Re Trotone e i 5 fratellini

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Re Trotone ed i 5 fratellini

Dramma teatrale di fantasia

Fritz Thieme adattamento in racconto verdefronda



Re Trotone ed i 5 fratellini

Dramma fantastico per teatro in 5 atti ispirato alla famiglia

di Fritz Thieme

ideato e scritto nel 1943 trascritto in forma di racconto dal figlio Giorgio (Dodo) verdefronda 3


Scena primo atto Giardino della casa di Cassino con vista sul lago presso ad una tavola imbandita i 5 personaggi, Robi, 14 anni che piglia pesci e funghi, Mita, 12 anni che grida sempre, Marghe, 11 anni la marchesa che non si scompone, Ceci, 8 anni la tragica e Dodo, 4 anni che mangia solo pane burro e marmellata.

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Robi, rivolgendosi alla sorella maggiore “Uffa che robba! E' questa la maniera di rovinare i miei funghi ed i miei cavedani?” Mita, rispondendo al fratello “Ma cosa c'entra la mia cucina, oh sono stufa di fare questi mestieri, speriamo che la mamma torni presto da Milano e ci pensi lei a far da mangiare. Tu non sei mai contento!” Robi, “Già tu rovini tutto! Dammi ancora del risotto coi funghi” Mita, ma se hai detto che i funghi sono rovinati!” Robi, con voce più dolce “Ma non fare la sciocca mi piacciono ugualmente” Marghe, senza scomporsi per il dialogo precedente e rivolgendosi al fratellino più piccolo, “Dodo, mangiane anche tu di risotto coi funghi porcini” Dodo, “Non mi piace e non mi piace!” Marghe, dopo molte insistenze “Se non mangi viene il cenciaiolo col sacco veh!” 5


Da lontano si sente una voce che grida “strascèè, strascèè...” Tutti meravigliati da quella voce zittiscono per un po' poi Marghe rivolgendosi a Dodo “Hai sentito? Dai fai il bravo” Mita, rivolgendosi a Marghe “E tu perché non ne mangi più, sei già sazia?” Marghe, “Mi basta grazie!” Ceci, con ironia “La marchesa ha uno stomachino aristocratico e non vuole opprimerlo col risottino” Tutti scoppiano in risate fragorose. Robi, ”Silenzio insomma, che robba come si fa a ridere mentre si mangiano questi eccellenti boleti, scaber, aereus, porchin.. cioè porcini?” Riprendono le risate e dopo un po' di ritardo si sente la risata di Ceci “ Uh..Uh..Uh.. Tutti insieme “Oh è arrivata la risata della Ceci” Ceci, leggermente indispettita “Ma finitela, scemi!” Robi “Oh, basta con questi titoli. Macché robba. 6


Quando imparerete ad essere un po' più educati? Passatemi ancora un po' di quegli squisiti funghi.” Marghe, porgendogli la pentola “Ma se continui a dire che sono rovinati!” Robi “Ma no, non l'ho mai detto. Siete voi che non capite niente. Dovresti passarmi anche il piatto dei cavedani ed un bastone di pane. Ma quanto sale avete messo nei pesci?” Mita rivolgendosi a Robi “Uffa che pazienza che ci vuole con te.” Ceci “ Già che terribile salume in questi pesci, è orribile non posso cibarmene” e intanto mangia. Mita “Anche tu Ceci ti ci metti!” Robi vuota un piatto dopo l'altro e Mita brontolando sempre si premura di servire tutti. Nel frattempo Marghe, da buona marchesa mangia e parla poco. Ceci tragicheggia e ride. 7


Dodo “Datemi pane burro e marmellata” e si alza da tavola facendo un breve giro. Mita rivolgendosi a Dodo “ Toh prendi la tua fetta di pane burro e marmellata, ma stai seduto a tavola”. Dodo invece mentre mangia la sua fetta si allontana nel giardino. Marghe “Ora sì vorrei qualche polpino di pesce ce n'è ancora?” Ceci “Oh la marchesa ha fame, anch'io voglio altri polpini” Robi “Oh insomma finitela con questi polpini, cercate invece di farli mangiare anche a Dodo” Ceci “ E a me cosa daresti allora?” Robi “Noi mangeremo i polpini ed a te daremo gli scheletri!” Ceci “Uhh evviva gli scheletri” Tutti ridono mentre Dodo ritorna al tavolo a chiedere ancora pane burro e marmellata. Robi “Oh insomma smettetela di ridere come degli stupidi altrimenti io chiamo il cenciaiolo ..strascèè...strascèè...” 8


Nel frattempo il cenciaiolo che era nei pressi sentendosi chiamare entra nel giardino e senza farsi vedere si avvicina alla tavolata. Resta un poco ad ascoltare i discorsi e poi pensa fra sé e sé “Eh Eh, senti senti un bambino tutto nutrito a roba dolce e buona ma è proprio quello che ci vuole per me. Finalmente ho trovato quello che va bene per Re Trotone che è arrabbiato con me perché non riesco più a trovargli i bimbi buoni di cui è tanto ghiotto. Stavolta lo faccio contento e riceverò in cambio le famose perle azzurre. E' tanto che le bramo, me le ha promesse tante volte ma non me le ha mai date quell'ingordo bestione. Questa volta gli porterò il bimbo speciale tutto burro e marmellata e glielo consegnerò solo quando mi avrà dato le perle azzurre. Dodo gira da solo per il giardino mentre il cenciaiolo sempre nascosto le tiene d'occhio. Finito di mangiare Mita grida “Marghe Ceci ora voi sparecchiate la tavola” 9


Ceci “Ma sempre noi?” Robi “Macherrobba! Cià che aiuto anch'io” Sparecchiano e poi decidono di fare un balletto tutti insieme, prendono Dodo che passava in quel momento, lo mettono al centro e gli ballano intorno a cerchio ridendo e cantando: “Giro tondo, giro tondo bello e grande è questo mondo v'è chi parla, v'è chi tace chi è sincero, chi mendace c'è chi mangia e chi digiuna chi ama il sole e chi la luna chi le spine e chi le rose ma chi studia sa più cose di chi dorme come un ghiro giro tondo e tondo giro tondo giro e tondo gira v'è nel mondo chi sospira chi sta fermo e chi cammina....” Marghe “..e pesta i piedi alla vicina...” Ceci “Ahi ma finiscila di pestarmi i piedi, scema” 10


