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DEALER

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

CLAUDIO CREMONESI RESPONSABILE VEICOLI INDUSTRIALI CONCESSIONARIA MERCEDES-BENZ AGRICAR DIESEL

“Trentacinque anni insieme alla Stella” Per l’azienda bresciana la scelta di Mercedes-Benz è stata vincente fin dagli inizi dell’attività che negli anni è cresciuta fino a diventare un vero e proprio network per la vendita e l’assistenza di veicoli industriali leggeri, medi e pesanti della Stella, con un volume che lo scorso anno ha toccato le 1.200 unità.

di Mattia Eccheli BRESCIA - Una stella della casa della stella. Fra i concessionari italiani Mercedes-Benz del Gruppo DaimlerChrysler, i fratelli Cremonesi (che sono di Brescia) hanno pochi rivali con i loro impressionanti numeri: giro d’affari, addetti e veicoli industriali consegnati. Claudio, il più giovane dei due con i suoi 60 anni, sorride: “Guardi - confessa - noi pensiamo a lavorare. Immagino che, casomai ci fossero delle classifiche, saremmo piazzati bene: ma a noi in teressa lavorare. Anzi: a noi piace lavorare. È solo così che si ottengono i risultati”. Il nome della concessionaria non di ce molto, rischia piuttosto di confondere le idee perché si chiama Agricar Diesel spa. I soci sono oggi Gianfranco (71enne titolare e fondatore) e la figlia Francesca, oltre che, naturalmente, Claudio, responsabile del settore veicoli industriali. “La storia sarebbe lunga - precisa Claudio - perché prima di ottenere la concessione Mercedes, l’azienda si occupava di mezzi agricoli. Però non abbiamo mai cambiato denominazione”. I NUMERI DEL SUCCESSO Del resto non ce ne sarebbe motivo: dal 1973 in poi i due fratelli hanno collezionato numeri di successo. Tanto che oggi, oltre alla sede centrale di Brescia, hanno altre quattro filiali: in Valle Camonica, ad Artogne, a Piacenza, a Parma e a Mantova. Hanno un giro d’affari di circa 250 milioni di euro l’an no (di cui 80/90 legati ai mezzi pesanti) ed assicurano un’occu-

L’assistenza è una delle attività fondamentali della strategia della concessionaria Mercedes-Benz bresciana per la quale la soddisfazione del cliente ha la priorità assoluta. Sopra, l’Actros cavallo di battaglia della Stella. pazione stabile a quasi 350 persone. “Quando abbiamo cominciato - ricorda il responsabile del settore veicoli industriali - eravamo mio fratello, io, un’impiegata e altre tre persone, inclusi i meccanici. Non è stato facile”. Claudio Cremonesi non fatica a rac-

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contare le ragioni di questo avvio in salita: “Il marchio era conosciuto ed era sinonimo di affidabilità - osserva solo che in Italia vigeva una sorta di monopolio. L’unico dubbio che qualsiasi cliente sembrava avere non era la marca, quella era scontata, ma il tipo di veicolo. Cioè: che fosse Fiat, perché allora non c’era ancora Iveco, era praticamente ovvio. Dovevamo in qualche modo rompere questa egemonia”. I due combattivi fratelli bresciani non solo non si sono lasciati scoraggiare, ma si sono rimboccati le maniche partendo da una visita allo stabilimento (praticamente appena inaugurato) di Wörth, in Germania. Ancora oggi Clau dio Cremonesi ricorda il primo veicolo Mercedes-Benz venduto: “Non lo dimentico di sicuro - ammette - anche se mi sfugge il nome del cliente, ma se le serve me lo procuro... Dicevo che non me lo dimentico: era un mezzo cava/cantiere, di quelli per il movimento terra a tre assi, anche se oggi ce ne sono a quattro”. Come avete fatto a “sfondare”? “In parte l’ho già detto: con il lavoro. E poi, sa, Mercedes-Benz era ed è un marchio di garanzia. I mezzi erano e sono affidabilissimi. E i nostri clienti l’hanno capito nel corso degli anni fidandosi all’inizio solo di quello che dicevamo noi”. I VEICOLI DELLA SVOLTA E poi? “E poi contando i passaggi in officina. Noi assicuravamo che, tagliandi a parte, gli interventi sarebbero stati pochi con un numero assai contenuto di giorni di fermo macchina. Pri ma ci credevano e basta, poi l’hanno verificato. Due tre anni sono bastati per avere la conferma che non raccontavamo frottole. Senza contare tutti gli interrogativi circa il valore dell’usato e la qualità dell’assistenza. Mi pare che le risposte che siamo riusciti a dare siano state apprezzate”. Per questo, i fratelli Cremonesi

