitz, il Billy l’Hell & St. Moritz. Vestono in come detto, le sonorità del movimento New Romodo particolare, ballano mantic, caratterizzato da una dance music elettrocordi in merito alla divisione delle royalties dei loro dischi, che hanno venduto la bellezza di oltre 25 milioni di copie in tutto il mondo. Ripercorriamo insieme la loro carriera.

testi cantilenanti, ritmi ballabili, il tipico suono della batteria elettronica e parti di chitarra ritmica molto elaborate. Nell’estate dell’81 il gruppo partecipa ad una sorta di mini tour nelle maggiori città d’Europa, con esibizioni a Roma (al Much More), Firenze, Milano, Parigi, Madrid, Ibiza (al mitico Ku), Glasgow ed Edimburgo, riscuotendo molti consensi. Nel marzo dell’82 esce il secondo album, Diamond, aperto dalla hit Chant N.1 per la cui realizzazione il gruppo si avvale della “Beggar & Co.”, una sezione di fiati composta da giovani neri inglesi. Il brano fa breccia perfino nelle radio statunitensi. L’album prosegue sulla linea musicale mista di

13 funk e synthpop, ma sperimenta anche l’utilizzo di strumenti orientali come chegs e tablas, non molto ballabili in verità. E nonostante il disco d’oro si intuisce che il movimento New Romantic stia scemando.

IL SUCCESSO E LA CONSACRAZIONE Nel febbraio dell’83, prodotto da Tony Swain e Steve Jolley (Imagination, Bananarama, Alison Moyet, ecc.), esce il terzo album, True, che diventa subito un successo internazionale. Sia l’album, sia l’omonimo singolo che il secondo estratto Gold raggiungono la prima posizione nelle classifiche inglesi ed europee. Il sound ha uno stile molto elegante e raffinato, principalmente pop, con venature leggermente


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LA VITA OLTRE LA BAND Tra cinema, tv, e, naturalmente, la musica, i cinque componenti degli Spandau Ballet hanno dimostrato di cavarsela bene anche da solisti Dove erano finiti gli Spandau in questi anni di assenza? Ognuno di loro ha seguito la sua vita rimanendo nel mondo dello spettacolo. Tony Hadley ha iniziato la carriera solista nel 1992 con The stay of Play, un album di pop rock. Da allora, fino alla riunione degli Spands, Tony ne ha fatte davvero tante: un disco di cover, compresa Save a prayer dei “rivali” Duran, un album dal vivo, collaborazioni con dj e artisti come Joe Cocker, Brian May e Martin Fry, una vittoria al reality Reborn in the Usa per le star degli anni Ottanta, un best, un cd jazz, Passing Strangers, un lavoro a cui tiene moltissimo, è stato il protagonista nel musical Chicago in teatro, lo speaker radiofonico, l’attore in un cortometraggio. In Italia è venuto parecchie volte e ha duettato al Festival di Sanremo del 2008 con Paolo Meneguzzi. Anche a Gary Kemp la vita oltre la band ha arriso. Nel 1995 ha pubblicato Little Bruises, il suo cd da solista. Poi però ha preferito la recitazione, diventando uno degli attori più ricercati del teatro inglese, tra musical, drammi e commedie, e vincendo numerosi prestigiosi premi del settore. Al cinema lo ricordiamo accanto a Whitney Houston e Kevin Costner in La guardia del corpo del 1992. Recentemente ha pubblicato la sua autobiografia, I know this much: from Soho to Spandau. Se Gary è un divo del teatro, il fratello Martin è una star della tv. Insieme hanno interpretato il truculento The Krays, poi Martin si è trasferito ad Hollywood per partecipare ad alcune serie come, per esempio, Highlander. Nel 1995, è tornato a Londra per curare due tumori benigni al cervello: per fortuna ne è uscito benissimo ma la malattia ha segnato la sua vita tanto che ora ha creato una fondazione e ha raccontato l’esperienza in un’autobiografia. Nel 1998 ha ripreso a lavorare, diventando famosissimo nella soap opera della BBC EastEnders: ha vinto un premio come miglior attore di soap per tre anni consecutivi, uno come “Attore più popolare della tv nazionale”, e cinque “British soap Awards”. Nel 2008 ha fondato una sua compagnia di produzione e ha realizzato un corto, Karma Magnet, dove torna a recitare con Gary. Steve Norman ha preferito continuare con la musica, anche se dietro le quinte. Trasferitosi a Ibiza, ha collaborato con musicisti locali, producendo diversi artisti, suonando il sax e le percussioni in molte compilation legate all'isola e fondando un'etichetta. E' anche diventato giornalista scrivendo regolarmente una rubrica di recensioni di cd per Ibiza Now. Anche John Keeble non ha lasciato la musica: per lui, un ruolo fisso alla batteria nella band dei tour di Tony. rock a tratti, e spiccatamente soul nelle melodie vocali e nell’uso del sax. Segue il primo grande tour inglese che riscuote un grosso successo e culmina con il concerto alla Royal Albert Hall di Londra. E’ il giugno del 1984 quando esce il quarto album Parade, ancora prodotto dall’accoppiata Swain-Jolley, ed è la DISCOGRAFIA 1981 – Journey to Glory 1982 - Diamond 1983 – True 1984 – Parade 1986 – Through the Barricades 1989 – Hearth Like a Sky 2009 – Once More

consacrazione. L’album e il primo singolo estratto Only When You Leave entrano nelle classifiche balzando direttamente ai primi posti, in tutta Europa, Australia e Canada, e persino in USA. Seguono altre hit, come I’ll Fly for You, Highly Strung e Round and Round. E’ in questo periodo che arriva al culmine la rivalità tra

il gruppo e i Duran Duran, che mette in contrapposizione anche i rispettivi schieramenti di fans: Ballettiani da una parte e Duraniani dall’altra. Si ricrea quel fanatico dualismo già visto per i Beatles e i Roling Stones. Nel novembre dell’84 inizia il World Parade Tour, con il tutto esaurito nei quattro continenti: Europa, Giappone, Au-

stralia, Nord America, davanti ad un pubblico complessivo di oltre 750.000 spettatori, nonostante la fine anticipata del tour a causa di un incidente occorso a Steve Norman sul palco dell’Universal Amphitheatre di Los Angeles. Nella la loro prima trionfale visita in Australia, suonano davanti a 100.000 spettatori!


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Alla fine del 1984 il gruppo partecipa al disco di beneficenza con la Band Aid Do They Know It's Christmas, con Tony Hadley che svetta tra i cantanti, vicino a colleghi illustri come George Michael, Bono Vox e Boy George. Qualche mese dopo sono tra i protagonisti del Live Aid, sul palco del Wembley Stadium. Il disco di platino per la raccolta The Singles Collection, pubblicato contro il loro volere, suggella 5 anni di successi ma anche la fine del sodalizio con la Chrisalys Records. Nel 1986 gli Spands firmano infatti per la major CBS e, in ottobre, pubblicano il nuovo album Through the Barricades, prodotto da Gary Langan (Art of Noise), caratterizzato da un sound decisamente più rock e “guitar oriented” e anticipato dal singolo Fight for Ourselves, che viene presentato ufficialmente al Festival di Sanremo. Il nuovo successo del disco in tutta Europa e in Australia e la trionfale tournèe sold out preceduta dall’uscita della splendida title track sta a testimoniare che la band è ormai nell’Olimpo della musica.

