Rivista Notizie UPS_N.11 2011

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Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abb. postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04) - n°46 art. 1, comma 2 DCB Roma - Registrazione del Tribunale di Roma n°206/85 del 16/4/1985

Bollettino degli “Amici UPS”, degli allievi e degli ex-allievi dell’UPS, dei simpatizzanti dell’Opera di Don Bosco. Università Pontificia Salesiana Piazza Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma. www.unisal.it

ANNO XXVIII - N°11 - OTTOBRE 2011

La MERAVIGLIOSA AVVENTURA della GMG di Madrid

UN POCO DI UPS ALLA GMG


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occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, il venerdì 19 agosto 2011, Papa Benedetto XVI si è incontrato con giovani professori universitari nel Palazzo di San Lorenzo de El Escorial, fatto edificare da Filippo II (Re di Spagna dal 1556 al 1598), “luogo emblematico – ha notato il Papa – in cui ragione e fede si sono fuse armoniosamente nell’austera pietra per modellare uno dei monumenti più rinomati della Spagna”. Egli ha salutato in particolare coloro che tra il 12 e il 14 agosto avevano partecipato ad Avila al Congresso Mondiale delle Università cattoliche, sul tema: «Identità e missione dell’Università Cattolica».

In

1. Il centro

focale del suo discorso – rivolto specificamente ai giovani docenti universitari – è stato il significato e anche la definizione dell’Università. Lo ha fatto richiamandosi ai suoi primi passi come professore all’Università di Bonn, dove, nel clima del post-guerra tedesco, erano ancora vive le ferite del secondo conflitto mondiale, ma in

L’Università, casa dove si cerca insieme la verità propria della persona umana don Carlo Nanni - Rettore Magnifico

cui fu forte il “contatto tra colleghi delle diverse discipline e il desiderio di dare risposta alle inquietudini ultime e fondamentali degli alunni”. In tal modo il Papa dice di aver fatto esperienza concreta di cos’è l’università: essa è «universitas», cioè il convergere “di professori e discepoli che assieme cercano la verità in tutti i saperi”, o – come ha detto citando Alfonso X il Saggio (Re di Castiglia e León dal 1252 al 1284, egli stesso letterato e promotore dell’Università di Salamanca) – “riunione di maestri e discepoli con volontà e obiettivo di apprendere i saperi”. Più precisamente ha ricordato che “l’università è stata ed è tuttora chiamata a essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana”. Questa è, secondo il Papa, la ragione per cui la Chiesa ha promosso l’istituzione universitaria, sulla base della fede cristiana del CristoLogos creatore (cfr Gv 1,3) e dell’essere umano, immagine e somiglianza di Dio. La “buona novella” cristiana – ha continuato Benedetto XVI – “scopre una razionalità in tutto il creato e guarda all’uomo come a una creatura che partecipa e può giungere a riconoscere tale razionalità”.


In questa linea “l’università incarna un ideale che non deve snaturarsi, né a causa di ideologie chiuse al dialogo razionale, né per servilismi a una logica utilitaristica di semplice mercato, che vede l’uomo come semplice consumatore”.

2. Permettetemi qualche approfondimento. Come si può notare, il Papa collega strettamente università a verità, tuttavia precisa che non si tratta di una verità formale, vuota, “assoluta”, ma di una verità riferita al “proprium” della persona umana (che gli dà sostanza). La misura della verità è il suo “dar forma” alla vita e all’esistenza umana, nel contesto più ampio del mondo, del tempo, della storia, del presente e del futuro, del suo essere persona, qui e ora, irrepetibile e singolare, al contempo intrisa di materia, di socialità e di trascendenza, capace di aprirsi e rispondere a Dio in libertà e grazia. Verità e bene, verità e realtà, verità e bellezza, per dirla aristotelicamente, sono l’una la “forma” e le altre la sua “materia”: non c’è “sostanza” se non si “convertono”. Non è verità se non è buona, bella, reale. Non c’è bellezza, bontà, realtà se non c’è verità. Quel che forse non è troppo evidenziato nel discorso è lo “specifico” universitario di tale ricerca e pratica della verità. All’università lo si deve fare “scientificamente”, vale a dire ricercando intenzionalmente e arrivando a un sapere giustificato e motivato nelle sue procedure conoscitive, nei suoi fondamenti e nelle sue prospettive e “disciplinato” nel suo linguaggio (che avrà da essere, logico, corretto, comunicabile pubblicamente). Il dialogo tra ragione e fede, dovrà essere tale che la ragione si dilata nelle sue capacità di comprensione e la fede si rende ragionevole, cercando di essere una fede che l’intelligenza stima.

3. A partire dalla “genuina” idea di università Benedetto XVI ha ricavato alcuni modi di essere e compiti ineludibili per chi è docente universitario. Egli si rivolgeva ai giovani docenti, ma credo che le indicazioni che ha dato si possano estendere a ogni docente in genere e agli studenti che vivono l’esperienza universitaria. A me sembrano che possano essere “buone indicazioni di marcia” per iniziare il nuovo anno accademico. Li presento sinteticamente: a. “Sentire l’onore e la responsabilità di una missione im-

portante e vitale”, che continua e rinnova “quella catena di uomini e donne che si sono impegnati a proporre e a far stimare la fede davanti all’intelligenza degli uomini”, non solo con l’insegnamento, ma ancor più vivendolo, incarnandolo, perché “i giovani hanno bisogno di autentici maestri; di persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, sapendo ascoltare e vivendo al proprio interno [il] dialogo interdisciplinare; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità”. b. “La gioventù è tempo privilegiato per la ricerca e l’incontro con la verità. Come già disse Platone: «Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani» (Parmenide, 135d)”. Questa “alta aspirazione – ha continuato il Pontefice – è la [cosa] più preziosa che potete trasmettere in modo personale e vitale ai vostri studenti”. In questa linea – con la finezza pastorale che le è propria – Benedetto XVI ha incoraggiato “caldamente” i giovani docenti “a non perdere mai questa sensibilità e quest’anelito per la verità; a non dimenticare che l’insegnamento non è un’arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani che dovrete comprendere e ricercare”; e ai quali “dovete suscitare questa sete di verità che hanno nel profondo e quest’ansia di superarsi. Siate per loro stimolo e forza”. c. Da quanto detto, il Santo Padre ha desunto due grandi compiti per i docenti: in primo luogo, “tenere a mente che il cammino verso la verità piena impegna anche l’intero essere umano: è un cammino dell’intelligenza e dell’amore, della ragione e della fede. Non possiamo avanzare nella conoscenza di qualcosa se non ci muove l’amore, e neppure possiamo amare qualcosa nella quale non vediamo razionalità (cfr. Caritas in veritate, 30). Se verità e bene sono uniti, così lo sono anche conoscenza e amore. Da questa unità deriva la coerenza di vita e di pensiero, l’esemplarità che si esige da ogni buon educatore”.“In secondo luogo, occorre considerare che la stessa verità è sempre più alta dei nostri traguardi. Possiamo cercarla e avvicinarci a essa, però non possiamo possederla totalmente, o meglio è essa che ci possiede e che ci motiva. Nell’opera intellettuale e docente, perciò, l’umiltà è una virtù indispensabile, che ci protegge dalla vanità che chiude l’accesso alla verità. Non dobbiamo attirare gli studenti a noi stessi, bensì indirizzarli verso quella verità che tutti cerchiamo”, cercando di essere “semplici ed efficaci come il sale, come la lampada che fa luce senza fare rumore (cfr Mt 5,13-15)”.

La festa Incontro dei Popoli

4. Il Santo Padre ha concluso evidenziando che “tutto ciò ci invita a volgere sempre lo sguardo a Cristo, nel cui volto risplende la Verità che ci illumina, ma che è anche la via che ci conduce alla pienezza duratura, poiché è il Viandante che è al nostro fianco e ci sostiene con il suo amore. Radicati in Lui, sarete buone guide per i nostri giovani”. Spero che possiamo sperimentarlo in quest’anno e nel futuro anche noi come “universitas” UPS.


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notizieups•Brevi

a cura di Renato Butera

Congresso Mondiale delle Università Cattoliche Si è svolto ad Avila (Spagna), dal 12 al 14 agosto, presso l’Università Cattolica Santa Teresa di Gesù, il Congresso Mondiale delle Università Cattoliche. I lavori sono stati aperti dal saluto di S. Em. il cardinale Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Zenon Grocholewski, e chiuso da S. Em. il cardinale Arcivescovo di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela. Il Congresso, intitolato “Identità e missione dell’Università cattolica”, ha radunato rettori, presidenti, amministratori, professori, ricercatori e studenti provenienti da circa 70 università cattoliche di oltre 30 nazioni (specie della Spagna e dell’ America Latina). L’UPS era presente con il Rettore, prof. Carlo Nanni, e il Vicerettore, prof. Mauro Mantovani. È appena da notare la preziosità del luogo, la città di Avila, una delle più significative città della Spagna, con la sua famosissima cinta muraria e le sue tanti torri e chiese medioevali e rinascimentali, decretata dall’Unesco nel 1985 sito di interesse per il patrimonio culturale dell’umanità; ma soprattutto città natale e luogo centrale della santità di Santa Teresa d’Avila, il cui spirito si respira come l’aria della città (che si trova ad oltre mille e cento metri di altezza). L’evento, a suo modo, si collegava con la Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Madrid dal 16 al 21 agosto e che ha avuto, anche a livello giovanile universitario, un suo anticipo, ad Avila. L’organizzazione, precisa e puntuale, oltre che molto ospitale e ricca di manifestazioni artistiche collegate all’evento scientifico, è stata coordinata dall’Universidad Católica “Santa Teresa de Jesus” di Avila, con il supporto delle Università CEU (San Pablo, Abat Oliba e Cardenal Herrera), dell’Universidad Francisco da Vitoria, dell’Universidad de Navarra, dell’Universidad Católica” San Antonio” di Murcia, dell’Universidad Católica di Valencia “San Vicente Mártir” e dall’ICUSTA. Il gruppo ha inteso essere un punto di propulsione nello sviluppo delle università cattoliche e della loro cultura formativa. Il tema generale ha avuto come declinazione specifica anzitutto l’approfondimento del compito di evangelizzazione nelle università cattoliche (relazione di mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione); l’attenzione alla specificità della ricerca e della didattica nelle università cattoliche (relazione “Ripensare l’università”, del prof. Dr. Alejandro Llano Cifuentes, Professore di Metafisica all’Universidad Autónoma di Madrid e all’Universidad de Navarra); la prospettazione del contributo delle università cattoliche all’educazione ai diritti umani (relazione del prof. Dr. Vincenzo Buonomo, docente di diritto internazionale e delle organizzazioni internazionali presso la Pontificia Università Lateranense di Roma); l’analisi del rapporto tra autonomia delle università cattoliche e il

mondo del potere economico e politico in un contesto di post-modernità (relazione del prof. Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna). Ogni relazione era seguita da una tavola rotonda su temi particolari, come la specificità delle università cattoliche nell’accompagnamento dell’apprendimento universitario; il loro contributo a una antropologia adeguata all’oggi; la risposta delle università pontificie alle grandi sfide dell’umanità contemporanea; l’università in proiezione evangelizzatrice. Alle tavole rotonde seguivano momenti per le comunicazioni inviate da vari docenti presenti. Ad estrema sintesi del congresso può essere interessante una nota del prof. Llano Cifuentes: “Due sono i difetti in cui può incorrere una università cattolica: una tradizione sclerotica e un desiderio di innovare senza fondamento”.

In ricordo di Alessandro Tramuto, Con vivo dolore annunciamo la scomparsa di Alessandro Tramuto. La morte di Alessandro è avvenuta il 3 agosto alle 5 del mattino in un tragico incidente stradale a Palermo. Alessandro, aveva 24 anni, era studente di Pedagogia Sociale presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione e avrebbe concluso proprio quest’anno la sua tesi. Venerdì 5 agosto si sono svolti i funerali a Palermo, sua città natale. L’UPS si è stretta con la preghiera al dolore della sua famiglia. All’inizio del nuovo anno accademico 2011-2012 sarà certamente preparato un momento per ricordarlo insieme, docenti e studenti. “Vogliamo ricordare la sua presenza vivace e generosa”, ha detto il Rettore. Sin dal suo arrivo all’UPS, Alessandro si era messo a servizio nel gruppo che gestiva la Segreteria per gli studenti. Appassionato di musica ha messo a disposizione le sue doti di batterista nel gruppo musicale. Ha collaborato in ogni forma e misura a moltissime attività universitarie con grande dedizione, coordinando gli sforzi di tutti per il bene di tutti e per l’allegra riuscita di ogni iniziativa. Gli studenti dell’UPS perdono un amico, i docenti un allievo serio e gioioso.

Lutto per la scomparsa del sig. Francisco Vivas, Domenica 3 luglio 2011, il sig. Francisco Vivas Rivero, salesiano coadiutore della Visitatoria Salesiana Maria Sede della Sapienza UPS, è tornato alla Casa del Padre. Aveva compiuto 76 anni lo scorso 4 aprile. Il sig. Vivas è arrivato a Roma dalla Spagna, ispettoria di Madrid, nel 1966, quando ancora l’Università veniva denominata Pontificio Ateneo Salesiano. È l’anno del trasferimento dalla sede di Torino. Con lui, da varie parti del mondo salesiano, arrivò un gruppo di salesiani coadiutori, che diedero vitalità alla parte tecnica e dei servizi della nuova sede romana. Il sig. Vivas, in particolare, si occupò sempre (sino al 2005), del servizio postale, finché lo stato di salute glielo permise. La sua vocazione di salesiano laico si realizzò così in un impegno quotidiano in favore della comunità accademica e dei giovani studenti, in un’epoca in cui non esistevano ancora i I proff. Nanni e Mantovani ad Avila


servizi di comunicazione che ha oggi la nostra società informatica e telematica. Lo ricordano tutti per la sua riservatezza che negli ultimi tempi aveva lasciato posto alla timidezza, ma non per questo priva di cordialità. Francisco Vivas Rivero è nato a Videferre, nella provincia di Ourense, Galizia, da Cipriano e Avelina Rivero. Emette i primi voti nella Pia Società di San Francesco di Sales nel Noviziato di Mohernando (Guadalajara), il 16 agosto 1957. Nello stesso giorno del 1963, a Salamanca, il Sig. Vivas emette la sua professione perpetua come salesiano coadiutore. Dopo il noviziato, è trasferito nella casa di San Fernando (Madrid) dove lavora come cuoco della comunità. Dal 1962 al 1966 svolge la professione di infermiere nella comunità di Madrid chiamata “Ferroviarios” che ospita i figli dei lavoratori delle ferrovie spagnole, ma anche ragazzi bisognosi di assistenza. Da Madrid, infine, nel 1966, viene richiesto in Italia per svolgere il ruolo di addetto alla Posta nella nuova sede del PAS. Vi rimarrà fino alla fine della sua vita. Francisco non è l’unica vocazione salesiana sorta in seno alla famiglia Vivas Rivero. Con lui anche un altro dei suoi fratelli, Manuel, ha risposto alla vocazione salesiana ed è sacerdote missionario in Venezuela. La sorella vive invece in Lussemburgo. Francisco aveva scelto San Francesco di Sales come suo patrono, infatti celebrava il suo onomastico nel giorno del Santo Vescovo di Ginevra, patrono principale dei salesiani di Don Bosco. I funerali, svoltisi il 5 luglio presso la Cappella Gesù Maestro dell’UPS, sono stati presieduti da don Francesco Cereda, consigliere generale per la formazione.

Giovani “pellegrini” del Papa beato all’UPS L’evento della Beatificazione di Giovanni Paolo II ha coinvolto uomini e donne di ogni parte del mondo che hanno voluto vivere in prima persona l’elevazione agli altari di un Papa “universale” da tanti punti di vista, non solo per la sua capacità di aver fatto del mondo la sua casa, ma soprattutto quella di avere spinto il mondo intero ad aprire le porte a Cristo. Giovanni Paolo II è anche il Papa dei giovani, colui che più di ogni altro ha saputo dialogare con loro, capirli e congregarli. E anche in questa occasione, come in tutte le altre, la risposta dei giovani è stata massiccia e generosa. Queste giornate di fine aprile e inizio maggio sembravano aver ridato a Roma l’aspetto della città che accoglie la Giornata Mondiale della Gioventù, come una sorta di omaggio al Papa che l’ha inventata. Oltre un milione e mezzo di presenti, secondo le stime dei mezzi di comunicazione sociale, e fra questi la maggior parte giovani da ogni dove. L’UPS, da parte sua, ha dato il suo piccolo contributo accogliendo fra le sue strutture circa 700 giovani, per la maggior parte Scout, provenienti da Polonia, Lituania, Ucraina, Inghilterra e Italia, in particolare dalla Sicilia. È stato un vero e proprio Pellegrinaggio per esprimere il proprio affetto e adesso la propria devozione al Papa dei giovani. I pellegrini hanno dormito sia dentro le loro tende negli spazi all’aperto dell’Università che negli ambienti del Club Don Bosco, del Palazzo della FSE e in quelli dell’ospitalità, accompagnati dai loro responsabili e accolti dai salesiani dell’UPS, in particolare da don Zbigniew Formella, don Grzegorz Jaskot, don Dariusz Dynak-Michalski, don Giuseppe Corò e don

Antonio Arto. Tutti sono stati molto contenti dell’ospitalità ricevuta e molti salesiani dell’Università hanno espresso la loro gioia di vedere i giovani utilizzare le strutture dell’UPS. La buona accoglienza è stata anche frutto della efficace collaborazione tra diversi “enti” come la FSE, la Pastorale Universitaria e l’Economato.

