Aquariophylia 5 Maggio 2012

Page 1

La gambericoltura: industria e acquari Parametri per la scelta di un discus perfetto

Caulerpa taxifolia Cryptocarion L’acqua torbida Interzoo: anteprima BluWave: eccellente o deleterio? Mini-acquario zen

Cladocora mediterranea Set-up Iwaguppy

Le rubriche del mese


LA RIVISTA È CLICCABILE Ogni volta che apriamo un numero di questa rivista i nostri occhi si riempiono di meraviglia! La grafica è accattivante, le foto danno piacere ed i testi sono interessanti. Non vogliamo qui auto-referenziarci né peccare di immodestia, ma solo esprimere il nostro autentico stupore per un’impresa quasi impossibile con i pochi mezzi a disposizione: ne siamo orgogliosi! Ma quello che più stupisce è la multimedialità. Cliccando sui vari link e sulle foto vi muoverete immediatamente in altri contesti, in altri mondi, viaggiando per divertirvi, imparare, interagire. Fatelo regolarmente, provate a cliccare. Non costa nulla e vi renderà la lettura un’esperienza totalmente diversa, molto più coinvolgente e appassionante. Fatelo! Lo avete fatto? Benvenuti nel ventunesimo secolo!


AQUARIOPHYLIA European Aquarium Hobbyist Magazine www.aquariophylia.it Mensile di informazione per acquariofili e negozianti Autorizzazione del Tribunale di Napoli nr. 7 del 7 - 1 - 2011 Anno II numero 5 - maggio 2012 Edito da Papyrus Publishing COMITATO DI REDAZIONE Valerio Zupo (Direttore Responsabile) Alessandro Palomba (Struttura web) Mariagiulia Peduzzi (Grafica & Impaginazione) Rita Colognola (Segreteria di Redazione) Ettore Peyrot (Web Marketing) Massimo Fabbri (Consulenza Editoriale) Pasquale Ambrosini (Diffusione multimedia) Monica Zuccarini (Diffusione & Divulgazione) Massimo Pagni (Revisione testi) CONSIGLIO SCIENTIFICO Dott. Rita Colognola, Dott. Francesco Denitto, Dott. Luciano Di Tizio, Dott. Matteo Grassi, Mirko Mutalipassi, Dott. Valerio Zupo RESPONSABILI DI SEZIONE Tony Di Meglio (Mini-acquari) Luciano Di Tizio (Acqua dolce) Gennaro Iovino (Discus) Mario Loffredo (Link & Argomenti Strutturanti) Lorenzo Luchetta (NonSoloAcquari) Mirko Mutalipassi (Test & Recensioni) Antonio Piccolo (Come si fa) Stefano Rossi (Acquario Marino Mediterraneo) Roberto Silverii (Anabantidi) Franco Savastano (Spunti di immersione e di viaggio) HANNO CONTRIBUITO A QUESTO NUMERO Carassio Aurato Francesco De Rosa Tony Di Meglio Marco Di Natale Luciano Di Tizio Federica Ferrigno Gennaro Iovino Ippo Campo Mario Loffredo Febo Lumare Gabriella Maleti Maurizio Quarta Fabio Russo Marco Sabatano Luigi Storoni Valerio Zupo

Pubblicità e Redazione: Papyrus Sir Winston Churchilllaan 733 - NL 2287 AN Rijswijk - The Netherlands Tel. 0031-(0)70-3930964 e-mail: aquariophylia@gmail.com Per abbonarsi gratuitamente alla rivista e riceverla ogni mese: http://www.aquariophylia.it Gli autori sono responsabili dei pareri espressi nei singoli articoli e questi non riflettono necessariamente l’opinione della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale, di contenuti, testi, foto o filmati pubblicati in questa rivista, salvo specifica approvazione scritta da parte della redazione.

Per citare gli articoli contenuti in questa rivista usare il formato seguente: Nome dell’autore e titolo dell’articolo In: aquariophylia n., anno, pag. (www.aquariophylia.it)


AQUARIOPHYLIA

EUROPEAN AQUARIUM HOBBYIST MAGAZINE

Anno II - n째 5 maggio 2012

94 46 104

54

134

18


10 14 18 28 36 46 54 66 70 73 94 104 111

Editoriale Questo numero in breve Lettere in redazione Lectio magistralis. La gambericoltura: industria e acquari. Terza parte di Febo Lumare Parametri per la scelta di un discus perfetto di Gennaro Iovino Una buona notizia dal Nord del Mediterraneo: in regressione l’alga assassina di Luciano Di Tizio Mi presento: sono il pesce rosso di Maurizio Quarta Vai col link! Oggi parliamo di Cryptocarion a cura di Mario Loffredo La rubrica del Carassio Dalle associazioni Inserto da stampare e conservare. Terza parte di Diskuszucht Stendker. L’acqua torbida di Marco Di Natale e Federica Ferrigno Test & Recensioni Dennerle Nano marinus reef light Ferplast CO2 Energy mixer Grotech ABC Red Sea Reef Grow Kit Teco E-Chill

122 124 127 128 130 134 138 140 142 144 146 148

Settimo raduno nazionale ReefItalia Il numero 4 raccontato da Ippo Campo Interzoo: anteprima Rubrica di poesie di Gabriella Maleti Questo non mi convince. BluWave: eccellente o deleterio? Mini-acquario zen: quando la semplicità diventa pura bellezza di Tony Di Meglio e Valerio Zupo La scheda del mese: Cladocora caespitosa a cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa Video contest Oltre il vetro di Luigi Storoni Photo contest Come si fa: Iwaguppy di Marco Sabatano Nel prossimo numero


I NOSTRI COLLABORATORI E RESPONSABILI DI SEZIONE Questa rivista si basa sul lavoro di un gruppo multidisciplinare di volenterosi che desiderano accrescere la diffusione degli acquari nel nostro paese. Possiamo affermare anzi che, in base alla struttura che abbiamo voluto imporre a questa pubblicazione, ogni responsabile di sezione abbia realizzato una sua propria rivista dedicata ad un singolo argomento. Speriamo che i loro sforzi vi siano graditi, ma attendiamo comunque da voi critiche e suggerimenti, per rendere la nostra famiglia sempre più efficiente e produttiva. Vi presentiamo dunque la squadra!

VALERIO ZUPO (Direttore Responsabile) biologo, laureato a Napoli con lode. Ha frequentato l'Università Livre di Bruxelles per un PhD sulle reti trofiche in fanerogame marine ed ha ricevuto un Fullbright award nel 1994. È stato coordinatore di vari progetti di ricerca e tutt'ora svolge la propria attività di ricercatore della Stazione Zoologica di Napoli, presso il laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia (Napoli). Da molti decenni è appassionato di acquari ed ha scritto per numerose riviste nazionali, oltre a collaborare con varie riviste divulgative internazionali. I suoi interessi di ricerca sono focalizzati all'ecofisiologia dei crostacei decapodi, le reti trofiche ed i rapporti tra piante ed animali. Ha scritto 12 libri divulgativi sugli acquari, le malattie dei pesci, la fauna e la flora del mediterraneo. Nel campo degli acquari è particolarmente interessato agli aspetti ambientali, la gestione dei sistemi complessi, il filtraggio e la qualità dell'acqua, nonché le malattie dei pesci e gli acquari marini mediterranei. Ha inoltre pubblicato alcuni testi sui discus ed alcuni CD multimediali sulle malattie dei discus e sulla gestione degli acquari marini e d'acqua dolce. ALESSANDRO PALOMBA (Organizzazione editoriale e Struttura Web) appassionato da sempre di acquariofilia mediterranea, crea nel 2000 il sito Acquario Marino Mediterraneo con il gruppo “Amici del Med” che riunisce tutti gli appassionati di acquario marino mediterraneo e non solo, con l'idea di dare un’informazione libera da profitti commerciali. Nel 2003 fonda con alcuni appassionati l'Associazione Italiana Acquario Mediterraneo e ne è presidente fino al 2009. Sempre nel 2003 scrive il disciplinare per un acquario mediterraneo ecosostenibile, che trova appoggio nella stessa AIAM e viene presentato in diverse occasioni patrocinate da enti ed istituzioni. Nel 2010 fonda con alcuni amici l'Associazione EcoAcquario che ha come scopo prioritario la realizzazione di un acquario mediterraneo “tipo”, realizzato con i soli scarti della pesca professionale o con il recupero di organismi da manufatti destinati alla distruzione. Collabora con diverse scuole per portare avanti progetti di EcoAcquario e gestisce diversi siti tra cui www.aiam.info, www.acquariomediterraneo.it e www.aquariophylia.it. FRANCESCO DENITTO (Autore e Consigliere di Redazione) biologo Marino, Francesco Denitto svolge attualmente attività di ricerca presso l’Università del Salento, ove ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche ed il suo dottorato di ricerca in Ecologia Fondamentale. Subacqueo per diletto e professione, effettua studi sulla biologia delle grotte marine sommerse e sull’ecologia degli organismi planctonici, in particolare le meduse. È autore di svariate pubblicazioni scientifiche di biologia marina. Appassionato di lungo corso, è autore di numerosi articoli di acquariofilia e dedicati all’allevamento del discus. Collaboratore di riviste italiane del settore, oggi i suoi lavori sono pubblicati prevalentemente all’estero. Infatti, collabora regolarmente con le più importanti testate internazionali, tra cui lo storico Diskus Brief (Germania), la prestigiosa rivista americana Tropical Fish Hobbyist (TFH) ed alcuni magazine asiatici. È co-autore del libro “Trophy Discus” edito dall’americana Cichlid Press. Relatore per conferenze sul “mondo acquatico”, Francesco è anche giudice di gara nei concorsi internazionali di discus, tra cui alcuni prestigiosi campionati in Europa ed in Asia. È stato fondatore del Gruppo Acquariofilo Salentino (GAS), ove riveste la carica di segretario.

6


TONY DI MEGLIO (Responsabile sezione mini-acquari) nato ad Ischia nel 1975 si è diplomato odontotecnico. Da sempre appassionato di natura e di animali domestici (..e non!) ha allevato vari insetti tra i quali compaiono cavallette, scorpioni mediterranei e insetti stecco thailandesi, di cui ha ottenuto varie riproduzioni. È naturalmente appassionato di acquari, e si è dedicato negli ultimi anni alla realizzazione di mini-vasche caratterizzate da grande fascino in poco spazio. Si interessa unicamente di acqua dolce ed è particolarmente interessato alle diverse varietà di Caridina. Ha allevato Betta ed altri pesci d’acqua dolce e riproduce Planorbis e vari altri organismi insoliti. LUCIANO DI TIZIO (Responsabile sezione acqua dolce & laghetto) giornalista professionista, si occupa di acquari da oltre 40 anni. Ha spaziato in tutti i settori di questo hobby, con una particolare attenzione al dolce nostrano ed all’acquario mediterraneo. È stato tra i fondatori dell’Associazione Acquariofili Abruzzese, della quale è attualmente il presidente, ed è stato per sette anni presidente dalla FIAAE, la Federazione che negli anni ‘90 del secolo scorso raggruppò tutte le allora numerose associazioni italiane di acquariofilia e di terrariofilia. Ha allevato e riprodotto pesci, anfibi e rettili ed ha condotto, da solo o con altri esperti, numerosi studi sul campo sulla piccola fauna italiana. Ha scritto oltre 1000 articoli per riviste specializzate, in Italia ed all’estero, oltre ad una dozzina di libri divulgativi. È stato a lungo membro del comitato di redazione e direttore responsabile della rivista Aquarium. Come erpetologo ha partecipato e partecipa a congressi scientifici con propri lavori ed è coautore di diverse pubblicazioni. GENNARO IOVINO (Responsabile sezione Discus) napoletano, commercialista di professione, coltiva da 15 anni la sua immensa passione per i discus. Ha tradotto in italiano e curato la pubblicazione del libro di Andrew Soh “Discus the naked Truth” (“Discus, la Nuda Verità” nella versione italiana). Ha contribuito ad organizzare l'edizione 2010 di Napoli Aquatica e a rendere quell'evento un grande successo internazionale. Ha inoltre partecipato come osservatore a tutte le edizioni della fiera internazionale di Duisburg, evento di risonanza mondiale per tutti gli appassionati di discus e di acquariofilia. Come selezionatore di discus ha partecipato a vari campionati internazionali ottenendo risultati salienti a Duisburg, Stoccolma e Lecce. Infine ha contribuito a portare in Italia i magnifici discus dei fratelli Tan e dei migliori allevatori europei. MARIO LOFFREDO (Responsabile sezione Link) è nato a Napoli il 9 marzo 1967 ed è cresciuto ad Ischia, dove è impegnato nel settore turistico. Ama profondamente il mare ed i suoi abitanti: avvicinatosi all’acquariofilia all’età di 14 anni non se ne è mai più allontanato. Per alcuni anni i suoi acquari sono stati i classici “da salotto”, ma in breve si è accorto che il suo vero interesse era rivolto più al comportamento ed alla biologia delle specie allevate, piuttosto che al colore e alla bellezza. Da diversi anni ha concentrato i suoi sforzi nella riproduzione di specie marine mediterranee. LORENZO LUCHETTA (Responsabile rubrica NonSoloAcquari) divulgatore naturalistico appassionato di piccoli mammiferi da compagnia, fauna montana, ed altri argomenti legati ad animali e piante. In merito a tali tematiche collabora con diverse riviste di settore ed ha scritto testi di cui è autore anche delle immagini. Si interessa da diversi anni come amatore di stagni naturali, acquari d’acqua dolce fredda e conchiglie. MIRKO MUTALIPASSI (Responsabile sezione Test & Recensioni) nato a Napoli nel 1983, da sempre ha coltivato la passione per il mare, la subacquea e gli acquari. Dopo una parentesi di studi presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, si è laureato in Biologia delle Produzioni marine. Vanta numerose esperienze lavorative presso serre di importazione di pesci e invertebrati tropicali e collaborazioni con aziende del settore nella realizzazione di sistemi di filtraggio per acquari marini. Ha organizzato e presenziato a numerosi convegni di acquariofilia diretti principalmente ai negozianti del settore.

7


ANTONIO PICCOLO (Responsabile sezione Come si fa) nasce a Napoli nel 1960. I suoi interessi sono: le arti, le scienze e la tecnologia. Opera nel campo della fotografia, video e musica. Dopo numerose mostre, concerti e performance, nel 1984 termina il corso di studi laureandosi in Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Si trasferisce a Londra dove lavora con il regista americano Chatt Hall. Negli anni novanta si è occupato di fotografia naturalistica, ha lavorato nel campo della pubblicità, e-commerce e documentaristica. Attualmente è docente nella scuola secondaria, collabora con varie riviste on line e continua a produrre documentari e fotografie. STEFANO CARLO ANDREA ROSSI (Responsabile sezione Acquario Marino Mediterraneo) geologo professionista, nato a Milano nel 1962, è cresciuto circondato da acquari domestici. Dopo una pausa post-universitaria ha messo i ramponi nel cassetto, ha ripreso ad immergersi con l’autorespiratore ed infine ad allestire acquari, con vasche di acqua dolce, di sole piante e, finalmente, ancora marine mediterranee, grazie ai gruppi incontrati sul web fino alla mailing list che evolverà in AIAM (Associazione italiana Acquario Mediterraneo, www.aiamitalia.it) di cui attualmente è presidente. L’impegno all’indipendenza, alla divulgazione e alla didattica, l’apertura al confronto ed i contatti con il mondo della ricerca sono tra gli obiettivi che considera prioritari per un’associazione di appassionati, così che un semplice hobby possa divenire anche strumento di crescita personale per tutti. FRANCO SAVASTANO (Responsabile Spunti di Immersione e di Viaggio) napoletano, da molti anni residente ad Ischia, dove svolge attività subacquea come consulente, responsabile locale ed istruttore (in diverse specialità tecniche) della Federazione Italiana Attività Subacquee FIAS. È laureato in Giurisprudenza, giornalista pubblicista, scrittore specializzato nei settori Nautica, Mare, Subacquea. È conduttore di programmi televisivi per emittenti locali, corrispondente di riviste nazionali ed internazionali. È stato inviato speciale all’estero per importanti testate nazionali del settore subacqueo. È autore di rubriche periodiche di biologia marina su testate europee, scrittore di manuali tecnici subacquei per testate estere, vincitore di innumerevoli prestigiosi premi ed attestazioni internazionali in concorsi foto-video, tra i quali i massimi riconoscimenti mondiali Plongeur d’or Diaporama 1984, Plongeur Argent 1982, Diaporama e Plongeur de Bronze 1983, Diapositive al Festival Mondial de l’Image Sous-marine di Antibes Juan-Les-Pins. È stato presidente e più volte membro di giurie nazionali ed internazionali di fotografia e film. ROBERTO SILVERII (Responsabile Sezione Anabantidi) abruzzese, è nato nel 1984 a Roma e vive da alcuni anni a Bologna, ove studia Medicina Veterinaria. La passione per l'acquariofilia nasce sin da bambino dall'amore per gli animali e matura poi con l'iscrizione all'Associazione Acquariofili Abruzzese. Grazie a Luciano Di Tizio ed Amedeo Pardi si concentra nell'allevamento di Betta splendens, e dal 2005 si dedica alle varietà di selezione. È co-fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Betta, che ha raggiunto proprio nell'ultimo anno traguardi importanti nella diffusione dell'allevamento delle varietà "show" di Betta splendens. MARCO DI NATALE (Autore) nasce a Salerno nel 1988. Ha fin da piccolo avuto la passione per la natura e gli animali, cimentandosi inizialmente con l’allevamento di piccoli rettili ed anfibi. Scopre la passione per l’acquariologia a dieci anni e si dedica all’allestimento di numerosi acquari, prima di acqua dolce e poi marina. Laureato in biologia marina, frequenta il corso di specializzazione in biologia delle produzioni marine presso la Federico II di Napoli e collabora con l’associazione Vivara Onlus, nell’allestimento di un acquario didattico marino mediterraneo. Ha inoltre partecipato a molti progetti organizzati dalla Federico II tra cui “scuola mare 2010”, il ”corso teoricopratico di Biologia Marina” a Punta Campanella e alcuni seminari. Ha prestato assistenza presso la “Bioservice” dedicandosi allo studio ed alla gestione delle risorse ambientali.

8


FEDERICA FERRIGNO (Autore) è nata a Napoli il 30/06/1988. Nel 2010 si è laureata con lode in Biologia delle Produzioni Marine, con tesi sulle patologie dei Gorgonacei. Da sempre ha nutrito una forte passione per il mondo animale e per il mare, avvicinandosi in tal modo all’acquariologia e al diving, nonché alla fotografia subacquea. Ha partecipato a diversi progetti di salvaguardia e monitoraggio di tartarughe marine e soccorso di cetacei spiaggiati. FEBO LUMARE (Autore) biologo marino, laureato presso l’Università di Roma, è uno dei pionieri dell’acquacoltura in Italia. È specializzato nel campo della gambericoltura, per la quale ha svolto stage di approfondimento in USA, Centro America, Medio ed Estremo Oriente, Sud-Est Asiatico ed in molti paesi dell’area del Mediterraneo e del Nord Europa. Dirigente di Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato direttore dell’Istituto per lo Sfruttamento Biologico delle Lagune e docente di discipline riguardanti l’acquacoltura presso le Università di Bari, Lecce e Palermo. Membro di numerosi comitati tecnico-scientifici governativi, regionali e provinciali, è inoltre. titolare di brevetto in conto C.N.R. per formulazione di mangimi per post-larve di Peneidi e di contratto di trasferimento tecnologico sui metodi di produzione di novellame di gamberi. Attualmente è direttore del CONARGA (Consorzio Nazionale di Ricerca per la Gambericoltura). È autore di circa 140 pubblicazioni scientifiche e tecnologiche e di manuali nel campo dell’acquacoltura, con particolare riferimento alla gambericoltura. GABRIELLA MALETI (Autore) è nata a Marano sul Panaro (Modena) nel 1942 e vive a Firenze. Fotografa, è anche autrice di numerosi video. È stata redattrice della rivista “Salvo imprevisti” e attualmente lo è de “L’area di Broca”. Con Mariella Bettarini ha fondato e cura le Edizioni Gazebo. Ha pubblicato dieci volumi di poesia e alcuni di narrativa, tra cui Amari asili (1995) tradotto in inglese dalle Edizioni Carcanet di Manchester, Sue poesie e racconti sono pubblicati su quotidiani, riviste e volumi antologici. MAURIZIO QUARTA (Autore) salentino verace, nasce a Lecce nel 1976 ed è laureato in Tecnologie per i Beni Culturali. L’acquariofilo che è in lui emerge da ragazzino, con un piccolo acquario di pesci rossi, per arrivare con successo al marino tropicale. Ma il primo amore non si scorda mai!. Così da alcuni anni dedica la sua vasca di oltre 600 litri all’allevamento di varietà pregiate di carassio. I suoi interessi abbracciano anche la fotografia e la collezione di piante grasse rare. Per diversi anni membro dello storico G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino), è socio fondatore del Salento Aquarium Club. FABIO RUSSO (Autore) nasce a Sorrento nel 1978. Appassionato di fotografia subacquea e naturalistica, collabora con il sito www.mondomarino.net e partecipa alla progettazione e realizzazione di documentari naturalistici sul mare. Per l'associazione AMM “Acquario Marino Mediterraneo” cura la rubrica "strani e poco conosciuti" oltre a collaborare alla stesura di schede di organismi marini mediterranei. MARCO SABATANO (ALIAS MARGUPPY) (Autore) è nato a Pompei (NA) il 09/12/1970. Il suo primo incontro con gli acquari risale ai primi anni ’80 quando, intento a studiare a casa di un amico, rimase incantato a osservare una coppia di Helostoma temmincki che si “sbaciucchiavano”. Inizia la sua carriera di acquariofilo all’età di vent’anni quando, in occasione del suo compleanno, si regala il primo acquario. I guppy sono da subito i suoi pesci preferiti al punto da usarli anche per il proprio nickname, Marguppy appunto. Dopo una pausa di circa quattro anni ritrova la passione e si dedica allo studio dell’acquascaping avvicinandosi sempre di più alla filosofia dell’acquario naturale.

9


PERIODO DI CRISI, PERIODO DI TRANSIZIONE... Brutti tempi, un po’ per tutti! Guardando in giro si vede in genere gente poco soddisfatta della propria situazione, eccezioni a parte. I giovani di regola non trovano lavoro o, perlomeno, non riescono a trovarne uno soddisfacente. Le posizioni migliori sono già occupate e la mancanza di fondi impedisce spesso di creare opportunità vere. I meno giovani lavorano di più per guadagnare molto meno che in passato e nella generalità dei casi la gente si trova in posizioni scomode. In questo generale grigiore, ci sarà ancora posto per gli acquari nella nostra vita? Difficile dare una risposta definitiva ma senza dubbio possiamo vedere la questione da due punti di vista opposti. Da un lato, considerando esclusivamente il punto di vista economico, in un periodo di crisi come questo, tutti noi siamo portati a pensare che si debba mettere da parte tutto quanto è frivolo e superfluo, per dedicare maggiore attenzione alle questioni materiali, per guadagnare di più... per spendere meno. D’altro canto, proprio in un periodo così difficile, grigio, abbiamo tutti bisogno di colore, di ritorno alla natura, di equilibri veri e concreti. Da questo punto di vista la risposta è assolutamente positiva e l’acquario può divenire, per giovani e meno giovani, una vera ancora di salvezza. Questo forse spiega i risultati contrastanti delle varie inchieste di mercato e gli strani bilanci degli operatori del settore. Da una parte c’è chi chiude o è costretto a ridurre le proprie attività per mancanza di clienti,

dall’altra chi afferma che nonostante la crisi, le cose non vanno poi tanto male. Se analizziamo i risultati commerciali in base alle attività di ogni singola azienda, di ogni singolo negozio, ci rendiamo conto molto bene di questa situazione e riusciamo a spiegare quanto ci accade intorno. Evidentemente la gente ha bisogno di svaghi sani e di passioni travolgenti come quella dell’acquariofilia, ma non è disposta a sprecare denaro. Forse in un periodo diverso avremmo accettato di pagare a caro prezzo una pompa centrifuga rumorosa. Oggi, al contrario, pretendiamo il meglio a prezzo contenuto, perché non possiamo concederci errori. Il denaro scarseggia, ma questo non significa che si debba rinunciare al meglio. Ecco perché i produttori che investono in innovazione e qualità appaiono relativamente soddisfatti, mentre quelli che si ritenevano “furbi” stentano a restare in piedi. A questo si aggiunge la positiva influenza della rete, che troppo spesso i nostri operatori commerciali tendono a voler ignorare! In passato esisteva solo il negozio di acquari sotto casa e, per acquistare un nuovo aeratore, si chiedeva consiglio all’amico negoziante. Oggi lo facciamo ancora... con qualche precauzione in più e solo se il negoziante si dimostra amico davvero! Se però lui ci propone un apparecchio rumoroso, poco affidabile, la reazione immediata è di fare un giretto su eBay, digitare la parola “aeratore” e vedere quanti risultati interessanti si riesce ad ottenere. Se si trova un apparecchio di marca a un prezzo inferiore a quello propostoci poche ore prima dal nostro “amico” negoziante, la reazione è 10


semplice e immediata: premere il bottone “acquista”! In un paio di giorni riceveremo a casa il nuovo accessorio, generalmente perfetto sotto ogni punto di vista, con buona pace del fornitore locale. Di chi è la colpa di questa situazione? Della crisi economica? Della presenza della rete? Dei produttori cinesi? Evidentemente la colpa è della scarsa lungimiranza dei nostri operatori commerciali, i quali pretendono ancora di lavorare come cinquant’anni fa, ignorando la presenza dei nuovi mezzi di diffusione di massa e meravigliandosi poi, se le cose non vanno come speravano! In fondo, tutto questo non è un male, perché ci porta anzi verso una situazione migliore, in cui i buoni prodotti e le persone migliori sono premiate. Solo che ci troviamo in un momento di transizione tra il vecchio e il nuovo e questo crea scompiglio. La rete, peraltro, crea queste ottime opportunità, ma produce anche tanta confusione

nelle informazioni. Basti considerare che dieci anni fa, se avessi voluto affermare che il pH è una specie di pesci tropicali, avresti dovuto scrivere un articolo e inviarlo a una rivista o ad un editore. Quello avrebbe inviato il tuo contributo a un gruppo di esperti e alla fine avresti ricevuto una lettera a casa, con ringraziamenti gentili per la fatica ed un rifiuto, perché le informazioni in esso contenute non erano state confermate dagli esperti. Oggi c’è molta libertà anche in questo senso. Tu vuoi affermare che lo scalare é un mollusco marino? Lo scrivi nel tuo blog, o nella newsletter del sito amico. Forse qualcuno ti manderà al diavolo. Ma se sei fortunato (e se scrivi cose un po’ meno scellerate, ma comunque errate!), troverai un altro furbone che confermerà la tua idea e, in men che non si dica, potrai trovare quella sciocchezza pubblicata in cento siti e accettata da migliaia di persone!

11


Vi pare eccessivo? Non ci credete? Allora fate una prova semplicissima! Provate a ricercare in internet la concentrazione di solfato di rame da utilizzare per la cura di Chryptocarion in acqua marina. Troverete decine di siti web che riportano una concentrazione di dieci volte superiore a quella terapeutica, assolutamente mortale! Volete conoscere il motivo? È colpa mia! Anni fa pubblicai il mio primo libro sugli acquari marini ed a causa di uno spiacevole errore tipografico, mai corretto, la concentrazione riportata nei miei manoscritti originali è salita di dieci volte (credo per lo spostamento di una virgola da parte di un dattilografo o roba del genere). Questo sarebbe stato un errore minimo, perché ho in più occasioni informato gli utenti attraverso varie pubblicazioni. Ma un primo acquariofilo zelante ha preso quel valore e l’ha copiato in un sito web. Un secondo appassionato l’ha copiato nel suo... in men che non si dica questa informazione si è diffusa in rete ed è divenuta “verità”. Oggi in pratica si trova solo questa, errata. Ovviamente cose del genere sono all’ordine del giorno perché (per fortuna!) ognuno può dire la sua, anche quando si tratti d’informazioni assolutamente false. Tra dieci o vent’anni tutto sarà diverso perché queste cose saranno giunte a maturità, probabilmente i negozianti sapranno fronteggiare le nuove opportunità della tecnologia e le informazioni saranno divenute corrette grazie a nuovi meccanismi di controllo e verifica, ma come faremo nel frattempo? Per fortuna c’è Aquariophylia! Non vendiamo accessori e non abbiamo interessi di parte, ma lavoriamo nell’ambito dei nuovi mezzi di diffusione utilizzando classici sistemi di verifica. Il nostro comitato di redazione e il nostro consiglio scientifico sono assolutamente “all’antica” e sono tesi (anche se non sem-

pre ci riusciamo: la perfezione non è di questo mondo!) a offrire informazioni assolutamente certificate. Però ci muoviamo in un mezzo fluido e moderno, che garantisce ampia diffusione, penetrazione capillare, economicità, rapidità nella diffusione. Il nostro problema è quello di tutti: ci troviamo in un momento di transizione e ancora oggi è difficile convincere tanti grandi operatori che la mancanza della carta non significa mancanza di sostanza... anzi! Siamo certi che tutti i nostri affezionati lettori potranno confermare questo dato, e difatti il loro livello di soddisfazione è molto elevato. Eppure tanti produttori, al momento di sborsare qualche euro per sostenere un’iniziativa che va esattamente nella direzione dei loro interessi economici (accrescere il numero di acquariofili significa far vendere un maggior numero di prodotti e questo lo capisce bene anche un bambino!) si meravigliano che una pubblicazione “senza carta” possa costare tanto. Come se i costi della carta (una cosa reale, tangibile!) fossero più importanti di quelli di una redazione, di uno studio grafico, dei fotografi, degli esperti... della rivista, insomma! Certo, anche questo cambierà e tra qualche anno saremo tutti cresciuti, consapevoli, saggi. Questo farà sì che anche gli attuali problemi economici si risolvano per il meglio, perché da quanto sin qui detto, appare evidente che la crisi è il prodotto, non la causa, dei nostri malcontenti. Ci chiediamo solo quanto durerà e, nel frattempo, troviamo conforto sicuro nei nostri acquari. Fate come noi e lasciate che la vista della vasca erborata, della riproduzione di una coppia di pagliaccio, vi porti magicamente fuori dalla crisi! Anche questa è una cosa reale e, forse, è il vero motivo per cui esistono gli acquari.

