Rivista Notizie UPS_N.14 2012

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) - n°46 art. 1, comma 2 DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n°206/85 del 16/4/1985

Bollettino degli “Amici UPS”, degli allievi e degli ex-allievi dell’UPS, dei simpatizzanti dell’Opera di Don Bosco. Università Pontificia Salesiana Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma. www.unisal.it

ANNO XXIX - N°14 - DICEMBRE 2012

ConDonBoscoverso ilBicentenario


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notizieups•editoriale

IL SENSO DEL FINE E DEL MODELLO prof. Carlo Nanni, Rettore Magnifico

1. Rispetto all’anno trascorso, quest’anno sono venute alle luci della ribalta della nostra vita accademica alcune evidenze che erano già state preannunciate lo scorso anno, ma che in questo anno mostrano decisamente già fin dall’inizio di incidere in modo profondo sulla quotidianità e sull’intenzionalità progettuale della nostra Università. Mi riferisco: 1) alla grave crisi economica, che porta in evidenza una esigenza e un impegno non solo di ripresa e sviluppo economico, ma anche di incisivo rinnovamento culturale, etico, civile, religioso; 2) alla vita ecclesiale segnata quest’anno dalla celebrazione e impegno per l’anno della fede, che spinge tutta la Chiesa a una rinnovata evangelizzazione e ad assumere impegnativamente le stimolazioni del Concilio Vaticano II a 50 anni dalla sua conclusione; 3) alla continuazione – per la Famiglia Salesiana – della preparazione al Bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, quest’anno incentrata sull’approfondimento del sistema educativo di Don Bosco, il cosiddetto Sistema Preventivo Salesiano, nella linea di una “pedagogia della gioia” (come lo ha indicato il Rettor Maggiore/ Gran Cancelliere nella sua “strenna-programma annuale per il 20122013), ma che porterà l’intera congregazione a prepararsi al Capitolo Generale 27° che ha messo a tema l’essere “Testimoni della radicalità evangelica: chiamati a vivere in fe-

deltà il progetto apostolico di Don Bosco. Lavoro e temperanza”. 2. Chiamare questi eventi semplicemente “contesti” è poco, sebbene – come si sa – non «si dà testo senza contesto». E forse lo è anche indicarle come “sfide”, perché non semplicemente fanno da contorno e da orizzonte e neppure solo provocano e interpellano dall’esterno, ma appaiono essere già (e lo avranno sempre più da essere) parte essenziale e intrinseca sia dell’apprendimento e della didattica universitaria, sia a livello di persone che di procedure istituzionali. Essi, infatti, costituiranno come “l’ambiente vitale” del nostro anno accademico e insieme ne stimoleranno gli orizzonti di senso, elevandone di qualità la quotidianità e gli obiettivi annuali delle “opere e dei giorni” del primo e del secondo semestre (lezioni, ricerche, seminari, tirocini, stage, laboratori, studio personale, esami, tesi...). Riscalderanno e rinvigoriranno la mente e il cuore di noi tutti. 3. A fronte di tale situazione si impone l’esigenza di andare all’essenziale, al fondamentale, al sostanziale. Occorre ridare priorità all’ordine dei fini che guidano l’azione e le iniziative concrete. Per questo mi permetto di portare ad evidenza l’aspetto di fondo che regola la nostra a vita accademica. Gli Statuti al n. 2 ci dicono chiaramente il fine


supremo dell’UPS: «L’UPS, essendo un’istituzione a servizio della Chiesa, della Società di San Francesco di Sales e della società umana, si propone come suo scopo caratterizzante di dedicare particolare attenzione allo studio e alla soluzione delle questioni inerenti l’educazione e l’azione pastorale specialmente tra i giovani e i ceti popolari, secondo lo spirito di San Giovanni Bosco». 4. Noi perseguiamo questo fine con un modello generale che ispira e dà forma alla nostra ricerca, studio, didattica, pubblicazioni: un modello che potremo qualificare come modello umanistico-esistenziale, integrato e integrale. 4.1. Esso è integrato (o perlomeno ricerca l’integrazione) sui due fronti: quello del punto di vista e dello studio/ricerca, e quello dell’oggetto/soggetto indagato, studiato. L’interdisciplinarità (e la disciplinarità aperta al dialogo interdisciplinare), costituiscono una tradizione decennale e possiamo dire acquisita da tutti i docenti e ricercatori del’UPS, favorita com’è dalla presenza di facoltà filosofico-teologico-giuridiche (le facoltà propriamente “ecclesiastiche”) e di facoltà umanistico-sociali (di scienze dell’educazione, della comunicazione, della cultura letteraria classico-cristiana). 4.2. Ma altrettanto integrata è la considerazione di quanto si studia, di ciò su cui si riflette, di colui o di cosa o con cui si entra in relazione educativa, pastorale, terapeutica, comunicativa: la dimensione “oggettuale” non viene isolata dalla “totalità reale” di essa (si tratti di persone, cose, idee, concetti). Anche quando è messa a fuoco una dimensione o un aspetto particolare (ad esempio, la psiche, la vita sociale, l’educazione, la comunicazione, la cultura) essa è sempre “integralmente” vista e trattata nella sua realtà identitaria, complessa e differenziata, e, a sua volta, nella globalità della rete relazionale in cui è compresa o nel quadro dei riferimenti concettuali in cui acquista il suo senso. Anzi la dimensione esistenziale sta a dire che l’analisi, lo studio, la “lettura”, la comprensione concettuale avviene

sempre a partire dai vissuti, dai mondi vitali, in cui la intrinseca individualità/comunanza ha una sua “ecologia” (sia personale che ambientale), una sua storia, una sua processualità diacronica oltre che sincronica, che si muove tra interiorità, relazionalità e trascendenza (si tratti – conviene dirlo ancora una volta – di persone, di concetti, di idee, di intenzioni progettuali, di strategie metodologiche operative). 5. E qui si rivela anche la dimensione umanistico-salesiana: l’“interesse-guida” della conoscenza è infatti quello di uno studio, di una riflessione, di una ricerca (ma anche di un apprendimento e di una formazione), che sono proiettati (o perlomeno ultimamente finalizzati) a un conoscere per formare, per educare, per crescere insieme, per promuovere umanità e vita, per un umanesimo integrale e plenario, per una civiltà dell’amore. Vengono spontanee due citazioni: “Perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10), e “Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia” (Mt 6,33). Esprimono sinteticamente la matrice evangelica del modello. 6. Fine e modello dicono la sostanza dell’essere “scuola” dell’UPS (cioè il tipico modo di studiare, di ricercare, di insegnare, di formare, di fare cultura e diffonderla). In essi sta ciò che caratterizza la nostra realtà universitaria e la differenzia dalle altre università, pontificie e civili. Di ciò è intrisa la peculiarità formativa e vorrei dire il tipico contributo culturale che si può dare e avere studiando e formandosi all’UPS. Prenderne coscienza, farlo diventare “forma” e “ethos” dello studio e della ricerca personale e di gruppo (anzi della comunità universitaria nella sua globalità), oltre che qualificare e caratterizzare la formazione, darà robustezza e forza personale per vivere la complessità attuale e essere persone di speranza per chi non ne vede troppa all’orizzonte.


Don Jarek Rochowiak

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notizieups•Segreteria Generale

ome ogni anno, la Segreteria Generale ci fornisce i dati statistici che ci offrono il quadro delle iscrizioni degli studenti e le caratteristiche che ne specificano le provenienze. I dati si riferiscono allo scorso 31 marzo 2012 e ci dicono che gli iscritti sono stati 1781. Il primo dato che si coglie rispetto allo scorso anno è di una crescita significativa poiché si sono avuti 176 iscritti in più (i dati dello scorso anno indicavano 1605 iscrizioni). All’UPS si sono iscritti 905 studenti (51%) e 876 studentesse (49%) con un aumento femminile del 2% rispetto allo scorso anno. La prima suddivisione del numero di studenti e studentesse è in riferimento alla facoltà scelta. La Facoltà di Scienze dell’Educazione mantiene il primato delle iscrizioni con i suoi 1022 studenti (77 nella Postlaurea Psicologia clinica e 68 nel DPGC). Rispetto allo scorso anno ci sono stati 131 studenti iscritti in più. Gli studenti di Teologia sono 441, (DPGC 88); anche in questo caso si registrano 35 iscritti in più. Trend di crescita si registra anche per la Facoltà di Filosofia con 149 studenti (23 in più rispetto allo scorso anno), e per la Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche con 46 iscritti (7 in più rispetto all’anno precedente). Tendenza opposta invece per le Facoltà di Diritto Canonico, con 11 iscritti, e di Scienze della Comunicazione sociale, i cui studenti iscritti sono 112, ma si tratta di una lieve inflessione. I Continenti sono tutti rappresentati. Il numero più consistente è costituito dagli studenti europei, in tutto sono 1177. Seguono gli Africani, che sono 228; quindi gli Asiatici, 185 in tutto; e infine i 183 Americani. L’Oceania è rappresentata da un solo studente proveniente dall’Australia. Rispetto alle nazioni di provenienza, i dati registrano le provenienze da 100 diversi paesi. Gli studenti si suddividono nel seguente modo: India: 92; Brasile: 46; Polonia: 42; Repubblica Democratica del Congo: 39; Messico: 37; Colombia: 31; Nigeria e Ucraina: 22; Croazia: 21; Cina, Tanzania e Vietnam: 18; Romania: 17; Haiti: 16; Angola e Camerun: 15; Etiopia e Slovacchia: 14; Filippine e Kenya: 13; Burkina Faso e Burundi: 11; Benin, Indonesia e Spagna: 10; Slovenia: 9; Bosnia-Erzegovina, Perù e Ruanda: 8; Belgio, Portogallo e Siria: 7; Albania: 6; Corea, Francia, Germania, Madagascar, Mozambico, Uganda e Ungheria: 5; Argentina, Bolivia, Ca-

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nada, Cile, El Salvador, Ghana, Malta, Stati Uniti, Zimbabwe: 4; Congo, Costa Rica, Ecuador, Egitto, Eritrea, Giappone, Guinea Bissau, Iraq, Libano, Paraguay, Senegal, Svizzera, Timor Est, Togo, Venezuela, Zambia: 3; Bielorussia, Costa D’Avorio, Cuba, Guatemala, Malawi, Mali, Myanmar, Nicaragua, Russia, Sierra Leone, Sudan, Thailandia: 2; e infine Australia, Austria, Bangladesh, Botswana, Centrafrica, Corea del Sud, Gabon, Georgia, Grecia, Guinea, Honduras, Israele, Lesotho, Liberia, Lituania, Malaysia, Moldova, Rep. Ceca, Rep. Dominicana, Serbia, Turchia, Uruguay: 1. Consistente la presenza di italiani che in tutto sono 981. I sacerdoti diocesani sono in tutto 225 (13%), e provengono da 196 differenti Diocesi. Sono rappresentati 191 Ordini e Congregazioni religiose. I religiosi e le religiose sono in tutto 608 (34%), di cui 441 religiosi, 167 religiose. Dei 608 religiosi 264 sono salesiani, 8 Figlie di Maria Ausiliatrice, e 336 appartenenti ad altre famiglie religiose. Infine il numero degli studenti laici è di 948 (53%), di cui 239 studenti e 709 studentesse. L’ultimo dato fornito dalla Segreteria Generale riguarda le Sezioni e i centri collegati nella tradizionale divisione tra Aggregati, Affiliati e Sponsorizzati. Le Sezioni della Facoltà di Teologia sono 2: Torino e Gerusalemme; gli Istituti Aggregati sono 7: Messina, Shillong, Bangalore, Caracas, Nashik, Yaoundé, Venezia; 18 sono gli Istituti Affiliati alle Facoltà di Teologia (8), di Filosofia (7) e di Scienze dell’Educazione (3). Inoltre sono uniti come Centri Sponsorizzati per il conseguimento dei diplomi di specializzazione o di qualificazione: alla Facoltà di Teologia 2 Istituti: ISCR di Barcelona (Spagna) e SSSBS di Messina, e alla Facoltà di Scienze dell’Educazione 1 Istituto: l’Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti - IFREP ’93. In totale Istituti collegati con l’UPS sono 28, di cui 7 Aggregati, 18 Affiliati, e 3 Sponsorizzati. In tutto gli studenti iscritti nei suddetti centri sono stati in totale 2437. a cura di Renato Butera

SEGRETERIA - DISSERTAZIONI DOTTORALI FdF

Relatore: Luis Rosón Galache

Mario Enrique Vargas Sáenz El concepto de verdad en Gianni Vattimo: una valoración critica. Relatore: Mauro Mantovani

Carlos Alberto Insaurralde Confrontación entre San Buenaventura y Santo Tomás de Aquino en su visión sobre el “pulchrum” dentro de sus comentarios al libro de las Sentencias de Pedro Lombardo. Relatore: Graziano Perillo

Reddy Thathireddy Vijaya Bhaskar A philosophy of communication in the thought of Ludwig Wittgenstein. Relatore: Scaria Thuruthiyil

Dartagnan Alves De Oliveira Souza O “pulchrum” e a quarta via de Tomás de Aquino. Relatore: Mauro Mantovani Roberto José Merizalde Escallon El amor de “holocausto” en el pensamiento de Plinio Corrêa de Oliveira.

Jean Jacques Meyong Meyong L’être et l’essence dans la métaphysique d’Étienne Gilson. Implications ontologiques, gnoséologiques et théologiques. Relatore: Mauro Mantovani Cesar Fredy Noel Pongutà Puerto Anticipazioni della semiotica di Peirce nella logica aristotelica. Relatore: Maurizio Marin

Marc Kisito Etoundi Bibegele Les lineamenta d’un langage juridique dans la perspective phénoménologique d’Adolf Reinach. Relatore: Cristiana Freni

FLCC Donatien Angora Matabisi Ratio docendi sermonem latinum potissimum spectata indole linguae congolensis vulgo “lingála”. Relatore: Biagio Amata

FSC Cosimo Alvati Radio Don Bosco di Antananarivo-Madagascar: una comunicazione per lo sviluppo. Relatore: Fabio Pasqualetti Nella pagina a fianco: tre degli studenti premiati per meriti


Kamate Kasyakulu Radio comunitarie e sviluppo. Uno studio empirico-esplorativo sul ruolo delle radio locali nei territori di Beni e Lubero in Congo-Kinshasa. Relatore: Fabio Pasqualetti Camilo Castellanos Cardenas Mondo digitale e formazione dell’opinione pubblica. Relatore: Adriano Zanacchi Krunoslav Novak Identità religiosa dei giovani. Comunicazione massmediale e interpersonale quali fattori di influenza nella costruzione di identità. Una ricerca sui giovani nella diocesi di Varazdin in Croazia. Relatore: Franco Lever Moses Aondover Iorapuu Patriarchal ideologies and media access: how to overcome discrimination against tiv women for sustainable rural development promoting people controlled and participatory communities. Relatore: Fabio Pasqualetti

FSE Massimo Diana L’esigenza di trascendenza. La condizione umana nel socratismo cristiano di Gabriel Marcel. Relatore: Zelindo Trenti Bavuidinsi Matondo Andoche De la centralisation bureaucratique à l’autonomie du service scolaire au CongoKinshasa: propositions de reforme. Relatore: Bruno Bordignon Paulin Kalala Kabeya Le problème du développement des compétences chez Antoine de La Garanderie. Confrontation des deux approches et étude complémentaire sur l’action de l’enseignement dans la perspective de la gestion mentale. Relatore: Bruno Bordignon Juan Carlos Vázquez García “La reflexión” como prática de la mediación del profesor y de la educación emocional en las escuelas La Salle de Cataluña. Una visión y una investigación desde las teorías de Howard Gardner y Reuven Feuerstein. Relatore: Cristian Desbouts

Mbarga Engelbert Desire Education a la relation conjugale: Perspectives pédagogiques pour une nouvelle attention pastorale au Cameroun. Relatore: Vito Orlando

Claudio Arevalos Coronel La interrelación Educación/Comunicación/Medios en vista a una propuesta de Educomunicación para el ambiente escolar salesiano Latinoamericano. Relatore: Caterina Cangià

Micheline Asobe Monzombo École comme communauté educative en République Démocratique du Congo. Ré-

sultats d’une recherche empirique sur les écoles secondaires de la Direction Provinciale Equateur II. Relatore: Guglielmo Malizia

Norberto Herrera Gutiérrez Factores motivacionales, intrapersonales y extrapersonales, relacionados con el abandono escolar. Estudio exploratorio con una muestra de estudiantes de Educación Media Superior en el Estado mexicano de Guanajuato. Relatore: Mario Comoglio Jean Chrysostome Bakanibona Les enfants dans les conflits armes. Prospectives éducatives pour la prévention de l’utilisations des enfants soldats dans le contexte burundais. Relatore: Michele Pellerey Abdou Fathi Milad Abdou Il conflitto interreligioso tra gli studenti musulmani e cristiani in rapporto ai testi di educazione religiosa nelle scuole secondarie dell’Egitto. Analisi, ricerca empirica, valutazione, proposte. Relatore: Joze Bajzek Alphonse Owoudou Religiosità, attaccamento e “locus of control” degli adolescenti africani. Una ricerca empirica tra gli adolescenti di otto paesi africani di lingua francese (Gabon, Republica Centrafricana, Camerun, Benin, Togo, Burkina Faso, Mali e Senegal). Relatore: Zbigniew Formella

Desire Mizero La promotion de l’éducation pour bâtir la solidarité en Afrique des Grands Lacs: le cas du Burundi. Relatore: Guglielmo Malizia Nyoni Kristofa Zulu Towards effective religious education in Tanzania through integration of “Muntu social-religious experience” with “Religious education awareness program” (REAP). Relatore: Cyril De Souza Michal Styczynski Ricerca di senso ed educazione ai valori. Il contributo della logoterapia di Viktor E. Frankl. Verso un progetto di formazione degli educatori nella scuola. Relatore: Giuseppina Del Core Josip Bosnjakovic Gli stati dell’Io Sé degli adolescenti cresciuti in condizioni di pace, belliche e postbelliche. Ricerca empirica tra adolescenti croati. Relatore: Zbigniew Formella

Marc Manirakiza Education civique et valeurs: analyse de la situation éducative du Burundi et proposition pour l’élaboration d’un projet d’éducation civique pour l’école primaire. Relatore: Bruno Bordignon

Emad Samir Anis Matta L’interazione educativa e il clima positivo

nel gruppo classe. Elaborazione di uno strumento di osservazione delle modalità relazionali insegnante-allievo secondo il modello dell’analisi transazionale socio-cognitiva. Relatore: Raffaele Mastromarino

FdT Mario Fissore Identità carismatica e formazione salesiana attraverso l’opera e la riflessione di don Giulio Barberis negli anni 1874-1906. Relatore: Aldo Giraudo Emmanuel Festus Shadap Inter-religious dialogue with Niamtre. An empirical research in Jowai Diocese for a more inculturizing church in the Pnar Hills. Relatore: Jose Chunkapura Denis Francis Lemos Crisis and coping with crisis. An Empirical-Theological Study of the Street Children of Navi-Mumbai. Relatore: Anthony Francis Vincent Lucio Bellantoni La risposta esistenziale del cristiano dinanzi al mistero della sofferenza. Riflessioni biblico-teologico-pastorali a partire dalla vicenda di Giobbe e di Gesù Cristo. Relatore: Mario Cimosa Urata Shinjiro La figura di Don Bosco, la sua spiritualità e il vissuto salesiano nella “Cronichetta” di Giulio Barberis (maggio 1875 - giugno 1879). Relatore: Aldo Giraudo Joseph Raj Fernando Thadeus Yogaraj The involvement of young lay people in the church’s mission: particular reference to the At-risk coastal youth in the diocese of Tuticorin. Relatore: Cyril De Souza Manikya Raju Stanislaus Elaborating operational criteria for the development of distinct yet complementary curricula for faith education. With reference to parishes and catholic schools in the Archdiocese of Delhi, India. Relatore: Jerome Vallabaraj Guillaume Bulangunga Kizimba Il sacrificio eucaristico nel messale romano per le diocesi dello Zaire. Adattamento e inculturazione della liturgia per promuovere la partecipazione alla celebrazione. Relatore: Manlio Sodi Marco Bertinetti La spiritualità nazareno-trinitaria di Frère Gabriel Taborin (1799-1864). Relatore: Aldo Giraudo Marek Slawomir Antosik I “Regolamenti della Pia Società di S. Francesco di Sale” (1906) come frutto del X Capitolo Generale (1904). Edizione critica e studio. Relatore: Aldo Giraudo


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notizieups•Brevi a cura di Renato Butera Don Pascual Chávez

Studenti del Segretariato

Fiducia nel progetto pedagogico di Don Bosco Intensa e suggestiva è stata la cerimonia di benedizione della statua di Don Bosco collocata nell’aiuola di ingresso prospiciente la Biblioteca che porta il nome del Santo. Il Rettor Maggiore e Gran Cancelliere dell’UPS, don Pascual Chávez, il 12 novembre ha benedetto il simulacro dopo aver pregato insieme ai tantissimi presenti, membri delle comunità religiose della Visitatoria, docenti e studenti, amici e benefattori dell’opera di Don Bosco e tantissime Figlie di Maria Ausiliatrice delle vicine comunità della Casa generalizia. Don Chávez era accompagnato dal suo Vicario don Adriano Bregolin. Prima di procedere alla benedizione, il Rettor Maggiore ha ricordato le quattro fedi che hanno aiutato Don Bosco a sostenere la sua opera in risposta al disegno provvidenziale su di Lui: la fiducia in Dio appresa dalla madre, la fiducia nei giovani comunicatagli come progetto vocazionale personale, la fiducia nell’assistenza di Maria Santissima che lo ha reso forte nelle difficoltà, e la fiducia negli uomini che aggregati da un ideale (la salvezza integrale dei giovani, che ai nostri giorni può essere inteso come benessere spirituale e promozione sociale) si sono congregati in un movimento di persone di buona volontà che hanno a cuore lo stesso progetto di interesse del bene della gioventù. Don Bosco, ha continuato il Rettor Maggiore, è ancora oggi il riferimento valido e attuale per ogni processo pedagogico in atto e potenziale e uno sprone per la fiducia che deve accompagnare ogni intento di promozione dei giovani, sociale, culturale e accademica. A nome della comunità dei presenti il Rettor Magnifico, Carlo Nanni, ha ringraziato don Chávez per la sua presenza e le sue parole di incoraggiamento.

Accoglienza delle nuove matricole Con l’accoglienza dei nuovi iscritti, svoltasi l’8 ottobre 2012 nell’aula Paolo VI dell’Università e nelle singole facoltà, l’UPS ha avviato le regolari attività accademiche con l’inizio delle lezioni il 9 ottobre 2012. L’accoglienza ha visto un nutrito numero di nuovi studenti ai quali è stata presentata l’istituzione nella quale svolgeranno la loro formazione universitaria. Accolti e accompagnati dai docenti e dai colleghi degli anni precedenti, i nuovi iscritti hanno ricevuto il benvenuto del Rettore, prof. Carlo Nanni, e dei rispettivi decani della facoltà di appartenenza. Nella prima parte della mattinata, dopo il saluto del Rettore, le nuove matricole hanno ricevuto la “Piccola guida per l’orientamento” dal titolo “Essere studenti all’UPS”, curata dall’Equipe di Pastorale Universitaria. La mattinata è stata gestita dagli studenti del Segretariato, e dai membri dell’EPU, sotto la sapiente guida del prof. Emiro Cepeda. Nella seconda parte della mattinata, i nuovi studenti si L’Auditorium San Pio X

sono riuniti per gruppi di facoltà o sottogruppi per Istituto per conoscere direttamente le persone e gli ambienti con cui dovranno familiarizzare nel corso degli anni di formazione all’Università Salesiana.

Nuovo libro del Rettor Maggiore Nel pomeriggio di martedì 2 ottobre 2012, presso l’Auditorium San Pio X di Via della Conciliazione a Roma, si è tenuta la presentazione del nuovo volume del Rettor Maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, dedicato alle tematiche fondamentali della vita consacrata e alla proposta di una visione salesiana sulla natura e sul futuro della vita consacrata stessa. Insieme all’autore sono intervenuti S. Em.za il Cardinale Joaõ Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; Fr. Enzo Bianchi, Fondatore della Comunità di Bose; Padre Giampaolo Salvini, già Direttore de La Civiltà Cattolica; e Padre Wojciech Gierych, Teologo della Casa Pontificia. Ha coordinato l’incontro la dott.ssa Vania De Luca, Giornalista di RaiNews 24. Numerosa la partecipazione, soprattutto di membri della famiglia salesiana e non solo. Spiccavano tra gli altri i Cardinali Farina e Cacciavillan, alcuni vescovi e la Madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice M. Yvonne Rengoaut. Alla presentazione ha assistito una folta rappresentanza dell’Università non solo a motivo dell’autore, Gran Cancelliere dell’UPS, ma anche proprio per il contenuto del volume che risulta molto significativo specie per i curricoli di spiritualità, di pedagogia vocazionale e di quello della formazione dei formatori. C’erano fra gli altri il Rettor Magnifico, prof. Carlo Nanni, il superiore religioso, don Joaquim D’Souza, i Vicerettori e diversi decani delle Facoltà e direttori delle comunità, oltre a vari docenti e studenti. Il volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana con il titolo


“Testimoni del Dio vivente”. Natura e futuro della Vita Consacrata. Una visione Salesiana, annovera 10 capitoli. Può essere un utile e solido strumento per far conoscere sia ai sacerdoti che ai laici la grande ricchezza della vita religiosa e le sue possibilità di rinnovamento. Le riflessioni del Rettor Maggiore contenute nel testo si rifanno proficuamente alle indicazioni del Concilio Vaticano II e alla riflessione teologica maturata nell’ambito della Congregazione salesiana, e tiene in conto le incidenze della cultura contestuale (passaggio dalla modernità alla post-modernità, l’influsso delle nuove tecnologie informatiche, comunicative, robotiche, biotecnologiche; tragica ambivalenza della globalizzazione del mercato, dell’imprenditoria, della finanza e della politica). Come hanno notato i presentatori - pur nella coscienza di quelle che più volte nel testo e soprattutto nella Conclusione, sono ricordate come le tre crisi principali della vita religiosa attuale: la crisi di identità, quella di visibilità e quella di identità - il discorso di don Chávez si è sviluppato soprattutto sugli aspetti postivi e qualificanti, come è del resto tipico della spiritualità salesiana. Anche nel suo intervento finale, don Chávez ha collegato il tema del volume con l’intenzione primaria che ha sentito fin dall’inizio della sua missione di Rettor Maggiore dei salesiani di Don Bosco, cioè di curare l’ identità salesiana con la sua caratteristica finalizzazione di missione ai giovani, incitando a fondarla e radicarla fortemente in una vita personale, sempre ricca di Dio e sostentata dal Vangelo. Nel volume, che raccoglie alcune significative lettere del Rettor Maggiore ai salesiani ma anche discorsi che si riferiscono al suo ruolo di Presidente dell’Unione dei Superiori Generali (USG), don Chávez sviluppa per quasi 400 pagine questa sua preoccupazione dilatata alle varie forme di vita consacrata, per la quale - come un leit-motiv, insiste più volte, nel libro e ha ribadito nell’intervento finale - al di là delle differenziazioni vale l’essere autentici discepoli di Gesù nel mondo moderno e apostoli efficaci nell’opera di salvezza degli uomini.

