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IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2007

SACAR / PUNTA DI DIAMANTE DELLA RETE SCANIA IN ITALIA E NON SOLO

Due famiglie di capitani coraggiosi di Paolo Altieri FROSINONE - Un furgoncino Fiat che, agli inizi degli anni ’50 in una Italia in piena fase di ricostruzione dopo i disastri della guerra, ogni mattina, prestissimo, quando il sole non si era ancora alzato all’orizzonte, era già in viaggio verso Roma, è una immagine che forse è ancora davanti agli occhi di qualcuno di Isola di Liri nel Frusinate. Al volante c’era Emilio Sardellitti, infaticabile lavoratore, che probabilmente già allora sognava che, chissà, quell’attività gli avrebbe consentito di diventare un grande trasportatore. E questa convinzione maturava sempre di più man mano che cresceva la domanda di trasporto, tanto che con gli anni quel primo Fiat venne sostituito da un camion più grande, poi affiancato da un secondo, da un terzo, da un quarto. Agli inizi degli anni ’70 Emilio Sardellitti aveva già realizzato parte dei suoi sogni. Aveva l’or goglio di presentarsi anche con uno splendido Scania 111, che nella zona pochi conoscevano. Sicuramente pochissimi sapevano che arrivava dalla lontana Svezia e men che meno che in Italia veniva importato da un’azienda commerciale di Trento, la Italscandia, che faceva capo alla famiglia Rangoni. Stiamo raccontando le origini della Concessionaria Scania “Sacar” di Frosinone, che quest’anno ha accolto nei suoi vasti piazzali e nelle sue moderne strutture semifinali e finali dello Scania Young European Truck Driver per eleggere il campione italiano dei giovani autisti che prenderà parte alla finalissima mondiale in programma in Svezia, presso la sede Scania di Sodertalje, agli inizi di settembre. Ebbene, la capacità commerciale e l’estrema professionalità da sole non sarebbero bastate a Emilio Sardellitti per trasformarsi da piccolo trasportatore addirittura in commerciante di camion. Ma nella vita sembra che ognuno di noi abbia degli appuntamenti già fissati per dar corso al proprio destino. E per Emilio Sardellitti questi momenti portano il nome di Armando Rangoni e Giovanni Carloni. Di Rangoni abbiamo detto ed è proprio il fondatore dell’attuale Italscania a proporre un giorno a quel ciociaro dalla scarpe grosse ma dal cervello fino di fare un passo in più, prendendo il mandato a vendere i camion Scania nella sua zona. Sardellitti si sente onorato di tanta considerazione e fiducia, ma è anche consapevole di non avere abbastanza esperienza per avviare un’attività del genere. Lui sa tutto di trasporti, ma teme anche di suscitare invidia tra i suoi concorrenti trasportatori che dovrebbero diventare i suoi naturali clienti. Si riserva comunque di pensarci. Chissà che non si trovi una soluzione conveniente. Mentre è sulla strada che lo riporta da Trento a Frosinone non fa altro che pensare all’offerta allettante. Ha imparato a conoscere e apprezzare la qualità dei camion Scania. È convinto che quel marchio svedese può sicuramente stuzzicare l’interesse di molti operatori del trasporto come lui. Ma come affrontare una simile avventura? I chilometri scorrono e la sua mente si focalizza su un nome: Giovanni Carloni. Sta parlando, Emilio Sardellitti, tra sé e sé, ad alta voce. “Ma sì, è lui la persona giusta da coinvolgere in questo affare”. Chi è Giovanni Carloni, la seconda persona che si affaccia sul destino di Emilio Sardellitti? Ce lo racconta suo figlio Stefano, 48 anni, sposato con Francesca e papà di Giovanni, 19 anni, e Bianca, 10. “Mio padre all’epoca dei fatti operava a Frosinone con una piccola azienda specializzata nella ricostruzione e vendita di pneumatici per autocarro. Era un’attività che aveva iniziato già nel 1938 in Libia, ad Asmara, da dove era rientrato in Italia dopo la guerra, proseguendo lo stesso lavoro in una piccola officina nel suo paese di origine, a Ponte S. Giovanni in provincia di Perugia. Anche lui aveva un innato spirito imprenditoriale. E, infatti, venuto a conoscenza che nel Frusinate il settore dei trasporti era in piena evoluzione, dovuto allo sviluppo dei cementifici e soprattutto delle cartiere, decide di fare armi e bagagli e si trasferisce nel 1955 a Frosinone nell’area di lavoro dei suoi clienti naturali.

È la storia di un duro lavoro di 30 anni il cui risultato è un’azienda che oggi conta oltre 50 dipendenti, fattura più di 30 milioni di euro, svolge l’attività in una moderna e vasta sede affacciata sul traffico autostradale nei pressi del casello di Frosinone, e che rappresenta oltre al marchio Scania anche quelli di Volkswagen Veicoli Commerciali, Nissan Trucks e Hiab, ma soprattutto è proiettata verso traguardi ancora più prestigiosi.

