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DEALER

N° 199 / Maggio 2011 Il Mondo dei Trasporti

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VOLVO TRUCKS / LO STATO DI LIQUIDAZIONE DELLA NORD DIESEL E I TANTI PROBLEMI AL TAPPETO

I clienti del Nord-Ovest non vogliono cambiare bandiera Lino Sinari MONDOVÌ - Non è stata del tutto una sorpresa, ma comunque la chiusura di Nord Diesel, concessionario Volvo Trucks per tutto il Nord Ovest, sta facendo parlare da mesi i protagonisti del mondo del veicolo industriale in un distretto che, sia pure tra mille difficoltà, resta uno dei più importanti a livello nazionale. Erano almeno cinque anni che per gli addetti ai lavori il gruppo di proprietà della famiglia Filippi navigava in acque agitate. Anche a causa di decisioni piuttosto controverse, come negli anni Ottanta l’avventura con un secondo mandato, ottenuto dal marchio Daf che si era concluso con un disastro commerciale con relativa chiusura, o come le altre pesanti difficoltà accusate negli anni Novanta. STRATEGIE ERRATE Successivamente seguono altre scelte sbagliate come quella di stoccare grandi quantitativi di semirimorchi, per poi scoprire che il mercato era paralizzato, oppure la decisione più recente di entrare in un nuovo settore, come la vendita di autobus, assumendo la rappresentanza dei mezzi turchi Otokar, con relative fideiussioni per poi non riuscire neppure a prendere la via degli appalti delle aziende di trasporto pubbliche.

La sede centrale della Nord Diesel a Mondovì. Lo storico concessionario è in liquidazione. Attualmente la Nord Diesel è in liquidazione, ma data un’occhiata alle carte risulta difficile assicurare che questa operazione si concluderà positivamente, soprattutto per l’ammontare complessivo del debito. La prima richiesta di concordato da parte della concessionaria ha visto l’offerta di un ripianamento del 18 per cento dei debiti, giudicato insufficiente dai creditori, che sono soprattutto Volvo Trucks e alcuni istituti bancari. Il valore dei camion (e semirimorchi) ancora in concessionaria e oggi in vendita è di 7,5 milioni per le macchine nuove e di circa 1,7 milioni per gli usati. E questo naturalmente se dovessero finire nelle mani direttamente di clienti privati. Se invece il tutto verrà acquistato da

altri rivenditori o comunque da grossisti, difficilmente si riuscirà a ricavare più di cinque milioni di euro totali. In più sembra che si sia verificato qualche problema proprio con Volvo Trucks relativamente ai mezzi ancora in stock, il che potrebbe allontanare ulteriormente la soluzione. Intanto, sono state chiuse tutte le succursali del colosso piemontese messo in piedi negli anni Cinquanta da Giorgio Filippi, scomparso l’anno scorso, ovvero la sede centrale di Mondovì, con relativa officina, lasciando a casa i 44 dipendenti che vi lavoravano, e le altre sedi, sempre con officina, di Tortona, Issogne, Pontedecimo, Imperia. La prima a chiudere è stata la sede più recente, quella

di Settimo Torinese, inaugurata in grande stile qualche anno fa, e battenti chiusi anche per la Torino Camion, tramite la quale Nord Diesel rivendeva alcuni degli usati ritirati in permuta. Fuori dalla realtà nuda e cruda dei fatti, ci domandiamo come ha fatto un’azienda di dimensioni importanti che soltanto nel 2008 vendeva 450 camion Volvo Trucks, in buona parte FH, 350 piccoli camion Isuzu e un centinaio di semirimorchi, ad accumulare un simile debito? Domanda destinata a restare senza risposta, se non affidandosi alle voci che si rincorrono in Piemonte, e che vogliono il gruppo troppo concentrato esclusivamente sulla vendita di camion nuovi, realizzata a volte con valutazioni azzarda-

Dopo la chiusura di tutte le sedi e delle officine del Gruppo fondato negli anni Cinquanta da Giorgio Filippi, Volvo Trucks sta cercando di riorganizzare la sua presenza in un territorio importante per il marchio svedese e dove i clienti Volvo chiedono di poter contare sulla qualità dei servizi che li ha sempre soddisfatti. te degli usati ritirati in permuta, senza poi valorizzare le pur tante officine, destinate soprattutto a coprire le garanzie del costruttore, un impegno che a livello economico non è sufficientemente redditizio. Il resto forse lo sa soltanto Pier Luigi Filippi che ha retto le sorti della Nord Diesel negli ultimi anni, offrendo anche importanti garanzie personali per salvarla dalla liquidazione, ma senza riuscirci. Filippi, grande appassionato di auto da corsa e ancor più sostenitore del figlio Luca nella scalata non riuscita alla Formula 1, al momento naturalmente non parla. Forse ci sarà tempo più avanti per raccontare e spiegare, andando oltre il triste balletto delle cifre che oggi inchiodano inevitabilmente l’intera società. Volvo Trucks si trova scoperta in un territorio molto esteso e molto legato al marchio svedese. Più volte negli ultimi mesi si era ipotizzato che il costruttore decidesse di affrontare direttamente la questione, magari rilevando parte delle strutture della Nord Diesel ed evitando il ricorso alla liquidazione. Così non è stato. Da Zingonia non so no mai neppure arrivati segnali di possibili accordi, a significare quanto il rapporto tra marchio e concessionario si sia deteriorato. Per rimediare Volvo Trucks sta comunque rimettendo radici in Piemonte. La nuova filiale diretta è già stata aperta, o sta per esserlo, a Magliano Alpi, in