In memoria di don Grzegorz Wieczorek La comunità accademica dell’UPS partecipa al lutto dell’ispettoria di Monaco di Baviera per la morte del Sac. Grzegorz Piotr Wieczorek, già apprezzato collaboratore e incaricato del settore informatico della Biblioteca “Don Bosco” dell’UPS, avvenuta a Rosenheim (Germania) il giorno 22 settembre 2012, e si unisce alla preghiera di quanti lo hanno conosciuto, stimato e amato. Nato il 21 giugno 1965 a Kielce (Polonia), è venuto a mancare improvvisamente nel pomeriggio di sabato 22 settembre 2012, per arresto cardiaco, durante la celebrazione eucaristica a Rosenheim. Aveva svolto il tirocinio dal 1987 al 1989 a Lanzo Torinese. Quindi, dal 1989 al 1992, aveva studiato teologia alla Crocetta. Dal 1992 era venuto all’UPS prima come studente del Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica, poi, dal 1995 al 2007, come responsabile del settore informatico della Biblioteca “Don Bosco”, incarico che aveva espletato con grande senso del dovere e spirito di servizio. A questo fine aveva conseguito il Diploma presso la Scuola di Biblioteco-

nomia del Vaticano. Dal 2007 era stato trasferito in Germania, nell’Ispettoria di Monaco di Baviera, dove svolgeva il compito di Rettore della Missione Cattolica Italiana a Rosenheim. Con lui abbiamo perso indubbiamente un salesiano veramente prezioso ed esemplare. Ricordandolo con gratitudine al Signore per il dono dalla sua vita e della sua vocazione salesiana, preghiamo con affetto fraterno per il riposo della sua anima.

Grazie Cardinal Martini! Nel giorno in cui si sono svolti i funerali di S. Em. il Cardinale Carlo Maria Martini, anche l’Università Pontificia Salesiana si unisce al cordoglio e alla preghiera del popolo di Dio, e lo ricorda con viva gratitudine per l’opera svolta alla Chiesa Universale e a quella particolare della diocesi di Milano. Il Cardinale Martini è stato docente di tanti salesiani alcuni dei quali insegnano, o hanno insegnato, nella Facoltà di Teologia o in altre istituzioni legate all’Università Salesiana. L’UPS gli conferì, il 17 gennaio del 1989, il dottorato Honoris Causa in Scienze dell’Educazione riconoscendone l’alto livello educativo che caratterizzò la pastorale dell’allora Arcivescovo di Milano. Il dottorato venne assegnato al margine della ricorrenza del Centenario della morte del Santo Fondatore della Congregazione salesiana che si svolse nel programma di celebrazioni di Don Bosco ‘88. Varie lettere pastorali del Cardinal Martini scritte prima e dopo la consegna del dottorato, hanno avuto come tema principale quello dell’educazione: Dio educa il suo popolo (1987 88), Itinerari educativi (1988 - 89), e Educare ancora (1989 90). La motivazione del conferimento - letta dall’allora decano della FSE, prof. Michele Pellerey - riconosceva la sua capacità e cura di “permeare una non facile programmazione pastorale e l’azione diretta tra il popolo di Dio con una chiara valenza pedagogica”. E indicava il Cardinale come “modello significativo di una pastorale pensata, voluta, attuata secondo sensibilità e competenza pedagogica, praticata così in prima persona, con particolare attenzione ai giovani e proposta con accenti convincenti ai propri collaboratori, con esplicito riferimento di ispirazione a San Giovanni Bosco”. La motivazione faceva risaltare anche alcune “tipiche istituzioni educative che sono state in certo modo antesignane in tutta Italia: la scuola di preghiera nel Duomo di Milano e la scuola di formazione sociale e politica”. La Lectio magistralis di Martini ebbe come tema: “Promuovere un’educazione popolare e planetaria”. La scelta dei due aggettivi del titolo qualificava in forma inequivocabile l’impegno della Chiesa nei confronti della gioventù. La riflessione si era centrata su quattro coordinate: “Don Bosco e la Parola di Dio”, sottolineando la passione del Santo per la diffusione della Bibbia in un linguaggio appetibile per i giovani e per il

Il Cardinale Carlo Maria Martini


popolo più semplice; “La Chiesa di Milano e la tradizione degli oratori”, che ebbero impatto anche nell’organizzazione degli oratori alla salesiana; “La mia personale attività educativa” (“Ho sempre amato il servizio dei giovani e lo stare con loro”, esordiva in questo terzo punto il Cardinale); e infine, “Le scienze dell’educazione”, scegliendo come modello pedagogico quello di Dio con il suo popolo. Nel suo discorso il Cardinale aveva sottolineato “l’amore e la riconoscenza che io personalmente e, con me, l’intera archidiocesi di Milano proviamo per la carica umana, la passione educativa e la santità di Don Bosco”. Don Egidio Viganò era il Rettor Maggiore dei Salesiani di quegli anni, ed era fermamente convinto che il Cardinal Martini dovesse ricevere l’alto titolo del dottorato proprio nell’Università di Don Bosco per l’impegno e la simpatia nei confronti dei giovani della diocesi di Milano, e di tutti i giovani in generale, culminato nel documento “Don Bosco ci scrive”, che esaltava l’opera del santo piemontese. Scriveva il Cardinal Martini in quel breve documento rispondendo idealmente alle domande poste da genitori ed educatori che chiedevano un aiuto in risposta alle loro ansie educative: “Mi sento dentro tutte queste domande, e molte altre… e quando cerco le risposte adeguate, concrete, risolutive, mi si presenta davanti la figura di Don Bosco… O caro Don Bosco…, abbiamo ancora bisogno di te. I giovani, i ragazzi, i bambini ci preoccupano molto”. Rettore dell’UPS era don Roberto Giannatelli che presentò il curriculum vitae del Cardinal Martini. Don Giannatelli sottolineava che l’UPS “ha voluto onorare un Vescovo” che si è distinto nell’opera “di riattualizzazione di Don Bosco; un Vescovo che si è appropriato della memoria e della sfida educativa del Santo Educatore e la rilancia oggi per la Chiesa e per il mondo”. Per questo don Viganò, come Rettor Maggiore dei salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS, ebbe la gioia e l’orgoglio di conferirgli l’alto titolo onorifico e insignirlo con la Medaglia d’oro dell’Università a nome della comunità accademica e dell’intera congregazione salesiana.

Il significato del campionamento Il 27 novembre 2012, presso la “Sala Don Juan Vecchi” si è tenuto, alla presenza di una cinquantina di docenti, dottorandi e studenti, il primo incontro del Comitato Interfacoltà di Ricerca per l’anno accademico 2012-2013 dal tema: “Il campionamento e l’uso di strumenti online” con riferimento alla Pianificazione della ricerca Evangelizzatori dei giovani oggi. Dopo il saluto iniziale del Vice-rettore e decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, prof. Mauro Mantovani, il prof. Sahayadas Fernando ha presentato ai partecipanti la dott. Maria Paola Piccini. Nell’anno accademico 2008/2009 ha conseguito il titolo di dottorato di ricerca in “Ricerca applicata nelle scienze sociali”, Dipartimento di Sociologia e Comunicazione, Università Sapienza di Roma, con

I proff. S. Fernando, M. P. Piccini e M. Mantovani

una tesi dal titolo: “Dimensioni valoriali nella pubblicità televisiva”. Attualmente è docente invitato presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale della nostra Università per i corsi di Metodologia della ricerca positiva ed elementi di statistica, Metodologia della ricerca nell’ambito dei media e Teoria e tecnica della ricerca. L’intervento della dottoressa, molto apprezzato dai partecipanti per la rigorosità scientifica e la chiarezza del linguaggio, ha saputo applicare, con semplicità, la formalità metodologica, di per sé complessa, ai casi pratici della vita quotidiana. In particolare ogni modulo dell’intervento (campioni casuali, semplici, stratificati e probabilistici, strategia di campionamento, e così via) aveva come punto di riferimento pratico la ricerca “Evangelizzatori dei giovani d’oggi”. Notevole interesse ha suscitato la parte finale della relazione che verteva sulla tematica del “campionamento e l’uso di strumenti online”. L’uso dei questionari on-line è stato presentato in maniera articolata, con i suoi vantaggi e svantaggi, i suoi punti di forza e le zone d’ombra, lasciando nei partecipanti la sensazione di nuove sfide, lanciate alla ricerca, provenienti dal computer assisted web interview. Il dibattito finale ha confermato l’interesse della relazione da parte dei partecipanti, ed è stato salutato da un caloroso applauso finale.

VI Assemblea delle IUS Sono oltre 70, salesiani e laici, provenienti da varie nazioni, i partecipanti alla VI Assemblea delle Istituzioni Salesiane per l’Educazione Superiore (IUS), che ha convocato oltre 40 rappresentanti delle circa 80 istituzioni salesiane (oltre l’UPS, due università brasiliane, circa 40 Centri di studio e Istituti universitari, tra cui 5 in Europa, oltre 15 facoltà e circa 20 colleges specie in India e Asia centro-sud) che operano nel mondo in questo ambito. L’incontro, che si è svolto presso il Salesianum di Roma, è stato organizzato dal Dicastero per la Pastorale Giovanile e ha fatto il punto della situazione programmando il cammino per i prossimi anni (le assemblee si riuniscono ogni quattro anni). I lavori hanno avuto inizio la mattina del 10 luglio con un intervento di don Fabio Attard, Consigliere per la Pastorale Giovanile, nel cui quadro si inserisce l’azione delle IUS. Le giornate sono state coordinate dal signor Mario Olmos, salesiano coadiutore e coordinatore dell’incontro, che ha presentato il programma delle giornate. L’Assemblea si è conclusa sabato 14 luglio con la presentazione e l’approvazione dei documenti sulle “Politiche per la presenza salesiana nell’educazione superiore 2012-2020” e del Programma Comune per il quadriennio 20122016. E con l’elezione dei membri del Consiglio Direttivo delle IUS. Intervenendo la mattina dell’11 luglio, il Rettor Maggiore don Pascual Chávez ha precisato che “oggi sono necessarie le IUS più di 12 anni fa, quando sorse la rete dei centri universitari salesiani perché c’è bisogno di dare un contributo culturale e non una semPartecipanti all’Assemblea delle IUS


Il Rettore e alcuni rappresentanti delle IUS

Mons. Costelloe e il prof. Gianfranco Coffele

plice trasmissione di saperi”. Richiamandosi alla memoria liturgica del giorno, San Benedetto, ha ricordato come la tradizione monastica da lui avviata esprimeva nei luoghi principali che costituivano un monastero, la visione integrale dell’essere umano: chiesa (Dio come prima occupazione), biblioteca (cultura), refettorio (fraternità), agricoltura (lavoro) e scuola (formazione culturale). “Per questo - ha ribadito - abbiamo bisogno di luoghi di cultura viva e aperta che siano un aiuto a capire i cambiamenti in atto”, a favore dei giovani, specie nel momento più forte della loro esistenza, quello della giovinezza adulta, degli studi universitari, in cui si decide il proprio “destino”, si fanno le scelte di vita, ci si forma come persone, professionisti, cittadini. L’UPS, pur non facendo “formalmente” parte dell’organizzazione IUS, tuttavia ha partecipato dinamicamente in spirito di attiva collaborazione alle giornate, con la presenza continuata del Rettore Carlo Nanni e del Vice-rettore Vito Orlando, incaricato di curare i rapporti tra UPS e Congregazione Salesiana. Giovedì pomeriggio i partecipanti hanno visitato la sede dell’Università, accolti con amicizia e fraternità.

Visita di un illustre ex allievo all’UPS: mons. Timothy Costelloe Nel pomeriggio del 2 luglio 2012, l’Università ha ricevuto la visita di S. Ecc. Mons. Timothy Costelloe, SDB, arcivescovo di Perth (Australia). Mons. Costelloe era a Roma per ricevere il Pallio dalle mani di Sua Santità Papa Benedetto XVI. Ha voluto onorare l’Alma Mater con una graditissima visita. Durante il conviviale incontro lo hanno incontrato alcuni professori che ricordavano le sue doti di “studente impegnato ed esemplare” dal 1990 al 1992. Tra gli altri il prof. Albino Ronco, il prof. Mario Comoglio, e il prof. Gianfranco Coffele, che nella sua funzione di Vice-rettore lo ha accolto a nome del Rettore. L’arcivescovo di Perth ha inoltre incontrato vecchi “compagni di studio”, diventati a loro volta illustri professori dell’UPS: Emiro Cepeda, Fabio Pasqualetti, Jesús Manuel García, Francis Vincent Anthony, e Ubaldo Montisci. Il superiore religioso della Visitatoria, don Joaquim D’Sousa, che durante il suo mandato di “Consigliere Regionale” nell’Estremo Oriente e Oceania aveva avuto modo di apprezzare il suo variegato servizio nella Chiesa australiana, lo ha salutato volentieri nella sua nuova “veste”. Mons. Costelloe ha inoltre incontrato S. Ecc. Mons. Camilo

Fernando Castrellon, SDB, vescovo della diocesi di Barrancabermeja (Colombia), anch’egli ex-allievo dell’Istituto di Psicologia della Facoltà di Scienze dell’Educazione, che dopo la visita ad limina dal Santo Padre era ospite dell’UPS; e S. Ecc. Mons Enrico dal Covolo, Rettore della Università Pontificia Lateranense. Il prof. Coffele, con gesto di fraterna simpatia, gli ha presentato la copia personale della licenza in Cristologia che Costelloe aveva elaborata con la direzione dell’allora prof. don Angelo Amato, e il giudizio laudativo della commissione esaminatrice composta dai professori Loss, Amato e dallo stesso Coffele. Timothy Costelloe ha concluso puntualmente i suoi studi in teologia dogmatica con un brillante summa cum laude, profezia di altre mete non meno impegnative. Il Dottorato in Sacra Teologia lo ha ottenuto dal Melbourne College of Divinity. Nella sua docenza universitaria ha coltivato particolarmente la teologia sacramentaria. Nel 2007 è stato eletto ausiliare dell’arcivescovo di Melbourne. Dal 20 febbraio del 2012 è stato designato arcivescovo di Perth. A S. Ecc. Timothy Costelloe, insigne ex-allievo dell’UPS, le felicitazioni e gli auguri, fatti preghiera, da parte di tutta la nostra comunità universitaria.

“Se l’Università non esistesse, bisognerebbe crearla”. Visita d’Insieme Nei giorni 9-11 giugno 2012, presso l’Università Pontificia Salesiana si è svolta la “Visita l’Insieme” alla Visitatoria “Maria Sede della Sapienza”, convocata dal Rettor Maggiore e Gran Cancelliere, don Pascual Chávez Villanueva. 33 i partecipanti: oltre al Rettor Maggiore e al suo Vicario, don Adriano Bregolin, all’Economo Generale, sig. Jean Paul Müller, ai Consiglieri per la formazione, per la pastorale giovanile e per l’Italia e il Medio Oriente, don Francesco Cereda, don Fabio Attard e don Pierfausto Frisoli, erano presenti il


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notizieups•Brevi

Don Pascual Chávez

bato 9 giugno don Chávez ha incontrato l’intera comunità religiosa presente all’UPS e i rappresentanti delle altre comunità appartenenti alla Visitatoria, con i quali ha celebrato la preghiera dei Vespri. Ha fatto seguito una lunga “buonanotte” nella quale ha affrontato vari e importanti temi inerenti la vita religiosa e salesiana, l’impegno di preparazione alla celebrazione del Bicentenario della nascita di Don Bosco e la scelta del tema del prossimo Capitolo Generale della Congregazione salesiana. Don Chávez ha indicato soprattutto nell’obbedienza l’atteggiamento da privilegiare e da vivere con un surplus di impegno in questi tempi in cui viene richiesta una testimonianza di coerenza nella vita religiosa. Nella mattinata di domenica 10 giugno, il Rettor Maggiore ha presieduto la concelebrazione eucaristica nella solennità del Corpus Domini. Durante la sua Omelia ha ricordato che nel culto eucaristico si trova l’essenza dell’essere cristiano: testimone, profeta e servo. L’eucaristia, ha aggiunto, è dono e ci fa dono perché ci invita a seguire l’esempio di Cristo che sulla Croce ha realizzato il significato del donarsi contenuto nel “Pane spezzato”.

Rappresentanza UPS alla Ambasciata francese presso la Santa Sede

Superiore della Visitatoria, don Joaquim D’Souza, il Rettore, don Carlo Nanni, i membri del Consiglio della Visitatoria e quelli del consiglio dell’Università, i Direttori delle otto comunità della Visitatoria, i Vice-rettori, i Decani e i responsabili di alcuni organismi e settori dell’Università. Particolarmente prezioso l’impegno organizzativo del Regolatore, don Damasio Medeiros. Il tema trattato durate questi intensi giorni è stato il seguente: Prospettive di qualità e modello di gestione dell’Opera Salesiana UPS (Università e Visitatoria) che possa esprimere adeguatamente il fatto che siamo comunità di persone consacrate al servizio della missione salesiana in un contesto universitario. Il programma della Visita è cominciato con tre relazioni, rispettivamente sulla “Verifica della Visita d’Insieme 2006”, sulla “Accoglienza e attuazione del Capitolo Generale 26 da parte della Visitatoria e dell’Università” e sui “Nuovi modelli organizzativi”. Il pomeriggio di domenica 10 giugno è stato dedicato alle tematiche relative alla Disciplina religiosa e accademica. Il Rettor Maggiore ha concluso la Visita d’Insieme con illuminanti considerazioni in vista del cammino futuro, sottolineando l’importanza dell’identità carismatica e della fedeltà alla missione universitaria cui è chiamato ciascun salesiano. Particolarmente apprezzata l’espressione: “Se l’Università non esistesse, bisognerebbe crearla”. Ciò diventa un impegno di ricerca di una qualità migliore per tutta la comunità religiosa e accademica dell’UPS. Durante le giornate di Visita, il Rettor Maggiore ha avuto anche modo di condividere con la comunità dei salesiani dell’UPS due significativi momenti. Nel tardo pomeriggio di saAl centro il prof. Gf. Coffele e l’Ambasciatore Joubert

Nella magnifica cornice del parco di Villa Bonaparte, lo scorso 31 maggio S.Ecc. Bruno Joubert, Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, alla presenza di alcuni colleghi ambasciatrici e ambasciatori, ha consegnato a una quarantina di studenti di alcune università pontificie, il documento che li accreditava vincitori di una borsa di studio per l’approfondimento della lingua francese. Quest’anno l’evento ha assunto una particolare rilevanza per la presenza di Mgr. Philippe Bordeyne, Rettore Magnifico dell’Institut Catolique de Paris, rinomata università presso la quale si è svolto il corso estivo. L’appuntamento è stato preparato dal sig. Nicolas Bauquet, Direttore del Centre Culturel Saint Louis de France, nel quale è stato realizzato l’esame per la scelta dei borsisti. Fra di loro c’erano due studenti dell’UPS: padre Marcos Denck da Silva, brasiliano della diocesi di Toledo, e padre Giovanni Casarotto, italiano della diocesi di Vicenza (ambedue del Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica). Hanno ricevuto la borsa di studio anche altri due salesiani della Comunità di Testaccio, don Kochuparambil Jerish Abraham (IND) e don Parackal Bijoy Joseph (INN). Il vicerettore prof. Gianfranco Coffele, in rappresentanza del Rettore prof. Carlo Nanni, ha preso parte alla cena offerta da S.Ecc. l’Ambasciatore in onore dell’illustre ospite, il Rettore dell’Institut Catolique de Paris, il quale ha ricordato


che il Direttore della sua tesi dottorale è stato il salesiano Xavier Thévenot (1938-2004), rinomato professore di teologia morale. Alla cena hanno preso parte altri cinque Rettori di università pontificie romane.

Settimana della Cultura Iraniana Si è svolta dal 29 ottobre al 2 novembre la Settimana della Cultura Iraniana, organizzata dall’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran e promossa dall’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede con la collaborazione speciale dell’Università Pontificia Salesiana attraverso la Biblioteca Don Bosco e la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale. La Settimana della Cultura si è caratterizzata in particolare per due iniziative. La prima, la mostra di materiali tipici della cultura iraniana presso i locali adibiti all’esposizione della Biblioteca Don Bosco, dal 29 ottobre al 2 novembre, ha compreso opere del Maestro calligrafo Seyed Mohammad Sadat Kiaye, intarsi dell’artigianato persi anodi incisioni provenienti soprattutto da Isfahan (il principale centro di incisione dell’Iran), opere in Marquetry (tecnica artistica che realizza immagini e disegni con strisce sottili di legno, vetro e di altri materiali colorati), e infine di smalti pregiati di superfici metalliche. La seconda iniziativa ha coinvolto la FSC con una piccola rassegna cinematografica del prestigioso cinema iraniano che ha dato importanti registi conosciuti in tutto il mondo. Sono stati proposti tre film presentati da docenti della Facoltà. La rassegna cinematografica si è aperta con “L’oro e il rame” di Homayoun Asaddian, introdotto dal prof. Carlo Tagliabue (martedì 30 ottobre); ha fatto seguito “Una separazione” di Asghar Farhadi, presentato dal prof. Renato Butera (lunedì 5 novembre); e si è conclusa con “Figlio di Miryam” di Hamid Jebelli, introdotto dal prof. Enrico Cassanelli. La rassegna del cinema iraniano ha fatto seguito all’importante iniziativa che la FSC ha concluso collaborando con il Religion Today Filmfestival per la promozione del cinema delle religioni. A conclusione delle attività della “Settimana della Cultura Iraniana”, l’Università è stata onorata dalla visita di una Delegazione diplomatica delle Ambasciate iraniane a Roma. La guidava il Dr. Khorramshad, Presidente della Islamic Culture & Relations Organization del Ministero degli Esteri di Teheran, accompagnato dal Sig. Abdolkarimi, dal Dr. Pourmarjane e dal Dr. Borhani. Il Dr. Khorramshad, dottorato

all’Università di Lyon, era reduce dal “dialogo islamico-cristiano” presso il Pontificio Consiglio di Dialogo Interreligioso. Gli ospiti hanno conferito con il Rettore prof. Nanni e il Vice-rettore prof. Coffele su temi di comune interesse e in vista di un’auspicata collaborazione accademica.

Mons. Zani nominato Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica Benedetto XVI ha nominato mons. Vincenzo Zani, sacerdote della diocesi di Brescia, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, elevandolo al contempo ad Arcivescovo titolare di Volturno. La notizia è stata comunicata dalla Sala Stampa Vaticana lo scorso venerdì 9 novembre 2012. Il nuovo Segretario della Congregazione per l’Educazione cattolica è nato Pralboino (Brescia) il 24 marzo 1950. È ordinato sacerdote da mons.Luigi Morstabilini il 20 settembre 1975 a Pralboino. Dopo aver frequentato il biennio filosofico-teologico presso il seminario diocesano, ha completato gli studi di teologia a Roma, presso la Pontificia Università S. Tommaso e la Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il dottorato in teologia. Rientrato a Brescia nel 1976 è stato per due anni vice direttore dell’Istituto “Cesare Arici”. Nel 1978 è ritornato a Roma per motivi di studio. Presso la Pontificia Università Gregoriana ha ottenuto la licenza in Scienze sociali. Nel 1981, rientrato in diocesi, ha assunto la direzione dell’Ufficio pastorale. Tra il 1983 e il 1995, ha insegnato “Sociologia generale” presso l’Istituto Filosofico-Teologico dei Salesiani di Nave, affiliato all’UPS, e “Sociologia della religione” presso l’Istituto Teologico “Paolo VI” del Seminario diocesano di Brescia. Dopo aver contribuito a far nascere l’Istituto Superiore di Scienze Religiose presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, vi ha insegnato “Didattica della religione” (1990-1995). Dal 1981 al 1995 ha prestato servizio presso la Curia diocesana come direttore dell’Ufficio Pastorale, segretario dei Consigli presbiterale e pastorale e come responsabile dell’Ufficio scuola, curando in particolare l’insegnamento della religione cattolica. Contemporaneamente è stato nominato delegato della Conferenza Episcopale Lombarda per la Pastorale della scuola. Dal 1995 al 2002 è stato chiamato a dirigere l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza Episcopale Italiana. In questi anni è stato anche assistente ecclesiastico dell’Uelci. Dal gennaio 2002 è Sottosegretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica. L’UPS ha trovato in mons Zani un consigliere saggio e un chiaro riferimento per le relazioni istituzionali dell’Università Salesiana con la CEC (Congregazione per l’Educazione Cattolica), ma anzitutto un amico sincero, sicuro, cordiale.

Tre scatti fotografici della visita della Delegazione iraniana

Mons. Vincenzo Zani


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notizieups•Lettere Cristiane e Classiche

Foveatur Latina lingua! La Pontificia Academia Latinitatis e la FLCC Roberto Spataro

Il prof. Roberto Spataro e alcuni studenti dei corsi di lingue

ppare urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura”. Sono parole contenute nel Motu proprio “Latina Lingua” con il quale il Santo Padre ha istituito la Pontificia Academia Latinitatis il 10 Novembre. La nuova istituzione, posta sotto l’egida del Pontificio Consiglio della Cultura, si propone due scopi essenziali: a) favorire la conoscenza e lo studio della lingua e della letteratura latina, dall’epoca classica a quella moderna, in particolare presso le Istituzioni formative cattoliche; b) promuovere nei diversi ambiti l’uso del latino, come lingua sia scritta, sia parlata. Sono queste le finalità anche della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche (FLCC), istituita dal Papa Paolo VI nel 1964 con il titolo di Pontificium Institutum Altioris Latinitatis.