avevano voluto visitare gli stabilimenti Mer cedes-Benz in Germania: per sincerarsi di quanto avrebbero promesso, lan ciandosi in questa nuova “avventura” imprenditoriale. Un’avventura di successo per la quale oggi parla un da to: 1.200 veicoli venduti all’anno, di cui 800 Transporter e 400 mezzi pesanti. Fra i clienti ci sono nomi importanti, a partire da quello dei colossi Bertani e Mercurio.Quali sono stati i veicoli della “svolta”, quelli grazie ai quali vi siete imposti in Italia? “Ne ricordo due in particolare: a cavallo degli anni Ottanta l’SK con la nuova cabina per quanto i mezzi pesanti e, una decina di anni più tardi, lo Sprinter fra quelli leggeri”. Quanto è difficile conquistare nuovi clienti? “I sistemi non mancano, ma il difficile non è trovare nuovi clienti. Ba sti pensare al prezzo, ma non è certo questo il terreno sul quale noi vogliamo competere”. Vuole dire che è più im portante tenersi nuovi clienti? “Proprio così: è la cosa più complicata. È questa la nostra politica: la credibilità è tutto per noi. Un cliente lo si conquista con il prezzo, magari con la disponibilità di un mezzo pronta consegna o con qualche valutazione particolare dell’usato. Ma alla lunga lo si fidelizza in modo diverso: con la qualità e l’affidabilità”. Sta dicendo che sono tornati da voi clienti che si erano rivolti ad altri? “Cosa vuole che le dica? Per uno che fa questo lavoro, quella è la soddisfazione più grossa. Sì: sono tornati da noi imprenditori che avevano compiuto scelte diverse. Significa che impostare l’attività in un certo modo, anche indipendentemente dal prezzo, alla fine paga”. Duecentocinquanta milioni di euro di volume d’affari l’anno e quasi 350 addetti la cui età media supera di poco i 30 anni, vogliono pur dire qualcosa: “Vogliono dire che siamo proiettati nel futuro perché abbiamo molti giovani che lavorano con noi. Per questo non ci spa ventano eventuali scenari

futuri, come quello dell’intermodalità. Anzi: for se siamo più attrezzati di altri. E ciò vor rebbe dire che conosciamo il nostro lavoro”. La sola sede centrale di Brescia copre una superficie di circa 70mila quadrati; con le altre filiali Agricar raggiunge quota 180mila, di cui 54mila coperti. E alla sezione “veicoli industriali” è dedicata più della metà egli spazi. Perché, con gli anni, i fratelli Cre monesi hanno deciso di puntare non soltanto sui mezzi pesanti, ma anche sulle vetture. Ne è scaturito così un connubio soddisfacente con Mercedes-Benz e, più in generale, con DaimlerChrysler. ASSISTENZA ASSE PORTANTE Nel solo anno 2006, le vendite di Agricar Diesel spa sul fronte dei veicoli industriali è salito del 10-12 per cento (perfino meglio delle vetture) rispetto al 2005: “I risultati sono stati ottimi - chiarisce Claudio Cremonesi per questo ci aspettiamo per il 2007 un andamento meno positivo. Però noi diciamo sempre che “il lavoro si ammala, ma non muore”. Veniamo da anni difficili per cui anche tenere le posizioni è già un segnale incoraggiante”. L’assistenza è uno degli assi portanti della strategia della concessionaria bresciana: “I mezzi sono talmente affidabili che i tagliandi si fanno ogni 70-100mila chilometri. Malgrado questo, abbiamo officine specializzate in ognuna delle nostre filiali, oltre che presso la sede, per un totale di centoventi addetti, di cui una settantina fra meccanici e accettatori. Mi pare proprio di poter dire che siamo in grado di fornire un servizio all’altezza delle esigenze di chi si rivolge a noi con fiducia e con cer te aspettative. Se la memoria non mi inganna, riusciamo a gestire oltre 6mila passaggi all’anno nella sola officina di Brescia...” conclude Claudio Cremonesi. Il fatturato della sola assistenza si attesta attorno agli 8 milioni di euro a esercizio, di cui oltre 5 derivati dai ricambi.


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