Mita, mollando uno sberlotto a Ceci “Toh, impara tu a finirla con queste parolacce!” Ceci, tragicamente urlando “Ah, Uh Ohimè, sempre con me te la prendi!” Robi “Se non la finite (molla un pugno a ciascuna) vi insegno io a stare tranquille” Marghe nella sua calma serafica “Ma possibile che dobbiate continuare a litigare? Ceci “ E' stata lei a darmi la sberla” Mita “E' stato Robi a darmi il pugno” Nel trambusto generale qualcuno urta Dodo che cade a terra piangendo. Tutti subito gli sono intorno a consolarlo e rimessolo in piedi al centro riprendono il girotondo: “Tondo giro e tondo gira v'è nel mondo chi sospira chi sta fermo e chi cammina chi rattoppa e chi rovina v'è chi gioca e chi lavora chi esce tardi e chi a buon'ora chi è ignorante e chi istruito ma chi è buono è preferito 11


fra chi vive in questo mondo tondo giro e giro tondo.” Finito l'entusiasmo del girotondo riprendono i lavori. Mita “Marghe e Ceci aiutatemi a fare ordine in cucina, Robi vai a raccogliere le pere dalla pianta dello chalet, sai che la mamma lo ha tanto raccomandato, facciamo che al suo ritorno sia tutto a posto” Restano in giardino solamente i due più piccoli Ceci e Dodo. Ceci “Vieni Dodo a riposare un poco” si sdraia e dopo un momento di silenzio esclama “Oh... Stanchezza di piombo per tutte le membra” e poi riprende: “Giace in Arabia una valletta amena lontana da cittadi e da villaggi che all'ombra di due monti è tutta piena d'antiqui abeti e di robusti faggi... “ Dodo “Mucchela con quei versacci e raccontami piuttosto la storia della Capra Ferrata” 12


Ceci “ Ma la sappiamo a memoria la capra ferrata....” Dodo “La voglio ancora …. Io sono la capra ferrata, con la bocca di fuoco e la lingua a spada e se entri ti affetto come una rapa” Ceci “ Mamma mia che paura! Quante tremende cose ci sono. Se non ci fossero le buone fatine ed i cari nanetti ad aiutarci... chissà che sfacelo sarebbe!” Mita gridando da dentro la casa “Ceci, le posate! … la pattumiera!...” Ceci “ Ma vengo... oh sorte ria!” ed entra in casa lasciando Dodo solo in giardino. Vedendo il bambino solo in giardino, il cenciaiolo parlando fra sé e sé “ Ecco il momento buono, il bambino è solo , bisogna fare in fretta e con decisione senza che nessuno si accorga”. Si avvicina al bambino dicendogli “ Senti bel bambino ti piace la marmellata?” Dodo voltandosi ma per nulla impaurito “certo che mi piace”. Cenciaiolo “Vieni ho qui nel sacco dei panini con 13


pane burro e marmellata, prendine pure uno” Dodo affonda la testa nel sacco per cercare i panini ed il cenciaiolo con una spinta lo fa cadere dentro e chiude subito il sacco perché non si sentano le grida, fuggendo in gran velocità. Il pianto di Dodo è però stato sentito dall'interno della casa ed i fratellini corrono subito fuori per capire cosa è successo. Ceci “Dodo, Dodo dove sei?” Tutti cercano affannosamente per il giardino chiamando ripetutamente “ Dodoooo! Doodoo! Mita “Cosa possiamo fare?, Se almeno ci fossero qui papà e mamma.” Marghe “Robi, corri subito a chiamare gente perché lo cerchino dappertutto” Robi “Vado subito, credo che l'abbia rapito quel cenciaiolo che abbiamo sentito prima, perché non c'era nessun altro nei paraggi” Ceci “Chiamiamo in aiuto una fata buona!” Mita “ Non diciamo sciocchezze, presto diamoci da fare a cercare dappertutto.... Dodoooo, Dodinooo... rispondi!” 14


Tutti cercano disperatamente per il giardino ed anche fuori nei dintorni mentre Robi è andato a chiamare gente. Viene sera ma Dodo non si trova, i fratellini vanno a dormire studiando come organizzare le ricerche il giorno successivo.

Fine primo atto

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Scena secondo atto Il giorno successivo i 4 fratellini si mettono in viaggio per perlustrare tutti i boschi della zona alla ricerca di Dodo. Ora si trovano in un bosco molto fitto, Robi ha un sacco da montagna in spalla con qualche panino per estendere le ricerche a tutta la giornata. Marghe “Nessuna traccia, povero Dodino. Abbiamo girato i boschi del Morissolo e siamo ormai giunti all'Alpe di Ronno, ma le nostre ricerche sono state inutili. Robi “Coraggio, coraggio, non bisogna perdersi d'animo, cerchiamo ancora dappertutto. Ceci “Io sono esausta, non ne posso più. Fermiamoci un momento. Mita “Su riuniamoci qui un momento a riposare, sono tante ore che giriamo inutilmente qua e là. Intanto pensiamo un po' a quello che si può fare, possibile che nessuno possa darci notizie 16


del cenciaiolo? Da qualche parte sarà pur passato. Possibile che nessuno abbia sentito le grida di Dodo?” Robi “Sentite sediamoci qui ed apriamo la borsa, io ho una fame! E poi intanto che si mangia si ragiona meglio” Mita toglie il sacco a Robi, lo apre e distribuisce il mangiare, quindi tutti si siedono a terra. Robi “Se si potesse incontrare qualcuno che li abbia visti, ma nei paesi nessuno ne sa niente ed in questi boschi fitti non si riescono a vedere tracce. Dobbiamo proprio trovare qualcuno che ci aiuti.” Ceci “Ma ve l'ho detto tante volte ma per voi è come se parlassi turco. Bisogna chiedere aiuto a qualche fata buona.” Mita “Oh, sempre queste sciocchezze da favole, sei sempre con la testa fra le nuvole tu.” Marghe “Ma lo sai che sono tutte storie, se aspetti le fate puoi aspettare un bel pezzo. Io direi di essere pratici e cercare ancora 17


chiamando forte.” Ceci, mentre gli altri mangiano si rivolge al bosco gridando forte “Oh fate, fate buone porgete ascolto a me che vi invoco. Sapete che vi voglio tanto bene, venite ad aiutarci. Ho tanta fiducia in voi. Oh... venite...” Nel frattempo si ode un fruscio di foglie e compare un vecchio che saluta i fratellini dicendo “Buon giorno buoni bimbi, buongiorno!” Tutti sorpresi rispondono “Buon giorno” Vecchio “Beati voi che avete qualcosa per togliervi la fame. Se sapeste da quanto tempo non mangio! Non avreste un pezzo di pane anche per me? Per la debolezza non mi reggo quasi più in piedi” I fratellini, prima un po' titubanti ora saltano in piedi, sorreggono il vecchio e gli offrono tutto quello che ancora restava nel sacco. Vecchio “Basta, basta, per me è troppo serbatene ancora per voi che ne avrete bisogno per le vostre ricerche” Robi “Ma come sapete delle nostre ricerche?” 18


Vecchio “Vi ho sentito parlare mentre mi avvicinavo” Robi “E voi buon vecchio non avete incontrato un cenciaiolo con un grosso sacco?” Vecchio “E cosa c'era di tanto importante nel sacco?” Tutti “Un bambino, il nostro fratellino Dodino” Vecchio “ Un bambino?” Robi “Si l'ha preso un cenciaiolo che passava vicino al nostro giardino e noi abbiamo sentito le sue grida ma quando siamo corsi fuori non abbiamo trovato più nessuno” Ceci “Non conoscete qualche buona fata o qualche gnometto che possa aiutarci?” Vecchio, voltandosi verso di lei con un sorriso “Ma, chissà che non ci sia? Le fatine e i nanetti però appaiono solo ai bimbi buoni e sinceri. Voi lo siete?” Ceci “Sì io sono buona ed anche i miei fratelli che però non credono nelle fate ma tutti vogliamo un gran bene a Dodino” Tutti rivelano al vecchio i loro piccoli difettucci ma aprono il loro cuore sincero. 19


