Entropia dell'anima

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incrociate, cercò di mettere in pratica quello che le aveva insegnato il suo maestro di meditazione. Abed, dopo aver parlato con alcuni membri del direttivo, decise di partire per raggiungere Faisal. Aveva calcolato che sarebbe arrivato da lui circa alle ventidue, pensando fosse l’ora giusta per dargli il cambio. A breve sarebbe calata la notte e lui, protetto dall’oscurità, si sarebbe mosso con maggiore sicurezza sulla pista diretta alla tenda dove si trovava Faisal. Karima dormiva pesantemente, quando fu svegliata dal suono del telefono. Sul momento ebbe qualche difficoltà a rendersi conto di dov’era e di quanto aveva dormito. Ancora non completamente lucida, protese un braccio verso il cellulare e: <<Chi parla?>> <<Devi cominciare a prepararti. A minuti saremo da te.>> << Ok…mi sbrigo.>> Immediatamente riprese consapevolezza della situazione e, come una molla, saltò giù dal letto. Con altrettanta velocità indossò la tuta nera, progettata per il combattimento, che aveva preparato prima di coricarsi, accanto al letto. Poco sotto il ginocchio destro introdusse, nell’apposito alloggiamento, un pugnale, poi cinse la vita con un cinturone corredato dalla fondina della inseparabile beretta. Prima di inserirvi la pistola la controllò con cura accertandosi che fosse carica. Infine agganciò alcuni caricatori, altri li introdusse nelle tasche cucite sulla parte anteriore della tuta. Il rimanente dell’armamento lo aveva collocato all’interno della borsa che si trovava già sull’aliante. Terminò, calzando

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