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Questa convergenza di obiettivi fa sì che lo statuto dell’Accademia, recentemente eretta, preveda una stretta cooperazione con la FLCC. La collaborazione sarà favorita anche dalla nomina di don Roberto Spataro, professore straordinario di Letteratura cristiana antica greca e segretario della FLCC, a segretario dell’Accademia, di cui è presidente un insigne latinista, il professor Ivano Dionigi, Rettore dell’Università degli Studi di Bologna. Tra gli ac-

cademici sono stati cooptati tre eccellenti latinisti, noti a livello internazionale: Antonio Bologna, Luigi Miraglia e Mauro Pisini. Tutti e tre sono apprezzati professori della FLCC. Anche il Preside-Decano, professor Manlio Sodi, figura tra gli accademici della prestigiosa istituzione. Nonostante il generale declino degli studia humanitatis, il Papa Benedetto non manca di far notare i segni di rinnovato interesse che si registrano per lo studio del latino in diverse parti del mondo. Quale il motivo? In un’intervista rilasciata ad “Avvenire”, don Roberto Spataro ha dato una sua interpretazione: “Ho parlato con professori e studenti che vengono da tutto il mondo: si sente il bisogno di studiare il latino per accedere ad una res publica litterarum di elevato livello spirituale. I giovani che in tante parti del mondo studiano le opere scritte in latino - per esempio di Cicerone, Cipriano, Erasmo -, delusi dai “cattivi maestri” dell’epoca contemporanea, vogliono riappropriarsi di un pensiero puro, vero. Lo studio del latino consente di riacquistare una certa innocenza spirituale”. Ed è con questa prospettiva che la FLCC opera con vivacità. Sono stati già pubblicati gli Atti dei convegni celebrati negli ultimi anni, dedicati alla figura del sacerdote e del maestro nel mondo antico, classico e cristiano. Essi


Eucaristia con gli studenti FLCC Lezione in classe

fanno parte di una collana, intitolata Veterum et coaevorum sapientia, che, nel giro di due anni, ha già raggiunto sette pubblicazioni, tra cui due volumi su Arnobio di Sicca, opus magnum di don Biagio Amata, a lungo professore di Letteratura latina cristiana antica e Preside della FLCC. Altre iniziative manifestano l’impegno della Facoltà: dopo il convegno celebrato nello scorso mese di febbraio per ricordare il cinquantesimo anniversario della costituzione apostolica Veterum Sapientia, “magna charta” sul valore del latino nella Chiesa, il 14 novembre si è tenuto un interessante Simposio su Gregorio Magno, promosso in collaborazione con altre autorevoli istituzioni universitarie, quali l’Università degli studi di Bari, l’Augustinianum, e l’Università Europea. È in cantiere la ripresa della Lectio origeniana che raccoglie giovani studiosi ed insigni origenisti. Sono già stati avviati i preparativi per il convegno annuale del 2013, dedicato ad un tema con interessanti ricadute nell’attualità: Polis e civitas christiana. Modelli di cittadinanza ed esercizio del potere. Per perseguire le finalità assegnatele dalla Santa Sede, la FLCC ha rinnovato anche la ratio studiorum la cui revisione è stata recentemente approvata dalla Congregazione per l’Educazione cattolica. Si darà sempre più cura alla preparazione linguistica e filologica affinché gli studenti diventino capaci di leggere ed interpretare, scrivere ed insegnare la lingua latina, una lingua che la Chiesa apprezza molto per accedere ad un immenso patrimonio di scienza, di sapienza, di fede e di pietà. Perché il latino sia appreso con serietà e allo stesso tempo con piacevolezza, la FLCC ha pure attivato un processo di rinnovamento della didattica delle lingue classiche ed ha adottato il “metodo-natura”, sperimentato con successo da oltre quarant’anni in molte parti del mondo, per esempio, presso l’Academia Vivarium Novum. Ciò spiega anche l’intensificazione dei rapporti di collaborazione avviati dalla FLCC con questa istituzione educativa, con sede a Roma, ove i giovani studenti trascorrono un congruo periodo di tempo per immergersi nello studio delle lingue antiche e della cultura classica ed umanistica e poi rientrare nei loro paesi di origine, in tutto il mondo. Ha senso tutto questo impegno? A che cosa serve studiare il latino? In effetti, non “serve” a nulla studiare il latino, se si adottano parametri prettamente utilitaristici e funzio-

nali. Però, è più vulnerabile ed esposto al pericolo di “diventare servo” di poteri oscuri e forze dispotiche chi è privo di quella cultura che per secoli ha contribuito a rendere l’uomo più consapevole della sua dignità, fiero della sua libertà, più aperto alla solidarietà con gli altri uomini e al rispetto dei popoli, che giustamente è stata definita humanitas. Tutti coloro che hanno pensato e scritto in latino hanno costruito una sapienza convincente, ricca di senso e di significato. Sono maestri che non conoscono tramonto: Terenzio, con il suo homo sum, Cicerone con il suo concetto di humanitas e il suo ideale di res publica, Orazio con la sua aurea mediocritas, Livio con i suoi esempi di virtus, Seneca che ci insegna che tutti gli esseri umani, anche gli schiavi, hanno la loro dignità inalienabile, Agostino con la scoperta dell’ “io”, e tutti gli altri della Latinitas classica, argentea ed aurea, postclassica, cristiana, tardomediovale, medievale, umanistica e neolatina. Si comprende perciò l’aforisma formulato da Cicerone: Non enim tam praeclarum est scire Latine quam turpe nescire.

Due momenti del Simposio su Gregorio Magno


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notizieups•Filosofia Nelle due foto: i proff. Carlo Nanni, Gaspare Mura e Teresa Doni alla consegna dei diplomi

MASTER in “Mediazione Culturale e Religiosa” di Teresa Doni

opo un anno di frequenza alle lezioni e qualche mese per la stesura e la consegna della tesi, finalmente, il 26 ottobre 2012, i venti studenti della prima edizione del Master in Mediazione Culturale e Religiosa, organizzato dalla Facoltà di Filosofia in collaborazione con l’Accademia di Scienze Umane e Sociali (ASUS), hanno ricevuto il Diploma di Master dalle mani del Rettor Magnifico, prof. Carlo Nanni. Alla semplice, ma sentita cerimonia, hanno partecipato, oltre agli studenti e ai loro familiari, il Decano di Filosofia, prof. Luis Rosón Galache, l’ex decano, prof. Mauro Mantovani, il Presidente dell’ASUS, prof. Gaspare Mura, i Coordinatori Didattici del Master, prof. Jose Kuruvachira e prof.ssa Teresa Doni. Anche i professori delle diverse materie del Master erano rappresentati dalla numerosa e cordiale partecipazione dei docenti di diverse facoltà dell’UPS e di altre università statali e pontificie coinvolte nel progetto. In un clima di festa e di comprensibile emozione per la conclusione di un cammino che per molti, organizzatori, docenti e studenti, è stato una sfida e un impegno non indifferente, le parole del Rettor Magnifico, pronunciate dopo il saluto dei due decani di Filosofia e del Presidente dell’ASUS, hanno ricordato a tutti i presenti il compito dell’Università Salesiana di educare a una cittadinanza attiva e responsabile, nello stile del dialogo e del confronto sereno con tutte le realtà presenti nel proprio contesto, nell’accoglienza e valorizzazione delle diversità culturali e religiose, nell’attenzione a cogliere le sfide che il mondo globalizzato lancia a chi, attraverso la cultura e la professionalità, si impegna a costruire reti di comunicazione e solidarietà tra persone e popoli. E proprio questi sono gli obiettivi principali del Master in Mediazione Culturale e Religiosa, attualmente alla sua seconda edizione e che si sta preparando al lancio della terza edizione. Come già accennato, il Master - di I livello - ha la durata di un anno con inizio nel mese di marzo. Si compone di sei moduli didattici e i corsi, costituiti da lezioni frontali e online (attraverso un portale di e-learning appositamente dedicato), unitamente allo stage e alla tesi danno una formazione pari a 60 crediti ECTS. In relazione ai conte-

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nuti, così come è espresso nel Progetto Formativo, il Master si propone di “offrire una piattaforma di conoscenze filosofiche e culturali di base su cui si innestano competenze nuove derivanti dagli sviluppi della pedagogia interculturale, della mediazione culturale e religiosa, della gestione e risoluzione dei conflitti”. Il percorso formativo del Master è quindi finalizzato alla “formazione di professionisti in grado di cogliere le opportunità e le sfide di un contesto pluralistico e multiculturale e capaci di individuare, mediare e gestire con competenza situazioni conflittuali e potenziali opportunità di crescita e arricchimento”. In concreto, “i professionisti formati dal Master saranno in grado di operare all’interno di organizzazioni pubbliche e private, in enti governativi e Onlus, in istituti scolastici e di formazione. Potranno lavorare in qualità di consulenti esperti in mediazione culturale e religiosa, come operatori socio-culturali, operatori nella cooperazione e nel volontariato nazionale e internazionale, come mediatori culturali nelle ambasciate, giornalisti, esperti nel settore delle comunicazioni e dell’editoria con specifiche competenze nel campo degli studi filosofici, antropologici e religiosi, del pluralismo culturale e confessionale proprio delle società multiculturali, della metodologia del dialogo e dell’etica del riconoscimento”. Nella sua prima edizione, conclusasi con la consegna dei diplomi del 26 ottobre, il Master ha avuto 22 iscritti, 20 ordinari e due uditori, provenienti da diverse città italiane


e stati esteri (Torino, Palermo, Piacenza, Salerno, Avellino, Firenze, Cosenza, Perugia, Roma, Colombia, Brasile, Repubblica Moldova). Gli stages sono stati svolti in realtà altamente significative per il loro impegno nei settori più diversi del dialogo interreligioso e dell’integrazione culturale quali la sezione italiana di Religions for Peace, il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), il Centro di Prima Accoglienza di Lampedusa, il Religion Today Filmfestival, la Tony Blair Faith Foundation, la Casa Circondariale di Ariano Irpino, la Caritas di Perugia, il Comune di Piacenza, diverse strutture di accoglienza per immigrati e rifugiati presenti su tutto il territorio nazionale. Un frutto significativo di questa prima edizione è anche la costituzione, da parte degli studenti e di alcuni soci ASUS, dell’Associazione Mediatori Interculturali e Interreligiosi, con Statuto proprio e regolare registrazione, che ha lo scopo di mantenere i contatti tra i soci Fondatori e Ordinari, creare e presentare agli organismi competenti progetti di mediazione e integrazione nei diversi territori di appartenenza, stabilire reti con altre associazioni e/o organizzazioni analoghe, pianificare incontri di aggiornamento e formazione continua per i soci attuali e futuri. L’attuale gruppo di studenti, ormai nella seconda parte di svolgimento del Master, ha un volto ancora più eterogeneo e rappresentativo non solo per le diverse provenienze geografiche, ma anche per le differenti appartenenze religiose. Sono presenti, infatti, studenti italiani di Roma, Potenza, Macerata, Piacenza, Mantova, due studentesse argentine, due studentesse turche (musulmane) e uno studente nigeriano (ministro del culto di una confessione evangelica protestante). Tale varietà è vissuta da tutti come una ricchezza e un’opportunità di sperimentare, già durante le lezioni, la forza unificatrice del dialogo e dell’ac-

coglienza reciproca. Ulteriore prova di questo clima arricchente e propositivo è stato senz’altro il viaggio a Istanbul organizzato nella prima settimana di ottobre dalle due studentesse turche, appartenenti ad associazioni islamiche impegnate nel dialogo, a cui ha partecipato un nutrito gruppo di studenti e che ha permesso loro di conoscere personalmente iniziative e istituzioni turche, laiche e religiose, sensibili e orientate alla costruzione di una società in cui sia possibile la convivenza pacifica e solidale tra religioni ed etnie diverse e tradizionalmente ostili tra loro. Senz’altro l’esperienza di queste due edizioni Master che, come dicevo all’inizio, hanno rappresentato una sfida per chi ne ha condiviso il progetto e sostenuto la realizzazione, considerando soprattutto il periodo di crisi economica e politico-culturale che il nostro Paese sta attraversando e il fallimento di iniziative analoghe universitarie e non, ci incoraggia a continuare su questa via, fiduciosi del valore della proposta formativa e dell’attualità di una professione aperta al futuro di un mondo sempre più caratterizzato dal pluralismo e dalla molteplicità di etnie, culture e religioni. Nelle due foto: il gruppo di partecipanti al viaggio in Turchia accompagnato dalla prof. T. Doni


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notizieups•Teologia

75 anni della FdT di Andrea Bozzolo

convegno a torino-crocetta, prima sede della facoltà Il Card. Bertone con le autorità ecclesiastiche e civili, i docenti e gli allievi della “Crocetta”

Foto nel riquadro: il Card. Bertone in preghiera davanti alla tomba di don Quadrio

a Facoltà di Teologia dell’UPS ricorda quest’anno il 75° anniversario della sua fondazione. Nell’autunno del 1937, infatti, la Santa Sede costituiva a Torino la prima Facoltà di Teologia della Congregazione salesiana, portando a compimento un progetto avviato già all’inizio del secolo. In occasione dell’anniversario, la Sezione torinese della Facoltà ha tenuto nella mattinata di sabato 10 novembre un Convegno, che ha voluto fare memoria della storia della Facoltà e contribuire a far conoscere una delle personalità più significative che hanno operato in essa, quella del Venerabile don Giuseppe Quadrio. Nato nel 1921 e mancato prematuramente nel 1963, don Quadrio fu Docente di teologia dogmatica e anche Decano negli anni 1954 - 1959. Amato dagli studenti per la profondità e limpidezza del suo insegnamento e venerato per la grande umanità e la bontà paterna, fu un modello esemplare di teologo e di formatore. Il Convegno ha visto una presenza numerosa e qualificata. Vi hanno partecipato tra l’altro, oltre ad autorità religiose e accademiche e ad un gran numero di confratelli e studenti, tutti i presidi degli studentati teologici della congregazione, riuniti a Torino per un incontro promosso dal Dicastero della Formazione. Il Convegno è stato introdotto da un importante messaggio del Rettor Maggiore che ha esortato la Facoltà di Teologia a «continuare a offrire un servizio di qualità, rispondendo in stretta collaborazione con le altre Facoltà specialmente ai nuovi bisogni spirituali e pastorali dei giovani e alle urgenti esigenze della formazione delle vocazioni». In particolare ha esortato i docenti a lasciarsi ispirare dalla figura

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straordinaria di don Quadrio per realizzare quella «sintesi di competenza teologica e di statura spirituale che è richiesta dalla missione di docente e di formatore» e ha esortato gli studenti candidati al presbiterato ad attingere alla ricchezza dei suoi scritti, impegnandosi «affinché lo studio della teologia arricchisca la loro vita spirituale, fondi la loro azione pastorale, nutra la loro comprensione della fede e alimenti la loro cultura». Il Decano della Facoltà di Teologia, don Antonio Castellano, ha ripercorso la storia della Facoltà, mettendo in evidenza le tappe più significative di questi 75 anni e le figure più prestigiose di docenti e studenti che hanno operato in essa. Ha fatto seguito la presentazione del volume: A. Escudero (Ed.), Don Giuseppe Quadrio, teologo e testimone, LAS, Roma 2012, con relazioni dei proff. Carelli, Escudero e Bergamelli. Si tratta di un’opera particolarmente significativa perché indaga sulla figura del Venerabile non solo sotto il profilo della qualità della sua esperienza spirituale, ma anche sotto il versante del suo insegnamento teologico. Momento culmine del Convegno è stata la relazione offerta dal Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, che ha voluto onorare questa iniziativa con la sua presenza. Il suo intervento ha posto in risalto i lineamenti spirituali di don Quadrio, affermando tra l’altro: «il volto di don Quadrio era il riflesso del suo spirito ricco di talenti di umanità e colmo di carismi di grazia. Così si manifestava la tessitura dello Spirito. Il suo volto era aperto, sorridente, sempre accogliente. Era gioviale e allo stesso tempo saggio. Era umile e signorile, mai appariva agitato anche quando viveva un suo dramma intimo. Comunicava pace e stimolava a irra-


Il Card. Bertone e il prof. Andrea Bozzolo

diarla. Rispettoso e sempre pronto ad ascoltare chiunque lo fermasse per fargli qualunque richiesta». Al termine della mattinata, nella chiesa pubblica dell’Istituto di Torino Crocetta, lo stesso Card. Bertone ha benedetto la nuova sede che accoglie le spoglie del Venerabile. La nuova collocazione consentirà che questa bella figura di maestro di spirito possa essere più ampiamente conosciuta dal popolo di Dio, con la speranza che presto possiamo venerarlo come Beato.

L’intervento del Decano Celebriamo quest’oggi , 10 novembre 2012, qui alla Crocetta il 75° anniversario della nascita della FT la cui Sede Centrale è ora presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma e che conta attualmente due sezioni (quella di lingua italiana qui alla Crocetta, quella di lingua inglese a Gerusalemme), quattro centri aggregati – centri cioè che possono conferire il grado della licenza in Teologia – che si trovano rispettivamente a Messina, Caracas, e due in India (Shillong e Bangalore), sette centri affiliati – centri, cioè, in cui si impartisce la prima tappa della formazione per i candidati al ministero presbiterale: Lubumbashi (Congo), Buenos Aires (Argentina), San Paolo (Brasile), Paranaque (Filippine), Ho Chi Minh-Saigon (Vietman), Tlaquepaque (Messico); ed è in corso il processo di affiliazione di altri due Centri: quello di Kavarapettai-Madras (India) e quello di Nairobi-Utume (Kenia). In questi giorni i Presidi di questi Centri e i responsabili di altre comunità formatrici di studenti di teologia (del Camerun, dell’Uruguay, della Polonia, della Francia e della Colombia) ci siamo riuniti a Valdocco insieme al Consigliere generale per la formazione e al suo staff per fare il punto della situazione in rapporto agli studi teologici nella Congregazione Salesiana. Questo incontro è soprattutto il segno della fecondità del “granello di senape” piantato qui 75 ani fa quando si decise di iniziare la Facoltà di Teologia. Guardando al passato non possiamo non sentire sentimenti di viva gratitudine verso il Signore – innanzitutto –, ma poi anche verso tante persone concrete che hanno lavorato con sacrificio, pazienza, tenacia ed intelligenza affinché la Facoltà di Teologia (e insieme a essa) il nascente Ateneo Salesiano divenissero realtà nella Chiesa, accanto alle altre tradizionali e prestigiose istituzioni universitarie ecclesiastiche. Perché la Congregazione Salesiana ha una Facoltà di Teologia e una Università? Perché tali istituzioni non vanno contro “lo scopo e le intenzioni del Venerabile Fondatore” (Don Bosco) che fondò la Società Salesiana per l’educazione della gioventù povera e abbandonata? La storia ci insegna innanzitutto che Don Bosco ebbe in grande stima lo studio e la preparazione culturale per sé, per i suoi giovani e per i salesiani. Quando si trattò di mandare i suoi figli alle missioni in Argentina, scelse i migliori

e i più qualificati dal punto di vista accademico e professionale. Certo, i primi decenni della Congregazione nascente la videro intensamente impegnata sul fronte diretto del servizio dei giovani, senza poter neppure curare adeguatamente la preparazione teologica dei giovani chierici. Fu la Chiesa ad aiutarla, con le sue esigenze, a far iniziare i primi Centri di Studio teologici e a richiedere la presenza di docenti qualificati. Si vide quindi il bisogno di una Facoltà di Teologia che preparasse tali docenti. Dopo i primi tentativi fatti tra gli anni 1911-1914 il momento opportuno giunse quando don Ricaldone, essendo Rettor Maggiore, il 2 maggio 1936 ottenne il permesso di Pio XI di erigerla. E passò immediatamente all’azione. Contando già su una consolidata esperienza di un Centro teologico internazionale, prima a Foglizzo e poi trasferito alla Crocetta, lo fece iniziare a funzionare – da un punto di vista accademico – con le esigenze di una Facoltà Teologica, già nell’anno 1936-1937. Questo era stato anche il consiglio dell’autorità vaticana: “Prima si faccia esistere di fatto la facoltà, poi si penserà a farla esistere di diritto”. E così fu. La richiesta ufficiale per l’approvazione canonica fu inoltrata solo all’inizio del secondo semestre del terzo anno di funzionamento di questa “species Facultatis” che era lo studentato della Crocetta, e l’approvazione del Vaticano giunse immediata ed entusiastica dopo solo due mesi. Era il 3 maggio 1940: viene riconosciuta non solo la Facoltà di Teologia ma anche quella di Diritto Canonico e di Filosofia. Nasceva non solo una Facoltà ma una università in germe, l’Ateneo Salesiano. Era un riconoscimento meritato. Esisteva un corpo docente nutrito e qualificato, una ricca biblioteca, innovativi strumenti didattici (il Museo biblico) e attrezzati laboratori scientifici, una Rivista, e soprattutto una Congregazione benemerita di cui si era riconosciuta ufficialmente da poco la santità del Fondatore e che era benedetta dal Signore con abbondanti e buone vocazioni. Non ci fu tempo per cullarsi sugli allori ma si vide subito il bisogno di trafficare altri talenti cercando di aprire una nuova e importante frontiera culturale per il carisma salesiano: quella di poter istituire anche una Facoltà di Pedagogia nel nascente Ateneo. Si comprese subito cioè che il nuovo carisma aveva bisogno non solo di una Facoltà di Teologia che desse solidità alla nuova spiritualità e alla corrispondente azione pastorale, ma anche di una incarnazione nella cultura, nell’ambito che le era più prossimo: quello dell’Educazione. Ma questa intuizione profetica ebbe bisogno del suo tempo di prova prima di essere accolta e sostenuta della Chiesa. La celebrazione del 75° della Facoltà ha come felice coincidenza la traslazione di don Quadrio qui alla Cappella esterna della Crocetta. Sarà più facile, in tal modo, mantenere vivo il suo ricordo e la sua presenza. Egli è rimasto per tutti noi un modello o forse è meglio dire “un amico”. Che egli ci aiuti a vivere con la sua stessa passione l’amore per la teologia che lo ha condotto a vivere la “spiritualità distintiva” del teologo, i cui tratti distintivi sono: l’amore alla verità, la disponibilità alla conversione del cuore e della mente, lo sforzo verso la santità e l’impegno verso la missione e la comunione ecclesiale. Ci auguriamo che tutti noi, nella Facoltà e nei vari Centri di studio teologici, possiamo accogliere con gratitudine la sua eredità. Prof. Antonio Castellano


u guardare al futuro u

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notizieups•Scienze della Comunicazione

I primi 25 anni della FSC

di Mauro Mantovani

a Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale si gnificativo – e l’attenta cura della “qualità” del proprio prepara ad una ricorrenza importante: il suo primo presente si aprono così, per la FSC, ad uno sguardo sul fuventicinquesimo. L’Istituto di Scienze della Comuturo e sugli obiettivi e progetti che maggiormente le pernicazione Sociale, che sta all’origine dell’attuale Facoltà, metteranno di sviluppare sempre meglio la propria nacque infatti ufficialmente il 17 dicembre 1988, con con“vocazione” di servizio formativo e culturale per la Chiesa seguente inizio delle prime lezioni in occasione dell’avvio e la società. Un’occasione preziosa per ringraziare e per dell’anno accademico 1989/1990. La Solennità dell’Imun rinnovato impegno da condividere. macolata del 1989 (8 dicembre) viene per questo consideLa Licenza in Comunicazione pastorale: rata in Facoltà, in simbolica continuità con l’inizio un’offerta unica e assai significativa dell’“opera” di don Bosco, come la propria data di nascita Con l’inizio dell’anno accademico 2012/2013 ha preso il e dunque come il giorno del proprio compleanno. via il curriculum di Licenza in Scienze della ComunicaCirca 10 anni dopo, nel 1998, con l’arricchimento della zione sociale con indirizzo in Comunicazione pastorale. I proposta accademica attraverso l’attivazione il ciclo di primi studenti, infatti, che nella sessione autunnale di esami Baccalaureato, la Santa Sede elevò l’Istituto al grado di Fa2011/2012 hanno concluso il loro Baccalaureato in Comucoltà: l’ISCOS divenne così FSC. Nel 2003 la Facoltà ha nicazione pastorale, riorganizzato i propri hanno potuto così curricula secondo il “inaugurare” questo modello europeo, tenuovo percorso che si nendo anche conto del caratterizza in modo “processo di Bologna” del tutto particolare e della riforma delperché – rivolto parl’Università italiana ticolarmente ma non che nel frattempo aveesclusivamente a sava aperto dei curricula cerdoti, religiosi e respecifici nel settore ligiose – accoglie della comunicazione. studenti che abbiano Nel 2011 si sono inolgià maturato conotre aggiunti i curricula scenze, abilità e comdi I ciclo e di II ciclo in Il prof. M. Mantovani e alcuni studenti petenze in ambito Comunicazione pastofilosofico, teologico e rale, ed è attualmente pastorale (avendo otallo studio la progettatenuto il Baccalaureato in Teologia, o il Magistero o Licenza zione di un ulteriore sviluppo dell’offerta accademica, sia in Scienze Religiose presso un Istituto Superiore di Scienze con un eventuale nuovo curriculum o con la proposta di Religiose) e permette loro, dopo aver completato in un un Master. La Facoltà prevede anche l’attivazione per anno gli studi di I ciclo, di sviluppare ulteriormente la loro marzo 2013 del suo primo Corso universitario in comuniqualificazione. cazione e mediazione interculturale in collaborazione con Questo tipo di offerta formativa, unica nel suo genere, perl’Accademia di Scienze Umane e Sociali (ASUS) e con il mette a docenti e formatori che hanno esplorato la ricpatrocinio di importanti Istituzioni accademiche e cultuchezza del messaggio evangelico sia con gli strumenti della rali. filosofia e della teologia sia con i linguaggi dell’arte e della Per il periodo che va da dicembre 2013 fino alla conclucultura attuale, di promuovere la qualità della comunicasione dell’anno solare 2014, che poi sfocerà nelle celebrazione religiosa in contesti sempre più ampi. I fruitori di zioni del Bicentenario della nascita di don Bosco che questa proposta acquisiscono così le competenze adeguate coinvolgerà la Congregazione e la Famiglia salesiana di a compiti di responsabilità nei settori della comunicazione tutto il mondo, la FSC sta per questo pianificando un proe delle relazioni pubbliche per le diocesi o enti religiosi, gramma di eventi e di attività che interesseranno la magquali per esempio i ruoli dei direttori e coordinatori di inigior parte dei settori di ricerca e di insegnamento di cui si ziative editoriali e degli animatori della comunicazione e occupano i docenti, coinvolgendo come protagonisti della cultura. anche gli studenti e gli exallievi. In modo particolare il moIn questi primi due anni di attivazione, generale è stata la mento clou è previsto tra novembre e dicembre 2014, con soddisfazione per il valore di questa proposta, per l’acun Congresso internazionale che vedrà la presenza non solo cesso alla quale è richiesto – per gli studenti non italiani – di esperti nel campo della comunicazione ma anche di nuil livello B2 di conoscenza della lingua italiana. Per questo merosi illustri exallievi e collaboratori della Facoltà che si i vescovi e i superiori e superiore che intendono inviare sono distinti professionalmente nei loro campi di attività. nuovi studenti per il Baccalaureato e poi per la Licenza in Il riferimento al proprio passato – breve, ma pur assai si-

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Comunicazione pastorale vengono invitati costantemente a far cominciare per tempo lo studio dell’italiano.