Vecchio “Oh carini, volevate tanto bene al vostro fratellino ma chissà quanti dispetti gli facevate.” Marghe “Veramente molte volte era troppo bricconcello e ci faceva tribolare e allora...” Vecchio “E allora eran botte?” Marghe “No, no solo qualche scapaccione ma proprio di rado perché gli volevamo tanto bene.” Ceci “qualche volta gli dicevo – scemo! - perché prendeva le mie cose ma....” Vecchio “Oh povero me che mi tocca sentire, parolacce tra fratellini!” Ceci “Io gli volevo tanto bene, aiutaci a cercarlo!” Vecchio ”Cari piccoli io vi aiuterei volentieri perché siete buoni e mi avete offerto il vostro cibo. Come vi chiamate?” Tutti in sequenza “Robi -Mita- Marghe -Ceci e tu invece come ti chiami?” Vecchio “Che nomi curiosi avete, io mi chiamo Muscarino” Ceci “Muscarino? Muscarino! Che bel nome!” 20


Vecchio “Ora addio e grazie per la merenda” Il vecchio si allontana e lo si vede fra i rami mentre si nasconde dietro un grosso fungo di Amanita Muscaria. Robi “Che splendida Muscaria” Marghe “Oh bella! Che Muscarino sia entrato nella Muscaria? La cogliamo?” Ceci “No, no lasciamola che è tanto bella!” Mita “Su dunque, alla ricerca che si fa tardi.” Ceci “Ma io sono affranta, oh povere gambe mie che più non mi reggono. Ora poi che anche la merenda fu data in olocausto!” Robi “Senti che robba! Però ho fame anch'io e sono fiacco.” Marghe “Facciamo un riposino, solo pochi minuti.” Ceci “Si posiamo le stanche membra ed accostiamo un attimo le palpebre.” Robi “Bé, solo un quarto d'ora!” Ceci “Io vado a riposarmi presso la Muscaria.” Marghe “io qui!” Robi “Io qui.” Mita “Io da quest'altra parte.” 21


Ceci, alzando le braccia al cielo ed invocando le fate col canto: “Dodo, Dodo car, quant'invan cercar torna deh torna a noi. Oh voi dell'aria, oh voi del bosco spirti gentili e Nani costringete l'uomo losco a ridarlo a noi in nostre man. Deh, deh pietà ...fate Fate azzurre e d'or a noi volgete il cor noi v'invochiam con sì fidente amor. Le magiche bacchette alzate parole e motti pronunziate la grazia vostra per noi bimbi è tanto grande che ci aiuterete. Fate buone ..Fate! Oh nanetti, nanetti buoni venite è tanto che vi invoco. Venite a porgere aiuto a questi miseri tribolati. Muovetevi a pietà di noi. Oh nanetti … oh nanetti ...” 22


Mentre Ceci si addormenta col suo stesso canto il fungo si volta pian piano ed esce un nanetto che le dà un piccolo calcio e subito rientra nel fungo. Ceci “Ma finitela!” e si alza in piedi. Robi “Cos'hai da lamentarti!” Ceci “Mi avete dato un calcio” e si sdraia. Il nanetto ripete lo scherzo. Ceci “Ma finitela, scemi!” Il nanetto fra sé e sé pensa “Ohi, ohi che peccato” Robi “Ma stai sognando? Guarda che eravamo tutti lontani da te” Marghe “Su da bravi non litighiamo. Ricordatevi che occorre riposare solo qualche istante per poter riprendere le nostre ricerche. Povero Dodino … Chissà dove sarà!” Tutti si ricoricano al loro posto e il nanetto ripete per la terza volta la burletta. Ceci però velocemente allunga il braccio ed afferra una gamba. Ceci “Vi ho presi finalmente” Poi guardando si accorge che è la gamba del nanetto, la lascia 23


immediatamente gridando “aiuto! ..aiuto!” Mita “Cosa ti succede?” Ceci “C'è un nano, un nanetto, è lui che mi toccava” Robi “ Non scherzare, stai ancora sognando?” Ceci “Venite a vedere” poi “Oh nanetto bello chi sei?” Nano “Chi sono? Non mi riconosci? Sono Muscarino!” Ceci “Muscarino? Ma Muscarino era il vecchietto di prima” Nano “Il vecchietto di poc'anzi ero ancora io. Volevo provare come mi avreste accolto sotto le sembianze di un uomo comune. Ora che vi ho trovati buoni, compassionevoli e carini, sono venuto per aiutarvi nella vostra impresa.” Ceci “Davvero? Robi – Miti – Marghe, correte qui c'è il nanetto che ci vuole aiutare” Tutti si avvicinano prudentemente per vedere. Ceci “Coraggio venite, il nanetto ci aiuta. Oh nanetto buono, lo sapevo che un buon nanetto ci avrebbe aiutati” 24


Tutti accorsi il nanetto si presenta con un grazioso balletto. “Io sono Muscarino, io sono il buon nanino io figlio son dei boschi, ceppi, spini. Ho seicent'anni appena e quando sono in vena faccio burle e scherzi a grandi ed a piccini li mando ruzzoloni fò strappi ai lor calzoni e gusto più ci metto quanto più n'hanno dispetto ma invece se m'accorgo che sono bimbi buoni o che han dispiaceri o i nani aman burloni allor son tutt'un altro mi fò lor protettore e cerco d'aiutarli ovunque a tutte l'ore per loro fò prodigi incanti in quantità 25


persino oso invocare … fata Bontà. E poi torno a nascondermi fra l'erbe e in vita mia conobbi sol la gioia il ben, la poesia.” Finito il balletto il nano si accosta ai fratellini e dice “Il vostro impegno merita un premio. Sentite figlioli, il vostro fratellino è stato rapito dal vecchio e triste Burlan che lo vuole dare in pasto al Re dei pesci del Verbano. Questi è plurisecolare si chiama Re Trotone 333° della stirpe dei trotonidi. Egli è molto potente e per questo sarà difficilissimo salvare il vostro fratellino, non lo cederebbe per nessun tesoro del mondo” Mita “Andrò io a prenderlo il mio fratellino...a qualunque costo.” Nano “Già ma non tieni conto dell'altra grossa difficoltà, come ci arriveresti da lui? Pensa che egli vive, con tutto il suo seguito, nella sua corte sotto le acque del lago. 26