Lutto per il prof. Andrzej Mazewski L’Università Pontificia Salesiana e la Visitatoria “Maria Sede della Sapienza”, con profondo dolore comunicano la morte improvvisa del Confratello don Andrzej Mazewski, professore aggiunto della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche e membro della Comunità di Gesù Maestro, avvenuta il 27 aprile 2011 nella Casa ispettoriale di Ljubljana, Slovenia. Le esequie funebri si sono svolte a Plock in Polonia, città natale del defunto. La sera della notizia della scomparse di don Mazewski i salesiani dell’UPS hanno ricordato nella preghiera il defunto con la recita del Rosario nella cappella della comunità Gesù Maestro, con la presenza del consigliere generale per la formazione, don Francesco Cereda. Il prof. Andrzej Mazewski era nato il 2 dicembre 1956 a Plock in Polonia. Salesiano dal 1977, venne ordinato sacerdote nel 1984. Conseguì il Dottorato in Lettere Cristiane e Classiche presso l’Università Pontificia Salesiana il 9 febbraio 1999. Dal 1999 al 2007 è stato docente di Patrologia e Lingua Latina nello Studentato Teologico Salesiano a Lodz. Dall’anno accademico 2007-2008 insegnava Storia della Letteratura Classica Latina presso la FLCC della nostra Università. La sua tesi dottorale si intitola: Minucii opus ut protrepticum ad veritatem inquirendam.

I Salesiani e i 150 anni di Unità d’Italia Presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati di Roma, si è svolto nella mattinata dello scorso 14 aprile, il seminario di studio: “150 anni d’Italia e di presenza salesiana. Fare gli Italiani… con l’educazione”, promosso dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e dai Salesiani d’Italia con il patrocinio dell’UPS e della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium. È stato un importante momento di studio con il contributo di autorevoli personalità, aperto al dibattito degli oltre 100 presenti tra autorità politiche, studiosi, giornalisti, SDB e FMA, coordinati dal dr. Antonio Preziosi, direttore del Giornale Radio Rai e di Radiouno, per ricordare lo stretto rapporto tra Stato italiano e i Salesiani di Don Bosco sin dal loro nascere. All’atto erano presenti il Ministro della Gioventù, On. Giovanna Meloni, il Rettor Maggiore dei Salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS, don Pascual Chávez Villanueva, e la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice,

Un momento del Convegno


Madre Yvonne Reungoat. Per l’Università Salesiana erano presenti il Rettore, prof. Carlo Nanni, i professori Guglielmo Malizia, José Manuel Prellezo e Bruno Bordignon, il Rettore emerito prof. Roberto Giannatelli e il direttore della Editrice LAS don Nicolò Suffi. Nel suo intervento, l’On. Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex Ministro della Giustizia (si è dichiarato orgoglioso di essere italiano ed exallievo salesiano di Genova-Sampierdarena), ha ricordato come Don Bosco abbia anticipato i valori contenuti nella Costituzione Italiana in merito alla dignità sociale del minore e a una sana laicità dell’educazione. Il prof. Roberto Sani, anch’egli exallievo, professore ordinario di Storia dell’educazione nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Macerata, ha invece sottolineato l’impegno di SDB e FMA nel coniugare lo slancio religioso con l’opera per l’educazione, e ha affermato che per molti giovani, in questi 150 anni, le scuole salesiane sono state un autentico “ascensore sociale” e il primo luogo nel quale apprendere i valori civili. Dopo gli interventi citati, sono stati presentati due volumi di ricerca storica editi dalla LAS, l’editrice dell’UPS, che ripercorrono l’impegno di Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice per la formazione e l’educazione dei cittadini italiani nel corso dei 150 di storia di Unità dell’Italia. Si tratta del volume curato da don Francesco Motto, Direttore dell’Istituto Storico Salesiano, dal titolo “Salesiani di Don Bosco in Italia. 150 anni di educazione”, e di quello curato da suor Grazia Lo Parco e suor Maria Teresa Spiga dal titolo “Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia. Donne nell’educazione”. Sui due volumi è intervenuta la prof.ssa Lucetta Scaraffia, docente di Storia contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma, con una analisi comparativa del lavoro di SDB e FMA e sul ruolo dei religiosi nella formazione sociale e civile del paese. Abbiamo chiesto a don Roberto Giannatelli di raccontarci le impressioni riportate da questa giornata di commemorazione. “Don Bosco è entrato significativamente nella storia d’Italia di questi 150 anni. Il suo modello educativo ha saputo anticipare nel primo Risorgimento alcuni dei valori che sono alla base del secondo Risorgimento e della Costituzione italiana: il lavoro, l’eguaglianza, la pari dignità sociale, la sinergia tra diritti inviolabili e doveri inderogabili, la solidarietà, la sussidiarietà. L’espansione salesiana da Valdocco a tutto il territorio nazionale (e ora in 132 paesi) e il suo sviluppo (dal primo oratorio, ai laboratori professionali, alle scuole, alle parrocchie, all’associazionismo e al volontariato, all’impegno culturale e massmediatico) sono la dimostrazione evidente del fatto che l’educazione salesiana ha contribuito a “fare gli italiani”. Il percorso del Paese (dal 17 marzo 1861) e della Congregazione salesiana (dal 18 dicembre 1859) sembra procedere parallelamente e in sintonia. La mission dei salesiani non si è esaurita. Nel cortile dei ragazzi e nel cortile dei gentili, è chiamata a proporre continuamente valori di contenuto (la dignità integrale della persona) e valori di metodo (la laicità, nel senso che non è “clericale” e opera nel rispetto del pluralismo delle idee e dei movimenti) come è stato fin dall’inizio, grazie alle intuizioni di Don Bosco”.

Convegno per dottorandi, docenti e ricercatori Il 1 aprile 2011, il Comitato Interfacoltà per la Ricerca (CIR) dell’UPS ha organizzato un Convegno dal titolo “Insieme per la Ricerca”, aperto a dottorandi, docenti e ricercatori. Tra i suoi obiettivi quello di promuovere la

I proff. M. Pellerey, D. Antiseri e B. Bordignon

qualità della ricerca; riflettere su significati e valore del III ciclo o dottorato di ricerca; offrire un’occasione di confronto/scambio tra dottorandi, docenti e ricercatori. Il convegno è stato avviato dal Rettore, prof. Carlo Nanni, seguito dall’intervento del prof. Dario Antiseri su “L’interdisciplinarietà nella ricerca”. Quindi il prof. Michele Pellerey è intervenuto su “Il dottorato di ricerca nelle Università Pontificie”. La prima parte del convegno si è conclusa con la “Poster session”, cioè la presentazione di progetti di ricerca in corso. Il lavori del pomeriggio sono stati aperti dalla Tavola rotonda dal titolo “Epistemologia della valutazione universitaria” alla quale hanno preso parte il prof. Dario Antiseri, il prof. Maurizio Serio, l’ing. Giacomo Elias, e il prof. Piergiuseppe Ellerani. Con i laboratori di metodologia di ricerca (empirica, storica, linguistica, filosofica) gli studenti partecipanti hanno svolto un piccolo esercizio di ricerca. Al convegno hanno preso parte non solo studenti dell’UPS ma anche di altre università romane.

Si è spento il prof. Prospero Stella La comunità accademica dell’Università Pontificia Salesiana partecipa al lutto della comunità “Gesù Maestro” e della Facoltà di Filosofia per la morte del prof. sac. Prospero Stella, SDB, emerito, già Ordinario di storia della Filosofia medievale, avvenuta la mattina del giorno 20 settembre 2011, e si unisce alla preghiera di quanti lo hanno conosciuto e stimato. Il prof. don Prospero Stella era nato il 1 gennaio 1924 a Catania. Salesiano dal 1940, venne ordinato sacerdote nel 1951 a Friburgo in Svizzera, dove era stato inviato a completare gli studi presso la prestigiosa Università Cattolica di quella città. Rientrato a Torino nel 1951, riprese l’insegnamento che aveva iniziato già negli anni 1946-1948, durante il tirocinio pratico, specializzandosi nel campo della storia del pensiero medievale, soprattutto di quello di S. Tommaso d’Aquino e di vari suoi interpreti, acquisendo in esso una competenza eccezionale, come testimoniano le sue pubblicazioni e la stima di cui godeva anche fuori dell’Università Salesiana. Fu chiamato, infatti, a offrire la sua collaborazione didattica anche alla Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense per oltre un ventennio. A più riprese, dall’anno 1967, ricoprì anche la carica di decano della Facoltà di Filosofia della nostra Università, dove esercitò la docenza per più di quarant’anni. A tutto seppe congiungere, con discrezione e riservatezza, l’impegno nel ministero sacerdotale e pedagogico, lavorando con un’alacrità esemplare. Conseguì il Dottorato in filosofia nel 1955 con un significativo lavoro sull’Ilemorfismo di Giovanni Duns Scoto, e nel 1966 il Dottorato in Teologia. La sua pubblicazione più significativa è costituita dall’edizione critica delle


Nelle due foto in alto il prof. G. Coffele con l’Ambasciatore dell’Iraq (foto sinistra) e con l’Ambasciatore della Turchia (foto destra)

opere di Durandello. In questi ultimi anni, pur con l’indebolirsi della sua salute e il venir meno delle sue energie, non aveva smesso di dedicarsi alla ricerca, proseguendo l’impegno per realizzare l’edizione critica delle opere teologiche di Giovanni di Napoli. Ci lascia una testimonianza di vita interamente dedicata alla “carità intellettuale”. La messa in suffragio di don Stella è stata celebrata lo scorso giovedì 22 settembre nella Chiesa Universitaria dell’UPS. L’ha presieduta don Pier fausto Frisoli, consigliere regionale per l’Italia e Medio Oriente.

Visite al nostro centro universitario Nell’arco di tempo che va dal mese di aprile a quello di luglio 2011, l’Università ha ricevuto la visita di vari ospiti provenienti da varie parti del mondo. Tra i primi l’ambasciatore della Repubblica dell’Iraq presso la Santa Sede, S.Ecc. il sig. Habeeb Mohammed Hadi Ali Al-Sadr, che ha visitato l’UPS il 13 aprile scorso. Ad accoglierlo il vicerettore prof. Gianfranco Coffele e due studenti iracheni. Lungo e cordiale è stato il dialogo con il Rettore, nel corso del quale si sono affrontati diversi temi riguardanti la situazione politica e religiosa dell’Iraq. Il diplomatico ha dichiarato tra l'altro che considera essenziale per l’identità nazionale irachena la presenza attiva della comunità cristiana che in tempi recenti è stata vittima di attentati. Dal punto di vista accademico si sono avanzate ipotesi di reciproca collaborazione specie nell’ambito delle scienze dell’educazione e della comunicazione, settore quest’ultimo del quale l’Ambasciatore era responsabile nazionale prima di assumere l’attuale incarico. L’Ambasciatore ha quindi visitato le strutture del campus tra cui la Biblioteca e le Facoltà di scienze della comunicazione e dell’educazione. Venerdì 22 Aprile a visitare l’UPS è stata un’alta rappresentanza della Fu Jen Catholic University di Taipei (Taiwan), composta dal Rettore prof. Bernard Chien-Chiu Li; da tre vice rettori, i professori Lucia S. Lin, Michael Kwo, e Han-Sun Chiang M.D.; da Ms. Terri L.C. Yueh, direttrice dell’Ufficio Relazioni Pubbliche, e dalla Segretaria del Rettore. Il gruppo era accompagnato dall’Ambasciatore presso la Santa Sede, S. Ecc. Larry Yu-Yuan Wang, dal sig. Antonio Chou e dalla Sig.na addetta all’Ambasciata. Ad accoglierli il prof. Coffele. Durante l’incontro si sono focalizzate le aree di possibili collaborazioni tra le facoltà delle due università. Ha fatto seguito la visita al campus. La Fu Jen Catholic University di Pechino è stata fondata su richiesta della Santa Sede da monaci benedetLa rappresentanza della Fu Jen Catholic University

tini nordamericani nel 1925, e rifondata dalla Conferenza Regionale dei vescovi cinesi a Taipei nel 1961. Nei suoi 50 anni di rifondazione ha conosciuto un periodo di grande sviluppo in cui l’alta qualità della sua proposta formativa, offerta da 9 Facoltà, è condivisa da 27.000 studenti. L’11 maggio 2011 è stata la volta dell’Ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, il prof. Dr. Kenan Gürsoy. I momenti della visita sono stati quelli oramai collaudati: accoglienza da parte del vicerettore, foto d’occasione, incontro nell’ufficio del Rettore con scambio di doni. C’è stato pure un prolungato dialogo “filosofico” tra l’Ambasciatore e il Rettore quando i due hanno scoperto comuni interessi riconducibili alla filosofia personalista francese, e alla simpatia per la cultura e la lingua francese, ma anche del misticismo cristiano e islamico. L’Ambasciatore Gürsoy, prima di assumere la missione a Roma, è stato docente universitario di filosofia. Dopo essersi congedato dal Rettore, l’Ambasciatore ha visitato la Biblioteca che ha molto apprezzato, e ha espresso il desiderio di ritornarvi presto come “ricercatore”. Prima di lasciare l’UPS, ha incontrato il prof. Mario Cimosa, per tanti anni guida nei viaggi di studio in Anatolia e Cappadocia. I due hanno scoperto la grande amicizia e la comune venerazione per il defunto Vicario Apostolico di Anatolia, S.Ecc. Luigi Padovese. Infine, lo scorso martedì 12 luglio, cinque Rettori di altrettante Università di Qom hanno visitato la nostra Università su richiesta dell’Ambasciatore dell’Iran presso la Santa Sede, S. Ecc. Alì Aknar Naseri. Accolti e accompagnati dal vicerettore, la visita ha avuto inizio nella “Sala Don Quadrio”, dove il prof. Coffele ha presentato la struttura accademica dell’UPS focalizzandone missione e offerta formativa. Ha fatto seguito la presentazione di alcuni punti nodali della pedagogia di Don Bosco, personaggio che ha suscitato grande curiosità e interesse nei professori persiani. È stata poi presa in considerazione la possibilità di poter organizzare eventuali esperienze di collaborazione accademica tra cui l’indicazione di un tema per una tavola rotonda da realizzare in un prossimo futuro presso una delle loro università, o di un possibile scambio di docenti. L’Islam sciita si dice particolarmente aperto al dialogo e al confronto interreligioso. Hanno inoltre manifestato particolare interesse per la “pastorale giovanile” e la pedagogia per l’insegnamento della religione. Durante la visita alla FSC, i cinque Rettori sono rimasti piacevolmente sorpresi nel sentire dal decano, prof. Franco Lever, come due dei loro più noti cineasti, che hanno preso parte alle edizioni del Religion Today Filmfestival, abbiano ricevuto, in seno al Festival, importanti riconoscimenti tra cui il premio che ogni anno assegnano gli studenti della FSC. I cinque Rettori delle Università iraniane


La Teologia dell’UPS, lievito per la cultura del nostro tempo intervista al prof. Antonio Castellano, decano della facoltà di Renato Butera

Il prof. Antonio Castellano è dal 24 maggio 2011 il nuovo decano della Facoltà di Teologia. Subentra a l prof. Giorgio Zevini che ha concluso il suo mandato di due trienni. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio e presentarlo ai lettori di NotizieUPS.

Per conoscerti, raccontaci in breve le tappe della tua vita Dopo l’infanzia trascorsa in famiglia, sono entrato ben presto in un seminario minore salesiano in provincia di Lecce. Sono stati anni belli, insieme a tanti compagni. Siamo stati formati all’amore allo studio, alla preghiera, ma anche all’allegria del gioco, del canto, delle passeggiate, dei teatri … Andando avanti nella vita salesiana, quando avevo ventuno anni – all’inizio del 1976 – sono stato trasferito nel-

Il prof. Antonio Castellano

l’Ispettoria del Cile. Qui ho completato la mia formazione e sono stato ordinato sacerdote nel 1981. Poi, in due momenti successivi, sono ritornato in Italia - all’UPS - dove ho completato gli studi teologici, conseguendo il dottorato. Fino al 2003, anno in cui sono ritornato all’UPS, ho lavorato in Cile soprattutto nell’ambito della formazione dei nostri studenti e della docenza di Teologia nella Facoltà dell’Università Cattolica.

