Aprile/April 2015

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VIMAX MAGAZINE APRILE 2015

IN ACQUARIO

I nuovi mostri Le deformità sono spesso osservabili nei pesci da acquario. Ma anche gli “scherzi della natura” possono avere caratteristiche pregevoli di Alessandro Mancini - seconda parte Continua il nostro viaggio tra le “mostruosità” acquariofile del nuovo millennio: razze e varietà inesistenti in natura, dove sarebbero inevitabilmente spazzate via dalla selezione, essendo di fatto deformità (anche gravi) geneticamente fissate dal complesso e paziente, ma anche molto discutibile, lavoro degli esperti allevatori orientali. DISCUTIBILI PALLONCINI. La mania dei balloon (corpo a forma di palla), come vengono chiamati sui listini in lingua inglese, impazza sempre più fra gli allevatori dell’Estremo Oriente. Malaysia, Singapore e Taiwan propongono continuamente “palloncini” caratterizzati da un tronco esageratamente corto e morfologia conseguentemente esasperata, essendo le altre parti del corpo (pinne incluse) solitamente a sviluppo normale. All’origine di questa discutibile scelta selettiva c’è sempre una anomalia genetica: soggetti malformati vengono riprodotti fino a fissarne stabilmente le caratteristiche, con la creazione dunque di una nuova razza o varietà: si tratta di veri e propri accorciamenti a carico della colonna vertebrale, consolidati geneticamente e quindi trasmissibili alla prole, anche se quasi sempre (per fortuna, verrebbe da aggiungere!) in forma recessiva, dunque destinati in poche generazioni, in caso di accoppiamenti non controllati, a essere sostituiti dal fenotipo normale. La famiglia preferita sembra essere quella dei Pecilidi: dai primi “guppy balloon” degli anni ’60 (che ebbero scarso successo e praticamente nessun seguito in quel periodo), si è giunti oggi a una riscoperta del fenomeno con un vasto assortimento di platy, portaspada e molly dal corpo più o meno tondeggiante e taglia più o meno nana. Oggi, forme balloon si trovano però in numerosi altri pesci da acquario, più o meno apprezzate. Tra le più popolari, quelle dei gurami (Helostoma temminckii, Trichogaster spp., Trichopodus spp.), di alcuni Ciclidi (soprattutto Microgeophagus ramirezi), di vari Caracidi (come Moenkhausia sanctaefilomenae) e pesci arcobaleno (Melanotaenia spp.). Per alcuni si tratta di eccessi da condannare, va precisato in ogni caso che i “palloncini” non presentano alcun handicap evidente nelle loro funzioni vitali, compresa una longevità che, per quel che si sa, è in linea con quella degli individui normali. Tutto ciò ovviamente se allevati in acquario, un ambiente comunque protetto; chissà come se la caverebbero in natura... LA STRANA COPPIA. Ma la qualifica di “mostro” per eccellenza spetterebbe con ogni probabilità a due Ciclidi inesistenti in natura, entrambi frutto di una vera e propria pianificazione genetica portata avanti da più allevatori, tutti ovviamente orientali. Molto contestate al loro apparire, oggi queste “mostruosità” sembrano essersi conquistate una stabile e discreta popolarità, grazie anche al prezzo ormai decisamente più contenuto rispetto agli esordi e all’offerta di sempre nuove varietà di colore, alcune delle quali per la verità ravvivate dalla somministrazione di ormoni nell’acqua e nel cibo da parte degli allevatori asiatici che ne detengono ancora il monopolio della riproduzione, caratterizzata da un’alta percentuale di infertilità e malformazioni della prole. Da costosissima rarità offerta con il contagocce dai negozi di acquariofilia, il Red Parrot è oggi uno dei Ciclidi più ricercati e popolari non solo in Estremo Oriente, dove ha visto la luce, ma anche in Europa e in America. La sua storia comincia a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90, quando fu ufficialmente presentato dai suoi creatori, Chen Yan Qing e Cai Jian, con un articolo apparso su una rivista specializzata di Taiwan. Avvolto in un’aura di mistero (sull’esatta composizione degli incroci alla sua origine si preferì restare sul vago), questa strana creatura fu classificata dagli allevatori cinesi come Bian Zhong Yu, termine con il quale si indicano genericamente gli ibridi di pesci. Negli anni successivi, furono individuati come genitori del Bian Zhong Yu (nel frattempo rinominato più familiarmente Red Parrot dagli acquariofili), il Red Devil (Amphilophus labiatus e l’affine A. citrinellus) e Vieja synspila, ma senza certezza assoluta. Vi era poi chi incrociava un maschio del primo con una femmina del secondo, e viceversa, con risultati contraddittori e spesso molto deludenti.


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