Come potresti andare da lui senza annegare?” Ceci “Ohimè, allora anche il povero Dodino annegherà” Nano “No, no, Dodino non annegherà, come non annega il trito Burlan. Dovete sapere che Trotone Primo aveva inventato un elisir magico che permetteva agli umani di respirare sott'acqua. Di un pochino di questo elisir, Re Trotone 333° fece dono al suo malvagio complice perché gli recasse in pasto i bimbetti ben nutriti di cose dolci, come il miele il burro e la marmellata” Ceci “Oh nanino, di questo elisir non potresti farmene avere un pochino?” Nano “Non ho tale potere, però so che in una buia caverna è custodita, nascosta e ben protetta, la portentosa fiala di Re Trotone Primo “ Robi “Vado io a prenderla, dimmi dove si trova.” Nano “Bravo figliolo, tu hai coraggio e col coraggio si possono fare tante cose, ma è una impresa ardua, ne sarai capace? Occorre 27


salire sul Monte Morissolo entrare nel profondo di una di quelle caverne, ed eludere la sorveglianza di un tremendo drago che custodisce la fiala.” Robi “Ma io ci andrò!” Gli altri fratellini “E noi ti accompagneremo, insieme saremo più forti. Andiamo! Aiutaci nanetto buono” Nano “Ebbene carini, la vostra fiducia, il vostro coraggio ed il vostro affetto per il fratellino mi convincono che ci riuscirete. Io vi proteggerò. Sappiate però che io da solo potrei fare ben poco, se non fosse per l'aiuto che, per mezzo mio, vi accorda la Fata Bontà. Ella infatti ha conosciuto il vostro profondo dolore e si è mossa a compassione per voi.” Ceci “Una fatina, una fatina che ci protegge, prova a chiamarla nanetto” Nano “Eh no! La fatina non si mostra alle persone se non in casi eccezionalissimi, però voi potete contare su di lei ogni volta che vi troverete in pericolo. Allora invocatela!” Ceci “Ma intanto cosa dobbiamo fare?” 28


Nano “Partite subito, scalate la vetta per essere alla caverna a oriente prima del sopraggiungere delle ombre notturne. Addio bimbi, state attenti, aiutatevi a vicenda e tu Ceci, ricordati di non farti scappare qualche -scema – perché potrebbe rovinare ogni cosa. Addio, addio e ricordatevi di Fata Bontà.” Tutti salutano e ringraziano. Ceci “Oh, nanetto caro non ti scordare di me che ti voglio tanto bene. E tu oh! splendida Fata Bontà , che ti celi ai nostri sguardi, te invoco, aiutaci benigna.”

Fine secondo atto

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Scena terzo atto I fratellini dopo un lungo e faticoso viaggio finalmente raggiungono la caverna, completamente buia. Per fortuna nel sacco di Robi avevano messo una lanterna che ora diventava estremamente preziosa. I fratellini entrano in fila indiana, dato che l'imbocco è molto stretto, con in testa Robi, seconda Mita con la lanterna in mano poi Marghe ed infine Ceci. Robi “Attenzione! Orca sidella! che scuro e che terreno viscido!” Marghe “E che puzza di muffa” Robi “Miti, alza quella lanterna se no mi rompo il muso fra questi spigoloni” Mita “Le mie scarpe sono tutte rotte e beccheggianti. Ho i piedi inzuppati in questo fondo acquitrinoso” Ceci “Lugubre antro! Buie viscere della terra! 30


Lo stillicidio di queste volte muscose richiama allo spirito mio l'immagine d'un pianto sconsolato!” inciampando in una pietra esclama “Ohi che male al mio povero piede!” Mita “Mucchela e bada dove metti i piedi” Robi “Fa luce, Mita, mi sembra che siamo giunti all'estremo della caverna. Quest'antro non presenta altra uscita che quella da cui siamo entrati” Ceci “Che sia l'antro del drago? Terrore! Nulla discerne il mio sguardo nello spazio velato dall'oscurità” Marghe, tremando “Uuuuh” Robi, con voce malferma “Che sciocchina... avresti paura Marghe? Marghe “Ma...no... tremo un po' perché fa freddo. Ma anche tu tremi, hai forse freddo anche tu?” Robi “Ma ché! Tremo io?...Trema un po' la voce... perché.. perché.. è da tanto tempo che non ho mangiato nulla. “ Mita, facendo luce qua e là con la lanterna “Il guaio è che qui non c'è traccia della fiala di elisir” 31


Robi “D'altronde Muscarino non ci può aver ingannato. Che fare? Io non so che pesci pigliare... “ Marghe “Naturale! Tanto più che oggi non hai la canna a lancio” Ceci “Che spirito! “ Robi “ Non fate le spiritose! Eppure Muscarino ha promesso di aiutarci.” Ceci “Forse spiritose ma non... fate! Marghe non trattiene un risolino … Oh.. oh...” Robi, senza controbattere “Che sia qui nascosto in qualche fungo?” Si ode un fruscio, tutti allibiscono Robi “Zitti... , avete sentito? C'è qualcuno qui? Mita fai luce da quella parte....” Dalla penombra si vede avanzare un grosso ragno rosso. Marghe, lancia un urlo e indietreggia. Robi “Niente paura, siamo pronti ad ogni rischio, guardate che bestione spaventoso!” Ragno “Ahrrahrahr” Robi “Hai qualcosa da dirci, guarda che non ti temiamo” 32


Ragno “Sohr Muschrinrh bravhr nonavhr paurhr cerchr roccahr” Robi “Cerca di dirci qualcosa, non vuole aggredirci” Ragno “roccahr ... roccahr!” Robi “roccia... ma quale roccia...?” Ragno “guardhr … davanthr... tuohr... nashr...!” Robi “Oh bella... ma davanti al mio naso non c'è che solida roccia” Ragno “dihr... verbhr... magichr... “ Robi “Verba magica? E quale sarebbe la parola? Proviamo con quella di Alì Babà –SESAMO APRITI-- non succede nulla, proviamo ancora – SESAMO APRITI-- non è questa la parola!” Mita “SENAPE APRITI – LENTICCHIA APRITI – MASCARPONE APRITI” Robi “Macché robba stai dicendo siamo seri!” Ragno “Tahrmburh” Robi” Tamburo? Proviamola – TAMBURO APRITI- non funziona!” Ragno “Tophrambuhr” Robi “Topinambur? Proviamo -TOPINAMBUR APRITI -” 33