cui ha acquistato un capannone da 1.500 mq con un piccolo piazzale, ha messo su un’insegna, ha riassunto tre degli ex ven ditori Nord Diesel e sette meccanici. Forse non è la struttura che ci si aspettava visto il successo dei camion svedesi nelle province limitrofe e visto che, chiusa la serie di officine autorizzate collegate al Gruppo Filippi, ne restano in attività appena otto di indipendenti. Un secondo insediamento, sempre gestito direttamente, è previsto a Tortona, in un’area di proprietà del Gruppo Gavio. NOTE POSITIVE Tra le note positive va invece rimarcata la fedeltà dei clienti Volvo Trucks. Infatti, nonostante la chiusura del dealer di riferimento, sono pochi, per il momento, quelli che sono passati alla concorrenza. Non così sul terreno dell’assistenza. I più accorti tra i professionisti delle officine avevano già da tempo acquistato le attrezzature necessarie per le riparazioni dei camion svedesi e stanno già lavorando. “L’officina di Magliano Alpi - spiega uno di questi che preferisce restare anonimo - può servire a coprire le garanzie e non molto di più. E lo stesso si può dire della vendita. Non è certo una concessionaria come quella di Magliano Alpi all’altezza di quelle alle quali sono abituati i clienti Volvo Trucks”.

MERCEDES-BENZ / LA CONCESSIONARIA EURO CO.M.I. DI SASSARI

La Stella nel triangolo Sassari, Olbia, Cagliari La nuova sfida imprenditoriale con il marchio Mercedes-Benz e della famiglia Taula, che ha già maturato una buona esperienza nel settore della vendita di veicoli industriali, ma che punta giustamente sulla qualità del servizio per garantirsi crescita e redditività. SASSARI - Quel che traspare subito è il sincero entusiasmo di Pasquale Taula per la nuova sfida imprenditoriale intrapresa. Infatti il giovane manager sardo della Euro Co.m.i. (a 32 anni con già dieci stagioni di attività sulle spalle probabilmente il più giovane concessionario d’Italia) ha aggiunto da qualche mese alla rappresentanza Daf quella dei veicoli industriali e commerciali Mercedes-Benz. “Sono stati loro a chiamarci spiega Taula - e un’offerta da parte di un marchio di quella portata, con quella storia non può essere rifiutata”. Per adesso i due costruttori convivranno nella sede di Predda Niedda, pur rivista in sintonia con le Case costruttrici, creando due aree ben distinte, a cui nel prossimo futuro verranno aggiunte altre due filiali.” Nel

giro di due anni contiamo di riuscire ad aprire a Cagliari prosegue Taula - e di tre anche a Olbia, in modo da poter coprire tutta l’isola. Senza avere centri di assistenza e sedi almeno in queste tre zone non è possibile farlo in modo ottimale; l’estensione è grande”. DISTRIBUZIONE DI CARBURANTE L’attività della famiglia Taula nel mondo del veicolo industriale inizia circa dieci anni fa e si collega a quella principale, che è la distribuzione di carburanti in cui è leader in regione, il cui deposito è ancora oggi attiguo alla concessionaria. “Mio padre Felice è un grande appassionato di camion. Gestisce, con i suoi fratelli, un’azienda con trenta camion nel com-

parto rete ed extrarete petrolifero. Io ad esempio seguivo la divisione bunkeraggi, e mai avrei pensato di diventare responsabile di una concessionaria, un lavoro però che oggi mi appassiona molto”. LA STRATEGIA DEL SERVICE E su cui Taula ha le idee decisamente chiare. “Le vendite oggi non bastano a tenere in piedi un dealer, bisogna puntare molto sul service, per questo vorremmo una sede in ogni zona della Sardegna. Dove c’è un buon service arrivano anche le vendite”. A conferma gran parte dei mille mq coperti della attuale struttura è dedicata all’officina. “In totale si tratta di 800 mq che stiamo completamente rivedendo in modo da


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