Streaming, open day, ecc.: open future! Con l’inizio del nuovo anno accademico presso la FSC si è costituita una Commissione per la promozione, lo sviluppo e la pubblicità, formata da alcuni docenti salesiani e da docenti laici invitati. Obiettivo della commissione è lo studio e la progettazione di iniziative che permettano una maggiore pubblicizzazione della Facoltà, delle sue risorse e della sua ricca offerta accademica, già a partire dal servizio al territorio. Per questo in modo particolare si intende approfondire il rapporto con le scuole superiori, a cominciare dagli Istituti scolastici legati alla Congregazione salesiana a Roma e nel Lazio, ai quali verrà anche proposta una serie di attività e di workshops per docenti e studenti sui linguaggi dei media e sulle principali tecniche della comunicazione sociale. Sottolineiamo con soddisfazione che in occasione della Tavola rotonda dal titolo “Per un giornalismo libero e responsabile. Analisi del caso Sallusti e delle sue conseguenze” che si è svolta durante la Giornata dei curricoli FSC di mercoledì 14 novembre 2012, sul sito web della Facoltà – grazie al prezioso lavoro del prof. Tommaso Sardelli – si è potuto offrire per la prima volta un live-streaming dell’evento. All’interno delle prossime iniziative di promozione la Facoltà organizzerà il mattino di sabato 9 febbraio 2013 e di sabato 9 marzo 2013 i suoi primi “Open day”, con il suggestivo titolo “Open day, open future!”.

Nuove pubblicazioni dei docenti FSC e attività degli studenti Gli ultimi mesi hanno visto la pubblicazione, da parte dei docenti, di tre nuovi volumi frutto delle loro attività di ricerca e di insegnamento: Fabio Pasqualetti, Giovani e mu-

sica. Una prospettiva educativa (MediAzioni, LAS, Roma 2012); Peter Gonsalves, Khadi. Gandhi’s Mega Symbol of Subversion (Sage, Los Angeles - London - New Delhi - Singapore - Washington 2012); Tadek Lewicki, Sul palco e dietro le quinte. Il teatro palestra di socializzazione (Paoline, Milano 2012). Ciascuno di questi nuovi libri verrà presentato in Facoltà con un apposito incontro durante il II semestre di quest’anno accademico. Altre pubblicazioni sono attualmente in preparazione, tra le quali il volume a cura di Franco Lever e Mauro Mantovani che raccoglie i contributi di otto docenti a proposito di “Silenzio e Parola”, argomento che ha accompagnato – come tema del Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2012 – diverse attività culturali svoltesi quest’anno. Ci sembra bello ricordare qui anche l’impegno di diversi studenti della Facoltà che si stanno segnalando all’interno di varie iniziative o eventi culturali. Tra le altre, sono particolarmente significative la collaborazione che la studentessa Claudia Frittelloni sta offrendo alla Diocesi di Albano per un progetto di formazione all’uso dei media dei ragazzi delle scuole, e la partecipazione della studentessa Rita Dal Canto, con una relazione dal titolo Giovani ed Europa: una sfida alla crescita per il vecchio continente, al 7° Meeting Internazionale “Grandi Progetti nel Mediterraneo” organizzato da ESDA Italia dal 14 al 16 novembre 2012 presso il Centro Espositivo della Camera di Commercio di Chieti. Il 13 dicembre 2012 si è inoltre avviato il “Cinema in Facoltà”, attività aperta a tutti e promossa dagli studenti. Inoltre, gli studenti si sono resi protagonisti - attraverso il Concorso “Comunicare il Natale 2012” - anche per la progettazione e l’elaborazione del biglietto di auguri che la Facoltà tradizionalmente invia in occasione delle festività natalizie: queste righe costituiscono anche un’ulteriore opportunità per formularli a tutti i lettori.

Il poster per la campagna di promozione della Facoltà


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notizieups•Scienze dell’Educazione

Verso il BICENTENARIO della nascita di Don Bosco di Paolo Gambini

iamo nell’anno della pedagogia nella preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco. Oltre alle iniziative pensate dall’Università e quelle delle altre Facoltà, anche la FSE si impegna a realizzare alcune iniziative che aiutino a preparare questo importante avvenimento. A tale scopo abbiamo pensato di allestire alcune iniziative organizzate con la collaborazione dei docenti appartenenti ai diversi istituti della Facoltà.

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GIORNATA DEI CURRICOLI SU DON BOSCO E LA VOCAZIONE Tra le diverse proposte abbiamo scelto di svolgere la giornata dei curricoli come Facoltà, coinvolgendo il maggior numero dei suoi curriculi. L’obiettivo principale dell’iniziativa è stato quello di far conoscere ai nostri studenti la figura di Don Bosco, la sua vocazione e quella dei salesiani impegnati nella nostra Università, siano essi docenti o impegnati in altri servizi. Il titolo della giornata è stato: “Professione o Vocazione? Come esercitare la propria vocazione”. Nella prima parte dell’incontro, dopo un breve momento di accoglienza e saluto del Decano, è stato presentato brevemente un filmato sulla figura di don Bosco, successivamente il prof. Quinzi, ha raccontato la sua esperienza vocazionale. Nella seconda parte della giornata ogni curricolo, in modo autonomo, ha organizzato un proprio momento. La prospettiva era quella di presentare l’esperienza d’inserimento lavorativo e professionale di alcuni nostri ex-allievi riflettendo anche su come gli stessi percepissero un’intenzionalità vocazionale nel proprio lavoro. Un contributo molto importante per la realizzazione di questa iniziativa è stata data dalla collaborazione degli studenti, che attraverso il loro parere ed il loro coinvolgimento hanno reso la giornata più viva e partecipativa.

ITINERARIO FORMATIVO SULL’AFFETTIVITÀ E LA SESSUALITÀ NELLA VITA RELIGIOSA Sappiano come don Bosco avesse a cuore la formazione delle vocazioni. A tal proposito quest’anno, venendo incontro ad una richiesta di don Francesco Cereda, responsabile del dicastero della formazione della congregazione

salesiana, tramite la collaborazione dell’istituto di pedagogia vocazionale e di psicologia, ci impegneremo ad elaborare un itinerario formativo sull’affettività e sessualità nella vita religiosa. Sarà uno strumento dal quale l’equipe formatrici delle varie congregazioni religiose potranno prendere spunto per elaborare il proprio specifico percorso. L’esito del lavoro, della durata di un anno, prevedrà la pubblicazione di un manuale e l’organizzazione di un convegno.

AVVIO PER L’ATTIVAZIONE DI UN SERVIZIO DI SOSTEGNO PER RELIGIOSI, SEMINARISTI E SACERDOTI Sempre in linea con quanto appena visto, sulla cura delle vocazioni a livello preventivo, rispondendo questa volta a una richiesta di don Adriano Bregolin, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani, il Centro Psicopedagogico avvierà un servizio psicologico attento ai bisogni dei religiosi e dei sacerdoti. Coordinerà questo servizio il prof. Gabriele Quinzi. Crediamo nella necessità che la nostra Facoltà, anche attraverso il suo Centro Psicopedagogico, sviluppi in modo particolare questa attenzione in quanto la cura delle vocazioni rappresenta una delle finalità del carisma salesiano.

FORMAZIONE DEGLI ANIMATORI Rispetto a tale iniziativa, la nostra attenzione va agli animatori della pastorale giovanile. In questo caso abbiamo accolto la richiesta di don Francesco Marcoccio, delegato della pastorale giovanile dell’Ispettoria Circoscrizione Speciale Italia Centrale. Il nostro compito è quello di orga-


nizzare delle giornate di formazione per gli animatori sulla comunicazione educativa. Gli incontri vedranno l’intervento di alcuni nostri docenti coadiuvati da alcuni studenti volontari della Facoltà per l’animazione dei lavori di gruppo. Il calendario delle giornate è il seguente: 7 aprile, in Sardegna; 7 aprile, in Abruzzo; 14 aprile, in Lazio Roma -UPS; 14 aprile, in Liguria; 21 aprile, nelle Marche; 28 aprile, in Toscana. Il prof. Zbigniew Formella è incaricato di tenere i contatti con don Francesco Marcoccio e di organizzare l’intera iniziativa radunando in un primo momento i docenti disponibili per vedere con loro cosa fare e come coinvolgere alcuni studenti. Nella giornata che sarà realizzata all’UPS, oltre agli animatori del Movimento Giovanile Salesiano, saranno invitati anche quelli appartenenti ad alcune delle parrocchie della Diocesi di Roma.

MONOGRAFIA IN ORIENTAMENTI PEDAGOGICI SUL SISTEMA PREVENTIVO Tra le tante novità di quest’anno, la nostra rivista Orientamenti Pedagogici prevede quattro monografie, l’ultima è su questo tema: Il Sistema Preventivo di Don Bosco: un approccio dai diversi continenti. Si tratta quindi di un tema che da rilievo alla pedagogia salesiana.

In questo numero saranno presentati cinque articoli provenienti da ciascuno dei 5 continenti del mondo e altri che approfondiranno aspetti specifici del sistema preventivo, come la ragione, la religione e l’amorevolezza. Al fine di tale lavoro il condirettore della rivista, il prof. Cristian Desbouts, si avvarrà della collaborazione di alcuni docenti della Facoltà.

Prof. Paolo Gambini


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notizieups•In Memoria

IN MEMORIA DI

don Roberto Giannatelli del pedagogo ricco di amore, sempre sorridente. Da giovane sacerdote completò la sua formazione teologica e pastorale al centro Lumen Vitae di Bruxelles. Conseguito il dottorato in Pedagogia a Roma nell’allora PAS, nel 1964, con una dissertazione intitolata Prove oggettive di religione per la scuola media, pubblicata nel 1966, iniziò a lavorare dapprima presso il Centro Catechistico di Leumann (Torino) di cui fu anche segretario. Ma si può dire giustamente che la sua attività si svolse interamente nel e per l’Università Salesiana, dove visse stabilmente dal 1965 fino alla sua morte, e dove ricoprì le cariche – o per meglio dire diresse e guidò con mano salda e sicura - anzitutto come Direttore il fiorente Istituto di Catechetica (1968-1974), poi come Decano la Facoltà di Scienze dell’Educazione (1974-1980), quindi come Vice-rettore (1980-1983) e infine come Rettore l’Università dal 1983 al 1989. A lui si deve per tanta parte la costruzione della nuova Biblioteca Don Bosco con criteri di efficiente modernità. Dopo l’esperienza di Rettore, per incarico dell’allora Rettor Maggiore dei Salesiani don Egidio Viganò, dette inizio all’Istituto Superiore di Scienze della Comunicazione sociale (=ISCOS), ora Facoltà. Della sua esperienza nell’Istituto di Catechetica lo stesso don Roberto, in alcuni suoi appunti, così si esprime: «È stato un periodo molto bello […]. Che cosa ci entusiasmava? Il “vento del Concilio”. Vivevamo il tempo del post-Concilio, una stagione di grande passione e creatività per tutta la Chiesa [...]. Il compito che ci veniva assegnato era grande: “far passare” lo spirito e le innovazioni del Concilio nella catechesi e nella pastorale, inventare nuovi linguaggi [...]. Il clima che si respirava era quello della fiducia e del coraggio. A questo scopo l’Istituto – tra cui sono da ricordare Emilio Alberich, Cesare Bissoli, Joseph Gevaert, Ubaldo Gianetto, Claudio Bucciarelli, sr. Maria Luisa Mazzarello, Flavio Pajer, Francesca Veronese, Günter Stachel, Pierre Babin – collaborava strettamente con l’Ufficio Catechistico Nazionale, animato dal Mons. Aldo Del Monte (l’ideatore del Documento base Il rinnovamento della catechesi, 1970) e poi dai suoi primi collaboratori, Mons. Egidio Caporello (vescovo emerito), Mons. Cesare Nosiglia (ora ar-

prof. Carlo Nanni, Rettore Magnifico

enerdì 12 ottobre, a seguito di una rapida malattia, il Signore ha chiamato a sé, don Roberto Giannatelli, Rettore emerito dell’UPS. Abbiamo celebrato la eucaristia delle esequie presieduta da Mons. Mario Toso, anche lui Rettore dell’UPS dal 2003 al 2009. I suoi sono stati 80 anni di dedizione continua, creativa, appassionata al servizio del Vangelo per il mondo giovanile, nei due campi della catechesi e dei mezzi di comunicazione sociale. Don Roberto era un innamorato di Don Bosco, fin da quando cominciò a conoscerlo frequentando l’Oratorio salesiano di Milano, dove era nato il 26 giugno 1932. Qui incontrò l’indimenticabile figura del cooperatore salesiano Attilio Giordani, ora dichiarato servo di Dio, che era un animatore geniale e che fu determinante per la vocazione di don Roberto. Nello Studentato teologico della Crocetta di Torino, ove divenne sacerdote l’11 febbraio 1960, fu alla scuola del venerabile don Giuseppe Quadrio, di cui conservò continua e affezionata memoria, apprese l’arte dell’apostolo ardente, l’entusiasmo del maestro e

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civescovo di Torino), il Card. Giuseppe Betori (attualmente arcivescovo di Firenze)». Come decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione e poi come Rettore si prodigò affinché fosse approfondita e presentata l’originalità della vocazione pedagogico-pastorale dei Salesiani nella Chiesa e nel mondo, nel raccordo interdisciplinare con le altre Facoltà dell’Università. Ne fu interessante frutto il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica, animato dall’Istituto di Catechetica della Facoltà di Scienze dell’Educazione e dall’Istituto di Teologia pastorale della Facoltà di Teologia, che prese a funzionare dal 1986. In particolare, dispiegò un’intensa animazione della comunità accademica in occasione del primo centenario della morte di Don Bosco (1888-1988) e – come si è detto – nella costruzione della Biblioteca Don Bosco. Terminato il suo compito di Preside dell’ISCOS, divenuto Direttore dell’Ufficio Sviluppo e Relazioni pubbliche (1995-2002), ritagliò per sé un altro campo di studio e di pratica, la Media Education, proseguita sino a oggi con dedizione piena e un’organizzazione qualificata, come apripista per la formazione ai media dei giovani nella scuola e nella catechesi. In anticipo sui tempi dedicò i suoi ultimi anni alla ricerca concreta di una apertura dell’Università alla grande nazione della Cina. Fu l’ultimo dei suoi sogni. Sviluppò scambi culturali con diverse università cinesi e fu “nonno”, come essi stessi lo denominarono, del nutrito gruppo di studenti cinesi che ancora oggi studiano all’UPS. La sua apertura mentale e la grande ‘vision’ cristiana della realtà che lo animava, in un’ottica insieme umana, ecclesiale, salesiana era sostenuta da una capacità di lavoro instancabile e inesauribile, che lo portò a essere sempre in prima fila a fare ciò che si proponeva o gli veniva affidato, associando nel suo impegno collaboratori salesiani e laici con tenacia, entusiasmo, ottimismo, fiducia. Don Roberto, secondo l’intima convinzione attinta dai suoi maestri all’UPS – primi tra tutti don Pietro Braido, e in particolare il Rettor Maggiore don Egidio Viganò – cercò sempre di fare sintesi armonica tra il dato teologico e quello antropologico per giungere a una sana ed efficace metodologia, facendo convergere la Parola di Dio e le scienze umane sul fatto educativo e catechetico. Amando l’Università come casa sua, accettò i compiti di docente e di dirigente, che gli furono dati, con dedizione piena, con convinzione totale, cercando di attuarli con fermezza, perseveranza e tenacia, ai limiti della pervicacia e della ostinazione, senza mai lasciarsi intimorire dalle difficoltà da lui incontrate e magari più o meno involontariamente da lui provocate. Era un buon incassatore, ma aveva anche una grande capacità di non conservare rancore, quasi dimenticando le contingenze personali nella ricerca della forza unitiva del fine da raggiungere. Infatti la bontà dell’idea-fine da perseguire lo poneva in azione senza mezzi termini. Proteso sempre in avanti – come dimostrava anche da anziano il suo stesso modo di incedere – non era uomo da arrendersi facilmente di fronte agli ostacoli e alle opinioni in contrario. Ottenuto e magari carpito o presunto il beneplacito dei livelli superiori, egli

proseguiva rapido i suoi cammini, cercando collaborazioni e alleanze, interne o esterne all’Università, restando ferreo con tutti sui tempi e ritmi di marcia, sempre tempestivi e precisi. Era, peraltro, sempre molto attento e delicato nei confronti delle amicizie e dei collaboratori laici. Umanamente appariva agevolmente la sua pulizia esteriore e interiore, il suo senso dell’ordine, la cura nel vestire, l’attenzione di evitare parole rozze e offensive, sguaiataggini e gossip. Sapeva ridere di persone e eventi, ma senza troppo clamore. Era attento ai contesti ecclesiali, civili e politici, ma sempre nel superamento di posizioni estremiste. Seppure talora con manifestate espressioni di amarezza e di valutazione circa il presente, era sempre costruttivo e incoraggiante. Era tanto dedito alla vita universitaria e all’azione pastorale in parrocchia quanto capace di studio, di silenzio, di raccoglimento e di accoglimento dell’emergente e di quelli che nello spirito del Concilio Vaticano II percepiva come “segni dei tempi”. Don Roberto parlava poco del suo intimo in pubblico, ne aveva pudore, lo manifestava indirettamente piuttosto nella pratica di vita, sia nello scrivere e operare. Chi ha conosciuto da vicino don Roberto può testimoniare la sua capacità di confronto e affidamento al suo direttore spirituale, la sua intensa spiritualità nutrita dalla devozione all’eucaristia, a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco in una vita di preghiera e in una celebrazione liturgica profonda e essenziale. Ma alla fin fine, credo si possa dire che la matrice di tutto era il servizio al Signore e alla causa del Regno di Dio. Nell’anno della fede appena iniziato, don Roberto resta per chi lo ha conosciuto, salesiani e laici, un luminoso indicatore di marcia per la “causa del Regno” e dal cielo un prezioso compagno di viaggio nei sentieri della vita, al seguito del Signore Gesù, il Pastore dagli occhi grandi che conduce i suoi al di là del tunnel buio della morte e assicura di essere con i suoi discepoli fino alla fine del mondo.


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notizieups•Le Facoltà a cura di Renato Butera Nella foto, i proff. J. Kureethadam, L. Rosón, J. D’Souza

Filosofia

Dario Spinella e Salvatore Lamancusa sotto la guida del Decano e del Segretario di Facoltà. La giornata dei curricoli, come da tradizione, è stata un momento di condivisione e fraternità, nel quale ambiente di svago si ha avuto la possibilità di approfondire e consolidare le proprie conoscenze e di gustare della presenza di compagni e docenti in ambienti extra-accademici. Tutto ciò è stato motivo di stimolo e incoraggiamento a continuare nel cammino di ricerca avviato.

Settimana Culturale della Filosofia 2012: partecipazione attiva della FF e della FSC

Gaeta, Sperlonga e Terracina per la Giornata dei curricoli Giorno 14 novembre si è svolta la giornata dei curricoli della FdF nella quale studenti e docenti sono stati coinvolti in un viaggio artistico culturale che li ha portati a visitare le città di Gaeta, Sperlonga e Terracina. Sperlonga è una città ricca di storia. Fu una colonia spartana, invasa dai saraceni e dai turchi in essa si trova la villa dell’imperatore Tiberio; dalla Torre Truglia, antica torre romana distrutta e poi successivamente ricostruita, studenti e docenti hanno potuto ammirare il panorama e scorgere una vista della magnifica borgata, non a caso Sperlonga è dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia. Dopo una breve escursione a Gaeta è stato dedicato del tempo per la visita del Santuario della Santissima Trinità, situato in cima alla montagna spaccata che la leggenda narra essersi spaccata al momento della crocifissione di Cristo. Qui si è svolta la Celebrazione Eucaristica presieduta dal decano della Facoltà don Luis Rosón Galache e concelebrata dal segretario don Joshtron Kureethadam, dal superiore della visitatoria dell’UPS don Joaquim D’Souza e da altri sacerdoti docenti e studenti della facoltà. A seguire un’escursione fino al Mausoleo di Lucio Munazio. A Terracina è stato possibile vedere il quartiere medievale che caratterizza la cittadina concludendo così il percorso di visite, le quali sono state tutte guidate dal prof. don Maurizio Marin. Alla giornata erano presenti anche il prof. Scaria Thuruthiyil e il prof. Jose Kuruvachira. Il viaggio è stato organizzato dai due rappresentanti degli studenti:

Dal 18 al 24 novembre 2012 si è tenuta a Roma la Settimana Culturale della Filosofia, organizzata dal Vicariato di Roma in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il tema di quest’anno è stato Fede teologale e pensiero filosofico. La Facoltà di Filosofia e la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS vi hanno preso parte con specifiche attività. La Facoltà di Filosofia, in collaborazione con l’Associazione “Nuova Costruttività” ha organizzato, sabato 24 novembre e domenica 25 novembre, un Seminario di studio dal titolo Pensare i trascendentali tra teologia, filosofia e scienze umane a cui hanno partecipato il dott. Nicola Mele (Presidente di “Nuova Costruttività”), il dott. Roberto Roggero (Centro Ricerche Teologiche e Metafisiche di Verona), il prof. Carlo Lorenzo Rossetti (Istituto Teologico-Filosofico di Scutari Albania, in videoconferenza) e i docenti UPS Mauro Mantovani, Graziano Perillo e Luis Rosón Galache. La Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale a sua volta ha organizzato: giovedì 22 novembre il Seminario di studio dal titolo Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la filosofia con la partecipazione del prof. Silvio Spiri (Facoltà Teologica Pugliese) e del prof. Tommaso Valentini (Università Guglielmo Marconi di Roma); venerdì 23 novembre, il Seminario di studio dal titolo Parlare di Dio in pubblico con la partecipazione di don Fabio Rosini (Biblista, Direttore del Servizio per le Vocazioni del Vicariato di Roma) e delle docenti UPS Simonetta Blasi e Giusi Saija. Entrambe le iniziative sono state introdotte dal decano della Facoltà, prof. Mauro Mantovani.

Il gruppo degli studenti FdF in gita


Educazione

Studentesse FSE

Giornata Curricoli: “Professione o Vocazione?” Questo anno, si è scelto di svolgere la giornata dei curricoli come Facoltà, coinvolgendo il maggior numero dei suoi curricula. Così, mercoledì 14 novembre 2012 gli studenti di psicologia, pedagogia vocazionale e sociale e di educazione religiosa si sono ritrovati nell’aula II per riflettere attorno a un interrogativo: si può parlare di “Professione”, o di “Vocazione”, oppure di entrambe? Agli studenti è stata offerta la possibilità di approfondire la figura di Don Bosco. La Giornata si è svolta in due parti. Dapprima si è vissuto un momento di condivisione tra i diversi curricoli; successivamente ci si è divisi secondo i rispettivi indirizzi di studio per affrontare specificamente argomenti riguardanti il futuro e le opportunità della professione scelta. La mattinata ha avuto inizio con un gioco di condivisione che ha permesso uno scambio di opinioni tra colleghi appartenenti a curricoli diversi, per poi proseguire con una preghiera e dei canti dedicati a Don Bosco. È stata condivisa insieme anche la visione di una parte del film su Don Bosco che, dai commenti di alcuni ragazzi, ha toccato la sensibilità di molti e fatto riflettere su varie dimensioni dell’umano. La conclusione della prima parte della mattinata è avvenuta con la testimonianza vocazionale del prof. Gabriele Quinzi il quale ha dato modo di riflettere sull’uomo, sulla vita salesiana, sulle scelte decisive per la propria vita e sulla differenza tra il “prendersi cura” e “l’avere cura” nelle professioni educative e di aiuto. Come già accennato, nella seconda parte della Giornata, invece, ogni curricolo, in modo autonomo, ha organizzato un proprio momento. La prospettiva era quella di presentare l’esperienza d’inserimento lavorativo e professionale di alcuni ex-allievi riflettendo anche su come gli stessi percepissero un’intenzionalità vocazionale nel proprio lavoro. Certamente Don Bosco è stato il filo conduttore della mattinata. Questo ha permesso di far emergere lo stile salesiano dell’Università e ha pure consentito di ricordare la preparazione al Bicentenario della nascita del Santo facendo memoria del Sistema Preventivo e della sua pedagogia. La modalità con la quale si è svolta la Giornata dei curricoli è stato un buon inizio per accogliere un simile evento.