In quel momento si ode un gran frastuono, tutta la caverna trema e si apre una voragine nella roccia. Una grossa cavità appare davanti a loro ed al centro su una grossa lastra di pietra splende, con intensa luce rossa, una fiala. Ceci “Eccola … eccola … oh fata buona grazie!” Marghe “ Che meraviglia, prendiamola subito!” Nel frattempo si sente un grido spaventoso, un urlo roco ma possente e dei passi pesanti che fanno vibrare il suolo. Illuminato dalla luce della fiala appare un tremendo drago che con voce sonora e cupa dice “Sciagurati, temerari, avete osato profanare i misteri di questo recesso. Morte a voi e quattro bocconcini prelibati a me” Robi “Fata Bontà … aiutaci …!” Improvvisamente una spada d'argento scende dall'alto della caverna e Robi se la trova magicamente in mano. Inizia quindi una tremenda lotta, il drago è terribilmente potente e con il collo cerca di avanzare verso Robi ma la spada è fatata e con 34


un fendente preciso tronca la testa al drago che cade inerme al suolo. Il ragno si trasforma e prende le sembianze del nano Muscarino. Nano “Bravo Robi che non hai avuto paura e bravi a tutti voi figliuoli che lo avete aiutato” Ceci “ Muscarino … tu qui?” Marghe “ Muscarino era il ragno!” Nano “Si figliuoli, avevo promesso che vi sarei stato vicino per aiutarvi e l'ho fatto, pur dovendo lasciare a Voi il merito di dimostrare il vostro coraggio.” Robi “Presto prendiamo l'elisir ed usciamo.” Nano “Fermi tutti per carità, non muovetevi assolutamente da dove siete perché un solo passo può perdervi per sempre. Se voi poneste la mano od il piede su una goccia del sangue del drago anche per un solo istante la vostra impresa fallirebbe. Robi, solo tu, gira da quel lato dove non c'è sangue prendi la fiala delicatamente e ponila nel tuo sacco, poi torna da noi. Robi esegue esattamente gli ordini e ritorna 35


dai fratelli. Tutti escono dalla grotta e tirando un gran sospiro intonano questo balletto di gioia per l'uccisione del drago. Il fiero mostro alfin spacciato si sta Il capo orrendo Robi ben spiccato gli ha Un rivolo di sangue puzzolente, nero e blu Ne spruzza e scorre e fa glu glu, glu glu Gloria a Muscarin al bravo nanettin Mossosi per noi a compassion Egli a Robi si, egli il braccio armò per poter salvar Dodò intorno al buon nanin intorno a Muscarin facciam un ballettin Ballate chiocciole,coccinelle,farfallette e maggiolin intorno al buon nanin, Muscarin Marghe “Ora scendiamo da Trotone.” Mita “Sì riprendiamo subito il nostro sentiero perché la discesa è lunga.” Nano “ Fermi! Non passate di lì. Il sangue del 36


drago sta uscendo dalla caverna ed inzuppa tutto il terreno, risalite da quella parte e scendete in quel tunnel buio, avete ancora la lanterna” Ceci “Romantiche avventure... orsù muoviamoci” Marghe “Ma come si arriva da Re Trotone?” Nano “Non temete, Fata Bontà vi guiderà ma badate che ancora molte imprese vi attendono, sta a voi superarle. Siate sempre attenti, pronti, generosi ed affettuosi fra di voi e con tutti gli altri, non rivolgete mai insulti né sgarbatezze. Siate sempre calmi, sereni, riflessivi, ciò vi aiuterà molto nelle vostre avventure.” Detto ciò il nano scompare. Mita “Peccato, ci sentivamo tanto più coraggiosi con lui” Robi “Avanti dunque, pensate a Dodino, dobbiamo comunque ridiscendere al lago” Lentamente seguendo le istruzioni dal nano i ragazzi riprendono la discesa nel tunnel, Robi sempre in testa Mita con la l anterna per 37


seconda, poi Marghe e Ceci.

Fine terzo atto

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Scena quarto atto Il lunghissimo tunnel sbuca misteriosamente su uno scoglio delle isole dei Castelli di Cannero. E' piena notte, solo il chiarore lunare fa distinguere il grande Castello con una torre. I fratelli restano meravigliati ed incantati a guardare lo spettacolo che li circonda. Mita posa la lanterna su una pietra accanto a lei ed esclama “Ma che spettacolo!” Robi “Che seguito di sorprese, due ore di viaggio nelle viscere del monte e poi sbucare dove meno ci si aspetta.” Marghe “Che strano, proprio ai Castelli, chi mai avrebbe pensato ad una comunicazione fra le alte caverne del Monte Morissolo ed i castelli?” Robi “Passando sotto al lago poi, e qui almeno si respira bene” Mita “ E si trema dal freddo notturno” 39


Robi “Ed ora che cosa facciamo qui, come uscire da quest'isola?” Ceci “Quale scherzo birichino ci ha giocato Muscarino!” Marghe “La notte deve essere inoltrata, c'è un gran silenzio. In questo luogo squallido dovremo passare la notte, troviamo dove coricarci in quella torre.” Mita riprende la lanterna e tutti entrano nella torre. Ognuno si trova un posticino per rannicchiarsi e spengono la lanterna. Ceci “Forse questa era la camera del Carmagnola, il più terribile dei Mazzarditi.” Marghe “Brrr....” Ceci “Che passeggiava insonne la notte tormentato dal rimorso della sua malvagità.” Marghe “Poverino” Ceci “E da quella finestra, forse scorgeva il lumicino della piccola camera dove aveva fatto rinchiudere Cristina. La forte Cristina ribelle al suo volere.” Mita “Già proprio in quella bella cameretta a picco sulle acque del lago, ve la ricordate, ci 40


siamo già stati” Ceci “E si dice che l'anima del Carmagnola che non trova requie nel tormento del suo rimorso, torni qui ogni notte a piangere il suo delitto.” Robi “Ma insomma che robba! Non hai qualcosa di più allegro da raccontare?” Un gufo compare improvvisamente e si posa sul ramo di un albero stecchito a fianco della torre, lanciando il suo lugubre canto “Uuhh, Uuhh!” Marghe “Oh, che spavento.” Gufo “Uuhh... Uuhh...” Ceci “Che uccello lugubre è comparso su quel ramo, che cornetti neri si scorgono nell'ombra e che occhi luminosi, sembra vi sia dentro una fiamma” Gufo “ Uuhh ...Uuhh ...” Robi “Se avessi il mio arco...” Marghe “No poverino, che ci ha fatto di male? E' là tanto savio, lasciamolo in pace. Sarà lontano il giorno?” Nel mentre si sentono i tocchi lontani di un campanile che suona le ore. 41


