La città storica contemporanea

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2-07-2008

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Gino Gianuizzi / Fondatore e responsabile artistico di neon, piattaforma di sperimentazione artistica attiva a bologna: neon>campobase e a milano: neon>fdv. Curatore, organizzatore di mostre ed eventi, si occupa attivamente delle ricerche che confluiscono nell’ambito dell’arte contemporanea ed è responsabile del progetto gap (giovani per l’arte pubblica).

servirsi per tentare di curare nuove emergenze e problemi irrisolti che si evidenziano nella complessità dell’evoluzione delle città quando altre metodiche che attingono al patrimonio delle scienze sociali si rivelino inefficaci. L’arte pubblica non va considerata come una specifica branca dell’arte contemporanea. Ritengo non interessante, e addirittura negativo, il fatto che le riviste di settore e la critica d’arte si occupino di arte pubblica allo stesso modo in cui si occupano di mostre personali, di fiere di arte contemporanea, di biennali e di ogni altra manifestazione artistica, riconducendola in questo modo entro i confini, rassicuranti e autoreferenziali, del sistema dell’arte. Allo stesso modo, evidentemente, non sono interessato a quegli artisti che inseriscono interventi di public art nel loro percorso professionale per portare valore aggiunto al loro curriculum espositivo e fare omaggio di questo patrimonio “etico” alla galleria di riferimento, che provvederà – esentando l’artista da qualsiasi responsabilità morale – a trasformarlo in valore economico di mercato. Lo stesso ragionamento si applica ai curatori che trattano gli incarichi inerenti a interventi di arte pubblica alla stregua di incarichi per mostre istituzionali, mirando a guadagnare la partecipazione al progetto degli artisti più noti, il cui nome sia spendibile rispetto al committente per ottenere maggiore credito e per incrementare – grazie alla capacità di assicurare la partecipazione straordinaria di queste “star” dell’arte – la propria reputazione, valorizzando di conseguenza la propria posizione nel difficile mercato dell’arte contemporanea. L’arte pubblica non è un dispositivo di carattere estetico e la sua vocazione non è quella di elaborare strategie per l’abbellimento del paesaggio urbano. Per paesaggio urbano intendo il paesaggio risultante dai processi di modificazione continua della città, un paesaggio disegnato dai piani regolatori sulla base di previsioni di medio e lungo periodo. Nella pianificazione di questo paesaggio uguale attenzione è rivolta alle strade (flussi di traffico, tangenziali, svincoli autostradali, arterie di grande scorrimento, rotatorie, sottopassaggi, ecc.), ai volumi costruiti (necessità abitative, quantità di unità residenziali, amministrazione dei flussi di immigrazione, pressioni speculative, tendenza alla proliferazione di quartieri residenziali “sicuri”) e infine al terziario, con le città-satellite del commercio che si relazionano al territorio metropolitano e sono, da un lato, permeabili e seducenti, dall’altro arroccate, chiuse e difese rispetto all’ambiente esterno.

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