LO SCIOGLIMENTO Dopo il grande successo ottenuto, gli Spandau Ballet spariscono per un po’ dalle scene (i fratelli Kemp intanto provano con il cinema) per tornare alla ribalta nel settembre dell’89, a distanza di ben tre anni dal precedente album, quando pubblicano Heart Like a Sky che, pur ottenendo un buon successo in Italia e in altri Paesi europei, non viene nemmeno pubblicato negli USA. I dieci concerti organizzati nel nostro Paese da David Zard fanno comunque registrare dieci “sold out”, tra il 25 gennaio e il 9 febbraio del 2000: Treviso, Milano, Modena, Forlì, Caserta, Roma, Bologna, Pistoia, Parma e Torino. Ma qualcosa si è ormai spezzato e le prime incomprensioni tra i vari membri del gruppo fanno da preludio allo scioglimento, caratterizzato anche da beghe legali sull’uso del nome Spandau Ballet e sulle royalties dei dischi. È la fine di un’epoca musicale. Da allora i “ragazzi di Islington” vanno ognuno per la propria strada. I fratelli Kemp, Gary e Martin, si danno al cinema, Tony Ha-

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30.000 iscritti, un record per l’Italia! In quegli anni seguo la band in tour ovunque, presento i servizi esterni del programma-concorso su VideoMusic (allora la MTV italiana!), partecipo a DeeJay Television Fans Club al fianco di Amadeus. Formidabile quel periodo (andavo ancora a scuola!): fianco a fianco con dei “big” della musica internazionale, idoli di centinaia di LA MIA AVVENTURA migliaia di fans. Una favola CON GLI SPANDS terminata nel febbraio del È una questione affettiva 2000 con l’ultimo tour itaquella che mi ha spinto a scrivere questo articolo sugli liano ma che, inaspettatamente oggi, si arricchisce di Spands. Ho conosciuto il un nuovo capitolo. gruppo nel 1981 al Much More di Roma, venuto a suo- Grazie ragazzi! nare per la prima volta in Italia. Nasce una simpatia e un’amicizia che diventa presto una vera e propria collaborazione professionale. Roma-Londra, LondraRoma, vado e vengo molto spesso. Nell’83, su loro autorizzazione, fondo lo Spandau Ballet Italian Club che, con il successo di True, raccolgo già molte adesioni, ma è l’anno seguente, con l’uscita di Parade, che il fans club esplode raggiungendo, nei tre anni che seguono, l’incredibile cifra di

dley alla carriera solista, Steve Norman e John Keeble sono rimasti nel mondo della musica come musicisti e session men. Tony, Steve e John, senza i fratelli Kemp, hanno anche fatto una tournée insieme, ma senza poter utilizzare il nome della band mentre Gary ha inciso, senza molta fortuna, un album solista:Little Bruises.

TRACKLIST CONCERTO

Gli Spandau Ballet sul palco del Live Aid

To Cut A Long Story Short The Freeze Highly Strung Only When You Leave I'll Fly For You How Many Lies Virgin She Loved Like Diamond Once More Round And Round Man In Chains With The Pride Through The Barricades Instinction Communication Lifeline Chant No 1/Paint Me Down True Fight For Ourselves Gold


GRANDE VOCE E GRINTA DA VENDERE, JOSS STONE TOCCHERÀ ANCHE L’ITALIA NEL SUO TOUR INTERNAZIONALE PER PRESENTARE IL SUO ULTIMO CD: COLOR ME FREE di Sonia Anselmo

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rriva in Italia sull'onda del successo del suo ultimo cd, Colour me Free. E pensare che la casa discografica ne ha rinviato più volte l’uscita, non convinta del materiale proposto. Ma Joss Stone è una tipa tosta e l’ha dimostrato. E’ andata dritta per la sua strada e ha avuto ragione. Ora la giovane inglese dalla voce soul e dalla grinta da vendere, con quella sua aria un po’ hippy e un sex appeal unico ed originale, ha previsto tre date nel nostro Paese del suo tour internazionale, una delle quali è a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, il 7 febbraio. Chissà se sul palco si presenterà scalza, come è sua consuetudine o chissà quale colore di capelli sfoggerà. Quello che è certo è che proporrà per intero questo lavoro che ha voluto fortemente. “Questa volta l'album non è dettato o forzato da elementi esterni, è un processo organico in cui è stata data a ciascun musicista la libertà di creare il proprio suono. Ho co-prodotto il cd, è una rappresentazione onesta e accurata del punto in cui sono come artista e come persona. Ne sono molto orgoglio-

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sa”, ha detto Joss. Registrato nello studio di proprietà di sua madre, il “Mama's Stone” a Wellington, nel Somerset, a fine 2008, l’album comprende dodici brani soul con influenze pop e reggae come nel singolo Free. Del resto, Joss ha un debole per il sole, il mare e i Caraibi: spesso passa le sue vacanze lì e proprio alle Barbados fu scritto il precedente lavoro, Introducing Joss Stone. “Lì, tra la spiaggia e le brezze tropicali, ho avuto un'illuminazione. Stavo guidando e ho pensato: Perché nella mia vista cerco amore incondizionato da un essere umano quando è la musica che è incondizionata? È sempre lì per me. È l’amore della mia vita. L’ho trovato". Da allora, al centro ha sempre messo la musica, anche a costo di non scendere a compromessi con la casa discografica. Libera e felice, cresciuta nella campagna inglese ascoltando i grandi del soul, la ventiduenne Stone è una regina delle classifiche. Alle spalle ha tre album, dieci milioni di copie vendute, un Grammy, diversi premi, duetti con stelle della musica come Stevie Wonder e Rolling Stones, fan come Tom Cruise, Brad Pitt e Angelina Jolie.

E’ anche stata definita “l’Aretha Franklin bianca”: un onore per Joss che è cresciuta con la musica della Franklin e ama riproporla spesso dal vivo come sorpresa nei suoi concerti. In scaletta, in quelli italiani (prima di Roma sarà a Padova, poi a Milano) di febbraio, sicuramente il nuovo cd, i successi e qualche cover che non manca mai. Ad incendiare la platea, non solo la voce di Joss, ma anche la sua solare personalità. Non è certamente un personaggio che passa inosservato: cambia colore di capelli come si cambia di abito (dal fucsia al rosso e al nero), ama il look anni Settanta, è stata testimonial di un famoso marchio di abbigliamento, è tifosissima di calcio e del Liverpool in particolare, è vegetariana, ha sostenuto parecchie lotte a favore degli animali, ha due cani che si porta dietro dovunque, tanto che, qualche tempo fa, è stata eletta da una rivista specializzata “miglior padrone vip”.

