Biblioteca Pistoia, estratto da Architetture nel tempo _ di Maurizio De Vita

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Antica e nuova architettura: un confronto nel tempo

per l’Ospedale di Venezia, progetti di altissima qualità capaci di collo-

scenza scientifica ed agli interventi specialistici, restituendo un qua-

quiare con un esistente fragile, dall’altro invocava regole che definis-

dro veritiero e fortemente complesso del progetto di restauro stesso

sero limiti volumetrici delle addizioni, concordemente con i caratteri

e del ruolo dell’architetto ai nostri giorni.

dell’esistente, estendendo analoghe riflessioni alla sostituzione alle

L’integrazione fra antico e nuovo è veicolo di tutela dell’esistente, os-

parti periferiche della città storica e condividendo con Piero Gazzola e

sia dell’intera città storica. Il concetto espresso rappresenta un’ulte-

Luigi Piccinato un percorso di indagine sulla continuità, sulle sue im-

riore affinamento di quello precedente, analogamente riferibile al

plicazioni progettuali, sulle regole delle addizioni.

nostro presente critico. La richiesta di continuità espressa da Pane

La città storica è avvertita quale luogo di dialogo e continuità criti-

è traducibile anche nella necessità dell’utilizzazione dell’esistente e

ca fra architettura antica ed architettura contemporanea. La liceità

della capacità di registrare le esigenze dell’oggi, a fronte di uno svuo-

quindi dell’intervento moderno nel tessuto antico è a sua volta que-

tamento progressivo dei centri antichi, in assenza di una continui-

stione di dialogo, riflessione, misura ed interrelazioni culturali fra

tà interna o esterna agli edifici storici, che richiami la presenza com-

luoghi, spazi, membrature architettoniche, che sono governabili solo

patibile e rispettosa di una modernità espressivamente sincera, vo-

con il progetto di architettura.

lumetricamente e funzionalmente coerente con il senso dei luoghi

La dialettica per confronto critico di Roberto Pane si oppone alla dia-

storicizzati. La tutela, in altre parole, si esprime anche attraverso il

lettica per contrasto di Bruno Zevi anticipando il senso pluriscalare

programmatico nutrimento della filigrana dell’antico con la linfa del-

del progetto di restauro, i temi dell’integrazione e dell’addizione ar-

la contemporaneità. Il delicato tema della sostituzione, affrontato

chitettonica e funzionale, intuendo i rischi dell’opposizione antiteti-

da Pane con specifico riferimento ai «tuguri» ed oggi riconducibile al-

ca progettuale del moderno all’antico che, ben oltre le stesse ester-

le addizioni improprie o comunque a più moderni ed altrettanto tri-

nazioni di Zevi, tanti errori ha prodotto e continua a produrre. Il pen-

sti tuguri di terzo millennio, si collegava nel pensiero di Pane alla rico-

siero di Pane dunque si allarga oltre i confini dei suoi stessi enunciati,

struzioni di parti perdute ma anche agli interventi da condursi all’in-

verso scale diverse, che affrontano i destini della città storica come

terno di edifici storici, che vanno "molto oltre il restauro puro e sem-

quello dell’integrazione o sostituzione di parti mancanti o perse di

plice [...] un adattamento praticamente valido senza il quale l’opera

un edificio esistente quale che sia la scala dell’intervento. Il dato sca-

cesserà di esistere anche se continuerà ad essere oggetto di tutela"14.

lare infatti non allontana il problema, semmai lo rende più comples-

L’addizione è una necessità culturale che afferisce non solo alla con-

so ma ne conserva l’essenza: la continuità critica e quindi la presenza

tingenza strutturale o comunque funzionale ma è rappresentativa

del moderno come chiara espressione dei nostri tempi che si misura

tanto della capacità e sensibilità dell’architetto di configurare in ma-

con l’antico è presenza concettuale che conforta il principio della coe-

teria la continuità del tempo quanto le necessità reali ed esistenziali

renza pluriscalare fra dettaglio ed insieme delle scelte del progetto di

del fruitore, non necessariamente del critico militante15.

restauro. La posizione di Pane a tale riguardo infatti contrasta la posizione di Zevi al congresso di Venezia che, assicurando al centro antico la pura conservazione, veicola "le fantasie [...] verso l’ideazione della città nuova"; il carattere di pre-visione, di ideazione, di capacità immaginifiche è invece chiaramente presente per Roberto Pane nel progetto di restauro ed integra le tante azioni che mirano alla cono-

14 Cfr. R. Pane, Teoria della conservazione e del restauro dei monumenti, in Attualità e dialettica del Restauro, a cura di M.Civita, Chieti 1987. 15 Si veda al proposito A.Bellini, op.cit. il quale afferma:”Pane [...] indica che l’architetto che vuole operare nel contesto deve ritrovare e farne contenuto della propria opera, il tema del rapporto con l’antico. L’indicazione non è priva di conseguenze, perché ripropone l’esigenza di introdurre nell’architettura dati rappresentativi, non legati alla funzionalità: una connessione con la storia, tema tuttora irrisolto. È lo stesso processo che conduce Roberto Pane a superare il restauro critico inte-

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