12



QUESTO NUMERO...

in breve Lectio Magistralis. Giungiamo alla terza lezione di gambericoltura grazie alla generosità del nostro grande esperto, che ci rivela i segreti degli allevatori. Alcune specie di peneidi sono in grado di riprodursi spontaneamente nei bacini da allevamento (Fenneropenaeus indicus). La maggior parte delle specie allevate, invece, deve essere sottoposta a trattamenti di condizionamento. Il controllo sulla maturazione sessuale e riproduzione dei gamberi peneidi in cattività viene messo in atto quando la specie da allevare non è presente in natura o, anche, pur essendo presente, la reperibilità delle post-larve da semina è scarsa e discontinua. I metodi d’induzione alla riproduzione si basano essenzialmente sull’eliminazione della funzionalità del peduncolo oculare e/o su manipolazione dei parametri ambientali quali fotoperiodismo, intensità luminosa, temperatura, alimentazione. Come fare? Tutto scritto nella Lectio! Parametri per la scelta di un discus perfetto. Selezionare un discus perfetto è il primo e più importante passo per la creazione di un vero campione. È molto comune vedere, nelle vasche di un campionato, discus con tanti difetti o, addirittura, deformati. Chiunque decida di prendere parte a un campionato, deve imparare a scegliere e gestire i propri discus tenendo ben presente questo principio: selezionare un buon discus e selezionare un campione sono due cose ben diverse. In quest’articolo si fa chiarezza su quegli elementi che potrebbero aiutarvi nella scelta. Vai col link. Oggi parliamo di C r y p t o c a r y o n. Conoscere tutte le malattie dei pesci richiederebbe una perizia non comune, certamente non alla portata dell’acquariofilo medio. Alcune malattie però sono più frequenti di altre e bisogna proprio conoscerle se si vuole tenere un acquario, perché la probabilità di doverle fronteggiare è elevatissima. Tra queste sono alcune parassitosi che compaiono a causa d’improvvisi stress, come gli sbalzi di temperatura. Proprio come in acqua dolce, a causa degli sbalzi di temperatura i pesci si ricoprono di piccoli puntini bianchi, una cosa simile accade negli acquari marini, anche se in 14


questo caso il parassita appartiene a una specie diversa: Cryptocaryon irritans. Il problema è vasto, ma lo studieremo nei dettagli grazie alla navigazione guidata offerta dal nostro esperto. Carassio. La redazione è animata da una confusione incredibile questo mese e persino Carassio non riesce a comprenderne il motivo. Ha notato un certo tramestio di camicie, polacchine e mutande. E passi per le polacchine, che sono signorine polacche incaricate di alcuni servizi giornalistici esterni, ma cosa c’entrano le mutande e le camicie? Non c’è dubbio: c’è qualcuno in partenza. Seguiamolo per comprendere come si srotola questa intricata matassa. C a u l e r p a t a x i f o l i a, in regressione l’alga “assassina”. Caulerpa taxifolia è una specie tropicale che ha iniziato a diffondersi nel Mediterraneo dal 1984 per un’involontaria “fuga” dalle vasche dell’Acquario di Monaco. Quest’alga, cui le esagerazioni giornalistiche hanno presto attribuito la nomea di “assassina” o “killer”, si è subito dimostrata più che adatta al nuovo ambiente, conquistando rapidamente spazio a detrimento delle specie autoctone. Fenomeno che si sarebbe oggi invertito: secondo la citata notizia le alghe e le fanerogame nostrane avrebbero riconquistato, nel Nord del Mediterraneo, circa l’80% del substrato prima invaso dalla specie aliena. Le ragioni del regresso restano al momento sconosciute e danno da pensare ai ricercatori, che sono ovviamente al lavoro per scoprire che cosa stia realmente accadendo. Mini-acquario zen: quando la semplicità diventa pura bellezza. Questo mese il nostro esperto di acquari miniaturizzati ci accompagna in un’impresa da guru: realizzare un acquario zen in una vaschetta molto piccola, già utilizzata in passato per altre composizioni. Il risultato è molto interessante e permetterà a tutti di mettere in luce le proprie capacità creative, in poco spazio e con pochissimi mezzi. 15


Rubrica poesie. Questo mese una nuova autrice ci porta di fronte al mare per ammirare il dialogo di una famiglia. Una poesia che ci fa pensare, commuovere, sentire. Le parole in prosa, infatti, mal si adattano a questi contenuti. Non resta che andare alla pagina e godere dei versi in tutta purezza. La salute dei pesci rossi. Continua la nostra serie sul pet più amato nel mondo, per prendere in considerazione la sua salute. Parlando di salute prima o poi scopriremo che non esiste nulla di meno esatto del classico motto: “Sano come un pesce”. Il nostro pesce rosso, infatti, può andare incontro a diversi disturbi e malattie, la maggior parte, spesso, è conseguenza di un cattivo allevamento. In particolare, la classica “boccia” di vetro è un contenitore che, a dispetto della sua diffusione, nasconde molte insidie e che risulta essere il meno adatto alla vita dei nostri carassi. Questo per una serie di ragioni pratiche ed estetiche, legate principalmente alla forma sferica del contenitore. Come sempre, il nostro intento non è di colpevolizzare chi ha in casa una boccia, ma di far capire perché una boccia serve a poco, discutendo qui dei suoi difetti, molto spesso ignorati dai possessori di pesci rossi. VII Raduno ReefItalia. Si è tenuto a Roma, il 15 aprile scorso, il settimo raduno nazionale ReefItalia. La location era atipica: un agriturismo immerso nel verde in provincia di Roma, a Canale Monterano, presso il lago di Bracciano. Ne abbiamo data un’anticipazione nel numero precedente. Oggi siamo pronti a raccontarvi l’evento. BluWave: eccellente o deleterio? Per la rubrica “questo non mi convince” accogliamo questo mese la missiva di un lettore che ci parla di un filtro da noi già recensito nel numero di gennaio: evidentemente i nostri articoli producono effetti concreti! Le nostre prime prove e le successive effettuate a seguito della lettera suddetta, indicano il BW09 come un filtro dalle performances molto elevate, se utilizzato in modo corretto. Questo significa farlo maturare nelle condizioni ideali (come descritto nell’articolo di gennaio e come confermato dal lettore, che ringraziamo) e gestirlo in maniera corretta. Come si fa: Iwaguppy. Marguppy è lo pseudonimo di Marco Sabatano, acronimo nato appunto da Marco e da Guppy, uno dei pesci che predilige, coniato circa 20 anni fa per trovare un nickname col quale identificarsi nella rete che cominciava a diffondersi sempre più. Come ogni acquariofilo sa, la passione può assopirsi ma non spegnersi e così, da circa due anni, ha riesumato la vaschetta piccola. Da due giorni anche la grande è tornata a splen16


dere per un progetto mai sperimentato prima; un iwagumi in “quasi” stile Ada. Cos’è un iwagumi? E, soprattutto, cosa potrà mai essere un iwaguppy? Leggiamo l’articolo per saperlo. Oltre il vetro. Questo mese la rubrica dell’architetto ci propone addirittura un doppio acquario, con contorno di salone rustico. Una soluzione molto rilassante che potrà essere presa in considerazione da molti. Non avete spazio sufficiente? Non avete neppure il salone rustico? Basta ripensare alle due vasche in stile diverso o in dimensioni diverse. Gli stimoli dell’architetto non vanno presi alla lettera, ma come idee di base da rielaborare secondo le proprie esigenze.

17


In questa sezione riceviamo le vostre lettere e rispondiamo sia sulla rivista sia per e-mail. Potete scrivere semplicemente collegandovi al nostro sito web (www.aquariophylia.it) ed utilizzando l’apposito spazio lettere. Ovviamente sono accettate anche lettere ricevute per posta normale, ma in questo caso i tempi di risposta sono molto più lunghi. Nei primi numeri la rubrica avrà l’aspetto che osservate, semplice e classico. In futuro, anche grazie ai vostri contributi, cercheremo di rendere le risposte sempre più “interattive” in modo che possiate contare sul parere di vari esperti per la risoluzione dei problemi sottoposti alla redazione.

www.aquariophylia.it QUANTI LITRI PER IL PESCE ROSSO? Salve a tutti, ho seguito un po’ all’inizio la discussione sul litraggio dei pesci rossi.... io da parte mia sono contrario al pesce rosso in boccia! Consideriamo che un piccolo pesciolino rosso può raggiungere i 20 cm da adulto e immaginarlo dentro ad una boccia di 5 litri mi viene da rabbrividire.... ora il mio consiglio è: perché non indirizzare la gente ad acquistare un acquario almeno di 100 litri munito di filtro per non stressare né la crescita fisica (alcuni soggetti tenuti in bocce o vaschette piccole presentano malformazioni che possono divenire nanismo) e tanto meno il vero e proprio stress dovuto ai cambi d’acqua frequentissimi che non fanno altro che esporre il pesce rosso a diverse patologie dovute al forte stress. Detto ciò la domanda sorge spontanea: secondo voi di quanti litri necessita un pesce rosso adulto (15-20 cm)? Cordiali Saluti Pilot RISPONDE LA REDAZIONE Stiamo seguendo con molto interesse anche noi le varie discussioni sui pesci rossi e, mentre impariamo nuove cose (c’è sempre da imparare, per tutti) cerchiamo di dirigere il traffico delle opinioni, che è poi il nostro mestiere! Detto ciò, a domanda diretta, pro18


popolazioni così numerose di pesci rossi nel mondo. Ora, volendo fare un po’ di filosofia della scienza, uno potrebbe chiedersi qual è l’obiettivo principale di un essere vivente: guadagnare? Fare sesso? Nutrirsi? Vivere in famiglia? Dominare un gruppo? Evidentemente l’obiettivo principale è passare il proprio DNA a generazioni successive e tutte le altre attività sono sussidiarie alla prima. Dunque dobbiamo concludere che la boccia permette ai pesci rossi di raggiungere il loro obiettivo primario. L’ha fatto, almeno, negli ultimi secoli. Questo significa che dobbiamo tenere i pesci rossi in bocce da mezzo litro? La risposta, da acquariofili, è no! Eppure non possiamo sparare contro le bocce, per i motivi suddetti. Allora cosa fare? Il nostro punto di vista, molto personale, è che occorra rispettare tutti coloro che hanno una boccia (per i motivi sopra esposti) ma tentare anche di convincerli, dolcemen-

viamo a produrre una risposta diretta. Non è ben definibile! Nel senso che bisogna capire prima cosa si intende per “necessita”. Senza dubbio per tenere in maniera confortevole, da acquariofili, un pesce rosso, servirebbe molto più di un semplice acquario. Questi animali possono crescere molto e avrebbero bisogno dunque di un laghetto di medie dimensioni. Nel laghetto, infatti, essi si riproducono regolarmente e formano popolazioni stabili. Anche un grosso acquario, attorno ai 200-300 litri, potrebbe però ospitarne una popolazione stabile di questi pesci. Cosa succede nella boccia? Qui, il problema prende risvolti diversi. Ovviamente non vedremo i pesci rossi riprodursi nella boccia, né potremo affermare che questo ambiente li soddisfa. Eppure la boccia è divenuta, nei secoli, il vero ambiente del pesce rosso. Se non esistessero le bocce non esisterebbero neppure 19


LA RISPOSTA DI UN LETTORE Scusa la curiosità ma il tuo acquario non possiede già una plancia superiore con dei neon installati? Se è così, in linea di massima i progettisti hanno già previsto il massimo in watt perché condizionati dalla lunghezza della vasca. Al massimo adesso si possono scegliere i neon più o meno adatti, per marca o per spettro luminoso. Ma che tipo di piante hai? Pillopallo

te, che passare dalla boccia all’acquario potrà rappresentare un valore aggiunto, un divertimento assicurato, un vantaggio anche in termini di tempo e di estetica. Non sappiamo se ci riusciremo, ma noi vogliamo provarci. Per questo abbiamo messo in campo una serie di articoli sul pesce rosso, che starete certamente seguendo sulle pagine della rivista.

LA LUCE IN ACQUARIO Ho un acquario da 80 litri con piante a crescita rapida vorrei sapere i watt del neon che devo inserire. Rosa

ALTRO LETTORE Se nella vasca hai piante a crescita rapida devi calcolare almeno un watt per litro e visto che la tua vasca è 80 litri devi arrivare 20


almeno e non oltre gli 80 watt; per fare questo devi aggiungere dei neon in più e il modo più semplice per farlo è comperare una plafoniera come questa www.ippopet.it/catalog/images/uplux2.jpg Sono universali e di grandezza standard però puoi scegliere il numero di neon e i watt. Visto che per arrivare a 80 watt di potenza dovrai aggiungere sicuramente più di un neon, vorrei consigliarti di acquistare neon con gradazione kelvin 4500 e 6500. Potresti prenderli anche più luminosi ma rischieresti di avere una esplosione di alghe nere a pennello... Malanoch3

pare come minimo fuorviante... in partenza leggo che si possono tranquillamente allevare 12 discus giovani in 180 litri e che questa vasca va benissimo anche per gli individui adulti (sempre 12?) e già qui il neofita discussofilo penso che si chieda se ci sia differenza tra allevare dei discus e dei guppy. Ci sono molti passaggi opinabili tra i quali svetta questa frase dedicata alla filtrazione, cito testualmente: “in un filtro esterno l’acqua della vasca deve passare velocemente attraversando una piccola sezione di materiale filtrante (ad esempio lana di perlon) dove è eliminata la maggior parte dell’ossigeno e delle sostanze organiche, lasciando ai batteri, che si trovano negli scomparti successivi, la possibilità di contribuire solo in misura minima al filtraggio”. Ora... anche se in parte è condivisibile che un passaggio veloce in un filtro sottodimensionato possa essere poco efficiente, forse lo scritto è antecedente all’uso di valvole e rubinetti vari per ridurre i flussi... forse anche al fatto che esistono in commercio filtri esterni con massa filtrante di molto maggiore di uno striminzito filtro interno (anche se rimane un buon sistema affidabile). Lascio perdere i consigli delle 14 ore d’illuminazione perché con il costo dell’energia attuale penso che nessuno lo attuerà... con sommo dispiacere dei produttori di neon e prodotti antialghe. In definitiva, quello che ho riportato mi sembra già abbastanza fuorviante per un neofita addirittura discussofilo. Personalmente inorridisco al solo pensiero di un neofita con dodici pesci in vasca, praticamente un lager, ma anche solo 10... forse sbaglio ma sembrano consigli adatti a chi vuole avviare un allevamento e crescere e formare delle coppie... anche il consiglio di limitare lo spazio per “rendere l’alimentazione più efficiente” mi lascia perplesso... abbastanza in contrasto con l’editoriale che risalta, giustamente, l’angolo di natura che abbiamo in casa.

PRECISAZIONE Scusami per il ritardo sulla risposta. I nomi delle piante sono: Egeria densa, Anubias nana, avendo un neon da 18 w acceso 6 ore al giorno dalle 16:00 alle 22:00. LA REDAZIONE CONCLUDE Si fa presto a dire “a crescita rapida”! Egeria densa effettivamente necessita di molta luce per crescere bene, ma 1 watt per litro, con una vegetazione pur abbondante di E. densa può essere troppo. Per quanto riguarda Anubias nana, è una delle piante più lente che si possano coltivare e necessita di pochissima luce, altrimenti si ricopre di alghe epifite. Suggeriamo di lasciare il neon da 18 watt attualmente presente, aggiungendo un riflettore, in modo da accrescere la quantità di radiazioni dirette in vasca. Suggeriamo anche di disporre le A. nana nella parte meno illuminata della vasca, eventualmente ombreggiate dalle stesse E. densa, se sufficientemente alte.

ALLEVARE DISCUS Ciao, volevo fare un appunto... chiamiamola “critica costruttiva”: l’inserto da staccare e stampare su come iniziare con i discus, tradotto da una pubblicazione tedesca, mi 21




Datemi un Vostro parere, magari ho travisato qualcosa? Detto questo non posso che fare i complimenti alla rivista, sempre più completa e interessante. Fosco

TORNA IL LETTORE Certamente, condivido tutto quello da lei scritto... mi sono permesso di criticare quello scritto dall’eminente rappresentante della discussofilia mondiale perché mi pare che sia da specificare che “allevare” può significare quello che fa lui ma anche allevare i pesci in un acquario di un normale acquariofilo... magari alle prime armi. Vietare: non si vieta mai nulla, ma le precisazioni che servono a chi è veramente neofita a intraprendere la giusta via sì... dal mio modesto punto di vista, da normale acquariofilo, quelli scritti sono buonissimi consigli per iniziare a selezionare delle coppie e ad accrescere velocemente i pesci. Mi scuso se ho ripetuto qualcosa e vi ringrazio per l’attenzione. Fosco

LA REDAZIONE FA ALCUNE CONSIDERAZIONI Accettiamo con piacere la sua critica costruttiva, come tutte le altre critiche che riteniamo sempre utili. I suoi dubbi sono stati anche i nostri nel leggere alcune delle affermazioni contenute nel libro e, come potrà immaginare, abbiamo esitato. Perché mai le abbiamo pubblicate, allora? Innanzitutto teniamo presente che chi scrive non è un novellino, ma uno dei maggiori produttori di discus nel mondo. Questi consigli sono offerti per allevare i loro stessi discus e possiamo essere certi, dunque, che essi non vogliano produrre problemi ad acquirenti di esemplari che spesso hanno un elevato valore commerciale (oltre che affettivo). Ne abbiamo discusso in redazione, concludendo che l’acquariofilia non è una scienza esatta. Pertanto non si può affermare in assoluto che allevare un certo numero di esemplari in una certa vasca conduca a risultati negativi. In definitiva, questo è il punto di vista, senza dubbio autorevole, di un noto produttore di discus. È possibile condividerlo o meno! Ovviamente questo non impedisce di aprire una discussione tutta interna alla rivista e verificare, tra noi, quali possano essere i parametri giusti per l’allevamento di questi pesci, tenendo conto delle esperienze di tutti. In camera caritatis, vuole sapere se noi stessi alleveremmo 12 discus in una vasca da 180 litri? La risposta è negativa. Questo però non implica che lo si debba “vietare”, se una voce autorevole lo suggerisce. La rivista, in questo senso, è terza e deve rappresentare un mezzo di diffusione delle idee di tutti, pur potendo essere critici su argomenti specifici, come lei giustamente fa notare.

INTERVIENE UN TERZO Salve, la mia teoria è leggere ascoltare provare. Ogni persona che ha provato un’esperienza e ne ha tratto successo, dopo la racconterà con sicurezza affermandone la possibile applicazione ovunque con i medesimi risultati. Ma non è così. Nella fotografia due fotografi aventi la stessa attrezzatura, non possedendo la medesima sensibilità artistica cromatica e... non riusciranno a ottenere gli stessi risultati. Nei grandi allevamenti, esistono grandi numeri di pesci in modeste vasche ma totalmente vuote, dove almeno due volte al giorno si cambia l’acqua e si sifona la minima presenza di feci sul fondo o residui di cibo. L’acqua nuova è stata trattata in grandi quantità o addirittura presa in natura già molto vicina alle caratteristiche d’allevamento. Leggere le caratteristiche di allevamento e riproduzione di un allevatore sono informazioni soggettive, spesso efficaci ma non per questo dogmatiche. L’uomo sceglie gli alberghi che vanno dal b&b ai 5 stella extra con SPA e servizi aggiunti. Nel febbraio del 1998, Speciale Discus Allevatori Ed. Primaris, intervistò 15 allevatori tedeschi e ne scrisse un libro. Bene, avevano differenti maniere di interpretare l’alle24


vamento e riproduzione e alcuni non esitarono a dire che la dimensione delle vasche era frutto dello spazio disponibile nella stanza. Altra cosa è tentare di riprodurre in vasca spazi comodi e situazioni ideali prossime all’ambiente naturale in cui gli antenati di questi splendidi pesci vivevano (oggi mi chiedo chi possegga in Italia esemplari selvatici). Quindi lasciamo che chi vende centinaia di esemplari all’anno dica la sua, magari qualcuno di noi piccoli appassionati potrà cogliere spunti per tentare nuove esperienze a casa propria. Il neofita legga prima di comprare qualsiasi accessorio per l’acquario, deve leggere esperienze illustri e non, poi, con un pizzico d’impegno passione e soldini potrà sperimentare. Saluti Pillopallo

no il più possibile all’ambiente naturale; pochi decenni di selezioni non possono cancellare milioni di anni di evoluzione. Penso che la differenza tra un Acquariofilo e un mero possessore di acquario sia questa... ricreare se non un biotopo perfetto almeno un ambiente confortevole... una vasca da allevamento intensivo non lo è, me lo conceda. Naturalmente sono opinioni personali. LA CHIOSA DELLA REDAZIONE Non solo sono opinioni personali perfettamente lecite e razionali, ma anche assolutamente condivisibili. Come entrambi i lettori hanno fatto osservare, probabilmente la differenza di punti di vista, è insita nel fatto che da una parte si ragiona da “allevatori” e dall’altra da acquariofili. La rivista, com’è ovvio, deve rispettarli tutti. Ma ancora una volta, se dovessi offrire un punto di vista personale (io non sono un allevatore) direi che non ho nessuna intenzione di allevare tanti pesci in uno spazio ristretto. E mi rendo anche conto della preoccupazione di Fosco: qualche neofita potrebbe prendere alla lettera i consigli e fare disastri. D’altra parte, lo ripeto, non possiamo non prendere in considerazione il punto di vista di un grande allevatore come l’autore dell’articolo. Pertanto, direi, lasciamo che la discussione continui in modo che tutti siano rispettati, sia l’autore dell’articolo, sia chi vede obiettivamente la cosa da un’angolazione diversa. In questo modo la naturale curiosità di tutti noi (e a questo proposito ringrazio anche “Pillopallo”) sarà soddisfatta e l’argomento correttamente sviscerato. Richiederemo inoltre un chiarimento all’autore tedesco dell’articolo. Grazie di cuore a tutti per l’attenta partecipazione, anzi... continuate così!

RITORNA IL LETTORE Saluti... il titolo che include la dicitura “nozioni base per cominciare” che mi pare sia riferito a iniziare ad allevare discus per un neofita mi pare non consono... la discussione che ho aperto è proprio riferita a questo. Tenere 12 discus in 180 litri con una normale gestione è un bell’impegno e mi sa che il nostro “neofita” rimarrebbe deluso dalla sua prima esperienza con il “re”. Leggere ascoltare e provare è un giusto consiglio... il mio sommo dispiacere è il vedere allontanarsi dei futuri acquariofili, non possessori di acquari Acquariofili, per consigli mal riposti. L’esempio da lei citato di differenza soggettiva di allevamento tra gli esemplari di allevamento e i selvatici (in Italia sono parecchi che possiedono esemplari selvatici, basta vedere in quanti hanno in negozio o a catalogo questi pesci) non mi trova d’accordo... un acquario dovrebbe essere sempre un ambiente confortevole per chi ospitiamo, vici25


ACQUARIO NATURA 2012 Fiera dedicata all’acquariologia e ai laghetti ornamentali 1° edizione. Polo Fieristico di Bergamo, 22 - 24 settembre 2012 Bergamo si prepara a immergersi per tre giorni nell’affascinante pianeta Acquario. Da sabato 22 a lunedì 24 settembre, infatti, il moderno polo fieristico del capoluogo orobico ospiterà “Acquario Natura 2012”, la prima fiera italiana aperta al pubblico totalmente dedicata all’acquariologia e ai laghetti ornamentali. La manifestazione è organizzata dall’Associazione Italiana Pesci e Acquari (Aipa), in collaborazione con Ente Fiera Promoberg, e il supporto importanti aziende del settore. Su una superficie di ben 7mila metri quadrati, i visitatori troveranno per la prima volta, e in una location ampia, sicura e funzionale, il meglio del settore, grandi vasche allestite ad acquario e terrari ospiteranno diorami che riproducono centinaia di habitat di acqua dolce, di mare e di terra. Un pianeta, quello degli acquari e dei laghetti ornamentali, molto variegato e affascinante, che comprende categorie quali: attrezzature, servizi, impianti, articoli per l’acquariofilia, pesci e piante acquatiche, terrari, ma anche laboratori didattici, case editrici e associazioni. “Acquario Natura è un evento importantissimo per il settore dell’acquariologia – sottolineano gli organizzatori -, il cui sostegno, fondamentale in un momento di difficoltà, deve essere dato con iniziative volte non solo al rilancio del mercato, ma soprattutto all’informazione e formazione dei consumatori, con l’obiettivo di creare la cultura e la conoscenza degli appassionati”. L’appuntamento di Bergamo “è un’occasione imperdibile sia per gli operatori commerciali – spiega Teresa Baraldi, segretario generale Aipa - i quali possono prendere contatti con tutte le aziende del settore che hanno aderito numerosissime a questa iniziativa, sia per i tanti appassionati, gli hobbisti e tutti coloro che, incuriositi da questo mondo affascinante, desiderano approfondire la loro conoscenza sui diversi temi, quali: pesci, tartarughe acquatiche, allestimenti di acquari d’acqua dolce, marini, di barriera, uso degli accessori elettrici, trattamenti dell’acqua, biologia marina e tanti altri argomenti ancora. Acquario Natura non si limita quindi a essere un importante evento per le aziende del comparto – osserva Baraldi , ma svolge anche una funzione educativa nei confronti delle famiglie e delle scuole. In questo senso ci aiutano molto sia la competenza di Promoberg, sia la struttura della Fiera di Bergamo, collocata strategicamente in tema di mobilità: autostrada, aeroporto (contraddistinto dai voli low cost), e ferrovia sono a pochi minuti dal polo fieristico. Questo permetterà ai tanti appassionati del Nord Italia di raggiungere facilmente la manifestazione” . “Acquario Natura è un evento di nicchia ma con un elevato contenuto di specializzazione – rileva Stefano Cristini, direttore Promoberg -, e rivolto comunque ad un pubblico potenzialmente molto numeroso e interessato. Con questa manifestazione confermiamo la nostra tendenza di orientarci su eventi molto particolari e altamente specializzati, in grado di soddisfare un ampia fascia di appassionati, un una location efficiente, sicura e hi-tech”. Acquario Natura comprende anche un ricco programma di eventi collaterali. Oltre alla straordinaria parte espositiva, i visitatori potranno partecipare liberamente a seminari, proiezioni di filmati e laboratori interattivi dedicati anche ai neofiti, giovani e giovanissimi in primis. Prevista la partecipazione del dottor Giuseppe Mosconi, docente presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Bologna, per offrire agli appassionati del settore la possibilità di vivere in prima persona una grande esperienza formativa che aiuti a comprendere l’affascinante mondo acquatico e i suoi abitanti. Acquario Natura vedrà salire in cattedra anche Heiko Bleher, esploratore, ricercatore, editore, famoso in tutto il mondo per la sua conoscenza dell’ambiente acquatico. Bleher condurrà il visitatore alla scoperta dell’acquario biotopo, una struttura realizzata con specie di piante e pesci provenienti dalla stessa regione, allo scopo di stimolare la creazione, in casa, di un angolo di natura originale, un vero microsistema. Per gli operatori, i tanti appassionati del settore, le famiglie, e le scuole, non resta quindi che appuntarsi sull’agenda l’appuntamento con Acquario Natura: perché per tre giorni alla Fiera di Bergamo, sembrerà di essere in un angolo dei Tropici, del Mar Rosso, della barriera corallina o dei nostri fiumi. FIERA “ACQUARIO NATURA” - 22-23-24 SETTEMBRE 2012 Fiera di Bergamo, Via Lunga, Bergamo Orari: Sabato e Domenica, dalle ore 9.30 alle 19.00; Lunedì, dalle ore 9.30 alle ore 18.00 Ticket: Intero: 6 euro Previa registrazione on-line: 5 euro Abbonamento: 12 euro Ridotto (per gruppi oltre 25 persone, per visitatori oltre 70 anni, da 6 a 14 anni, per alcune categorie di disabili): 3 euro Biglietto gratuito per alcune categorie di disabili e bambini fino a 5 anni. Info: acquarionatura.it – www.promoberg.it



Lectio magistralis

la gambericoltura : INDUSTRIA E ACQUARI di Febo Lumare - III parte RIPRODUZIONE IN CATTIVITÀ Alcune specie di peneidi sono in grado di riprodursi spontaneamente nei bacini da allevamento (Fenneropenaeus indicus); la maggior parte delle specie allevate, invece, deve essere sottoposta a trattamenti di condizionamento. Il controllo sulla maturazione sessuale e riproduzione dei gamberi peneidi in cattività, è messo in atto quando la specie da allevare non è presente in natura, o anche, pur essendo presente, la reperibilità delle post-larve da semina è scarsa e discontinua. I metodi d’induzione alla riproduzione si basano essenzialmente sull’eliminazione della funzionalità del peduncolo oculare e/o su manipolazioni dei parametri ambientali quali fotoperiodismo, intensità luminosa, temperatura, alimentazione, ecc. Il Peneide maggiormente impiegato in allevamento lungo le coste del Mediterraneo e in Italia è Marsupenaeus japonicus, la cui riproduzione in cattività si effettua mediante ablazione unilaterale del peduncolo oculare. Una femmina di questa specie può produrre, in natura, oltre un milione di uova (si riproduce circa una sola volta), menRiproduttrici che hanno subito l’ablazione unilaterale del peduncolo oculare, con ovari in fase avanzata di sviluppo (indicati dalle frecce), visibili attraverso l’esoscheletro traslucido.