DOMENICA 7 FEBBRAIO AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Dal Kent a Los Angeles Jocelyn Eve Stoker, o meglio Joss Stone, è nata e cresciuta nella campagna inglese, ha iniziato a cantare a sedici anni e il successo è arrivato subito, nel 2003, con il cd di debutto The Soul Sessions. Ora Joss vive a Los Angeles anche per non trascurare la sua carriera d’attrice: è stata nel cast del film fantastico Eragon e ha interpretato la regina Anna de Cleves, quarta moglie di Enrico VIII, nel serial The Tudors.


La Bothanica secondo

momix

omix nasce dalla fusione di Moses Mix, il titolo di un assolo ideato da Pendleton in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Lake Placid del 1980. Regista e coreografo, Pendleton, nasce e cresce in una fattoria del nord del Vermont in cui si allevava bestiame da latte, nel 1971 si laurea in letteratura inglese al Dartmouth College e, quello stesso anno, fonda insieme a Jonathan

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Wolken il Pilobolus Dance Theatre. Pur rimanendo uno dei direttori artistici del teatro, nel 1980 inizia la carriera solista: nel 1992 presenta il primo spettacolo della sua nova compagnia dal titolo Passion, che in breve tempo conquista i consensi del pubblico a livello mondiale. Uno show dove la danza e le immagini mistiche e surreali si fondono magicamente sulla scena e in cui i balleriniatleti si muovono sinuosamente sulle musiche di

Peter Gabriel, composte per il film di Martin Scorsese, L’ultima tentazione di Cristo. Nello stesso anno una celebre squadra di baseball, i San Francisco Giants, affida ai Momix la realizzazione di una coreografia per un’inaugurazione, ciò fornirà a Pendleton lo spunto per una nuova creazione, Baseball (1994) appunto, che vuole essere un omaggio allo sport più amato dagli americani. Successivamente, nel 1996, debuttano a Milano con Supermo-

mix: temi pop, musiche rock- tribali, giochi di luce, illusioni ottiche e figure disegnate da corpi marmorei, che mettono in risalto la straordinaria abilità e la preparazione atletica dei danzatori. Nel febbraio 2001, va in scena al Joyce Theatre di New York la prima mondiale dello spettacolo Opus Cactus, idealmente ambientato nelle suggestive atmosfere del deserto sudovest degli Usa: è un successo clamoroso, lo spettacolo viene osannato


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dalla critica e registra il record assoluto di pubblico e di incasso. Nel 2005, infine, in occasione del XXV anniversario di Momix, Moses Pendleton presenta Sun Flower Moon: i tre elementi del titolo, sole, fiori e luna, fluttuano in un metafisico mare cosmico, dando vita ad affascinanti seduzioni visive. Bothanica, l’ultima creazione del geniale ed eclettico coreografo, si ispira alla fortunata opera di Vivaldi,

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zoom Le quattro stagioni, ed è divisa in due tempi: il primo dal titolo Winter - Spring, ossia Inverno e Primavera, che può anche essere tradotto con Slancio d’Inverno, e il secondo dal nome Summer Fall, Estate e Autunno, oppure Caduta dell’Estate. Proprio dietro questo intrigante gioco linguistico si cela la seducente filosofia Pendletoniana, che questa volta vuole essere un vero e proprio omaggio a Madre Natura

nel senso più hippie del termine: “Questa - racconta il coreografo - è l’essenza di Momix: si vede un fiore in un uccello, un essere umano in una roccia, una donna in un uomo. Bisogna usare la fantasia, l’immaginazione, la creatività. Nei nostri spettacoli cerchiamo di provocare quella che io chiamo “optical confusion”: un modo per eccitare i nervi del cervello e stimolare la creatività”.

Ai leggendari Momix, ineguagliabili danzatori - illusionisti, il compito di rappresentare il variegato e colorato mondo floreale attraverso elaborati effetti ottici, efficaci strutture dinamiche ed impeccabili equilibrismi e sincronie. Superbi ed eleganti i Momix, tornano alla ribalta della scena mondiale con un “eco-show ” che sposa in pieno la causa ambientalista e che si sofferma sulla bellezza e fragilità di

IL MONDO VEGETALE NON HA SEGRETI PER IL COREOGRAFO AMERICANO MOSES PENDLETON, CHE DEDICA ALLE MERAVIGLIE DELLA NATURA IL SUO ULTIMO VISIONARIO SPETTACOLO, UNO DEGLI EVENTI PIÙ ATTESI DELLA STAGIONE di Eleonora Siniscalchi

TEATRO OLIMPICO Piazza Gentile da Fabriano, 17 Orari degli spettacoli: tutti i giorni alle ore 21,00 domenica alle ore 17,00 e 21,00 Biglietti: da 20 a 40 euro Info: 06.3265991 www.teatroolimpico.it FINO AL 28 FEBBRAIO


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Neffa, nuovo live di Corinna Nicolini

L’ARTISTA CAMPANO È MOLTO AMATO DAL PUBBLICO DELLA CAPITALE E, DOPO IL GRANDE SUCCESSO DEL CONCERTO AL PIPER, TORNA IL 24 FEBBRAIO AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI l rapporto tra Roma e Neffa è ottimo. L’ultimo suo live al Piper è un grande successo e la richiesta dell’artista nella Capitale è così alta che un suo ritorno era inevitabile. L’appuntamento è per il 24 febbraio al Circolo degli Artisti. Si prevede un altro bagno di folla per uno degli artisti più interessanti della scena italiana grazie ad evoluzioni musicali inaspettate e ad una scrittura intensa ed immediata. Giovanni Pellino

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nasce a Scafati nel 1967 ma cresce a Bologna, dove inizia a lavorare nella musica come batterista. Nel 1996 arriva al grande pubblico con Aspettando il sole, brano in cui rappa per il progetto Neffa & I Messaggeri Della Dopa. Dopo un periodo di grande riscontri nella scena hip-hop arriva nel 2000 la svolta. Il suo singolo La mia signorina è il tormentone dell’estate e l’Italia scopre un Neffa cantante. Da allora una carriera pop di tutto rispetto con l’immancabile partecipazione al Festival di Sanremo, dove porta nel 2004 la bellissima Le ore

piccole. Da citare anche la sua partecipazione a Saturno Contro, il film di Ferzan Ozpetek, in veste di compositore della colonna sonora e del brano Passione. È da poco uscito il suo nuovo album Sognando Contromano il cui singolo apripista, Lontano dal tuo sole, è stato un successo di vendite e di air play. Chi lo segue fin dai suoi esordi discografici sa che stare dietro all’artista campano è come stare dietro ad una macchina da rally e che i suoi live sono imperdibili per energia e trasporto.


