"Arte della Guerra" di Niccolò Macchiavelli

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arte della guerra LUIGI E mi piace quello che voi avete detto; ma rispondetemi ancora a questo: se le cinque prime battaglie si ritirano tra le tre seconde e, di poi, le otto tra le due terze, non pare possibile che, ridotte le otto insieme e di poi le dieci insieme, cappiano, o quando sono otto o quando sono dieci, in quel medesimo spazio che capevano le cinque. FABRIZIO La prima cosa che io vi rispondo, è ch'egli non è quel medesimo spazio; perché le cinque hanno quattro spazi in mezzo, che ritirandosi tra le tre o tra le due, gli occupano: restavi poi quello spazio che è tra uno battaglione e l'altro e quello che è tra le battaglie e le picche estraordinarie; i quali spazi tutti fanno larghezza. Aggiugnesi a questo, che altro spazio tengono le battaglie quando sono negli ordini sanza essere alterate, che quando le sono alterate; perché, nell'alterazione, o elle stringono o elle allargano gli ordini. Allargangli, quando temono tanto ch'elle si mettono in fuga; stringongli, quando temono in modo ch'elle cercono assicurarsi non con la fuga, ma con la difesa tale che in questo caso elle verrebbero a ristringersi e non a rallargarsi. Aggiugnesi a questo, che le cinque file delle picche che sono davanti, appiccata ch'elle hanno la zuffa, si hanno tra le loro battaglie a ritirare nella coda dell'esercito, per dare luogo agli scudati che possano combattere; e quelle, andando nella coda dell'esercito, possono servire a quello che il capitano giudicasse fusse bene operarle; dove dinanzi, mescolata che è la zuffa, sarebbono al tutto inutili. E per questo gli spazi ordinati vengono ad essere del rimanente delle genti capacissimi. Pure, quando questi spazi non bastassero, i fianchi dal lato sono uomini e non mura, i quali, cedendo e rallargandosi, possono fare lo spazio di tanta capacità che sia sufficiente a ricevergli. LUIGI Le file delle picche estraordinarie che voi ponete nell'esercito per fianco, quando le battaglie prime si ritirano nelle seconde, volete voi ch'elle stieno salde e rimangano come due corna allo esercito, o volete che ancora loro insieme con le battaglie si ritirino? Il che, quando abbiano a fare, non veggo come si possano, per non avere dietro battaglie con intervalli radi che le ricevano. FABRIZIO Se il nimico non le combatte quando egli sforza le battaglie a ritirarsi, possono star salde nell'ordine loro e ferire il nimico per fianco, poi che le battaglie prime si fussero ritirate; ma se combattesse ancora loro, come pare ragionevole, sendo sì possente che possa sforzare l'altre, si deono ancora esse ritirare. Il che possono fare ottimamente, ancora ch'elle non abbiano dietro chi le riceva; perché dal mezzo innanzi si possono raddoppiare per dritto, entrando l'una fila nell'altra, nel modo che ragionammo quando si parlò dell'ordine del raddoppiarsi. Vero è che a volere, raddoppiando, ritirarsi indietro, conviene tenere altro modo che quello che io vi mostrai; perché io vi dissi che la seconda fila aveva a entrare nella prima, la quarta nella terza, e così di mano in mano, in questo caso non s'arebbe a cominciare davanti, ma di dietro, acciò che, raddoppiandosi le file, si venissero a ritirare indietro, non a gire innanzi. Ma per rispondere a tutto quello che da voi, sopra questa giornata da me dimostrata, si potesse replicare, io di nuovo vi dico che io vi ho ordinato questo esercito e dimostro questa giornata per due cagioni: l'una, per mostrarvi come si ordina, l'altra, per mostrarvi come si esercita. Dell'ordine io credo che voi restiate capacissimi; e quanto allo esercizio, vi dico che si dee, più volte che si può, mettergli insieme in queste forme, perché i capi imparino a tenere le loro battaglie in questi ordini. Perché a' soldati particolari s'appartiene tenere bene gli ordini di ciascuna battaglia, a' capi delle battaglie s'appartiene tenere bene quelle in ciascuno ordine di esercito e che sappiano ubbidire al comandamento del capitano generale. Conviene pertanto che sappiano congiugnere l'una battaglia con l'altra, sappiano pigliare il luogo loro in un tratto; e perciò conviene che la bandiera di ciascuna battaglia abbia descritto, in parte evidente, il numero suo, sì per poterle comandare, sì perché il capitano e i soldati a quel numero più facilmente le riconoscano. Deono ancora i battaglioni essere numerati e avere il numero nella loro bandiera principale. Conviene, adunque, sapere di qual numero sia il battaglione posto nel sinistro o nel destro corno, di quale numero sieno le battaglie poste nella fronte e nel mezzo, e così l'altre di mano in mano. Vuolsi ancora che questi numeri sieno scala a' gradi degli onori degli eserciti; verbigrazia: il primo grado sia il capodieci, il secondo il capo de'cinquanta veliti ordinarii, il terzo il centurione, il quarto il capo della prima battaglia, il quinto della seconda, il sesto della terza; e, di mano in mano, infino alla decima battaglia, il quale fusse onorato in secondo luogo dopo al capo generale d'uno battaglione, né potesse venire a quel capo alcuno se non vi fusse salito per tutti questi gradi. E perché, fuora di questi capi, ci sono gli tre connestaboli delle picche estraordinarie e gli due de' veliti estraordinarii, vorrei che fussono in quel Pagina 36


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