28


Principali caratteristiche di alcuni gamberi Peneidi di possibile interesse per la gambericoltura in Mediterraneo. In rosso sono indicati i caratteri svantaggiosi e in blu quelli vantaggiosi ai fini dell’allevamento.

Schema di uno schiuditoio tipo per gamberi Peneidi, della capacitĂ produttiva di circa 6 milioni di post-larve PL22 per anno, articolato nei diversi settori di attivitĂ . 29


Sistemi di circolazione idrica in vasche di condizionamento per riproduttori di Marsupenaeus japonicus. Nella foto a, il flusso idrico attraverso la sabbia è assicurato da una trama di tubi forati inferiormente. Nella foto b è stata predisposta allo scopo una piastra di titanio munita di ugelli e sopraelevata rispetto al fondo della vasca.

tre in cattività emette da 100.000 a 200.000 uova, ma in compenso lo stesso esemplare può riprodursi varie volte. Il peneide autoctono del Mediterraneo, Melicertus kerathurus, non si pre-

sta invece ad allevamento perché dotato di un insoddisfacente tasso di accrescimento ed è molto sensibile alle basse temperature; in cattività, inoltre, emette un ridotto numero di uova.

Schema di circolazione idrica nella vasca di condizionamento dei riproduttori di Marsupenaeus japonicus. Le frecce azzurre indicano il flusso forzato attraverso il doppio fondo in sabbia, quelle verdi il flusso centripeto per il convogliamento dei detriti organici verso lo scarico e quelle rosse la circolazione dell’acqua attraverso il filtro biologico. 30


Serie di vasche per la deposizione delle uova; quelle in testa sono munite di cestello in rete (maglia da 250) per la raccolta in automatico delle uova.

Nell’adottare una specie ai fini dell’acquacoltura, di norma si tiene conto non solo delle difficoltà di riproduzione, ma anche di altri fattori quali: tasso di accrescimento, densità di stoccaggio e rendimento, sensibilità ai fattori ambientali, aspetti gestionali, etc. Nella riproduzione su scala commerciale di Marsupenaeus japonicus si opera con alcune centinaia di riproduttrici per poter produrre decine di milioni di uova. La percentuale di schiusa di queste oscilla, a causa di fenomeni di inbreeding, intorno al 30%; con esemplari pescati in natura, si raggiunge oltre l’80%. Le azioni di produzione del novellame si svolgono in scomparti dello schiuditoio - in genere il settore tecnologicamente più complesso della filiera produttiva - con specifiche attribuzioni operative, che possono essere riassunte in alcuni punti, come mostrato in figura.

MANTENIMENTO, CONDIZIONAMENTO E MATURAZIONE DEI RIPRODUTTORI Tra i lotti pescati alla conclusione del ciclo d’ingrasso, a fine estate-autunno, vengono selezionati per taglia e condizioni di salute alcuni esemplari destinati alla riproduzione. Esemplari maschi e femmine sono trasferiti nelle vasche di stabulazione e condizionamento, all’interno dello schiuditoio, nelle quali trascorrono diversi mesi fino alla successiva primavera. A tale epoca gli esemplari vengono ripescati, controllati per le condizioni generali di salute, e le solo riproduttrici sono sottoposte ad ablazione unilaterale del peduncolo oculare; quindi, vengono rimesse nelle vasche di origine in attesa della maturazione ovarica. Il mantenimento dei riproduttori richiede la massima attenzione circa la dieta, che deve essere ben bilanciata, ricca di steroli, ed eventualmente integrata con prodotti freschi. Grande cura deve essere esercitata sulla qualità sia dell’acqua, sia del 31


Vasche da allevamento larvale e post-larvale, nella foto sopra, di forma rettangolare, in cemento, di circa 200 m3, in uno schiuditoio in Giappone; nella foto sotto, stesso tipo di vasche, ma in fibra di vetro, rivestito con vernice epossidica, da 10 m3, in un impianto in Turchia.

RIPRODUZIONE E RACCOLTA DELLE UOVA Le femmine pronte a riprodursi, rilevabili dall’estensione degli ovari (IV stadio), vengono trasferite e collocate entro tarda mattinata in apposite vasche cilindro-coniche di medio volume (2-4 m3); queste, destinate a ospitare le riproduttrici per soli 2-3 giorni per ciclo, sono alimentate da acqua termocondizionata (26-28 °C), continuamente tenuta in circolazione e passata attraverso un filtro biologico. Le femmine con ovari maturi emettono le uova durante la notte (ore 22:00-01:00); al mattino esse sono riportate nelle vasche di condizionamento dalle quali provenivano, per una fase di riposo fino alla successiva riproduzione. Le uova, concentrate automaticamente dal flusso idrico in un apposito cestello, dopo essere state esaminate per numero e qualità ed essere state disinfettate, vengono trasferite nelle apposite vasche da allevamento larvale. Si cura, tenendo conto dei numeri e della percentuale di fertilità delle uova, che le larve che nasceranno non abbiano una densità superiore a 30-40 naupli per litro d’acqua.

substrato, trattandosi di animali fossori e sia dei parametri ambientali in generale, quali temperatura, salinità, fotoperiodo, intensità luminosa. I riproduttori sono mantenuti in vasche molto ampie (5-6 m di diametro), con doppiofondo, strutturate in modo da creare un movimento forzato dell’acqua attraverso il letto sabbioso, che deve risultare sempre in ottime condizioni di salubrità, con potenziale ossido-riduttivo positivo, soprattutto per contrastare eventuali malattie batteriche. Un secondo ricircolo, con immissione a pressione dell’acqua attraverso ugelli orientati opportunamente, crea un movimento centripeto della massa liquida, grazie al quale viene concentrato il detrito (escrementi, residui alimentari etc.) al centro della vasca, in corrispondenza dello scarico. Sotto sabbia sono collocati vari strati di rete per le periodiche raccolte dell’intera popolazione, sulla quale esercitare eventuali controlli generici, ma soprattutto per selezionare e trasferire ciclicamente le femmine pronte alla riproduzione nel reparto di deposizione delle uova.

ALLEVAMENTO LARVALE E POST-LARVALE Le vasche da schiusa e allevamento larvale e postlarvale, a seconda della strategia di produzione, hanno dimensioni molto variabili (volume da pochi m3 a circa 200 m3) e dispongono di acqua marina riscaldata, a salinità controllata, filtrata a circa 5 micron e trattata con batteriostatici. Qui le uova schiudono dopo circa 3 ore dal trasferimento e ne viene fuori il nauplio (planctonico), che metamorfosa dopo circa un giorno e mezzo a protozoëa (planctonica). Questa permane attraverso tre sub-stadi per una durata complessiva di tre 32


giorni per poi metamorfosare a mysis (planctonica). Dopo tre giorni (e tre substadi) essa diventa post-larva (bentonica) di un giorno di vita (PL 1). Le post-larve continuano a essere allevate finché non siano sufficientemente robuste (PL22, ovvero post-larva di 22 giorni), per essere trasferite nei bacini da pre-ingrasso o direttamente in quelli da ingrasso. Il ciclo di coltura larvale e post-larvale dura, in genere, 30 giorni. Lo schiuditoio è dotato di un settore, nel quale viene prodotto il fitoplancton, - in genere la diatomea Chaetoceros spp. - per alimentare le larve dei peneidi allo stadio di protozoëa. La diatomea, nelle colture larvali di Peneidi, svolge due importanti ruoli: costituisce alimento delle larve nella fase di protozoëa (3 giorni) e sottrae, assimilandoli, i nutrienti dall’acqua, con particolare riguardo a quelli tossici come nitriti e ammoniaca. Proprio per questo ultimo motivo la diatomea Chaetoceros sp. viene somministrata non solo per i tre giorni nei quali la larva protozoëa si nutre di essa, ma anche in quelli immediatamente successivi. Completa la struttura il settore nel quale vengono fatte schiudere le uova di Artemia salina, per pro-

durre nauplii che rappresentano l’alimento di base delle larve dei gamberi Peneidi, dal sub-stadio di mysis 1 fino ai primi di post-larva (ovvero per circa 6 giorni). Le vasche per la produzione di naupli di Artemia sono a forma conica o cilindroconica, del volume di 2-3 m3 ciascuna. Esse devono essere numericamente organizzate in modo tale da far fronte alle richieste nutrizionali delle larve di gambero, tenendo conto che 1 m3 di vasca di schiusa di Artemia sostiene troficamente circa 15 m3 di coltura a mysis. Alle larve è somministrato alimento a partire dallo stadio di protozoëa e la tabella dietetica è modificata in relazione alle specifiche esigenze degli stadi larvali/post-larvali, ovvero al variare del corredo enzimatico dei giovani esemplari, alla taglia e alle dimensioni dell’apparato boccale. Fin dai primi sub-stadi naupliari del Peneide si somministrano nelle vasche da allevamento, adeguate quantità di coltura pura di Cheatoceros sp. (fino ad avere una concentrazione di 10.000 cell/ml). Il fitoplancton, nella vasca da allevamento, dovrà raggiungere in seguito una densità di 25.000-50.000 cell/ml. L’intensità luminosa e la

Foto sotto: serie di vasche per la schiusa delle uova di Artemia salina in un impianto di gambericoltura in Turchia. Nel riquadro in rosso è evidenziato il particolare del bicchiere trasparente in plexiglass per concentrare i naupli di Artemia, con l’aiuto di una sorgente luminosa mobile, in fase di raccolta. Foto a destra: stesso tipo di vasca, ma con bicchiere trasparente incorporato ai lati del fondo conico della vasca.

33


Schema della sequenza alimentare nell’allevamento di larve e post-larve di Marsupenaeus japonicus. Fin dai primi stadi post-larvali è possibile somministrare mangime composto secco, in granuli a sezione crescente, in proporzione percentuale alla biomassa allevata.

densità delle larve in coltura potranno determinare oscillazioni significative dei valori richiesti. Al di sopra di 100.000 cell/ml occorre intervenire per bloccare un’ulteriore crescita algale che risulterebbe pericolosa. Non è consigliabile eseguire ricambi idrici per non danneggiare le larve che andrebbero a schiacciarsi contro i filtri. È più opportuno aumentare il livello dell’acqua, determinando una diluizione del fitoplancton e degli eventuali cataboliti. Dallo stadio di mysis la diatomea perde d’importanza come fonte alimentare, ma è necessario che essa sia presente, in quanto fornisce alimento ai naupli di Artemia sp. che, da questo momento, vengono somministrati come cibo, e inoltre stabilizza le condizioni chimiche dell’acqua. Dallo stadio di mysis la densità delle diatomee può essere ridotta, gradatamente, da 30.000 a 10.000 cell/ml, ma dovrà essere incrementata a 4 unità/ml la concentrazione di Artemia. A partire dallo stadio di post-larva l’acqua viene ricambiata giornalmente. L’alimentazione a base di nauplii di Artemia prosegue anche nei primi sub-stadi post-larvali (da PL1 a PL3); soltanto a PL3, quando cioè le post-larve saranno già diventate bentoniche, si riduce la quantità di Artemia (fino a 0,5 unità/ml), ma s’ini-

zia a somministrare cibo composto in granuli. Questo, all’inizio avrà una dimensione di 250 micron e in seguito sarà di dimensioni crescenti (400, quindi 700 micron e oltre). Altri fattori importanti nella gestione dell’allevamento larvale e post-larvale sono i parametri ambientali e fisici e in particolare: temperatura (da mantenere in un range tra 25 e 29 °C), salinità (35-37 ‰), pH (7,8-8,9), ossigeno (prossimo alla saturazione), nutrienti (valori tipici di acque salubri), movimentazione dell’acqua (crescente da nauplio a post-larva), etc. Un parametro condizionante è anche l’intensità luminosa, che deve essere sempre superiore a 10.000-20.000 lux nell’allevamento larvale di Marsupenaeus japonicus, ma può essere meno incisiva nel caso di altri peneidi (Penaeus semisulcatus e P. monodon). A conclusione del ciclo di allevamento, i giovani animali vengono trasferiti o in vasche più grandi, per una fase di pre-ingrasso, avente lo scopo di produrre giovanili sufficientemente robusti per assicurare un’elevata sopravvivenza nella fase successiva d’ingrasso, oppure direttamente nei bacini in terra per l’allevamento fino alla taglia di mercato. 34


Per voi negozianti! Aquariophylia nasce con lo scopo di diffondere l’hobby degli acquari in Italia. Con questo proposito, sin dal primo momento ha cercato di mettere in contatto hobbisti e produttori, anche attraverso un accesso diretto ai siti web delle aziende, critiche, approfondimenti, test. Ovviamente questo scopo lo raggiungeremo solo riuscendo a conquistare la fiducia di tutti gli appassionati presenti nel nostro Paese e, anzi, promuovendo l’arrivo di nuovi adepti. I negozianti sono senza dubbio un anello fondamentale di questo processo: senza di loro non sarebbe neppure possibile immaginare una diffusione degli acquari. Per questo motivo saremo felici di renderli parte di questo processo, teso a creare una grande comunità nazionale. In cambio chiediamo solo che ci aiutino a diffondere la buona novella: Aquariophylia esiste ed ha già superato l’esame dei lettori, ma per diventare una rivista di successo, per poter continuare ad essere distribuita gratuitamente a tutti gli acquariofili, dovrà espandersi continuamente a nuovi utenti. I negozianti possono fare molto in questo senso. A tutti i negozianti che faranno il log-in nel nostro sito e ci presenteranno dieci loro clienti (ai quali, dunque, contribuiranno a regalare un abbonamento gratuito alla rivista) offriamo un piccolo spazio pubblicitario sulle nostre pagine per 6 mesi. In definitiva, la rivista potrà contare su un numero maggiore di lettori. I lettori potranno continuare a leggerla gratuitamente. I clienti del negozio riceveranno in dono un abbonamento annuale al magazine. I negozianti godranno di maggiore visibilità, essendo presenti sulle pagine di un periodico nazionale. Se possiamo fare di più… chiedete pure e sarete esauditi! … E voi acquariofili: stampate questa pagina e mostratela al vostro negoziante di fiducia, nel caso in cui non ci conosca ancora. Contribuirete alla diffusione della rivista e dell’hobby in Italia, con evidenti vantaggi per tutti. Passate all’azione: divulgate Aquariophylia!

35


Parametri per la scelta di un

discus

PERFETTO di Gennaro Iovino Selezionare un discus perfetto è il primo e più importante passo per la creazione di un vero campione. È molto comune vedere, nelle vasche di un campionato, discus con tanti difetti o, addirittura, deformati. Chiunque decida di prendere parte a un campionato, deve imparare a scegliere e gestire i propri discus, tenendo ben presente questo principio: selezionare un buon discus e selezionare un campione sono due cose ben diverse. Cercheremo di far luce su quegli elementi che potrebbero aiutarvi nella scelta. 1) I 9 raggi della dorsale e i 9 dell’anale, devono essere perfettamente allineati alla forma delle pinne e proporzionati a esse. Se guardate il discus di faccia, essi devono essere perfettamente allineati . Il crinale(ovvero la parte più alta di esse) deve formare una curva, quindi non vi dovranno essere dei raggi più lunghi o più corti degli altri. 2) La forma del corpo dovrebbe essere rotonda, non allungata. Quanto più alta è l’estensione in verticale tanto più il Discus sarà preferito. 3) La fronte dovrebbe essere diritta o leggermente curvata e non dovrebbe essere ondulata. 4) Le branchie dovrebbero essere interamente

un discus blu snake coperte, senza, quindi, che risulti esposta la parte interna. 5) La bocca dovrebbe essere in posizione perfetta. Ovviamente non storta e i lati del corpo ben bilanciati tra loro (far riferimento al capitolo “selezionate i vostri migliori pesci”). 6) Gli occhi devono avere la stessa dimensione e non devono essere troppo grandi in relazione al corpo. Entrambi dovrebbero essere brillanti e puliti nella zona del cristallino, senza alcuna 36


un discus Face deformità e avere la stessa forma. L’iride dovrebbe essere luminosa e rossa. Un rosso pieno, ovvero che copre l’intero occhio, vi garantirà un punteggio pieno. Un occhio parzialmente rosso, un punteggio medio e ancor meno un occhio giallo o bianco. Un’iride nera otterrà il punteggio peggiore. 7) Ovviamente il doppio mento è un difetto. Quando tale caratteristica comparve per la prima volta a Singapore durante una competizione, tutti si sorpresero. Oggi, avendo maggiore conoscenza, il punteggio attribuito a un discus che presenti tale caratteristica è molto basso. Alcuni giudici potrebbero considerarla una deformità. 8) Le 2 pinne principali, la dorsale e l’anale, devono avere uguale lunghezza e il tratto verticaun gruppo di golden base

37


Selezionare un discus perfetto è il primo e piÚ importante passo per la creazione di un vero campione in alto a sinistra: Le pinne pelviche devono avere uguale lunghezza in alto a destra: La coda dovrebbe essere quanto piÚ trasparente possibile in basso a sinistra: La bocca dovrebbe essere in posizione perfetta in basso a destra: un magnifico cobalt



discus green

tanto sulla dorsale quanto sull’anale, non si classificherà mai bene. 15) I discus possono avere da 5 a 21 stress bar. Tale caratteristica è genetica. Nelle competizioni il loro numero non è importante, ma tutte devono essere verticali e staccate le une dalle altre. Oltre ciò, durante le competizioni, esse non dovrebbero essere visibili. In altre parole il le dovrà essere altresì uguale. La parte verticale della pinna dorsale che si presenti più lunga rispetto a quella dell’anale è caratteristica poco desiderabile. 9) La caudale e le pettorali devono essere ben posizionate e tendere verso l’esterno in modo armonico, inoltre esse non dovrebbero presentare noduli o piccoli scalini sui raggi. 10) I discus non devono avere narici molto evidenti, né alcuna infiammazione sul corpo. 11) Le pinne pelviche devono avere uguale lunghezza. 12) Nel caso si tratti di un discus striato, lo spessore e la regolarità delle striature e l’intensità del colore dovrebbero essere ben accentuate e non sfumare progressivamente verso la coda. 13) Nel caso di un discus spottato, gli spot dovrebbero presentarsi quanto più compatti possibile ed essere separati. Quello col maggior numero di spot otterrà il punteggio migliore nella categoria spotted. 14) Per ciò che riguarda i pesci full color o solid, il colore dovrebbe coprire in modo uniforme il corpo dalla bocca fino all’inizio della coda e avere quante meno linee possibile; meglio se nessuna. Per esempio un discus solid red che presenti un rosso molto debole sulla faccia e

discus non dovrebbe essere stressato. 16) La coda dovrebbe essere quanto più trasparente possibile. Saranno sottratti punti a un discus che presenti una coda arancione, rossa o nera. Per alcuni giudici questi ultimi colori indicano l’incapacità dell’allevatore di controllare l’espressione del colore. Secondo il giudizio dell’autore di quest’articolo, due elementi sono in gioco. Primo elemento è l’allevamento selettivo. Alcuni discus, nella loro genetica non hanno il carattere del rosso nella coda. Per questo per quanto cibo colorante gli possiate somministrare essa rimarrà sempre trasparente. Questi sono i discus che andrebbero selezionati per la riproduzione. Vi sono altre varietà che portano molto più facilmente nel loro bagaglio genetico il rosso. Basterà una piccola somministrazione di cibo colorante e tutta la coda tornerà rossastra. Questo carattere genetico non dovrebbe essere trasmesso ai piccoli. Secondo elemento è l’uso sbagliato di prodotti per evidenziare il colore. Per ciò che riguarda il nero, esso è un carattere genetico originario del pigeon blood. 17) Minore è la quantità di nero diffusa sul corpo del discus, tanto più valore esso avrà. 40


discus Leo Le 2 pinne principali, la dorsale e l’anale, devono avere uguale lunghezza e il tratto verticale dovrà essere altresÏ uguale

41


un discus red



coppia di Discus Zorro Se l’intensità del colore di un discus A è minore di quella di un discus B, ma quest’ultimo presenta una maggiore pigmentazione nera sul corpo o sulle pinne, sarà quello A ad avere un maggior punteggio complessivo e migliori possibilità di vincere. 18) La taglia in un discus da competizione è un fattore importante. Più grande sarà un discus , maggiore il punteggio ottenuto. Assodato ciò, vi è ovviamente un massimale. Mediamente la dimensione che garantirà all’esemplare un punteggio pieno deve essere compresa fra i 15 ai 18 cm. Tuttavia, se la dimensione di un esemplare supera tale standard, risultando enorme ma ben proporzio-

nato, bisogna certamente aspettarsi che i giudici gli attribuiranno indirettamente dei punti aggiuntivi, magari nel giudicare l’impressione generale del discus.

per ciò che riguarda i pesci full color o solidi, il colore dovrebbe coprire in modo uniforme il corpo dalla bocca fino all’inizio della coda e avere quante meno linee possibili; meglio se nessuna 44



Una buona notizia dal Nord del Mediterraneo In regressione l’alga “assassina” di Luciano Di Tizio La presenza dell’alga invasiva Caulerpa taxifolia

positivo, sottolinea la breve nota pubblicata da

nel Nord del Mediterraneo sarebbe, dopo un

l’Aquarium à la maison, il graduale ritorno dei

quarto di secolo, in netto regresso. Ne dà noti-

fondali all’aspetto originale.

zia, in una breve nota ospitata nelle “Actualités

È un fatto comunque che i “colpevoli” dell’inva-

aquariophiles” a cura di Céline D’Hardivillé, la

sione (quella di Monaco è la principale, ma sem-

rivista francese l’Aquarium à la maison, a pagina

bra non sia stata l’unica) sono sempre gestori di

6 del numero 88 di novembre/dicembre 2011.

acquari, pubblici o privati, “distratti” o “faciloni”.

Caulerpa taxifolia è una specie tropicale che ha

In effetti, dopo la segnalazione della presenza in

iniziato a diffondersi nel Mediterraneo a partire

mare del 1984, la prima reazione fu quella di

dal 1984 per un’involontaria “fuga” dalle vasche

negare il pericolo: un’alga tropicale - questa la

dell’Acquario di Monaco. Quest’alga, cui le esa-

convinzione prevalente - si sarebbe rapidamente

gerazioni giornalistiche hanno presto attribuito la

estinta con i primi rigori invernali. I fatti hanno

nomea di “assassina” o “killer”, si è subito dimo-

dimostrato, come in casi analoghi per molte altre

strata più che adatta al nuovo ambiente, conqui-

specie aliene sia vegetali sia animali, che si trat-

stando rapidamente spazio a detrimento delle

tava di un ottimismo del tutto ingiustificato.

specie autoctone. Fenomeno che si sarebbe

Caulerpa taxifolia è arrivata per la prima volta in

oggi invertito: secondo la citata notizia le alghe e

Europa negli anni ’70, acquistata dall’acquario di

le fanerogame nostrane avrebbero riconquistato,

Stoccarda. La specie si acclimatò ottimamente

nel Nord del Mediterraneo, circa l’80% del sub-

nelle vasche tant’è vero che fu presto distribuita

strato prima invaso dalla specie aliena. Le ragio-

ad altri acquari del vecchio continente. L’arrivo a

ni del regresso restano al momento sconosciute

Monaco risale al 1983 e già l’anno dopo, nel fati-

e danno da pensare ai ricercatori, che sono

dico 1984, si ebbe la prima segnalazione in

ovviamente al lavoro per scoprire che cosa stia

mare, proprio nelle acque di fronte all’Acquario.

realmente accadendo. È comunque un fatto

Dopo appena 5 anni l’alga killer aveva ricoperto 46


Altre due specie di Caulerpa. Alle spalle la nostra C. prolifera, tipica del Mediterraneo. Avanti, C. racemosa, recentemente importata e molto invasiva

Caulerpa taxifolia (fam. Caulerpaceae) non ha “invaso” soltanto il Mar Mediterraneo. È segnalata infatti come alloctona anche nei mari australiani e californiani, ed è stata inclusa nell’elenco delle 100 specie aliene più dannose al mondo. Tra l’altro, a differenza di altre specie dello stesso genere (Caulerpa lentillifera e Caulerpa racemosa sono utilizzate per scopi culinari tra Indonesia e Filippine), la nostra non è commestibile e l’unico uso d’interesse umano che le si attribuisce è quello ornamentale e depurativo (grande capacità di assorbire i nitrati) negli acquari pubblici e domestici, dai quali ogni volta ha iniziato le sue invasioni.

Le tipiche foglioline di C. racemosa

47


Caulerpa taxifolia in un acquario marino mediterraneo insieme ad un pomodoro di mare. Come si vede prolifera



complessivamente 10.000 mq e in una dozzina

dura; basta che sfuggano pochi esemplari e l’in-

di anni l’invasione ha assunto un andamento

vasione ricomincia. Le tecniche di lotta biologica

spaventoso: a fine 1996 il fondale coperto era

(ad esempio l’introduzione e la diffusione di pesci

stimato in circa 30 milioni di

m2

toccando le

erbivori) potrebbero comportare problemi persi-

acque, oltre che del Principato di Monaco,

no peggiori di quelli causati da Caulerpa taxifolia

anche di Francia, Spagna, Italia e Croazia. Nelle

alle specie autoctone, senza dimenticare che tali

zone occupate dall’alga aliena, la vita viene deci-

tecniche comportano comprensibili resistenze

samente banalizzata con la scomparsa di buona

sul piano etico e concreti problemi operativi di

parte della fauna sessile e della fauna vagile ad

non facilissima soluzione. Si è anche provato a

essa associata. Per controllarne la diffusione si

spargere sale (20 Kg per metro quadrato) o

era inizialmente pensato a un’eradicazione tota-

rame, con risultati positivi ottenuti peraltro in

le, ma non esiste alcun metodo certo e senza

tempi rapidi, ma appare evidente che soluzioni di

effetti collaterali per ottenere un simile risultato.

tal genere sono difficilmente praticabili su larga

L’estirpazione manuale è impraticabile, per ovvie

scala, senza dimenticare che anche in questo

ragioni: richiede tempi lunghi e fatica e ci sono

caso bisogna mettere in conto possibili effetti

scarse certezze sulla reale efficacia di tale proce-

collaterali. Al di là dei buoni propositi e dei conti-

Caulerpa taxifolia è una specie tropicale che ha iniziato a diffondersi nel Mediterraneo a partire dal 1984 per un’involontaria “fuga” dalle vasche dell’Acquario di Monaco

50


Caulerpa taxifolia fittamente densa in un acquario marino tropicale

nui studi, in concreto insomma sino a oggi l’uo-

zione e/o negligenza. La natura, come spesso

mo non è riuscito a far nulla per arginare l’inva-

accade, pare sappia cavarsela meglio di noi, ma

sione, che pure aveva originato per sua disatten-

probabilmente è ancora presto per cantare vitto-


Caulerpa taxifolia ha un aspetto molto piacevole in acquario ma attenzione: è estremamente invasiva

ria. Gli studiosi dovranno continuare a monitora-

invece dal fatto che la nostra produce una tos-

re l’evoluzione della situazione e cercare di capir-

sina per difendersi dai predatori e per conqui-

ci qualcosa.

stare spazio ai danni di altre specie vegetali. Un

Per concludere diamo qualche informazione in

fenomeno abbastanza comune in natura, solo

più su questa specie. Cominciamo col dire che

che da noi le potenziali concorrenti non avevano

la denominazione scientifica taxifolia ricorda l’a-

sviluppato armi di difesa e la specie aliena ha

nalogia nell’aspetto con le foglie del tasso. Le

avuto vita facile riuscendo a colonizzare ampi

fronde di norma non superano i 15 cm, ma nel

territori per circa un quarto di secolo. Poi il…

Mediterraneo arrivano anche oltre i 40 cm, poi-

contrattacco delle specie autoctone segnalato

ché gli esemplari che hanno colonizzato il “mare

dalla rivista francese. Tra le possibili cause della

nostrum” appaiono affetti da gigantismo.

riscossa potrebbe anche esserci semplicemen-

Caulerpa taxifolia è in grado di colonizzare qual-

te l’evoluzione di appropriate contromisure con-

siasi tipo di substrato, sia sabbioso-fangoso che

tro la specie invasiva. Saranno gli studi succes-

roccioso, anche in acque fortemente inquinate.

sivi a chiarirlo.

La denominazione comune “alga killer” le deriva

Noi intanto incrociamo le dita…



Mi presento, sono il

pesce rosso

FACCIAMO CONOSCENZA CON IL NOSTRO AMICO

di Maurizio Quarta In quest’articolo conosceremo più a fondo il

Il corpo del pesce rosso è perfettamente adatta-

nostro pesce rosso, la sua morfologia e la sua

to alla vita acquatica: la sua forma gli permette di

percezione del mondo che lo circonda. Parleremo

opporre la minima resistenza al mezzo liquido e

dei problemi legati all’allevamento nella boccia e

anche le pinne sono fatte in modo tale da esse-

della salute dei nostri amici pinnuti.

re ripiegabili lungo il corpo e idrodinamiche.