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White Lies

IL TERZETTO LONDINESE, CAPITANATO DA HARRY MCVEIGH, ARRIVA A ROMA PER UN EVENTO-CONCERTO AL PIPER CLUB anno debuttato nel gennaio 2009 direttamente al primo posto nella classifica UK degli album. A poco più di un anno di distanza dal fortunato disco d'esordio, To Lose My Life Or Lose My Love (Universal), i White Lies approdano al Piper Club per un eventoconcerto da non perdere. Giovedì 18 febbraio il terzetto londinese capitanato da Harry McVeigh (voce solista, chitarra ritmica, tastiere) si esibirà nello storico club capitolino avvolto nelle sue tipiche atmosfere dark e new wave. Particolarmente affini alle sonorità buie e crepuscolari di Joy Division, The Cure, The Sound, McVeigh e soci - il bassista Charles Cave e il batterista Jack Lawrence Brown - proporranno al pubblico tutte le hit

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estratte dall'album. Dai singoli Death a To Lose My Life, da Unfinished Business a Farewell To The Fairground, il trio rilegge in chiave profonda e intimistica le sonorità degli anni Ottanta, strizzando l'occhio a band della scena attuale quali Interpol, Glasvegas e The Killers. Sotto contratto con la Fiction Records - che nella sua "rosa" annovera band del calibro di Yeah Yeah Yeahs, Elbow, Snow Patrol, oltre ai già citati Cure - i White Lies fanno affidamento sia sulla capacità vocale di McVeigh, artista dal timbro diretto, deciso e teatrale, sia sulle proprie, indiscutibili, attitudini tecniche. Con all'attivo numerose esibizioni live in club e festival nazionali ed esteri, i White Lies sono pronti a sorprendere anche i fan della Capitale. Provare per credere. (M.C.)

Amici fin dai tempi della scuola, i White Lies iniziano a suonare sotto il nome di Dear of Flying. "Un progetto da weekend", lo definirà anni dopo il leader McVeigh. Lo scorso 19 gennaio la band debutta con l'album To Lose My Life Or Lose My Love, che si impone all'attenzione di critica e pubblico come uno dei migliori dischi degli ultimi anni. I White Lies hanno pubblicato quattro singoli, mentre il quinto (Taxidermy) è uscito come brano scaricabile da iTunes, dopo essere apparso come lato B dell'edizione limitata in vinile.

GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO Ore 20,45 Apertura porte: ore 19,30 Piper Club Via Tagliamento, 9 Info: 06 8555398 www.piperclub.it


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"Sono romano ma non è colpa mia", titola Enrico Brignano che, nel suo secondo libro, racconta tutta la verve comicopopolare della Città Eterna, dipingendo un ritratto semiserio dei suoi amati concittadini

FIGLIO della LUPA di Massimo Canorro


ià dai titoli dei suoi spettacoli, Io per voi un libro aperto, Non sia mai viene qualcuno e Mai dire mouse. emerge tutta la verve comico-popolare di Enrico Brignano, esempio di artista della risata pensante, avvicinatosi giovanissimo al teatro sotto la guida di Gigi Proietti ("Una persona e un artista che adoro"). Felicemente sposato con la ballerina Bianca Pazzaglia, il comico romano, forte del successo editoriale di A sproposito di noi (Rizzoli, 2008), conferma il proprio talento anche come scrittore e umorista. In Sono romano ma non è colpa mia. Dimmi se ci fai e ti dirò chi sei, edito da Rizzoli, Brignano ripercorre le vicende della Città Eterna: dal traffico al Ratto delle Sabine, da Nerone piromane alle gite fuori porta, l'artista cerca di capire sempre meglio i suoi concittadini, "i romani de Roma", dipingendo un ritratto, tra il serio e l'esilarante, dei figli della Lupa. Il titolo del tuo nuovo libro è "Sono romano ma non è colpa mia". Con chi dovremmo prendercela, allora? Con me no di certo! Col destino, piuttosto. Nascere è diverso dal programmare una gita. Sono romano per una serie di coincidenze che si sono verificate e di questo sono felice; lo sono meno quando sento abusare del romanesco, puntare sulle volgarità gratuite e luoghi comuni che non ci riguardano. 18 maggio 1966, località Dragona. Per Roma un giorno come un altro. Per la tua famiglia, decisamente no... Eh già. Anche se dalla domanda sembra che in quella data sia nato il bambinello... Invece sono venuto al mondo io, dopo un parto travagliato. La periferia può darti molti valori, ma solo se dietro c'è una famiglia presente. Come è stata la mia. "Ho sempre sentito la responsabilità di essere cittadino romano". Puoi spiegarti meglio? Se non ricordo male Roma ha qualche annetto, essendo stata fondata nel 753 a.C. da Romolo e Remo. Dunque è una città con una storia importante. Basta percorrerla per accorgersi di quanto siamo fortunati a poter godere di certe meraviglie. Ma il vero "romano de Roma" esiste ancora o si è estinto? Per esistere esiste, solo che oggi, paradossalmente, è più romana una badante dell'Est Europa. Perché cammina per le strade, viaggia sui mezzi, fa la spesa nei mercati. Insomma, conosce la città meglio di molti che sono nati qui. Nel libro citi la cultura popolare degli stor-

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zoom nelli, oggi un po' dimenticati. Quando hai iniziato ad apprezzarli? Gli stornelli mi sono sempre piaciuti, tendo a riproporli perché credo sia un modo per rimanere legati alla tradizione romanesca. Anche il pubblico sembra gradire e questo è fondamentale: se chi ti ascolta non li apprezza è tutto inutile. A prescindere dagli stornelli, quali sono i tuoi gusti musicali e i generi che ti piacciono di più? Amo un mix di garage-metal-acid-rock-techno che ascolto a tutto volume col mio iPod! Scherzi a parte, mi piacciono i musicisti che comunicano qualcosa, che raccontano storie. I "rumori sonori" li lascio ad altri... Scrivi che "noi romani siamo votati naturalmente all'esagerazione". Quindi è una questione di Dna? Certo, perché quando non esageriamo è come se ci franasse la terra sotto i piedi, ci sentiamo persi! Dovunque vanno i romani sono sempre riconoscibili, si muovono in branco! Penso agli autogrill, tra i nostri luoghi di ritrovo privilegiati. "Vendesi motorino Garelli, chiamare Mario ore pasti". Un annuncio che ti è rimasto decisamente impresso... Sì, era su Porta Portese! Oggi sia chi legge sia chi pubblica annunci è più diffidente, si è perduto un certo romanticismo, quello appunto - che induceva a chiamare per un vecchio motorino. Adesso non trovi più neppure Mario! Anche i rapporti con le persone sono cambiate, sintomo di una vita, lavorativa e non, sempre più frenetica... Beh, sì! Anni fa per cenare insieme ad amici o parenti bastava invitarli. Oggi è più complicato, la disponibilità è rara. Prima si diceva "viette a fà na' bicchierata!", per stare un po' insieme. Oggi "na' bicchierata" quasi te la danno in faccia! "Da ragazzino credevo che i cocomeri nascessero al mare". Nostalgia di quelle mangiate in famiglia ad Ostia? Per chi è entrato negli "anta" la nostalgia è quasi d'obbligo! Quelli erano tempi spensierati: andavo in spiaggia e rimanevo ore sotto il sole a fare torri di sabbia. Oggi si costruiscono villette abusive, altro che castelli finti! "Non sia mai viene qualcuno", il titolo di un tuo show, racchiude a pieno lo spirito delle mamme romane...