Studenti di pedagogia per la scuola e la formazione professionale a Villa Sora La visita all’Istituto Salesiano «Villa Sora» è stata molto positiva e apprezzata dagli studenti del curricolo accompagnati dai proff. Cristian Desbouts (coordinatore del gruppo gestore), Dariusz Grzadziel, Natale Zanni e Marco Bay. L’istituto è collocato a Frascati, comune di circa 20 mila abitanti, dell’area dei Castelli Romani che per tradizione è il primo Nelle due foto: il gruppo del Curricolo di pedagogia per la Scuola a Villa Sora

polo europeo della ricerca e ospita Enti di Ricerca Scientifica (con oltre 3.000 ricercatori), laboratori dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), quelli dell’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), varie sedi del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e una sede dell’ESA (Agenzia spaziale europea). La Villa si fa risalire alla prima metà del XVI secolo e ha ospitato personalità di spicco nelle diverse epoche. La scuola di Villa Sora ha una grande tradizione: elementari e ginnasio, poi scuola normale, liceo classico pareggiato già dal 1925. Lo scientifico nasce nel 1966, il liceo si apre alle ragazze dal 1986, la media dal 1989; nel 2011 nasce il liceo economico sociale. La scuola media vede attualmente la presenza di 200 allievi in tre sezioni, il liceo classico 180, lo scientifico 280, l’economico sociale 80, per un totale di 740 alunni, in crescita. La recente opera dello scultore, architetto Roberto Scardella, cioè il nuovo monumento al Beato Zeffirino Namuncurà, inaugurato dal card. Tarcisio Bertone il 5 novembre 2011 e posto all’ingresso della Villa, anticipa a chi entra un modello di vita come quello di San Domenico Savio. Il giovane Zeffirino, figlio del capo tribù Mapuche della Patagonia fu studente a Villa Sora dal 15 novembre 1904 al 28 aprile 1905, per poi morire all’ospedale dell’Isola Tiberina l’11 maggio 1905 a quasi 19 anni. Beatificato a Chimpay nel 2007 il suo motto “voglio studiare per essere utile alla mia gente” è diventato programma di vita per gli allievi e frutto maturo dell’educazione salesiana. Gli studenti del curricolo dell’Università Salesiana hanno potuto, inserendosi con flessibilità da parte di tutti, nell’orario quotidiano della scuola media e superiore, osservare a gruppi in copresenza con insegnanti molto disponibili alcune classi in piena attività didattica. L’incontro con il prof. Stefano Curci insegnante, vicepreside del liceo classico di Villa Sora e anche docente invitato della facoltà di Filosofia dell’UPS, ha permesso una sintetica e preliminare conoscenza generale dell’opera. Mentre un altro incontro prolungato con il prof. Francesco Larocca, vicepreside del liceo scientifico, ha presentato più direttamente una efficace buona prassi di «didattica per scoperta» e di laboratorio soprattutto negli ambiti di micro-biologia e astronomia. Attrezzature di avanguardia


(dai miscroscopi ai telescopi) gestite da software dedicati per computer permettono agli studenti di realizzare esperienze di laboratorio pratiche che spesso vanno al di là della simulazione, arrivando a prodotti di qualità, grazie anche a interventi di studio in collaborazione con exallievi biologi o medici o professori universitari. Di grande interesse è anche l’osservatorio astronomico “La Torretta” inaugurato agli inizi dell’anno che offre indimenticabili serate guidate da esperti di osservazione delle stelle e della luna. L’Istituto Salesiano «Villa Sora» offre numerose ulteriori opportunità agli allievi che lo frequentano (sport, informatica, teatro, lingue, musica, formazione umana e religiosa…). Non è stato possibile evidentemente da parte degli studenti del curricolo in poche ore disponibili di conoscerle tutte direttamente. Si possono rintracciare sul sito aggiornato all’indirizzo http://www.villasora.it. La continuità di una buona relazione e collaborazione tra curricolo e scuola potrà essere messa in atto nel secondo semestre con la presenza di alcuni studenti universitari che svolgeranno attività di tirocinio pratico in alcune classi dell’Istituto salesiano «Villa Sora».

Multireligione, linguaggio e traguardi di competenza nell’IRC Partecipanti alla giornata di studio

che condiziona e forse anche favorisce l’apprendimento secondo indicazioni puntuali e documentate da recenti ricerche del prof. Alessandro Castegnaro. Anche il profilo religioso delineato dalla prof.ssa Franca Feliziani Kannheiser ha indicato un fronte degli studenti da tenere sotto attento controllo. Importanti poi le annotazioni rilevate dal prof. Sergio Cicatelli, che ha illustrato le Indicazioni Nazionali di recente pubblicazione; costituiscono lo sfondo da cui muove soprattutto la ricerca didattica. Nel pomeriggio il tema del linguaggio introdotto dal prof. José Luis Moral e l’ipotesi di elaborazione didattica dei traguardi di competenza, indicata dal prof. Roberto Romio, hanno suscitato considerazioni molteplici, anche tenendo conto che l’educazione religiosa trova, a questo livello, la sfida più impegnativa. In una valutazione di sintesi ci pare di poter rilevare il significato di una giornata che ha visto impegnati un buon numero di studiosi della Disciplina e ha offerto suggestioni assai significative, mirate all’approfondimento del linguaggio e della competenza religiosa in un contesto anche scolastico di pluralismo religioso. È sembrato importante che la Disciplina IRC promuovesse una puntuale riflessione sui temi dibattuti nella Scuola. Naturalmente gli interventi si sono orientati soprattutto ad esplorare e ad identificare l’aspetto specifico religioso e dell’apprendimento e delle competenze. Riteniamo che le annotazioni del Convegno possano venir proposte quale apporto qualificato per la riflessione personale e l’intervento educativo del Docente di Religione Cattolica.

Orientamenti Pastorali e promozione delle vocazioni sacerdotali

L’Istituto di Catechetica dell’UPS ogni anno in Novembre promuove una giornata di studio per mettere a discussione e a verifica uno dei temi più rilevanti nell’ambito dell’Insegnamento di Religione Cattolica. Quest’anno alla giornata hanno partecipato circa 35 Docenti di Religione e Studiosi di pedagogia religiosa. L’invito evidenziava alcuni aspetti che meritavano attenta considerazione; li richiamiamo: il contesto scolastico diventa sempre più vistosamente plurireligioso: l’attuale orientamento pedagogico e didattico quale consapevolezza ne prende, quale attenzione vi dedica? Le attuali ‘Indicazioni Nazionali’ offrono contributi significativi? Inoltre la scuola va privilegiando ‘le competenze’ da identificare e promuovere in tutte le discipline: la religione ha un proprio e peculiare linguaggio difficilmente traducibile in ‘competenza’; si profila il rischio di cogliere solo tangenzialmente la dimensione religiosa nell’elaborazione dei traguardi di competenza, che ciascuna disciplina è chiamata a perseguire. Pare particolarmente urgente una riflessione e una verifica puntuale e tempestiva sulle nuove esigenze che si impongono per consentire all’IRC di stare nella scuola con un proprio apporto, senza comprometterne le specifiche connotazioni e l’identità. L’incontro ha di fatto dibattuto una serie di tematiche complementari e convergenti, con accentuazioni di notevole interesse sia pedagogico che didattico. L’organizzazione della giornata prevedeva alcune brevi relazioni introduttive, cui facevano seguito liberi interventi dei Partecipanti. Nella mattinata la conversazione si è concentrata sul contesto plurireligioso

Il giorno 29 novembre si è tenuto un Seminario di studio sul documento Orientamenti pastorali per la promozione delle vocazioni sacerdotali. L’evento è stato organizzato in collaborazione tra la Pontificia Opera per le vocazioni sacerdotali e l’Istituto di Pedagogia Vocazionale della FSE. Il documento era stato elaborato dalla Congregazione per l’educazione cattolica - più precisamente, dalla Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali, nel 2012. Al seminario hanno preso parte studenti delle Università pontificie e cattoliche, seminaristi, sacerdoti e agenti pastorali e responsabili di Pastorale Vocazionale. Sono intervenuti il Direttore dell’Istituto di Pedagogia Vocazionale, prof. Mario Oscar Llanos, che ha presentato il contesto e le linee situazionali della promozione della vocazione presbiterale odierna. Il prof. mons. Paolo Selvadaggi, consultore della Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali, che ha presentato la struttura teologico-pastorale del documento. Mons. Nico Dal Molin, Direttore del Centro Nazionale Vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana, che ha trattato il tema delle “Sfide e prospettive per i Centri Nazionali Vocazioni”. P. Jesús Pulido Arriero, vicerettore dei Sacerdoti Operai Diocesani, ha parlato dell’impegno vocazionale dei

A destra, nella foto, mons. V. Zani. Al suo fianco il prof. M. Llanos


Un momento del Seminario di studio

Consacrati, a partire dal documento. E infine, il prof. Ubaldo Montisci, Coordinatore del DPGC dell’UPS si è soffermato sul coinvolgimento della Pastorale Giovanile nella promozione delle vocazioni sacerdotali. È intervenuto anche S. Ecc. mons. Angelo Vincenzo Zani, al suo primo atto pubblico nella veste di Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che ha presentato i compiti della Pontificia Opera per le Vocazioni Sacerdotali. L’assemblea ha avuto la possibilità di cogliere negli interventi la complessità della questione della pastorale delle vocazioni sacerdotali, come viene presentata nel Documento, e come viene progettata e realizzata nei diversi organismi, a livelli differenti sia nella specifica pastorale vocazionale e in quella particolare della pastorale giovanile, e infine nella pastorale integrale. Tra l’altro è emerso come, nella spiritualità di comunione, tutte le vocazioni specifiche della Chiesa siano responsabili le une per le altre, nell’animazione e nella pastorale vocazionale, nonché nella testimonianza e nella fedeltà gioiosa e creativa nel corso di tutta la vita. Ha fatto seguito un dibattito le cui domande hanno riguardato in particolare la formazione dei futuri sacerdoti quali animatori e promotori di tutta la varietà delle vocazioni; la cura dei sacerdoti che hanno abbandonato la vocazione; la vocazione dei preadolescenti o adolescenti; le differenze o somiglianze metodologiche del Documento al centro del pomeriggio di confronto con altri documenti sulle vocazioni. La promozione delle vocazioni sacerdotali è un argomento di interesse vitale per tutta la Chiesa. Come sottolinea il Documento, le luci e le ombre, i sí e i no dei primi invitati a lavorare nella vigna del Signore, interpellano non soltanto la pastorale delle vocazioni sacerdotali, ma esigono una pastorale integrata e una visione della dimensione vocazionale non come semplice aggiunta di programmi e proposte, ma come naturale espressione dell’intera comunità. Tutti i soggetti della nuova evangelizzazione “sono chiamati a dare il meglio nella trasmissione della fede cristiana: nell’esempio di una vita cristiana coerente, nella testimonianza gioiosa dei presbiteri, nella loro comunione e nella dedizione incondizionata al servizio delle persone, soprattutto quelle che si trovano in condizioni di ricerca di Dio o di qualsiasi forma di povertà spirituale”, ricorda il Documento.

Pubblicazioni di docenti dell’Istituto di Sociologia Recentemente sono stati pubblicati due libri del prof. Guglielmo Malizia. Il primo, scritto insieme al prof. Carlo Nanni, è la traduzione in cinese de Il sistema educativo italiano di istruzione e di formazione, la cui versione in italiano è stata pubblicata a cura della LAS nel 2012. Il titolo della versione in cinese è The Italian Education System - A Study, Hangzhou P.R. China. È stata pubblicata dalla Zhejiang University Press.

L’opera, articolata in tre parti (il quadro generale di riferimento della società della conoscenza, il decennio delle riforme 2000-09 e le conclusioni generali), mira a ricostruire la parabola della scuola italiana dall’unificazione del Paese (1861) ai nostri giorni. Il secondo volume, Sociologia dell’istruzione e della formazione. Una introduzione, è stato pubblicato dalla editrice del Cnos-Fap (Roma, 2012). Si tratta di un volumetto di natura istituzionale che mira a introdurre alla sociologia delle istituzioni scolastiche e formative, ai dirigenti e ai formatori della formazione professionale. Esso si articola in due parti principali. Dopo l’introduzione e le considerazioni epistemologiche, nella prima sezione vengono presentate le principali teorie sociologiche della scuola: il funzionalismo, il neo-marxismo, la riproduzione culturale, la riproduzione contraddittoria, la nuova sociologia dell’educazione, il neo-weberianesimo, l’interazionismo e la fenomenologia. La seconda sezione è invece dedicata alle tematiche principali: istruzione e stratificazione sociale; istruzione e politica; istruzione ed economia; la scuola/FP come organizzazione formale e come sistema sociale e la professione docente. Le conclusioni generali e la bibliografia completano il volume.

La testimonianza dell’amore. Collevalenza Amare sempre o Amore per sempre è stato il tema principale del convegno realizzato a Collevalenza (Perugia) dal 26 al 30 novembre 2012, organizzato dalla CISM. Vi hanno partecipato dieci studenti dell’UPS dei curricoli di Pedagogia per la Formazione delle Vocazioni e della Spiritualità, diretti dal prof. Giuseppe Roggia. Sono intervenuti P. Giovanni Salonia sul tema: “Da dove veniamo? Ordo amoris e famiglia di origine”; la Dott.sa. Maria Campatelli sul tema: “Con chi viviamo? Ordo amoris e vita fraterna”; e infine P. Nello Dell’Agli sul tema: “Verso dove andiano? Ordo amoris e Nuova Evangelizzazione”. Nel pomeriggio si sono svolti dei laboratori di condivisione e approfondimento in gruppi divisi in tre ambiti: animazione vocazionale, formazione iniziale e formazione permanente. In totale i convegnisti erano 155: 111 religiose e 44 religiosi. Con don Roggia si può affermare che l’Ordo amoris costituisce davvero una delle profezie più integrate della fedeltà creativa, su cui giocare tutta la fatica di rinnovamento e di futuro. La consapevolezza è che siamo immersi in un nuovo universo che richiede di essere presenti negli incroci più importanti dell’umanità odierna con tutta la fedeltà creativa della bella notizia del Vangelo, da riproporre nella Nuova Evangelizzazione. L’avventura di una Vita Consacrata rinnovata in questo Ordo amoris esige di non accontentarsi soltanto di trasmettere un’eredità carismatica alle generazioni giovani, ma soprattutto sapere generare degli eredi significativi dei vari carismi religiosi attraverso l’impegno della animazione vocazionale e della formazione.

Il prof. G. Roggia con gli studenti a Collevalenza


la condivisione del pranzo, nel pomeriggio c’è stata la “restituzione” in assemblea dei lavori della mattinata, un momento di sintesi particolarmente significativo. È seguito uno spazio di condivisione tra gli appartenenti ai singoli curricoli che compongono oggi il DPGC. Si è trattato di un confronto schietto e costruttivo che ha consentito di evidenziare risorse e problemi esistenti e di individuare risposte concrete alle difficoltà emerse. L’ultima esperienza vissuta è stata la celebrazione eucaristica, presieduta dagli studenti che hanno ricevuto l’ordinazione nell’ultimo anno accademico. La fatica e l’entusiasmo sul volto di tutti, al momento di salutarsi, testimonia di una giornata vissuta con intensità e particolarmente ben riuscita.

DPGC

Studenti del DPGC

Giornata dei curricoli Il Dipartimento di Pastorale giovanile e Catechetica ha vissuto la sua giornata di curricolo ospite del “Collegio Spagnolo San Giuseppe” (Via di Torre Rossa 2, Roma). Il tema scelto è stato: Quale uomo, quale fede, quale Dio? Uno sguardo al XIII Sinodo dei vescovi. Gli obiettivi che si intendeva conseguire sono quelli classici dell’evento: favorire la conoscenza tra studenti e docenti; affrontare un tema rilevante nell’ambito catechetico-pastorale; fare esperienza di modalità di apprendimento diverse da quelle tipiche dei corsi accademici. Anche quest’anno, come da tradizione, l’iniziativa ha visto come protagonisti assoluti gli studenti: tutte le fasi dell’incontro sono state pensate e organizzate da loro. Coordinati dai Rappresentanti di corso, nella settimana precedente hanno fatto pervenire a tutti (studenti e docenti) il materiale sul Sinodo che si riusciva a reperire: non solo il Messaggio e le Proposizioni, ma anche conferenze, interviste, articoli di giornale, … in modo che ciascuno potesse documentarsi e arrivare pronto all’appuntamento. Quindi hanno provveduto alla elaborazione di tutta la strumentazione necessaria per il fruttuoso svolgimento delle attività. Si è fatta così esperienza concreta di corresponsabilità nella progettazione di un’attività. La giornata ha avuto una notevole partecipazione: aiutati da una splendida giornata di sole, un centinaio tra studenti e docenti del DPGC si sono ritrovati nella moderna e funzionale struttura che li ha ospitati. Dopo un momento di accoglienza, alle nove sono iniziati i lavori, con la preghiera e la presentazione della giornata. Il primo momento della mattinata è stato riservato all’ascolto di due partecipanti al Sinodo, mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, e suor Nzenzili Lucie Mboma, FMM, responsabile del SEDOS (Servizio di Documentazione e Studio missionario). I due hanno dato una testimonianza di prima mano sull’evento ecclesiale e hanno dato risposta all’interrogativo: quale uomo, quale fede, quale Dio emergono dai lavori sinodali? Il dialogo che ne è seguito ha consentito di approfondire alcuni temi particolarmente sentiti nella vita delle comunità cristiane. La seconda parte della mattinata è stata occupata dagli workshop organizzati per conoscere e approfondire le Proposizioni del Sinodo. Nei sette gruppi di lavoro sono state affrontate tematiche di interesse per gli studenti del DPGC e di assoluto rilievo ecclesiale come, ad esempio, il rapporto tra nuova evangelizzazione e cultura, il tema della comunicazione e del linguaggio, dei giovani, dell’educazione, degli ambienti e delle alleanze educative, degli operatori pastorali … Dopo

XXIII Viaggio di Studio in Terra Santa: “Alle sorgenti della fede” Anche quest’anno l’Università Salesiana, attraverso il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica (DPGC), ha organizzato dal 30 agosto al 12 settembre, con successo e piena soddisfazione di tutti i partecipanti, un viaggio di studio in Terra Santa che ha toccato il Sinai, la Giordania, la Palestina e Israele. Era il 23° Viaggio. La vita cristiana infatti si nutre di un contatto reale, permanente e competente con quella testimonianza originale e insostituibile della Parola di Dio che è la Bibbia quale codice autorevole del senso cristiano dei luoghi, dei tempi e degli avvenimenti che costituiscono la cosiddetta Terra Santa. Tre gli obiettivi del viaggio: un aggiornamento biblico, storico, esegetico, archeologico; un approfondimento e un’ulteriore qualifica della propria formazione teologica, pastorale e catechetica, a contatto con i luoghi della storia della salvezza; un arricchimento della propria vita personale di fede. E a dire dei partecipanti, un gruppo particolarmente qualificato e pieno di entusiasmo e di attese, sono stati ottimamente raggiunti. Il gruppo si costituiva di 49 persone guidate da tre professori, animatori del Viaggio, don Corrado Pastore (dinamico leader), don Mario Cimosa (competente guida biblica) e don Luis Gallo (fraterna guida spirituale). Gradita anche la presenza per qualche giorno del Rettor Magnifico, prof. Carlo Nanni e del prof. Damasio Medeiros. La maggior parte dei partecipanti erano studenti dell’UPS con un buon gruppo del DPGC o del curricolo di Pastorale Biblica e Liturgica. Altri invece provenivano da alcune Università Pontificie Romane (Gregoriana, Augustinianum, Anselmianum, Lateranum) e tutti da molti paesi del mondo (tra cui: Argentina, Brasile, Cina, Corea, Colombia, Messico, India, Italia). Inoltre qualche amico laico, impegnato nello studio e nell’uso per la vita spirituale della Parola di Dio. La presenza di questi ultimi è stata molto positiva per la loro testimonianza cristiana e perciò veramente motivati per partecipare a questo Viaggio. Tra le novità di quest’anno, molto gradite da tutti: a Cana, due coppie hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali; al Cenacolo, la maggior parte le loro promesse sacerdotali; ad Foto di gruppo a Petra


Il gruppo del Viaggio in Terra Santa a Gerusalemme

Ain Karem, un bel gruppo le loro promesse di vita consacrata. E poi l’incontro con due professori archeologi dell’Ecole Biblique dei Domenicani a Gerusalemme, di cui uno, il prof. Leroy ha presentato il nuovo Progetto che fa seguito alla “Bibbia di Gerusalemme”, “La Bibbia nelle sue tradizioni”. Nonostante tanta diversità di provenienze, carismi e in taluni casi anche di età, è stata facile la conoscenza e l’accoglienza, il rispetto e la condivisione. Tutti si sono sforzati di osservarsi e valorizzarsi come persone chiamate a vivere un’esperienza comune. Significativo che questa ricchezza abbia prodotto e non spento i contributi personali, espressi nelle omelie, nelle preghiere e nelle varie riflessioni svolte; persino le domande che hanno accompagnato gli incontri e le conferenze sono risultate come delle espressioni di sensibilità mai contrapposte. Qualche piccolo disagio per qualcuno dovuto a disguidi dell’Agenzia o a difficoltà nel passaggio di frontiere non ha turbato la gioia dell’insieme e di tutti. La formula che mette insieme visite ai luoghi e lettura della Bibbia, celebrazioni e conferenze, momenti comuni e spazi individuali è risultata ancora quella vincente, non soffocando il legittimo desiderio di riflessione personale. Ottimi anche i sussidi a disposizione, tra cui la guida pratica apprezzata da molti, “Alle Sorgenti della Fede” preparata dai proff. Cimosa e Gallo. Certamente l’impressione generale è stata quella di un gruppo di lavoro e di studio fortemente impegnato. Chi scrive questa breve relazione ha goduto molto notando l’attenzione che gli veniva prestata nell’ascolto delle spiegazioni e vedendo parecchi sempre con la Bibbia nelle mani. Le conferenze di alcuni professori dell’UPS o dei Paesi visitati, su temi biblici, cristiani, ebraici e musulmani, hanno costituito un’ottima integrazione all’esperienza di studio e di spiritualità “alle sorgenti della nostra fede”; il ritorno alle Origini, sulle orme di Gesù di Nazaret, nella città Santa di Gerusalemme e in Giudea. “Come avevamo udito, così abbiamo visto” (Sal 48, 9).

Master per i Coordinatori dell’animazione catechetica diocesana Con la sessione del 29-30 novembre si è concluso il Master di 1° livello per coordinatori dell’animazione catechistica diocesana. L’iniziativa - la prima del suo genere in Italia - è nata da una felice condivisione d’intenti tra l’Istituto di Catechetica (ICa) e l’Ufficio Catechistico Nazionale (UCN), che ha fortemente voluto e sostenuto il progetto. Alla base della proposta formativa sta la consapevolezza che la coordinazione della catechesi è un compito di vitale importanza all’interno della Chiesa particolare, la cui realizzazione necessita di un gruppo di persone «veramente esperte» in materia. In Italia, negli ultimi anni è avvenuto un consistente ricambio dei Direttori degli Uffici catechistici ed è apparsa subito evidente l’esigenza di una qualificazione specifica e di aggiornamento

per loro e per il personale che li affianca a vari livelli nell’animazione catechistica diocesana. Così il Direttore dell’UCN, don Guido Benzi, ha avviato i colloqui con l’ICa che si è reso subito disponibile ad affrontare la nuova “sfida” pastorale. La progettazione ha avuto inizio nell’autunno del 2010 e, dopo circa otto mesi di un lavoro che ha coinvolto tutti i membri dell’Istituto in un confronto costruttivo con istituzioni e persone qualificate, il Master ha avuto l’approvazione del Senato nel maggio 2011 e inizio nell’ottobre dello stesso anno. A questa prima esperienza hanno aderito in 24, tra Direttori d’Ufficio diocesani (UCD) o regionali e collaboratori, provenienti da tutt’Italia e, tra loro, anche un presbitero della Romania. Considerato il fatto che il Master si proponeva finalità non solo di aggiornamento ma anche di formazione di futuri quadri dirigenti, il numero dei partecipanti è stato in sintonia con le aspettative. Si è scelta la formula intensiva: tre giorni di lavoro (dal martedì al giovedì) ogni due mesi circa con una sessione più lunga (5 giorni) nell’estate di quest’anno, per un totale di 1500 ore tra lezioni in presenza o online e di studio personale. Il progetto formativo è stato elaborato e realizzato con la volontà di garantire non solo la conoscenza dei contenuti ma soprattutto la capacità di padroneggiarli, elaborarli, gestirli e applicarli. In questa prospettiva, sono stati trattati in forma laboratoriale vari argomenti centrali per la conduzione degli UCD: l’identità rinnovata della catechesi; la formazione dei catechisti; i contenuti della catechesi e la loro comunicazione, la metodologia con le indispensabili nozioni psico-pedagogiche; i diversi destinatari, con attenzione all’intergenerazionale e alla disabilità, l’organizzazione e gestione degli Uffici. Naturalmente, non mancano gli aspetti migliorabili, ma il bilancio finale è ampiamente positivo. Le valutazioni fatte dai partecipanti sistematicamente sui singoli corsi e poi sull’esperienza in generale, parlano in termini di apprezzamento soprattutto della competenza dei 23 docenti – delle varie facoltà dell’UPS e di altre università pontificie e italiane – che hanno animato le attività; dell’attenzione continua prestata all’applicazione pratica sul territorio dell’insieme di informazioni teoriche fornite; dell’interazione tra docenti e studenti garantita dalla piattaforma online; del clima “universitario” e allo stesso tempo famigliare, com’è caratteristica del nostro ambiente accademico salesiano. La buona riuscita del Master testimonia del corretto discernimento fatto dall’UCN nell’interpretare i bisogni e le attese delle diocesi italiane e nel rivolgersi alla nostra Università. L’ICa, con la partecipazione attiva all’esperienza, conferma la sua volontà di collaborare con la Chiesa italiana e lo sforzo fattivo di radicamento sul territorio, con l’opportunità di divulgare le sensibilità pedagogiche che le sono care. La stima dimostrata ancora una volta nei suoi confronti è stimolo a dare sempre di più un apporto qualificato alla Chiesa che è in Italia e alla Congregazione. La seconda edizione del Master, a partire da gennaio, ne rappresenterà una ulteriore opportunità.

Un gruppo di allievi del Master


Comunicazione

sui temi della Comunicazione Istituzionale con i responsabili dell’Ufficio Stampa e Internet del Senato. Accompagnati dal Decano e dai professori Emiro Cepeda, Emanuela Coscia e Tommaso Sardelli, una trentina di studenti hanno potuto così venire a contatto con una significativa esperienza di organizzazione dell’informazione e della comunicazione presso un’importante istituzione. La dott.ssa Cardarelli, insieme con altri collaboratori, ha illustrato le attività di Comunicazione Istiuzionale del Senato, rispondendo poi a varie domande formulate dagli studenti. Il gruppo ha poi potuto assistere a parte di una seduta in Aula.