Che rapporto c’è tra essere salesiano ed essere professore di teologia? È vero che può sembrare che come salesiani abbiamo una missione più “pratica”, stare con i ragazzi e i giovani per educarli umanamente e cristianamente. Ma proprio per questo, fin dai tempi del nostro fondatore Don Bosco, c’è stata tra i salesiani un’attenzione particolare verso lo studio e la cultura finalizzata certamente ai giovani: “Per voi studio!” diceva Don Bosco, massima che troviamo anche all’ingresso della nostra Università proprio sul mezzobusto che raffigura il nostro Santo Fondatore. Quindi si tratta di scoprire la finalità di servizio educativo e pastorale che ha l’attività accademica. Tutto ciò rappresenta una sfida sempre aperta, a livello personale e istituzionale. Dovrebbe essere sempre più visibile, attraverso segni concreti, che lo studio che realizziamo è per i giovani di oggi, per rispondere alle loro sfide, ai loro bisogni, attraverso la formazione accademica di futuri sacerdoti, religiosi ed operatori ecclesiali che saranno gli animatori, il lievito cioè, delle varie porzioni del popolo di Dio, tra cui anche i giovani.


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E di sicuro nel mondo dei giovani le sfide oggi non sono né poche né piccole … È vero, tutti più o meno le conosciamo. Senza dubbio la più grande è di riuscire a comunicare loro, in modo credibile e attraente, la buona notizia di Gesù contenuta nel Vangelo, in modo tale che essi possano scoprirvi il segreto della gioia e della vita vissuta in pienezza in tutti i suoi aspetti... E che la fede, l’amicizia con Cristo, non è contraria alla ragione, anzi è – insieme alla ragione – l’altro potente motore per poter “volare”, per poter cioè comprendere veramente se stessi, gli altri, il mondo. È il costante pensiero e la preoccupazione principale di Papa Benedetto XVI che ritorna spesso su questo argomento in vari dei suoi interventi scritti e orali. Tutto ciò non è facile, data la profonda trasformazione culturale che è in atto nella società del nostro tempo. È per tale ragione che si vede il bisogno di una maggiore e più competente preparazione per questo compito. Gli ultimi Superiori Maggiori dei Salesiani hanno insistito sull’importanza dell’Università proprio in rapporto a questo bisogno di competenza nel campo dell’educazione dei giovani. Perciò ci viene richiesta “qualità” nel servizio accademico, una qualità non fine a sé stessa ma in vista, appunto, del servizio ai giovani. Ciò fa essere e specifica la nostra attività accademica nell’ambito della Teologia dandole una qualità squisitamente e particolarmente salesiana.

E come cercate di offrire questa “qualità”? Da molti anni ormai – specie a partire dal Concilio Vaticano II – c’è stato un cammino costante di riflessione e di rinnovamento. Tale compito non è certo concluso, anzi negli ultimi tempi ha ricevuto un nuovo impulso a partire dal cosiddetto “processo di Bologna”. Ma è interessante notare che qui, all’Università Salesiana, già agli inizi degli anni ’80 si è realizzata una riflessione esplicita su questo aspetto della qualità, sottolineando che essa è legata all’impegno fattivo per la professionalità (prendere sul serio i propri compiti), la collaborazione (comunione e collaborazione tra tutti) e lo stile di servizio (disponibilità, precisione, tempestività, correttezza). Arrivando all’Università si notano i frutti di questo cammino e impegno. Tuttavia non ci si può illudere … Si tratta di un percorso esigente, da intraprendere ogni giorno con rinnovato slancio, affrontando insieme le sfide che si presentano quale occasione concreta per crescere nella “qualità” che ci viene richiesta. È una “qualità” che ci viene richiesta e che ci imponiamo perché realizza l’impegno di servizio ai giovani destinatari con onestà professionale e di formazione.

Qual è stata la tua esperienza iniziale in qualità di Decano e in che modo stimi di poter contribuire alla vita della Facoltà? Ho iniziato il mio servizio il giorno 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice. Già durante il mese di maggio e poi in quello di giugno mi è toccato partecipare a una serie di incontri, legati al mio nuovo incarico, che mi hanno permesso di conoscere meglio l’Università e di prendere maggiore coscienza di essere parte, insieme con la mia Facoltà che rappresentavo, di questo corpo più grande. Ho

visto che, se la vita della Facoltà di Teologia è bella, per la varietà dei suoi Istituti e per le sue attività, quella dell’Università è ancora migliore proprio perché è ancora più ricca e variegata. Ho capito che essere Decano non significa solo occuparmi della mia Facoltà, ma cercare anche il bene delle altre Facoltà, inserirmi in questo confronto per la crescita dell’unico organismo complesso che è l’UPS e le persone che gli danno vita, docenti, personale addetto e soprattutto gli studenti. D’altronde – come si sa – è questo il senso dell’Università. Ho sentito che questa doveva essere una dimensione importante del mio servizio verso la Facoltà di Teologia: portare ad essa la vita di tutta l’Università, con le sue cose belle e naturalmente anche con le sue difficoltà e sfide, per partecipare in modo più intenso e fattivo, come Facoltà, alla crescita dell’intero corpo, dell’Università.

La sfida della nuova evangelizzazione, in che modo interpella la Facoltà di Teologia dell’UPS? Questa sfida, emersa con maggiore forza nella coscienza della Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II, è quanto mai viva e attuale. Perciò c’è bisogno anche oggi di riflettere su di essa e di vedere come migliorare il nostro contributo come Facoltà. Un contributo che nasce dai distinti indirizzi presenti in Facoltà (i tre istituti di teologia dogmatica, pastorale e spirituale), ma che deve apparire anche nella sua unità, se si desidera che sia veramente incisivo e utile alla Chiesa. Cioè si tratta di curare la specificità, l’originalità del nostro fare teologia dogmatica, pastorale e spirituale nella nostra Università. Tutto ciò suppone operare una sintesi tra la dimensione carismatica e la dimensione accademica, tra la spiritualità e la teologia. Una sintesi che è nello stesso tempo vitale e teorica. È ciò che Papa Benedetto XVI afferma quando insiste sulla necessità, da parte del teologo, di vivere veramente la propria fede, se vuole comunicarla poi efficacemente agli uomini del nostro tempo. È prendere rinnovata coscienza che un carisma in questo caso quello salesiano -, se vivo e incarnato, è sempre necessariamente lievito per una nuova cultura.

L’Università Salesiana oggi si caratterizza per la grande varietà di studenti, dovuta non solo alla diversità di culture e di nazioni, ma anche alla pluralità di congregazioni religiose (oltre che alla presenza dei laici). Che rapporto c’è allora tra i diversi carismi? La grande varietà di culture e di nazionalità dei nostri studenti è senza dubbio una grande ricchezza. Tutti la cogliamo soprattutto in certe occasioni, come quando si celebra la “Festa dei popoli”. Ma forse ci sarebbe bisogno di una “Festa dei carismi” per scoprire ancor di più la bellezza e ricchezza di quest’altro tipo di varietà. Forse c’è bisogno di approfondire maggiormente, con la vita e con la riflessione, l’idea che San Paolo ha dei carismi, come doni per il bene comune, destinati all’edificazione del Corpo di Cristo che è la Chiesa. E ciò che di fatto succede con l’Università Salesiana: un carisma che si mette al servizio di altri carismi. Ma nel lavoro e nei contatti quotidiani scopro, come salesiano, che non solo do, ma che ricevo molto di più.


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Chi è don Pudu? Don Pudumai Doss (don Pudu, come viene chiamato dai suoi confratelli e studenti) dallo scorso 29 aprile 2011 è il decano della Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS. Nato a Chennai (India, il cui antico nome era Madras), è salesiano da 25 anni e sacerdote da 13 anni. Tra i suoi titoli di studio la licenza in Diritto Canonico, in Diritto Canonico Orientale, in Letteratura (Inglese) ed Educazione, e il Baccalaureato in Diritto Civile (India). Ha concluso il suo dottorato in Diritto Canonico presso l’UPS nel 2003 sotto la guida dell’allora Arcivescovo Mons. Tarcisio Bertone, attuale Cardinale Segretario di Stato. Dal 2002 è professore della Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS. Don Pudumai Doss svolge il ruolo di giudice esterno del tribunale di Prima Istanza presso il Vicariato di Roma, ed è membro della commissione speciale per la trattazione delle cause di scioglimento del matrimonio in favorem fidei presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Inoltre è stato professore invitato in diverse Facoltà “salesiane” di teologia tra cui il Kristu Jyoti College di Bangalore, il Sacred Heart Theological College di Shillong e il Don Bosco Theological Centre di Chennai. Molti suoi articoli sono stati pubblicati da varie riviste canoniche internazionali e ha curato vari libri sui temi canonistici e giovanili, oltre al suo libro Freedom of Enquiry and Expression in the Catholic Church. A Canonico-Theological Study (Bangalore 2007). Lo abbiamo intervistato per presentarlo ai lettori della nostra rivista.

La Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS ha quasi settant’anni. Con quali obiettivi nasce? La FDC inizia le sue attività accademiche il 3 maggio 1940 con la creazione del Pontificio Ateneo Salesiano. Nel 2015 quindi celebrerà il 75° anniversario della sua fondazione. La FDC ha come obiettivo principale la formazione di docenti di Diritto Canonico per le Facoltà di Diritto Canonico, per le Facoltà di Teologia e per gli Studentati Teologici, e vuole formare per le Comunità Ecclesiali in genere e per gli Istituti di vita consacrata in particolare, un personale appositamente preparato per il disbrigo degli affari amministrativi e per la soluzione pratica dei casi giuridico-pastorali, con particolare riferimento all’azione pastorale parrocchiale.

Come è organizzata l’offerta formativo-accademica?

Il curricolo degli studi nella FDC comprende tre cicli. Nel primo ciclo, di due anni, solo per coloro che non hanno una formazione filosofico-teologica, gli studenti si dedicano allo studio delle istituzioni di diritto canonico e alle discipline filosofiche e teologiche che si richiedono per una formazione canonistica superiore. Il secondo ciclo si protrae per un triennio e si conclude con il grado di Licenza. In questi anni ci si dedica a uno studio più profondo del Codice con delle discipline affini e si viene introdotti all’uso del metodo scientifico di ricerca. Il terzo ciclo, nel quale si perfeziona la formazione giuridica dello studente fino alla maturità nel Diritto Canonico, ha la durata di un anno e si conclude con il grado di Dottore in Diritto Canonico.

Come e da chi è formato il corpo docenti della Facoltà? La caratteristica del corpo docenti della Facoltà è la sua internazionalità sia tra i docenti salesiani, sia tra i docenti invitati. Tra i salesiani docenti, abbiamo don José Uria Ramon dall’Uruguay, che è stato missionario per quasi trent’anni in Mozambico; e don Josef Slivon dalla Slovacchia, che è anche vice postulatore per la causa di beatificazione del Servo di Dio Titus Zeman. Quasi tutti i docenti hanno incarichi di competenza canonica presso varie chiese locali o istituti, cosa che arricchisce senz’altro il loro insegnamento. Tra questi, in particolare due docenti hanno “incarichi ecclesiali” speciali: don Sabino Ardito, professore emerito, attualmente Presidente del Tribunale di Prima Istanza del Vicariato di Roma per le cause matrimoniali; e don Markus Graulich, professore straordinario, Promotore di Giustizia Sostituto presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Pur svolgendo un ministero a pieno tempo per la Chiesa Universale e quella di Roma, continuano a collaborare con la Facoltà con l’insegnamento e l’accompagnamento degli studenti. Don Graulich è anche segretario della Facoltà.

Quale o quali elementi specificano la FDC come salesiana? Essendo parte dell’Università Salesiana, la FDC manifesta una particolare attenzione per tutto ciò che, secondo la propria competenza, interessa il settore dei giovani e della famiglia, tenendo presente lo spirito, l’insegnamento e la prassi di S. Giovanni


Foto accanto: il card. T. Bertone insieme al prof. Pudumai Doss, il Rettore C. Nanni e il prof. S. Ardito. Foto a sinistra: docenti e allievi FDC in visita alla Segreteria di Stato

Bosco. Assegna un posto di particolare rilievo alla trattazione del diritto degli Istituti di vita consacrata, con speciale riferimento agli atti amministrativi, alla legislazione e alla prassi dei Capitoli e dei Consigli; e sviluppa il diritto sacramentale, e matrimoniale in specie, nella prospettiva della pastorale giovanile e parrocchiale. Per raggiungere questi scopi, la FDC promuove quattro profili specialistici (per la licenza): diritto dei giovani, diritto della famiglia, diritto dei movimenti nella Chiesa e diritto dei religiosi.

In che modo la FDC collabora con la realtà “giuridico-canonica” ecclesiale, soprattutto a Roma? Come ho accennato, i nostri docenti sono inseriti in prima persona nella realtà ecclesiale con vari incarichi di competenza canonica a livello particolare e universale. Inoltre sono anche impegnati nelle “consultazioni” da varie istituzioni e diocesi su problematiche specifiche da risolvere. Da parte degli studenti, sono invitati a partecipare a vari corsi offerti dai dicasteri romani per il loro profitto personale, cosa che sarà di grande aiuto per il loro futuro lavoro di “canonisti”. La FDC organizza inoltre visite programmate ai dicasteri romani per conoscere il loro funzionamento e le procedure da loro usate nella casistica di loro competenza. L’anno scorso siamo stati ricevuti dal Pontificio Consiglio per i testi legislativi e dalla Congregazione per il Culto Divino. Quest’anno contiamo di visitare i Tribunali della Chiesa: il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e la Rota Romana.

Quali rapporti di collaborazione la FDC mantiene con altre facoltà di diritto delle università pontificie romane e con altri centri di Diritto Canonico/Teologia del mondo salesiano? Alcuni nostri docenti collaborano con le Facoltà delle università pontificie romane sia con l’insegnamento sia con partecipazioni attive a vari incontri e convegni. Ultimamente abbiamo alcuni docenti salesiani invitati che vengono da vari centri salesiani di studio di altri paesi, per arricchire la nostra Facoltà con la loro esperienza e il loro bagaglio culturale. Anche alcuni docenti salesiani, come me, insegnano in vari centri di Teologia del mondo salesiano.

Qual è il profilo dello studente di diritto canonico? Gli studenti della nostra Facoltà sono per la maggior parte salesiani che si preparano per i centri di studio di teologia o per dare il loro contributo specialistico come consulenti/segretari nella propria provincia salesiana. Ci sono anche alcuni sacerdoti diocesani che vogliono inIl prof. Jesu Pudumai Doss

dirizzare la loro pastorale “canonica” con lo stile salesiano. Ci sono anche laici impegnati nel settore giovanile o in quello della famiglia presso la loro parrocchia o la loro diocesi. Ci sono infine studenti che vogliono proseguire nel ministero ecclesiale come avvocati o giudici nei tribunali ecclesiastici.

Quali ex-allievi o docenti “famosi” hanno fatto parte della FDC? Tra gli illustri emeriti, devo ricordare l’attuale Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Tarcisio Bertone, SDB, che è stato professore e decano della Facoltà, oltre che Rettore dell’UPS. Ricordiamo con gratitudine il suo continuo interessamento per la nostra Facoltà, oltre alla gradita visita nel suo ufficio che ci ha concesso di recente, una visita segnata dalla “semplicità e dalla gioia salesiana”! Non si può dimenticare il contributo di grandi figure (di felice memoria) come quella del Cardinale Alfons M. Stickler, già Bibliotecario e Archivista Emerito di Santa Romana Chiesa; e del Cardinale Rosalio José Castillo Lara, già segretario e poi presidente della Commissione per la Revisione del Codice e Presidente emerito della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Si deve sottolineare il lavoro canonico di immenso valore di Don Pier Giorgio Marcuzzi di felice memoria sia all’università, sia alla Congregazione salesiana, sia alla Chiesa. Altri emeriti da ricordare sono Mons. João Corso, già Prelato Uditore della Rota Romana, Vescovo emerito di Campos e Ausiliare di Rio de Janeiro; don Ulrich Prerovsky, autore dell’edizione critica della Summa decretorum di Uguccione da Pisa; Sr. Giuliana Accornero, FMA, Postulatrice delle FMA; e don Giancarlo Parenti, Capoufficio presso la Congregazione per la Dottrina della Fede.

Quali progetti sono previsti in questo anno accademico che si apre? Oltre alla regolare attività accademica nella Facoltà, la nostra offerta accademica coinvolge tutte le Facoltà dell’UPS in quanto offre dei corsi a cui partecipano studenti di altre facoltà. È stato programmato un Seminario di Studio per novembre 2011 con il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica sulla Nuova Evangelizzazione partendo dai Lineamenta proposti per il prossimo sinodo dei vescovi del 2011. Vivremo inoltre un anno di ripensamento sulla Facoltà e sulla sua offerta accademico-canonistica, come ci ha invitato a fare il nostro Gran Cancelliere, don Pascual Chavez, specificamente sulla collaborazione da stabilire con altre facoltà di diritto canonico di Roma.