23 Siamo sempre lì... abbiamo un po' smarrito quella disponibilità che ci contraddistingueva. Da piccolo ricordo mia madre che, sempre ospitale, lasciava in frigo le vivande per gli ospiti dell'ultima ora. "Che magari qualcuno viene!". Sembri molto attento alle sfumature. Quanto è importante, per un artista comico, saperle cogliere? Fondamentale, direi! Nella ricercatezza c'è la profondità di ogni cosa. Attraverso le sfumature cogli la vera essenza. Passami il paragone: è come quando compri un telefono cellulare e studi con attenzione ogni singola caratteristica. I tuoi spettacoli sono sempre un successo. Da nord a sud, come cambia l'interazione col pubblico? Gli spettatori di tutta Italia sono sempre aperti. Chiaramente esistono delle differenze: il pubblico del sud impiega qualche minuto di più a "sciogliersi", ma poi si rivela calorosissimo. Sei stato regista e protagonista de "Le parole che non vi ho detto". Vuoi aggiungere ancora qualcosa? Certo che sì! Ho 43 anni, sono giovanissimo e pieno d'entusiasmo. Ce ne sono di cose da dire e da fare!

Foto di Fabrizio Marchesi (Photomovie)

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24 SONO SEMPRE DI PIÙ LE DONNE CHE SI CIMENTANO CON LA CONSOLLE E ANIMANO LE NOTTI CAPITOLINE. DIVERSI I GENERI, DIVERSI I LOOK MA UN’UNICA GRANDE PASSIONE: LA MUSICA.

women POWER

speciale deejay

di Clarida Salvatori

Roma, la musica è donna. Sempre più rappresentanti del gentil sesso si cimentano infatti nel mestiere di dj e animano le serate della Movida capitolina. Mixando, dalle loro consolle, un po’ tutti i generi di musica: dalla house melodica di Flavia Lazzarini e Isa Iaquinta alla house elettronica di Simona Faraone, Margherita, Niky Martinez e White Lady, dalla techno di Rossella e della stella emergente Angelica Di Majo alla industrial di dj Blade e dj Chiaretta, per finire alla revival di Andrea Belfiore e dj Gilda. Accontentando così un po’ tutti i gusti. Alcune calcano le scene da molti anni, come Simona Faraone, antesignana di questo mestiere ora “emigrata” a Firenze per sposare un progetto tutto nuovo; altre hanno iniziato un po’ più tardi ma il loro nome ha già varcato i confini del Lazio, come è accaduto a dj Chiaretta e dj Gilda; altre ancora sono appena approdate sui piatti. Sono molto diverse tra loro, qualcuna dal look più appariscente, qualcuna dalle scelte musicali più azzardate, tutte concordi però nel giudizio della piazza romana per una dj. “Ferma e statica”, secondo Rossella, ma “più facile da scaldare e da conquistare di quelle del nord Italia” per Isa Iaquinta, “complicata” per Gilda, “neanche lontanamente paragonabile alla Londra degli anni Novanta o alla Berlino di oggi, città in fermento e in evoluzione”, per dj Blade. Niente concorrenza sleale tra le dj romane che, comunque, continuano a subire i pregiudizi di alcuni colleghi uomini, che non risparmiano mai una battutina sull’ aspetto fisico, quello che ritengono essere l’“aiuto in più” riservato alle colleghe. Ciò che caratterizza le neofite della consolle è voglia di accumulare esperienze ed emergere in fretta mentre le veterano non rinunciano alla sperimentazione magari gettandosi a capofitto nelle produzioni. “Gli spazi vanno conquistati con pazienza e senza sgomitare – è la saggezza della Faraone – Per rispondere a chi dice che noi che facciamo da più tempo questo mestiere dovremmo toglierci di mezzo, mi sento solo di replicare che in America a nessuno verrebbe in mente di dire ai grandi di andare via perché costituiscono un baronato. Non è necessariamente vero che il nuovo sia più “figo” del vecchio”.

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Nome: Margherita Segno zodiacale: Sagittario Hobby: fotografia e scrittura

MARGHERITA

HOUSE ELETTRONICA ottoressa in chimica farmaceutica, ex modella e conduttrice tv, Margherita Ramacciotti è conosciuta dal popolo della notte come Margherita Dj. Da Roma (Gilda, Casina Valadier, Hulalà) a Bucarest (Fratelli Club), passando per Rimini (Turquoise), le sue selezioni musicali sono un mix di percussioni e voci, "di ritmi innovativi miscelati ad atmosfere rarefatte". Distante dalle sonorità commerciali (che però non ghettizza), alle quali preferisce "me-

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lodie di classe", Margherita Dj adora far scatenare in pista i ragazzi che, numerosi, accorrono per godere fino all'alba dei suoi dj-set. Quando hai iniziato a fare questa professione? Nel 2004 un caro amico, il dj Alex Braga, mi ha introdotto in questo ambiente, dal quale sono rimasta subito colpita. Direi che la mia avventura professionale è iniziata proprio da lì. Come potresti definire il tuo stile? In generale non amo molto le etichette, ma se

dovessi definire la mia programmazione parlerei di house, electro-house e downtempo/downbeat, un genere nato a Ibiza negli anni Novanta. Ritieni che essere attraente può aiutare nella tua professione? Sinceramente credo che possa aiutare in determinati contesti, mentRe in altri, se non sei all'altezza del compito, la bellezza può fare veramente poco. Com'è far scatenare migliaia di ragazzi in pista? Stupendo! Vedere dalla consolle tanti giovani bal-

lare ti dà sensazioni uniche. L'apprezzamento del pubblico è la cartina di tornasole per chi fa la mia professione. Esiste competizione tra voi dj? Direi di no. O meglio, la sana competizione fra uomini e donne - ma anche fra lo stesso sesso - ci sarà sempre, è del tutto normale. L'importante è che non sfoci nella cattiveria. Progetti per il futuro? Vorrei continuare a fare questo lavoro con grande passione, ottenendo quei riscontri positivi che mi stimolano a dare


sa Iaquinta è l’unica, tra le dj della Capitale, ad essere “trapiantata” a Roma. Calabrese di nascita, impara molto quello che sa sul mixaggio da amici, che spia mentre lavorano in consolle, e dal fratello, che ha tutto il necessario a casa. Dove si è tenuto il battesimo di Isa dj? All’Art Cafè, sono nata lì quattro anni fa. E poi al Babel. Eppure tu conosci anche realtà, come quella calabrese, in cui tuo padre aveva una discoteca… Dividerei l’Italia in due. Da Roma in giù il pubblico, ti trasmette più calore, c’è un riscontro positivo immediato. Da Roma in su, invece, la gente in pista è più diffidente all’inizio, ma poi si lascia andare. Come fai per farli sciogliere? Uso la mia musica, che è volubile, proprio come me. Io suono per lo più nei club fashion, metto musica house, ma personalizzo sempre le mie serate. Magari con un melodico cantato.

