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Contro la guerra cambiamo la vita

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Vivi la Vita

Vivi la Vita

di Riccardo Bonacina

“Dovremmo elevare e animare la nostra epoca contemporanea per far sì che ognuno dei giorni che viviamo diventi più prezioso, che dispiaccia perderlo e privarsene, affinché la vita divenga così attraente, colma di spiritualità e piena di ispirata bellezza che non possa sorgere il desiderio devastante di uccidere o di suicidarsi. Non conosco e non riesco a immaginare alcun’altra maniera di opporre resistenza alla guerra”, scrisse un grande poeta russo, Boris Pasternak. Neppure noi conosciamo un altro modo di opporci alla guerra se non quella di far crescere la pace nella grammatica mentale di tutti noi. Perché la pace non è un sentimento, o peggio, una commodity, ma un pensiero, un giudizio. Come ci ricorda Aldo Capitini: “La mia nascita è quando dico un tu”, la pace è il giudizio che ci dice che l’altro è sempre un bene per noi, che lo spazio di dialogo è lo spazio più vitale che ci sia, che l’incontro con l’altro, anche quando faticoso è ciò che ci fa nascere e rinascere.

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La letteratura russa è piena di pagine che ci fanno capire come si prepara la pace, come la si pensa, come si evita che la

guerra conquisti il nostro cervello e il nostro cuore.

Marina Moioli che mi ha aiutato a comporre questa antologia mi ha sommerso di materiali bellissimi (da Bulkakov a Pavel Florenskij, da Tolstòj a Cechov, da Majakovskij a Evtušenko).

Lo scopo di questo percorso antologico è quello di fornire materiali di lettura per i tavoli di dialogo per la pace che si apriranno in decine e decine di sedi delle organizzazioni della società civile in tante città con lo scopo di promuove un #abbraccioperlapace.

Troverete testi brevi o testi più corposi, testi pescati da alcuni pronunciamenti di attualità, testi storici e testi tratti da grandi pagine della letteratura. Scegliete quello che preferite, l’importante, come dice un grande e vero pacifista, Alex Langer, è capire che contro la guerra occorre cambiare la vita: «Contro la guerra, cambia la vita: Come si sa, le guerre scoppiano “a valle”, quando tutta una infausta concatenazione di soprusi, violenze e fallimenti si è già prodotta e sembra diventata irrimediabile, i popoli, la gente comune, sono poi chiamati a pagare il conto finale senza essere potuti intervenire sulle singole voci che lo hanno via via allungato. Ma dinanzi al fallimento della politica e delle negoziazione, che sfocia nella guerra, bisognerà pur rafforzare gli “anti-corpo” a disposizione di ogni singola persona per prevenire le guerre e non lasciarsene, comunque, catturare, una volta che sono scoppiate».

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