A Cecilia Rinaldini il Premio Italia Diritti Umani

Studenti della FSC al Senato

Giornata dei Curricoli alla FSC Gli studenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale hanno celebrato la loro “Giornata dei Curricoli”, lo scorso 14 novembre 2012, con un intenso programma aperto dall’interessante Tavola Rotonda intitolata “Per un giornalismo libero e responsabile. Analisi del caso Sallusti e delle sue conseguenze”. Il caso è conosciuto e gli studenti si sono voluti confrontare con professionisti del giornalismo e della politica per approfondirne valenze e conseguenze. Alla Tavola Rotonda, coordinata dalla prof. Paola Springhetti (Docente FSC e Direttrice Agenzia Young4young), hanno preso parte Giovanni Bachelet (Parlamentare, Docente La Sapienza Università di Roma), Giancarlo Ghirra (Segretario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti), Franco Lever (Docente FSC), Andrea Melodia (Presidente Unione Cattolica Stampa Italiana), Vittorio Sammarco (Docente FSC). Gli studenti hanno avuto modo di riflettere sul rapporto tra giornalismo, etica, politica e potere giudiziario partendo sì da uno specifico “caso” che ha interessato la recente cronaca nazionale, ma che risulta emblematico per una considerazione di carattere più generale e internazionale. Nella seconda parte della mattinata i presenti ha preso parte alla celebrazione eucaristica presieduta dal decano, prof. Mauro Mantovani, durante la quale sono stati ricordati familiari e amici defunti, e commemorato il prof. don Roberto Giannatelli, già Rettor Magnifico dell’UPS ed ex preside dell’ISCOS, l’istituto da cui è nata la FSC. Nel pomeriggio, una rappresentanza si è recata presso il Senato della Repubblica, a Palazzo Madama, per un incontro

Gli studenti ricevuti dagli incaricati dell’Ufficio Stampa del Senato

L’Associazione Free Lance International Press ha assegnato a Cecilia Rinaldini il Premio Italia Diritti Umani 2012. La prof. Rinaldini, giornalista della Redazione Esteri del Giornale Radio Rai, è docente di Comunicazione e politica presso la FSC. Il premio le è stato consegnato lunedì 15 ottobre 2012 a Roma in occasione dell’Incontro della Free Lance International Press dal titolo Civiltà Globale e Diritti Umani. Il Premio Italia Diritti Umani della Free Lance International Press è patrocinato dalla sezione italiana di Amnesty International e dalla Provincia di Roma. Nasce dall’esigenza da parte delle associazioni coinvolte di dare un giusto riconoscimento a coloro che, per la loro attività, si sono distinti nel campo dei diritti umani. In un mondo in cui il profitto sembra essere lo scopo ultimo di ogni intento, bisogna sostenere chi lotta veramente, sacrificando spesso gran parte (o del tutto) la propria esistenza per aiutare il prossimo. I Mass media spesso non prestano la dovuta attenzione al tema dei diritti umani, se non in maniera superficiale. È giunto quindi il momento, non solo di dare un giusto riconoscimento a chi lotta per la difesa dei più deboli, ma anche di parlare su come possano essere tutelati meglio questi diritti che, anche in paesi come l’Italia oltre che all’estero, sono sistematicamente violati, soprattutto nei confronti dei più deboli. Per questo risulta particolarmente significativa, e motivo di grande soddisfazione per la FSC e l’intera UPS, l’assegnazione di questo Premio a Cecilia Rinaldini, come ulteriore riconoscimento del coraggio, passione e conoscenza con cui svolge il suo lavoro, che già le era valso il Premio Archivio Disarmo per la Pace – Colombe d’Oro 2008.

Il contributo al RTFf per il dialogo tra le religioni Quello dei conflitti religiosi è diventato un tema di dirompente attualità che interpella l’impegno di tutti i credenti delle varie religioni perché il dialogo e la non violenza possano determinare i passi praticabili della strategia di pacificazione, per costruire il presente e il futuro delle società. Dietro la qualificazione di “religioso” spesso si nascondono motivazioni di altra natura che hanno bisogno di essere svelate perché il processo di pacificazione sia autenticamente fattibile. Riconoscere le differenze non vuol dire dividere ma arric-


Al centro, Gilli Mendel e Kjartan Leer Salvesen

chirsi vicendevolmente e rilevare valori e segni di pace racchiusi in ogni progetto spirituale contenuto da tutte le religioni. Dio è amore e l’amore si fonda sul confronto, sulla comunicazione e sul dialogo. Il Religion Today Filmfestival (RTFf), giunto alla sua XV edizione, da sempre si è proposto di contribuire alla promozione di una cultura del dialogo e della pace, puntando sul cinema come una delle possibilità concrete di dialogo. Anche la Facoltà da tempo ormai partecipa all’impegno di promozione che si prefigge il RTFf organizzando all’interno delle manifestazioni del Festival un Seminario Internazionale, quest’anno giunto alla quarta edizione, in cui riproporre il tema del RTFf, “Conflitti. Religioni e (non)violenza”, con il confronto di esperti dell’ambito cinematografico in rappresentanza di alcune delle grandi religioni. Il Seminario, che ha avuto luogo nella sede della FSC il 22 ottobre 2012, è stato aperto dal saluto del Rettore, prof. Carlo Nanni, e dall’intervento introduttivo di Katia Malatesta, direttrice del RTFf, che ha moderato il Panel a cui hanno preso parte quattro specialisti e studiosi del campo. Il primo degli intervento è stato di Farzam Amin Salehi (Iran), poeta e scrittore che insegna varie discipline tra cui Sceneggiatura e Filosofia e Storia del Cinema a studenti universitari e attivisti iraniani. Il suo contributo ha evidenziato la relazione tra il cinema internazionale e la religione dopo la Seconda Guerra Mondiale facendo riferimento a film sia europei che iraniani. Il secondo contributo è stato proposto da Kjartan Leer Salvesen (Norvegia), critico cinematografico e professore al Volda University College in Norvegia. Nel suo intervento ha rilevato gli apporti problematici e positivi del cinema per il dialogo interreligioso, soffermandosi in particolare sull’incidenza dei blockbuster nella creazione degli stereotipi, e auspicando il superamento delle false verità attraverso l’educazione ai media. Il terzo intervento è stato quello di

Augustine Loorthusamy

Gilli Mendel (Israele), direttrice del dipartimento Film and Media Education al Jerusalem Film Center. Il suo contributo ha sottolineato la l’esperienza di educazione ai media attraverso la formazione di giovani ebrei e palestinesi nella produzione di cortometraggi sul tema del conflitto, religione e violenza. Infine, Carlo Tagliabue (Italia), docente della FSC, regista RAI, giornalista e critico cinematografico: nel suo intervento ha rilevato frammenti di speranza e profezia per la ricerca di una pace possibile nelle rappresentazioni del cinema contemporaneo. Nel pomeriggio il prof. Peter Gonsalves, docente FSC, ha moderato la tavola rotonda durante la quale i quattro protagonisti del seminario si sono sottoposti alle domande dei presenti in continuità con gli apporti che avevano personalmente offerto nelle riflessioni della mattinata. Il prof. Gonsalves ha prima introdotto l’intervento di Augustine Loorthusamy (Malesia), Presidente Generale di SIGNIS - World Catholic Association for Communication, la cui riflessione ha fatto risaltare il valore del dialogo come via privilegiata e indispensabile per la soluzione dei conflitti e per l’educazione a pacifiche relazioni tra le religioni. Dopo la tavola rotonda, il dottorando della FSC, Norman Peña, ha presentato un suo lavoro dal titolo In the name of God. Narratives of violence and values of the 9/11 tragedy. Dopo la proiezione di tre cortometraggi che hanno partecipato al RTFf e presentati dal prof. Enrico Cassanelli, docente FSC, il prof. Mauro Mantovani, decano FSC e anfitrione del Seminario, ha ringraziato i presenti e i protagonisti dell’evento auspicando una ulteriore e fruttuosa collaborazione con il Religion Today Filmfestival per il futuro, perché anche in questo modo la FSC possa continuare a contribuire alla promozione del dialogo per la pace tra le religioni.

Visita di mons. Bernard Podvin alla FSC Nel pomeriggio di venerdì 30 novembre 2012 il portavoce della Conferenza Episcopale Francese, mons. Bernard Podvin, a Roma in occasione della Visita ad limina al Papa di un gruppo di Vescovi francesi, ha incontrato all’UPS, presso la sede della Facoltà, il Decano e alcuni docenti e studenti della FSC. Scopo della visita è stato un contatto informativo sull’organizzazione dei curricula di studio in atto in Facoltà, uno scambio di riflessioni sulle linee fondamentali della formazione alle scienze della comunicazione dei sacerdoti e dei laici direttamente impegnati nelle diocesi, e l’individuazione di possibili future collaborazioni.

Mons. Bernard Podvin (al centro) insieme ai proff. G. Saija, F. Pasqualetti, C. Alvati e F. Lever


Teologia Prof. Mario Maritano

Nomina di “Ordinario” per il professor Mario Maritano

I proff. A.F. Vincent, M. Midali e B. Bordignon

Istituto di Teologia Pastorale: Don Bosco, un teologo pratico? Lo scorso lunedì 12 novembre presso la sala Juan Vecchi dell’UPS si è tenuta, alla presenza di un centinaio di studenti, dottorandi, docenti ed esperti, la tavola rotonda organizzata dall’Istituto di Teologia Pastorale sul tema: “Don Bosco, un teologo pratico? Lettura teologico-pratica dell’esperienza apostolica di Don Bosco”. Dopo il saluto iniziale del decano della Facoltà , don Antonio Castellano, e l’introduzione al tema dei lavori della tavola rotonda da parte del direttore dell’Istituto, prof. Francis-Vincent Anthony, si è entrati nel vivo del tema di studio. Il prof. Mario Midali, riconoscendo in Don Bosco una progettualità saldamente ancorata alla concreta situazione storica, ne ha presentato il pensiero e l’azione secondo un orientamento teologico pratico. Il prof. Francis-Vincent Anthony ha evidenziato l’attenzione che il Santo fondatore dei salesiani ebbe verso la costruzione pratica del profilo del giovane, come buon cristiano ed onesto cittadino tentando di riformulare, come pista di riflessione, tale espressione in termini di cristiani-cittadini generativi e responsabili. Il prof. Bruno Bordignon ha relazionato sul tema “Don Bosco tra teoria e prassi: un apprendimento e una formazione per competenze”. In essa il relatore ha riletto l’azione educativa del Santo ancorandola alla prassi di Gesù la cui Sapienza ci fa da Maestro usando con noi il metodo dell’imitazione esemplare. Prima della pausa c’è stato spazio per le domande dei partecipanti che sono intervenuti con domande significative alla ricerca di ulteriori approfondimenti. Dopo l’intervallo il prof. Morand Wirth ha relazionato sulla Bibbia come anima pastorale della prassi pastorale di Don Bosco e sull’uso pratico della Sacra Scrittura per l’educazione morale e religiosa della gioventù, e come fonte di vita spirituale ed appello alla santità. Il prof. Antonino Romano ha offerto alcune prospettive catechetico-metodologiche a supporto della riflessione teologica-pratica. A partire dall’ipotesi di ricerca di Don Bosco come catecheta «pratico», e analizzandone la prassi catechistica in sei periodi della sua vita, il relatore ha proposto gli scritti di Don Bosco quali fonti di un pensiero pratico della catechesi. Nell’ultimo intervento il prof. Riccardo Tonelli ha sottolineato la capacità pratica di discernimento individuando alcuni punti salienti e proponendo alcune priorità pastorali da affrontare con la memoria di Don Bosco. Riscrivendo, cioè, nell’oggi ciò che si è decifrato nel cuore appassionato del Santo.

Il 31 luglio scorso, con un decreto del Gran Cancelliere dell’UPS, don Pascual Chávez, è stato promosso “Professore Ordinario di Patristica” della Facoltà di Teologia il prof. Mario Maritano. Nato a Buttigliera d’Asti (Asti), nel 1943, dopo gli studi liceali, ha conseguito la licenza in teologia presso la Pontificia Università Salesiana di Roma, poi il Dottorato in Storia del cristianesimo all’Università statale di Torino. Ha insegnato Storia della Chiesa e Patrologia all’Università Salesiana - Sezione di Torino, nella facoltà di Teologia fino al 1988, poi è stato trasferito a Roma presso l’UPS come titolare della Cattedra di Patrologia. Dal 2001 al 2008 è stato Direttore della Rivista mariana “Theotokos”; dal 2003 al 2005 Direttore dell’Istituto di Dogmatica e dal 2005 al 2011 Preside-Decano della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS. È membro di varie associazioni, come l’Association Internationale des Etudes Patristiques, la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, l’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana, il Gruppo Italiano di ricerca su Origene e la tradizione alessandrina, l’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa), l’Opus Fundatum Latinitas. Ha curato l’edizione dei 6 volumi di Introduzione ai Padri della Chiesa per la SEI di Torino e l’edizione di 9 volumi delle Letture origeniane di varie Omelie di Origene per la LAS di Roma, oltre ad altri volumi. Ha pubblicato numerosi articoli di argomento storico e patristico, riguardanti soprattutto i Padri dei primi secoli (particolarmente Giustino, Origene, Girolamo, ecc.). Ha redatto infine anche diverse voci sui Padri della Chiesa per vari Dizionari.

I 70 anni del prof. Mario Cimosa Nel pomeriggio di martedì 22 maggio, nell’Aula Juan Vecchi dell’Università Salesiana, è stato presentato il volume Sophia - Paideia. Studi in onore del prof. Mario Cimosa «Il timore del Signore è sapienza e istruzione» (Sir 1,27), la miscellanea curata da Gillian Bonney e Rafael Vicent e edita dalla LAS. Il volume raccoglie 25 contributi di altrettanti studiosi per celebrare il raggiunto emeritato del docente della Facoltà di Teologia dell’UPS. Dopo il saluto del decano della Facoltà, prof. A. Castellano,

I proff. M. Cimosa e A.F. Vincent


M. Wirth, M. Cimosa, don Francesco Cereda, don J. D’Souza e don C. Bissoli

sono intervenuti S. Em. il Card. Prosper Grech, professore emerito del Patristicum, che ha offerto una vera e propria Lectio magistralis presentando il suo pensiero sull’importante e discussa questione della Versione Greca dei LXX. S. Ecc. mons. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense, ha poi presentato il volume evidenziando la pluriennale attività di ricerca e di insegnamento del prof. Cimosa sottolineandone soprattutto la grande humanitas e capacità di contatto con i suoi tanti allievi e con tutte le persone da lui incontrate sulla sua strada. Per gli Editori è intervenuta la Dr. Gillian Bonney che ha ricordato la stima e l’affetto di cui il prof. Cimosa è circondato da colleghi e amici di tanti paesi del mondo. Il Card. G. Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, facendo riferimento alla provenienza degli autori presenti nella Miscellanea, afferma: “Attorno a questo vero e proprio maestro di esegesi sembra addensarsi una sorta di ‘nube di testimoni’ analoga a quella evocata dalla Lettera agli Ebrei (12,1). Si tratta di una platea per certi versi planetaria che ha, certo, il suo cuore in Roma con le sue istituzioni accademiche, ma si allarga all’Italia (Milano, Palermo, Sassari), abbraccia l’Europa (da Copenhagen a Tessalonica, da Leida a Malta, da Maynooth a Marsiglia, da Parigi a Friburgo e Mainz) e accoglie voci da continenti più lontani come l’Asia (con presenze provenienti da Bangalore e dal Giappone), l’Africa (Dar-es-Salaam) e l’America (Louisville)”. Il Cardinale Ravasi, nella presentazione contenuta dal volume, sottolinea che “l’arcobaleno dei venticinque saggi raccolti è già disposto secondo tre tonalità cromatiche dominanti. La prima è più ‘tecnica’ e complessa ed esplora per sondaggi un orizzonte a lungo amato e perlustrato dal prof. Cimosa, quello della versione greca dei Settanta. A questo ambito ci introduce anche la premessa specifica elaborata dal prof. Adrian Schenker, professore emerito dell’Università svizzera di Friburgo. È questa la sezione più consistente della Miscellanea, dotata com’è di una dozzina di contributi. […] La seconda tavola del trittico è segnata dai colori omogenei del genere sapienziale, ma con prevalenza di uno dei libri biblici cari al festeggiato, ossia il Salterio. […] Il prof. Cimosa non ha mai dismesso le vesti di pastore. È così che la terza tavola del trittico è contrassegnata dalla presenza di saggi di teologia biblica pastorale. Egli, infatti, ha costantemente messo in pratica in maniera esemplare il duplice volto proprio dell’esegesi cattolica. In analogia con l’Incarnazione, la Bibbia si presenta come Lógos e sárx, ossia come Parola trascendente in parole umane. Una corretta esegesi deve, perciò, tener conto di questa duplicità compatta, perché la qualità trascendente del messaggio s’intreccia inestricabilmente con la sua dimensione storico-letteraria”. “Lo studio delle Sacre Scritture - sottolinea ancora il Cardinale - non può allora essere esaurito dalle pur necessarie metodologie di taglio storico-critico alle quali si giustappone in modo estrinseco l’analisi teologica, quasi si trattasse di due

livelli indipendenti e autonomi. Essi sono distinti ma non separati. Il Papa, infatti, afferma che ‘distinguere i due livelli dell’approccio biblico non significa affatto separarli, né contrapporli, né meramente giustapporli. Essi si danno solo in reciprocità. Un’improduttiva separazione tra essi non di rado ingenera un’estraneità tra esegesi e teologia’ (VD 35). Questo rischio è chiaramente evitato nell’articolazione dei saggi che ora stanno davanti al lettore. Possiamo dire che l’esegesi storico-critica qui applicata si coniuga con l’analisi teologica e l’attualizzazione; anzi, la loro simbiosi, pur nella distinzione, fa sì che la genuina teologia biblica comporti proprio la loro unione, il loro procedere insieme, sia pure con marce e ritmi differenti. E in questo percorso il prof. Mario Cimosa è stato una delle guide più sapienti e uno degli attori più appassionati”.

Docenti UPS al Congresso Mariologico Internazionale Presso l’Antonianum di Roma, dal 4 al 9 settembre 2012, si è svolto il XXIII Congresso Mariologico Mariano Internazionale sul tema: La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive. Il congresso si è caratterizzato per due aspetti: quello mariologico, indagando “ il mistero dell’incarnazione, in cui si scopre la presenza della Vergine Madre” e quello mariano, trasformando in canto di lode e di preghiera la propria fede. Al mattino si tenevano le sessioni plenarie, al pomeriggio i lavori di gruppo nelle 15 sezioni linguistiche, inoltre si interveniva anche alle celebrazioni religiose e culturali. Il presidente del Congresso, il card. Angelo Amato, ha celebrato i vespri e tenuto la prolusione nel pomeriggio del 4 settembre nella Basilica di Santa Maria Maggiore, di fronte agli oltre trecento partecipanti. Due docenti dell’UPS hanno presieduto due momenti del Congresso: il 6 settembre il prof. Mario Maritano, membro del Consiglio dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana e già direttore della rivista mariana Theotokos, ha presieduto i lavori di gruppo; l’8 settembre, al pomeriggio, il prof. Antonio Escudero, membro della Pontifica Accademia Mariana Internazionale, ha moderato la tavola rotonda: Quale mariologia per il futuro?. Al mattino dell’8 settembre, a Castelgandolfo, i partecipanti sono stati ricevuti in udienza dal Papa, che li ha esortati a cogliere e approfondire la singolare figura della Madre di Dio “da prospettive diverse e complementari: mentre rimane sempre valida e necessaria la via veritatis, non si può non percorrere anche la via pulchritudinis e la Il Card. Angelo Anato via amoris per scoprire e contemplare ancor più profondamente la fede cristallina e solida di Maria, il suo amore per Dio, la sua speranza incrollabile”. La sala del Congresso Mariologico Internazionale di Roma


Lettere Studenti dei Corsi di lingue della FLCC

Conclusi con successo i corsi estivi di lingue “Ha celebrato la Messa in italiano ed ha anche tenuto l’omelia!”. Forse queste parole di un superiore religioso che, parlando di un sacerdote della sua comunità, esprimeva la sua sorpresa e il suo compiacimento, sono il miglior commento per valutare l’efficacia dei corsi di lingua italiana che si sono tenuti dal 27 Agosto al 28 Settembre presso l’UPS, organizzati, come di consueto, dalla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. Circa settanta gli studenti di lingua italiana che, divisi in quattro gruppi, hanno seguito le cento ore di lezione sotto la guida degli insegnanti diretti dal professor Antonio Frassanito. Alcuni degli studenti erano giunti già al principio del mese di Luglio per un pre-corso protrattosi anche nel mese di Agosto, attività che ha rappresentato una novità rispetto al passato. Apprezzate sono state le visite culturali opzionali effettuate in luoghi di particolare interesse storico-archeologico. Gli studenti sono stati accompagnati da Caterina Papi e Penelope Filacchione, docenti di storia dell’arte della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. Alla soddisfazione degli studenti ha corrisposto quella dei professori che hanno notato quest’anno un particolare spi-

Consegna degli attestati

rito di affiatamento tra gli allievi, forse perché è aumentato il numero dei salesiani che, spontaneamente, portano sempre una nota di gioia. Anche gli studenti che hanno seguito i corsi di latino erano molto contenti dei risultati raggiunti. Il segreto del successo? L’adozione del cosiddetto “metodo-natura” che permette di apprendere la lingua latina gradualmente e piacevolmente. Passando per le aule, si poteva ascoltare il canto dell’Adoro te devote: l’apprendimento del latino passa anche attraverso il canto! Piccole scene teatrali, invece, sono state improvvisate dal coraggioso drappello di studenti del corso d’introduzione alla lingua greca che hanno concluso le loro lezioni ringraziando il professore con un brevissimo discorso in greco! Nella cerimonia finale di consegna dei diplomi, stampati con gusto per i cento studenti che hanno seguito i corsi, il Preside della Facoltà di Lettere Classiche e Cristiane, professor Manlio Sodi, ha espresso parole di ringraziamento a tutti i protagonisti di questa attività, studenti e professori, e, dopo aver ricordato il valore culturale dell’apprendimento delle lingue, ha augurato a tutti un anno accademico sereno e fruttuoso.

Benedetto XVI istituisce la Pontificia Academia Latinitatis. Don Roberto Spataro è il segretario Il Santo Padre Benedetto XVI, con il Motu Proprio “Lingua Latina”, ha istituito il 10 novembre, la “Pontificia Academia Latinitatis”. Don Roberto Spataro, sdb, professore di Letteratura cristiana antica greca della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche, per nomina pontificia, ne sarà il Segretario. Affiancherà il professor Ivano Dionigi, insigne latinista e Rettore dell’Università degli studi di Bologna. Con questa decisione, il Papa assicura il Suo impegno a promuovere lo studio e la diffusione della lingua e della cultura latina all’interno della Chiesa. Lo scorso mese di Febbraio, in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione della costituzione apostolica Veterum Sapientia, inviò a don Carlo Nanni, Rettore dell’Università Salesiana, una lettera per manifestare il Suo apprezzamento per il lavoro della nostra Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. Essa è invitata ad una stretta ed intensa cooperazione con l’Accademia Latinitatis, secondo lo statuto di questa stessa istituzione. L’Accademia, coordinata dal Pontificio Consiglio della cultura, raccoglie l’eredità della fondazione Latinitas di cui don Cleto Pavanetto, professore emerito della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche, fu a lungo apprezzato presidente. Il 21 novembre il Cardinale Segretario di Stato ha consegnato la lettera di nomina a don Roberto Spataro e agli accademici tra cui sono annoverati altri professori della nostra Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche. Prof. Roberto Spataro


Prof. Remo Bracchi

Prestigioso riconoscimento per don Remo Bracchi “Pubblicazione di straordinario valore scientifico, si impone negli studi lessicografici per accuratezza, ricchezza di vocabolario, presenza massiccia di fraseologia, oltre che per la credibile proposta etimologica”. È questa la motivazione che è valsa il conferimento del primo premio “Caterina De Cio Bellati Canal” a don Remo Bracchi, Docente ordinario di Glottologia e Linguistica presso la FLCC, e al suo collaboratore e discepolo Emanuele Mambretti, per la pubblicazione del “Dizionario etimologico-etnografico dei dialetti di Livigno e Trepalle”. Nelle pagine iniziali del lavoro si afferma che la realizzazione del “Dizionario” è stata simile ad un viaggio avvincente, ricco di scoperte, emozioni e, soprattutto, di umanità. Don Remo Bracchi, autore di numerose opere lessicografiche, si è imposto nel panorama scientifico internazionale come un esperto glottologo, capace di ricostruire, attraverso le etimologie e i significati delle parole, lo scenario di civiltà antiche che ancora oggi hanno molto da insegnarci. Il premio è stato assegnato a Belluno il 24 novembre scorso dal Vescovo locale, Monsignor Giuseppe Andrich, alla presenza di numerose personalità religiose e civili.

Diritto Nomina Pro-Decano della Facoltà Con lettera del 2 ottobre 2012 Il Gran Cancelliere, Rev. don Pascual Chávez, ha nominato Pro-Decano della Facoltà di Diritto Canonico, il prof. don Sabino Ardito, Docente emerito della stessa Facoltà e Vicario Giudiziale [Presidente] del Tribunale di Prima Istanza del Vicariato di Roma per le cause matrimoniali del Lazio. Il Gran Cancelliere ha inteso con questa nomina concludere la pausa di riflessione stabilita due anni fa e affidare al ProDecano anche il compito di revisionare la programmazione didattica della Facoltà, che riaprirà le normali iscrizioni sia al Biennio propedeutico sia al Ciclo di Licenza per il prossimo Anno Accademico 2013-2014. Le iscrizioni al Ciclo di Dottorato sono aperte già per il 2° semestre dell’Anno Accademico in corrente. A norma dei St. 163, l’ammissione al Dottorato - che si pro-

trae per almeno 2 semestri - esige come unico requisito valido la conseguita Licenza in Diritto Canonico anche presso altre Facoltà ecclesiastiche, con un minimo di votazione conclusiva di 26/30 [o equivalente]. Le discipline obbligatorie proposte per questo anno di Dottorato sono: DB0002 Latinitas canonica [2c – 3CTS] e DB0709 Corso monografico speciale sul processo amministrativo penale, con particolare riferimento al delitto di abuso sui minori [2c – 3CTS] Lo svolgimento sarà residenziale: Si terranno 16 lezioni frontali [8 per ciascun Corso] nella 1ª settimana di marzo [giorni 4-8], 16 nella 2ª settimana di aprile [giorni 9-12] e 16 nella 3ª settimana di maggio [giorni 13-17]. Per ulteriori informazioni contattare il Pro Decano ai numeri telefonici: 06-698.93.717 [di mattina] e 06-87.290.250.