Foto di Francesco Santori

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Tu sei stata una concorrente della casa più spiata d’Italia, quella del Grande fratello. Quanto ti ha aiutato questa trasmissione? Inutile negare che la notorietà me l’ha data e anche una spinta iniziale. Poi però, già dopo sei mesi dall’uscita dalla casa, mi ero scrollata di dosso quell’etichetta. Chi sono i colleghi con cui ti piace di più lavorare? Ho lavorato tanto e mi sono trovata bene con Coccoluto e Tommy V. Con le donne non ho lavorato e non le conosco. A cosa fai attenzione quando fai una serata? Come mi ha insegnato Max Zotti: alle uscite di sicurezza! Scherzi a parte, ritengo che noi siamo in un punto chiuso e bisogna sapere dove andare in caso di necessità. Progetti per il futuro? Mi piacerebbe avere il tempo di farne. Per ora sono fuori tre giorni alla settimana. Mi piacerebbe cominciare a produrre per affermarmi. Ma finché non mi tranquillizzo sarà duro realizzare una produzione.


Nome: Isa Cognome: Iaquinta Segno zodiacale: Pesci Hobby: pittura

ISA IAQUINTA HOUSE


er molti è lei la vera promessa tra le dj romane. Approdata in console da soli quattro anni, Angelica Di Majo è stata letteralmente strappata al cinema. “Sono due anni che non lavoro molto come attrice. Colpa della crisi del settore” confessa. Ma ti senti più attrice o più dj? Sono due cose totalmente diverse. In consolle mi trovo benissimo e mi piace parecchio. Ma forse mi sento meglio davanti a una macchina da presa, dove sono stata per quindici anni. Il mestiere della dj sta diventando abbastanza importante per me adesso, capiamoci, ma a 50 anni non mi ci vedo. Mentre a recitare ruoli di una donna di mezza età, sì. Tutto qui. Come è stato allora questo passaggio? Io ho sempre comprato musica e ho sempre organizzato feste a Sacro-

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fano, vicino Roma. È per questo che iniziare non è stato poi molto difficile. Mi sono portata dietro gente che già conoscevo. E quest’anno dove la porti la gente a sentire la tua musica? Per ora il venerdì nella vineria Di Ponte, vicino a piazza del Fico. Che genere di musica fai? Principalmente techno progressive, ma dipende poi dalle serate. Ma a quanto arriva la conta dei locali in cui hai suonato? Non saprei! Ho fatto un po’ tutti i locali di Roma, dal Goa, alla Saponeria alle opening dei negozi al locale che Giancarlino ha aperto quest’estate sotto ponte Risorgimento, sulle sponde del Tevere. A Roma c’è abbastanza spazio per tutte? Non siamo tantissime, quindi direi che, sì, c’è spazio per tutte. Se poi una ragazza dj è anche brava e carina, allora ha sicuramente più chance.

ANGELICA

PROGRESSIVE TECHNO

Nome: Angelica Cognome: Di Majo Segno zodiacale: Acquario Hobby: recitazione, viaggi


Nome: Flavia Cognome: Lazzarini Segno zodiacale: Pesci Hobby: cinema e lettura

HOUSE & FUNKY

FLAVIA LAZZARINI on i suoi diciannove anni di attività in consolle, Flavia Lazzarini ottiene di diritto un posto nell’Olimpo delle dj romane veterane. “Ho iniziato quando avevo 18 anni - racconta - in una Roma molto diversa, dal punto di vista musicale, rispetto a quella di oggi. Diversa per serate, per ospiti che arrivano da tutto il mondo, per dj e anche per la curiosità del pubblico”.

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A proposito di “stranieri”. Tu sei italo-americana. La vicinanza e i soggiorni a New York hanno influenzato il tuo modo di fare musica? Era il 1988 e il mio avvicinamento alla musica è dovuto proprio a New York, dove l’house music era appena nata. Da lì è cominciato il mio lavoro. Hai suonato un po’ in tutta Roma. Ma qual è il locale a cui sei più affezionata? Sicuramente, e senza niente togliere a tutti gli altri,

“La Suite”, perché è stato il primo locale del genere a Roma e perché quello per me è stato un anno speciale. Ma anche La Maison dove ho lavorato per cinque anni. Come definiresti il genere di musica che fai? Difficile racchiuderla in un’unica parola. Mi piace spaziare e cambiare anche durante la stessa serata, in modo da creare un’onda sonora che va in crescendo: passo dalle melodie morbide al minimal, dal

funky alla house. Cosa pensi delle giovani dj romane? Intanto che sono aumentate, prima si contavano sulle punta delle dita. Secondo me ce ne sono alcune brave. L’unico consiglio che posso dare è quello di prendere il mestiere della dj come un vero lavoro e non come un passatempo e, inoltre, di impegnarsi nella ricerca musicale, nello studio del vinile e costruirsi un buon background guardando al passato.


Foto di Alessandro Leone

CHIARETTA EBM INDUSTRIAL

Nome: Chiara Segno zodiacale: Cancro Hobby: letteratura inglese dell’800, pittura

j. Speaker. Due professioni diverse e simili allo stesso tempo. Due facce della stessa medaglia per chi ne ha fatto una ragione di vita. “Nel 2005 ho iniziato a collaborare con Radio rock spiega dj Chiaretta, molto amata dai dark - Poi c’è stata Radio Città Aperta, dove mi era stata affidata una trasmissione tutta mia il sabato sera, dalle 18 alle 21, in cui proponevo musica dark wave, folk, punk e industrial.

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Fino al 2008, di nuovo al Radio Rock come dj resident, l’anno scorso sono stata al Black Out e adesso sono tornata ancora a Radio Rock”. In quali altri locali romani hai suonato? In tantissimi. Per citarne alcuni: al Qube, dove ho mosso i primi passi, all’Alien, al Classico Village, al Big Bang. E fuori Roma, ho fatto serate al Decadence di Bologna. Durante un viaggio a New York sono stata ospite al Pyramid. Come potresti definire il

tuo stile? Il mio stile è ebm industrial, anche se non disdegno serate a tema. E il dark? È un modo di esprimersi. E io lo amo: amo la letteratura, il cinema, l’arte, la musica e la moda. So che hai lavorato con una tua delle tue colleghe per un po’? Con dj Blade. È stata un’esperienza davvero molto divertente. Diversa dal solito. Perché? Il panorama romano è monotono? No, non direi monotono.

Lo definirei piuttosto molto settoriale. A Roma è difficile uscire dagli schemi. Quindi anche se sei nata lavorativamente a Roma, vorresti “emigrare”? Penso sia l’aspirazione di molte, quella di suonare fuori dalla Capitale. Ci sono progetti per il prossimo futuro? Sto cercando di realizzare un pezzo con un mio amico dj. E poi ovviamente vorrei incrementare le serate e le collaborazioni.


