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DALL‘ 8 AL 22 MARZO 2014

Assemblea UPA In questo quadro, la nostra azione, oltre che puntare alla modifica delle zone vulnerabili e l’innalzamento dei parametri azotati, è indirizzata politicamente ad una revisione di una direttiva ormai vecchia e che sta creando difficoltà applicative in molti Paesi UE. Altra questione scottante, fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle imprese agricole lombarde, è quella degli OGM. In Italia la politica del “non decidere” rende poco competitiva la nostra agricoltura rispetto al resto del mondo. Discutiamo per ideologia più che su dati scientifici: oggi si coltivano nel mondo circa 150 milioni di ettari ed anche in Europa, fanalino di coda, siamo sui 115.000 ettari. Nel nostro Paese ci nutriamo già di OGM considerato che il 90% della soia e il 50% del mais che importiamo è Ogm. Eppure, sulla base di presunti elementi scientifici, non si prende la decisione né di utilizzare sementi OGM né di riprendere una rigorosa sperimentazione. Inutile soffermarsi sui vantaggi ambientali - minore utilizzo di acqua, di antiparassitari e fitofarmaci, di diserbanti – o su quelli economici; basta solo sottolineare che l’Ue ha già autorizzato l’impiego di alcune sementi OGM lasciando agli Stati membri la legislazione sulle regole di coesistenza tra coltivazioni tradizionali e geneticamente modificate. L’Italia decide di non fare nulla, anzi con un decreto ne vieta l’impiego con-

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ESISTE UN FUTURO IN AGRICOLTURA? Un futuro per le imprese agricole bresciane esiste. Questo è il messaggio della 98ª Assemblea Generale dell’Unione Agricoltori. A sottolinearlo con forza c’è anche l’immagine scelta per rappresentare l’importante evento di quest’anno: la fotografia di un agricoltore che si china verso il figlio a guardare il piccolo trattore giocattolo nelle mani del bambino. “Questa immagine raffigura l’emblema del futuro del settore – ha detto il Presidente Martinoni – che chiede spazio per i giovani ai quali si deve garantire un’agricoltura sostenibile, in grado di assicurare reddito alle nostre aziende”.

travvenendo così alla direttiva UE. E’ venuto il momento di assumere decisioni chiare e sviluppare quelle regole di coesistenza richieste dall’Europa per consentire alle imprese di agire in un mercato libero, globalizzato in cui abbiamo perso già competitività. L’immagine scelta per questa 98ª Assemblea dell’Unione è emblematica del futuro del settore e del passaggio generazionale in agricoltura. Cosa dobbiamo fare oggi per assicurare ai nostri figli un futuro dell’agricoltura, sostenibile, in grado di garantire reddito alle nostre aziende? L’Europa, la nuova PAC e lo stesso mercato lo indicano: serve un’apertura ancor maggiore alle moderne tecnologie e, non da ultimo, aggregazioni tra le aziende, unioni in reti, cooperative, organizzazioni di prodotto. Attraverso le aggregazioni le aziende possono vendere meglio i loro prodotti ed abbattere i costi di produzione. Con le aggregazioni, inoltre, è possibile accedere a fondi europei dedicati ed aggredire quei mercati che richiedono di una certa massa critica. L’Unione Agricoltori e la stessa Confagricoltura lavorano per promuovere integrazioni fra le varie componenti produttive dell’agroalimentare: sempre più strategica sarà infatti la collaborazione tra produzione agricola primaria, dalla quale non si può prescindere per un’alta e riconosciuta qualità, industria di trasformazione, commercializzazione e ricerca. Da ciò, un’ulteriore richiesta decisa alla politica: urge il varo della legge sul “Made in Italy“ per identificare e promuovere il vero prodotto italiano all’estero. Ad oggi infatti, pur con merci d’alta eccellenza universalmente riconosciuta e ricercata, siamo stati sorpassati dall’export tedesco che con prodotti qualitativamente inferiori ci ha superato per competitività.

Conclusioni Lo scorso anno abbiamo confidato in un Governo che durasse, sopratutto in un momento di scelte strategiche in Europa. Invece, prima è

Per lo sviluppo delle imprese bresciane serve cambiare atteggiamento verso gli OGM da vedere da un punto di vista più laico e meno emotivo. Auspico che l’importante richiesta del nuovo Ministro all’Ambiente Galletti per un confronto non ideologico sul tema rappresenti l’inizio di una nuova e necessaria apertura del nostro Paese.

caduto il Ministro, poi l’intero Governo e sono rimasti i forti vincoli allo sviluppo dell’agricoltura causati dalla burocrazia, dall’ostracismo agli OGM, dalla mancanza di infrastrutture, dai costi dell’energia, dall’assurda direttiva nitrati. Oggi chiediamo che il nuovo Governo finalmente dia una spinta decisiva alle scelte da troppo tempo procrastinate, che punti con noi alla crescita economica ma anche al recupero morale del Paese. E’ ora di mettere una linea rossa tra chi pro-

duce e lavora in modo etico e chi è parassita delle energie dei primi. Impossibile in un mondo in cui le necessità alimentari crescono più delle produzioni, ipotizzare un futuro senza una forte agricoltura imprenditoriale: gli imprenditori bresciani non si arrendono di fronte alle difficoltà, non rifiutano l’impegno, ma respingono qualsiasi demagogia, gestionale, di mercato, alimentare, gli slogan contrabbandati come valori. A testimonianza di questo forte impegno, gli agricoltori bresciani, or-

mai cento anni fa hanno voluto l’Unione Agricoltori. Lavorando duramente come i bresciani sanno fare, hanno sviluppato le loro aziende e preteso un’organizzazione che crescesse con loro, a cui per questo hanno dedicato energia, intelligenza, risorse. Ecco quindi che per concludere vorrei, pur tra tante difficoltà, lanciare un messaggio positivo: il nostro è un settore che ce la può fare, anzi, che ce la farà. Questo dipende anche da noi, dal nostro lavoro, e noi bresciani non abbiamo paura di lavorare e di intraprendere, siamo geneticamente predisposti a questo. Occorre, forse, avere un approccio ancora più aperto all’evoluzione tecnologica e alle richieste del mercato. Di certo, lo ripeto nuovamente: serve senz’altro una politica, una burocrazia e una pubblica amministrazione più concrete ed a sostegno delle imprese. Gli agricoltori, soprattutto i giovani, l’entusiasmo ce l’hanno; ora serve avere fiducia in chi governa.


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