Uno di questi era proprio Emilio Sardellitti. Inevitabile che i due stringessero amicizia”. “Si comprende facilmente - prosegue Stefano Carloni - come mio padre, già di per sé persona estremamente gioviale, assolutamente fiscale sul lavoro, preciso, puntuale, facile all’approccio con i clienti, in qualità di ricostruttore e venditore di pneumatici per camion, avesse non solo una specifica preparazione tecnica ma anche una approfondita conoscenza dei trasportatori della zona”. Emilio Sardellitti, quando rientra quella sera da Trento non va nemmeno a casa. Punta dritto sull’officina del suo amico Carloni. Non vede l’ora di parlargli di quanto gli aveva proposto Armando Rangoni. I due non hanno bisogno di molte parole. Convengono che si tratta di una grande opportunità che non bisogna lasciarsi scappare. Metteranno insieme le proprie qualità professionali, Emilio Sardellitti sarà il braccio destro operativo per la gestione della nuova attività, Giovanni Carloni sarà il braccio sinistro operativo sul fronte dei clienti, suo naturale e collaudato terreno di caccia.

NEL 1977 I PRIMI PASSI Nasce così la Sacar Officine Meccaniche, ognuno dei due soci al 50 per cento, con una piccola sede al numero 13 di via Le Lame a Frosinone. Siamo nel 1977. I due “capitani coraggiosi” di vidono il proprio tempo tra il vecchio lavoro, che non abban-

donano assolutamente, anzi cercano in ogni modo di potenziarlo, e la nuova attività con l’ausilio di un venditore. Successivamente intervengono a dare man forte i figli dei due fondatori, Stefano Carloni e Romeo Sardellitti, quest’ultimo dotato di una grande visione strategica e che in realtà ha saputo dare a Sacar una organizzazione strutturata, capace di lavorare con metodo. Grande emozione quando viene firmato il contratto di vendita del primo Scania con un padroncino di Ferentino. Quell’anno ne verranno consegnati una dozzina. “Due anni dopo - a questo punto l’evoluzione della Sacar ci viene raccontata dall’attuale direttore generale Paolo Emilio Sardellitti, nipote di uno dei due fondatori, 37 anni, sposato con Veronica, un figlio di pochi mesi (Ferdinando), studi in ragioneria ed economia e commercio, giovane vulcanico, già con una bella esperienza maturata al fianco di papà Romeo. L’attività cresce. I clienti aumentano. Sempre più Scania si vedono circolare sulle strade del Frusinate. “Negli anni ’80 - aggiunge Paolo Emilio Sardellitti - all’attività di vendita del nuo vo Scania e dell’usato viene affiancata anche quella di produzione di ribaltabili, cassonati, centinati. La decisione nasceva dalla volontà di venire incontro al le esigenze dei clienti, che spesso quan do acquistavano un mezzo avevano anche la necessità di disporre subito dell’allestimento che invece altri fornitori consegnavano con grande ritardo. Non solo, ma con questa nuova attività rappresentava per

Paolo Emilio Sardellitti (a sinistra) e Stefano Carloni rappresentanti della terza generazione dei fondatori della Concessionaria Scania “Sacar” di Frosinone.

Sacar una ulteriore opportunità di business. A fine anni ’80 l’azienda, che dal 1987 si trasforma in società per azioni, sempre al 50 per cento tra le due famiglie Sardellitti e Carloni e che prende il nome attuale di Sacar, si dota anche di una moderna carrozzeria, dove è possibile non solo effettuare riparazioni delle cabine o personalizzare i veicoli con le scritte e i colori dei clienti ma all’occorrenza anche per raddrizzare telai incidentati”.

UN’ESCALATION IRRESISTIBILE In questo periodo Sacar, conta già una ventina di dipendenti, vende in media una trentina di Scania nuovi e realizza un fatturato di circa 10 miliardi delle vecchie lire. Nel decennio successivo, Romeo Sardellitti da un’ulteriore accelerata alle attività della Sacar, gestita da uno staff di collaboratori preparati, competenti ma anche innamorati del proprio lavoro, ciascuno con compiti ben precisi nell’area commerciale e in quella tecnica. Per tutti l’obiettivo comune è quella di garantire alla clientela il massimo della soddisfazione, perseguita con l’impegno totale quotidiano, con la professionalità del lavoro, con l’assoluta serietà e trasparenza del rapporto. Nel 1994 il mandato Scania, sino ad allora relativo alla sola provincia di Frosinone, viene esteso anche a quella di Roma cui si aggiunge nel 1998 la provincia di Latina. Non basta, perché nel 2002, con la copertura anche delle province di Rieti e Viterbo, in pratica Sacar avrà competenza Scania per l’intero Lazio ed il sud della provincia de L’Aquila. Nel 1998 arriva la certificazione Cermet per la commercializzazione di veicoli industriali e ricambi, servizi di assistenza meccanica, elettrauto e carrozzeria, progettazione e realizzazione di allestimenti veicoli industriali. Ma non basta. “Sì, perché un punto fermo nella strategia di Sacar prosegue il direttore generale - è stato sempre quello di offrire alla clientela un servizio a 360 gradi. In pratica chiunque si fosse rivolto alla nostra azienda, doveva trovare la sicura e migliore risposta per le sue esigenze di trasporto e di attività collegate. Ecco perché nel 2002 abbiamo preso il mandato Hiab produttore leader nel mondo nella costruzione di gru e scarrabili per il Lazio, nel 2004 quelle di Volkswagen Veicoli Commerciali per le province di Frosinone e Latina, nel 2005 il mandato di Margaritelli per la vendita e l’assistenza dei semirimorchi

