Prime Pagine, 1 Maggio 2013

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30/04/2013

Il Sole 24 Ore

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Ilva, il sindaco pronto a lasciare Domenico Palmiotti TARANTO Le dimissioni del sindaco di Taranto, iscritto nel registro degli indagati per l'inchiesta sull'Ilva, erano attese ieri mattina nell'aula del Consiglio comunale. Ma Ezio Stefàno non le ha date perché all'assemblea non si è presentato. Questo però non significa che il sindaco, alla guida una giunta di centro-sinistra, abbia abbandonato il suo proposito e che l'orizzonte politico della città sia tornato sereno. Malgrado il pressing cui è sottoposto, la possibilità che Stefàno lasci - a un anno dalla sua rielezione al ballottaggio - resta molto concreta e non solo perché le dimissioni gli vengono chieste dal Pdl e dai suoi oppositori, i quali gli ricordano quanto affermó un anno fa, quando, accingendosi a varare il nuovo esecutivo, disse che non avrebbe accettato la presenza di indagati. Coloro che gli hanno parlato nelle ultime ore, lo descrivono infatti convinto a mollare non appena gli giungerá la comunicazione formale dell'autorità giudiziaria. E il sindaco, se da un lato ha difeso il suo operato, sottolineato di aver lavorato in questi sei anni «nell'interesse della città» e ricordato di «aver fatto pagare all'Ilva l'Ici pregressa per diversi milioni di euro, nonché presentato alla Procura diversi esposti per il problema dell'inquinamento», dall'altro ha anche evidenziato come l'iscrizione nel registro degli indagati gli «toglierebbe la serenità e la determinazione necessarie ad amministrare le complessità di una città come Taranto». Stefàno è entrato ufficialmente nell'inchiesta sull'Ilva, accusata di disastro ambientale, con la proroga delle indagini che il gip, Patrizia Todisco, ha concesso alla Procura. Quest'ultima l'ha chiesta per analizzare quanto è emerso nelle ulteriori indagini effettuate tra fine e inizio d'anno. Il sindaco è indagato per abuso in atti di ufficio e omissioni di atti d'ufficio a seguito di un esposto presentato ai pm da un consigliere comunale Pdl. La proroga delle indagini riguarda anche Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva agli arresti domiciliari dallo scorso 26 luglio, misura confermata anche dalla Corte di Cassazione, e Fabio Riva, vice presidente dell'omonimo gruppo industriale, soggetto a procedura di estradizione dall'Inghilterra all'Italia perché colpito, dal 26 novembre, da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere non ancora eseguita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GOVERNO LOCALE E AREE METROPOLITANE - Rassegna Stampa 30/04/2013

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Il caso Taranto. Stefàno potrebbe dimettersi dopo l'iscrizione nel registro degli indagati PUGLIA


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