Biblioteca Pistoia, estratto da Architetture nel tempo _ di Maurizio De Vita

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Architetture nel tempo Dialoghi della materia, nel restauro • Maurizio De Vita

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spazio alla nuova funzione di servizio culturale, volendo dare ai nuovi fruitori del polo, la possibilità di muoversi liberamente tra gli spazi chiusi e gli spazi aperti del chiostro e dei tenditoi con libri, riviste e giornali. Questo ha imposto, oltre che una revisione dei percorsi con conseguente inserimento di sistemi di controllo e sorveglianza, anche un miglior confort climatico. Il nuovo impianto di riscaldamento/ raffrescamento è raccolto in carter verticali in cartongesso, che consentono di avere un impianto ispezionabile ed implementabile, oltre che aver evitato demolizioni nelle pareti esistenti. Altri carter in cartongesso sono utilizzati per il passaggio dell’impianto elettrico ed in entrambi i casi, questi manufatti sono diventati gli alloggi per i corpi illuminanti o, corredati da opportuni arredi, punti di sosta per la consultazione informatica. Tra le addizioni, per favorire i collegamenti verticali tra gli spazi coperti e scoperti della biblioteca è stata realizzata una nuova scala in acciaio. Nell’ultima fase dei lavori, le questioni affrontate riguardarono soprattutto l’organismo architettonico nel suo complesso. L’ingresso venne spostato da via Sant’Egidio a via Dell’Oriuolo nell’asse dell’an-

tica loggia: il vano ingresso è stato allargato, inserita una nuova cancellata in ferro e creata una piazza centrale raccordata da rampe con pavimentazione in pietra forte colombino. Inoltre, con l’eliminazione della vecchia scala centrale, il raccordo tra il nuovo ingresso e il chiostro quattrocentesco è libero ed immediato, permettendo una trasparenza e una maggiore fruibilità degli spazi al piano terra, oltre che un accesso diretto al chiostro. Al secondo piano, è stata realizzata una caffetteria, aperte grandi finestre panoramiche a perimetro e restaurati gli antichi frangivento in cotto, che permettono una visuale non comune sulla cupola del Brunelleschi. L’apertura verso la città, sia dal punto di vista della fruibilità che delle visuali, rispetto alla chiusura dovuta alla funzione precedente, è uno degli altri punti chiave di questo riuso di manufatto storico. Bibliografia G. Sini, I. Zetti, Biblioteca ex Convento delle Oblate, in «Opere, rivista toscana di architettura», n. 24/2009, p. 40. M. Barducci, F. Gaggini (a cura di), Le Oblate di Firenze, 700 anni al servizio del corpo e della mente, Il Bandino srl, Bagno a Ripoli, Firenze.

pagina a fronte Dettaglio degli antichi frangivento in cotto dopo il restauro pp. 152-153 Veduta dell’ingresso con la rampa d’accesso pp. 154-155 Veduta interna della sala di consultazione, perimetralmente si distinguono i carter in cartongesso utilizzati per il passaggio degli impianti p. 156 Veduta dello spazio studio all’aperto, all’ultimo piano Veduta della biblioteca dei piccoli p. 157 Veduta della nuova scala in acciaio CorTen


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