Foto di Erica Fava

Nome: Emanuela Cognome: Familiari Segno zodiacale: Cancro Hobby: trucco e moda

utto è iniziato nel 2001, quando la forte passione per la musica tecno ha portato Emanuela Familiari a fare un corso per imparare a stare dietro la consolle. E così è nata dj Blade. Una ragazza bellissima che si diverte a far ballare la folla che riempie le discoteche a ritmo di house commerciale e di techno industrial. “Sono questi i miei generi, mi ci ritrovo, faccio selezioni di pezzi che mi piacciono. Potrei mettere anche salsa e me-

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BLADE

TECHNO INDUSTRIAL

rengue, ma ovviamente con tutto un altro spirito”. Essere donna, e per di più bella, ti ha aiutato nella tua professione? Sarebbe ipocrita negare che il primo impatto è quello visivo. Se fossi stata alta 1 metro e 20 e fossi stata cicciotella, avrei lottato di più. Di belle ragazze ce ne sono tante tra le mie colleghe ma, alla lunga l’aspetto non basta e viene fuori la verità: a completare il tutto ci vuole pur sempre la parte musicale, il messaggio che la dj vuole mandare.

Hai parlato delle tue colleghe. Ce n’è qualcuna, nel panorama romano, che ti piace particolarmente? Ho lavorato per qualche mese con dj Chiaretta e con lei mi sono trovata molto bene. E poi un mercoledì al mese ho suonato al Radio Londra con Lusky, anche lei è un mostro di bravura. Meglio le donne o gli uomini, sul lavoro? Meglio le donne. Gli uomini la buttano sempre sul fatto che se abbiamo successo è grazie al nostro

aspetto fisico. Dove stai lavorando adesso? Sto facendo un po’ di serate in giro per l’Italia, ad esempio a Napoli, e per il mondo in Giappone e a Berlino. A marzo sarò a Cincinnati. Nomini spesso Berlino, hai una vera passione per questa città? Trovo che sia come Londra negli anni Novanta, quando cioè ci ho passato qualche anno. È in evoluzione, fuori dagli schemi, innovativa. Una città giovane, insomma.


HOUSE ELETTRONICA

Nome: Simona Cognome: Faraone Segno zodiacale: Scorpione Hobby: cinema, fumetti, sport

SIMONA FARAONE a veterana delle dj romane ha messo le ali e ha spiccato il volo. “Quando ho iniziato io eravamo tre in tutta Italia e venivamo subito dopo la generazione di chi questo mestiere lo ha inventato. Io ho capito subito che la musica sarebbe diventata la mia professione”. A che progetto stai lavorando adesso? Mi sono trasferita a Firenze, dove ho iniziato una collaborazione artistica

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con il creativo e musicista Alex Lagomme. Insieme stiamo portando avanti un progetto live/dj set che si chiama The Space Pop Adventure, legato a produzioni discografiche di prossima uscita. Quindi hai “tradito” Roma? Non è la prima volta che vado a lavorare fuori. La piazza romana è ferma, statica. Io invece sono eclettica. Ho iniziato con l’hip hop ma con elettronica mi trovo meglio , ho una passione per house storica. Mi identifico con

Lerry Levan, con la scena di Detroit, con il trascorso funky, soul e con la matrice nera. E poi adoro la perfezione di Jeff Mills. Decisamente un altro livello… Guardando alle dj di oggi, c’è qualcuna che potrebbe raccogliere la tua eredità? Trovo interessante Angelica Di Majo. Mi sembra molto simile a me: è controcorrente e con tanta voglia di sperimentare. Ma le do un consiglio spassionato: uscire dalla piazza romana e fare esperienza fuori.

Le nuove leve sostengono che la vecchia guardia non gli lascia spazio e che ha istaurato una sorta di baronato. Come rispondi? Che gli spazi vanno conquistati con pazienza e senza sgomitare. E che in America a nessuno verrebbe in mente di dire ai grandi di togliersi di mezzo perché costituiscono un baronato. Chi ha fatto nascere questo mestiere ha tutto il diritto di rimanerci dentro. E non è detto che il nuovo sia più “figo” del vecchio.


ROSSELLA TECHNO

culista di giorno. Dj di notte. È questa la metamorfosi che da dieci anni trasforma quotidianamente Rossella Melchionda. “Faccio il medico da 20 anni, ma la musica e la danza le ho sempre amate. Sono da sempre amica di Giancarlino del Goa e ho avuto la fortuna di sposare un uomo a cui, come a me, piaceva andare per feste e per locali”. Poi però è successo qualcosa che ti ha cambiata? Mi sono separata e mi sono trasferita per qualche mese a Parigi. Lì sono stata catturata dalla cultura cosmopolita che si respiranella capitale francese, dall’incontro delle diverse religioni, delle diverse culture e anche dalla musica. Quello era il periodo del Buddha Bar. E quando sei tornata a Roma? A Roma non era arrivato niente di tutto ciò, niente di quella moda parigina. Io sono tornata con un bagaglio di 2.500 cd e così ho deciso di iniziare a fare Music du Monde:

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un insieme di melodie sud americane, arabe, indiane, celtiche. Ma poi hai subito ulteriori metamorfosi… Sono passata al lounge, poi al minimal, un genere sofisticato con ritmo beat che sette anni fa a Rroma non faceva nessuno. Non ho mai amato la commerciale e adesso sono approdata alla techno. Che tipo di techno? Non faccio happy music, piuttosto le sonorità che ho raggiunto sono atmosfere cupe, sognanti, raffinate, delicate e a volte nostalgiche. Il nome tecnico è deep house/tecno: Quando sono arrivate le produzioni? Tre anni fa, quando ho cominciato ad usare un programma sul computer per fare canzoni. Ho già pubblicato quattro dischi su vinile e a breve uscirà il quinto, Cyclical tracks dell’etichetta di Tadeo. È un modo per uscire fuori da Roma. Che messaggio vuole mandare? In questa società non è facile essere se stessi, devi stare sulle tue altrimenti ci rimetti.

Nome: Rossella Cognome: Melchionda Segno zodiacale: Vergine Hobby: danza, cani


Foto di Fabio Montico

Nome: Gilda Cognome: Colaciello Segno zodiacale: Scorpione Hobby: arte, pittura e musica

GILDA

REVIVAL ‘90

ilda Colaciello si definisce una dj atipica. Che fa musica atipica. “Non sono una di quelle che suona seminuda o vestita solo con i tacchi a spillo. Ho un look molto personale ma mai volgare o troppo appariscente: vario dal vestito elegante, al dark, agli abiti colorati e ai guanti di pelle in stile Madonna - racconta - E per quanto riguarda

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la mia musica è prettamente anni Novanta”. Una scelta coraggiosa? Decisamente! Visto che è poco conosciuta tra i ragazzi e più tra i trentenni-quarantenni. E poi è anche tecnicamente difficile da suonare. È musica molto melodica e di certo non è nata per i dj. Qual è il segreto del successo per una dj? A parte l’amore per la

musica, che io sento da appena mi alzo a quando vado a dormire, e la curiosità per capire le tecniche, come funziona una consolle e cosa si prova a stare lì, cosa che ho sempre fatto, ci vuole intensità e passione per capire che tipo di pubblico hai davanti, per farli ballare tutti. Com’è far ballare il pubblico romano? Molto complicato. La mo-

vida romana è diversa rispetto agli altri paesi, ma anche rispetto alle altre città italiane. In Abruzzo, nelle Marche, a Rimini o a Miliano Marittima c’è una concezione differente. Come sono i rapporti con le tue colleghe? Personalmente non ne conosco ma di alcune ho sentito parlare molto bene. Niky Belucci, ad esempio, che è conosciuta in tutto il mondo.


