Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 30.04.2013
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Basilicata Mezzogiorno
16 Primo piano
Omicidio a Potenza Una strana coincidenza: il 29 aprile del 1997 l’omicidio Gianfredi
Ventisei anni e una lunga scia di sangue
Martedì 30 aprile 2013
Contrada Dragonara Il 18 novembre del 1996 agguato a Michele Danese per lo “sgarro” a Cosentino Via Parigi 29 aprile del 2013 Donato Abruzzese freddato sotto la sua abitazione Via Tirreno L’11 luglio 1996 viene ucciso l’agente di polizia Francesco Tammone
di ALESSIA GIAMMARIA POTENZA - Una città incastrata tra le montagne - quasi fossero un cordone di protezione verso l’esterno - dove l’eco degli spari difficilmente si espande al di fuori dei confini regionali. Spari che se confrontati con altre realtà e con altre epoche fanno “poco rumore”. Ma sempre di morti ammazzati si parla. Morti ammazzati che a oggi ancora non hanno un colpevole, tranne qualche eccezione. Filo conduttore sono i nomi, come quello del boss Renato Martorano - oggi detenuto nel carcere di Cuneo in regime di 41 bis - e di Dorino Stefanutti, considerato dagli inquirenUna veduta della città di ti il braccio destro di quello che in città hanno Potenza con l’indicazione dei sempre chiamato il “bel Renato”. Così come luoghi dove sono avvenuti era successoper Vallanzasca. O dipentiti cogli omicidi che hanno me Cossidente o Cosentino che oggi si è “pencostellato questi 26 anni tito” di essersi “pentito”. Dicevamo i nomi. E sì perché dietro i morti ammazzati - delitti di mafia o omicidi che nessuno vuole scoprire quei nomi sono semprecircolati per questioni di appartenenza allo stesso clan o per con- La Bmw di Gianfredi, i bossoli sull’asfalto e le forze dell’ordine intervenute sul posto dopo l’agguato. trapposizioni. E’ il 29 aprile - coincidenza o segnale - del 1997 quando nel corso di un agguato, proprio come quello consumatosi intorno all’una di notte quando il 28 aprile aveva già fatto posto al 29, una fucilata in bocca - forse perfarlotacere -mettevafinealla vitadiGiuseppe, per tutti Pinuccio, Gianfredi. Pioveva quella sera. Pinuccio Gianfredi e sua moglie, Patrizia Santarsiero, stavano tornando a casa. In macchina con loro c’erano due dei Morti ammazzati loro figli, un’altra, la che a oggi ancora più grande, li aspettava a casa. Un appartanon hanno mento a Parco Aurora un colpevole in cui Patrizia e Giuseppe non entreranno tranne qualche più. Perché la morte li attende sotto il portoeccezione. ne. Come la morte ha atFilo conduttore teso sotto il portone Donato Abruzzese. Coinsono i nomi cidenza o segnale? dei boss Quando Gianfredi parcheggia la sua auto e dei pentiti due persone si avvici- Pinuccio Gianfredi e la moglie Patrizia Santarsiero. A destra Francesco Tammone Troppi ancora nano al finestrino. I kilAccade anche questo nella città dove nien- re. Sanua, infatti, aveva infastidito una raleresplodono unaserie fredi sia Gino Cosentino , l’ex capo dei basilii misteri che di colpi da un fucile a schi, che in quel periodo, però, era detenuto. te è mai quello che sembra. E dove tutto e il gazza e il fidanzato, dopo una lite tra i due, arla città canne mozze e da una Il movente? «Dare un segnale al clan di Rena- contrario di tutto appare possibile. mato di pistola entra in un pub di via Mazzini I “cold case” però non cominciano con e esplode alcuni colpi di pistola. A fare da aupistola. Si accaniscono to Martorano», a cui, secondo gli investigacustodisce l’omicidio dei coniugi Gianfredi. su Pinuccio. Il suo cor- tori, apparteneva Gianfredi. tista a Sanua, prima che quest’ultimo morisE’ il 22 maggio del 1989 quando a via se, proprio Renato Martorano. Gli esecutori? Alessandro D’Amato e Claupo viene crivellato di colpi. E infine uno dei due sicari gli punta la dio Lisanti. Alessandro D’Amato, anche lui Adriatico