Prof. Sabino Ardito


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notizieups•L’Evento

Aperta allo Spirito per unire scienza e sapienza

L’Omelia di don Chávez

di Renato Butera

ome da tradizione, la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza è stato il luogo dove la comunità accademica ha celebrato l’eucaristia per la solenne Inaugurazione dell’anno accademico 2012-2013. Ha presieduto l’eucaristia don Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore dei salesiani di Don Bosco e Gran Cancelliere dell’UPS. Tra i concelebranti anche il Nunzio apostolico mons. Alberto Tricarico, don Francesco Cereda, Consigliere generale per la Formazione dei salesiani, e mons. Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per l’Educazione, la scuola e l’università. Erano presenti anche i rappresentanti di alcune Ambasciate presso la Santa Sede. Il Rettor Maggiore ha avviato la sua omelia indicando alcuni eventi che caratterizzano l’anno accademico che si apre, “stimoli per il rinnovamento spirituale”, come li ha lui stesso definiti. Si tratta del 50 anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, del Sinodo dei Vescovi, dell’Anno della Fede indetto dal Pontefice, e del secondo anno di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco. Partendo dalla considerazione che tutto “il mondo è diventato terra di missione”, don Chávez ha individuato i “nuovi scenari in cui si vive la vita umana e si sviluppa la missione della Chiesa”. Tra gli altri, l’attuale contesto economico, messo alla prova da una crisi senza precedenti; il quadro politico mondiale con l’incidenza degli Stati del mondo islamico e quelli emergenti dell’Asia; la ricerca scientifica e tecnologica; e infine la comunicazione sociale e le sue sfide. Il Rettor Maggiore, richiamando l’immagine della “desertificazione spirituale” usata da Benedetto XVI, ha invitato i presenti a riscoprire “la gioia di credere” e la sua “importanza vitale” in quest’anno della Fede, e a prendere parte alla chiamata della Chiesa che invita all’impegno della nuova evangelizzazione caratterizzata da risposte positive di “credenti gioiosi e convinti” alle necessità dell’uomo. La comunicazione della fede “si realizza in un grande clima di libertà e di proposta che si apre all’interazione con tutte le culture, al dialogo interreligioso, all’ecumenismo fra i cristiani delle diverse confessioni, all’inculturazione lì dove viviamo”. Applicando i testi biblici della liturgia alla realtà universitaria dell’UPS, il Rettor Maggiore ha individuato tre “piste di soluzione per i grossi problemi odierni”. La prima. Don Chá-

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vez ha affermato che essendo la Chiesa nata dalla comunicazione dello Spirito, “produce la comunicazione del Vangelo in lingue”. La “forza unificante” dello Spirito trasforma gli apostoli e li rende capaci di annunciare nella varietà delle lingue, e quindi dei contesti geografici e culturali, l’unica verità del Vangelo. Il Vangelo è ancora oggi “forza unificante” per la costruzione dell’Europa. Non si può ottenere una effettiva e solida “Comunità Europea” prescindendo dallo Spirito, “che è quello che crea l’unità nella diversità”. Babele e Pentecoste sono due modelli di comunicazione che hanno differenti obiettivi: il primo l’affermazione di se stessi e del proprio nome, la “volontà di potenza”; il secondo non cerca l’autoaffermazione ma quella di Dio, che è garanzia per il bene di tutti gli esseri umani, una “volontà di servizio”. “Ogni iniziativa umana, civile o religiosa, privata o pubblica, è davanti a una scelta: o diventare Babele, o ripetere Pentecoste. O l’autoaffermazione a scapito degli altri, che porta alla disintegrazione sociale, o l’affermazione dell’altro, che porta all’unità. O la prevalenza dell’egoismo e la manipolazione dell’altro, o il primato dell’amore e il rispetto dell’altro”. Ogni uomo, e ogni cristiano, deve sapersi collocare dalla parte giusta. Seconda pista. Il Rettor Maggiore ha premesso che non ci si può illudere di essere “uomo spirituale” se non si è “servo di Immagini dell’Eucaristia per l’Inaugurazione dell’Anno Accademico


Gesù”. Questa è la prospettiva per vivere in modo “cristiano” il servizio nella sua multiforme varietà. La varietà del servizio non deve però generare concorrenza, come era avvenuto per i cristiani di Corinto, protagonisti del brano biblico commentato da don Chávez. “La diversità non deve favorire lo scontro né la competizione, ma l’unità e la comprensione”, e deve tendere allo stesso fine: l’utilità comune. Il messaggio è chiaro per ogni organismo complesso, sia spirituale e religioso, che umano e sociale: “Quando non tende a costruire il «tutto», il «molteplice» diventa un principio di dissoluzione dell’organismo”, ha affermato. La perdita di rilevanza sociale della Chiesa, applicabile anche agli organismi governativi e di amministrazione politica e sociale, può corrispondere alla “perdita della sua identità e missione”. In particolare, l’avvenire del Cristianesimo in Europa dipenderà “dalla forza della sua testimonianza come comunità di amore, che vive, celebra e comunica la sua fede, dalla sua capacità di servizio specialmente ai più poveri ed emarginati, dalla sua credibile esperienza di Dio, dalla sua vissuta proposta culturale alternativa”. Terza pista. Il Rettor Maggiore ha indicato nel “perdono” e nella “riconciliazione” le modalità privilegiate per “essere uomini nuovi” e “fare nuova l’umanità”, senza dimenticare però che si è nuovi grazie allo Spirito dato dal Risorto, unico a dare coraggio a ogni svolta della storia e della società. Lo Spirito è il “principio dell’identità, cioè della distinzione dal mondo”, che assicura fedeltà alla “causa” di Cristo, che è il modo di servire il mondo della Chiesa. “Ciò di cui ho paura - ha detto il Rettor Maggiore - è di una vita cristiana insignificante; e il cristiano non significa nulla, non ha nulla da dire, non dà fastidio a nessuno, quando non è spirituale”. Perciò non si deve cedere a “soluzioni facili” per rimediare ai vuoti, né rinunciare agli ideali cristiani o ridurre le proprie pretese per ottenere successo. “La rilevanza della fede oggi dipende dalla sua identità e non dal grado di accoglienza sociale”, ha dichiarato don Chávez specificando che “occorre giocare al rialzo e osare la chiarezza, ossia dire apertamente chi siamo, che cosa vogliamo, che cosa chiediamo, senza attenuare le pretese ed esigenze”. E ha concluso con una richiesta alla comunità universitaria UPS: “Aperta allo Spirito, sì da unire scienza e sapienza, fare dell’umiltà la strada per la verità e il servizio”.

Prof. F. Pasqualetti


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notizieups•L’Evento

La speranza è nella nostra indole

Relazione introduttiva del Rettore, don Carlo Nanni sintesi di Renato Butera

re grandi evidenze venute alla ribalta che in questo anno accademico incideranno profondamente su quotidianità e intenzionalità progettuale dell’UPS: la grave crisi economica, l’indizione dell’Anno della Fede, la preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco, quest’anno incentrata sull’approfondimento del Sistema Preventivo Salesiano. Tre evidenze che costituiscono un “ambiente vitale” e che cadenzeranno la vita universitaria incidendo sulle iniziative da preparare. La Relazione introduttiva del Rettore Magnifico per la solenne inaugurazione dell’anno accademico ha avuto questa premessa prima di sviluppare tre nuclei tematici. Il primo si è incentrato sull’Università come luogo, pratica e formazione alla vita buona secondo il Vangelo. I vescovi italiani hanno indicato nella “vita buona secondo il Vangelo” il fine proprio di un’educazione integrale e adeguata al tempo che viviamo. Il Rettore ha richiamato i tratti peculiari indicati dal n. 34 degli Orientamenti Pastorali della CEI sottolineando la prerogativa educativa che per l’Università Salesiana diventa specificazione identificativa. Don Nanni ha rilevato come nella qualità di bontà della vita sia contenuto un “ideale di perfezione umana”. Non si tratta solo di “vita giusta”, cioè “conforme agli ideali e alle regole della legge morale, e ispirata al senso del dovere nei confronti di queste regole, ideali o orizzonti valoriali condivisi”, ma si qualifica integrandosi e realizzandosi come “vita buona”. L’’ideale di vita buona “muove il desiderio a operare e agire bene, in quanto si ha fiducia che sia possibile vivere una vita compiuta e, in questo senso, felice”. La vita buona degli Orientamenti Pastorali della CEI è quella che si definisce alla luce del Vangelo che ha Cristo come “orizzonte, modello e fonte di energia del processo di crescita”. L’eudaimonia aristotelica per il cristiano trova la sua sorgente nella buona novella che è l’energia per il conseguimento della umanità e della felicità. L’azione educativa innestata sul Vangelo realizza in pienezza la “figliolanza con Dio”, valorizza il presente e collega intrinsecamente alla vita divina e al mistero Trinitario. In que-

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sta luce si comprende facilmente come una Università cristianamente ispirata viene a essere una istituzione sociale, civile ed ecclesiale di formazione, e luogo privilegiato per vivere e formarsi alla vita buona secondo il Vangelo. In essa si vengono a strutturare, configurare, consolidare gli “intellettuali” della società civile ed ecclesiale, destinati a formare il consenso e a formare i formatori di chi avrà un ruolo assolutamente privilegiato ai fini di una vita sociale buona, equa e solidale. Il compito di docenti e studenti dell’UPS, “in quanto università pontificia”, secondo il Rettore è “di individuare nuove espressioni per essere Chiesa, e ricercare un nuovo modello di essere Chiesa”. Ciò si realizza grazie a una “seria e scientifica formazione al ruolo, ma anche una solida formazione della personalità che coniughi virtuosamente competenza culturale, disciplinare e didattica con autonomia personale, psicologica, intellettuale, spirituale e relazionale; e che porta a una pratica educativa competente, fondata sui saperi e sulle tecniche della comunicazione didattica, ma radicata su personalità solide e aperte”. È questo un modello di formazione che oltre a educare le competenze, ha a cuore la cosiddetta “personalità di ruolo” in cui si manifesta la felice sintesi delle virtù dianoetiche, o della mente (intelligenza, senso critico, artisticità, progettualità, capacità tecnica-operativa...), delle virtù cardinali, o del comportamento (prudenza, fortezza, giustizia, temperanza), e delle virtù teologali, o della relazione (fede-fiducia, speranza-apertura, carità-solidarietà-dedizione-oblatività). “La nostra Università - afferma il Rettore - ha questa pretesa nel quadro della sua proposta formativa e anche quest’anno si darà particolare cura di renderla effettiva, per studenti e docenti nell’orizzonte di un crescere insieme in una vita umanamente degna e cristianamente profonda”. Il secondo nucleo della riflessione del Rettor Magnifico si è focalizzato sul tema del modello generale dell’apprendimento e della formazione basate sul vivace dialogo della razionalità dilatata e dell’intelligenza della fede. L’orizzonte è quello della


Nuova evangelizzazione. Per un ambiente come quello universitario, ciò implica l’annuncio formativo “della visione cristiana della persona e della realtà, nel circuito razionale o perlomeno ragionevole della vita personale e collettiva, con attenzione specifica agli scenari attuali determinanti la ricerca della verità”. Per aderire alle indicazioni del Papa, le iniziative in programma per quest’anno avranno come prospettiva la rilettura dei testi del Concilio Vaticano II per favorire come “universitas, cioè tutti insieme”, una evangelizzazione della cultura, “individuando, interpretando e orientando idee, valori di sempre e nuovi per uno sviluppo integrale dell’uomo, portandolo ad altezza accademica”. La via “regia” per conseguire questo obiettivo è il dialogo tra fede e ragione. Sul piano della ragione, per uscire da “polarizzazioni estremizzate” e riguadagnare un tipo di razionalità a “misura d’uomo”, occorre integrare i molteplici modi con cui si arriva alla conoscenza, associare gli apporti di ogni disciplina e scienza, cogliere la possibilità, coniugare con equilibrio il proprio e l’altrui, pensare “glocalmemte”, cioè “tenendo sempre presente, pur distinguendoli, il locale, il nazionale, l’internazionale, il mondiale, l’umano”. Sul piano della fede, occorre cercare l’intelligenza della fede per non rischiare di cadere nel fanatismo, nell’intolleranza, nella chiusura e “incomprensione della stessa fede”, in modo da rendere ragione della speranza che è nei credenti cristiani, dialogare con chi non crede o ha un’altra fede, per “capire la forza profonda e intrinseca del misterium Fidei”. Il terzo nucleo di riflessione infine ha avuto come focus la partecipazione alla vita della Congregazione salesiana nel secondo anno di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco. Il leit-motiv che guiderà la Congregazione salesiana è il sistema educativo di Don Bosco, la “pedagogia della gioia”, come ama definirla il Rettor Maggiore e Gran Cancelliere, don Pascual Chávez. Non si tratta di un approccio intellettuale, ma pratico, vitale. Lo studio della pedagogia salesiana va però promosso per aggiornarla secondo le esigenze del nostro tempo. Il Rettore ha annunciato varie e importanti iniziative, la prima delle quali ha avuto già il suo svolgimento e cioè la pubblicazione della vita dei tre giovani dell’Oratorio di Valdocco nell’edizione critica del prof. Aldo Giraudo, distribuita alla comunità docente dell’UPS; così pure le varie iniziative programmate dal curricolo di Spiritualità della Facoltà di Teologia; e ancora un convegno sull’educazione da celebrare nel mese di marzo prossimo. Il prof. Nanni ha poi richiamato gli spunti offerti dal Rettor Maggiore nella sua lettera di chiusura della “Visita d’Insieme” articolandoli su tre aree su cui è stata organizzata la lettera di conclusione. Nella prima delle aree si suggerisce il “rafforzamento dell’identità carismatica” che implica lo sviluppo del dinamismo vocazionale e apostolico di ogni docente salesiano e non. Nella seconda area si suggerisce la cura dell’accompagnamento del docente predisponendo un progetto formativo in stile di educazione permanente. La terza area ha come nucleo tematico la sperimentazione di un nuovo modello di gestione. Sintetizzando, il Rettor Magnifico ha colto nel messaggio di don Chávez per la Visita d’Insieme “un doppio movimento ispirativo: quello della ricerca del-

l’unità e quello della semplificazione”. E ha accolto l’invito del Gran Cancelliere fatto all’Università di contribuire con efficacia alla riflessione della Congregazione su alcuni importanti punti visti come “campi da esplorare e approfondire per il bene di tutti”. Tra gli altri: le necessità della Congregazione, il ripensamento della pastorale giovanile, il rilancio della catechesi, l’emergenza educativa, l’approfondimento della pedagogia salesiana e l’attualizzazione del sistema preventivo, gli studi salesiani, il Progetto Europa, l’attenzione alla famiglia, la comunicazione sociale e la nuova cultura mediatica, il rapporto tra educazione ed evangelizzazione. Campi tutti in cui l’Università di Don Bosco per i giovani può offrire la sua riflessione e consulenza accademica. A conclusione, dil prof. Nanni ha invitato tutti alla speranza e all’impegno per contribuire alla costruzione di un futuro “buono” soprattutto per i giovani, illuminato dalla luce del Vangelo, così come auspicano i Vescovi italiani e il Papa Benedetto XVI in modo particolare. Al Papa si è riferito a conclusione del suo intervento: “La speranza che si rivolge a Dio non è mai speranza solo per me, è sempre anche speranza per gli altri: non ci isola, ma ci rende solidali nel bene, ci stimola ad educarci reciprocamente alla verità e all’amore”. Nelle foto delle due pagine: momenti dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico


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notizieups•L’Evento

L’intervento del prof. Andrea Riccardi Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione di Renato Butera

uelli della integrazione e della cooperazione sono due temi impegnativi che da sempre stanno a cuore al Ministro Riccardi. Sfide e doni che si completano con altri due termini scelti per la riflessione che il Ministro “professore” ha proposto alla comunità accademica dell’UPS, riunita per la solenne inaugurazione dell’anno accademico 2012/13: speranza e futuro. I quattro termini insieme rappresentano una grande responsabilità e opportunità per un domani migliore. Il primo dei termini è l’integrazione, immediatamente collegata all’immigrazione e agli effetti a catena del fenomeno della globalizzazione. L’immigrazione mette in crisi le società poiché cambia l’omogeneità del profilo delle società stesse rendendolo plurale: vivere insieme tra diversi è una delle grandi sfide del nostro tempo, poiché implica una convivenza il più possibilmente armonica dell’interetnico, dell’ interculturale, dell’interreligioso. “Siamo tutti uguali, ma siamo anche tanto diversi”, commenta il Ministro. In questo contesto, il vuoto di prospettive generato dallo stato di crisi cronica che sta attraversando la società genera indolenza, intolleranza, conflitto, un “clash of civilizations”. Ma ciò non può rappresentare una prospettiva di futuro accettabile: “Un modo di vivere plurale, interculturale, è da assumere sempre più come dato strutturale, e non transitorio, della storia di questo inizio millennio”. La consistente presenza di immigrati non è solo un dato demografico, ma anche economico, strutturale, incide sulla ri-

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Integrazione e cooperazione speranza di futuro definizione le culture europee. “Già viviamo insieme, e con grandi vantaggi reciproci”. “Credo profondamente che la civiltà del domani sarà una civiltà del convivere”. È la fede del Ministro Riccardi, che ha aggiunto: “Convivere è sempre difficile… un’arte da imparare e coltivare. Ma è la grande alternativa al clash”. Richiede “pazienza, impegno, ingegno, capacità di comprensione. Richiede regole e cultura, e un investimento serio sull’integrazione”. L’integrazione è un lungo e difficile processo che compie passi nuovi e inconsueti verso l’altro, “per non chiudere o non chiuderci in qualche ghetto”. L’integrazione è una grande sfida culturale ed educativa, “una necessità di empatia, di una simpatia che faccia cadere i muri, che aiuti ad accettare il fatto che le identità si ereditano, ma si costruiscono anche”, nel rispetto delle tante differenze. Suggerisce Riccardi: “Si tratta di proporre il profilo culturale e umanistico italiano, affinatosi nei secoli, a gente che non è di origine italiana”, in cui “il riguardo alla vita, la centralità della persona, il valore della famiglia e del lavoro, lo stato di diritto, sono i pilastri”, e insieme alla lingua, sono “il cuore di ciò che possiamo e dobbiamo trasmettere agli italiani di domani, qualunque sia il loro cognome o il colore della loro pelle”. L’Italia è “timidamente” presente in questo processo di integrazione. Deve però scommettere in maniera sempre più “cosciente, convinta, partecipe” sul progetto di cooperazione, secondo termine-pilastro della prolusione del Ministro Riccardi, superando la concentrazione “provinciale” sui propri problemi interni, un “circolo vizioso di ripiegamento su di sé e di miopia”, e destinando più risorse all’aiuto allo sviluppo internazionale. Si ha l’idea sbagliata che la cooperazione è un “lusso” da riservare sono nelle stagioni migliori. “Si sono volatilizzate le reti di solidarietà che ci avevano fatti più grandi e amati nel mondo”, sottolinea con amarezza Riccardi. “Lavorare per rimuovere i pesi che gravano su milioni di persone nel mondo è un grande compito, un dovere di tutti”. La cooperazione è una vocazione, “una scelta di vita”. Montare muri o barriere in nome di una presunta promozione locale accrescono “allarmismo e spaesamento” e diffondono “pessimismo e disperazione”. Solidarietà e cooperazione sono invece “la risposta più vera ed efficace alle difficoltà dell’esistenza e della coesistenza”, poiché “la ricerca di un benessere solitario è davvero un’illusione suicida”. La scelta egoista non porta da nes-


suna parte, non salva e fa perdere anche quello che si pensa di aver ottenuto. La cooperazione è espressione del “pensiero plurale”, l’energia necessaria per affrontare e superare la complessità delle grandi sfide del mondo globalizzato. Non si può stare fuori in un mondo dove si manifestano novità sempre più complesse ed eterologhe. Riccardi ne indica alcune e più evidenti: il mondo asiatico che vive l’esaltazione del proprio successo economico; l’Africa in cui sono contenute la maggior parte delle risorse minerarie e agricole del pianeta; la rivoluzione culturale del Nord Africa e del Medio Oriente e la lotta ai Il prof. Gf. Coffele, regimi autoritari; la il Ministro A. Riccardi conquistata autonoe il Rettore C. Nanni mia dell’America Latina. Pensarsi “con” è dunque una “prospettiva ampia e lungimirante”, una strada “per ritrovare un ruolo e una missione, come sistema Paese, in un mondo diverso da quello cui eravamo abituati”. La cooperazione diventa così un tratto peculiare del rinnovato e moderno umanesimo italiano. E diventa anche un investimento, “nella sicurezza, nell’economia, nella mentalità”. E ogni investimento dà i suoi frutti”. Rivolgendosi ai giovani studenti il Ministro Riccardi ha affermato che “il ritrarsi dalla cooperazione è stato anche un attentato al futuro”, poiché “un paese ripiegato su di sé, sui suoi particolarismi, sui suoi localismi, declina”. Un Paese che si chiude alla cooperazione è destinato a declinare, mentre un Paese che coopera cresce, poiché “alza lo sguardo, si mette in gioco, dà e riceve, ha fiducia in sé e negli altri, è radicato nel presente e crede nel futuro”. La cooperazione così intesa non è un lusso, ma un’opportunità, un’occasione da cogliere. “Chi fa cooperazione scopre il mondo. E lo rende migliore”. E vive già il futuro poiché il futuro è incontro con l’altro, estroversione: “chi si apre a una visione plurale e solidale, fiduciosa e partecipata, è l’ambasciatore dell’Italia nei territori del futuro”. Concentrarsi solo sul presente è pericoloso, ha avvertito Riccardi, poiché riduce prospettive e non aiuta neanche a vivere bene il presente. Concentrarsi sul presente è espressione di crisi e della paura del futuro che percorre le società. Ma è segno di invecchiamento. Il Ministro cita il “giovane” Karol Wojtyła: “L’uomo soffre soprattutto per mancanza di visione”. E invita a guardare al futuro con speranza e fiducia, in una visione acuta e lungimirante: “Tutti noi possiamo cambiare in meglio questo tempo e il tempo che verrà”, superando pessimismo e rassegnazione. “Lo dico in una Università salesiana dove il futuro dei giovani è la più grande priorità”, ha sottolineato. E al futuro si guarda insieme agli altri, in sinergia di interessi e prospettive differenti, poiché “le costruzioni pensate senza tenere conto degli altri, del mondo circostante, sono le più fragili”. L’attuale crisi, oltre a essere economica è anche sociologica e antropologica. Per affrontarla, il Ministro suggerisce la ricostruzione delle reti associative che hanno fatto la storia italiana antica e recente. Difficoltà e fallimenti vanno affrontati e superati insieme, in rete. Oggi quelle reti sono esse stesse in crisi. Riccardi fa riferimento ai partiti politici: “perdono tempo a litigare, e nei personalismi. Si preferisce stare in televisione, e non fra la gente”. Navigare in solitario fa per-

dere punti di ancoraggio e produce disorientamento. “Da soli - dichiara il Ministro - è più difficile costruire il futuro. È più difficile scorgerlo”. Ogni Università, e nello specifico quella Salesiana, è “un luogo alto, plurale, pensato per progettare il futuro, per forgiarlo formando le giovani generazioni, condividendo con loro un sapere e delle visioni affinatisi nei secoli”. L’università - per il fatto costitutivo di essere un luogo di ricerca, di elaborazione, di dibattito - “è un indirizzo cui rivolgersi per capire il presente, una torre dalla quale volgere lo sguardo al futuro”. E il mondo salesiano “ha sempre inteso e saputo guardare all’oggi e al domani degli uomini, e agli uomini dell’oggi e del domani”. Il Ministro indica come esempio Don Bosco che ha saputo cogliere la novità dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione senza rimanerne indifferente. Fonda l’opera degli Oratori per l’educazione e la formazione degli emigrati nelle grandi città industriali, e accetta di costruire la Basilica del Sacro Cuore, accanto alla Stazione Termine di Roma, crocevia di folle che arrivano e partono, figura del secolo delle masse, della futura globalizzazione e anticipazione delle migrazioni. “Il carisma salesiano si è saputo fare accanto alla gente, nello scorrere dei giorni”, mettendosi accanto a gente spaesata e offrendo un orientamento. “Chi sa a cosa guardare, vive meno la paura, coltiva di più la speranza”. La speranza, l’ultimo caposaldo della riflessione di Prolusione del Ministro Riccardi. La speranza si apre sconfiggendo il potere inibente della paura. Il non avere paura fu il monito programmatico di Giovanni Paolo II, ricorda il Ministro: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”. Perciò il Papa polacco, riconosciuto come Beato dalla Chiesa, è stato un “testimone della speranza”. La speranza si riceve come eredità dalle generazioni che impegnandosi hanno costruito l’oggi, e non è un ottimismo vuoto, astratto, sganciato dalla realtà. Per il Ministro bisogna far rivivere la cultura della speranza. È cultura, etimologicamente è “qualcosa cui si giunge coltivando e coltivandosi, lavorando insieme, impegnandosi tenacemente, ogni giorno, nella semina, nella cura di ciò che cresce e di ciò che non cresce abbastanza, nel raccolto”, è un atto di paziente e fiduciosa educazione. La speranza non si costruisce nell’ignoranza, né nella solitudine. Va colta nei segni dei tempi e implica comprensione, dedizione. Vincere l’ignoranza (e a ciò è chiamata una Università) “è già vivere un messaggio di speranza”. Camminare insieme, inoltre, sconfigge solitudine e paura. Perciò sono necessari le reti, l’intessere di “tessuti sociali”, comunitari e associativi, che sviluppino legami fiduciosi tra la gente: “C’è un clima d’incontro e di sostegno reciproco da recuperare”, sostiene Riccardi. “È così che la speranza rientrerà nell’orizzonte della nostra società”. E anche se siamo immersi nella complessità e nelle difficoltà della storia “il nostro è un tempo bello”, ha aggiunto. “Sì, lo sentiamo, lo vediamo. Nonostante tutto: il tempo della speranza. Non vogliamo che la paura, l’ignoranza compiaciuta, l’autosufficienza triste, la chiusura, indeboliscano o spengano questa visione”.