E quali per il futuro? Ci sono in cantiere collaborazioni con le facoltà dell’UPS, oltre a quelle già in atto, soprattutto per le specializzazioni offerte agli studenti di licenza. Vogliamo promuovere diversi Convegni su questioni aperte come segno di dialogo tra le diverse facoltà della nostra università. Ci sono già proposte per la pubblicazione di testi su questioni canonistiche, soprattutto nel settore dei religiosi, dei giovani e della famiglia. Speriamo che con l’immissione di nuovo personale salesiano che la Congregazione sta preparando per la nostra Facoltà, si possano realizzare questi e altri sogni ancora per celebrare degnamente così tra qualche anno (maggio 2015) non solo il bicentenario della nascita di Don Bosco, ma anche il 75° della fondazione della Facoltà di Diritto Canonico come parte fondamentale e integrante dell’UPS. Intervista di Renato Butera


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notizieups•Lettere Cristiane e Classiche

grande tradizione culturale intervista al decano, prof. manlio sodi a cura di Renato Butera

Il prof. Manlio Sodi è il nuovo Preside del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, nominato dal Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il prof. Sodi è già stato decano di un’altra delle facoltà dell’UPS, quella di Teologia. Attualmente è Presidente della Pontificia Accademia di Teologia e direttore di Rivista Liturgica. LA SUA PRODUZIONE LETTERARIA IN AMBITO LITURGICO APPROFONDISCE SOPRATTUTTO LA LETTERATURA CRISTIANA MEDIEVALE E MODERNA. È IN QUESTO CONTESTO CHE HA GIÀ PUBBLICATO BEN 18 VOLUMI, INSIEME A NUMEROSI STUDI APPARSI IN RIVISTE SPECIALIZZATE E IN OPERE IN COLLABORAZIONE. L’INTERVISTA (CHE RIPRENDIAMO DA ZENIT) È UN MODO PER PRESENTARLO A QUANTI NON LO CONOSCONO ANCORA E PER RIFLETTERE SUL VALORE DELLO STUDIO DEL LATINO E DEL GRECO, E DELLA CULTURA CLASSICA OGGI.

Perché il latino ancora oggi è così importante? Non si può vivere staccati dalla cultura in cui si è nati e si sono sviluppati gli elementi che ci fanno essere ciò che siamo, e la lingua è uno di questi. Osservando le nostre lingue “neolatine” non possiamo trascurare l’origine del nostro parlare. Questo sarebbe di poco conto se dimenticassimo che la maggior parte del patrimonio culturale dell’antichità, sviluppatosi attorno al bacino del Mediterraneo, è giunto fino a noi in lingua latina e greca. Conoscere le lingue antiche è perciò una chiave per poter accedere all’immenso patrimonio cui guardano con interesse popoli lontanissimi dal nostro ambito geoculturale, affascinati da una lingua che racchiude tesori di cultura che hanno arricchito l’umanità.

E come si spiega l’interesse per il latina in nazioni lontani mille miglia dalla nostra cultura? In effetti sorprende il fatto che ancora ai oggi sia così consistente l’interesse per il latino da parte di popoli e culture distanti geo-culturalmente da noi. In Finlandia esiste addirittura una radio che trasmette in lingua latina… Si rimane davvero sorpresi di fronte all’interesse di Cina, Stati Uniti, e di tantissimi altri Paesi anglofoni. Probabilmente in Cina, per esempio, l’interesse per il latino si può spiegare con la scoperta di valori culturali incontrati quattro secoli fa con la presenza dei Gesuiti, e di Matteo Ricci in particolare. Per il mondo di lingua inglese poi l’attenzione è ancora più comprensibile dato che sembra essere la lingua con maggiori etimologie latine. Tutto questo diventa un motivo importante per la riscoperta e l’approfondimento di un idioma i cui elementi spaziano in un arco di quasi tre millenni. Una lingua che non muore mai dunque.

E perché si vorrebbe far tornare forte il latino come lingua ufficiale della Chiesa? Di recente, Benedetto XVI ha espresso questa necessità Il prof. Manlio Sodi


nell’esortazione Sacramentum Caritatis per richiamare a quella responsabilità culturale enorme che risiede nella Chiesa “latina”, proprio per il fatto che tutti i suoi documenti ufficiali sono resi pubblici in questa lingua, così come è in latino la liturgia ufficiale della Chiesa Cattolica. Riguardo alla nostra Facoltà e al nostro contributo, fu Giovanni XXIII a firmare nel 1962 la Veterum Sapientia con cui rilanciava questa attenzione; nel 1964, Paolo VI, con il documento Studia Latinitatis istituisce il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis con l’obiettivo di preparare docenti ed esperti in lingue classiche per i Seminari, le Facoltà e le Istituzioni come per le Diocesi che hanno bisogno di esperti per “decifrare” i documenti (documenti in genere, epigrafi, musei, ecc.) che fanno la storia delle singole Chiese locali.

E per quale ragione la Chiesa cattolica vuole rendere viva una lingua ormai parlata da pochi? Sono i fatti che scandiscono il richiamo a rendere sempre viva la lingua latina nella Chiesa “latina”. Cultura, storia, tradizione sono parole che rinviano non solo all’arte e alla musica, ma anche a una serie infinita di documenti la cui non conoscenza costituisce un impoverimento grave per l’oggi e per il domani. C’è poi l’ambito liturgico che costituisce l’humus più ordinario per invitare a conoscere il latino e valorizzarlo in alcune parti della celebrazione. Al di là di alcune celebrazioni in latino, rimane l’opportunità di canti tradizionali dell’Ordinarium Missae, ma anche inni e altri testi tipici di alcuni momenti dell’anno liturgico, senza dimenticare le antifone che ritmano la vita cristiana. Così pure la pietà popolare in cui testi latini – a volte bistrattati – continuano a trasmettere contenuti che la catechesi può sapientemente valorizzare. Non si tratta dunque di tornare ad una liturgia tutta e sempre in latino, ma di saper valorizzare quegli elementi conosciuti dal popolo e tenerli vivi anche in ragione dei tanti fedeli che si muovono da una nazione all’altra e che in questi testi possono ritrovare momenti di partecipazione più intensa grazie all’ecumene che assicura il latino, come si sottolinea nell’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis.

E nei seminari oggi si studiano le lingue classiche? Abbiamo situazioni diversificate secondo le Istituzioni più o meno attente nel porre lo studio del latino e del greco nella propria ratio studiorum quasi fin dagli inizi del percorso formativo. Non si può aspettare il percorso filosofico o peggio ancora quello teologico per iniziare con rosa rosae; l’impegno va posto fin dall’inizio di un percorso formativo, cominciando proprio con i testi usati nell’Ordinario della Messa, per esempio. Il recupero del tempo passato può avvenire solo in modo serio. Certe radici vanno poste nel curriculum formativo iniziale. Ma non bisogna scoraggiarsi; anzi si può riprendere con impegno un certo cammino anche in seguito. Importante però è adottare un metodo di apprendimento che risponda a nuove istanze; e oggi abbiamo a disposizione metodo-

logie tali che fanno davvero miracoli. In una Istituzione romana, il Vivarium novum, ho incontrato giovani che dopo otto mesi parlavano latino… anche durante il pranzo!

Quali sfide vengono poste oggi alle facoltà di lingue classiche come la vostra? Già il fatto di rinnovare e sviluppare lo studio del latino è una delle sfide che si pongono oggi alla Facoltà. Siamo sollecitati tra l’altro dai tanti certamina che si organizzano in Italia e altrove da parte di licei, e per contrasto non si conosce il latino proprio da chi deve intraprendere la teologia! Credo che la soluzione più ovvia sia quella di un percorso intenso di lingua latina durante lo studio della filosofia, e quando questo manca, almeno di un intero anno di queste lingue prima di iniziare la teologia e la specializzazione ulteriore. All’inizio può sembrare arduo e forse senza senso, ma con il tempo ciò porta delle conseguenze formative e culturali di qualità. Inoltre, c’è bisogno del recupero dell’umanesimo cristiano che si esprime anche in lingua latina e greca, per combattere lo sbandamento etico che Benedetto XVI ha definito “dittatura del relativismo”. Non è questione di esplorazione del passato, ma di protezione del futuro!

Quali attività e iniziative in programma? Innanzitutto l’impegno più oneroso è quello ordinario delle lezioni e dei corsi, impegno che coinvolge numerosi docenti in dialogo con altre Istituzioni in cui si praticano tali studi. Poi le pubblicazioni con la nuova collana edita dalla LAS che ha come titolo Veterum et Coaevorum Sapientia. Si tratta di opere e manuali di docenti, ma anche dei migliori lavori di dottorato. Il primo volume dal titolo Sacerdozio pagano e sacerdozio cristiano è già edito e tra breve potremo finalmente avere tra mano l’opera di Arnobio e gli Atti del Convegno sul magister nell’antichità classica e cristiana. Tra le altre opere preparate, segnalo il Messalino festivo latino-italiano. Le pubblicazioni sono come il fiore all’occhiello di una Facoltà, e anche in questo ambito svilupperemo una linea che nei decenni passati aveva portato frutti di grande interesse. E ancora l’impegno dei Simposi che celebriamo come da tradizione ogni anno attorno al 22 febbraio, anniversario della fondazione dell’Institutum. È l’occasione per celebrare un convegno attorno a un tema che va trattato osservando la tradizione classica e cristiana. Sono occasioni di incontro e confronto tra specialisti, cultori e studenti, per cogliere i valori di una traditio che continua a interpellare le menti libere da precomprensioni nei confronti di una lingua che risulta più viva che mai. Quello del 2012 celebrerà il 50° anniversario della Veterum Sapientia. E infine, i corsi particolari di lingua, cioè i corsi intensivi che si svolgono durante l’estate (quest’anno si sono svolti dal 22 agosto al 23 settembre) per le lingue italiano, latino e greco. Corsi aperti a chiunque desideri approfittare dell’offerta formativa sia in vista del lavoro sia come preparazione per affrontare il nuovo anno accademico. Ma ci sono poi anche i corsi durante l’anno: oltre al latino e al greco, si offrono corsi di francese, inglese, spagnolo e tedesco per tutti coloro che desiderano approfittarne. Quindi, come potete vedere, una facoltà ancora piccola per numero di iscritti, ma effervescente per l’offerta di occasioni culturali e accademiche di notevole e riconosciuta qualità.


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notizieups•Le Facoltà

Educazione

L’Open Day delle Scuole SSSPC e IFREP Nella mattinata di sabato 17 settembre, la SSPC-IFREP e la SSSPC-UPS, Scuole di Specializzazione in Psicoterapia (la SSSPC dell’Università, anche in Psicologia Clinica), hanno organizzato l’Open Day, una giornata in cui le due Scuole di Specializzazione hanno aperto le loro strutture agli interessati per presentare e far conoscere la specificità della loro offerta di specializzazione nel campo della Psicoterapia. Consistente il numero di partecipanti. La mattinata è stata aperta dal saluto dei direttori, prof. ssa Susanna Bianchini (SSPC-IFREP), e prof.ssa Carla de Nitto (SSSPC-UPS). Ha fatto seguito la presentazione della struttura organizzativa e dei programmi dei singoli corsi di specializzazione. Quindi, momento centrale della mattinata sono state le testimonianze degli ex-allievi, che hanno presentato a partire dalla loro esperienza“Gli sviluppi professionali successivi alle competenze acquisite”, e degli allievi in corso che hanno presentato la loro “esperienza di apprendimento durante il percorso di formazione”. Quindi è stato presentato il programma di formazione continua per il 2012.

Pubblicato dalla Peter Lang un testo dei proff. Malizia e Cicatelli Scritto a quattro mani dai proff. Guglielmo Malizia e Sergio Cicatelli, l’Editrice Peter Lang (Belin/New York/Oxford) ha recentemente pubblicato il volume dal titolo The Catholic School under Scrutiny. Ten years of Research in Italy (1998-2008), uno studio che raccoglie l’impegno dei due specialisti, tra cui appunto il prof. Malizia, docente di sociologia della FSE. Lo studio ha incontrato l’interesse di questa importante editrice internazionale che lo ha voluto pubblicare con i suoi caratteri per far conoscere a un pubblico più ampio e specialistico le esperienze compiute nell’arco di tempo indicato dallo stesso titolo del Centro Studi per la Scuola

a cura di Renato Butera

Cattolica. Il volume, infatti, disegna nelle sue linee generali l’evoluzione che il Centro Studi (CSSC) della Conferenza Episcopale Italiana ha compiuto nei suoi primi dieci anni di vita a partire dalla sua fondazione. Insieme con il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, il CSSC rappresenta la realizzazione più rilevante che la Chiesa italiana ha effettuato in vista della creazione di un sistema integrato di scuola cattolica e di formazione professionale. Il volume si articola in tre sezioni principali. La prima delinea il contesto nel quale si è svolta la fatica decennale del CSSC: ruolo, funzioni, compiti, iniziative sono illustrati nel quadro della storia recente della scuola cattolica in Italia. La seconda sezione offre le premesse teoriche dell’azione del Centro Studi: esse vengono identificate nello specifico della qualità della scuola cattolica, nella dimensione comunitaria a livello di singola scuola e nell’educazione religiosa sul piano curricolare. La terza parte è incentrata sui soggetti che costituiscono la comunità educativa di scuola cattolica: gli insegnanti, i genitori, gli studenti e i dirigenti. Le conclusioni tentano di ricondurre a sintesi ordinata i numerosi contenuti e di fornire linee prospettiche di azione, mentre l’appendice offre un elenco ragionato e aggiornato delle principali attività del CSSC durante il decennio trascorso.

L’Istituto di Sociologia e i suoi progetti in atto Prima della fine dell’anno accademico 2010/11, all’Istituto di Sociologia è stata completata la fase preparatoria del laboratorio sperimentale sulla formazione del “Cittadino del III millennio”. A seguito delle due precedenti pubblicazioni, edite dalla Sede Nazionale del Cnos-Fap: “La valigia del migrante. Per viaggiare a Cosmopolis” (2010) e “Cittadini si diventa” (2011), si è avvertita l’urgenza di decodificare i contenuti teorici della prima, e i risultati dell’indagine della seconda (realizzata su 5.000 studenti/allievi delle scuole/CFP della Famiglia Salesiana), in un’attività di laboratorio mirata alla formazione del futuro “cittadino” della società cosmopolita. Il focus del lavoro è centrato prevalentemente sulla personalità del giovane che, ormai prossimo all’entrata nella vita attiva, si sta preparando ad assumere compiti e ruoli in qualità di cittadino attivo, “onesto” e responsabile, dotato di quella coscienza critica che gli permetta di sentirsi protagonista per la realizzazione di sé in un contesto caratterizzato da rapide e profonde trasformazioni. In questa prima fase sono stati messi a punto il disegno della sperimentazione e le unità di lavoro da verificare. In secondo luogo, è stato avviato il secondo stadio di un progetto di ricerca di ampio respiro che il Cnos-Fap ha inteso realizzare con la collaborazione dell’Istituto di Sociologia sul tema dell’inserimento nel lavoro dei qualificati dei corsi sperimentali triennali di formazione professionale iniziale

In alto: partecipanti all’Open Day; in basso a sinistra il prof. G. Malizia. A destra i proff. G. Vettorato, M. Mion, A. Dellagiulia


(IeFP). Dopo aver analizzato nel 2010 i dati sui qualificati dei settori meccanici auto ed elettro-elettronici, quest’anno si procederà a esaminare i risultati relativi a tutti gli altri settori. Anche in questo caso la prima parte dell’anno è stata dedicata a una migliore definizione degli strumenti di ricerca e alla determinazione del campione. L’Istituto di Sociologia ha anche collaborato con il Centro Studi per la Scuola Cattolica della CEI (CSSC) alla realizzazione di una ricerca che doveva fornire la base empirica del XIII Rapporto sulla Scuola Cattolica in Italia dedicato a “L’impegno delle Chiese locali”. Infatti, anche se esiste un consenso generale in linea di principio sul fatto che, come dicono i recenti Orientamenti Pastorali della CEI, la scuola cattolica è parte essenziale della missione ecclesiale e che la sua presenza deve essere promossa e sostenuta dalle diocesi, tuttavia lo stesso documento osserva che bisogna superare forme di estraneità o di indifferenza reciproca. Per misurare o almeno avere un’idea delle dimensioni di queste ambivalenze interne alla comunità cristiana si è provveduto a predisporre un questionario da applicare ai responsabili degli uffici di pastorale scolastica di tutte le diocesi italiane, i quali potevano compilarlo in versione elettronica o cartacea. Le risposte pervenute sono state 102, quasi la metà dell’universo (47%), una porzione certamente ragguardevole del totale ma insufficiente per offrire un quadro preciso della situazione. Emergono senz’altro le macrotendenze, ma rimangono celate dinamiche più sottili; e forse proprio la difficoltà a raggiungere tutte le diocesi può essere il primo risultato di questa indagine. Si tratta di difficoltà di comunicazione (per quanto possa sembrare strano, anche da parte degli Uffici centrali della CEI) e di scarsità di risorse umane (soprattutto in periferia, dove poche persone devono far fronte a più uffici di curia e non sempre sono in grado di rispondere a tutte le richieste); del resto la realtà delle Chiese locali è estremamente variegata, andando da diocesi con milioni di abitanti a diocesi con una popolazione di qualche decina di migliaia, alle quali corrispondono scelte organizzative e pastorali altrettanto diversificate.