due pallottole colpiscono e uccidoNel 1996 l’omicidio dell’agente di polizia, canna del fucile in bocca e preme ancora il pentito, a sua volta ha confessato di essere il no Tiziano Fusilli, un ragazzo di 28 anni Francesco Tammone,e l’agguato aidanni di grilletto. L'ultimo proiettile rimbalza e colpi- killer che ha ucciso Gianfredi. Dice che quel con qualche precedente per droga anche se Michele Danese. Il primo in luglio e il seconsce a morte la moglie, Patrizia, che era stata giorno era in compagnia di Lisanti che, inve- aveva cambiato vita. Fino a oggi anche que- do in novembre. ce, imbracciava il fucile a canne mozze. So- sto omicidio è rimasto avvolto nel mistero. già ferita. E’unacalda sera di luglioquando l’agente I due figli si sono accucciati dietro i sedili. stiene che il mandante è Cossidente. E che Sa- Poi nel 2012 il ritrovamento di una moto che muore. Per i loro genitori, però, non c'è nulla da fare. verio Riviezzi, che per gli investigatori è il ca- per gli investigatori sarebbe quella utilizzaFrancesco Tammone, 26 anni sposato e Si parla da subito di un omicidio di stampo po dei basilischi a Pignola, avrebbe dovuto ta dai killer di Tiziano. L’aver abbandonato padre di un bimbo di un mese, con un collega, mafioso. Un regolamento diconti. Sedici an- pagargli il disturbo. Poi c’è Gino Cosentino. quella moto senza distruggerla potrebbe es- Mario Panico rimasto ferito, interviene per ni dopo, però, l’omicidio Gianfredi è ancora Anche lui ha raccontato quello che sapeva sere stata una leggerezza che, però, potrebbe sedare una rissa tra due gruppi di pregiudidell'omicidio di Parco Aurora. E anche per consentire agli investigatori di incastrare cati al “Serpentone”, tra via Tirreno e via Joirrisolto. Nel corso degli anni questo “cold case” è lui l’organizzatore dell’omicidio è Cossiden- gli assassini e sbrogliare l'intricato giallo di nio. Responsabile dell’omicidio Francesco via Adriatico. Pare che il ritrovamento della Pontiero rimasto ferito alla gola, con un colstato al centro dei racconti raccontato di al- te. Cosentino, che non si fida affatto del suo ex moto sia stato fortuito, nonostante le rivela- po di pistola, nel corso della sparatoria. La cuni pentiti. Ognuno di loro, però, ha fornito una diversa versione dei fatti. Pentiti che sodale e di quello che gli ha raccontato una zioni del solito Cossidente che, di recente, ha tragedia si consuma intorno alle 20. In Quehanno accusato o addirittura si sono autoac- volta uscito dal carcere, sostiene che Cossi- indicato agli investigatori quello che per lui stura era giunta una telefonata che avvisava cusati. Le loro dichiarazioni hanno reso più dente abbia ricevuto dei soldi da qualcuno era il luogo in cui era stata occultata la moto che alcuni delinquenti si stavano picchianoscuro il movente, incerto il mandante. E an- per compiere l'omicidio e abbia nascosto la usata per l'agguato: «Mi dissero che l'aveva- do davanti al circolo del Serpentone. Per che sugli esecutori materiali hanno fornito cosa ai suoi collaboratori. Anche per Donato no posata dietro all'Enel al Gallitello». Tammone e Panico doveva essere un interSolo due anni prima, il 13 marzo del 1987, ventoquasidiroutine, diquellichevengono più versioni. Antonio Cossidente, già confi- Caggiano il mandante è Cosentino. I killer? dente del Sisde, il vecchio servizio segreto ci- Caggiano cerca di accreditare una pista cala- in un pub di via Mazzini viene freddato Fran- richiesti sempre piu’ spesso data l’espansiovile, è l’ultimo in ordine di pentimento. So- brese.Cossidente, perCaggiano, avrebbeco- cesco Sanua. Nessun regolamento di conti ne della criminalità organizzata in Basilicain questo caso ma una sorta di delitto d’ono- ta. Sono giunti davanti all’ingresso del circostiene che il mandante dell’omicidio Gian- munque partecipato all’agguato. Un caos.