Le pinne impari (cioè singole) sono: la pinna dorsale, l’anale e la caudale

54


Queste appendici sono utilizzate dal pesce, che

e sono assenti sulla testa. Nella pelle del pesce

le manovra attraverso appositi muscoli, per man-

rosso sono presenti i cromatofori, ossia le cellu-

tenersi stabile e dirigere i movimenti. Il carassio

le responsabili della colorazione del nostro

possiede in tutto sette pinne: le pinne pettorali

pesce; al loro interno sono accumulati i pigmen-

(poste subito dietro la testa, danno stabilità e

ti che danno il colore dell’animale. I cromatofori

direzione) e le pinne pelviche - o ventrali - (poste

sono distribuiti nei vari strati dell’epidermide e

inferiormente all’altezza dell’addome) sono dette

hanno una particolare forma raggiata, tipo una

pinne pari, cioè doppie e simmetriche. Le pinne

stella. I pigmenti sono sia prodotti dall’organismo

impari (cioè singole) sono: la pinna dorsale, l’a-

che assunti con il cibo.

nale (che danno stabilità al pesce e ne impedi-

Il pesce rosso possiede dei grandi occhi ai lati

scono il rollio) e la caudale (posta all’estremità

del capo, sprovvisti di palpebre e, a differenza

posteriore del corpo e che dà anche la propul-

dei nostri, in grado di percepire anche le radia-

sione).

zioni ultraviolette. Questo fa sì che i colori gli

La pelle del pesce rosso, come quella degli altri

appaiano leggermente differenti, benché in

teleostei, è composta da due strati: l’epitelio, più

generale la loro percezione rimanga buona. Il

superficiale e il derma sottostante. Da questi tes-

campo visivo è molto ampio, il che sopperisce

suti derivano varie strutture, tra cui le scaglie.

alla mancanza del collo. Tuttavia studi effettuati

Queste sono sottili lamelle ossee che si sovrap-

hanno permesso di stabilire che il pesce rosso

pongono le une alle altre mantenendo il bordo

ha un’immagine veramente nitida solo di quello

posteriore libero. Proteggono il corpo del pesce

che ha davanti al muso.

55


Il corpo del pesce rosso è perfettamente adattato alla vita acquatica



La pelle del pesce rosso è composta da due strati L’assenza delle palpebre fa sì che la luce stimo-

Sul muso si trova una coppia di narici per lato

li l’attività del pesce. Occorre, pertanto, garantire

che si apre solo verso l’esterno. Le narici anterio-

un periodo di oscurità anche non totale per per-

ri e posteriori sono connesse da un condotto a

mettere ai pesci di dormire.

forma di U nel quale scorre l’acqua e recettori

Il gusto e l’olfatto sono molto sviluppati nel pesce

all’interno della parete, i sacchi olfattori, ne cap-

rosso e svolgono funzioni quasi sovrapponibili.

tano gli aromi. I pesci rossi non hanno denti sulle 58


loro mascelle. Hanno una conformazione farin-

posti appena sotto la pelle, il più visibile dei quali

geo-dentale disposta sul retro della loro bocca.

percorre i fianchi del pesce. Quest’organo, che è

Anche l’udito è molto sviluppato. Poiché in

presente in tutti i pesci, percepisce le vibrazioni

acqua le onde sonore viaggiano più velocemen-

esterne e il moto dell’acqua sulla pelle, permet-

te che in aria, i pesci sono in grado di percepire

tendo al pesce di distinguere tra una corrente

i suoni a notevole distanza. Ricordiamocene ogni

prodotta dal suo nuoto e una prodotta dal movi-

volta che accendiamo lo stereo o la tv nella stan-

mento dell’acqua.

za in cui si trovano i nostri pesci! Gli organi uditi-

Bene, ora che conosciamo un po’ meglio il

vi sono posti ai lati del cranio, dietro gli occhi, in

nostro pesce rosso ci possiamo rendere conto di

capsule completamente chiuse.

quanto sia riduttivo e immeritato considerare

L’evoluzione naturale ha dato al pesce rosso

banale un animale che banale non è affatto!

un’arma in più per vivere nell’ambiente acquati-

Parlando ora di salute, prima o poi scopriremo

co: l’ha letteralmente dotato di un “sesto senso”!

che non esiste un detto meno esatto del classi-

Oltre ai cinque sensi comunemente noti (vista,

co motto: “sano come un pesce”. Il nostro pesce

udito, tatto, olfatto e gusto) il pesce rosso pos-

rosso, infatti, può andare incontro a diversi

siede la capacità di percepire il suo ambiente

disturbi e malattie, la maggior parte dei quali,

attraverso la linea laterale: un organo sensoriale

spesso, sono purtroppo conseguenza di un cat-

composto da una serie di canali pieni di liquido

tivo allevamento da parte del suo padrone.

Oltre ai cinque sensi comunemente noti il pesce rosso possiede la capacità di percepire il suo ambiente attraverso la linea laterale

59


In particolare, la classica “boccia” di vetro è un

dosi in acqua. Altra nota negativa della boccia

contenitore che, a dispetto della sua enorme dif-

consiste nel ridotto volume d’acqua, spesso da

fusione, nasconde molte insidie e che risulta

una a poche decine di litri, assolutamente insuf-

essere il meno adatto alla vita dei nostri carassi.

ficienti per le esigenze del pesce rosso, che, al

Questo per una serie di ragioni pratiche ed este-

contrario, ha bisogno di un notevole spazio per

tiche, legate principalmente alla forma sferica del

potersi muovere, data la sua innata vivacità e le

contenitore. Come sempre, il nostro intento non

dimensioni ragguardevoli che può raggiungere

è di colpevolizzare chi possiede in casa una boc-

(oltre 30 cm e fino a 2 Kg di peso!). I carassi, inol-

cia, ma di far capire perché una boccia non va

tre, sono animali socievoli, che amano vivere in

bene discutendo qui dei suoi difetti, molto spes-

branco e le ridotte dimensioni della boccia li

so non conosciuti dai possessori di pesci rossi. Il

costringono a vivere da soli, o peggio ancora in

problema maggiore è legato alla ridotta superfi-

un’improbabile coppia, dentro un ambiente

cie in rapporto al volume e, di conseguenza, al

monotono, spesso disadorno e tutt’altro che

poco efficiente scambio gassoso aria/acqua:

gradevole. La forma sferica lo costringe a girare

questo comporta una maggiore difficoltà di

in tondo, in una maniera innaturale che gli impe-

scambi gassosi nell’acqua rispetto a una vasca

disce un’esatta percezione dell’ambiente in cui si

rettangolare, con la conseguenza di vedere il

trova, senza contare che le pareti tonde fornisco-

pesce rosso boccheggiare in superficie alla

no un’immagine deformata e di difficile interpre-

disperata ricerca di ossigeno, di cui, come detto

tazione da parte del pesce. La curvatura del

nei precedenti articoli, ha un fabbisogno maggio-

vetro rende difficoltosa la sua pulizia, il fondo è

re rispetto ai pesci tropicali.

insufficiente per la coltivazione delle piante e

La scarsità di ossigeno è accentuata dall’inqui-

certo non è un granché la soluzione di inserire

namento dell’acqua. Paradossalmente, spesso il

oggetti di fantasia del tutto inutili per l’ambienta-

boccheggiare del pesce è scambiato per fame,

mento dei pesci. A tutto questo va spesso

con conseguente immissione di cibo che non fa

aggiunta l’abituale gestione della boccia che

altro che peggiorare la situazione, decomponen-

molti “allevatori” inesperti eseguono (cambio dell’acqua direttamente sotto il rubinetto, parcheggio del pesce in un bricco provvisorio, cloro, mangime in abbondanza, ecc.) e di cui abbiamo discusso nei primi due articoli, anche a causa della mancanza di dotazione tecnica della boccia, in particolare di sistemi di filtraggio. Quanto detto finora, dà un’idea chiara del perché la classica boccia in vetro sia sempre più considerata, (per fortuna!), una soluzione inadeguata all’allevamento del pesce rosso: essa ha rappresentato per decenni una “cultura acquariofila” improvvisata e popolare che oggi non trova più alcuna

Il nostro pesce rosso può andare incontro a diversi disturbi e malattie 60


Il pesce rosso possiede dei grandi occhi ai lati del capo, sprovvisti di palpebre e, a differenza dei nostri, in grado di percepire anche le radiazioni ultraviolette


La maggior parte delle più comuni malattie si può curare con successo, purché siano identificate tempestivamente

giustificazione. In fondo, nessuno ci obbliga a tenere un pesce rosso in casa, pertanto, se scegliamo di farlo, così come per qualunque animale domestico, il minimo per ricambiare la sua compagnia è allevarlo nel migliore dei modi possibile. Questa serie di articoli vuole essere un contributo in questa direzione, senza colpevolizzare nessuno, cercando di accompagnare chi legge verso una maggiore consapevolezza della dignità e delle necessità dei nostri amici carassi, per portarli dalle anguste bocce verso veri e propri acquari tutti per loro. Ma come si fa a riconoscere un pesce malato? Bisogna sempre osservare attentamente i nostri pesci così da riconoscere subito un comportamento anomalo che possa essere il segno rivelatore di una malattia. Poiché la salute dei nostri pesci dipende spesso da come viene allevato e curato, l’arma migliore a nostra disposizione è la prevenzione: cioè il rispetto delle regole di base adatte a mantenere il benessere del nostro piccolo ecosistema, in particolare della qualità dell’acqua. La maggior parte delle più comuni malattie si può curare con successo, purché siano identificate tempestivamente, cosa possibile dedicando regolarmente pochi minuti al giorno all’osservazione dei nostri pesci. Gli esemplari malati tendono spesso a sostare a lungo immobili sul fondo della vasca e, se il contenito-

La cosiddetta “malattia dei puntini bianchi” è

re lo consente, a isolarsi. Un’iperproduzione di

probabilmente l’infezione più conosciuta, grazie

muco dalla pelle può essere uno dei primi sinto-

alla sua diffusione e alla sua evidente e caratteri-

mi di una malattia. Il muco è prodotto dalla pelle,

stica sintomatologia. È causata dal protozoo

conferisce la tipica viscidità dei pesci e fornisce

Ichthyophthirius multifils, che vive in tutte le

la prima protezione dalle aggressioni esterne;

acque dolci. Il principale fattore scatenante è un

ecco perché è importante evitare manipolazioni

repentino sbalzo termico, spesso frequente in

frequenti sia con le mani che con i retini.

primavera o in autunno. Il pesce rosso diventa 62


insolitamente timido, la respirazione accelerata (il

ca a vasti lembi, le pinne si sfilacciano e posso-

parassita attacca anche le branche) e l’animale si

no

sfrega insistentemente sul fondo o gli oggetti

Fortunatamente questa malattia si può curare

sommersi,

con facilità con i numerosi ed efficaci prodotti

come

se

avesse

il

prurito.

comparire

zone

emorragiche.

Successivamente iniziano a comparire dei “pun-

curativi presenti in commercio.

tini bianchi” che indicano, ognuno, la presenza

La saprolegnosi è provocata dai funghi del gene-

del parassita incistato. All’avanzare dell’infezione

re Saprolegnia; generalmente s’insedia su abra-

i puntini aumentano di numero e la pelle si stac-

sioni o ferite sotto forma di una sorta di una 63


Sul muso si trova una coppia di narici per lato che si apre solo verso l’esterno

massa cotonosa biancastra o grigiastra che, nei

micosi (come la saprolegnosi), pertanto la cura

casi più gravi, forma dei veri e propri ciuffi a pen-

può richiedere trattamenti adeguati alle varie

nello. Fortunatamente non è molto contagiosa ma

infezioni.

la guarigione del pesce dipende molto dalla tem-

In linea generale, se i nostri amici si ammalano, è

pestività dell’intervento curativo, sempre median-

importante agire con lucidità e tempestività: esi-

te i prodotti corretti reperibili in commercio.

stono molti prodotti curativi in commercio, parti-

La corrosione delle pinne è una malattia infetti-

colarmente efficaci se la malattia viene curata in

va abbastanza comune, determinata da batte-

tempo. Non precipitiamoci a mettere il nostro

ri opportunisti (principalmente Aeromonas e

pesce in un sacchetto per alimenti o in un bricco

Pseudomonas) ed è di solito la conseguenza di

rimediati alla peggio per portali da un negoziante

un sensibile peggioramento delle condizioni

come fosse un pronto soccorso, non faremmo

ambientali. La cura, per essere efficace, deve

altro che esporre il nostro pesce rosso a un ulte-

essere quanto più repentina possibile e deve

riore, fortissimo e probabilmente fatale, stress.

necessariamente accompagnarsi a un miglio-

Annotiamo con precisione i sintomi notati e rivol-

ramento delle condizioni ambientali. Spesso

giamoci al nostro negoziante di fiducia per farci

alla corrosione si accompagna l’infezione da

consigliare su come agire. 64


TASSONOMIA a tassonomia, ovvero quella disciplina che si occupa della classificazione e dell’attribuzione di un nome agli organismi viventi, è, ovviamente, di estrema importanza. Senza un nome preciso (e in latino, in modo da essere lo stesso e comprensibile in tutto il mondo) sarebbe impossibile spiegare di quale animale, o pianta, si sta parlando. La tassonomia però è soggetta a continue revisioni e inevitabili modifiche, basate su nuove osservazioni, disponibilità di nuove tecniche di studio, ecc.; i nomi delle specie cambiano quindi nel tempo, a volte anche molto velocemente. Questo rischia di creare una certa confusione (chi non ha avuto un attimo di sorpresa quando per la prima volta ha visto uno spirografo - Spirographis spallanzanii - improvvisamente trasformato in Sabella?) aumentata dal fatto che non sempre le informazioni a questo riguardo sono immediatamente disponibili e che (diciamolo pure) per un appassionato di acquari, in fondo, uno spirografo è pur sempre uno spirografo. Avendo però impostato la nostra rivista a principi di rigore scientifico, non possiamo far finta di ignorare i cambiamenti di nomenclatura; il problema è che a volte neanche gli specialisti sono d’accordo su quale nome adottare per una specie. Che fare? Abbiamo quindi deciso di usare come riferimento per gli organismi marini e per i pesci due siti internet, sulla base dell’affidabilità e della facilità di consultazione: http://marinespecies.org/ http://www.fishbase.org/search.php

L

Per gli altri organismi (in maggioranza piante e organismi d’acqua dolce) ci basiamo sul sito http://www.itis.gov/ e su diverse fonti d’informazione e, non appena ne avremo trovate, non solo rispondenti alle caratteristiche citate in precedenza (attendibilità e facilità di consultazione), ma non troppo specialistiche (relative, ad esempio a una sola famiglia), non mancheremo di segnalarle. È senz’altro possibile che i lettori rilevino delle discrepanze tra i nomi da noi usati e quelli a loro noti: possono essere nomi non aggiornati o provenienti da altre fonti (è il caso di una specie citata nel n. II 3 di Aquariophylia: il Conus ebraeus che si trova anche citato come Conus hebraeus): non potendo (pensate che noia!) dare ogni volta tutte le varianti, abbiamo deciso di usare sempre la stessa fonte come riferimento. Per maggior chiarezza, le specie che per molto tempo sono state conosciute sotto un nome non più valido, in molti casi vengono indicate anche con il nome precedente (Bolinus brandaris - ex Murex brandaris). Tutto chiaro? Prevediamo comunque un articolo che chiarisca i misteri di quest’affascinante disciplina e, ovviamente, in caso di dubbio... scriveteci!

65


vai col...

ww w

link! a cura di Mario Loffredo In questa rubrica prendiamo in considerazione ogni mese un argomento di base, per guidarvi nella perfetta

comprensione dei

principi e

delle tecniche che ogni buon acquariofilo dovrebbe conoscere. Oramai la

rete offre una vasta gamma di notizie in proposito e non è necessario, dunque, che Aquariophylia predisponga articoli specifici in merito. La rete, però, contiene anche tante notizie errate, non essendo verificate in alcun

esperto della rivista si prenderà cura di leggere ed esplorare suggerendo solo pagine corrette o, perlomeno… non totalmente scorrette! In tal modo potrete godere di una navigazione “sicura”, sfruttando le recensioni proposte ogni mese. Vi modo. Per questo motivo un

proporremo pagine in varie lingue, per assecondare le vostre preferenze, indicate dalle

bandierine

al fianco di ogni link, per assecondare le

vostre preferenze. Accetteremo ovviamente con grande piacere anche i vostri

suggerimenti:

se avete trovato una pagina particolarmente

interessante, inviateci un riferimento e saremo felici di valutarla ed eventualmente recensirla. 66


Oggi parliamo di…

CRYPTOCARYON Conoscere tutte le malattie dei pesci richiederebbe una perizia non comune, certamente non alla portata dell’acquariofilo comune. Alcune malattie però sono più frequenti di altre e bisogna proprio conoscerle se si vuole tenere un acquario, perché la probabilità di doverle fronteggiare è elevatissima. Tra queste vi sono alcune parassitosi che compaiono a causa d’improvvisi stress, come sbalzi di temperatura. Proprio come in acqua dolce, a causa degli sbalzi di temperatura, i pesci si ricoprono di piccoli puntini bianchi, una cosa simile accade negli acquari marini, anche se in questo caso il parassita appartiene a una specie diversa. Non si tratta di Ichthyo ma di Cryptocaryon, eppure gli effetti sono molto simili. Il protozoo produce delle pustole epidermiche piene di minuscoli parassiti pronti a uscire per infettare altri ospiti dell’acquario. La malattia ha un andamento epidemico in acquario, a causa I puntini bianchi di Cryptocarion, che compaiono sui pesci marini, somigliano a quelli prodotti da Ichthyo in acqua dolce

67


dell’ambiente confinato dalle pareti di vetro e può produrre ingenti mortalità se non affrontata in tempo utile. Per combatterla si utilizzano sali di rame o di zinco e, più recentemente, prodotti chimici diversi, anche non tossici per gli invertebrati, anche di origine naturale. Eppure spesso basta portare la densità dell’acqua a valori più bassi (sino ad almeno 1018) per uccidere tutti i parassiti natanti. Il discorso ci porterebbe molto lontano ma per approfondire l’argomento, come sempre, basta cliccare sui link. Al termine del viaggio, che potrà essere lungo quanto vorrete, secondo la vostra disponibilità a divenire esperti dell’argomento, potrete dire definitivamente addio ai problemi prodotti da questo insidioso parassita. Buona lettura!!

http://www.zanclus.it/pagine/cr_crypto.php http://www.h2oacquariofilia.it/malattiedettaglio.asp?ID=2 http://www.acquariomania.eu/Articoli/Articoli/malattie.html http://www.territorioscuola.com/youtube/view.php?video=Rbpq7tlKLZY&feature=youtube_gdata_player&title= Cryptocaryon+Irritans+Parasite http://www.acquaportal.it/articoli/marino/malattiealghe/malattie/protozoi.asp

http://reefkeeping.com/issues/2003-08/sp/index.php http://www.americanaquariumproducts.com/Aquarium_Ich.html http://www.drsfostersmith.com/pic/article.cfm?aid=1818 http://www.breedersregistry.org/Reprints/SeaScope/v11_sumr/crypto.htm http://www.masa.asn.au/masawiki/index.php/Cryptocaryon http://www.labspaces.net/blog/1243/Curing_a_plague__Cryptocaryon_irritans http://www.ultimatereef.com/articles/whitespot/ http://www.reefculture.com.au/store/blog/cryptocaryon http://www.novalek.com/aquavet/copper_sulfate.htm http://www.seymouraquariums.com/marine_whitespot.htm http://www.peteducation.com/article.cfm?c=16+2160&aid=2420

http://www.korallenriff.de/artikel/624_Cryptocarion_irritans.html http://www.korallenriff.de/artikel/792_Hyposalinität_als_Behandlungsmethode_bei_Cryptocarion_irritans_.html http://www.google.de/url?sa=t&rct=j&q=cryptocaryon%20irritans%20dissertation&source=web&cd=3&ved=0CEQQFj AC&url=http%3A%2F%2Fwww.marubis.de%2Fuploads%2Fmedia%2FCryptocaryion_irritans_01.pdf&ei=mvmKT_SjK 4qO4gTLmuTjCQ&usg=AFQjCNEQakj-4MdO-Cn-opZroMOLu90XaQ

68



di Carassio Aurato Forse alcuni di voi non mi conoscono... Ebbene sì! Sono proprio un pesce, e allora?

Un elefante è appena entrato in redazione e strombazzando a tutto volume chiede con urgenza di conferire col capo. Betta, impaurita dall’ingombrante presenza, sta correndo in giro per la redazione producendo bollicine viscide. Il capo, da parte sua, è appena inciampato nelle bollicine e sta sacramentando cose che non oserei ripetere né, ovviamente, mettere per iscritto. La confusione è totale e mi chiedo se siano davvero diventati tutti matti o si sia creata una strana confluenza astrale per produrre tutto ciò. Mi sovviene ora che siamo nel 2012 e mi chiedo se non sia questo l’inizio della fine (del mondo). Ma mi consola pensare che siamo solo al numero di maggio e le previsioni dei Guru Aztechi parlavano del 21 dicembre. Ci dovrebbe essere ancora tempo per la data ultima e, tutto sommato, anche la fine del mio barattolo di mangime appare lontana. Dunque cosa accade? Qualcuno riesce a spiegarmi l’assurda situazione? …Nessuno risponde! Evidentemente anche voi brancolate nel buio. Beh, farò qualche indagine 70


conoscitiva e vi farò sapere presto la causa

Il capo ha prenotato il suo viaggio presso

della dabbenaggine collettiva che ha inve-

l’agenzia di riferimento di aquariophylia

stito la redazione. Proprio pochi secondi

(pare che gli facciano prezzi di favore in

fa, però, è passato da queste parti quell’in-

cambio dei link che inserisce qua e la nella

fingardo di Ippo Campo. Gli ho chiesto

rivista!). Infatti ho trovato sul suo tavolo

come mai non abbia più prodotto stolte

un contenitore di pelle con tutte le pezze

prose negli ultimi numeri e mi ha confida-

d’appoggio. Viaggio in categoria business

to che il Capo l’ha mezzo licenziato, dopo le

con volo di linea in partenza dalla redazio-

ultime cose scritte, perché la segretaria di

ne e arrivo direttamente in fiera. Albergo

redazione ha fatto la spia. Ma quel che è

a otto stelle superiori situato proprio

peggio, è che pare che Ippo sappia spiega-

all’ingresso della fiera, dotato di piscina,

re almeno in parte la confusione che regna

sauna, acque termali, massaggio turco e

in redazione: sono tutti in partenza.

bagno svedese. Ah, ecco, quest’anno ha

Effettivamente, ora che ci penso, ho nota-

prenotato una camera doppia per uso sin-

to un certo tramestio di camicie, polacchi-

golo. L’anno scorso aveva la suite imperia-

ne e mutande. E passi per le polacchine,

le. Evidentemente se la passa male, con la

che sono signorine polacche incaricate di

crisi e tutto il resto.

alcuni servizi giornalistici esterni, ma

Anche Betta e Ippo (Campo) hanno preno-

cosa c’entrano le mutande e le camicie?

tato il loro viaggio presso l’agenzia di rife-

Non c’è dubbio: qui qualcuno è pronto alla

rimento, in base a quanto leggo sul fronte-

dipartita.

spizio della busta. Loro però dovevano

Sbircio sul calendario del capo, proprio

avere meno fondi… o meno amicizie con

quello dove il nostro annota minuziosa-

quelli dell’agenzia. Treno interregionale

mente tutti gli impegni importanti e, final-

senza cuccetta, terza classe turistica, da

mente comprendo. Tra poche settimane ci

qui a Norimberga. Colazione al sacco a

sarà il grande evento. Ma come “quale

carico del committente. Arrivo dopo tre

grande evento”? Ancora non ci siete? Ma

giorni in stazione periferica puzzolente.

allora, o miei affezionati tre lettori di sem-

Poco male, perché la loro pensioncina

pre, siete sempre più rincitrulluliti. Sto

(maleodorante anch’essa) è proprio nei

parlando di Interzoo. Esattamente: la

pressi della stazione. Anzi, a ben vedere…

fiera del pet che si terrà a metà mese in

dormono in stazione.

territorio teutonico (a Norimberga, per

Beh, in fondo non è il lusso quello che

l’esattezza). Qui sono tutti in preda alla

conta. L’importante è esserci. Come ogni

frenesia e così si spiega quasi tutto (ele-

due anni la fiera sarà magnifica, piena di

fante a parte: quello per la verità non me

acquari allestiti (non vedo l’ora di farci

lo spiego ancora… ma c’è tempo prima di

qualche tuffetto), aeratori, termoriscalda-

finire l’articolo).

tori, illuminatori, regolatori… OK, voi vi 71


starete chiedendo se alla fiera sono pre-

morti. Poi si accorgeranno che la fine del

senti solo i mariti. No, è ovvio… ci sono

mese è vicina e torneranno, in ritardo, alle

anche le relative mogli. Quindi potremo

loro postazioni di lavoro. È un copione che

trovare anche aeramucche, termoriscal-

ho già visto altre volte, nella mia breve esi-

damucche, illuminamucche e persino

stenza. Poi ditemi se avevo ragione.

regolamucche. OK, mi pare di capire che il

Volete sapere come va a finire? Il mio con-

mio humor di oggi non vi colpisce nel

siglio è di andarci di persona. Si tratta

modo giusto. Passo alle spiegazioni semi-

infatti di un evento molto eccitante e friz-

serie.

zante e vale la pena di esserci. In caso,

Tutta la redazione, per quasi una settima-

chiedete alla nostra agenzia di viaggio di

na, si sposterà a Norimberga per parteci-

riferimento, ma dite di essere amici del

pare al grande evento, intervistare gli

capo.

espositori uno per uno, chiedere fondi per

Come? Non volete spendere più di trenta

la pubblicità e mangiare i famosi wurstel

euro? Beh, allora dovreste aggregarvi al

di Norimberga da gustare con asparagi

gruppo di Betta e Ippo Campo. Pare che

bianchi e salsa crucca. L’evento sarà cer-

sul treno interregionale ci siano ancora

tamente interessante perché molte azien-

dei posti vacanti.

de stanno guardando al dopo-crisi (nel

Non vi va di viaggiare sul treno puzzolen-

senso che tutti stanno oramai pensando

te e dormire in stazione? Ma allora siete

che prima o poi dovrà pur finire, statisti-

proprio impossibili da soddisfare! Beh, in

camente parlando) e quindi stanno inve-

questo caso l’unica soluzione è di non per-

stendo qualche soldino in ricerca & svi-

dere il prossimo numero, perché di certo

luppo. Questo significa che potremmo tro-

qualche anticipazione sulla fiera verrà

vare nuovi riscaldatori, nuovi piantatori,

data. E magari anche il successivo, dove

nuovissimi misuratori. Vi chiederete delle

quelli scriveranno peste e corna di tutte le

mogli… ma questa volta la freddura ve la

cose viste.

risparmio!

Io nel frattempo riposerò, approfittando

Cosa significa tutto ciò? Significa innanzi-

dell’assenza della masnada dei redattori.

tutto che usciremo in ritardo anche il

Anzi, sapete cosa vi dico? Passo subito al

mese prossimo. Se tanto mi dà tanto, par-

letargo (non prima di aver ingurgitato

tono tra pochi giorni e tornano tutti dopo il

una dose disastrosa di scaglie supervita-

venti: chi dovrà cucinare il prossimo

minizzate).

numero? Al ritorno, poi, saranno tutti

Allora a presto. Svegliatemi dopo la fiera.

presi dalle novità rubate in fiera, come

Vostro, turbolento

tutti gli anni, e perderanno giorni preziosi

Carassio

per montare il nuovo filtro anti-nitrati, piantumare vasetti e seppellire pesci 72


In questa sezione diamo voce a tutte le associazioni acquariofile che vorranno partecipare alla vita della rivista. Non ci sono regole (a parte la legislazione vigente!) perché si tratta di spazi autogestiti. Ogni associazione dunque è libera di inviare ogni mese “la propria rivista”, fatta proprio come vorrebbe. Potrà servire alla campagna associativa, a pubblicizzare la prossima mostra di acquari, a tenere piccoli corsi di acquariofilia o semplicemente a mostrare la foto del socio del mese. Per noi l’importante è dare voce alle associazioni acquariofile, per creare una rete fitta di contatti tra gli acquariofili italiani. E saremo dunque fieri di partecipare a questa missione, anche semplicemente facendo da tramite tra associazioni e lettori. Per ora il numero di associazioni acquariofile che partecipano all’iniziativa potrà essere ancora piccolo. Ma contiamo sul vostro spirito “imprenditoriale” per invadere la rivista con una valanga di notizie dalle associazioni. Forza: è giunto il momento di partecipare, di espandersi, di cooperare!