Nome: Ilaria Cognome: Nanni Segno zodiacale: Ariete Hobby: musica, romanzi, libri sulle nuove tecnologie elettroniche

filare non le dava le emozioni di cui era in cerca. Emozioni che Ilaria, meglio nota come dj Niky Martinez, ha invece trovato nella musica. Quando hai iniziato a fare la dj? Ho iniziato all’età di 17 anni, grazie ad alcuni miei amici dj che mi hanno coinvolto. L'amore per la musica, che provo da sempre, ha fatto il resto. Ma come è nata l'idea? È nata in una serata di un

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mio amico dj,dove per scherzare mi ha dato le sue cuffie e mi ha fatto provare a mixare. E non è andata male! Qual è il primo locale in cui hai lavorato a Roma? Ho iniziato all'Art Cafè, dove poi sono anche diventata dj resident. Ma con il tempo ho girato un po’ tutti i locali romani… E adesso in quali locali suoni abitualmente? In giro per tutta l’Italia. Ultimamente, per esempio, sono stata all’Aquila. Prima facevi la modella,

come sei passata dalla moda alla musica? Ho iniziato a lavorare nella moda a 15-16 anni come indossatrice e fotomodella. Però le sfilate non mi davano quell’emozione che cercavo. Cosa che sono riuscita invece a trovare nella musica e nella console. Che tipo di musica fai? Electro house. Ma la musica l'ascolto a 360 gradi, non mi piace fossilizzarmi solo su un genere musicale. Cosa pensi delle altre dj?

NIKY MARTINEZ HOUSE ELETTRONICA

Il mercato italiano e internazionale, recepisce molto bene la figura femminile del disk jockey,sono molto contenta... Sfortunatamente ne conosco qualcuna solo tramite il web ma sarebbe interessante farci due chiacchiere su come vengono considerate le dj donne nei rispettivi paesi. È difficile fare il tuo lavoro a Roma? È difficile un po’ ovunque, non solo a Roma ma con un pizzico di pazienza e di tenacia si superano le difficoltà...


ANDREA

REVIVAL ‘90 - HOUSE

Nome: Andrea Cognome: Belfiore Segno zodiacale: Capricorno Hobby: collezionare gufi, viaggiare e giocare a golf

odella, giornalista, attrice (ha recitato anche con Alberto Sordi), ma soprattutto dj. Andrea Belfiore (in arte Andrea dj) che ha preferito questo nome tra i quattro che i genitori avevano scelto per lei perché “in Italia è un nome strano per una donna, però mi piace, mi calza a pennello e rispecchia la mia personalità inconsueta”, ha passato anni in consolle e qualche sassolino dalla scarpa, con le sue colleghe appena approdate nel mondo della

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musica, deve proprio toglierselo. “Fare la dj non vuol dire mettere un cd preconfezionato e il seno in vista ma è un lavoro che richiede impegno e ore di preparazione”. Per fare la dj non ci si può improvvisare, insomma… È un po’ come fare il direttore d’orchestra, solo che è per una serata; dove la gente vuole divertirsi, vuole essere protagonista e tu devi essere in grado di capire cosa vuole, senza imporgli la tua musica. È per questo che mi concentro sulla musica anni Novanta

e sull’house, anche se spazio tra tutti i generi. Insomma non basta stare dietro una consolle e avere orecchio… Sono anni che combatto per far capire che questo non basta. Tanto più che questo lavoro è una roccaforte maschile. Però le donne cominciano ad essere di più! Sì, ma le più forti restano quelle dai 40 anni in su, quelle che la musica l’hanno comprata, l’hanno ascoltata, l’hanno suonata e l’hanno amata... E quelle che capiscono che tra noi dovremmo es-

sere più unite. Quindi le donne sono il peggiore amico delle donne? Esattamente. Ma anche il fatto che non abbiamo un sindacato e che siamo una categoria fantasma non aiuta. E lavorare a Roma aiuta? A Roma si devono solo seguire le mode, non si può osare e fare musica nuova. Negli anni 70 si andava in discoteca per sentire le novità, oggi se metti un pezzo nuovo storcono la bocca. Poi però se lo sentono ad Ibiza, allora diventa il pezzo più fico del mondo!.


a sempre la musica è la sua passione e la sua professione: suona la chitarra e il pianoforte. Da oltre dieci anni però Chiara Santevecchi, in arte White Lady, ha messo le mani sui piatti della consolle e non le ha più tolte. “Mi sono detta: io sono donna, questo è un lavoro da uomo, lo devo fare. E dal 1999 ho girato per pub e per locali romani, dal Caffè Renault all’Anien e al Goa. Ho fatto la gavetta, finché l’idea di una dj donna non ha preso piede”. Nel frattempo hai continuato e sei cresciuta… Ho cercato di diventare più tecnica, ma non so quanto alla folla interessi la cura che ci metto. Però la tua musica piace a chi la balla. Come la definiresti? In realtà non l’ho mai definita. Vado dall’house all’elettronica, anche se sono nata come dj soulful deep. Un genere in cui, appena posso, mi getto perché è quello che mi rispecchia di più

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e perché non amo la commerciale. Senza però mai dimenticare che il mio mestiere è quello di far divertire la gente. Dopo tanti anni a Roma, adesso hai cambiato città! Come mai? Mi sono spostata a Milano perchè volevo provare qualcosa di nuovo. Devo ammettere però che la piazza milanese alla fine non è molto diversa dalla romana, anche se si fa più attenzione alla qualità. Da dj donna, puoi dire di aver subito la concorrenza degli uomini? Al maschile non c’è molto concorrenza. Le donne vincono perché, in fondo, siamo ancora una cosa fuori dal comune. La concorrenza vera è quella femminile, ma lì vince chi si spoglia. Io non lo faccio e quindi ancora non sono diventata famosa. Però hai grandi progetti musicali… Sì, uscirà ora un lavoro mio e del mio compagno, Daniele Finotto. Si tratta di un remix di un gruppo italiano molto famoso.

WHITE LADY HOUSE ELETTRONICA

Nome: Chiara Cognome: Santevecchi Segno zodiacale: Gemelli Hobby: suonare, andare sui rollerblade, viaggiare



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