La FSE rinnova il rapporto di collaborazione con la Zhejiang University La Zhejiang University di Hangzhou (Città a 200 km circa da Shangai) e la Facoltà di Scienze della Educazione dell’Università Pontificia Salesiana, hanno rinnovato per altri quattro anni la convenzione di collaborazione tra i due centri accademici. Nella mattinata del 5 luglio 2011, una delegazione di docenti dell’Università cinese, guidata dal prof. Xu Xiaozhou, decano del College of Education, ha incontrato il Rettore dell’UPS, prof. Carlo Nanni, il decano della FSE, prof. Francesco Casella, e una rappresentanza di docenti della facoltà. Presenti anche il prof. Carlo Socol, della SEECO Human Resources LTD, e i vicerettori Gianfranco Coffele e Vito Orlando. L’incontro è stato aperto dal saluto del Rettore che ha sottolineato l’importanza della collaborazione fra le due facoltà pedagogiche e la realizzazione delle tante iniziative programmate, svoltesi nel corso del primo quadriennio di convenzione. Anche il prof. Xu Xiaozhou ha sottolineato l’esito positivo della collaborazione e ha auspicato lo stesso successo per i prossimi quattro anni. Il decano della FSE, prof. Casella, ha quindi guidato i lavori dell’incontro affidando al prof. Socol il compito di riassumere la storia dei In alto: i proff. F. Casella, C. Nanni, X. Xiaozhou, C. Socol, W. Libing Foto a destra: partecipanti al Festival di Psicologia

primi quattro anni di collaborazione. Quindi il prof. Xu Xiaozhou ha presentato il College of Education, di cui è responsabile, sottolineandone la peculiarità educativa e l’interesse a confrontarsi con altre esperienze europee, e in particolare con quella della FSE dell’UPS. A conclusione dell’incontro è stata firmata la convenzione rinnovata da parte dei due decani e del prof. Socol in rappresentanza della SEECO, ente che promuove il rapporto di collaborazione tra le due facoltà. La convenzione riguarda, fra l’altro, lo scambio di studenti e di docenti (soprattutto nell’area della sociologia, della didattica, dell’organizzazione scolastica, della leadership, del tirocinio di insegnamento, della pedagogia sociale, delle politiche educative, ecc.) e l’organizzazione di un simposio che avrà luogo alla fine del prossimo mese di ottobre nella sede di Hangzhou. Infine, sotto la direzione del prof. Coffele, le due delegazioni hanno provveduto allo scambio di doni come segno di stima e di partecipazione alla collaborazione rinnovata.

Festival di Psicologia Il 7 maggio 2011, l’Istituto di Psicologia della FSE ha organizzato il “Festival di Psicologia: Vieni, vedi, se vuoi… rimani!” con l’obiettivo di promuovere e far conoscere la proposta formativa a quanti sono interessati a iscriversi per il prossimo anno accademico al curricolo di Psicologia. Vi hanno aderito cinquanta studenti provenienti non solo da Roma ma anche da altre parti dell’Italia, molti dei quali hanno deciso di iscriversi all’Istituto di Psicologia dell’UPS. La modalità di questa presentazione è stata del tutto originale e in linea con il “carisma” dell’Università dei Giovani che è l’UPS: gli stessi studenti hanno presentato le esperienze della loro vita accademica. Il saluto di benvenuto del prof. Francesco Casella, decano della FSE, ha avviato la giornata seguito da quello del prof. Formella, direttore dell’Istituto di Psicologia. Quindi si sono avvicendate le presentazioni del curricolo triennale in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo da parte di un professore del curricolo e quella dei curricoli specialistici in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo, e di Psicologia Clinica e di Comunità; infine il prof. Alessandro Ricci ha esposto il metodo di studio. Conclusi gli interventi di presentazione, gli ospiti hanno visitato il campus


universitario in piccoli gruppi guidati dagli stessi studenti, in particolare la Biblioteca, le aule e gli altri spazi universitari di fruizione comune e specifica. È stato poi proiettato il cortometraggio prodotto dagli studenti del corso EB1960 su una tematica inerente gli studi che stanno affrontando. La mattinata si è conclusa con il Tandem di studenti a confronto nella loro esperienza di studi all’UPS, la Tavola rotonda e con il “Regalo di Saluto”.

“GeniAttori”: Ciclo di seminari sul protagonismo genitoriale nella relazione con i figli

Prof. Vito Orlando

Il Centro PsicoPedagogico della FSE ha proposto a maggio tre incontri di formazione rivolti ai genitori. Gli incontri si sono svolti martedì 10 maggio, lunedì 16 Maggio e lunedì 23 Maggio. Vi hanno preso parte circa 20 adulti, fra cui 6 coppie, che hanno seguito i lavori con notevole interesse. Gli incontri hanno avuto lo scopo di promuovere il protagonismo genitoriale nella relazione dei figli, sono stati pensati perché nonostante i rilevanti cambiamenti sociali che hanno alterato ruoli e funzioni, la famiglia continua a essere la principale risorsa per la crescita e lo sviluppo dei suoi membri. La sicurezza, l’amore e il sostegno che i ragazzi sperimentano all’interno del nucleo familiare, rappresentano ancora le fonti più significative del loro benessere e dell’equilibrio bio-psico-sociale. Purtroppo le attribuzioni di responsabilità che, di fronte a situazioni problematiche, ricadono, sempre e comunque, sulla famiglia, i consigli degli esperti, i rimproveri degli specialisti hanno finito per alimentare nei genitori dubbi e perplessità indebolendone la sicurezza in quanto educatori. Dopo tante generazioni in cui i genitori non potevano fare niente di sbagliato si è giunti a un’epoca in cui si sentono incapaci di fare qualcosa di giusto. Da ciò quindi il desiderio di portare avanti una iniziativa di questa portata che ha avuto tra i suoi obiettivi quelli di accrescere e potenziare nei genitori un’autostima positiva e una fiducia personale nell’essere educatori e di conseguenza contribuire a una interazione genitori-figli più efficace, con particolare riferimento alla competenza genitoriale e alla comunicazione di qualità nel contesto familiare. È questa la prima di altre iniziative che il Centro PsicoPedagogico rinnovato intende offrire al territorio e a quanti hanno interesse a incentivare la qualità del loro compito educativo o realizzare miglioramenti nella propria formazione personale.

Le buone pratiche nella Scuola dell’Infanzia “Cominciare bene per crescere bene. Riflessioni e buone pratiche nella scuola dell’infanzia”, è il titolo del Convegno promosso dalla rivista Scuola dell’Infanzia di Giunti Scuola, con il patrocinio dell’UPS e con la collaborazione dell’Istituto di Psicologia della FSE. Il Convegno ha avuto luogo lo scorso 9 aprile nell’Aula Paolo VI dell’UPS, aperto dai saluti del Rettore prof. Carlo Nanni, e introdotto dalla dott.ssa Carla Ida Salviati, direttrice di Scuola dell’Infanzia, che è stata anche la coordinatrice degli interventi. Tra i primi interventi, introduttivi dell’intero evento, quelli della prof.ssa Anna Oliverio Ferraris, dell’Università La Sapienza di Roma, intervenuta sul tema “Bambini e famiglie nella scuola dell’infanzia di oggi”; della prof.ssa Caterina Cangià, docente dell’UPS, con una riflessione dal titolo “Il bambino digitale va alla scuola dell’infanzia”; e del prof. Gianfranco Staccioli, docente dell’Università di Firenze, il cui intervento era intitolato “Fare scuola nella scuola dell’infanzia”. La prima parte del Convegno si è conclusa con la Tavola Rotonda con il dibattito su il “Presente e futuro della Scuola per l’infanzia in Italia”. Nel pomeriggio, il convegno è stato strutturato in 5 sessioni parallele ognuna delle quali ha offerto ai partecipanti la possibilità di inserirsi in uno dei seminari proposti sulle “Buone pratiche educative e didattiche”. In particolare, le cinque proposte si incentravano sulle seguenti tematiche, introdotte da una relazione del coordinatore di ciascun gruppo seminariale. Il primo gruppo aveva come tema “Il sé e l’altro”, coordinato dalla prof.ssa Maurizia Butturini, docente e formatrice, e coordinatore del mensile “Scuola dell’infanzia”; il secondo, coordinato da Chiara Ossicini, pedagogista, insegnante di educazione al movimento e di danza contemporanea, aveva come tema “Il corpo e il movimento”; a coordinare il terzo gruppo è stata Annalia Galardini, pedagogista, e la tematica che ha svolto era “Linguaggi, creatività, espressione”; Emilia Passaponti, caporedattore mensile “Scuola dell’Infanzia”, ha coordinato il quarto seminario che aveva come tema “I discorsi e le parole”; infine, coordinatore del quinto gruppo è stato Paolo Mazzoli, dirigente scolastico, sul tema “La conoscenza del mondo”. Tanti i nomi che hanno offerto il loro personale contributo ai vari momenti del Convegno collaborando a rendere ricca l’esperienza vissuta dai numerosi partecipanti. Un momento del Convegno


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notizieups•Le Facoltà

Teologia VI Convegno mondiale dell’Associazione Biblica Salesiana

Un momento eucaristico del Convegno

Cesarea marittima, a Sefforis, Cafarnao e Magdala, e infine al kibbutz Nir David. Al termine dell’incontro di Gerusalemme, è stata eletta la nuova presidenza dell’Associazione a cui è stato affidato l’impegno di rendere concreti i frutti del meeting con alcune iniziative specifiche e con la pubblicazione degli Atti del Convegno.

Specializzazione in Pastorale Biblica e Liturgica

Don F. Cereda, don C. Bissoli e don V. Rafael

Circa trenta salesiani docenti di Sacra Scrittura, tra cui alcuni docenti dell’UPS, si sono ritrovati insieme per una settimana, dal 23 al 30 agosto, presso il Salesian Centre of Theological Studies Ratisbonne, lo Studio Teologico Salesiano di Gerusalemme. Alla base del meeting la riflessione sulla esortazione post-sinodale Verbum Domini di Benedetto XVI. Tra i partecipanti all’incontro mons. Fortunato Frezza, Sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, il consigliere generale per la Formazione dei SDB, don Francesco Cereda, suor Maria Américo Rolim, consigliera generale per la Formazione FMA e altre tre sue consorelle, e una salesiana cooperatrice. Il titolo scelto come guida della riflessione è stato: La vita e la missione salesiana alla luce del Sinodo sulla Parola di Dio. Da questo titolo si deducono i due aspetti più rilevanti del confronto: il tema del Sinodo e la formazione religiosa e salesiana; e la Parola di Dio nella pastorale giovanile oggi. Il confronto degli studiosi di Bibbia salesiani ha sottolineato in più occasioni l’importanza che Don Bosco dava alla Sacra Scrittura come elemento essenziale e insostituibile della sua azione educativa e pedagogica. A conclusione di ciascun intervento in programma, i partecipanti hanno avuto modo di reagire alle idee proposte dalla riflessione, e in un secondo momento a confrontarsi in diversi gruppi. Durante le giornate di incontro, i salesiani biblisti hanno avuto modo di incontrare l’Ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme, mons. William Shomaly, e di visitare alcune case salesiane della Terra Santa tra cui Betlemme, Cremisan, Beit Gemal, Nazaret. Di interesse condiviso sono stati gli incontri con il Vicario patriarcale per i cristiani di espressione ebraica, padre David Neuhaus sj, e con l’archeologo francescano padre Eugenio Alliata, ffm. Il VI Convegno mondiale dell’Associazione Biblica Salesiana è stato reso ancor più ricco con le visite agli scavi archeologici della Città di Davide, ai siti archeologici di

L’Istituto Di Teologia Pastorale della Facoltà di Teologia dell’UPS, propone un curricolo di specializzazione in Pastorale Biblica e Liturgica, un curricolo rinnovato con il rafforzamento della dimensione pastorale e dell’interdisciplinarità. Il profilo è unico e prepara gli esperti in tale specifica attività ecclesiale, come: docente di pastorale biblico-liturgica; ricercatore e progettista nel campo della pastorale biblico-liturgica; responsabile di uffici, centri ed edizioni di pastorale biblico-liturgica; formatore di operatori di pastorale biblico-liturgica. La specializzazione in Pastorale biblica e liturgica è caratterizzata dallo studio e dall’orientamento verso il mutuo rapporto che intercorre tra Bibbia e Liturgia nell’ambito pastorale, cioè nel tessuto della prassi ecclesiale, nell’esperienza di fede del cristiano e nei risvolti culturali (antropologia, etica, comunicazione, arte, architettura, musica, ecc.). Il curricolo richiede due anni di frequenza ad attività di base, ad attività caratterizzanti (corsi speciali, opzionali, seminari e tirocini) e ad attività integrative (obbligatorie e a scelta libera). Responsabile del curricolo è il prof. Francis Vincent Anthony, direttore dell’Istituto di Teologia Pastorale.

Fedeltà nel dinamismo: il contributo di don Rinaldi alla crescita del carisma salesiano Lo scorso martedì 10 maggio, nella Sala Juan Vecchi dell’UPS è stato presentato il volume “Fedeltà nel dinamismo. Don Filippo Rinaldi e la crescita del carisma salesiano” di Martino Dai Loc Nguyen, salesiano del Vietnam che ha studiato presso la Facoltà di Teologia dell’UPS. Il volume sul beato don Rinaldi, successore di Don Bosco, è stato pubblicato con i caratteri della LAS, l’Editrice dell’UPS. Alla presentazione sono intervenuti S. Ecc. mons. Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense, già postulatore generale della Famiglia Salesiana; la dott.ssa Ortensia Barbarino, Regionale Italia Nord-Ovest e Germania delle VDB, e la prof.ssa suor Piera Cavaglià, segretaria generale del Consiglio FMA. All’incontro, moderato dal prof. Giorgio Zevini, già decano della Facoltà di Teologia, era presente S. Em. Il cardinale Raffaele Farina, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, già Rettore dell’UPS. Presente anche l’autore.


A sinistra: tra il pubblico l’autore del libro M. Dai Loc Nguyen e il cardinale R. Farina. Nel riquadro: prof.ssa O. Barbarino, mons. E. dal Covolo, prof. G. Zevini e suor P. Cavaglià

Sigfrido Ranucci

Oltre a quella del cardinale Farina, la presentazione del volume ha ricevuto l’adesione e il patrocinio di S. Em. Il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi, già decano della FdT e prorettore dell’UPS.

Traduzione del “Dizionario di Omiletica” Nel 1998 ha visto la luce il Dizionario di Omiletica edito da Ldc-Velar, Leumann (To) – Gorle (Bg). L’opera diretta dai professori dell’Università Pontificia Salesiana Manlio Sodi e Achille M. Triacca († 2002) fu portata a termine in collaborazione con 245 esperti a livello internazionale. Nel 2002, esaurita la prima edizione, fu approntata la ristampa che ha avuto una grande diffusione in Italia. Di recente è apparsa in Brasile la traduzione e l’adattamento dell’intera “enciclopedia” della comunicazione religiosa e liturgica in particolare. L’edizione – il titolo è: Dicionário de homilética – porta la data del 2010, ed è stata approntata da Ediçôes Loyola e Paulus, Sâo Paulo, Brasile. Alla luce di quanto rilanciato dall’Esortazione apostolica Verbum Domini di Benedetto XVI circa la liturgia della Parola e in particolare circa l’omelia, anche questa opera può contribuire a un’attenta qualificazione di chi deve svolgere tale ministero e delle assemblee destinatarie del messaggio biblico nel contesto dell’azione liturgica.

Comunicazione

dedicata all’analisi del difficile rapporto tra giustizia e informazione e sue possibili prospettive (25-27 marzo 2010). Questo il tema scelto per la tre giorni: La comunicazione alternativa intesa come partecipazione responsabile alla cittadinanza. In sintesi, si è cercato di dare risposta a domande come: Che cosa vuol dire fare informazione alternativa? Che cosa la caratterizza? L’informazione alternativa è credibile? Come si conquista la fiducia dei cittadini e come si li “fidelizza” alla testata informativa? L’informazione alternativa può uscire dai vari ghetti, in cui è più o meno felicemente chiusa, e riuscire a influenzare l’opinione pubblica? Come si conquista la visibilità? Tra i professionisti hanno offerto il loro apporto, Sigfrido Ranucci, giornalista, autore de “Il Patto”, e Raffaele Mastrolonardo, giornalista, autore di “La scimmia che vinse il Pulitzer”, che hanno dato voce all’incontro dal titolo: “Il coraggio di informare”. Nell’incontro dal titolo: “Noi lo diciamo così” sono state presentate anche esperienze di nuova comunicazione a confronto con ricercatori ed esperti. E ancora, presso il Centro Conferenze de La Sapienza di Via Salaria 113, la tavola rotonda “La comunicazione come responsabilità”. I lavori si sono conclusi con il seminario dal titolo “In cerca di idee efficaci e sostenibili. Come fare informazione alternativa e avere visibilità”. L’iniziativa faceva parte della Settimana delle Scienze della Comunicazione (8-14 maggio), Nuovi percorsi per lo sviluppo umano integrale, organizzata dall’Ufficio Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, il CNR, l’Università di Roma Tre, l’Università “Tor Vergata”, la Libera Università Maria SS. Assunta, l’Università Europea di Roma, la Sapienza, l’Università Salesiana e l’UCSI.