73


AAA ASSOCIAZIONE ACQUARIOFILI ABRUZZESI Il trentennale dell’AAA Conferenza sugli “Alieni” nel Med Impegno di lungo corso: premiati Pardi e Marcucci Un incontro su “Flora e fauna del mare nostrum, l’“invasione” del Mediterraneo: il clima che cambia e il futuro che ci aspetta”, ha inaugurato sabato 12 maggio scorso, presso l’auditorium del Museo Universitario di Chieti, le celebrazioni per il trentennale dell’Associazione Acquariofili Abruzzese (1982 – 2012). La conferenza, tenuta da Luciano Di Tizio, giornalista e tra i soci fondatori del club abruzzese, è stata incentrata sugli organismi “alieni” che popolano il Mediterraneo, così numerosi da rappresentare attualmente circa il 20 % di tutte le specie presenti nel mare che circonda le nostre coste. È stata un’importante occasione per approfondire un argomento di attualità e del quale in futuro si sentirà parlare sempre più spesso. Tra l’altro l’oratore si è soffermato sul “caso” della Caulerpa taxifolia, trattato proprio questo mese in un articolo su Aquariophylia. Nel corso della conferenza gli ex presidenti del sodalizio, Alberto Fasoli, Marcello Tagliamonte e lo stesso Di Tizio, hanno inteso premiare, a sorpresa, l’attuale presidente Amedeo Pardi e l’attuale segretario Lorenzo Marcucci per la loro trentennale e proficua attività in favore dell’associazione, alla quale aderirono entrambi pochi mesi dopo la fondazione. Era presente anche il professor Luigi Capasso, direttore del Museo Universitario dell’ateneo “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, che da anni collabora con piena disponibilità alle iniziative del club abruzzese. Pardi e Marcucci - hanno ricordato gli unici tre soci che in passato hanno avuto l’onore/onere di presiedere il club - sono stati sin dalla loro iscrizione, dopo la prima mostra, quella del 1982, le vere colonne portanti dell’AAA. “Senza di loro - ha sottolineato Di Tizio - non avremmo mai raggiunto questo traguardo. Mai premio fu più meritato!”. Ai due è stata consegnata una targa personalizzata con un 30° sullo sfondo e nella quale si ricorda la ricorrenza del trentennale esprimendo la personale gratitudine per quanto fatto dal 1982 al 2012 in favore dell’AAA. Il prof. Luigi Capasso e Luciano Di Tizio prima dell’avvio della conferenza

74


Amedeo Pardi premiato da Alberto Fasoli sotto lo sguardo attento di Di Tizio e Tagliamonte

Dopo la conferenza è stata inaugurata una piccola mostra di acquari (sempre nelle sale del Museo Universitario) realizzata con piante e pesci provenienti dalle vasche dei soci che le coltivano e li allevano da anni. Nessun prelievo in natura, insomma, per la 23° esposizione sin qui allestita nei trent’anni di vita del club, con la quale sono state raccontate in breve tutte le altre mostre proposte nel passato. Poche vasche, perché lo spazio a disposizione non ha permesso di più, ma certamente allestimenti interessanti. L’esposizione è stata realizzata con la formula della mostra-concorso per acquari arredati. I soci ammessi erano in pratica in gara tra loro: gli impianti più belli sono stati premiati con prodotti messi a disposizione da Aquarialand di Torino, ditta da molti anni vicina agli Acquariofili Abruzzesi, nell’occasione sponsor unico dell’evento. Della mostra, tuttora in corso mentre scriviamo queste prime note sul compleanno dell’AAA, parleremo in uno dei prossimi numeri di Aquariophylia, così come parleremo della lunga storia del gruppo di amici che sin dal 1982 condivide passione e iniziative acquariofile nel territorio regionale abruzzese. Del resto è la prima volta che un club italiano tocca il traguardo delle trenta primavere e sarà giusto tornare sull’evento per diversi mesi consecutivi, più che mai in una rubrica come questa che è nata proprio per raccontare la vita delle associazioni del Bel Paese e i loro successi…

Lorenzo Marcucci, al centro tra gli ex presidenti Alberto Fasoli e Marcello Tagliamonte, mostra la targa appena ricevuta

75


AIB ASSOCIAZIONE ITALIANA BETTA Arriva il secondo Italian Betta Show Il più grande evento italiano dedicato ai Betta è arrivato. Nel week-end dell’8-10 Giugno, la tre giorni organizzata da AIB accoglierà alcuni dei migliori allevatori di Betta splendens del mondo, in una grande mostra accompagnata da una gara riconosciuta dall’IBC (International Betta Congress). Oltre a Betta splendens da concorso di tutte le categorie (Halfmoon, Plakat, Crown Tail, Crown Tail Plakat, Double Tail...) la mostra ospiterà anche un’ampia sezione divulgativa dedicata ai Betta selvatici, con vasche biotopo attrezzate appositamente per permettere ai visitatori di scoprire queste creature poco conosciute e dal comportamento affascinante. La mostra si terrà a Ranco (Varese) nella bellissima cornice dell’Azienda Agricola Robustelli, in via Quassa 27, a pochi metri dal centro del paese e dalle sponde del Lago Maggiore. Ecco in anteprima per Aquariophylia il programma delle giornate. Giovedì 7 Giugno: s’inizia un giorno prima! Lo staff dell’Associazione sarà presente per verificare gli allestimenti, curare gli ultimi dettagli e accogliere gli espositori che partecipano al concorso, per albergare i loro esemplari nelle vasche dedicate. Venerdì 8 Giugno: giornata dedicata agli espositori; alle 14 la giuria internazionale guidata dall’elvetica Claire Pavia inizierà la valutazione dei pesci. Un momento che richiede silenzio e concentrazione per cui la sala verrà chiusa alle visite per qualche ora. Sabato 9 Giugno: entrata libera e gratuita dalle 9.00 alle 19.00: è il momento migliore per godersi i pesci e la mostra; alle 18 premiazione dei vincitori del concorso internazionale. Domenica 10 Giugno: si replica, entrata libera e gratuita dalle 9.00 alle 15.00. Nelle giornate di Sabato e Domenica le ragazze e i ragazzi di AIB saranno a disposizione per accompagnare chi lo desidera attraverso la mostra e rispondere a domande e curiosità sugli esemplari esposti e sui Betta di ogni specie. Ma sarà anche possibile incontrare, tra una vasca e l’altra, la maggior parte degli allevatori italiani e stranieri che partecipano al concorso e naturalmente acquistare gli esemplari in gara (!), che gli espositori saranno liberi di vendere in due spazi dedicati, il Sabato pomeriggio e la Domenica mattina. Non esistono occasioni migliori per entrare in possesso di uno Show Betta o di una coppia di “wild”. Siete ancora indecisi? Andate a leggere il resoconto dell’evento tenutosi lo scorso anno su Aquariophylia n. 8 di Settembre 2011 e non potrete fare a meno di visitare la mostra di quest’anno! Per altre notizie e suggerimenti sulla mostra, visitate www.bettashow.it oppure www.aibetta.it e naturalmente il nostro forum www.bettaforum.it

76


77


AIK ASSOCIAZIONE ITALIANA KILLIFISH

Notizie dal Congresso AIK Per dare ancor maggior lustro al nostro congresso abbiamo aggiunto un’ulteriore relazione, in questo caso realizzata da uno scienziato: Luca Dolfi, Scuola Normale Superiore di Pisa gruppo Cellerino Luca Dolfi é interessato nello studiare i meccanismi molecolari delle diapause confrontando tra loro specie annuali e non annuali sia africane che sudamericane. A tale scopo ha messo su una fishroom in cui riproduce Nothobranchius, Aphyosemion, Fundulopanchax, Epiplatys, Scriptaphyosemion, Callopanchax, Rivulus e Nematolebias. La presentazione verterà su: 1. Filmati in altissima risoluzione dello sviluppo delle uova di killi 2. Distinzione tra DI e DII (in che stadio sono davvero le uova in torba?) 3. Descrizione della fishroom ed esperienza con le diverse specie Il congresso AIK sarà un evento da non perdere! Senza contare il numero di specie presenti tra cui Aphyosemion raccolti quest’anno in Gabon, Nothobranchius selvatici raccolti in Kenya lo scorso Gennaio da Stefano Valdesalici e Giuseppe Amato, ma anche specie selvatiche dal Sud America!!! Vi aspettiamo numerosi!!! Lo Staff AIK.

uovo di Nothobranchius furzeri, stadio a 4 cellule

lo stesso furzeri in D1 (diapausa 1)

78

Nothobranchius guentheri in D2 (diapausa 2)


79


AMBI ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA BETTOFILI ITALIANI Cari Amici di AMBI, come più volte annunciato si è tenuto il 14 Aprile, presso la facoltà di medicina Veterinaria di Bari, un corso, curato interamente da AMBI e totalmente dedicato al Betta splendens; che ha visto come relatore il presidente dell’associazione Massimo Butera. Nel corso del programma, della durata di 2 ore, sono state viste oltre 140 diapositive dedicate all’allevamento e alla selezione del Betta splendens show. Le diapositive hanno mostrato a tutti gli studenti e appassionati intervenuti, come allevare e mantenere un Betta splendens, si è parlato del biotopo Asiatico, del betta wild e non sono mancati cenni sulla storia della sua evoluzione e alcune considerazioni finali su un allevamento consapevole di queste specie asiatiche. Preziosa è stata l’organizzazione del Dott. Alessandro Vlora che ha programmato insieme ad altri questo evento davvero bello e che non possiamo esimerci dal ringraziare sentitamente per lo spazio concessoci insieme al CAEB. Nell’ultima mezz’ora gli studenti intervenuti hanno potuto fare delle domande in merito al betta e al suo allevamento. Hanno avuto modo di osservare alcuni esemplari di Betta splendens halfmoon, plakat e anche una coppia di Betta albimarginata, tutti messi a disposizione dei soci AMBI e che hanno destato la curiosità degli intervenuti. Il corso tenuto a Bari ha acceso l’interesse di molti verso l’associazione AMBI, che oramai da qualche anno s’interessa sia del Betta splendens sia di tutti gli Anabantidi. In molti hanno manifestato il desiderio di unirsi alla nostra associazione. È stata anche un’occasione per incontrare diversi soci sparsi in varie zone d’Italia essendo giunti per l’occasione soci un po’ da tutto il sud. Non si può trarre che un bilancio positivo di questa esperienza, che certamente intendiamo ripetere in altre sedi. V’invitiamo sin da ora a seguirci nei vari eventi che si vanno via via organizzando su tutto il territorio nazionale. Il Direttivo AMBI Il corso tenuto a Bari ha acceso l’interesse di molti verso l’associazione AMBI Foto di Alessandro Vlora e Gianluigi Porcelli

80


DISCUSCLUB.NET2.0

Eccoci back online, dopo un incidente che ha pregiudicato anche la gioia del secondo giro di boa del DiscusClub.net2.0, il secondo anniversario, che volevamo celebrare il primo maggio. Adesso, l’augurio è che il dolce caldo della primavera ci porti buonumore e sollievo in vasca, perché “pare” che il freddo sia andato via. Che cosa abbiamo da proporvi come lettura a maggio? Beh, intanto collegatevi al forum, anche per un saluto, ma quello che nei mesi precedenti abbiamo proposto e non abbiamo inviato con la consueta newsletter: [Scheda] Mikrogeophagus ramirezi, - testi di Matteo Dougny, e foto di Matteo Dougny, Michele Gagliardi e Luca Zomparelli - splendido ciclide compagno dell’acquariofilo da oltre mezzo secolo. L’acquario interattivo, di Roberto Carlini, autentica piccola opera interattiva per l’acquariofilo che vuole ragguagli su layout, materiali, compagni e piante - tutti elementi che non possono essere lasciati al caso per la convivenza coi discus. [Cordis] Myxozoa: una famiglia di parassiti sotto il vetrino della comunità scientifica europea. Un problema che potrebbe diventare una piaga, ma ancora gli scienziati non si pronunciano sulla gravità del fenomeno, che potrebbe devastare interi allevamenti ittici, inclusi i discus, che già sovente leggiamo essere prede di strani fenomeni di “Whirling Disease”. Tutto da vedere, stiamo ricevendo aggiornamento sugli studi in tempo reale. Questo è “abbastanza” per avere la tua attenzione... altrimenti perdonaci, se è stato per te un motivo di scocciatura. Ci auguriamo che il tuo aprile-maggio 2012 sia il più bello che tu possa raccontare, prospero e radioso. Buona lettura e se non ti va di leggere, c’è anche molto da vedere! Non dimenticare che abbiamo un grande dovere morale: (ri)lanciare l’hobby più bello del mondo.

Diventa fan DiscusClub 2.0 e seguici su Facebook! Ti auguriamo un sereno maggio 2012. Sincerely Lo staff DiscusClub 2.0

81


CAEB IL CAEB A RETTILI DAL MONDO 2012

Del ricco calendario di attività del CAEB (Club Acquariologico Erpetologico Barese), la partecipazione alla manifestazione “Rettili dal Mondo” è ormai un appuntamento fisso. Tale evento, giunto alla quarta edizione, rappresenta un momento di incontro importante per tutti gli appassionati del meridione di rettili, anfibi, insetti, pesci e piccoli mammiferi; anche quest’anno il successo si è ripetuto attirando numerosissimi visitatori, non solo appassionati ma anche semplici curiosi. All’interno dell’esposizione l’immancabile e visitatissimo stand del CAEB che promuoveva l’ormai più che conosciuto corso di acquariologia e terraristica e una singolare manifestazione che si terrà il 3 e 4 novembre a Bari in occasione della 12° Mostra Ornitologica Internazionale del Mediterraneo e che avrà l’arduo quanto inconsueto compito di avvicinare gli appassionati di pennuti a quelli di squame e scaglie. Un primo “esperimento” più che riuscito è già stato tentato in occasione di questa manifesta-

82


zione grazie all’esibizione degli addestratori di rapaci… ma ulteriori informazioni del mega evento del prossimo autunno seguiranno nei prossimi numeri della rivista. A fare da cornice allo stand sono stati i variopinti disegni creati dagli alunni del Liceo Artistico “Rosa Luxemburg” di Acquaviva delle Fonti (Bari) che hanno partecipato al concorso di disegno, illustrazione e grafica promosso dal CAEB e dagli Organizzatori della manifestazione. Il primo premio, una fotocamera, è stato vinto da Maria Virginia Argenta che ha ritratto un Agalychnis callidryas, così come Valentina Daprile classificatasi al quarto posto. Seconda e terza, Anna Romano e Maria Cardascia, che hanno disegnato rispettivamente una testuggine intenta ad uscire dal guscio ed un colorato Pesce chirurgo, aggiudicatesi un lettore MP3 e una valigetta di tempere. Insomma, podio tutto “rosa” a dimostrare che l’amore per gli animali più insoliti arriva proprio dal gentil sesso. Agli altri partecipanti una colorata maglietta offerta in regalo dagli Organizzatori della mostra (Fabrizio, Flavio, Gabriele e Marco) a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti. “Rettili dal mondo”, quindi, ci ha presentato un mondo di inconsueti animali “da compagnia” in piena espansione che fa ben sperare anche per il futuro dell’associazionismo. Saremo di nuovo tutti qui, nell’edizione 2013, e non ci resta che invitarvi a partecipare il prossimo anno. Francesco Lorusso (socio CAEB)

83


G.A.S. GRUPPO ACQUARIOFILO SALENTINO Continuano le conferenze del G.A.S.! Il 15 Aprile, nella sede del Gruppo Acquariofilo Salentino, a Lecce, soci e appassionati si sono riuniti per un’incontro interamente dedicato ai Ciclidi dei Grandi Laghi Africani. La conferenza, frutto della collaborazione del G.A.S. (Gruppo Acquariofilo Salentino) con Malawitosi.it (il forum dell’acquario Malawi) e A.I.C. (Associazione Italiana Ciclidofili), si è aperta con la relazione del Dr. Giuseppe Bari, ricercatore dell’Università di Bari e grande esperto e appassionato di vecchia data di questi meravigliosi pesci. Giuseppe ha accompagnato i partecipanti nel mondo dei ciclidi Africani attraverso un ricco percorso storico-evoluzionistico iniziato milioni di anni fa spiegando la formazione della Rift Walley e dei

84


laghi in essa contenuti e successivamente il Dott. Bari ha descritto come in tempi relativamente recenti, qualche decina di migliaia di anni fa, le varie specie di ciclidi abbiano nel tempo sviluppato particolari strutture mandibolari che si sono rivelate un successo evoluzionistico e di adattamento strepitoso; sempre oggetto di studio e ricerca degli studiosi di tutto il mondo. Altro punto interessante della relazione è stato quello tanto caro a chi alleva queste specie, la riproduzione: le cure parentali, i corteggiamenti, l’incubazione orale….. e tra una domanda e l’altra, da parte dei partecipanti e dopo un fragoroso plauso al relatore, la conferenza e continuata ”tutto d’un fiato” con quella del secondo relatore, Christian Simone. Da diversi anni Christian è appassionato dei Ciclidi dei Grandi Laghi africani, moderatore del forum dei Malawitosi, socio A.I.C. ed è stato il secondo presidente nella storia del G.A.S. In questa seconda fase della relazione è stato dettagliatamente trattato di tutto ciò che riguarda l’allestimento di una vasca per ciclidi africani, evidenziando la differenza degli ambienti lacustri. L’importanza della disposizione dell’arredo, del fondo, della luce ecc. tutti parametri che bisogna conoscere per rispettare le esigenze di ogni singola specie di ciclidi. La distinzione fra mbuna ed haps, le differenze generali fisiche e d’ambiente. Necessità alimentari, comportamenti riproduttivi e territoriali, il tutto è stato descritto con numerosissime foto di alcune sue specie allevate. La conferenza non è poi di certo finita qui! Con il supporto del forum Malawitosi il relatore Christian Simone ha parlato della sua esperienza personale nella costruzione di un “acquario in legno”: la tecnica realizzativa e d’impermeabilizzazione, i materiali utilizzati, le varie fasi di lavorazione ed alcuni aspetti critici da tener d’occhio per non commettere errori dallo stesso vissuti e metabolizzati. Un doveroso ringraziamento a tutti i soci G.A.S. ed A.I.C. intervenuti, alla delegazione dei Malawitosi ed ai simpatizzanti che hanno partecipato alla serata. Per restare aggiornati sulle attività dell’associazione invitiamo tutti gli appassionati sul nostro sito web www.gas-online.org oppure di seguirci sulla nostra pagina facebook

85


GOCCIA BLU CAMPANIA La passione condivisa per l’acquariofilia ha portato alcune persone a incontrarsi spontaneamente al fine di scambiare pareri, fare nuove amicizie e allestire e riallestire nuovi e vecchi acquari. La spontanea evoluzione di quest’aggregazione ufficiosa ha portato alla nascita di un’associazione di acquariofili. Eravamo quattro amici al bar… Ma no! Eravamo in quattordici e più presso il ristorante di uno dei nostri attuali soci fondatori, punto di ritrovo per scambi di opinioni, letture e tematiche di cui discutere; ebbene dopo anni e anni d’incontri di questo genere si è deciso così di raggrupparci sotto l’ufficiale veste di associazione Goccia Blu Campania, pronta ad accogliere chiunque abbia la nostra stessa voglia di crescita e divertimento. Era un venerdì sera di febbraio, a casa di uno dei nostri soci fondatori, con tanto buon cibo, vino ma soprattutto amicizia e, nonostante la stanchezza post lavorativa, tutti con la voglia di cominciare questa nuova avventura. L’associazione, al di là del gaudio scopo che l’hobby implica, nasce con l’intento di dedicarsi a tematiche di stampo biologico (ecologia, fisiologia, ittio-patologia, difesa del territorio, allevamento) e tecnico (ricerca nel campo dell’illuminazione, del filtraggio, di nuovi sistemi di gestione), avendo come fine anche la sensibilizzazione dei propri iscritti e di tutti quelli che non “masticano” questo hobby. Essendo l’associazione sensibile a tematiche ambientali ci è sembrato opportuno inserire all’interno del nostro statuto sociale sia aspetti legati a problemi come la pesca, il sovra-sfruttamento del mare, il degrado del territorio argomenti molto attuali nelle nostre zone - sia un’azione “sociale”, nel senso lato del termine, con l’idea di portare l’educazione all’ambiente nelle scuole e con iniziative (in programmazione) in collaborazione con le facoltà di biologia delle università campane. Con questi presupposti alla base, nasce la nostra associazione no-profit di promozione culturale, che si pone entro la giurisdizione data dal codice civile con attività senza scopo di lucro a favore degli associati e di chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo. BENVENUTI! Benvenuti ai magnifici non quattro ma La quota associativa è di 20 euro, potete seguire avvisi circa le nostre attività sul sito o su facebook: www.goggiablucampanaia.it facebook: Goccia Blu Campania Gruppo acquariofilo campano

quattordici, fondatori della nuova associazione Goccia Blu Campania, alcuni dei quali già noti ai nostri lettori. Il programma presentato è di tutto rispetto e non mancano certo l’impegno, l’entusiasmo e la competenza necessari per realizzare i loro progetti. Auguriamo quindi tutto il successo che merita alla neonata associazione e ne seguiremo con interesse e affetto il successo, che prevediamo immancabile.

86


87


ASSOCIAZIONE MAREVIVO “SOLE VENTO E MARE: ENERGIE RINNOVABILI E PAESAGGIO” Premiazione progetti 2011 e lancio Concorso Internazionale 2012 Roma, 16 maggio 2012 – Mulini all’avanguardia, torri di segnalazione portuale che a mo’ di alberi captano il vento, strutture per l’accoglienza turistica alimentate dal moto ondoso, pontili elettrici: Sole vento e mare: energie rinno queste le soluzioni made in italy che sono state selezionate per “S vabili e paesaggio”, in grado di conciliare l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia con la tutela del paesaggio mediterraneo. Le idee progettuali sono state illustrate oggi a Roma nell’ambito della premiazione del concorso internazionale di idee “Sole vento e mare - Le energie rinnovabili per le isole minori e le aree marine protette italiane”, promosso da Marevivo con GSE, ENEA, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee-, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare -Segretariato Generale– e Citera dell’Università di Roma La Sapienza. In occasione della premiazione 2011 viene lanciata l’edizione 2012, giunta ormai al terzo anno. L’obiettivo è quello di stimolare la ricerca di soluzioni progettuali che sappiano pro durre energia dalle fonti rinno vabili – sole, vento, geotermia, biomasse, energia delle onde – nel rispetto dell’ambiente, delle isole minori e delle aree marine protette italiane con particolare

88


riferimento all’architettura del luogo e del paesaggio. I progetti premiati testimoniano una diffusa e crescente sensibilità nei confronti di queste tematiche da parte delle imprese, degli studenti e degli studi di architettura, ingegneria o di industrial design che hanno partecipato al concorso. I VINCITORI PER LE DIVERSE CATEGORIE E TIPOLOGIE PROGETTUALI SONO: Categoria Professionisti/Imprese - Tipologia ‘Componente’ Primo Classificato: Costen S.r.l. “Wind Trees ” (Isola del Giglio) Il progetto propone la trasformazione delle torri di segnalazione di ingresso ai porti - che costituiscono un elemento necessario al traffico portuale – in strutture che offrono l’opportunità di captare il vento per fornire energia alle utenze portuali e che si caratterizzano per l’integrazione nel contesto paesaggistico. Categoria Professionisti/Imprese - Tipologia ‘Sistema impiantistico’ Primo Classificato: Riccispaini Architetti Associati S.r.l. “ECODEHOR” (Isola di Pantelleria) Il progetto propone una struttura leggera denominata “Ecodehor” in acciaio, legno e vetro da realizzare sul lungomare per l’accoglienza dei turisti. E’ costituita da elementi che pemettono lo sfruttamento dell’energia solare - grazie ad una copertura captante con collettori solari - e dell’energia dal moto ondoso - grazie ad un impianto a colonna d’acqua oscillante - che ne fanno una vera e propria macchina ecologica ad alta efficienza energetica. L’“Ecodehor” può ospitare al suo interno vari servizi turistici come bar, ristorante o persino il mercato del pesce. La struttu-

89


ra, che ha caratteristiche modulari, si inserisce bene nel paesaggio, creando anche una riqualificazione di un’area di non particolare pregio. Categoria Professionisti/Imprese - Tipologia ‘Sistema impiantistico’ Secondo Classificato: Gruppo UNIPR “E-Piers” (Isola di Palmaria – Comune di Porto Venere) Il progetto propone la realizzazione di due “pontili elettrici” che sostituirebbero quelli già esistenti in loco e che, oltre ad avere la funzione di ormeggio e passaggio pedonale, permetteranno di produrre energia elettrica, grazie all’applicazione di speciali dispositivi integrati in maniera non visibile all’osservatore, denominati WEC. Questi dispositivi permettono di generare un flusso d’aria unidirezionale che mette in moto una turbina eolica producendo energia elettrica utlizzabile dalle utenze della zona. I pontili, più lunghi di quelli attuali, sono in grado di assicurare una maggiore difesa della costa dall’erosione. Categoria “Tesi di laurea” Chiara Agosti “Riserva Naturale Isole dello Stagnone di Marsala” Lo studio riguarda l’integrazione di sistemi di microgenerazione eolica all’interno di un percorso naturalistico, caratterizzati dal design innovativo con elementi polifunzionali quali parcheggio bici, ricarica di dispositivi portatili, pensiline ombreggianti, pannelli informativi ed altri. Sole vento e mare: energie rinnovabili e paesaggio” è un’iniziativa che nasce da un protocol“S lo d’intesa stipulato tra Marevivo, GSE, Enea, Ministero dell’Ambiente, Ministero per i Beni Culturali e Università La Sapienza e che, in questi anni, ha permesso di far emergere idee e competenze calibrate su isole e aree marine protette, cioè territori di particolare pregio e laboratori ideali per lo sviluppo di politiche ispirate alla sostenibilità e al corretto uso delle varie fonti energetiche. L’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti alternative sono tra i principali obiettivi indicati dall’Unione Europea. Come è noto, infatti, entro il 2020 i consumi di energia da fonte rinnovabile dovranno essere almeno il 20% del totale dei consumi finali di energia. Marevivo Ufficio Stampa Tel. 06/3202949 - 3381090669 mail ufficiostampa@marevivo.it, www.marevivo.it ENEA Ufficio Stampa Tel. 06/36272806 /36272945 - 329.8313702 mail uffstampa@enea.it, www.enea.it Gestore dei Servizi Energetici – GSE Ufficio Stampa Tel. +39 06 8011 4866/4614 mail ufficiostampa@gse.it, www.gse.it

90


91


S.B.C. SICILIAN BETTA CLUB Domenica 6 Maggio si è svolto il IV° Trinacria Betta Show che ha voluto e vuole continuare a diffondere la conoscenza di questi meravigliosi pesciolini. I Betta, con le loro varietà di forme e di colori, animano l’entusiasmo di tutti noi giovani allevatori siciliani, legati si da una comune passione ma anche e soprattutto da una profonda stima e da un affetto sincero; questi stessi sentimenti mi hanno tenuto legato alla profonda amicizia che ancora nutro per il mio caro amico Nino Palio, prematuramente scomparso, al quale ho voluto dedicare tutte le edizioni. A lui e alla sua cara mamma, da noi tutti affettuosamente chiamata zia Nella, va il nostro grazie. I Betta esposti sono stati 122 tra Halfmoon, Plakat, Crown e femmine. La novità di quest’edizione è stata che tutti i pesci in gara sono stati riprodotti da noi allevatori siciliani. La partecipazione, già dall’inizio, è stata considerevole e ha continuato a fluire fino alla fine. I visitatori erano visibilmente entusiasti e hanno condiviso con noi le loro conoscenze, i loro dubbi e, alla fine, penso che tutti siamo rimasti soddisfatti. Oltre ai Betta splendens alcuni di noi si dilettano ad allevare Guppy show e Caridine (G. Martino),

92


Guppy e piante acquatiche rare (A. Baudo) e Betta rubens (P. Lisa). I visitatori, nell’occasione, hanno potuto ammirare anche queste varietà. Devo segnalare l’ingresso nel gruppo di due nuovi membri: Giusy Paffumi e Giuseppe Martino (permettetemi di ringraziare quest’ultimo per il valido aiuto datomi nella fase di allestimento). Altra novità di questa edizione è stata la messa in onda su streaming (di cui si è occupata E. Velardi). Oltre ai gadget abbiamo distribuito dei dischetti con un tutorial su come allevare i betta (realizzato da E. Velardi). Per la categoria Plakat è stato premiato un esemplare di G. Donzella, per le categoria Halfmoon un esemplare di G. Paffumi, per le categorie Crown e femmine due esemplari di G. Condello. La coppa è stata assegnata all’esemplare, più votato tra tutte le categorie, di G. Condello (un crown donatomi tempo fa da G. Donzella). Infine tra i visitatori è stato sorteggiato un piccolo acquario messo in palio dall’Acquario Piazza del popolo di Messina. Concludo ringraziando il signor Cosenza, presente da più di quarant’anni nel campo dell’acquariofilia (Acquarium boutique), per aver sponsorizzato l’evento, G. Donzella, A. Baudo, G. Martino, E. Velardi, P. Lisa, G. Paffumi e il grande assente C. Gammino nonché le rispettive famiglie che pazientemente ogni anno ci seguono nelle nostre imprese; naturalmente un grazie a tutti quelli che hanno accolto il nostro invito. Arrivederci alla prossima. Giuseppe Condello

93


Inserto da stampa Questo volumetto destinato al neofita che voglia allevar discus, prodotto dall’azienda Diskuszukt, tradotto dalla nostra redazione e regalato in esclusiva ai lettori di aquariophylia, è il risultato della cooperazione della rivista con alcuni tra i maggiori riproduttori di questo eccellente ospite dell’acquario d’acqua dolce. Nel corso dei prossimi numeri vi offriremo, in puntate mensili, i diversi capitoli di quello che potrà divenire un bel libro da consultare o leggere tutto d’un fiato. Non dovete fare altro che stampare le pagine dell’inserto e conservarle, numero dopo numero. Al termine potrete rilegarle mediante un dorsetto per pagine forate, oppure consegnarle a un centro stampa per farle assemblare. Di fatto, si tratta di un altro regalo che aquariophylia fa a tutti gli appassionati dell’acquario d’acqua dolce. Questo mese continuiamo col secondo capitolo. Come noterete, tutti gli argomenti sono riportati in forma molto sintetica, minima, per assicurare un’informazione essenziale, senza fronzoli al principiante. Si tratta di un sistema moderno e agile per mettere tutti in condizione di allestire il primo acquario per i discus. L’edizione originale in tedesco e la versione inglese possono essere scaricate dal sito Diskuszucht: http://www.diskuszucht-stendker.de/100,0,downloads,index,0.php (in tedesco) http://www.diskuszucht-stendker.de/gb/322,0,downloads,index,0.html (in inglese).

