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perché in realtà non esise trovate il mio Diletto, ste altro mezzo per arriditegli che sono malata vare alla vera unione con d’amore!» (Ct 5,8). Per Dio, una fede che questo figlie di Gerusalemme grande mistico definisce s’intende, appunto, le “fonte cristallina” anzitutcreature. La fede nella notte oscura to perché è di Cristo suo La seconda forma di Sposo, poi perché ha le sofferenza si chiama piaga: penetra nell’anima più della feri- proprietà del cristallo (pura nella verità, ta e per questo dura di più e causa forte e luminosa, limpida da errori e da maggior dolore. Questa piaga si forma forme naturali), inoltre da essa scaturinell’anima attraverso la conoscenza scono per l’anima le acque di tutti i beni delle opere dell’incarnazione del Verbo e spirituali2. i misteri della fede. Sono queste le opere maggiori di Dio le quali, rispetto La fede nella Notte Oscura: La Notte oscura, narra il viaggio delalle creature, racchiudono in sé un amore più grande e, come tali, produ- l’anima dalla propria sede corporea cono nell’anima un effetto più profondo verso l’unione con Dio. Esso avviene d’amore. La loro qualità è tale che, se la durante la “notte”, che rappresenta le prima forma è come una ferita, questa “avversità” e gli “ostacoli” che ella seconda è come una piaga aperta, che incontra nello staccarsi dal “mondo dura a lungo. Parlando di essa, lo sposo sensibile” per raggiungere la “luce” deldel Cantico dei Cantici dice all’anima: l’unione con il Creatore. Vi sono diversi Tu mi hai piagato il cuore, sorella mia, gradi in questa notte: in un primo sposa, tu mi hai piagato il cuore, con un momento Dio introduce l’anima nella solo tuo sguardo, con un solo capello del notte dei sensi al fine di purificarli, tuo collo! (Ct 4,9). adattarli, assoggettarli e unirli allo spiLa terza forma di sofferenza per rito, immergendoli nelle tenebre e metamore è uguale al morire ed è come tendo fine ai loro ragionamenti. In avere una piaga incancrenita nell’ani- seguito, per purificare lo spirito e unirma. Divenuta tutta una piaga purulen- lo a sé, lo introduce nella notte spirita, l’anima vive morendo fino a quando tuale in modo che l’anima, anche se l’amore, uccidendola, la farà vivere non le sembra, ottiene così tanti vandella vita d’amore, trasformandola in taggi che ritiene sorte fortunata3 essere amore. Questo morire d’amore avviene sfuggita ai lacci e alla presa dei sensi nell’anima mediante un tocco di somma prima di tutto perché è una grande vitconoscenza della Divinità, questo tocco toria aver spento le passioni e gli affetti non è continuo né intenso, perché altri- che la inclinavano alle cose create anzimenti l’anima si separerebbe dal corpo, ché a Dio; in secondo luogo, perché ma è brevissimo. In questo modo sono pochissimi coloro che soffrono e l’anima è sempre sul punto di morire, e perseverano nel passare per questa tanto più muore d’amore quanto più si porta stretta e seguire la via angusta accorge di non morire. Questo si chia- che conduce alla vita (Cfr. Mt 7,14). È ma amore impaziente, lo stesso amore dunque attraverso questa seconda di cui si parla nella Genesi, dove la notte che l’anima avanza verso Dio, soScrittura dice che era tale il desiderio stenuta solo dalla fede, che è il mezzo che Rachele aveva di concepire, da dire con cui si unisce a Dio. al suo sposo Giacobbe: “Dammi dei figli, se no io muoio!” (Gn 6,8.9 Volg.). La fede nella Salita del monte Tuttavia ciò che può colmare questo Carmelo: le tre notti desiderio d’amore risiede nella fede, Il terzo trattato è essenzialmente un 14

VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 1


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