Ceci “Ascoltate … una... due... tre... quattro..... … … … undici … dodici! “ Marghe “ E' mezzanotte.” Ceci “La mezzanotte, l'ora degli spettri e dei fantasmi. L'ora in cui gli spiriti inquieti dei morti si levano dai loro sepolcri.....” Robi “ Mucchela!” Ceci “.....per tornare sulla terra a ballare le loro danze macabre....” Dall'ombra compare la sagoma del Mazzardito, una tenue luce verdognola lo illumina e lui immerso nel suo interno profondo travaglio declama ad alta voce “Notti di strazio susseguentisi senza fine! Tormento di un'anima lacerata dal rimorso di un delitto infame quando avrai fine? Durerà dunque eternamente questa pena? La visione tua dolce o Cristina è punizione per me. La condanna che mi riconduce ogni notte in questo luogo del delitto è per me una pena che non ne conoscerei un'altra pari. Ti rivedo angelo dolce, vedo il sangue tuo scorrere dallo squarciato seno. Aaahhh orrore! Potei io 42


infiggere lo sciagurato pugnale in quel cuore di bontà e di virtù? Sciagurato … sono io … quel sangue mi bagna.... quel sangue mi brucia … ardo tutto in una fiamma d'inferno! “ Marghe sottovoce “Terrore! Mamma mia! S'accorgerà di noi? Stiamo quieti quieti.” Mazzardito “Si la visione tua mi perseguita e rende sempre più strazianti le mie pene. Cristina... Cristina... lo strazio senza fine non cesserà dunque mai?” Gufo “Uuhh....” Ceci sottovoce “Anche il gufo ci voleva a completare il quadro” Marghe sempre sottovoce “Sei soddisfatta nei tuoi gusti?” Ceci tremante “abbastanza ….” Mazzardito più malinconico “Dolce Cristina... innalzasti il tuo ultimo flebile filo di voce a chiedere a Dio il conforto per il tuo fedele Jacopo De Pozzi ed il perdono per il tuo scellerato uccisore” Poi urlando a gran voce “Sciagurato! “ Poi più malinconico “Tu invocasti perdono per me! E nulla valse la tua preghiera! 43


Sciagurato... sciagurato... son io.” Marghe “Poverino … non potrà dunque aver più pace?” Gufo “Uuhh...Uuhh...” Marghe parlando ai fratelli “Quel gufo è pur strano, sembra voglia parlare” Gufo più insistentemente “ Uuhh... Uuhh... Uuhh... Uuhh...” Marghe “Ho letto in un libro di vecchie storie che le anime colpevoli non possono trovare pace se non confessano la causa del loro rimorso a qualche essere vivente.” Mita “Oh bella! Vorresti mica invitarlo dal parroco a confessarsi?” Marghe “No di certo... ma se si potesse consolarlo.....” Gufo “Uuuuuuuhh... Uuuuuuuuhh... Uuhh... Uuuuuuhhh...” Marghe “Senti! … Sembra che il gufo approvi il mio pensiero. Forse il perdono di Cristina non può giovare al Mazzardito se non si aggiunge al pentimento anche la confessione ad un essere umano.” 44


Mazzardito “Sciagurato! Ed io aggiunsi delitto a delitto e ti precipitai nelle nere acque del lago” Gufo “Uh... Uh...” Marghe, uscendo allo scoperto “Voglio implorare pietà anch'io per te” Mazzardito “Una voce? Un vivente fra queste mura di notte? Chi sei tu che osi disturbare la solitudine delle ombre? “ Marghe “Io che vorrei poterti confortare” Mazzardito “Disgraziata te! Non temi tu l'ombra del terribile Mazzardito? Togliti, od io... “ e si avvicina a lei minaccioso. Marghe indietreggia spaventata. Ceci “Oh fatina buona, aiutala! “ Improvvisamente Marghe appare rivestita di uno splendido abito del millecinquecento. Il raggio di luce verde illumina lei ed il Mazzardito. Ella si aderge con grazia e fierezza e si rivolge dolcemente a lui, mentre il gufo approva con i suoi “Uuhh”. Il Mazzardito si blocca di colpo restando 45


incantato davanti a tale apparizione. Marghe “Anima sventurata confortati! Orecchio umano ha raccolto alfine la confessione del tuo delitto dalle tue stesse labbra. Eccomi a te nelle sembianze della tua dolce vittima a portarti con parola umana il messaggio del perdono celeste. Il tuo pentimento sia accetto ed il tuo soffrire si plachi. L'ombra tua abbia alfine la pace desiata.” Mita parlando silenziosamente con Robi “Dov'è andata lei a pescare tanta dottrina? Hai mai saputo che fosse filosofa?” Mazzardito “Che sento! Il perdono? La pace?” Marghe “Torna al regno degli scomparsi e che il tuo pentimento dia fine al tuo soffrire” Mazzardito “Quale dolce senso di riposo subentra al mio tormento. Quale serenità mai sognata si stende su di me. Felicità ineffabile! Chi dunque mi ha parlato? Dolce creatura uscita dal regno del sogno sei tu vivente? Chi dunque ti inviò? Chi ti ha fatto comprendere la pena mia per comporre la salvezza mia?” 46


Marghe “Una arcana e potente virtù dettò le parole al mio labbro, la pietà! “ Mazzardito “Grazie sian rese a te ed al tuo pietoso cuore !“ Gufo “Uuhh... Uuhh...” Mazzardito “La tua visione placa il mio cuore. Chiunque tu sia o fanciulla che di Cristina hai la veste ed i modi... grazie! Sento che sta per arrivare l'ora che porrà termine al mio errare sulla terra. Prima di scomparire voglio lasciarti pegno della gratitudine mia. Mira là, fra le pietre smosse dei ruderi annosi troverai la collana preziosa che io celai all'avidità umana. Sappi che ha un immenso valore! “ L'ombra del Mazzardito si dilegua lentamente dalla scena. In quel momento il gufo ritorna alla sua sembianza di nano Muscarino. Nano “Brava Marghe, ottima interpretazione, la tua opera buona darà i suoi frutti” Ceci “Oh, nanetto caro, vieni, vieni a confortarci, che nottata abbiamo passato! “ Nano “Marghe cerca subito la collana dove 47


l'ombra ti ha indicato e conservala perché ti sarà molto utile.” Marghe, ritornata nel suo abito normale va alla ricerca e poco dopo ritorna dai fratelli con una splendida collana d'oro e di brillanti al collo. Mita “Che meraviglia! Che bellezza! Che splendidi brillanti!” Nano “Lasciate dire a me che i nani conoscono bene le gemme della terra. Una raccolta di brillanti più magnifica di questa non si conosce nelle nostre terre.” Robi “Ed ora come faremo a ritornare a casa? Dovremo aspettare il giorno quando qualche pescatore passerà da queste parti?” Mita “Ma intanto non passerà troppo tempo? Dove sarà ora Dodino?” Ceci “Caro nanetto non potremmo camminare sull'acqua?” Nano “Mah, aprite quella finestra!” Marghe apre la finestra ed appare il lago illuminato da una splendida luna. Lo scintillio delle ondine lo fanno brillare come le gemme della collana di Marghe. 48


Ceci “Che splendido cielo! Che luna! Che lago!” Robi “Guardate là sulla sponda quante piccole luci brillano, fra quelle c'è anche la nostra casa.” Ceci, declamando “Se fu lunga la via, se fu molta la fiffa, alfin scorgo la sponda infra Cannero e Ghiffa” Marghe “Viva la poetessa! Ora che le è passata la paura le torna la vena.” Ceci “Oh guarda, una barca si dondola qui sotto a riva.” Marghe “Davvero! Certamente un altro dono di Fata Bontà” Nano “Certamente ella è la bontà di nome e di fatto!” Robi “Io mi metto ai remi e voi sedetevi là dietro.” Marghe “Io mi sdraio sul fondo a riposare.” Nano “Mi raccomando, prima di salire in barca bevete tutti un sorso del magico elisir! Non dimenticatevi! ” Robi “Perché? Se tanto non si scende da Trotone che domani mattina. “ 49