L’ALLEVAMENTO DEI DISCUS: notizie di base per cominciare III parte

Traduzione di Rita Colognola dall’edizione originale tedesca pubblicata da Diskuszucht Stendker 1. PULIZIA 1.1 UN NUOVO ACQUARIO Per pulire la vasca per la prima volta utilizzate una soluzione diluita di aceto in acqua. L’interno dei vetri e il collante di silicone devono essere puliti a fondo con la soluzione acetica e in seguito accuratamente asciugati, per evitare che prodotti chimici residui possano influire sulla qualità dell’acqua. 94


are e conservare 1.2 UN ACQUARIO GIÀ UTILIZZATO IN PRECEDENZA Disinfettare la vasca precedentemente utilizzata con dell’acqua ossigenata (H2O2, perossido di Idrogeno - reperibile in farmacia) Dosaggio: 0,5 l di una soluzione al 30% di acqua ossigenata in 180 l di acqua. Evitate il contatto con l’acqua ossigenata, può provocare dolorose irritazioni. Riempire la vasca con acqua e aggiungere la giusta dose di soluzione di perossido. In questo modo si disinfettano la vasca, il filtro, gli accessori (rete) e l’acqua. Lasciare agire la soluzione per 24 ore, poi procedere a un cambio del 99% dell’acqua sostituendola con acqua di rubinetto. Con questo trattamento vengono eliminati batteri e agenti patogeni. 2. INSTALLAZIONE DEL MATERIALE DI FONDO Un fondo ideale è composto di sabbia quarzifera o ghiaia a grana fine (entrambi disponibili nei negozi per animali). Lavate la ghiaia in acqua corrente, in modo di eliminare la polvere che provocherebbe un intorbidimento dell’acqua. Uno scolapasta, nel quale sciacquare la ghiaia con acqua corrente, è perfettamente adatto allo scopo. Dopo il lavaggio, distribuire uniformemente la ghiaia sul fondo della vasca. Se invece avete scelto di utilizzare della sabbia quarzifera, il lavaggio non è necessario e si può procedere direttamente a disporla nella vasca. 3. RIEMPIMENTO CON ACQUA DI RUBINETTO Si consiglia di procedere al riempimento per mezzo di un secchio o di un tubo. Utilizzate il secchio 95


Inserto da stampa

96


are e conservare esclusivamente per i cambi d’acqua e per nessun altro scopo, in modo da evitare il rischio che tracce residue di detersivo possano essere introdotte in acquario. Per i cambi d’acqua utilizzate esclusivamente acqua fredda (ad eccezione dei cambi del 90% del volume): molti boiler e tubature contengono rame e c’è quindi il rischio di provocare un avvelenamento da metalli pesanti in acquario. Lasciate scorrere l’acqua per un po’prima di utilizzarla, in modo da eliminare l’acqua che ristagnava nelle tubature e che potrebbe contenere sostanze indesiderate. Di regola, lasciare scorrere l’acqua fredda per cinque minuti prima di utilizzarla. Se si utilizza un tubo per il cambio d’acqua, bisogna prima far scorrere l’acqua che ristagna nel tubo, per evitare che eventuali sostanze tossiche vengano introdotte in acquario. 4. RISCALDAMENTO, TERMOMETRO E CONTROLLO IDEALE DELLA TEMPERATURA Disporre il termostato a una parete laterale o alla parete posteriore della vasca e impostare la temperatura su 29 ºC.Attenzione: il termostato va messo in funzione solo dopo averlo immerso in acqua per evitare che possa esplodere il tubo in vetro. Il sistema di riscaldamento deve essere sempre in funzione. In una vasca da 180 l la tempera97


Inserto da stampa

98


are e conservare

99


Inserto da stampa

tura di 29 ºC viene raggiunta in circa 24 h utilizzando un riscaldatore adeguato. A questo punto si può avviare il filtro (vedi punto 7 del capitolo precedente). Fissate un termometro all’interno della parete frontale, in modo da poter controllare la temperatura effettiva. Per i discus la temperatura deve essere di 29-30 ºC. 5. POMPA A MEMBRANA Per garantire la giusta quantità di ossigeno è adatta, ed altamente raccomandata, una pompa a membrana munita di pietra porosa. La pompa deve essere sempre in funzione e già attiva durante il rodaggio del filtro, in quanto i batteri hanno necessità di molto ossigeno. 6. SCELTA E INSERIMENTO DEL FILTRO Avendo deciso quale sistema di filtraggio si vuole utilizzare, è giunto il momento di installarlo. INTERVENTO IN CASO DI MANCATO FUNZIONAMENTO DEL FILTRO. Se un filtro interno dovesse fermarsi, non bisogna rimetterlo in funzione, perché dopo appena 20 minuti di mancato funzionamento i batteri muoiono e riattivando il filtro verrebbero quindi rilasciate in acqua sostanze derivanti dalla loro decomposizione, dannose per i discus. 100


are e conservare

101


Inserto da stampa

Bisogna invece pulire accuratamente il filtro con acqua corrente per eliminare completamente i batteri morti e le sostanze organiche accumulate. In due settimane il filtro avrà completamente recuperato la sua funzionalità. In un caso come questo il secondo filtro interno avrà ripagato il suo costo iniziale. AVVIAMENTO DEL FILTRO, INSTALLAZIONE DELLA COLTURA BATTERICA DI PARTENZA Inoculare la necessaria coltura batterica di partenza (disponibile nei negozi specializzati) quando l’acqua ha raggiunto la temperatura desiderata di 29 ºC. Da questo momento è necessario aggiungere una volta al giorno del cibo, ad esempio per discus (non cibo secco, perché questo abituerebbe i batteri a metabolizzare proteine di origine animale). Il “nutrimento della vasca vuota” è necessario perché in questo modo i batteri si nutrono e si moltiplicano. La coltura bat102


are e conservare terica necessaria al branco di pesci (rendimento del filtro) viene raggiunta in circa due settimane. L’impianto di filtraggio deve funzionare costantemente. 7. CARBONE ATTIVO Per motivi di sicurezza bisognerebbe tenere nell’acquario un sacchetto di carbone attivo (disponibile nei negozi specializzati) per un periodo di due o tre settimane, prima dell’introduzione dei pesci. Il carbone attivo filtra eventuali sostanze tossiche e deve essere rimosso dopo tre settimane al massimo. Dopo tale periodo, infatti, le sostanze tossiche vengono nuovamente rilasciate in acqua. 8. ILLUMINAZIONE DELL’ACQUARIO Attivare l’illuminazione dopo l’introduzione dei pesci (un giorno dopo, per dare loro il tempo di abituarsi lentamente al nuovo ambiente). Regolare l’illuminazione per mezzo di un timer (si consiglia un fotoperiodo di 12-14 ore giornaliere). 9. TEST DELLA QUALITÀ DELL’ACQUA Prodotti per la misurazione dei valori di pH, Nitriti, Nitrati,Azoto e Ammoniaca sono disponibili nei negozi specializzati.Aggiungendo cibo alla vasca vuota si raggiungono quantità di nitriti misurabili. Dopo due o tre settimane di funzionamento i valori dei nitriti si abbassano nuovamente e l’acqua è pronta ad accogliere le piante e i pesci. Prima di introdurre i pesci bisogna misurare i valori dell’acqua.Azoto, ammoniaca, nitriti e nitrati, tossici per i discus, non devono essere rilevabili. Nel frattempo deve aver avuto luogo l’eliminazione di queste sostanze. Il pH deve essere compreso tra 6,5 e 7,8. Per proteggere le pinne e le mucose dei pesci si può aggiungere, poco prima dell’introduzione dei pesci, un biocondizionatore. Fatto questo, si possono infine introdurre i discus e più nulla ostacola il pieno successo dell’acquario. 103


La rubrica p L’acquario… in

7 domande

Una nuova rubrica per il principiante: la lettera da cui scaturì la serie Ricordate la lettera che chiedeva spiegazioni sull’acquario in base a sette quesiti? Nel numero di gennaio abbiamo parlato dei cambi d’acqua (quesito numero 1); in quello successivo abbiamo risposto alla domanda numero 2, riguardante il substrato; abbiamo poi trattato il terzo quesito, parlando del filtro e così via. È così giunto il momento di passare alla quinta domanda del nostro amico Mario (ricordate?), al quale dedichiamo l’intera rubrica, insieme a tutti i neofiti del mondo! 5 - acqua limpida: dopo l’aggiunta del Bactozym, che non userò più, l’acqua si è intorbidita, sulle istruzioni si trova scritto che è normale che avvenga. Mi devo aspettare che la torbidità diminuisca da sola? In generale se l’acqua dell’acquario non è limpida, dipende sempre dall’attività dei batteri?

La torbidità dell’acqua di un acquario è un inconveniente molto comune, che può derivare da diversi fattori; è quindi giusto fare delle considerazioni al fine di individuare gli effetti e al contempo risalire alle cause, in modo tale da poter eliminare il problema alla radice. Bisogna distinguere i diversi “tipi” di torbidità: - Acqua sporca/polverosa - Acqua giallognola/ambrata - Acqua bianca lattiginosa - Acqua verde Il primo caso non indica uno squilibrio vero e proprio, ma semplicemente è causato dall’introduzione in vasca di materiali non ben lavati, quali ad esempio ghiaia, rocce e resine; tale particolato sarà eliminato meccanicamente dal filtro o si depositerà sul fondo nell’arco di un giorno. In acquari marini tale pulviscolo può essere eliminato, anche se in modo inefficiente, da schiumatoi performanti. È buona norma quindi lavare, possibilmente in acqua di osmosi, i materiali prima di immetterli in acquario al fine di non ostruire la sezione meccanica del filtro. Un’eventuale ostru-

vasca ADA appena allestita che presenta acqua sporca/polverosa 104


per il neofita

Acqua torbida di Marco Di Natale e Federica Ferrigno - quinta puntata vasca appena allestita con legni e fondo New Amazonia con rilascio in acqua di sostanze ingiallenti altresì possibile eliminare eventuali sostanze ingiallenti già accumulate adoperando carbone attivo o effettuando periodicamente abbondanti cambi d’acqua. La presenza di acqua gialla in acquario non è sempre vista come un fenomeno negativo: è piuttosto diffuso, infatti, l’utilizzo di torbe con lo scopo di ricreare particolari ambienti acidi. Le sostanze rilasciate dalla torba, principalmente acidi umici, fungono da protezione per le mucose di molti pesci permettendo loro di vivere in ambienti altamente acidi. Nel momento in cui l’acqua diventa opaca e lattiginosa significa che si sta producendo un bloom batterico, a causa di uno squilibrio all’interno del filtro biologico. Questa situazione, prevalente negli acquari con filtri ancora “immaturi”, può essere pericolosa per gli animali ospitati, i quali andrebbero quindi rimossi. Infatti, tale colorazione dell’acqua indica un sovraccarico del filtro biologico, dovuto ad esempio alla presenza di troppi animali, a un’alimentazione eccessiva o all’inserimento in vasca degli animali in un momento in cui le colonie dei batteri nitrificanti non sono ancora formate; in tal modo l’attività batterica è alterata con conseguente accumulo in vasca di sostanze molto pericolose, quali ammoniaca e nitriti. In questi casi bisognerebbe ridurre notevolmente il carico organico, effettuare cambi parziali d’acqua e aspettare diversi giorni affinché il ciclo dell’azoto sia ripristinato. In realtà tale colo-

zione delle spugne potrebbe difatti determinare un cambiamento del flusso d’acqua e un ridotto apporto di ossigeno all’interno del filtro. Tali condizioni non determinerebbero un ambiente favorevole per la proliferazione dei batteri “buoni”. Condizioni di acqua giallognola o ambrata si vengono a creare nel momento in cui vengono introdotti in vasca materiali quali legni, torba o fondi allofani che possono rilasciare nel tempo sostanze ingiallenti (acidi umici e tannini). È anche possibile osservare in acquario un accumulo di altre sostanze ingiallenti quali i fenoli, solitamente prodotti come cataboliti secondari di molte vie biochimiche. Al fine di evitare il rilascio di eventuali sostanze ingiallenti è quindi buona norma agire in uno dei seguenti modi: far bollire i legni per qualche minuto in una pentola sufficientemente grande; lasciarli per circa una settimana a “mollo”, avendo cura di cambiare l’acqua quotidianamente, favorendo lo scarico di tutte le sostanze ingiallenti e al contempo l’affondamento dei legni stessi. È 105


vasca con acqua bianca lattiginosa causata da forte bloom batterico una vita lenta e molto delicata, quindi è sicuramente poco probabile trovarli nelle comuni formulazioni di batteri vendute. È invece molto facile trovare in tali formulazioni ceppi di batteri eterotrofi come ad esempio Pseudomonas sp., grazie alla loro forte capacità di adattamento e di riproduzione per formazione di spore e non per scissione (almeno per la maggior parte di questi). I batteri eterotrofi, avendo un’elevatissima velocità di proliferazione competono per il substrato chimico necessario per il processo di nitrificazione da parte dei nitro batteri “buoni”. Il verificarsi di una situazione simile è molto pericolosa: tali eterotrofi sono in grado di trasformare l’ammoniaca in nitriti, ma non sono in grado di convertire i nitriti in nitrati come invece fanno i batteri “buoni”, determinando quindi un picco di nitriti a causa dell’assenza dei Nitrobacter per i motivi appena discus-

razione dell’acqua può essere dovuta anche all’inserimento di alcuni attivatori batterici, ma è un processo che dura solo uno o due giorni, quindi in tali circostanze non vi è motivo di preoccupazione; è comunque buona norma effettuare analisi dell’acqua per valutare che i valori di ammoniaca, nitriti e nitrati siano regolari. I nitrobatteri sono i principali organismi coinvolti nel processo di nitrificazione. Tali organismi sono caratterizzati da una natura non sporigena e da

vasca con acqua verde causata da una fioritura algale

106


Infine per quanto riguarda la colorazione verde dell’acqua, essa è dovuta a una fioritura algale, che è indice di uno squilibrio dovuto alla concausa di diversi fattori, tra cui un eccessivo carico organico (nitrati e fosfati principalmente), una forte/lunga illuminazione, mancanza di piante a crescita veloce o in buona salute che possano competere con le alghe per l’approvvigionamento dei nutrienti. L’alga più diffusa che dà origine a tali esplosioni algali nei nostri acquari, appartiene al genere Volvox che forma colonie sferiche costituite da molti individui unicellulari flagellati e verdi. Una fioritura algale può durare per qualche giorno, ma per debellarla in tempi più rapidi è possibile variare uno dei fattori scatenanti come ad esempio la luce, che è possibile tenere spenta per un paio di giorni circa, o l’utilizzo di attrezzature quali ad esempio lampada UV-c o ozonizzatori. Ma per far sì che la situazione non si ripresenti è necessario individuare quali siano le cause effettive e intervenire tempestivamente onde evitare seri danni agli organismi presenti in vasca; infatti una massiccia e prolungata fioritura algale, potrebbe determinare una caduta dei livelli di ossigeno presenti in acqua e un abbassamento eccessivo del pH, in particolar modo durante le ore notturne.

per ottenere acqua limpida in acqua dolce basta veramente poco: un buon filtro, piante e tanta luce con pochi nutrienti si. Vi sono altri fattori negativi, propri dei batteri eterotrofi di cui stiamo parlando, come la ridotta capacità di conversione dell’ammoniaca in nitriti, rispetto ai Nitrobacter e la loro tendenza a riconvertire nitrati e nitriti ad ammoniaca. Quindi oltre ad un picco nitriti, è molto frequente trovarsi di fronte ad un picco di ammoniaca. In acquariologia marina invece, sono molto utilizzate tecniche particolari (metodo Zeovit, Xaqua, Elos, ecc.) per abbattere i nutrienti in vasca, basate su proliferazioni controllate di batteri eterotrofi, tramite un’attenta somministrazione di particolari zuccheri e fonti di carbonio. I batteri poi vengono estratti dall’acqua tramite l’utilizzo di potenti schiumatoi i quali, oltre ad eliminare i batteri, estraggono indirettamente tutti i nutrienti che erano presenti in acqua. Tramite l’utilizzo di tali tecniche è possibile ottenere acquari con acque molto oligotrofiche. se i pesci sono pochi, un piccolo filtro è più che sufficiente per conservare l’acqua cristallina 107


nell’acquario marino tropicale l’acqua limpida è fondamentale per evitare problemi agli invertebrati




111


illuminazione

Info: www.dennerle.eu/global/index.php?lang=it

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

Dennerle Nano marinus reeflight: non solo LED per il nanoreef 112


Una lampada dal costo contenuto e già pronta per un utilizzo su nanoreef, grazie anche al buon rapporto luce bianca/blu e alla gradazione Kelvin dei tubi

La copertura dell’acquario non è uniforme a causa della conformazione particolare del riflettore; inoltre la lampada non raggiunge i lumen di una plafoniera a LED di nuova generazione che, di contro, richiede un elevato costo iniziale d’acquisto

L’illuminazione è uno dei primi argomenti che devono essere affrontanti nell’allestimento di un nuovo acquario. Le dimensioni dell’acquario sono previste spesso in base alla tipologia di lampada che si vuol adoperare: su acquari con il lato lungo da 60 cm, 100 cm e 120 cm è possibile montare moderni tubi al neon T5 rispettivamente da 24 watt, 39 watt e 54 watt. Il problema nasce con gli acquari di piccole dimensioni: i neon T5 a basso wattaggio sono spesso introvabili, le HQI riscaldano troppo e i LED presentano ancora un costo d’acquisto elevato. Attualmente uno dei sistemi più diffusi d’illuminazione sono le lampade PL-L: normali tubi al neon ripiegati a formare una “U” e capaci di illuminare senza grosse controindicazioni piccoli acquari. La Dennerle, società specializzata in caridinai e piccoli acquari, ha immesso sul mercato una lampada PL specificamente progettata per nanoreef: Nano marinus Reef light. La lampada è disponibile in 3 versioni (18 W / 24 W / 36 W) e presenta un interessante mix di luce bianca ad alta gradazione Kelvin e luce attinica: per ogni 3 “braccia” bianche, a 10.000 °K, vi è un braccio Blu attinico, utile al fine di far risaltare le fluorescenze dei nostri coralli.

La lampada, una volta accesa, produce una luce uniforme lungo tutta la lunghezza grazie ad un ballast completamente elettronico, il quale assicura anche un certo risparmio energetico e un surriscaldamento inferiore, se confrontato con i normali ballast magnetici. La lampada, che può essere montata su qualsiasi acquario il cui vetro abbia uno spessore inferiore agli 8 mm, è completamente orientabile grazie al sostegno snodato ed è inoltre resistente a brevi immersioni (classe di protezione IPX7), la qual cosa pone al sicuro l’hobbista da pericoli e la lampada da eventuali schizzi d’acqua marina. È ovviamente intercambiabile ed è possibile trovare i ricambi in un qualsiasi rivenditore Dennerle. Consigliamo di sostituire il neon almeno una volta l’anno. 113


accessori

Info: http://www.ferplast.com/

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA

Ferplast CO2 energy mixer: mai più sprechi in acquario 114


L’anidride carbonica è un gas largamente utilizzato in acquariofilia sia marina sia dolce. In ambito marino è alla base del funzionamento dei reattori di calcio, utilissimi in acquari ricchi di coralli. In acqua dolce è utilizzata sia come fertilizzante, al fine di accelerare la crescita delle piante, sia come gas acidificante, grazie alla capacità di abbassare il pH in acquario. L’anidride carbonica, a differenza di altri gas, ha una capacità elevata di “disciogliersi” in acqua; questa capacità deriva da una semplice relazione chimica, che trasforma l’anidride carbonica, in soluzione acquosa, in acido carbonico. Successivamente l’acido carbonico può reagire con vari soluti per formare bicarbonati e carbonati. Infatti ogni anidride, in acqua, forma un acido. Non sempre però tutta l’anidride carbonica insufflata in acquario riesce a sciogliersi: spesso la maggior parte delle bolle arriva velocemente in superficie ed è dispersa nell’aria. Questo fenomeno è accentuato se si utilizzano atomizzatori di CO2 ed è fortemente limitato posizionando l’atomizzatore stesso al di sotto dell’uscita del filtro: il flusso d’acqua creato dal filtro permette infatti di aumentare il tempo di contatto tra il gas e l’acqua. Una soluzione semplice quanto geniale è stata escogitata dalla Ferplast, noto marchio italiano, che negli ultimi anni sta immettendo sul mercato acquariofilo una serie di prodotti interessanti. Il distributore di anidride carbonica Ferplast è sicuramente differente dai vari atomizzatori e/o flipper-CO2: il gas infatti, uscendo sotto pressione dalla bombola, viene iniettato in un miscelatore, all’interno del quale viene pompata acqua, spinta proprio verso un avvallamento (target) che riceve la bolla all’uscita dal tubicino. Questo fa sì che ogni bolla prodotta sia immediatamente frammentata e poi trattenuta nella campana sino al suo completo discioglimento. Nella parte bassa del miscelatore/erogatore, di materiale plastico trasparente, è presente una griglia protetta da una spugna. La bolla che entra all’interno del miscelatore resta in questo modo per un lunghissimo tempo a contatto con il flusso d’acqua entrante non avendo, in pratica, nessuna via di fuga.

l’elevata efficienza permette di ridurre notevolmente il consumo di CO2 nei nostri acquari

le dimensioni non permettono un montaggio su piccoli acquari come i caridinai

Una soluzione di questo genere permette di ottenere elevate percentuali di CO2 disciolta a fronte di un consumo reale della bombola veramente minimo e un consumo elettrico del tutto trascurabile: la pompa che inietta acqua all’interno del miscelatore consuma infatti 5,5 watt e assicura una portata di 250 litri / ora, più che sufficienti per il lavoro richiesto. Inoltre, con un minimo di bricolage, il miscelatore può essere collegato direttamente all’uscita del filtro, rendendo superfluo così l’uso della pompa. Unico neo, inevitabile, è a nostro parere l’ingombro del miscelatore (misure esterne 16 x 5 x 5 cm) che non lo rende idoneo per un utilizzo negli acquari molto piccoli. 115


integratori

Info: http://www.grotech-aquarientechnik.de/

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

Grotech Coral A+B+C: massima integrazione per piccoli elementi 116


L’idea di poter ricreare in acquario un sistema completo e autosufficiente è, per quanto affascinante, poco realistica in un normale acquario di barriera, sia perché da un lato vi è l’inevitabile consumo di calcio, magnesio e carbonati, sia perché vi sarà un accumulo di cataboliti, sia perché prima o poi verrà a mancare tutta una serie di elementi, che comunemente indichiamo come

Sistema completo d’integrazione di oligoelementi in acquario. Dosaggio semplice e piuttosto sicuro. L’utilizzo costante permette di ridurre i cambi d’acqua

“microelementi” e “oligoelementi”, fondamentali per la crescita dei nostri animali. L’integrazione degli oligoelementi è oggigiorno uno degli argomenti più dibattuti: il principale problema è la completa mancanza di test di controllo, cosa che complica notevolmente la gestione delle concentrazioni di questi elementi in

Il dosaggio giornaliero è consigliato. È consigliabile associare il prodotto all’utilizzo di “dosometriche”. Eventuali sovradosaggi possono esser tossici

acquario. Basti ricordare che molte di queste “sostanze”, se da un lato sono fondamentali, in piccola concentrazione, per la crescita e la salute dei nostri animali, dall’altro possono divenire altamente tossiche in elevate concentrazioni. Un esempio classico è il rame: una concentrazione bassa può influenzare positivamente alcune funzioni biochimiche cellulari ma a elevate concentrazioni è altamente tossico per moltissimi invertebrati, compresi i coralli e i crostacei da noi allevati in acquario. Una soluzione veloce e, tutto sommato, economica è costituita dall’utilizzo d’integratori di oligoelementi già pronti. Uno dei più famosi e a nostro parere più completo è il sistema d’integrazione A+B+C sviluppato da Grotech e oramai in

dosaggio dei tre gruppi di “oligoelementi”.

commercio da svariati anni. Si compone di tre

L’utilizzo costante di questa tipologia d’integrato-

differenti soluzioni: la prima, denominata “A”,

ri è fondamentale al fine di ridurre la frequenza o

contiene stronzio, magnesio, potassio, litio, bario

la quantità dei cambi d’acqua e al fine di intro-

etc. La seconda, denominata “B” contiene Ferro,

durre tutti gli elementi necessari alla crescita e

cromo, manganese, zinco, cobalto, nickel, la

utili per la colorazione dei nostri animali.

terza denominata “C” contiene iodio, fluoro,

È a nostro parere importante utilizzare un siste-

boro, molibdeno, bromo e altri elementi in trac-

ma a “dosometriche”, al fine di somministrare

cia.

costantemente la dose settimanale di prodotto

La scelta di utilizzare tre differenti soluzioni è

(10 ml di ogni soluzione su 100 litri d’acqua) evi-

molto interessante: non soltanto permette di sta-

tando quindi pericolosi inserimenti una tantum,

bilizzare al meglio le sostanze all’interno della

che possono provocare intossicazioni ai nostri

singola soluzione, ma permette anche un certo

animali. 117


integratori

Info: http://www.redseafish.com/

e novitĂ

RECENSIONI

CATEGORIA

Red Sea Reef Grow Kit: la triade per il nanoreef 118


I nanoreef nascono come piccoli acquari sprovvisti di schiumatoio, di sump e di tutti quegli accessori che contraddistinguono gli acquari marini più grandi. La rinuncia a gran parte della “tecnica” se da un lato permette un enorme risparmio economico, dall’altro comporta una maggiore difficoltà nel mantenimento dei coralli più delicati come quelli appartenenti al genere

non altera l’equilibrio ionico. Il dosaggio è semplice e immediato

Acropora. Tra le attrezzature quasi impossibili da utilizzare in un nanoreef vi è il reattore di calcio. Le motivazioni di questa eliminazione sono molteplici: discreto ingombro, discreta capienza, necessità di un impianto di CO2 e tutte le problematiche legate all’immissione in un piccolo acquario di

per grandi acquari è preferibile utilizzare sali specifici, ben più economici e duraturi

acqua a pH acido. Chi volesse in ogni caso allevare Acropore e altri SPS nel proprio nanoreef può utilizzare buffer di vario genere, utili al mantenimento delle concentrazioni ottimali di magnesio, calcio, stronzio e carbonati (KH). Per puro caso abbiamo avuto il piacere di testare il Reef Grow Kit, il nuovo pacchetto d’integratori della Red Sea, azienda famosa per il proprio sale di estrazione e ultimamente sul mercato con i propri test chimici per acqua marina. La confezione si presenta molto bene grazie

si salini: i vari ioni (fatte le dovute eccezioni) in

all’ottima scelta di colori; sul retro troviamo un’u-

acqua di mare sono in proporzioni costanti in

tile tabella recante le proporzioni dei valori della

tutti gli oceani del globo e, di conseguenza, gli

triade; all’interno della confezione ritroviamo,

organismi marini mal sopportano grosse varia-

oltre alle istruzioni in italiano, i tre contenitori da

zioni ioniche. La Red Sea a questo proposito,

100 ml ciascuno, denominati Coral Buff, Calcium

dichiara che i propri buffer non alterano la com-

e Magnesium. Come si può ben immaginare leg-

posizione ionica dell’acqua di mare e si prestano

gendo il nome, contengono rispettivamente una

quindi a un utilizzo continuato nel tempo.

soluzione buffer per l’innalzamento del pH e del-

I dosaggi: 15 ml di Coral Buff per innalzare in 100

l’alcalinità, una soluzione per l’innalzamento del

litri 1,5 gradi di KH; 15 ml di Calcium per innalza-

calcio e una per integrazione del magnesio.

re in 100 litri 10 ppm di calcio; 30 ml di

I dubbi di un utilizzo continuativo nel tempo di

Magnesium per innalzare in 120 litri 25 ppm di

integratori/buffer riguardano eventuali scompen-

magnesio. 119


termoregolatori

Info: http://it.tecoonline.eu/

e novità

RECENSIONI

CATEGORIA

Teco E-chill: una boccata d’aria fresca per il nostro acquario 120


La gestione della temperatura è parte importante della tecnica di un acquario. Il nostro clima mediterraneo ci ha abituati a estati molto calde che mettono a dura prova i nostri acquari. I principali problemi che si riscontrano a seguito di un innalzamento eccessivo della temperatura sono la diminuzione dell’ossigeno disciolto e lo stress ambientale che provoca l’aumento di mortalità al crescere della temperatura. Sia in acqua dolce che marina, è quindi necessario utilizzare sistemi che possano abbattere la temperatura, di solito troppo elevata, delle nostre latitudini. Le soluzioni sono fondamentalmente due: refrigeratori o ventole. I refrigeratori, se da un lato si pongono come soluzioni efficaci e molto affidabili, di contro pongono alcune problematiche relative al consumo elettrico e alla rumorosità intrinseca del compressore (senza considerare il prezzo!). Le ventole possono rappresentare un buon compromesso per raffreddare “stand-alone” i piccoli acquari e un ottimo metodo, se usato in concomitanza a un refrigeratore, per limitarne rumorosità e consumi. Infatti, la maggior parte dell’energia termica contenuta in un corpo d’acqua si concentra negli strati superficiali del fluido, a causa di ovvie correnti convettive. In genere in acquari chiusi con neon sotto il coperchio, proprio gli strati più superficiali sono continuamente colpiti da radiazioni termiche. Questo sistema funziona perfettamente per gli acquari tropicali, per limitare il consumo elettrico, ma non ha senso in un acquario troppo caldo. La ventola diretta sulla superficie dell’acqua, dunque, ha un effetto immediato e molto efficace, facilmente misurabile. L’acqua più calda evapora, trasportando con sé notevoli quantità di energia termica. La teco ha presentato uno dei sistemi di raffreddamento a ventole tecnologicamente più avanzato in commercio: l’Echill. Il prodotto è disponibile in tre modelli: a ventola singola (E-chill1), doppia (E-chill2) e tripla ventola (E-chill3). Qualche dato tecnico: - E-chill1 è consigliato per acquari fino a 500 litri e presenta un consumo di circa 8 watt, un peso di 0,5 kg e un ingombro di 130 x 220 x 200 (h) cm. - E-chill2 consigliato per acquari fino a 800 litri, consuma 14 watt e pesa 0,75Kg. Ingombro: 260 x 220 x 200 (h) cm. - E-chill3 consigliato per acquari fino a 1.500 litri, 20 w di consumo dichiarato , ha un peso di 1 kg e un ingombro di 390 x 220 x 200 (h) cm. Ogni E-chill si compone, oltre alle summenzionate ventole, di una sonda della temperatura, di una sonda di livello e del supporto vero e proprio all’interno del quale è inserito il computer che ne gestisce tutte le funzioni. Il supporto, inoltre, è basculante, cosa che permette di inclinare a nostro piacimento le ventole una volta poste sul bordo del nostro acquario. La gestione della temperatura può essere effettuata sia tramite il pad inserito nel supporto stesso, sia mediante il telecomando in dotazione. Impostare il funzionamento è molto semplice: è necessario infatti settare la temperatura alla quale le ventole devono accendersi e l’isteresi di funzionamento. Il volume d’aria spostato è notevole, superiore ad altre soluzioni simili presenti sul mercato. Il rumore è minimo, impercettibile e di certo inferiore a quanto sperimentato nei sistemi a ventola più economici. Il sistema, così studiato, permette tranquillamente di abbattere 2 o 3 gradi di temperatura del nostro acquario; in ambienti molto ben areati siamo riusciti anche a ottenere una variazione di temperatura di 5/6 gradi. La

sistema semplice, avanzato e completo per il controllo della temperatura. Prevede già un sensore di livello al quale, si spera, si possa collegare in futuro un osmoregolatore

è un sistema che deve, su grandi acquari, lavorare necessariamente affiancato da un tradizionale refrigeratore

sonda di livello permette di controllare l’effettivo livello dell’acqua in acquario e, qualora il nostro impianto di osmoregolazione fosse inattivo e/o il livello d’acqua si modificasse, disattiva automaticamente la rotazione delle ventole. E-chill ci ha veramente stupito: è un prodotto altamente tecnologico, studiato nei minimi particolari e sicuramente utile, come già detto, sia in un utilizzo stand-alone sia, in acquari di dimensioni maggiori, se affiancato al refrigeratore. In un utilizzo combinato con un refrigeratore, permette a quest’ultimo di funzionare meno e meglio, soprattutto di notte, con sommo piacere dei familiari e… del nostro sonno. Ovviamente in un sistema che sfrutta le ventole per abbattere la temperatura, è inevitabile un aumento di evaporazione in acquario. È fondamentale per questo motivo, disporre di un capiente vano dell’acqua da osmosi e di un efficiente impianto di osmoregolazione. A questo proposito attendiamo ulteriori sviluppi del sistema E-chill: nella porzione inferiore infatti sono presenti dei connettori che, in futuro, permetteranno di collegare un sistema di rabbocco il quale, direttamente pilotato dalla sonda di livello già presente nell’E-chill, renderà quest’accessorio veramente completo sotto tutti gli aspetti.

