Sport Club magazine Novembre 2018

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COSTUME #costume

“MIO PADRE, STEVE JOBS” C di Elena Oddino

erto non è da tutti essere la figlia di un genio come Steve Jobs, il fondatore della Apple, morto per un cancro al pancreas nel 2011, che ha rivoluzionato il mondo e la vita di tutti noi. Ma certo non dev’essere stato neanche facile vivere accanto ad una personalità così forte e spietata come quella di un imprenditore, famoso anche per il suo caratteraccio e le maniere rudi che sfoderava non solo con i dipendenti ma anche con i suoi cari. Così lo descrive anche sua figlia, Lisa Brennan-Jobs nel libro recentemente uscito in America e in Italia, “Pesciolino” (Rizzoli editore), in cui la primogenita di Jobs racconta il celebre papà con sincerità ma anche indulgenza, senza risparmiargli critiche ma confessando di averlo ormai perdonato. “Era avaro di de-

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naro, soldi ed affetto”, scrive nel suo libro Lisa, che oggi ha 40 anni ed è una affermata scrittrice e giornalista. E racconta di un rapporto complesso e tormentato con il padre che per anni ha rifiutato di riconoscerla finché un test del DNA non l’ ha obbligato a farlo. Aveva 23 anni Steve Jobs quando Lisa nacque alla fine degli anni ’70 in una fattoria della Silicon Valley. La mamma Chrisann Brennan, era una sua ex compagna di liceo, poi divenuta pittrice, e lui che per vivere, allora, vendeva apparecchi, illegali, per telefonare gratis, si rifiutò di riconoscerla. Lisa crebbe con la mamma che per mantenerla lavorò come donna delle pulizie e cameriera. Steve ignorò sempre la situazione finché un giorno fu costretto dal tribunale a sottoporsi a un test genetico che stabilì la sua paternità. Anche dopo la prova del DNA


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