Ceci “No, no è meglio seguire i consigli del nanetto, abbiamo già avuto tante sorprese! “ Nano “Addio dunque e buona fortuna, ormai il mio compito è finito. “ Ceci “Come proprio ora ci abbandoni? “ Nano “No, no non vi abbandono ma devo tornare alla mia terra dove potrò portare aiuto ad altre persone.” Il nano scompare ed i fratellini scendono verso la barca che si dondola leggermente fra il luccichio delle onde. Ceci “Che peccato! Che malinconia! Robi, passami il filtro che hai nella sacca che voglio bere il mio sorso.” Robi apre il sacco, estrae il filtro e lo passa a Ceci che lo beve ed a sua volta lo porge agli altri. Tutti salgono in barca, Mita e Ceci sedute a poppa, Marghe sdraiata a prua e Robi ai remi. Robi “Ma cosa c'è? Faccio una gran fatica a remare e la barca non si muove, eppure l'ho slegata! “ Mita “Qualcuno trattiene la barca! Cosa sta 50


succedendo? “ Marghe “Sentite che strappi, qualcuno ci tira giù, ci trascina sott'acqua.” Ceci “Aiuto affondiamo! Oh rea sorte! Fata Bontà aiutaci!”

Fine quarto atto

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Scena quinto atto I ragazzi vengono trascinati sott'acqua da una forza misteriosa ed arrivano nelle profondità sottolaghine nel regno di Re Trotone 333°. Circondato da sirene e pesci di ogni tipo c'è il trono intriso di alghe verdi azzurre su cui siede Trotone, un essere mezzo pesce e mezzo uomo con in testa una grossa corona d'oro. In una grossa conchiglia giace il trofeo di perle azzurre tanto desiderato da Burlan il cenciaiolo. Davanti a Trotone si trova Burlan, che con il sacco semiaperto mostra il bimbo catturato a Sua Maestà il Re. 52


I ragazzi osservano la scena da lontano. Tutti riescono per effetto del filtro magico a respirare ed a parlare sott'acqua. Burlan “Maestà splendida! Il bambino che Vi reco è il bocconcino più delicato che Voi abbiate mai assaggiato.” Trotone “E come fate ad asserirlo?” Burlan “Io stesso l'ho udito, Vostra Maestà, mentre rifiutava ogni altro cibo che non fosse burro e marmellata. La sua carne Ve la garantisco morbida e dolce..” Trotone, pregustando il suo lauto pranzetto 53


“Deliziosa cosa da udire, vedremo se avrai asserito il vero, ora puoi andartene e lascia qui il sacco.”

Burlan“Si, Vostra Maestà, ma oserei pregare la 54


bellissima Maestà Vostra di volermi assegnare la ricompensa tante volte richiestavi e che ancora non mi avete accordata.” Trotone, fingendo di non capire “Ricompensa? Che cosa desideri? Oro? Argento?” Burlan “No, Maestà splendida, il mio premio ambitissimo sarebbe una delle meravigliose perle azzurre di lago che Voi solo possedete e che vedo in quella conchiglia là in fondo.” Trotone “Una perla azzurra? Ma tu sei pazzo! Nessuna perla azzurra uscì ne mai uscirà dal mio regno, sono sorvegliate da maliose sirene e da feroci tritoni” Burlan “Maestà, io ho faticato tanto ed affrontato rischi solo per una di quelle, non mi interessa l'oro od altre ricchezze. E' la perla che voglio, me l'avevate già promessa” Trotone “Non è vero, ma se proprio ci tieni devi rischiare ancora molto e procurarmi altri lauti pranzetti come questo oppure prova a prendertela da solo se ami il rischio.” Burlan “Non ci riuscirei mai a prenderla, le tue sirene mi incanterebbero ed io non uscirei più 55


vivo da qui.” Trotone “Questo è affare tuo!” Burlan, uscendo dal cospetto del Re “Maledizione mi sono fatto fregare anche questa volta, non dovevo portare qui subito il sacco, avrei dovuto tenerlo nascosto fino ad estorcergli la promessa. Sono io che mi sono fatto mettere nel sacco da quel brutto muso.” Trotone rimasto solo con i suoi fidi servi ordina il pranzo. “Olà miei servi, portatemi dunque la nuova offerta del mio vassallo.” Arrivano i servi, due grossi pesci, portando il bimbo legato e disteso su un vassoio d'argento. Dodo “Aiuto! Aiuto! “ Trotone, alzandosi dal trono “Oh che bellezza, è freschissimo, è ancora vivo, deve essere proprio squisito! Taci piccolino! Per te è un onore essere divorato dalla mia eccelsa e stupenda persona.” Dodo “Aiuto... papà … mamma... “ Quattro servi, interrompendo il pregustato pasto di Re Trotone, entrano trascinando 56


prigionieri i quattro fratellini che da lontano avevano assistito alla scena. Un servo “Maestà bellissima, mentre facevamo il giro di ronda notturna abbiamo udito voci alla riva dei castelli. Ascoltando abbiamo sentito dire – beviamo l'elisir di Re Trotone - allora insospettiti abbiamo trascinato giù la barca su cui stavano salendo ed ora ti consegniamo i quattro personaggi per interrogarli.”

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Trotone “Che! L'elisir magico? Possibile? Come avrebbe potuto alcuno scoprire il nascondiglio inaccessibile, eludere la sorveglianza del drago e violare il segreto custodito da millenni? ” Servo “Eppure osservate Maestà essi respirano nell'acqua” Trotone “Per Nettuno! E' vero! Chi siete voi, tanto potenti da compiere una simile impresa” I ragazzi restano in silenzio. Trotone “Parlate... o vi divoro subito all'istante tutti quanti” Mita “Ebbene si, abbiamo preso il tuo elisir per poter venire a parlarti.” Servo “Insolente, quando ti rivolgi al nostro sovrano chiamalo – Maestà bellissima! “ Trotone “Ma come avete potuto.... “ Mita “Il nostro potere non Vi interessa Maestà bellissima, sappiate solo che noi siamo i quattro fratelli di questo povero piccino e siamo venuti a chiedertene la liberazione.” Trotone “Cipperi luccio! Ci mancherebbe altro. Mi è costato moltissimo il suo acquisto! “ 58