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notizieups•Il Punto

Non c’è giornalismo senza ricerca della verità di Ermanno Giuca

il caso Sallusti scorso 14 novembre 2012, in occasione della giornata dei curricoli, la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università salesiana, ha ospitato una tavola rotonda dal tema “Per un giornalismo libero e responsabile. Analisi del caso Sallusti e delle sue conseguenze”. Relatori dell’evento sono stati Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Giovanni Bachelet, parlamentare e docente presso l’Università “La Sapienza”; Andrea Melodia, presidente UCSI - Unione Stampa Cattolica Italiana; Paola Springhetti e Vittorio Sammarco, docenti di giornalismo presso la Facoltà. La tavola rotonda si è aperta con la ricostruzione del caso “Sallusti”, affidata a Franco Lever (docente di teoria e tecniche della televisione presso la FSC), il quale ha dettagliatamente delineato la genesi e le tappe dell’ormai noto processo, che ha visto un direttore di giornale, Alessandro Sallusti, condannato perché il giornale da lui diretto, “Libero”, nel 2007, ha pubblicato un articolo diffamante nei confronti di un magistrato, e basato su notizie false. Dopo ripetuti ricorsi in tribunale il giornalista oltre al pagamento

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di una multa pecuniaria, dovrà scontare una pena carceraria di 14 mesi. Un caso che ha visto coinvolti sia il mondo dell’informazione, certo che un giornalista non possa scontare la reclusione per il reato di diffamazione a mezzo stampa, sia il mondo politico il quale, nel dibattito su una possibile riforma della legge, nato a seguito della condanna di Sallusti, ha mostrato di essere più preoccupato di tutelare i propri interessi da possibili scandali giornalistici scomodi che non di difendere la libertà di stampa. La riforma, infatti, avrebbe dovuto difendere la libertà di espressione, di critica e di informazione, stabilendo per il reato di diffamazione pene che non fossero il carcere. Ma il provvedimento si è fermato in Senato, dove con voto segreto è stato votato un emendamento che andava in senso contrario, in quanto reintroduceva il carcere. Ma allora, qual è il ruolo del giornalismo in una democrazia? Il giornalismo non era il famoso “cane da guardia” del potere? E il singolo cittadino, ha ancora il diritto di essere informato correttamente? «L’Ordine dei giornalisti - ha affermato Ghirra - viene sempre visto come una casta che


tutela i propri aderenti. In realtà l’Ordine è stato voluto dal Parlamento della Repubblica per garantire i cittadini e per sanzionare quei giornalisti che non rispettano la correttezza dell’informazione». Il primo passo che un giornalista dovrebbe compiere davanti all’evidenza di una notizia falsa è la rettifica. “Ci sembra che in una democrazia il carcere sulle opinioni sia un fatto grave!”, ha detto Ghirra, ma la politica, anche se si sente spesso oggetto di linciaggio mediatico, non può reagire partorendo “ipotesi di provvedimento pericolose per la libertà di informazione, come avvenuto in Senato. Abbiamo chiesto al Parlamento di legiferare in modo costruttivo e abbiamo ricevuto meri atti vendicativi”. La risposta è affidata all’onorevole Giovanni Bachelet che, di contro, ha risposto: “Più da cittadino che da recente deputato. ho l’impressione che un problema con i giornalisti ci sia. Ho vissuto in altri due paesi - gli Stati Uniti e la Germania - e in ambedue ho visto in prima pagina articoli che si intitolavano correzioni con la stessa grandezza di carattere delle altre notizie. In Italia on è mai accaduto e questo è sintomo che i direttori ritengono opportuno inserire le rettifiche in posti meno evidenti”. Per il deputato la questione non si rivolverebbe neanche con leggi che prevedano pene più gravi: rischierebbero di essere usate discrezionalmente per intimidire giornalisti e testate. Sarebbe facile farlo per chi dispone di ingenti mezzi per pa-

gare avvocati e supportare cause onerose. Sarebbe più utile, secondo Bachelet, una legge equilibrata che tutelasse, innanzitutto, il diritto del cittadino di essere ben informato. La ricerca della verità dovrebbe essere al primo posto, nella scala dei valori di un giornalista ma, probabilmente, neanche questo basta. Andrea Melodia, infatti, ha affermato: “La deontologia non basta. Qui si parla di etica professionale come manifestazione pubblica di comportamenti personali. Un’etica che non riguarda solo la casta dei giornalisti, ma il più ampio raggio dei comunicatori che diffondono notizie attraverso i più disparati mezzi di comunicazione. E, non per ultimo, anche nel mondo cattolico bisogna lavorare per richiamare un supplemento di attenzione etica”. Infine, è stata posta dagli studenti una domanda chiara e concisa: oggi vale ancora la pena intraprendere una carriera lavorativa come quella giornalistica? Vittorio Sammarco ha risposto: “Da docente, da giornalista e da papà - ho un figlio della vostra età al quale mi rivolgerei allo stesso modo - l’augurio che vi posso fare è di essere molto esigenti con voi stessi e verso il vostro livello di qualità. Innalzate quanto più il livello di studio, analisi e strumentazione tecnica per svolgere al meglio il vostro lavoro, con un’attenzione particolare verso chi sbaglia. Un lavoro del genere, svolto mediocremente, non renderà molto, dunque puntate sempre più in alto”. Nelle due pagine i relatori della tavola rotonda: F. Lever, V. Sammarco, P. Springhetti, G. Ghirra, A. Melodia e G. Bachelet.


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notizieups•Studenti

Parole-chiave:

“Disponibilità e Apertura” Il Segretariato Studenti

niversità Pontificia Salesiana è un luogo, “una casa”, che permette allo studente di vivere l’anno accademico attraverso un percorso culturale e formativo, non tralasciando anche l’aspetto più umano e di condivisione.

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Una delle particolarità che reputo rendano, in un certo senso, “speciale” l’UPS è proprio l’essere incentrata sulla condivisione e sul vivere il percorso accademico come un cammino in cui non si è mai soli, ma c’è sempre qualcuno al tuo fianco che cammina insieme a te. Questo camminare insieme è dato dai professori, dai compagni e anche dai diversi gruppi che sono attivi nella vita universitaria e che si occupano dell’animazione e del coordinamento pastorale. Proprio il termine “pastorale” rappresenta un’altra delle particolarità che reputo rendano “speciale” l’UPS, in quanto si fonda su un progetto educativo pastorale salesiano secondo le sue quattro dimensioni: l’educativo-culturale, quella dell’evangelizzazione e della catechesi, quella associativa e quella dell’orientamento vocazionale. Queste dimensioni danno impulso a svariate attività grazie al lavoro e alla dedizione dei membri dell’Equipe di Pastorale Universitaria di cui fanno parte: il coordinatore don Mario Oscar Llanos, don Emiro Cepeda, don Luis Rosòn, don Stefano Tognacci e don Michal Voitas; ognuno con specifiche mansioni.

Tra i diversi gruppi che accompagnano gli studenti nella loro vita universitaria troviamo anche il Gruppo del Segretariato Studenti. Di esso fanno parte alcuni studenti volontari disponibili ad accogliere, insieme a don Mario, le richieste dei ragazzi e ad assicurare alcuni servizi e attività come prenotazioni, sostegno, oltre che fornire informazioni necessarie alla creazione di un buon ambiente educativoformativo, collaborare nella preparazione di eventi e feste e aiutare nella disposizione delle locandine nelle bacheche dell’intera Università. Oltre a questi aspetti, per lo più formali, riguardanti il gruppo dell’ufficio studenti, ciò che traspare, che si vive e che si sente, è lo stile di un’animazione giovanile, originale, collaborativa, solidale, creativa, attiva e intraprendente, in cui ogni singolo membro cerca di offrire qualcosa di sé, unendo le idee e le forze di ciascuno al fine di raggiungere l’obiettivo di mediare tra i bisogni e le richieste degli studenti e le proposte educativo-pastorali dell’Università. Il Segretariato Studenti è un gruppo che esiste oramai da diversi anni nell’Università e che cerca di migliorarsi sempre nel servizio offerto a tutti gli studenti. In questi anni, oltretutto, si sono alternati diversi collaboratori, accrescendo sempre più il numero degli studenti che ne fanno parte e variegando l’apporto. Ovviamente, il gruppo è sempre aperto e disponibile ad accogliere nuovi volontari e nuove proposte!


diventato comunque rispondendo in maniera diversa a quell’invito.”

Della sua esperienza Yuri dice: “Dal primo giorno di Università, cioè quello dell’accoglienza delle matricole nel 2008, fui accolto in maniera cortese e gentile, consegnandomi fogli, libretti, caramelle, penne… per entrare successivamente nel teatro e assistere alla cerimonia. Durante la presentazione pensai a come poteva essere bello far parte del gruppo che animava l’organizzazione. Sta di fatto che, dopo una settimana, fui chiamato da un ragazzo che mi invitò a inserirmi nel gruppo. Era come se il mio sogno si stesse per realizzare quindi non esitai a rispondere subito di si. A partire da quel giorno sono passati ormai cinque anni, e giorno dopo giorno sembra tutt’ora come se fosse il primo. All’inizio (prima di entrare a far parte del gruppo), venivo all’UPS, frequentavo i corsi e poi tornavo a casa. Ma poi (una volta entrato nel gruppo), spesso rimanevo perché sapevo che bisognava sempre fare qualcosa, ad esempio stampare le locandine, informare per e-mail il gruppo con le nuove notizie, preparare gli eventi, cercare o comprare gli strumenti per gli eventi, dare informazioni o prendere le prenotazioni dagli studenti per le attività extra-universitarie. Il mio comportamento e la mia personalità sono cambiate dopo l’entrata nel gruppo, dove ho conosciuto e conosco tutt’oggi volontari e coordinatori a cui devo molto. Non so dire se, ciò che sono oggi, lo sarei

Margherita invece ci dice: “Secondo la mia esperienza personale, in quanto membro da quasi quattro anni nell’Ufficio Studenti, mi sento di poter dire che non si tratta solamente di ‘fare servizio’ e/o di ‘dare servizio’ sia all’Università che agli studenti, ma c’è anche molto altro e di più profondo. Grazie agli incontri che facciamo ogni settimana, infatti, si è andata creando pian piano, passo dopo passo, un’atmosfera familiare, di condivisione, scambio e confronto in cui personalmente mi sono sentita accolta, compresa e in cui ho trovato anche un grande arricchimento sia a livello di amicizia, che di collaborazione, di sostegno ed aiuto reciproco. Concludendo sento di poter dire che vivere l’esperienza del Segretariato Studenti è un percorso molto significativo, formativo, pastorale e personale che vale la pena di provare, sia per gli altri che per se stessi.” Hanno collaborato: Malgorzata Nowak, Yuri Alimandi, Antonella Abate, Francesca Lolletti, Giovanna Monsurrò

Nelle due pagine, studenti delle Facoltà dell’UPS


recensioni a cura di Renato Butera

Rossano SALA L’umano possibile. Esplorazioni in uscita dalla modernità “Il vantaggio che risulta dall’accurata ricognizione di Sala, in vista di un’elaborazione teologico-fondamentale all’altezza della nuova costellazione storico-culturale, è cercato nell’impegno di rinvenire all’interno di queste elaborazioni critiche – a-sistematiche ma non disorganiche – le costanti di un pensiero antropologico dell’eccedenza, nella costituzione e nella destinazione dei legami che sono decisivi per “ciò che sta a cuore” all’umano. L’interesse teorico dell’inventario predisposto da Rossano Sala è già nella messa in opera della sua mirata ricognizione. Il suo obiettivo, infatti, non è la semplice esplorazione di “ciò che interessa” all’uomo contemporaneo (per “adattarvi” eventualmente, l’orizzonte e la scelta della fede). Si tratta piuttosto di riconoscere, e formalizzare adeguatamente, i termini della corrispondenza fra la genesi fiduciale del singolo-persona e l’offrirsi effettivo, dal grembo della comunità testimoniale, di una fede generativa e rigenerativa per il riscatto dell’eccedenza” (dalla prefazione di mons. Pierangelo Sequeri).

Carlo NANNI Educarsi per educare. Cristiani a scuola per i giovani «Educarsi per educare», è sempre più importante per ogni intervento educativo, specie da parte di chi intende educare cristianamente. La riflessione parte dall’evangelico «pro eis sanctifico me ipsum» (= «per essi santifico me stesso») di Gesù per riandare alle sorgenti “teologali” della motivazione e dell’intenzionalità educativa: educare diventa, allora, un modo di seguire Gesù e il suo Vangelo, continuando e ispirandosi a Gesù Maestro, per saper parlare al bisogno di significato e di felicità dei giovani. In questo grave compito, ecclesiale e civile, si suggeriscono alcune piste di formazione della personalità degli educatori che culminano nello sviluppo di una vita vera e buona, a altezza di mondo, rinnovata dalla fede. Il testo si conclude indicando nel Beato Papa Giovanni Paolo II un modello esemplare di educatore dei giovani d’oggi. Leggendo i dodici capitoletti del libro si apprende a “leggere” il nostro tempo, gli eventi quotidiani, i documenti civili ed ecclesiali, in chiave educativa cristiana.

Carlo NANNI - Maria Teresa MOSCATO (Edd.) La Pedagogia della libertà. La lezione di Gino Corallo Il volume indaga la figura e il ruolo di Gino Corallo nella pedagogia contemporanea e rilegge la sua opera e la sua personalità alla luce del presente, nell’ipotesi che la sua “lezione” sia ancora di notevole significato per chi opera nel campo della pedagogia, sia come docente, sia come studente e sia in genere come persona attenta alle problematicità dell’educazione contemporanea. Il volume è nato dalla volontà di tanti amici e/o “discepoli” del pedagogista catanese radunati per un seminario, intitolato: “La pedagogia della libertà. Seminario di studi sulla Pedagogia di Gino Corallo in occasione del centenario della sua nascita”, organizzato all’UPS (di cui Gino Corallo fu docente e Rettore) il 23 ottobre del 2010. Il libro si compone di quindici saggi, un’introduzione, una Nota biografica e una completa bibliografia degli scritti di e su Gino Corallo; e di un inedito in Appendice. Gli autori sono tutti docenti universitari di pedagogia in varie sedi universitarie italiane.

Carol A. TOMLINSON - Marcia B. IMBEAU Condurre e gestire una classe eterogenea. Ed. It. a cura di M. Comoglio Le autrici affrontano il problema di come rispondere in modo profondo e proattivo alle differenze degli studenti. La prima parte del libro si focalizza su che cosa significhi per un insegnante condurre una classe eterogenea. La seconda parte si focalizza sui meccanismi per la gestione di una classe eterogenea. Gli insegnanti che hanno difficoltà a gestire una classe in modo flessibile non vogliono differenziare l’istruzione, anche se capiscono il problema, se sono d’accordo con questa necessità e se hanno la possibilità di fare progetti adeguati. Le autrici sono convinte che l’intima interdipendenza della conduzione e della gestione di una classe eterogenea è il vero cuore dell’educazione del 21° secolo. Questa guida essenziale per la differenziazione contiene anche un utile elenco di attività e di strategie di insegnamento che possono aiutare ogni insegnante a espandere la propria capacità di rendere l’aula adatta ad ogni studente e di lavorare instancabilmente per esso.

Giovanni BOSCO Vite di giovani (a cura di Aldo Giraudo) La vita di Domenico Savio (1859) e i profili biografici di Michele Magone (1861) e Francesco Besucco (1864) sono tra i documenti pedagogici più significativi di Don Bosco, efficaci rappresentazioni narrative delle convinzioni e della pratica formativa del santo. Offrono gli elementi essenziali per comprenderne il messaggio educativo: la religiosità, centro unificante e vitalizzante; la comunanza paterna e fraterna di vita dell’educatore con gli allievi; l’intreccio dinamico di amore, letizia e impegno; l’efficacia del coinvolgimento attivo dei giovani nella comunità. Queste Vite ci permettono di osservare Don Bosco educatore cristiano in azione; ci introducono nelle sue visioni; ci mettono in contatto con le sue aspirazioni; ci svelano lo sguardo meravigliato, affettuoso e insieme rispettosissimo, rivolto ai giovani protagonisti. Il testo è corredato da note illustrative e storico-critiche. L’introduzione fornisce le coordinate essenziali per un corretto approccio ai documenti, al genere letterario, alla loro singolarità di una pratica educativa e di una mentalità.


notizieups editrice Herbert FRANTA Relazioni sociali nella scuola. Promozione di un clima umano positivo Il volume offre una trattazione sistematica delle relazioni sociali all’interno dei diversi gruppi che compongono la comunità scolastica (insegnanti-insegnanti, insegnante-allievi, allievi-allievi), mettendo in evidenza per ciascun gruppo i fattori di ordine contenutistico, organizzativo e relazionale che possono ostacolare o, al contrario, facilitare l’instaurarsi di una positiva intersoggettività. Presenta una ricca rassegna di quelli che sono stati gli approcci più significativi allo studio delle relazioni sociali nella scuola, consentendo una più diretta conoscenza dei contributi della pedagogia tedesca, non sempre debitamente noti nel loro valore. Il testo ha anche il merito di porre in luce l’aspetto organizzativo, che recentemente ha assunto un grande rilievo all’interno dell’istituzione scolastica. L’ultimo capitolo verte sulla corresponsabilità scuola-famiglia. Il testo è una riedizione postuma, riveduta e aggiornata, di un’opera di Herbert Franta (1936-1995), docente dell’UPS. La riedizione è stata curata dalla prof. Anna Rita Colasanti.

Antonella MENEGHETTI - Maria SPÓLNIK (Edd.) Gratitudine ed educazione. Un approccio interdisciplinare Gratitudine ed educazione: un legame fondato e inscindibile. Non esiste persona abituata a ringraziare senza esserne stata educata e d’altra parte non c’è educazione vera se non quando la si accompagna alla consapevolezza realistica e salutare che nella vita non tutto è dovuto, non si è autosufficienti, si ha bisogno degli altri, fino a quando non si riconosce che i beni e le conquiste di cui usufruiamo oggi sono frutto di lavoro e di lotta, di studio e di ricerca delle generazioni che ci hanno preceduto e a cui, per questo, dobbiamo riconoscenza. Il volume offre al lettore la possibilità di rileggere la realtà dell’essere grati in stretta connessione con l’educazione e alla luce di alcuni aspetti emergenti nel contesto culturale attuale. La questione è accostata da diversi punti di vista. I differenti approcci disciplinari contribuiscono a cogliere sfaccettature, risorse e nodi critici dell’esperienza umana dell’essere grati. Al centro di tutta la riflessione e di ogni approccio è posta sempre la persona soggetto di gratitudine, ma anche sua destinataria privilegiata.

Francis-Vincent ANTHONY - Mario CIMOSA (Edd.) Pastorale giovanile interculturale. 1. Prospettive fondanti Il Volume si propone di esplorare le prospettive fondanti per una PG interculturale nella duplice direzione pedagogica e teologica, attivando un’interdisciplinarità tra di esse, con il contributo di vari specialisti. V. Orlando tratta l’intercultura dalla prospettiva pedagogico-sociale; M. Pollo approfondisce l’intercultura dalla prospettiva educativo-culturale; M. Cimosa dimostra che la Bibbia è nata in un contesto interculturale, plurimo ed influente; M. Maritano rileva come la tradizione patristica si è espressa attraverso varie culture e lingue, in particolare la greca e la latina; F.V. Anthony sottolinea la rilevanza dell’intercultura diacronica e sincronica nella vita intra-ecclesiale ed extra-ecclesiale; M. Midali propone una riflessione interdisciplinare di tipo generale e fondante sull’interculturalità in vista di ulteriori ricerche dedicate ai vari continenti e a settori della prassi evangelizzatrice; J.L. Moral, infine, affronta la questione nel nuovo sviluppo epistemologico emergente delle scienze, inclusa quella teologica.

Jesús Manuel GARCÍA (Ed.) Teologia e spiritualità oggi Il volume riprende la problematica dell’identità della teologia spirituale oggi. Nella prima parte i teologi della spiritualità (J.M. García, F. Asti, R. Zas Friz De Col, L. Borriello) tentano di dare una risposta alla domanda: Quale teologia spirituale?, e approfondiscono il rapporto tra spiritualità, mistica e santità, ossia tra teologia del vissuto cristiano, teologia della vita mistica e santità come teologia. Un esempio concreto della santità come locus theologicus viene proposto dal prof. Agostino Favale. Nella seconda parte, ci si interroga sulla qualità spirituale dell’insegnamento teologico. Si pone la questione dell’intradisciplinarità: teologia spirituale in dialogo con la teologia sistematica (A. Escudero), teologia morale (P. Carlotti) e teologia pastorale (R. Sala). La terza parte raccoglie brevi interventi di alcuni cultori di spiritualità interessati all’approfondimento del rapporto teologia-spiritualità (M. Belda, C. Bissoli, P.L. Boracco, B. Secondin, M. Torcivia, R. Nuvoli). La quarta parte riporta una breve bio-bibliografia del prof. Agostino Favale e due suoi articoli sulla natura della spiritualità e sulla spiritualità presbiterale.

Antonio ESCUDERO (Ed.) Don Giuseppe Quadrio teologo e testimone La figura del venerabile don Giuseppe Quadrio è stata più volte ripresa per afferrare i molteplici aspetti della sua esistenza. A cinquant’anni dalla sua scomparsa l’impegno di mantenere viva la sua memoria non soltanto non è cessato, ma conserva tutto il suo valore, per evitare di perdere i contenuti e le suggestioni da lui offerte. Il momento attuale sembra adatto per realizzare un altro passo nella comprensione del suo pensiero data la significativa distanza storica dal tempo della sua attività teologica. L’indagine sul suo apporto alla riflessione teologica, sulla qualità del suo discorso accademico e pastorale, sui motivi portanti della sua elaborazione sistematica, o sulle prospettive da lui percepite, è perfettamente aperta. Gli studi contenuti nel presente volume indicano la validità di tale indagine nel prendere in esame alcuni temi teologici e pastorali, come l’antropologia teologica, la dottrina sui sacramenti, in particolare la Riconciliazione e il Matrimonio, l’identità e la missione del ministro ordinato nella Chiesa, la mariologia.


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notizieups•amici UPS

“Chi semina amore… raccoglie felicità!”

CARI AMICI e BENEFATTORI dell’UPS, L’8 ottobre u.s. abbiamo accolto le nostre numerose nuove matricole. È stata una festa. Il primo sentimento che emerge spontaneo è la riconoscenza al Signore che ci permette di rivivere, anno dopo anno, questa meravigliosa e gioiosa esperienza. Giovani da tutto il mondo che “scelgono” la nostra Università Pontificia Salesiana! Sono certo che nel cuore di tutto il personale docente e tecnico predomina il desiderio di non deludere le loro aspettative. Tutti all’UPS si impegnano perché gli studenti si sentano a loro agio, come a “casa loro”; assumano gioiosamente gli impegni di studio, di ricerca, di maturazione umano-intellettuale-spirituale, e riescano a rispettare le “scadenze” previste dagli ordinamenti per concludere il loro periodo formativo e assumere a loro volta le rispettive responsabilità di educatori nelle loro patrie. Nonostante la crisi economica che attanaglia ovunque, anche quest’anno l’Università - seppure con cifre più modeste -, grazie alla generosa collaborazione dei suoi Amici, ha potuto andare incontro a un bel numero di studenti in necessità. In sintonia con questo, permettete che condivida una breve riflessione a partire da due fra gli innumerevoli eventi che ci offrono spunti, da quanto successo recentemente. 1 - Stephen G. Post, autore fra i più letti nell’ambito della “medicina preventiva”, nella lezione 14ª del suo “Route 80” [si tratta della seconda più lunga interstates che unisce le coste del Atlantico con quelle del Pacifico negli USA] offre una riflessione sul comportamento degli abitanti di New York, New Jersey e Connecticut, dopo che sono stati colpiti prima dalla super-tempesta Sandy e subito dopo dal freddo e dal gelo calati dal nord. Logicamente ci sono stati alcuni che hanno manifestato quanto di peggio di cui l’umanità sia capace; ma si può dire che la maggioranza ha reagito con quello stesso piglio e sensibilità sociale, che potremmo dire caratterizza il popolo statunitense. A mali estremi… estremi rimedi. E ci racconta di tanta solidarietà generosa e sacrificata verso i propri vicini. Come dopo l’11 settembre 2001 anche dopo questi disastri, provocati questa volta dalla potenza della natura, hanno saputo reagire, offrendo il meglio di sé in solidarietà condivisa. 2 - Radio24 in questi giorni recenti ha ripetuto la trasmissione de I Magnifici destini sulla storia di Bono Vox fondatore della famosa rockband irlandese gli U2. I vari notiziari ci dicono del ritorno in Vaticano del loro leader, la rockstar Bono Vox. Memorabile era stato il suo incontro con il Beato Giovanni Paolo II, a Castel Gandolfo. Tutti lo conoscono non solo per il suo talento musicale, ma anche, specie a partire dalla seconda fase della sua carriera, per l’incredibile impegno sociale a favore del azzeramento del debito nazionale, d’un modo speciale per le popolazioni africane. Il ritorno in Vaticano è stato per ringraziare le altre gerarchie della nostra Chiesa per quanto hanno fatto e stanno facendo per i più poveri e derelitti. Anni addietro ebbe a dire: “Io sono un uomo fortunato posso fare ciò che voglio; dire ciò che voglio; andare dove voglio. Ci sono bambini che non hanno questa fortuna la loro unica fortuna è quella d’aver vissuto un giorno più del precedente; per loro io cerco di combattere una guerra quasi impossibile da vincere; per dar loro un futuro in cui sperare”. Cari Amici dell’UPS, penso che nel bel mezzo della perdurante crisi economica è quando dobbiamo guardarci d’intorno per scoprire i nostri privilegi e situazioni ben più difficili delle nostre, che attendono urgenti risposte dal profondo del nostro cuore. Auguro che non solo nei giorni del Santo Natale, ma anche nella quotidianità, possiamo sperimentare la verità di quanto scrive un noto scrittore, che “chi semina amore, raccoglie felicità”. Auguri per un Natale sereno e gioioso, perché sappiamo che Gesù ha dato tutto se stesso per noi, invitandoci a fare altrettanto con i nostri fratelli in necessità. Vostro obbl.mo Gianfranco Coffele Vice-rettore 15/ X / 2012

S. Ecc. l’Ambasciatore Silvano Pedrollo e il prof. Angelo di Stasi del Ministero dello Sviluppo Economico (al centro del gruppo)

P.S.: Una borsa di studio annuale ha un costo di circa 10.000 €. Si può partecipare anche con sussidi parziali: tasse accademiche: 1500 € un mese di alloggio: 300 € libri e dispense accademiche: 500 € tessera mensile: 25 € malattie: 200 € Le offerte possono essere effettuate tramite: CONTO CORRENTE POSTALE ccp 95427936 intestato a: Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus - P.zza dell’Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma CODICE FISCALE PER IL 5X1000: 97536950583 BONIFICO BANCARIO Dall’Italia C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 Dall’Estero C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 SWIFT POSOIT22 PER ULTERIORI INFORMAZIONI Rev.do Prof. Gianfranco Coffele Direttore Ufficio Sviluppo e Relazioni Pubbliche dell’UPS, P. zza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma, Tel. 06 872 903 32; Fax 06 872 906 82; Mail: coffele@unisal.it

NOTIZIE UPS DICEMBRE 2012 Direttore Responsabile: Riccardo Tonelli Direttore di Edizione: Renato Butera Redazione: Carmen Barbieri, Fabrizio Emigli, Stefano Mura Foto: Renato Butera, Fabrizio Emigli, Calza Joriz, Tommaso Sardelli Hanno collaborato: Andrea Bozzolo, Antonio Castellano, Mario Cimosa, Gianfranco Coffele, Teresa Doni, Paolo Gambini, Ermanno Giuca, Mauro Mantovani, Ubaldo Montisci, Malgorzata Nowak, Roberto Spataro Progetto grafico, impaginazione: Fabrizio Emigli Per ricevere la rivista: UPS - Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma ufficiostampaups@unisal.it - www.unisal.it - Tel: 06.872901

Il prof. Gf. Coffele insieme all’Ambasciatore d’Italia S. Ecc. Dr. Giuseppe Balboni Acqua all’Inaugurazione dell’Anno Accademico


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