Social network e relazioni sociali nelle giovani generazioni Comunicazione alternativa come partecipazione responsabile alla cittadinanza Da giovedì 12 a sabato 14 maggio 2011 si è tenuto il terzo workshop della serie PerCorsi tra cittadinanza e informazione per iniziativa della FSC dell’UPS e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, sezione Lazio. Il primo workshop si tenne nei giorni 11-14 settembre 2008 e aveva come titolo Cercare la verità per condividerla; lo scorso anno, la seconda tre-giorni - dal titolo Giustizia (s)comunicata - venne

Giovedì 19 maggio ha avuto luogo presso l’aula CS1 della FSC, il seminario “Be social not only network: Digital Media – Cultura – Società“, condotto dai professori Antonio Giannasca e Fabio Pasqualetti. Al seminario hanno preso parte, oltre agli studenti del corso di Teoria Prof. A. Giannasca


& Tecniche della Comunicazione in Internet, a cui era rivolto in modo particolare, anche studenti della FSC e di altre facoltà dell’UPS interessati al tema. I due docenti hanno offerto una serie di riflessioni a tutto campo sulla cultura dei nuovi media e su come questa stia cambiando le relazioni sociali ed educative nelle giovani generazioni. Queste riflessioni hanno toccato aspetti legati agli argomenti che si affrontano già nel corso e sono servite da sprone e da spunto per coloro che intendono approfondire tematiche del genere nelle tesi di baccalaureato o di licenza.

“Povertà: problema o occasione?”: Religion Today Filmfestival 2011 Con la conferenza stampa di mercoledì 8 giugno presso la Radio Vaticana è stata presentata la XIV edizione del Religion Today Filmfestival. Nell’occasione il presidente Davide Zordan e la direttrice Katia Malatesta hanno illustrato le linee guida e le novità dell’edizione 2011. Sono intervenuti anche Pasquale Ferrara, Capo Unità Analisi, Programmazione e Documentazione storico-diplomatica Ministero degli Affari Esteri; Franco Lever, Decano FSC-UPS; Nicolas Bauquet, Direttore Centre Culturel Saint-Louis de France; Claudio Mario Betti, Comunità di Sant’Egidio; Luigi De Salvia, Segretario Generale Sezione Italiana Religions for Peace; e Franco Panizza, Assessore alla Cultura, rapporti europei e cooperazione Provincia Autonoma di Trento, Ente promotore del Religion Today Filmfestival. Il Festival si svolgerà dal 14 al 26 ottobre a Trento e provincia, Roma, Milano, Bolzano, Bassano, Nomadelfia, con una anteprima a Teggiano l’8 ottobre. Il titolo scelto per l’edizione di quest’anno è: “Povertà. Problema o occasione?”. Esso spazia dalla varietà di atteggiamenti verso le cose materiali elaborati nel solco delle diverse tradizioni religiose ai temi dell’impegno etico contro le ingiustizie e la sperequazione sociale, sullo sfondo delle incertezze generate dalla crisi economica, in un mondo che predica l’individualismo e il successo ad ogni costo. In quanti modi si può descrivere la povertà? E come risponde il cinema a questa domanda? Religion Today è il primo festival itinerante del cinema delle religioni, nato nel 1997 per contribuire alla diffusione del film religioso, promuovere una cultura del dialogo e della pace, creare un luogo di incontro per operatori di diverse culture e religioni, favorire una informazione corretta sulle grandi religioni. L’UPS, nello specifico la sua Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, ormai da anni vi prende parte attiva con l’organizzazione di seminari, incontri, proiezioni e dibattiti sui film in concorso e con un premio assegnato dagli studenti a un film da loro scelto. La giornata-seminario organizzato nella sede della FSC è programmata per il 24 ottobre 2011. Sono previsti gli interventi di Einat Kapach, regista, sceneggiatrice della The Ma’aleh School of Television, Film & the Arts di Gerusalemme; di Dorothea Franck, ricercatrice e saggista, collaboratrice della Buddhist Broadcast Foundation, Olanda; di Serge Goriely, direttore del festival internazionale Cinespi (Cinéastes et spiritualité) a Louvain-la-Neuve,

Belgio; di Franco Lever, Decano della FSC; di Zamfira Nastasache, Hyperion University, Romania; di Claudia Di Giovanni (direttrice Filmoteca Vaticana).

Curricolo in Comunicazione Pastorale Durante la riunione di mercoledì 22 giugno 2011 il Senato accademico ha approvato il nuovo curricolo in Comunicazione Pastorale che avrà corso dall’anno accademico 201112 nella FSC dell’UPS. Il nuovo curricolo si inserisce armonicamente nel progetto della FSC che da sempre pone al centro dell’attenzione la comunicazione considerata, prima ancora che un insieme di linguaggi e tecniche da apprendere, come dimensione della persona, contesto culturale e servizio alla comunità civile e religiosa. Fin dalla sua istituzione (1988), la FSC ha ritenuto la formazione di sacerdoti, religiosi e laici impegnati in progetti di servizio ecclesiale, sua missione prioritaria e, insieme, sfida affascinante. Uno sguardo ai cambiamenti globali accaduti in questi ultimi venti anni e alle responsabilità assunte dagli ex allievi della Facoltà nell’ambito ecclesiale, nei vari continenti, conferma la bontà del percorso formativo della FSC. Perché un curricolo specifico? Dalla sua origine a oggi, esigenze di ampliamento della proposta formativa e varie riforme universitarie hanno condotto la FSC a successivi mutamenti; in particolare, dopo che è stato adottato nel 2003 il progetto universitario europeo (il cosiddetto 3 + 2), i sacerdoti e i religiosi che volevano avere una licenza in comunicazione dovevano affrontare 4 anni di ulteriore formazione, oltre al percorso di studi universitari filosofici e teologici già compiuti. Da alcuni anni studiosi e formatori, vescovi, autorità religiose ed alcune fondazioni che erogano borse di studio, chiedevano alla Facoltà di studiare un curricolo in comunicazione sociale specifico, che riconoscesse e valorizzasse gli studi precedenti dei sacerdoti e di quanti - religiosi o laici - abbiano compiuto un ciclo completo di studi filosofico-teologici. Di questa domanda don Pascual Chávez, nostro Rettor Maggiore e Gran Cancelliere dell’UPS, si è fatto portavoce autorevole in vari interventi, l’ultimo dei quali nel discorso al Senato UPS dell’1 dicembre 2010. A questa sollecitazione la Facoltà ha cercato di dare una riposta con uno studio attento che ha coinvolto docenti e formatori dell’UPS e di altre Università. Il Senato accademico ha esaminato il progetto il 18 maggio e l’ha approvato il successivo 22 giugno. Il 6 agosto 2011, dal Vaticano, la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha espresso il suo placet con un documento ufficiale inviato al Rettore, don Carlo Nanni.


Filosofia II edizione Scuola Superiore di Formazione Filosofica Al centro della foto: i proff. L. Rosón e J. Kureethadam

zioni previste nell’anno accademico in corso. Sempre nell’ambito dell’edizione di questo anno accademico del ciclo STOQ, lunedì 16 maggio il dott. Mario Dal Bello (Giornalista e Critico d’arte) ha svolto una lezione dal titolo Il “volto” di Dio e l’arte. La lezione era inserita all’interno del programma del modulo avanzato di “Filosofia teoretica II” (FA0142, I ciclo) e volta alla considerazione filosofica ed estetica del rapporto tra il valore della rappresentazione artistica e l’Ineffabilità dell’Assoluto. Gli incontri culturali del III anno di “Fede, Cultura e Scienza” cominceranno martedì 25 ottobre 2011 con una lezione del prof. Luis Rosón Galache (FdF) dal titolo Dio, significato ultimo dell’universo.

Lezione STOQ del prof. William Carroll I proff. J. Kureethadam, W. Carroll e S. Rondinara

Per venire incontro all’esigenza di un primo accostamento e di un approfondimento delle tematiche fondamentali della filosofia, in vista di una formazione personale e di una ulteriore qualificazione professionale, la FdF offre anche per i prossimi due anni accademici 2011/2012 e 2012/2013 la possibilità di accedere alla Scuola Superiore di Formazione Filosofica e di conseguire il Diploma di Formazione Superiore in Filosofia. Il corso è destinato a tutti coloro che sono provvisti del Diploma di scuola secondaria superiore o di titolo universitario non in filosofia. Le lezioni si svolgono in sede, di sabato, dalle ore 9.15 alle 12.30 e dalle ore 14 alle 15.30, secondo un calendario di dieci date già fissate per ogni semestre. I corsi previsti per il nuovo anno accademico (ottobre 2011 – maggio 2012) sono i seguenti: Filosofia, teologia e scienza; Propedeutica all’antropologia filosofica; Propedeutica alla storia della filosofia antica (I semestre). Propedeutica alla filosofia della conoscenza; Propedeutica alla filosofia della scienza; Propedeutica alla storia della filosofia medievale (II semestre). Per gli exallievi della Scuola, e per tutti gli interessati, durante lo svolgimento dell’anno accademico 2011/2012 si proporranno anche due nuovi corsi: Propedeutica alla storia delle religioni (I semestre); Propedeutica alla storia romana (II semestre).

Lo scorso 13 maggio si è tenuta presso l’Aula Juan Vecchi la lezione STOQ del prof. William Carroll (Università di Oxford, UK) dal titolo “Cosmology & Creation from Stephen Hawking to Thomas Aquinas”. Dopo il breve saluto del decano, prof. Mauro Mantovani, ai numerosi partecipanti, la lezione è stata introdotta dal prof. Joshtrom Kureethadam, docente di filosofia della scienza ed ecologia presso la FdF. Ha moderato il dibattito il prof. Sergio Rondinara, docente di logica e di filosofia della scienza presso la stessa facoltà. La lezione era inserita all’interno dei programmi dei corsi di “Storia del pensiero scientifico” e “Filosofia della scienza II”.

Lezioni STOQ del prof. Munehiro Niwano Lezione del prof. M. Niwano

Incontri “Fede, Cultura e Scienza” La lezione della dott.ssa Annalisa Margarino dal titolo Scienza e fede in Edith Stein, di martedì 17 maggio 2011, ha chiuso il II anno del II ciclo triennale di formazione culturale “Fede, Cultura e Scienza” organizzato congiuntamente, nell’ambito del Progetto STOQ, dalla FdF e dal Vicariato di Roma (Pastorale Universitaria) con il sostegno del Pontificio Consiglio della Cultura. La lezione si è tenuta presso la Rettoria di Sant’Ivo alla Sapienza. Al termine della serata è stato Il prof. M. Dal Bello consegnato l’attestato di partecipazione a coloro, più di una trentina, che sono stati presenti a tutte le le-

Martedì 3 maggio 2011 si è aperto il ciclo di lezioni STOQ del prof. Munehiro Niwano, Preside del Gakurin Seminary di Tokyo, appartenente al Movimento buddista giapponese Rissho-Kosei kai. All’interno degli scambi internazionali e delle iniziative di dialogo interculturale e interreligioso promosse dalla Facoltà, il prof. Niwano, che è exallievo dell’UPS (Facoltà di Filosofia e di Teologia) ed è dottore in Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha tenuto le seguenti lezioni: Una esperienza di buddismo contemporaneo nel contesto del dialogo interreligioso postconciliare: il Movimento buddista giapponese Rissho Kosei-kai; L’affermazione del-


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l’esistenza di Dio nella tradizione culturale e religiosa buddista. Le lezioni erano inserite all’interno dei programmi rispettivamente del Seminario di storia delle religioni e del modulo avanzato di Filosofia teoretica II.

“Momenti del logos” Studenti premiati

Al centro il prof. A. Castellano

Il 14 aprile 2011 ha avuto svolgimento la Tavola rotonda dal titolo Momenti del logos. L’incontro è stato aperto dal saluto del Rettore, prof. Nanni, e da una breve descrizione del Progetto di ricerca LERS (Logos, Episteme, Ratio, Scientia) da parte del decano della Facoltà, prof. Mauro Mantovani. I ‘logoi’ scelti sono stati quelli del pensiero antico e medievale con interventi di Maurizio Marin, Giulia Lombardi, Flavia Carderi, Mercedes López Sánchez, Renato De Filippis, Graziano Perillo, Alessandro Balbo. A questi interventi si è aggiunto quello conclusivo del prof. Michel Fattal (Università di Grenoble 2) dal titolo Dal logos di Plotino al Logos di San Giovanni: verso la soluzione di un problema metafisico? Nel pomeriggio l’attenzione si è spostata sui Momenti del ‘logos’ nel pensiero moderno e contemporaneo, con interventi di Mauro Mantovani, Saverio Di Liso, Igor Agostini, Stefano Curci, Mara Dell’Unto, Claudia Cristoforetti e Claudia Caneva. Ha concluso la giornata il prof. Piero Coda (Sophia Institute di Loppiano) con una lezione dal titolo Il logos oggi e l’eredità di Gesù Cristo. Il prof. Antonio Castellano (Facoltà di Teologia) e il prof. Joshtrom Kureethadam (Facoltà di Filosofia) hanno moderato i momenti del dibattito. Si è trattato di un momento prezioso di studio e di confronto, durante il quale sono stati presentati i frutti di un lavoro in collaborazione cominciato fin dal 2008. Il volume che raccoglie gli Atti della Tavola Rotonda, arricchito di altri 15 contributi, sarà a disposizione da febbraio 2012.

“Dialoghi di filosofia”: Segnalazioni e premiazioni Durante la Tavola rotonda svoltasi il 14 aprile 2011 si è tenuta la presentazione e la premiazione dei lavori (sul tema del logos) vincitori dei Premi “Dialoghi di filosofia 2011” per gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole superiori italiane. La Giuria quest’anno ha deciso di Il cardinale Maradiaga al convegno della Scuola di Formazione Giovanni Paolo II

segnalare 12 lavori, provenienti rispettivamente dal Liceo classico e scientifico “San Giovanni Bosco” di Cagliari, dal Liceo paritario scientifico dell’Istituto “Maria Ausiliatrice” di Catania, dal Liceo classico e scientifico “Villa Sora” di Frascati, dall’Istituto “Santa Maria Mazzarello” di Palermo, dal Liceo classico “Don Bosco” di Pordenone, dal Liceo classico e linguistico “T. Lucrezio Caro” di Roma e dalla Scuola Secondaria di II grado “Maria Ausiliatrice” di Roma. Tra questi elaborati, sono stati scelti come vincitori: per le classi terze, Il logos. Un percorso terminologico (Florio Scifo, Liceo classico “Don Bosco” di Cagliari); per le classi quarte, Lo stupore della ragione… (Costanza Brighina, Silvia Mattia, Federica Saccone, Scuola “Maria Ausiliatrice” di Roma); per le classi quinte, Prologos. Riflessione su Hegel (Matteo Verzaro, Liceo “Villa Sora” di Frascati). La Commissione ha deciso inoltre di conferire una Menzione di merito agli elaborati di Edoardo De Stefano (Liceo “Don Bosco” di Pordenone), Maria Lavinia Piccioni (Liceo “Villa Sora” di Frascati), Sveva Auletta, Luca Cristini e Valeria D’Agostino (Liceo “Tito Lucrezio Caro” di Roma) e al lavoro degli studenti del Liceo Maria Ausiliatrice di Catania. I testi degli studenti M. Varzaro ed E. De Stefano saranno inclusi nella pubblicazione relativa al Progetto LERS. Anche per il 2012 la Facoltà organizza i Premi Dialoghi di filosofia per studenti del terzo, quarto e quinto anno delle scuole superiori italiane, seguiti dai loro rispettivi docenti. Gli interessati possono ricevere maggiori dettagli dal sito dell’UPS nella sezione della Facoltà di Filosofia. Il tema scelto è La persona. I vincitori saranno invitati presso la nostra Università nel pomeriggio di venerdì 23 marzo 2012 per ricevere i premi.

Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico La Facoltà di Filosofia, particolarmente attenta, soprattutto attraverso le attività del proprio Istituto di Scienze sociali e politiche, al tema della formazione sociopolitica dei giovani e degli operatori culturali, ha rinnovato il pro-


prio Patrocinio alla “Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico” della Diocesi calabrese di Mileto - Nicotera - Tropea, e alla “Scuola di Formazione Sociopolitica” dal titolo Buoni cristiani e onesti cittadini, organizzata a Roma dalla Parrocchia di Santa Maria della Speranza, grazie anche all’attiva collaborazione del prof. Andrea Farina.

Riforma degli studi ecclesiastici di filosofia Il 28 gennaio 2011 è stato approvato da Papa Benedetto XVI il Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia, emanato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, a cui è seguita il 15 luglio 2011 la Nota circa l’attuazione del Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia. Appena conosciuto il contenuto del nuovo Decreto, la Facoltà si è messa subito al lavoro per studiarne e discuterne le indicazioni, e così avviare la procedura per attuare al suo interno, e in tutti i suoi Centri aggregati e affiliati, la riforma richiesta. Gli incontri di un’apposita Commissione (che si è avvalsa del prezioso aiuto del prof. Adriano Alessi, docente emerito della Facoltà) e dei Collegi dei Docenti e dei Consigli di Facoltà dei mesi di maggio, giugno e di settembre 2011, sono stati dedicati particolarmente alla prima formulazione dei curricula di studio rinnovati di I e di II ciclo, e all’elaborazione delle necessarie modifiche agli Statuti e Ordinamenti della Facoltà, in vista di poter ottenere le approvazioni dalle competenti autorità e di avviare regolarmente l’anno accademico 2012/2013 già con la nuova offerta accademica. Una serie di specifici incontri è stata organizzata in questi ultimi mesi anche con il Consigliere Generale per la Formazione dei Salesiani, con vari Superiori provinciali e con i Superiori e responsabili delle comunità salesiane dei postnoviziati d’Italia. Durante il corso dell’anno accademico 2011/2012 la Facoltà prenderà in esame le documentazioni che saranno inviate dai Centri aggregati e affiliati, raggiunti il 24 maggio e il 5 settembre 2011 con due apposite lettere contenenti le indicazioni della Facoltà in vista dell’organizzazione e dell’attuazione dell’iter in vista delle richieste di rinnovo delle aggregazioni e delle affiliazioni. Per lo studio del nuovo Decreto e della sua applicazione all’interno dei Centri di studio della Congregazione salesiana, nei giorni 21-25 marzo 2012 avrà luogo presso il Salesianum di Roma un importante Incontro dei Presidi dei centri salesiani di studi filosofici e degli Incaricati degli studi delle comunità salesiane di postnoviziato, organizzato dal Settore della Formazione della Congregazione Salesiana in collaborazione con la Facoltà, a cui sono invitati anche tutti i Presidi dei Centri aggregati e affiliati della Facoltà di Filosofia. All’interno del programma di quell’Incontro, venerdì 23 marzo 2012 si terrà all’UPS una Giornata di studio – cui parteciperanno i docenti e gli studenti della Facoltà – dal titolo La persona: ambito privile-

giato per l’incontro con l’essere, all’interno della quale avrà luogo la celebrazione del 75.mo anniversario della Facoltà di Filosofia (1937-2012).

Lettere Il Latino a Pechino Lo scorso 10 giugno 2011 all’Università delle Lingue Straniere di Pechino (Cina), si è svolta la prima conferenza sull’insegnamento del latino in Cina. Tra gli organizzatori della conferenza c’era anche il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis dell’UPS, rappresentata dal prof. Michele Ferrero e da due ex-allieve, Luo Ying e Li Hui, che per l’occasione hanno presentato due interventi. A questi interventi si sono aggiunti quelli di altri specialisti provenienti da varie istituzioni cinesi ed europee. Tra i partecipanti una settantina di studenti. Il convegno è stato allietato dal coro del Chinese National Catholic Seminary che hanno presentato quattro canti latini: Ubi caritas et amor, Ave Maria, Regina coeli e Pie Iesu. Il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis dell’UPS è stato menzionato più volte come riferimento importante per una collaborazione tra istituzioni cinesi ed europee nell’ambito dell’insegnamento delle lingue classiche.

Presentato il DELT, opera a cui ha preso parte il prof. Bracchi Lo scorso venerdì 15 aprile 2011 è stato presentato a Livigno il Dizionario Etimologico ed Etnografico dei dialetti di Livigno e Trepalle (DELT), opera in due volumi di Emanuele Mambretti e Remo Bracchi, docente della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche dell’UPS, stampata dalla Tipografia Bettini di Sondrio. Un appuntamento culturale di altissimo livello celebratosi nel Salone delle conferenze del Plaza Plachéda stipato sino all’inverosimile (stimata la presenza di oltre 800 persone). Tra i presenti, oltre a tutti coloro che hanno dato supporto agli autori per la realizzazione dell’opera, il prof. Max Pfister, fondatore e direttore del monumentale Lessico etimologico italiano (finora 12 volumi di formato enciclopedico giunto soltanto alla lettera C appena iniziata); il prof. Wolfgang Schwieckard, suo successore designato e direttore dell’Onomasticon Italicum per le voci che derivano da nomi propri di luogo o di persone, entrambi dell’Università di Saarbrücken; il prof. Michele Prandi, dell’Università di Genova; e il prof. Jørgen Bosoni, dell’Università di Trondheim. Complessivamente, nei loro interventi hanno fatto risaltare il fatto che il DELT, allo stato attuale, è per la vastità dell’indagine e per le innovazioni metodologiche introdotte, il punto più alto della ricerca nel campo della In piedi: S. Curci, C. Nanni, R. Butera, A. Alessi, L. Rosón, J. Rochowiak, M. Marin, G. Perillo, J. D’Souza. In ginocchio: J. Kureethadam, M. Panero, S. Thuruthiyil, M. Mantovani, J. Kuruvachira


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Il prof. R. Spataro con alcuni studenti dei corsi

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dialettologia. Il Comune di Livigno era rappresentato dall’Assessore alla Cultura Narciso Zini che ha moderato gli interventi in programma. A intervenire per primo Max Pfister che ha definito il dizionario“un monumento alla cultura livignasca”, opera preziosa che renderà ancora più ricca l’importante collana dei dizionari dialettali dell’IDEVV (Istituto di dialettologia ed etnografia valtellinese e valchiavennasca). Di seguito, Michele Prandi ha accentuato la novità principale introdotta dagli autori del Dizionario: il consistente apporto grammaticale che fa sì che il DELT sia il primo dizionario italiano con una seria attenzione sulle forme verbali. Emanuele Mambretti si è soffermato sull’impegno di lavoro durato oltre 10 anni che ha certamente contribuito alla crescita di tutto il gruppo dei collaboratori dei due autori nel viaggio nella cultura livignasca e trepallina. Ha anche ringraziato don Bracchi che lo ha introdotto e accompagnato nell’apprendimento di un metodo di lavoro proficuo ed efficace che gli ha consentito di lavorare in grande autonomia. Don Bracchi ha parlato del suo apporto con la ricerca etimologica ed etnografica di ogni singolo lemma. Jørgen Bosoni, infine, ha sottolineato l’importanza per la comunità scientifica internazionale di un dizionario con la trascrizione fonetica di ogni singola parola. La qualità della presentazione era altresì attestata dalla rappresentanza di vari docenti provenienti da diverse e numerose Università italiane e straniere. Anche l’Accademia della Crusca di Firenze e l’Accademia dei Lincei di Roma hanno preso contatto da diversi mesi per la presentazione dell’opera presso le loro sedi. Il DELT si caratterizza per l’esaustività dei suoi contenuti tanto nella sezione documentaria, curata da Emanuele Mambretti, sia in quella interpretativa curata da Remo Bracchi. Le innovazioni metodologiche hanno creato l’aspettativa dei volumi da parte non soltanto dei romanisti, ma di tutti coloro che sono interessati ai diversi risvolti della documentazione e del commento. Meritano un particolare risalto l’introduzione massiccia della grammatica nel dizionario, la trattazione sistematica dei verbi fraseologici, secondo un quadro allestito appositamente dal prof. Michele Prandi, la catalogazione del tutto originale degli avverbi di luogo in una località caratterizzata da un lunghissimo fondovalle e dal frastagliamento delle valli laterali.

Conclusi i corsi intensivi di lingue Volti sorridenti, grande soddisfazione, riconoscenza per i docenti: queste le impressioni che si ricavavano tra gli studenti, venerdì 23 Settembre, a conclusione dei corsi intensivi di lingue, italiana, latina e greca, organizzati dalla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche, secondo una formula ben consolidata. Per cinque settimane, a partire dal 22 Agosto, gli studenti, 71 in tutto, hanno seguito le lezioni del mattino proposte con metodologie didattiche efficaci e, a volte, anche divertenti. Per esempio, suor Rosemarie Essef, proveniente dagli Stati Uniti, ha dichiarato di aver appreso le basi della lingua latina ascoltando le spiegazioni del professor Leonardo Rosa Ramos proposte in ... latino e spesso illustrate da simpatiche illustrazioni disegnate con estro sulla lava-

gna. Cantare in latino è pure un modo utile per ricordare le regole della grammatica latina! Più della metà degli studenti ha partecipato ai corsi di lingua italiana per poter intraprendere serenamente, con l’incipiente anno accademico, i percorsi curriculari presso la nostra Università o presso altre istituzioni universitarie pontificie. I docenti di lingua italiana, coordinati dal professor Antonio Frassanito, hanno dichiarato unanimemente di aver riscontrato ottime capacità negli studenti e robuste motivazioni: gli esami hanno confermato la loro valutazione! Le autorità accademiche hanno seguito con sollecitudine questa importante iniziativa promossa dalla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche, come ha sottolineato il Rettore, don Carlo Nanni, in occasione della Messa concelebrata nel giorno in cui sono stati consegnati gli attestati di frequenza e profitto, stampati in elegante fattura dal Decano, don Mario Sodi. Occasionali e opzionali visite culturali a insigni monumenti di Roma pagana e cristiana hanno arricchito la proposta formativa offerta agli studenti che, provenienti circa 30 paesi diversi del mondo, sono stati contenti di queste iniziative. Nel dettaglio questi i numeri dei corsi di quest’anno. Dei 71 partecipanti, 39 erano gli iscritti ai livelli del corso di lingua italiana, 23 ai due livelli del corso di latino e 9 al corso di greco. Rispetto allo stato di vita ecclesiale, 66 le religiose e i religiosi iscritti di cui 17 suore e 49 religiosi; 15 i sacerdoti diocesani e 5 i laici. Tra i religiosi si contano 3 Figlie di Maria Ausiliatrice e 19 Salesiani di Don Bosco. Infine, i paesi di provenienza in tutto erano 37. Dall’Africa 16 iscritti provenienti dai seguenti paesi: Burkina Faso, Camerun 2, Congo 3, Guinea Bissau, Kenya 2, Madagascar, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sudan, Tanzania, Zimbawe. Dall’Europa 14 partecipanti provenienti da Belgio, Croazia 2, Francia, Italia 5, Polonia 2, Slovenia, Spagna, Ungheria. Dall’America 22 studenti provenienti da Brasile 6, Cile, Colombia 5, Guatemala 2, Haiti 2, Messico, Perù 2, Portorico, Repubblica Dominicana, USA. E infine dall’Asia 18 allievi provenienti da Cina, Corea del Sud 4, Filippine, India 7, Indonesia 2, Timor Est, Vietnam 2. L’America quindi il continente con più iscritti mentre l’Africa quello con più nazioni presenti. La nazione che ha avuto più iscritti è l’India con 7 iscritti, seguita dal Brasile (6), dalla Colombia e dall’Italia (5). A ruota la Corea del Sud con 4 iscritti, il Congo con 3 e con 2 partecipanti per nazione Camerun, Croazia, Guatemala, Haiti, Indonesia, Kenya, Perù, Polonia e Vietnam. Seguono infine tutte le altre nazioni con un solo rappresentante.


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Diritto

DPGC

Il prof. Markus Graulich, Consultore del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi

Alle sorgenti della vita: 22º Viaggio di Studio in Terra Santa

Poco prima della Pasqua, la Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico la notizia che il Santo Padre ha nominato il prof. Markus Graulich, docente della Facoltà di Diritto Canonico dell’UPS, Promotore di Giustizia Sostituto presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica Consultore del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Questo Consiglio – oltre all’interpretazione della Legge – è a disposizione degli altri dicasteri della Curia Romana per aiutarli affinché i decreti generali esecutivi e le istruzioni che devono emanare, siano conformi alle norme del diritto vigente e siano redatti nella dovuta forma giuridica. Esamina anche i decreti generali delle Conferenze Episcopali riguardo al loro aspetto giuridico e valuta – se ciò è richiesto – se una legge particolare o un decreto nell’ambito delle chiese particolari sia conforme alle leggi universali della Chiesa. Come Consultore, il prof. Graulich sarà chiesto di volta in volta a esprimere il suo parere riguardo a domande specifiche che vengono sottoposte al Pontificio Consiglio. Questo nuovo incarico si aggiunge all’attività di docente che svolge nella Facoltà di Diritto dell’UPS, e alle altre collaborazioni con la Santa Sede, ed è segno concreto della continua e collaudata collaborazione tra la FDC e il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Mentre l’attività didattica e lo studio che essa comporta saranno di aiuto al prof. Graulich per affrontare il nuovo compito, questo lavoro può anche arricchire il suo insegnamento, rendendolo più consono alle domande attuali della legislazione della Chiesa e dell’applicazione della legge.

Anche quest’anno l’UPS, attraverso il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica (DPGC), ha organizzato dal 1 al 13 settembre, con successo e piena soddisfazione di tutti i partecipanti, studenti e amici, un viaggio di studio in Terra Santa (Israele-Palestina-Sinai) che per questa edizione ha ricevuto il titolo: “Alle sorgenti della fede” . La vita cristiana infatti si nutre di un contatto reale, permanente e competente con quella testimonianza originale e insostituibile della Parola di Dio che è la Bibbia quale codice autorevole del senso cristiano dei luoghi, dei tempi e degli avvenimenti che costituiscono la cosiddetta Terra Santa. Gli obiettivi del viaggio: un aggiornamento biblico, storico, esegetico, archeologico; un approfondimento e un’ulteriore qualifica della propria formazione teologica, pastorale e catechetica, a contatto con i luoghi della storia della salvezza; un arricchimento della propria vita personale di fede. Erano 43 persone guidate da tre professori, don Corrado Pastore, don Mario Cimosa e don Luis Gallo. La maggior parte studenti dell’UPS con un buon gruppo del DPGC o del curricolo di Pastorale Biblica e Liturgica. Altri invece provenivano da alcune Università Pontificie Romane (Gregoriana, Augustinianum, Anselmianum, Lateranum) e tutti da molti paesi del mondo (tra cui: Messico, Brasile, Colombia, Argentina, Vemezuela, Polonia, India, Giappone, Repubblica del Congo, Nigeria, Italia…). Inoltre qualche amico laico, impegnato nello studio e nell’uso per la vita spirituale della Parola di Dio. La presenza di questi ultimi è stata molto positiva per la loro testimonianza cristiana e perciò molto motivati nel partecipare a questo Viaggio. Tra le novità di quest’anno, la visita l’ultimo giorno di Taybeh – Efraim, l’unico villaggio rimasto interamente cristiano, fra centri islamici e colonie ebraiche, dove l’Abouna Raed ha realizzato, tra l’altro, la “Casa delle Parabole” , una vecchia casa tipica con elaborati artistici che intendono illustrare le parabole del Vangelo. Un momento pur-

Il cardinale R. Burke, Prefetto della Segnatura Apostolica, il Rettor Maggiore don Chávez e il prof. M. Graulich


2014. Sostituisce il prof. Cyril de Souza che in questo periodo usufruisce di un semestre sabbatico. Nelle due foto: il gruppo Il nuovo coordinatore è docente di dei partecipanti al viaggio di studio in Terra Santa teologia dell’educazione nella FSE. Ha iniziato il suo mandato con una serie di iniziative importanti e interessanti tra cui l’11° Forum catechetico, sul tema “Il catechista educatore”, svoltosi a giugno scorso con una buona partecipazione; il 22° Viaggio di Studio in Terra Santa, coordinato dai professori Mario Cimosa e Corrado Pastore; il 17° incontro italo-tedesco di pedagogia catechetica religiosa svoltosi a RomaCasa La Salle tra il 18 e il 22 settembre con la partecipazione di 40 specialisti provenienti dalle due natroppo breve ma intenso. E poi l’incontro con il grande zioni; l’avvio a ottobre del Master per Coordinatori degli archeologo domenicano E. Puech che ha offerto il risuluffici catechistici diocesani organizzato su invito e in coltati dei suoi studi su Qumran. laborazione con l’Ufficio Catechistico Nazionale. Tra le impressioni di qualcuno dei partecipanti, condivise Il DPGC inoltre va verso la conclusione dei lavori di ripenperò da tutti: “L’esperienza è stata positiva”. Ottime le samento avviatisi circa due anni fa e voluti dal Gran Cancelliere dell’UPS don Pascual Chávez per dare nuovo guide, molto apprezzabile l’organizzazione, i tempi, la caimpulso al Dipartimento. Quest’ultima fase di ripensamento pacità del gruppo di gestire tutti i momenti, anche quelli vede come impegno principale il lavoro di una commissione non previsti o prevedibili. Molto positivo l’affiatamento ristretta nominata ad hoc dal Gran Cancelliere per ultimare dei partecipanti e le motivazioni che hanno guidato i pree presentare il progetto di rinnovamento finale. senti. Nonostante tanta diversità di provenienze, carismi e in taluni casi anche di età, è stata facile la conoscenza e l’accoglienza, il rispetto e la condivisione. Così, ridotte al Il prof. Ubaldo Montisci minimo le scelte autonome dei gruppi di appartenenza linguistica, tutti si sono sforzati di osservarsi e valorizzarsi come persone chiamate a vivere un’esperienza comune. Significativo che questa ricchezza abbia prodotto e non spento i contributi personali, espressi nelle omelie, nelle preghiere e nelle varie riflessioni svolte; persino le domande che hanno accompagnato gli incontri e le conferenze sono risultate come delle espressioni di sensibilità mai contrapposte. La formula che mette insieme visite ai luoghi e lettura della Bibbia, celebrazioni e conferenze, momenti comuni e spazi individuali è risultata ancora quella vincente, non soffocando il legittimo desiderio di riflessione personale. Ottimi anche i sussidi a disposizione. Certamente l’impressione generale è stata quella di un gruppo di lavoro e di studio fortemente impegnato. Le conferenze di alcuni professori dell’UPS o dei Paesi visitati su temi biblici: cristiani, ebraici e mussulmani, hanno costituito un’ottima integrazione all’esperienza di studio e di spiritualità “alle sorgenti della nostra fede” (don Mario Cimosa).

