Questa non è una tesi

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Gino De Dominicis

Le mie opere spesso si sono rifiutate di partecipare alle grandi mostre.

Gino De Dominicis nasce ad Ancona il 1° aprile 1947. Studia all’Istituto Statale d’Arte della città e, una volta diplomato, inizia a seguire i corsi di Architettura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1967, all’età di 17 anni espone, per la prima volta disegni, pastelli, inchiostri e tempere in una personale organizzata nella galleria aperta dal padre in corso Garibaldi ad Ancona. Nel 1968, dopo qualche viaggio, si stabilisce definitivamente a Roma ed entra in contatto con il gruppo Laboratorio ’70, impegnato in una ricerca di carattere ambientale e “di strada”, che usa le espressioni più disparate: dalla trasformazione scenografica di spazi quotidiani alla sperimentazione cinematografica ai gesti d’arte provocatori in piazza. Frutto di questa frequentazione è il gesto d’arte Zoomtrack del 1968/69, un video di 10 minuti che documenta il primo “battesimo d’arte”1 a Roma di De Dominicis, in cui, insieme a Marcello Grottesi e Paolo Matteucci, scorrazza su un trattore in piazza del Popolo, indossando un copricapo indiano ed un paio di ali, spruzzando nuvole bianche da un estintore. Attaccato al trattore vi è Grottesi chiuso in una corazza dorata del Seicento, con ai piedi un paio di pattini, un cubo di plexiglass come elmo e palloncini legati alla mano sinistra, in distanza li segue Matteucci su un velocipede. Il gesto voleva essere

Gino De Dominicis con l’opera Aspettativa di un casuale movimento molecolare generale in una sola direzione, tale da generare un movimento spontaneo del materiale, 1970

«una provocazione a tutti i cittadini per sollecitarli a una più attenta riflessione sulla vita quotidiana».2

Inutile dire che il trattore fu sequestrato. Nel novembre del 1969, dopo aver destato l’attenzione del gallerista Fabio Sargentini, presenta alla galleria L’Attico di Roma il risultato dei suoi due ultimi anni di lavoro: Aspettativa di un casuale movimento molecolare generale in una sola direzione, tale da generare un movimento spontaneo del materiale, semplicemente una pietra “elemento naturale legato alla terra in attesa di un movimento ad essa aderente”3, Catena che solleva un fusto d’acciaio pieno d’acqua, Equilibrio 1 un’asta d’ottone che termina in una punta e una calamita che tiene insieme l’opera, Cubo invisibile e Cilindro Invisibile due opere che prevedono la tracciatura a terra con la vernice acrilica bianca del perimetro di un

Gino De Dominicis, Zoomtrack, 1968-69, 35mm colore, durata 10 minuti

Bonito Oliva A., Gino De Domincis: l’Immortale, Milano, Electa, 2010, pag. 110 Grottesi M., Marcello Grottesi. Vita e arte sul filo della memoria, Roma, Pieraldo Ed., 2005, pag. 40 3 Cherubini L., Oggetto vivente perfetto, Flash Art 270, Giugno – Luglio 08 1 2

Gino De Dominicis, Veduta della prima mostra personale alla Galleria L’Attico di Roma, 1969 91


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