Mita “Maestà, muovetevi a compassione di lui e di noi! Siate buono! “ Trotone “Neppure a pensarlo. E' ora che me lo prendo in pasto, posso giusto offrirvene un boccone.” Ceci “Fermatevi Maestà bruttis... bellissima! Lasciate il nostro Dodino ed io vi darò in olocausto la mia diletta Fiorella.” Trotone “Fiorella? E' forse l'altra tua sorellina che ti sta dietro?” Ceci “No è la mia bambola prediletta.” Trotone “Puah, una bambola ! Osi scherzare con me? Farò un unico boccone anche di Voi ! E non rinuncerò per nulla al bambino nutrito solo di burro e marmellata.” Mita “ No, Maestà bellissima, voi erroneamente ritenete che sia nutrito solo di tali cose. A volte ha mangiato anche la minestra coi – neri - “ Trotone “Possibile? Mi avrebbe ingannato Burlan. Avrebbe dunque il sapore di quell'orribile minestra odiata dai pesci ?” Mita “Certamente, ed una volta ha persino 59


mangiato del pesce.” Trotone “Orrore.... ha mangiato del pesce.... Ha mangiato i miei amati sudditi? Allora per vendetta lo sbranerò subito.” Mita “No, aspettate Maestà stupenda la Vostra bellezza merita di più, mangiate me piuttosto e liberate il poverino.” Trotone “A che serve? Tanto dopo di lui ti mangerò lo stesso ed anche le tue sorelline che devono essere molto tenere” Marghe nel frattempo si toglie la collana dal collo e la nasconde sotto al vestito. Marghe “Meravigliosa, stupenda, bellissima, Maestà abbiate la cortesia di ascoltare le mie suppliche e potrò donarvi la cosa più preziosa che esiste al mondo. Credo proprio che accrescerebbe di molto la Vostra già bellissima persona.” Trotone addolcito dalla sventagliata di complimenti “Così tu possiederesti un gioiello così prezioso capace di aumentare la mia bellezza? Fammelo vedere!” Marghe “ Eh no, eminentissima e bellissima 60


Maestà, non l'ho con me la collana ma la potrò consegnare ai suoi cortesi amati sudditi se libererà Dodino e lascerà andare via anche noi” Trotone “Come puoi tu possedere una collana così bella e preziosa come dici?” Marghe “Un potere sovrumano me la donò, lo stesso potere che ci ha fatto ottenere l'elisir magico e che avrebbe anche la forza di combattere contro il tuo regno.” Trotone “Come posso credere alle tue parole, non crederai che sia tanto stupido da fidarmi di questo tuo sciocco tentativo di adularmi.” Marghe “Certamente no eminentissima Maestà, Vi propongo di farci accompagnare da alcuni vostri sudditi, fra cui uno molto esperto di pietre preziose, fino al punto dove ho nascosto la collana. Gliela mostrerò e se il suo giudizio sarà favorevole ci lascerà liberi e Vi porterà la collana.” Trotone “Mi sembra una proposta accettabile ma se la collana non sarà di mio gradimento vi mangerò tutti.” Trotone chiama il suo fidato esperto ed un 61


gruppo delle sue guardie, fa liberare Dodo e manda tutto il gruppo a prendere la collana. Arrivati presso alla costa di Cannero Marghe fa finta di cercare in un buco fra le rocce ed estraendo la collana dal vestito la fa vedere all'esperto. Questo resta stupefatto dalla bellezza e dalla lucentezza delle pietre ed ammette che certamente Re Trotone ne sarà entusiasta, sia per l'eccezionale bellezza che per l'enorme valore ma che purtroppo ha ricevuto ordine da Lui di riportare tutto e tutti nel suo regno. I ragazzi restano molto male ma vengono costretti a seguire le guardie. Ritornati al cospetto di Re Trotone, Marghe avanza le sue lamentele. Marghe “Eccellentissima Maestà, io sono stata ai patti e Vi ho consegnato la collana ma Voi non ci avete liberati.” Trotone, girando e rigirando la preziosa collana fra le dita, poi ponendosela al collo e guardandosi in uno specchio di lucentissime squame esclama “Ah,, come sono bello! 62


Come sono bello... Certamente sono ancora più bello con questo gioiello indosso. Quanto a te sciocchina, credevi proprio che vi lasciavo andare rinunciando al mio pasto?” Marghe “Divina Maestà, veramente siete ancora più bella di prima e proprio per questo Vi prego di lasciarci andare, poi ricordatevi che il potere sovrumano che me la donò e che ci fece trovare l'elisir magico, potrebbe vendicarsi contro di Voi.” Trotone “ Oh...come sono bello. Oh... come sono bello, nessuno può essere più bello di me. Sono veramente bello, da ora in poi tutti voi sudditi mi dovrete chiamare – Maestà di superdivina infinita bellezza – altrimenti Vi farò tagliare la testa.” Ceci “ Che scemo! “ Trotone “Scemo io forse? Chi sei tu piccolo verme della terra che osi oltraggiare il più grande, il più potente e sopra tutto il più bello ed intelligente di tutti i sovrani? Stavo per accondiscendere alle vostre preghiere ma ora sto cambiando idea, vi mangerò tutti! “ 63


In quel momento appare in un velo luminoso Fata Bontà che sollevando la bacchetta magica e rivolgendosi a Trotone dice “Fermatevi Maestà, sono io il potere sovrumano che ho donato la collana e permesso che i fratellini avessero il magico elisir, loro sono stati corretti nelle loro azioni mentre Voi non avete rispettato i patti. Se non volete che la mia ira scenda sul Vostro regno liberate quei figlioli che con il loro coraggio hanno saputo compiere un'impresa veramente ardua.” Trotone “Mi avete quasi convinto Fata Bontà, ma ditemi sto veramente bene con questa collana?” Fata Bontà “Certamente Maestà, la collana resterà vostra per sempre come compenso ed aumenterà a dismisura la vostra già grande bellezza, ma ora lasciate andare liberi i miei protetti ragazzi che si chiamano Robi – Mita – Marghe – Ceci – Dodo.” Poi rivolta a Ceci “E tu devi smettere quella brutta abitudine di dire parolacce perché hai rischiato di rovinare il successo di tutta 64


l'impresa ed ho dovuto intervenire di persona col mio potere di Regina dell'aria che è superiore a quello del Re delle acque, per salvarvi.” Ceci “Oh fatina mia..... dalla ineffabile bontà ti chiedo scusa e prometto che non dirò più parolacce.... Grazie infinite mia buona fata!” Fata Bontà rivolta a Re Trotone “E Voi potente ma crudele sovrano delle profondità ascoltatemi... in nome di questo mio potere rinunciate al piccolo e rimandate subito a casa sani e salvi i suoi fratelli.” Trotone “ Sia dunque fatto il vostro volere o potente fata, Guardie accompagnate subito, a casa loro, i cinque fratelli.” Poi specchiandosi ancora “Oh come sono bello! Valeva la pena di rinunciare anche ad un lauto pasto per questa meravigliosa collana.” I ragazzi vengono scortati dalle guardie ed escono dalla sala reale mentre Re Trotone 333° continuando a compiacersi della sua bellezza si siede beatamente sul suo trono. La fata segue da lontano i ragazzi mentre 65


vengono accompagnati alla loro casa. Giunti finalmente nel giardino, dove era iniziata l'avventura i ragazzi si abbracciano fra di loro ed insieme a Fata BontĂ , che li raggiunge, iniziano felici il balletto di ringraziamento.

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Alfin gli affanni - sono finiti Ro Mi Ma Ce Do – siete riuniti or tutti insieme – danziamo contenti alti innalziamo – lieti concenti

Fine

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Vrdefronda


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