121


VII raduno nazionale ReefItalia Si è tenuto a Roma, il 15 aprile scorso, il settimo

dovrebbe accompagnare ogni incontro tra

raduno nazionale ReefItalia. La location era atipi-

acquariofili.

ca: un agriturismo immerso nel verde in provincia

Il viso dei partecipanti era sereno, non contratto,

di Roma, a Canale Monterano, presso il lago di

mentre assistevano alle interessanti conferenze,

Bracciano. L’idea di concentrare l’intera manife-

alle dimostrazioni pratiche, alle esposizioni dei

stazione in un giorno e di tenerla in una zona dif-

tanti operatori commerciali intervenuti. Insomma,

ficilmente raggiungibile se non in auto poteva

si è trattato di una giornata tecnica e al tempo

apparire “troppo inconsueta”. In effetti, tenendo

stesso serena e divertente, proprio come

conto anche delle abitudini di hobbisti e operato-

dovrebbe caratterizzarsi qualsiasi attività di

ri commerciali, si poteva prevedere un’affluenza

appassionati.

ridotta a causa di queste limitazioni. Invece nel

Anche l’intervallo conviviale all’ora di pranzo è

complesso si è trattato di una manifestazione di

stato molto piacevole, grazie ad una cucina

successo.

romanesca di grande impatto (non solo sul fega-

La particolare localizzazione dell’incontro ha

to!) e alla possibilità di dialogare in tutta tranquil-

senza dubbio favorito i contatti umani per tutti

lità con persone di provenienza ed estrazione

quelli che hanno pernottato in zona. Anche per

diversa. Proprio a questo proposito, però,

gli altri (che erano tanti), ovvero per coloro che

potremmo fare un piccolo appunto! Dal momen-

sono rimasti solo un giorno, la magnifica siste-

to che la manifestazione è durata un solo giorno,

mazione nel verde ha favorito il buonumore, la

forse un panino avrebbe fatto guadagnare

serenità, la piacevole sensazione conviviale che

tempo prezioso alle altre attività. Tuttavia, come

una bella plafoniera Aqualiving Led, tra le altre esposte

un momento della manifestazione, tra discussioni e conviviale partecipazione

122


la partecipazione a una delle conferenze

aziende grandi e piccole partecipavano in modo diretto o indiretto mente recuperato dalla maggiore integrazione tra i partecipanti favorita anche dal lungo pranzo e dalla permanenza in un luogo magnificamente confinato nel verde. Molto interessante anche l’esposizione del futuro acquario di Roma, con una esibizione in 3-D e ovviamente seguitissima la “reeffa”, ovvero l’estrazione di magnifici premi messi a disposizione delle aziende sponsor, che hanno tenuto attaccati alla sala i partecipanti sino al tardo pomeriggio.

la postazione di Aquariophylia

Insomma, un incontro acquariofilo nel senso più suddetto, si è trattato di una manifestazione con

vero di questo termine, che speriamo possa

forte valenza conviviale e tutte le fasi della gior-

ripetersi anche in futuro, per avvicinare al mondo

nata sono state improntate al tema dell’allegra

della natura in casa nella giusta armonia.

piacevolezza. Siamo certi, pertanto, che il tempo sottratto alle attività “tecniche” sia stato ampiala partecipazione è stata totale al momento della “reeffa”

un magnifico refrigeratore Teco, tra gli altri esposti dalla grande azienda italiana che ha voluto sponsorizzare la manifestazione acquariofila 123


IL NUMERO 4 RACCONTATO DA IPPOCAMPO

Le vicissitudini di un cavalluccio di mare... e della redazione di una rivista Ippo Campo Salve a tutti, ci siete sempre? Sì, sono ancora io, il vostro affezionatissimo Ippo Campo. Dove sono stato tutto questo tempo? Be’, è una storia un po’ lunga: Carassio (quell’incorreggibile malalingua) dice che sono stato quasi licenziato e riammesso nei ranghi solo per un atto di generosità del Capo (leggi: non trovavano nessun altro disposto a lavorare gratis; non mi passano neanche il mangime in granuli perché me la vedo da solo quando sono in giro per praterie di Posidonia…). In realtà, a parte il fatto che il Capo aveva in effetti pensato di… diciamo, fare a meno della mia preziosissima collaborazione (pare che Betta abbia una crisi isterica ogni volta che mi avvicino e lei, pare, è insostituibile), sono anche stato vittima di un singolare incidente. Mi ero tuffato (come al solito) nella mia amatissima biblioteca e, in un momento di distrazione del responsabile della sezione “antichi - stampe precedenti al 1800”, ero riuscito a intrufolarmi non visto nella stanza, climatizzata, a umidità costante e chi più ne ha più ne metta (un vero paradiso, i libri antichi sono più sensibili alle condizioni climatiche di un discus col raffreddore), dove sono conservati testi incredibili e rarissimi. Ripresomi dall’inevitabile attacco di sindrome di Stendhal (se non sapete che cos’è vuol dire che non siete mai stati a Firenze, oppure che ci siete nati e quindi siete immuni) ho cominciato a leggere un libro dopo l’altro.

Alla conclusione ci siete arrivati da soli: dopo l’ora di chiusura ero ancora lì a leggere. Poco male, in fondo una notte chiusi in biblioteca, senza il timore di essere sorpresi, cioè, disturbati, è un’avventura eccitante. Quello che non sapevo era che la suddetta biblioteca doveva chiudere per non so più quali lavori di ristrutturazione, per fortuna in altre sale di lettura, e che non avrebbe riaperto i battenti prima di qualche mese. Ed eccomi qui, finalmente libero dopo la sospirata riapertura, alquanto dimagrito (provate voi a nutrirvi per mesi di polvere e detriti di carta, cuoio e pergamena), con un bagaglio d’informazioni che non avrei mai creduto possibile accumulare, quantità di libri interessanti di cui parlarvi e… confesso, una leggerissima nausea per la carta stampata. In breve, rieccomi in circolazione. La prima cosa che ho fatto, naturalmente, è stata fare una corsa in redazione, dove mi sono trovato in mezzo a un caos indescrivibile. Un po’ caotico quel posto lo è sempre, ma ad onor del vero stavolta sembrava superare tutti i limiti. Il mio primo pensiero è stato: “Non posso allontanarmi un attimo e questi qui non sono più in grado neanche di organizzare come si deve il lavoro quotidiano”; poi mi sono reso conto che succedeva qualcosa di peggio. Interrogato Carassio (come farà, confinato in una boccia a vedere e sapere sempre tutto? Mistero!) ho scoperto la causa di tanto 124


sollievo dicendo “è fatta”. Poveri illusi! L’ultima correzione delle bozze impaginate (sempre senza accesso a internet) ha portato all’invio per la stampa di due edizioni diverse (mancanza di comunicazione!) dovuta al fatto che Betta, miope com’è, si era fatta sfuggire la metà degli errori da correggere e che il Capo tentava di trasmettere le correzioni in alfabeto morse e segnali di fumo. Arrestato come sospetto piromane e rilasciato perché uno degli agenti era stato suo compagno di scuola in prima elementare, ha fatto in tempo a veder cadere ai suoi piedi (fulminato da un colpo di fucile: cacciatore di frodo e pure fuori stagione) un piccione viaggiatore che portava il seguente messaggio della responsabile grafica: “Stavo per correggere le bozze quando il programma ha smesso di funzionare e il PC non risponde più ai comandi, e neanche alle preghiere. Aspetto il tecnico, non sa fra quanti giorni potrà venire”. A questo punto il panico e il caos sono esplosi: tutti cercavano, con mezzi di (s)fortuna, di salvare il salvabile e pubblicare l’infelice rivista, errori compresi,

scompiglio. Tanto per cominciare, ormai da settimane il Capo era senza linea telefonica e, di conseguenza, senza internet; un problema tecnico che doveva essere risolto in 48 ore, secondo il provider. Peccato che nessuno sappia da quando si comincerà a calcolare le ore suddette. A quanto pare, ricorrendo a stratagemmi da studente di scuola media (tentando di collegarsi truffaldinamente alla connessione del vicino di casa, passando ore con un laptop sulle ginocchia nella hall di alberghi che offrono wifi gratis ai clienti, telefonando, dal cellulare, ad amici e parenti persi di vista da anni per chiedere: “Scusa, non sono a casa, mi controlleresti per favore su internet... è urgente” e così via), è riuscito a mettere insieme il numero di aprile. Quando, contro ogni speranza e con giorni di ritardo sul previsto, questo è finalmente arrivato sulla scrivania della grafica (manoscritto, con correzioni a matita rossa e blu, trovata in soffitta dai bisnipoti di un maestro elementare e gentilmente offerta alla redazione per fronteggiare l’emergenza), tutti hanno tirato un sospiro di

125


incapace di decidere cosa sarebbe stato più efficace e adatto alla circostanza. Il mio tentativo di risollevare il morale raccontando barzellette è stato accolto con freddezza. Il mio tentativo di sdrammatizzare dicendo: “Coraggio, pensate al Gronchi rosa, magari fra qualche anno quelli che avevano scaricato le versioni sbagliate possono rivenderle per somme favolose. Pensate: la rarissima prima versione, con l’errore a pag. ... Solo cinque copie scaricate prima che l’errore venisse corretto. I bibliofili impazziscono per queste cose!” è stato accolto con aperta ostilità. Betta mi si stava già avvicinando con aria minacciosa quando un’improvvisa apparizione mi ha salvato: “Guardate!” ho urlato, “È l’elefante fuggito ieri dal circo!”. Ovviamente non mi hanno creduto. Per fortuna l’elefante ha cominciato a barrire. Nel fuggifuggi generale sono riuscito ad allontanarmi inosservato, in groppa all’elefante, un tipo simpatico che ne aveva abbastanza di girare per il mondo e cercava un lavoro tranquillo (qui? tranquillo? torna al circo che è meglio). E adesso, di corsa a prepararmi per Interzoo; non vedo l’ora di essere a Norimberga, nel magnifico albergo (un cinque stalle) appositamente prenotato da Betta. Dopo tanto tempo chiuso in biblioteca, ho proprio voglia di viaggiare un po’. Ovviamente vi terrò informati e, a suo tempo, vi racconterò nei dettagli dei miei incontri in biblioteca. A presto!

con i risultati che si possono immaginare. Dopo che la seconda versione (in poche ore) era stata messa in rete, ci si è accorti che, per un ennesimo problema tecnico, mancava una foto senza la quale l’articolo corrispondente non avrebbe avuto senso. In un clima di affettuosa collaborazione (“Ma lo fate sempre con i miei articoli!” “Non potevi controllare quello che stavi facendo?” “Ve la prendete sempre con me, il correttore di bozze che fine ha fatto?” “Qui c’è lo zampino di Ippo Campo, dov’è quel pesce?” “Ippo Campo? E Carassio, che doveva controllare le foto?” “Carassioooooo!”) si è ricominciato da capo, per accorgersi che la terza versione messa in rete aveva, questo sì, la foto, ma aveva perso la visione a doppia pagina. Giunti felicemente alla quarta versione in rete (un record!) tutta la redazione era pronta per un collasso nervoso. Al mio arrivo i PC erano spenti (per forza, non c’è ancora connessione), le scrivanie abbandonate, le stanze deserte, e nessuno si aggirava in quei luoghi, dove corridoi si seguono a corridoi.... (e se non cogliete il riferimento cinematografico non ve la prendete con me). In cucina, Betta preparava con mani tremanti una caffettiera da dodici tazze e cinque litri di camomilla,

(Betta? Stavolta sono al sicuro: tra i bagagli da preparare e l’elefante che crede di dover tenere a bada, non ha tempo di occuparsi di me!). 126


Interzoo - anteprima Eccomi di ritorno, trafelatissimo, per consegnare

sono contento di non essere un cane! Ci pensa-

una breve anteprima in tempo per la stampa del

te, quei poveretti, tosati da far ridere (ho visto un

numero di questo mese. Che mangiate! …E che

barbone gigante dall’aria infelice, con inverosimili

bevute! Come non era lo scopo della fiera?

palle di pelo sulle zampe e alla punta delle orec-

Pretenderete mica che si vada in trasferta per

chie), collari ornati di diamanti (fasulli), vestitini

digiunare! E poi, bisognava pur consolarsi del

alla moda ricamati, lavorati a maglia, con e senza

terribile albergo (il famigerato cinque stalle) sco-

cappuccio... ho visto perfino un lecca-lecca per

vato non si sa come da Betta... Bene, bando alle

cani!

ciance, parliamo di cose serie. È stata una fiera

Meno male che gli acquariofili sono persone sen-

grandiosa, piena di novità interessanti, tecnolo-

sate e piene di buon senso, che non mettereb-

gie all’avanguardia, vecchi amici con i quali

bero mai un cappottino a un betta o un imper-

intrattenersi piacevolmente... Un resoconto

meabile a un discus. Né tantomeno un leccalec-

completo lo avrete naturalmente nel prossimo

ca in bocca ad un pesce.

numero, a cura del Capo, ma non potevo resi-

Ma per avere un po’ di sapore di Interzoo, clic-

stere alla tentazione di raccontarvi in poche righe

cate sul link ed assisterete ad una rapida carrel-

le prime impressioni.

lata di simpatiche novità viste in fiera.

Bene, che altro posso dire? La stessa cosa che Vostro, di fretta, Ippo Campo.

avevo pensato un anno fa, a Zoomark: come

127


Aquariophylia in…

poesia

Dialogo di famiglia davanti al mare di Gabriella Maleti Pare debba inchiodarsi poi s’avvalora, l’onda, prosegue e cade. Pare decisione, spinge, invece è destino, è spinta, purga da scontare. Chi si redime, noi, il mare? Nessuno. Dice la bimba: “Il mare...”. “No”, le rispondono, “è un fiume”. Possibile? Così vasto. Con quel rumore. Fa paura ed attrae. “È il mare”, dice. “Sì, il mare”, le concedono ridendo, “vieni via, ti mangia, il mare!”. E una voce onnivora sale loro dal cuore. La bimba spaventata non sa dove guardare, se loro o questo mare. 128


La rubrica poesie curata dalla nostra Mariella Bettarini questo mese ci porta ancora in riva al mare, per indicarci la vera via dell’acquariofilia, che è fatta di meraviglia e di natura, non già di fredda tecnologia. Fermiamoci un attimo dunque, e smettiamola di pensare ai pesci come ad un coacervo di proteine e sali minerali! Sono i nostri amici e per gustare la loro presenza non abbiamo che da sederci e leggere i versi lentamente, fino a toccare l’apice del cuore con la coda dell’occhio. È la poesia, e ci porta lontano, se riusciamo a coglierne la magia. Anche in acquario!

129


QUESTO NON MI CONVINCE

QUESTO NON MI CONVINCE

QUESTO NON

Questo non mi convince... In questa sezione della rivista trattiamo di prodotti che hanno, per un motivo o per l’altro, riscosso poco successo presso singoli acquariofili. Avete acquistato una pompa centrifuga che vi è esplosa tra le mani? Avete usato un mangime che ha ucciso tutti i pesci in poche ore? Avete utilizzato un medicinale che non ha risparmiato neppure i pesci in ottima salute? Scriveteci una lettera con le vostre impressioni e cercheremo di chiarire l’accaduto. Innanzitutto effettueremo noi stessi una prova del materiale incriminato, per accertare che le vostre prime impressioni non siano state dettate da un uso sconsiderato o da errori di utilizzo. In seguito cercheremo di offrire pareri e possibili soluzioni, che potrebbero rivelarsi utili per gli stessi produttori. Ma cerchiamo soprattutto di offrire un servizio agli appassionati tutti, per evitare che subiscano le stesse catastrofiche conseguenze. Nel caso di errori di utilizzo, ovviamente, potremo informare i lettori per evitare di inciampare negli stessi ostacoli. Questo potrà servire a “salvare” prodotti e accessori che potrebbero essere caratterizzati da ottima qualità, ma essere utilizzati erroneamente, a causa di scarsa informazione o errata comunicazione da parte del fabbricante. Fatevi avanti, dunque: siamo qui per accettare e discutere le vostre critiche! Le vostre sdegnate lettere potranno essere inviate direttamente al sito web o per posta, in redazione. Vi saremo grati per la vostra collaborazione.

a cura della redazione

BLUWAVE: ECCELLENTE O DELETERIO? Faccio seguito alla pubblicazione dell’articolo sul BluWave 05 nella vs rivista 01-2012. Io, purtroppo, ho acquistato l’anno scorso un acquario Cayman 110 Professional e relativo stand, con in dotazione il filtro Bluwave 09 che, come descritto dalla casa produttrice, è l’apoteosi del filtraggio. Per me, purtroppo, non è stato così e forse solo grazie ad aver messo in pratica i vostri consigli, pare che ora l’acquario funzioni discretamente bene. In vasca ho solo 6 coppie di Barbus titteya! Devo segnalare comunque che il motore è rumoroso e a volte si blocca! Questa è la terza volta che sono costretto a rifare il tutto poiché in precedenza ho avuto i problemi descritti nell’articolo. Il danno è stato enorme in spreco di prodotti, arredi e pesci! La cosa che mi stupisce è che non ho notato istruzioni particolari da parte della Ferplast. Ho comunque dei dubbi sul “vero sistema biologico sequenziale”. Il Filtro è composto di due unità: “Box + BluModular 03”. Sia nel BluModular e sia nel box è allocata la spugna al carbone. Qual è la sequenzialità? Non sono fornite istruzioni sull’utilizzo della spugna BluClear 09 nella documentazione allegata all’acqua130


MI CONVINCE

QUESTO NON MI CONVINCE

QUESTO NON MI CONVINCE

rio. In un forum ho trovato la risposta dell’azienda che consiglia, se non ritiene necessario sostituirla, di lasciarla come spugna meccanica! A cosa serve avere 2 spugne al carbone? Lo scomparto della BluClear 09 si può utilizzare per altro materiale filtrante per potenziare il filtro? Perché il motore è rumoroso e la gittata della pompa non si può regolare? Infine, ma questo non c’entra nulla con quanto detto finora, lo stand è realizzato in materiale che non è né antigraffio né idrorepellente, ma è costituito da truciolare rivestito da semplice carta melaminica! Alle prime gocce si gonfiano e crepano gli sportelli e se non si pone attenzione, si rigano facilmente! Ho comunicato all’azienda l’inconveniente ma non ho mai ricevuto risposta. Grazie dell’attenzione. Canio Riccardo TOPAZIO (il lettore invia indirizzo completo e numero telefonico) La lettera gentilmente inviataci dal nostro lettore

duttore, in questo senso, potrebbe aiutare tutti

contiene considerazioni diverse e in qualche

noi a ottenere il massimo da questo prodotto.

modo contrastanti, che vogliamo affrontare tutte,

Nella seconda parte della lettera, però, ci pare che

in dettaglio, nell’interesse suo e degli altri posses-

il lettore si abbandoni a un certo “pessimismo”

sori di acquari completi. Innanzitutto afferma che

(probabilmente giustificato dai primi risultati,

“solo grazie ad aver messo in pratica i nostri con-

insoddisfacenti) per fare delle critiche non del

sigli, pare che ora l’acquario funzioni discreta-

tutto sostenute dai fatti.

mente bene”. Questo confermerebbe i risultati del

Di fatto, il lettore attacca due elementi essenziali:

test da noi pubblicato nel numero di gennaio, che

l’acquario e il suo stand. Dobbiamo confessare che

indicavano nel complesso un ottimo prodotto.

non siamo riusciti, nel periodo intercorso tra l’arri-

Dall’altra solleva una serie di dubbi che abbiamo

vo della lettera e oggi, a procurare uno stand come

voluto verificare, in aggiunta a quanto da noi già

quello descritto. Pertanto non siamo pronti a dare

osservato nel corso del suddetto test, che era

suggerimenti puntuali sullo stesso. Possiamo solo

stato molto approfondito e aveva richiesto vari

ricordare che in redazione è presente uno stand

mesi di prove.

Ferplast (ma di tipo totalmente diverso e destina-

Dunque, in base a quanto riportato nella prima

to ad altro acquario: pertanto non fa testo in que-

parte della lettera, dobbiamo concludere che il

sto caso) che da anni funziona perfettamente

lettore abbia sperimentato in passato i problemi

nonostante i numerosi “bagni” d’acqua salata.

da noi delineati, generalmente dovuti alla presen-

Potremo riprendere l’argomento del supporto in

za di luce eccessiva in un periodo di maturazione,

futuro, quando avremo dati concreti in mano. Per

caratterizzato da picchi di vari nutrienti.

ora preferiamo concentrarci sull’acquario e sul suo

Dobbiamo anche immaginare (ci corregga il letto-

filtro, che abbiamo testato a fondo.

re se stiamo equivocando qualcuna delle conside-

Analizziamo dunque le critiche.

razioni) che dopo aver messo in pratica i nostri consigli il filtro abbia iniziato a funzionare corret-

Il motore è rumoroso e a volte si blocca. Se la

tamente. Se questo è vero, dobbiamo concludere

pompa fa rumore, è segno che qualcosa non è

che effettivamente ci sia una mancanza d’infor-

stato montato nel modo giusto o che ci sono bloc-

mazioni corrette in merito a questo tipo innovati-

chi nel percorso dell’acqua. Ovviamente dovrem-

vo di filtri e che una maggiore attenzione del pro-

mo vedere il suo filtro per dare un parere conclusi131


QUESTO NON MI CONVINCE

QUESTO NON MI CONVINCE

QUESTO NON

vo ma possiamo formulare delle ipotesi. Ha con-

zialità e non influenza la filosofia “sequenziale” del

trollato che le griglie di aspirazione dell’acqua

filtro. La piccola spugna al carbone presente nel

siano libere? Ha provato a pulirle anche dall’inter-

BluModular costituisce il vero filtro adsorbente,

no usando una spazzola da bottiglie? Il

che è posto all’inizio e alla fine del processo (per

BluModular viene pulito regolarmente (ogni 15

un particolare flusso interno facilmente verificabi-

giorni)? Le sue griglie sono libere?

le). Questa stessa può essere

I materiali filtranti nel BluModular

sostituita con successo con un

sono quelli originali o sono stati

sacchetto di carbone attivo. La

sostituiti con altri materiali che

spugna presente nel box, al ter-

s’intasano facilmente? Nelle con-

mine del processo, ha invece una

dizioni d’uso standard, per quanto

funzione diversa, trovandosi in

c’è dato osservare, il filtro è molto

una zona di acqua quasi ferma.

silenzioso e la pompa non si bloc-

Serve a contenere colonie di bat-

ca mai, neppure a elevati livelli

teri anaerobi. Abbiamo notato

d’intasamento e con manutenzio-

che può essere sostituita vantag-

ne saltuaria. Pertanto dovremmo

giosamente da un sacchetto di

approfondire quest’argomento

zeolite, ma non da altri materiali.

verificando l’uso effettivo del filtro

Lasciandola al suo posto, comun-

in questione. Ovviamente non possiamo escludere

que, svolge egregiamente la sua azione anaerobi-

un difetto di fabbrica del suo filtro in particolare.

ca. Non bisogna mai estrarla né risciacquarla.

Ho comunque dei dubbi sul “vero sistema biologi-

A cosa serve avere 2 spugne al carbone? Questo è

co sequenziale”. Per comprendere il concetto di

stato spiegato poco sopra.L’efficienza adsorbente di

“sistema biologico sequenziale”bisognerebbe fare

una spugna al carbone è molto bassa. Pertanto i

qualche ricerca in internet. Di fatto, questo termine

costruttori le hanno virtuosamente utilizzate in due

ha un significato preciso e indica un filtro in cui

modi diversi,per svolgere funzioni diverse.La funzio-

ogni modulo produce inquinanti che fungono da

ne adsorbente è svolta solo dalla spugna (piccola)

substrato per il modulo successivo. I filtri BluWave

presente nel BluModular e, quindi, potrebbe essere

rispondono a queste caratteristiche. Questo non

conveniente sostituire quest’ultima con un sacchet-

significa che non vi possano essere due spugne al

to di carbone attivo, molto più efficace. In caso con-

carbone. Il concetto merita di essere approfondito

trario, il filtro non avrà a lungo efficacia adsorbente,

e lo faremo in futuri articoli, eventualmente sfrut-

ma solo efficacia biologica e meccanica.

tando la nostra rubrica “link” per offrire stimoli di

Lo scomparto della BluClear 09 si può utilizzare

riflessione e di ricerca su questi concetti.

per altro materiale filtrante per potenziare il filtro?

Sia nel BluModular e sia nel box è allocata la spu-

Come suddetto, la spugna presente nello scom-

gna al carbone. Qual è la sequenzialità? Questa

parto della BluClear 09 è molto potente perché

domanda ci fa comprendere che siamo lontani dal

utilizzata per una funzione anaerobica. Inutile

sintonizzarci sul concetto di “filtro sequenziale”.

sostituirla con altri materiali, che ne ridurrebbero

Come suddetto, sarebbe impossibile approfondire

l’attività. Però abbiamo notato che l’introduzione

qui l’argomento (ma promettiamo di farlo in uno

di un sacchetto di zeolite produce un effetto simi-

dei prossimi numeri, data l’importanza scientifica

le, se non migliore di quello della spugna. Eppure,

e tecnologica del topic). Di fatto, che la spugna al

lo ripetiamo, nel corso delle nostre prove il filtro

carbone sia presente in due diversi scomparti-

nella sua configurazione originale produce perfor-

menti, non implica presenza o assenza di sequen-

mances eccellenti. Quindi senza alcuna sostituzio132


MI CONVINCE

QUESTO NON MI CONVINCE

QUESTO NON MI CONVINCE

ne o modifica di materiali.

tutto il meccanismo smetterebbe di funzionare.