Merker nel Lazio, ai quali poi si aggiungerà nel 2007 anche il mandato Nis san per la vendita e l’assistenza dei suoi veicoli commerciali e industriali”. All’alba del terzo millennio la struttura della Sacar, con la sede di via Le La me, zona industriale di Frosinone, si è fatta assolutamente insufficiente per poter accogliere la quantità di lavoro maturata. Matura la decisione di un trasferimento in una nuova, grande sede dove riorganizzare razionalmente tutte le attività ma anche per poter offrire ai clienti un servizio di migliore qualità. Si pensa a un impianto da realizzare su Roma. È a questo punto che fa capolino nella storia Sacar un altro nome: Eleuterio Arcese, vero e proprio cavallo di razza (come quelli di cui lui è innamorato) del mondo dell’autotrasporto e della logistica, che da tempo dispone di uno dei suoi impianti operativi proprio a Frosinone, in via Asi, in posizione strategica, a un chilometro dal casello di uscita dell’autostrada A1 direzione Roma-Napoli. Ebbene, Arcese ha deciso di trasferire l’attività a Frosinone e di mettere in vendita l’intero impianto. La notizia arriva facilmente alle orecchie dei padroni della Sacar che vedono nella ex sede di Arcese la ideale soluzione per i loro progetti di riorganizzazione e potenziamento. L’impianto è davvero invidiabile ma l’investimento è altrettanto oneroso. Alla fine viene trovato un accordo che soddisfa entrambi i partner dell’operazione. Sacar acquista gran parte dell’area e degli immobili, mentre una quota resta nelle mani di Arcese. Partono i lavori per l’adeguamento alla nuova attività e lo scorso anno la nuo va sede della Sacar può essere inaugurata. Si tratta di una struttura che oggi è un vero e proprio vanto per le famiglie Sardellitti e Carloni. Uffici direzionali e commerciali, spazi interni ed esterni per l’esposizione dei veicoli del le varie marche, una officina meccanica di 4mila metri con reparti di diagnosi, banco prova freni, attrezzature per raddrizzatura telai, allestimenti e carrozzeria, un magazzino ricambi disposto su 1.000 metri quadrati in grado di assicurare, oltre l’ampia disponibilità interna, tutti i ricambi originali Scania e degli altri marchi in meno di 12 ore e al quale attingono le cinque officine autorizzate Scania, due nel l’a rea di Roma, una a Latina, una a Frosinone e una a Viterbo, e naturalmente vasti piazzali di disimpegno. Oggi Sacar conta 55 dipendenti e l’anno scorso ha realizzato un fatturato di 30 milioni di euro circa, i numeri comprendono anche l’attività della filiale di Sabaudia, alle porte di Latina, lungo la Strada Statale Pontina, sorta nel 1977 come “Sacar Officine Meccaniche” e dal 1987 con il nome Sacar. “La nostra clientela - osserva il giovane Sardellitti, è composta di piccoli trasportatori, in linea del resto con la politica Scania. Il fatturato va dunque analizzato tenendo presente che è il risultato di un lavoro duro, realizzato quasi con un camion per cliente e che quindi che intende soddisfare le esigenze di un alto numero di operatori del settore. Come andrà nel 2007? Io dico che corriamo dietro la qualità dei numeri. Il mercato cresce, noi certamente manterremo le quote dell’anno scorso, senza esasperazioni maniacali. Già oggi la posizione raggiunta da Scania nel Lazio ci vede con il 10 per cento del mercato oltre le 14,5 tonnellate subito alle spalle del costruttore nazionale Iveco che viaggia oltre il 50 per cento; a oggi la nostra quota ci soddisfa ampiamente. Tutta la nostra storia è stata segnata da un continuo e costante impegno per una sempre più completa offerta di servizi e competenze, così da consentirci di guadagnare la fiducia di migliaia di clienti. Il frutto dell’esperienza acquisita negli anni dello sviluppo commerciale ha lasciato intendere qual è la direzione presa dai nostri clienti più attivi. Le aziende di trasporto richiedono oggi la soddisfazione di esigenze complesse, che necessitano di una concessionaria capace di offrire un’ampia scelta di soluzioni e servizi, il tutto all’insegna della qualità e della professionalità. Da qui le scelte di progetto degli ultimi anni, come quella di aggiunge all’offerta Scania prodotti complementari, come quelli firmati da Nissan e Volkswagen, Merker, Hiab”.


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