Perché il motore è rumoroso e la gittata della

Per questo motivo la pompa è stata precisamente

pompa non si può regolare? Questo punto è parti-

tarata, in base anche alle riduzioni di flusso deri-

colarmente interessante. La prima domanda (per-

vanti dagli attriti interni, e deve essere mantenuta

ché il motore è rumoroso) indica senza dubbio un

sulla potenza predefinita in fabbrica.

malfunzionamento, perché nella sua conformazio-

In pratica, se fosse presente un nottolino di regola-

ne originale il filtro è silenzioso (testato con db-

zione del flusso, servirebbe solo a distruggere il

meter). Quindi sarebbe interessante comprendere

funzionamento del filtro! Diverso è il caso di filtri

come mai nelle condizioni d’uso del lettore il

più “approssimativi”, presenti in commercio e rea-

motore sia rumoroso. Riteniamo che possa essere

lizzati con meno attenzione, i quali possono avere

stato montato male o che sia fortemente intasato

un flusso variabile, non avendo in pratica che scar-

a causa di mancanza di manutenzione. La seconda

sissime capacità biologiche.

domanda (gittata della pompa) è ancora più interessante perché ci fa comprendere quanta infor-

In conclusione, le nostre prime prove e le successi-

mazione sarebbe necessario diffondere, per otte-

ve effettuate a seguito della lettera del lettore,

nere un uso corretto dei filtri più moderni e di altri

indicano il BW09 come un filtro dalle performan-

accessori di nuova generazione. Il filtro, come

ces molto elevate, se utilizzato in modo corretto.

riportato nella nostra prova di gennaio, è stato evi-

Questo significa farlo maturare nelle condizioni

dentemente studiato nei dettagli e modulato con

ideali (come descritto nell’articolo di gennaio e

precisione. La spray-bar presente nel secondo

come confermato dal lettore, che ringraziamo) e

modulo del filtro regola con esattezza la quantità

gestirlo in maniera corretta. Conserviamo alcuni

d’acqua che deve passare attraverso i materiali fil-

dubbi in merito alla manutenzione effettuata, che

tranti per ottenere un’attività corretta. Infatti deve

forse ha prodotto qualche problema di rumoro-

essere sufficiente per la vita dei batteri aerobi pre-

sità, da chiarire.

senti sui tubetti di ceramica ma non eccessiva, per

Ci siamo presi la libertà di condividere la sua lette-

non condurre ossigeno anche alle popolazioni

ra con il produttore del filtro, che abbiamo inter-

anaerobiche presenti sulle bioball. Una differenza

pellato chiedendo delucidazioni. Al momento non

di flusso pari a solo il 20-25% del totale, distrugge-

abbiamo ricevuto risposte, ma non escludiamo

rebbe definitivamente le peculiari proprietà fil-

che lo stesso lettore possa essere contattato per

tranti. Se aumentassimo il flusso, uccideremmo i

chiarire il problema, conoscendo la puntualità e la

batteri anaerobi, distruggendo le capacità denitri-

precisione che caratterizza il servizio clienti

ficanti del filtro. Se riducessimo il filtro, non con-

Ferplast. Chiediamo quindi al nostro lettore di

durremmo ossigeno sufficiente ai batteri aerobi e

volerci informare nel caso in cui, da un eventuale futuro contatto con gli esperti dell’azienda, possano essere chiariti aspetti da noi non ancora compresi. Restiamo dunque in attesa di ulteriori sviluppi e promettiamo di pubblicare qualsiasi contributo possa giungere in redazione su questa interessante questione, sia da parte dell’utente (o di altri utenti), sia da parte del produttore. Daremo spazio a tutti, allo scopo di fare chiarezza, con la trasparenza che ci contraddistingue sin dalla nascita di questa rivista. 133


Mini-acquario ZEN quando la semplicità diventa pura bellezza di Tony Di Meglio & Valerio Zupo

renza della maggior parte delle vasche in tutto

Una vasca in vetro chiarissimo, vista per caso in

Gli altri materiali necessari all’allestimento di que-

un negozio di fiori e decorazioni: è proprio quel-

sto mini-acquario, per quanti vorranno cimentar-

la che fa al caso nostro per una nuova entusia-

si nell’impresa zen, sono: fondo Dennerle di

smante realizzazione. La vasca misura 18 x 18 x

colore grigio, rocce provenienti da colline del

18 cm, per un volume lordo totale di 5,8 litri. La

Trentino e sassi raccolti presso spiagge dell’isola

vasca è costruita da una cristalleria ben nota,

d’Ischia, un tronco acquistato nel negozio di

anche se non si tratta di puro cristallo. La vasca

decorazioni

appariva però molto convincente perché a diffe-

Cladophora, una mini plafoniera Wave da 9 watt

vetro reperibili in commercio aveva un fondo sottile ed omogeneo e pareti trasparenti e non deformanti.

per

fiori

e

piante,

ciuffi

di

e un filtro Azoo a zainetto. L’allestimento è partito con la disposizione del fondo in uno strato da circa 1,5 cm. Sulla sabbia sono state disposte inizialmente le tre rocce grigie, due più grandi anteriormente e una più piccola disposta di lato, in modo da rispettare le “leggi” dell’allestimento zen. La realizzazione è

L’acquario appena allestito, nella sua essenzialità 134


Vista dell’acquario completo, con la lampada e il filtro in evidenza 135


Il fondo nero accentua l’effetto zen di questa realizzazione caso sono state tentate varie posizioni sino a definire quella che appariva più naturale e soddisfacente. Il filtro è stato riempito con due spugne sintetiche (prima una 15 ppi e poi una 20 ppi), e Sera mini Siporax. È stato attivato con batteri in capsula e lasciato maturare per qualche settimana. Il primo ospite inserito è stato una mini Planorbis corneus varietà rossa, per rispettare lo stile zen di questa vasca, destinata a rappresentare un stata completata con la disposizione dei sassi

ambiente minimale. In seguito però sono stati

raccolti alla spiaggia. Sono state tentate varie

aggiunti altri ospiti, per assecondare le esigenze

soluzioni, osservando ogni volta l’effetto per

di altri componenti della famiglia. In questo modo

assicurarci che fosse quello ideale. Infine è stato

l’acquario Zen ha cambiato aspetto nel tempo,

adottato un allestimento che mette in evidenza le

pur conservando il suo fascino iniziale. Neri pros-

rocce più grandi con una sorta di marmo giallo a

simi numeri proveremo a darvi conto della sua

fare da punto di attrazione decentrato, posterior-

evoluzione temporale, in modo da dimostrare

mente. Ovviamente ognuno dovrà trovare la

come uno stesso acquario, nel corso della sua

soluzione ideale in base ai propri gusti e alle pro-

naturale evoluzione, possa cambiare aspetto

prie aspirazioni ma bisogna tenere presente che

conservando il carattere da noi inizialmente

in questo tipo di acquari la semplicità, anzi, l’es-

imposto.

senzialità dei componenti è fondamentale. Bisogna quindi imporsi di utilizzare un numero minimo di elementi sino a produrre un effetto “magico”. Si dispone a questo punto il legno, che è stato preventivamente bollito e tenuto quasi un anno in acqua affinché scaricasse tutti i tannini e resine contenuti. Al termine dell’operazione è stato nuovamente risciacquato, per accertarsi che fosse totalmente inerte. Infine, a secco, dei ciuffi di Cladophora sono stati legati alle estremità e in alcuni altri punti del legno, mediante una sottile lenza. Il legno è stato disposto con la base al centro della vasca, leggermente obliquo, in modo che i due rami principali puntassero verso due spigoli del contenitore. Anche in questo Il primo ospite introdotto pare apprezzare l’ambiente essenziale 136



LA SCHEDA DEL MESE A cura di Fabio Russo e Francesco De Rosa

Madrepora a cuscino Cladocora caespitosa (Linnaeus, 1767) PHILUM: Cnidari CLASSE: Antozoi ORDINE: Madreporari FAMIGLIA: Favidi DESCRIZIONE: Madrepora coloniale a forma di cuscino, spesso emisferico, ma la forma varia in base all’idrodinamismo, alla profondità e all’esposizione alla luce. I polipi sono delicati e brunastri come gli scheletri. Con i suoi 50 cm di diametro è la madrepora più grande del Mediterraneo. HABITAT: questo madreporario è comune su fondali rocciosi o fondi duri in generale, da pochi fino a 60 metri di profondità. Può vivere anche su fondali incoerenti fissata su rocce o conchiglie e può essere ritrovata sino a 700 m, ma a queste profondità spesso assume una forma più ramificata. BIOLOGIA: Dopo che la larva, detta planula, si è fissata ed ha originato il primo polipo, la colonia cresce per gemmazione. All’interno dei tessuti del polipo sono presenti Zooxantelle, alghe simbionti che in cambio di un alloggio sicuro aiutano la madrepora nella deposizione del carbonato di calcio per lo scheletro e contribuiscono con la fotosintesi all’alimentazione.

138


AMBIENTE IN VASCA: Vive bene in acquario, a patto di mantenere la colonia nella posizione e alle condizioni che manteneva in natura. ILLUMINAZIONE: Non tollera forte illuminazione. TEMPERATURA: Mantenere al di sotto dei 22 °C. ALIMENTAZIONE: Si nutre di plancton e di particelle organiche in sospensione. In acquario accetta mangimi polverizzati e gradisce cibo vivo (Artemia). VARIE: La velocità di crescita delle colonie varia tra 2.9 e 5.2 mm/anno (misurata in acquario a 18-20°C di temperatura).

139


AQUARIO VIDEO C Video-Contest promosso da Acquariofili ed aquariophylia Lo staff di acquariofili (http://www.acquariofili.com/) è lieto di annunciare una nuova iniziativa nata in collaborazione con la rivista Aquariophylia: si tratta di un Video-Contest della durata da stabilirsi. Si accettano video realizzati per riprendere un acquario o sue parti, momenti di particolare interesse (es. una riproduzione, una danza di corteggiamento), della durata non superiore a 60 secondi. I video inviati al sito web (http://www.acquariofili.com/), corredati di alcune informazioni di base (nome dell’autore, caratteristiche dell’acquario ripreso) saranno inseriti in un’apposita pagina e pubblicati sul forum. La pubblicazione dei video sul sito costituirà già una soddisfazione per i partecipanti.Ogni mese però il video più bello, scelto a insindacabile giudizio di un comitato di esperti, assurgerà agli onori della cro-

140


OPHYLIA CONTEST naca e sarà pubblicato su Aquariophylia, nel suo canale youtube. L’invio di un video implica l’accettazione implicita del presente regolamento e conferisce al sito acquariofili e alla rivista Aquariophylia il diritto di pubblicazione, come sopra riportato. Il copyright del video resterà comunque di proprietà del suo produttore. I video, della durata non superiore a 60 secondi e aventi come tema l’acquario, dovranno essere accompagnati dalla scheda di partecipazione indicante il nome dell’autore e le caratteristiche dell’acquario. Potranno essere ottenuti utilizzando qualsiasi mezzo, comprese fotocamere digitali, cineprese ad alta definizione ecc., ma dovranno essere inviati in formato MPEG o equivalente, opportunamente compattati in modo da non superare i 40 mb di spazio occupato su disco.

Regolamento video contest 1 Ogni partecipante dovrà prima di tutto iscriversi al video contest rispondendo a un post aperto appositamente nel forum (http://www.acquariofili.com/) e che porterà il titolo di 1° video contest 2012. Sul sito verrà creata una lista dei partecipanti. 2 I video dovranno essere postati sul sito http://www.acquariofili.com/. 3 Tutti i video inviati dovranno avere una durata massima di 1 minuto e dovranno riprodurre una vasca, pianta, pesce, evento particolare. 4 Ogni utente può inviare un numero massimo di 2 (due) video. È necessario inserire il nome dell’autore nel montaggio. 5 I video saranno raccolti a partire da questo mese; ogni mese, il video vincitore (quello più bello in base al giudizio insindacabile della nostra commissione) sarà pubblicato sulla rivista Acquariophylia. 6 I video verranno prima visionati e non si accetteranno quelli che riterremo offensivi e/o violenti per la visione, ogni decisione presa è insindacabile. 7 Con l’iscrizione al video contest e la pubblicazione del video si offre implicitamente al sito acquariofili l’autorizzazione alla pubblicazione, restando il fatto che i dati del proprietario non verranno in alcun modo trasferiti a terzi. 8 I video non devono essere copiati dalla rete e devono essere di proprietà di chi s’iscrive al contest.

141


OLTRE A CURA DI

Luigi Storoni

il vetro

Ambiente rustico? Due acquari!

142


in un appartamento rustico, in un ambiente molto luminoso, immerso nel verde e realizzato con materiali autoctoni, biocompatibili, di aspetto caldo, solare e naturale. Senza dubbio si tratta di un background molto curato e destinato a ore di piacevole riposo. Basta guardarsi intorno per comprendere che il caminetto del tutto ordinato, circondato dalle poltrone in stile retrò e dai tappeti, il salotto con tanti cuscini, le grandi vetrate in stile inglese, costituiscono altrettanti emblemi di vita all’insegna del relax totale. Eppure a questo tempio della bellezza e della tranquillità manca di qualcosa. La luce lo riempie di mattina rendendolo relativamente vivo, ma dopo il tramonto, quando il caminetto non è in funzione, regna la noia. Manca un baricentro di vitalità, un punto di attrazione in grado di restituire interesse alle pietre e ai legni pregiati. Manca un acquario! Perché non realizzarne due, allora? Allo scopo viene ricavata alle spalle del salotto una struttura apparentemente leggera, di colore vivace ma naturale, realizzata in legno e alluminio. Le colonne sono disposte su una base metallica e si decide di costruire in metallo lucido la prima, rendendo la superficie della seconda opaca. Al centro delle due, sulla base, un bonsai di ulivo riporta al fascino della terra, della campagna. La forma dello stand è delicata solo in apparenza. In realtà la superficie disposta sotto le vasche poggia saldamente su un supporto verticale disposto alle spalle, mentre la colonna singola, disposta al centro, serve solo da appoggio accessorio. Il tutto dunque prende un aspetto particolarmente etereo pur garantendo estrema solidità. Sopra gli stand, rivestiti da pellicola color legno impregnato di verde, due vasche, la prima (a sinistra) allestita ad ambiente amazzonico, la seconda, a destra, a marino tropicale: per non dimenticare alcun ambiente fluido del mondo! La vasca d’acqua dolce è bassa: 90 cm x 40 x 40 (h). La seconda vasca (a destra) è più alta: 80 cm x 50 x 50 (h). La vasca d’acqua dolce è allestita utilizzando un fondo lateritico particolare, ricco di elementi inorganici e un grosso tronco centrale in resina. L’acquario marino tropicale è invece allestito con sabbia corallina di grana sottile e scheletri di madrepore sui quali sono disposti i coralli. Entrambi gli acquari sono serviti da filtri esterni a bicchiere, occultati dietro le pannellature alle spalle delle vasche. L’effetto finale è molto interessante, non solo per il contrasto fornito dai due sistemi totalmente diversi – lento e torboso quello a sinistra, rapido di guizzi e intensamente colorato quello a destra - ma anche per il particolare angolo di natura che in tutte le ore del giorno, ora, restituisce vita e splendore alla casa.

SCHEDA TECNICA

Siamo

ATTREZZATURA TECNICA - Acquario d’acqua dolce Vasca 90 cm x 40 x 40 (h) Filtro Eheim Ecco Pro 200 Fondo Attivo Anubias Decorazione mangrovia Aquarium shop Termoriscaldatore Jager 150 watt - Acquario marino Vasca 80 cm x 50 x 50 (h) Filtro Eheim Professionel 2224 Fondo in sabbia corallina sottile Termoriscaldatore Jager 200 watt Decorazioni con scheletri di madrepore

143


AQUARIOPHYLIA PHOTO CONTEST PHOTO CONTEST SI CONCLUDE QUI! È stato bello osservare i vostri acquari, penetrare nelle vostre case per ammirare le vostre creazioni, essere vicini al lavoro di tutti gli acquariofili. Bisogna però trovare anche nuove formule per evitare di annoiarvi. Per questo motivo, Photo Contest si conclude qui, almeno per ora, anche se non escludiamo di riprendere la rubrica in futuro. La stessa viene sostituita dal video contest, che inizierà ufficialmente nel prossimo numero. Le foto divengono animate, per regalare una dimensione in più alla vostra creatività. Attendiamo i vostri contributi. Naturalmente ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato a questa edizione e facciamo i nostri complimenti a tutti i vincitori degli ultimi mesi.

Iniziamo dalla prima foto pervenuta e scelta: l’ha spedita Cristiana dalla provincia di Milano, una bella e particolare foto dove si nota nell’angolo a sinistra la presenza di un altispinosa, probabilmente maschio, che si nasconde.

144


Massimo da Milano, ha inviato questa foto del suo amico pesce rosso, come lo definisce lui, dicendo che tale foto potrebbe essere usata come sfondo per il desktop dei nostri PC. Complimenti per la scelta dell’amico, silenzioso e fedele come di consueto.

Paolo da Novara, vince la pubblicazione grazie alla simpaticissima foto d’insieme del suo acquario. Continua così! È bello vedere questi pesci non in piccole bocce, ma in veri e propri acquari, con tanto d’impianto filtrante.

145


Iwaguppy ovvero

l’iwagumi di Marguppy di Marco Sabatano

146


Mi imbattei per la prima volta nella filosofia dell’acquario naturale sfogliando una rivista che parlava degli acquari di Amano, la persona forse più popolare tra gli appassionati di acquariofilia. Era il 1998 e per me “acquariofilia” significava cercare di far sopravvivere in un contenitore di vetro la maggior quantità di pesci… le piante erano un accessorio! A distanza di circa 14 anni ho allestito per la prima volta, con cognizione di causa, quello che è definito in gergo acquariofilo un iwagumi. L’iwagumi, per i meno informati, è una tipologia di acquario che prevede l’esclusivo utilizzo di rocce, in realtà quello che volevo realizzare era un Sanzon Iwagumi e cioè un iwagumi composto da sole tre rocce… quello che ne è venuto fuori è quello che io ho chiamato Iwaguppy.

zare una plafoniera lunga circa 20 cm in più rispetto alla vasca? Alla fine ho optato per la seconda soluzione riuscendo a inserire in soli 92 cm le lampade da 39 W che da sole misurano 85 cm e i tre ballast ricavati da lampade a risparmio energetico. Il 14 febbraio 2012 alle 20:30 circa inizio l’allestimento, che si è protratto fino alle 02:00, ora in cui mi son dovuto arrendere al richiamo di Morpheo spinto dalla lentezza dell’impianto di osmosi. Il giorno dopo ho finito di allestire il tutto e finalmente mi son goduto lo spettacolo. Questo è un breve filmato realizzato per documentare l’allestimento, al quale seguiranno altri filmati per documentarne l’evoluzione.

CHI È MARGUPPY?

UN PO’ DI DATI TECNICI: MISURE VASCA (LxPxA): 80x30x44 ILLUMINAZIONE: 3x39W T5 (inizialmente 4 ore giornaliere poi si arriverà a 7/8 ore giornaliere) IMPIANTO CO2: CO2 Askoll System FONDO: Power sand special + Aquasoil Amazonia ROCCE: Seryu Stone FERTILIZZAZIONE: Ada Brighty-K + Green Brigthy Step 1 + Seachem Flourish Excel PIANTE: Eleocharis parvula, Eleocharis acicularis (in seguito sarà inserita anche una Eleocharis vivipara) Dopo mesi di spostamenti (virtuali) dell’arredamento di casa finalmente si era reso disponibile un posto per l’acquario e così, in attesa di liberarlo (realmente), ho iniziato a reperire tutto l’occorrente. La difficoltà più grossa è stata la plafoniera, che mi aveva regalato un amico. Sapevo già che avrei dovuto cimentarmi in una modifica poiché era quasi il doppio della vasca, il dilemma era sul parco luci da utilizzare. Mantenersi su lampade più piccole, tipo PL oppure T5 da 24 W, e quindi riuscire a realizzare una plafoniera da 80 cm precisi, con le lampade che però non coprono l’intero specchio d’acqua, oppure scegliere lampade T5 più grandi e realiz-

Marguppy è lo pseudonimo di Marco Sabatano, acronimo appunto nato da Marco e Guppy, uno dei pesci che predilige, coniato circa 20 anni fa per trovare un nickname col quale identificarsi nella rete che cominciava a diffondersi sempre più. All’alba del mio ventesimo compleanno chiesi in regalo un acquario, un Moby Dick della Sicce, con il quale iniziai la mia esperienza di acquariofilo. In quell’acquario si sono alternati i più disparati, e in alcuni casi disperati, pesci. Oggi, a distanza di oltre 20 anni, quella piccola vaschetta, seppur evirata del coperchio che fungeva da plafoniera e da filtro, è ancora in attività e ospita la mia piccola (si tratta di circa 12 litri netti) comunità di guppy. Nel tempo è sopraggiunta una vasca un po’ più grande, con la quale ho avuto la possibilità di poter trarre soddisfazione nel coltivare anche qualche pianta un po’ più esigente. Per qualche anno la passione si è un po’ assopita, a causa del lavoro e degli impegni familiari, la famiglia si è allargata e la casa è diventata sempre più stretta e così, uno per volta, gli acquari hanno ceduto il posto all’arredamento. Ma come ogni acquariofilo sa, la passione può assopirsi ma non spegnersi e così, da circa due anni, ho riesumato la vaschetta piccola e da due giorni anche la grande è tornata a splendere con un progetto mai sperimentato prima; un iwagumi in “quasi” stile Ada. 147


NEL PROSSIMO NUMERO...

in breve Speriamo che questo numero vi sia piaciuto

zio per poi diffondersi. Le principali caridine e

più dei precedenti, ma il prossimo, di certo,

neocaridine che vengono allevate sono il risul-

sarà ancora più bello! Parleremo di tanti argo-

tato di accurate selezioni su mutazioni casuali

menti diversi, spaziando dall’acqua dolce alla

e puntiformi derivate dalle specie wild che con

marina tropicale. Questi alcuni degli argomenti

sapiente e meticolosa selezione, sono divenu-

che abbiamo in cantiere:

te delle vere e proprie linee pure a caratteri conservati.

Allevamento artificiale dei discus: perché?

Il pHmetro. Noi appassionati incontriamo ogni

Le risposte possono essere svariate, e l’autore

giorno piccoli e grandi problemi riguardanti la

ovviamente vi descriverà la sua esperienza in

corretta gestione dei valori chimici presenti nel

base alle proprie constatazioni, alle particolari

nostro acquario di casa; ricreare un biotopo

esigenze, alla sua esperienza. Avendo coppie

lontano migliaia di chilometri comporta vari

particolarmente prolifiche, avrebbe rischiato di

problemi. Da sempre i valori maggiormente

esaurire il loro ciclo vitale in breve, e di veder-

presi in considerazione sono pH, KH, GH ,

le precipitare in negativo le loro aspettative di

NO2 e NO3 e il primo di cui s’insegna al neofi-

crescita e di vita... e allora da qui la scelta di

ta la misurazione è proprio il pH. Esso varia su

provare e perfezionare quest’alternativa. Pesci

una scala da 0 a 14 il cui punto di neutralità è

particolarmente dediti alle cure parentali,

7 (ad esempio l’acqua distillata). Da 0 a 6.9 il

secrezioni proteiche cutanee dispendiose per il

pH è considerato acido; a 7 come suddetto,

metabolismo e la deposizione stessa rappre-

neutro; infine, da 7.1 a 14 è basico. In quest’ar-

sentano il massimo stress per i nostri discus,

ticolo l’autore ci accompagna in modo sempli-

anche se è sempre nella natura di ogni specie

ce alle basi della misurazione del pH. Un must

quella di riprodursi.

per ogni neofita!

Caridine, origine e anatomia. Ne abbiamo

Un acquario marino dedicato alle acropore.

parlato di recente ma ovviamente il discorso è

L’acquario marino di barriera, specialmente se

appena iniziato, dato l’interesse da voi dimo-

destinato all’allevamento di coralli duri a polipo

strato per quest’argomento. Le caridine e neo-

piccolo (SPS), è sicuramente un sistema impe-

caridine, volgarmente chiamati “gamberetti di

gnativo. Il tutto è molto semplificato se si effet-

acqua dolce”, sono degli invertebrati di dimen-

tua una buona maturazione e si prendono, a

sioni comprese tra 2 e 3.5 cm, appartenenti

tempo debito, le dovute precauzioni alle pro-

alla famiglia Atyidae, ordine Decapoda. La loro

blematiche che di volta in volta possono insor-

distribuzione geografica è ubiquitaria quasi in

gere.

tutto il Mondo eccetto le zone a clima artico,

Abbiamo voluto quindi dare l’esempio e segui-

con particolare densità nelle regioni asiatiche

re passo passo l’evoluzione di un acquario

ove l’allevamento delle cantonensis prese ini-

marino di media capienza esaminandone tec148


nica, sistema di gestione e l’andamento dei

precisamente alla specie africana Protopterus

valori nel tempo.

annectens, un ruolo importante nell’evoluzione dall’acqua verso la terraferma.

Come Si fa. Da qualche mese avevamo lasciato da parte questa rivista ma il nostro regista

Grandi laghi africani: un’esperienza che

torna sul palcoscenico per offrirci filmati di

mette d’accordo tutti. L’acquario ideale non

grande interesse. Inizia con questo numero

esiste, si sa… ma esistono alcuni tipi di acqua-

una serie d’interviste con i più importanti pro-

ri che sono straordinari e unici sotto molti punti

duttori, per portarli faccia a faccia col nostro

di vista. Con un articolo in due parti vi presen-

pubblico e sentire cosa hanno veramente da

teremo un genere di acquari che appartiene

offrirci. Iniziamo con l’intervista al responsabile

proprio a questa categoria. I grandi acquari di

di Aqua1, al quale poniamo le tre domande di

ciclidi africani sono infatti vasche che si avvici-

rito.

nano molto al concetto di “perfezione” ricercato da tanti appassionati.

Riproduzione naturale di B e t t a s p l e n d e n s. Andare il più vicino possibile alla natura e riu-

Dai nostri lettori. Negli ultimi mesi molti letto-

scire a far riprodurre i nostri amici è certamen-

ri hanno raccolto il nostro invito ed hanno volu-

te nella mente di ogni vero acquariofilo, per

to raccontarci la loro storia. Abbiamo messo

questo motivo ci preoccupiamo di fornir loro il

insieme le più interessanti per darvi modo di

miglior ambiente possibile in casa e quando è

conoscerli meglio. Quali sono i loro acquari?

fattibile, in terrazza o in giardino. L’autore di

Quali sono le loro esperienze? Un paio di sto-

quest’articolo predilige la scelta di creare “sta-

rie brevi che ci raccontano di voi.

gni da riproduzione” ove tutto è lasciato alla natura, ha avuto grandi soddisfazioni con

Interzoo. Le prime anticipazioni della grande

diverse specie, ma è rimasto particolarmente

fiera di Norimberga con chicche, novità, picco-

soddisfatto dal risultato ultimamente ottenuto

li segreti e trend per il futuro. Ovviamente il

con Betta splendens, forse perché le cose all’i-

tutto è ancora di là da venire, perché la fiera si

nizio erano andate veramente male… ma

è appena conclusa.

attenderemo un mese per godere la storia! Esperienze con i dipnoi. Chiunque voglia occuparsi della storia della vita sulla terra sicu-

…E poi la rubrica principianti, quella del caras-

ramente non potrà fare a meno di rivolgere la

sio, le lettere, le poesie e tanto altro, per darvi

propria attenzione ai “dipnoi”, singolari pesi di

un numero assolutamente unico, riservato

antichissima origine che hanno sviluppato la

ovviamente ai nostri amati amici acquariofili.

capacità di svincolarsi, sia pure parzialmente,

Ma se avete delle richieste particolari, ovvia-

dall’ambiente acquatico. Non a caso un recen-

mente, non esitate a esprimervi e cercheremo

te studio elaborato da un gruppo di ricercatori

di accontentarvi nel più breve tempo possibile,

dell’Università di Chicago, e pubblicato su

come già fatto in passato e come dimostrato

PNAS, la rivista dell’Accademia americana

dalle nostre pubblicazioni. Perché il lettore è

delle scienze, assegna proprio a un dipnoo,

l’unico vero padrone di questa rivista. 149


ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO! Quando leggerete questa pagina, presumibilmente a fine mese, la grande fiera di Norimberga sarà da poco finita. Questo significa che non abbiamo potuto darvi anticipazioni ma che, in questo preciso momento, l’intera redazione è impegnata nel difficile compito di esporvi le novità più interessanti del presente e del futuro. In questo stesso numero, però, avete avuto la possibilità di avvicinare numerosi prodotti interessanti. Molti di essi forse potrebbero fare al caso vostro. Non esitate a cliccare sulle pagine della rivista, dunque, per approfondire argomenti, studiare a fondo accessori e concetti, divertirvi col vostro acquario e con la nostra pubblicazione fresca di stampa. Speriamo che vi sia piaciuta. L’abbiamo costruita proprio come ce l’avete chiesta attraverso la nostra inchiesta. Se però avete dubbi o richieste particolari, non esitate a scriverci. Siamo qui per voi!


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.