Il prof. Ubaldo Montisci, nuovo coordinatore del Dipartimento Cambio al fronte della responsabilità per il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica. Con decreto di nomina firmato il 1° giugno 2011, il prof. Ubaldo Montisci è il nuovo coordinatore del DPGC per il triennio 2011-


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festa di maria ausiliatrice di Stefano Mura

comunità accademica dell’UPS ha celebrato il 24 maggio 2011 la solennità di Maria Ausiliatrice, la “Madonna di Don Bosco e dei salesiani”, di cui titolo e devozione sono stati diffusi in tutto il mondo dalla Famiglia nata dall’opera e dall’intuizione del Santo piemontese. Nella parrocchia Santa Maria della Speranza, adiacente all’Università, S. Em. il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica alla quale ha preso parte un consistente numero di docenti e studenti. Presente anche S. Ecc. l’Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede,il Prof. Dr. Bogdan Tataru-Cazaban. Nel suo saluto introduttivo, il Rettore Prof. Carlo Nanni ha ringraziato il cardinale “per aver fatto il dono di presiedere la celebrazione eucaristia di Maria Ausilatrice” diventata ormai la “festa della comunità educativa”. “Abbiamo desiderato che fosse Lei a concludere questo momento dell’anno – ha affermato il Rettore - perché Lei è un po’ un segno vivente della cattolicità della Chiesa, ma anche perché ce ne indica la sostanza umana: la ricerca della giustizia, della pace, di uno sviluppo integralmente umano per tutti ed ognuno”. Il prof. Nanni ha anche ri-

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cordato le quattro studentesse che nel corso dell’Eucaristia hanno emesso la loro promessa come Salesiani Cooperatori nelle mani del superiore della Visitatoria UPS, don Joaquim D’Souza, “volendo essere segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani”. E concludendo ha anche ringraziato l’Ambasciatore di Romania, paese ospite della festa Incontro dei popoli, chiedendo per questa nazione la benedizione “particolare” della “Ausiliatrice dei cristiani e madre di tutte le genti”. Il Cardinale Turkson, nella sua omelia, in riferimento all’Ausiliatrice, ha esordito sottolineando come quella di “essere aiutati e aiutare è una esperienza umana elementare e universale”. Perciò “si può correttamente pensare che anche l’Università in cui voi vi state impegnando intende essere per voi un aiuto decisivo per la realizzazione della vostra persona”. Ma quale aiuto “di spessore” che entri nella vita di ogni studente nella sua globalità può dare Maria a tutti e a ciascuno? Il Cardinale ha racchiuso in tre “pensieri” la risposta a questa domanda. Innanzitutto aiutando a incontrare Gesù, specie nelle possibili crisi di fede che comporta l’età giovanile per ragioni personali e di contesto: “Non buttate via quella fede bambina che avete ricevuto e che forse non vi dice più niente. Fatela crescere con voi che crescete”. In secondo luogo, aprendo “lo sguardo sul mondo degli altri, dei poveri”, formandosi “un cuore compassionevole, desideroso di aiutare e capace di farlo”. E ha aggiunto: “Se il vostro futuro fosse incentrato solo su voi stessi finirete con sprecare le tante risorse che Dio vi ha dato per aiutare quanti vi aspettano sulle strade della vita, anche fuori d’Italia, anche nella mia Africa…”.


La proposta, dunque, è quella di “investire” le risorse che si sono ricevute e sviluppate in favore dei più deboli. Terzo e ultimo consiglio del Cardinale: sfruttare a pieno l’aiuto specifico che viene da questa Università, l’Università di Don Bosco per i giovani, garantire il buon esito: “Un centro universitario di studi intende dare una solida competenza scientifica per essere all’altezza dei compiti cui sarete chiamati”, perciò lo studio diventa un “sacramento”. Dopo l’eucaristia - animata dal coro dell’Università, diretto dal prof. Mimmo Alvati e coadiuvato dal prof. Miran Sajovic, e liturgicamente preparata dal prof. Luis Rosón studenti e docenti si sono ritrovati nel cortile superiore dell’UPS per dar vita alla festa, animata da musiche e danze folkloristiche della Romania e dell’Africa. La festa ha avuto la sua conclusione con l’edizione 2011 di Incontro dei Popoli e il pranzo a cui hanno preso parte oltre 800 studenti. L’Ambasciatore di Romania, prof. dr. Tataru-Cazaban, è intervenuto con il suo saluto e il suo grazie per l’attenzione che l’Università salesiana ha voluto riservare alla nazione che rappresenta permettendo una migliore conoscenza a docenti e studenti, e a quanti, a vario titolo, hanno preso parte alla manifestazione. Da parte sua, il Rettore ha ringraziato l’Ambasciatore e ha annunciato che il Brasile sarà la nazione ospitante per l’edizione 2012. Dopo le danze e le musiche tipiche della Romania, eseguite da un gruppo di studenti rumeni dell’UPS coi loro costumi nazionali, ha continuato a danzare sul palco il coloratissimo ed elegante gruppo di studenti

africani che hanno voluto così rendere omaggio al cardinale Turkson. Prima di dare avvio al pranzo, il Rettore ha ringraziato quanti si sono prodigati per la riuscita dell’evento, e in particolare il prof. Emiro Cepeda, responsabile dell’organizzazione dell’agape, e il prof. Mario Llanos, coordinatore generale della Pastorale Universitaria. E, sottolineando l’allegria e lo spirito di fraternità che si è creato, ha affermato che “in fatto di festa non siamo secondi a nessuno. Siamo gente di festa perché siamo gente che vogliono la vita e studiano seriamente, da pazzi, perché vogliamo la vita e crediamo nella vita. Una vita piena per tutti”. Ritornando sulla giornata di festa, il giorno dopo il Rettore ha scritto un messaggio alla comunità accademica. Tra le altre cose ha scritto: “Ho ancora nell’animo la gioia di aver celebrato con voi la festa di Maria Ausiliatrice, con cui abbiamo coronato, come comunità universitaria, la festa dell’Incontro dei popoli. Credo proprio che così abbiamo celebrato in modo “gioioso” il nostro essere e formarci insieme nella differenza, ma anche – come ci ha fatto riflettere S. Em. il cardinale Peter Turkson nella sua omelia – nella gratuità del reciproco “aiuto”: come è stato ed è per la Madonna, Ausiliatrice nostra, della Chiesa e di tutte le genti”. Don J. D’Souza riceve le promesse di 4 cooperatrici

Nelle foto: vari momenti della Festa Qui a sinistra, il cardinale Turkson


l’evento gallery photo festa di maria ausiliatrice



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notizieups•il Punto

abbattendo la nostra casa? di Joshtrom Isaac Kureethadam (FdF)

LO STATO DELLA CRISI odierna crisi ecologica nuoce precisamente alla capacità della Terra di essere una casa comune (oikos) per tutti gli esseri viventi, inclusa l’umanità, e suscita domande fondamentali relative all’attuale corso della nostra società. Offriamo qui un paio di indicatori autorevoli, soprattutto da parte della comunità scientifica, che suonano una campana d’allarme sull’attuale stato del nostro pianeta, la nostra casa. Secondo il Global Footprint Network (organizzazione internazionale che misura l’impronta ecologica, cioè il segno che ognuno di noi lascia sul pianeta prelevando ciò di cui ha bisogno per vivere ed eliminando ciò che non gli serve più), il 21 agosto del 2010 l’umanità è entrata nell’Ecological Debt Day (giorno del debito ecologico). L’Ecological Debt Day è il giorno in cui l’umanità inizia ad attingere risorse che vanno oltre ciò che la Terra può produrre in un anno. Sarebbe il giorno in cui il reddito annuale a nostra disposizione finisce, e gli esseri umani viventi continuano a sopravvivere chiedendo un prestito al futuro, cioè togliendo risorse non solo ai figli, ai nipoti e alle future generazioni, ma pure alle altre specie non-umane che hanno anche diritto a quello che provvede la Terra. Dal 21 agosto viaggiamo con i conti in rosso, consumando più risorse di quelle che la natura fornisce in modo rinnovabile. In altre parole, ci stiamo mangiando il capitale biologico accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della vita. Il 21 agosto non è una scadenza fissa. Per millenni l’impatto dell’umanità, a livello globale, è stato trascurabile. Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità. Il primo anno in cui l’umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità del pia-

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Il prof. J. I. Kureethadam

neta è stato il 1986, ma quella volta il cartellino rosso si alzò il 31 dicembre: il danno era ancora moderato. Nel 1995, la fase del sovraconsumo aveva già mangiato più di un mese di calendario: a partire dal 21 novembre di quel anno. Nel 2005 l’Ecological Debt Day è caduto il 2 ottobre, nel 2008 il 23 settembre e l’anno scorso siamo arrivati addirittura al 21 agosto. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, l’anno in cui – se non si prenderanno provvedimenti – il rosso scatterà il primo luglio sarà il 2050. Alla metà del secolo avremo bisogno di un secondo pianeta a disposizione. Si deve ricordare che esiste una disparità immensa e scandalosa quando si tratta dello stile di vita degli abitanti delle varie nazioni. Secondo le statistiche del 2008, se il modello degli Stati Uniti venisse esteso a tutto il pianeta ci vorrebbero 5,4 Terre. Con lo stile Regno Unito si scende a 3,1 Terre. Con la Germania a 2,5. Con l’Italia a 2,2. Ma come sappiamo bene, di terre ne ne abbiamo solo una. Un altro indicatore sullo stato attuale della Terra viene fornito dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) – Il comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici, il co-assegnatario del premio Nobel per la pace per il 2007. Il Quarto Rapporto del IPCC del 2007 prevede un innalzamento della temperatura in questo secolo tra 1,8°C – 4,0°C (con la gamma superiore che si avvicina a 6,4 °C), e avverte che scompariranno circa un terzo delle specie vegetali e animali se la temperatura globale scavalca la soglia di 1,5°C – 2,5°C. Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici associati avvengono a causa dell’aumento di concentrazione di questi gas (gas a effetto serra, detti anche “gas-serra”) dovuto alle attività umane. L’aggiunta di più di un gas a effetto serra nell’atmosfera, come il CO2 – il più importante e benefico tra i gas dell’effetto serra – intensifica l’effetto serra, con conseguente innalzamento della temperatura media della Terra. Va messa in rilievo anche qui la grande dispa-


sieme per salvare il pianeta, una tale responsabilità, tuttavia, è al tempo stesso differenziata, sia nel contesto del proprio contributo storico (le responsabilità passate) sia per le risorse tecniche e finanziarie disponibili a propria disposizione (capacità attuali). Qui si devono ricordare le parole profetiche del Papa pronunciate già nel 1990. “È ingiusto che pochi privilegiati continuino ad accumulare beni superflui dilapidando le risorse disponibili, quando moltitudini di persone vivono in condizioni di miseria, al livello minimo di sostentamento. Ed è ora la stessa drammatica dimensione del dissesto ecologico a insegnarci quanto la cupidigia e l’egoismo, individuali o collettivi, siano contrari all’ordine del creato, nel quale è inscritta anche la mutua interdipendenza”. (cf Pace con Dio Creatore. Pace con tutto il creato, n. 8.)

L’urgenza d’agire rità per quanto riguarda le emissioni dell’anidride carbonica che vengono calcolate secondo il Carbon Footprint (l’impronta dell’anidride del carbone). Secondo l’Human Development Report del 2007/8, se i cittadini dei paesi in via di sviluppo lasciassero la stessa impronta ecologica media di un cittadino americano o canadese si richiederebbero le atmosfere di nove pianeti per gestire le conseguenze. Ma delle atmosfere ne abbiamo solo una! I segni che le attività umane hanno lasciato sul pianeta sono cospicuamente evidenti in una serie di segni inconfondibili nelle aree continentali, negli oceani e nell’atmosfera. Come ha osservato Lynn White già nel 1967: “Nessun’altra creatura è riuscita a rovinare il suo nido in un arco di tempo così breve”.

La crisi ecologica come un problema morale La crisi ecologica, che è di origine antropogenica, ha allo stesso tempo delle conseguenze gravi per il benessere umano in alcuni ambiti fondamentali della vita umana, quali la sicurezza alimentare, la salute e il riparo, che sono anche tra i diritti umani fondamentali. Come ci ha fatto ricordare Papa Giovanni Paolo II nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1990, Pace con Dio Creatore. Pace con tutto il creato: “la crisi ecologica è un problema morale” e “la responsabilità è di tutti”. Oggi di fronte all’attuale crisi ecologica, si può parlare di un vero obbligo morale senza scadere in note politiche, verso due realtà: i poveri del mondo e le future generazioni. Il giogo della degradazione ambientale graviterà di più sulle spalle dei poveri. Come afferma The Human Development Report del 2007/08, “milioni dei più poveri del mondo devono già fare i conti con gli impatti del cambiamento climatico,” al quale, paradossalmente, hanno contribuito quasi per niente. Tra i poveri che sono le vittime sproporzionate della crisi ecologica contemporanea, donne, bambini e popolazioni indigene e nomadi porteranno ancora maggior peso della crisi. Allo stesso modo i veri costi della corrente degradazione ambientale saranno pagati dalle generazioni future. Questo solleva questioni morali fondamentali, come evidenzia il The Global Environment Outlook (GEO 4) del 2007, per il fatto che i benefici vengano estratti dall’ambiente da coloro che non devono assumere le conseguenze. Mentre tutti hanno una responsabilità collettiva nei confronti dello stato attuale del pianeta e devono lavorare in-

Le avvertenze da parte della comunità scientifica si fanno sempre più eloquenti quando riguardano l’equilibrio ecologico del pianeta. Già nel 1992, 1700 eminenti scienziati, tra i quali anche 104 assegnatari del premio Nobel, avevano reso pubblica una dichiarazione intitolata World Scientists’ Warning to Humanity, nella quale rivolgevano all’umanità un serio avvertimento e un fervido appello per l’azione. “Noi firmatari di questa dichiarazione, gli anziani membri della comunità scientifica mondiale, avvertiamo l’intera umanità di quello che ci aspetta. Un mutamento radicale nella nostra custodia (stewardship) della terra e della vita su di essa è richiesto se miseria umana su scala globale deve essere evitata e la nostra casa comune non sia mutilata irreparabilmente”. Il timore è quello di incamminarsi verso il tipping point, il punto di non ritorno. La virtù della prudenza e della giusta preoccupazione circa il futuro dei nostri figli, richiede che agiamo adesso con urgenza e risolutezza. Pertanto oggi operiamo delle scelte che influiscono sulla nostra vita e, ancora di più, su quella dei nostri figli e nipoti. “Le generazioni future emetteranno un giudizio duro su una generazione che ha percepito le evidenze del cambiamento climatico, ha compreso le sue conseguenze e ha continuato, ciò nonostante, su un percorso che ha consegnato milioni delle persone più vulnerabili del mondo alla povertà e ha esposto generazioni future al rischio del disastro ecologico”. (cf Human Development Report 2007/08, p. 2.) Questa è un’area, nella quale noi cristiani dobbiamo ancora recuperare tanto terreno. Come ha osservato padre Thomas Berry, “le autorità eccle“siastiche, gli ordini religiosi, le università cattoliche e i seminari, i sacerdoti e la gente, hanno dimostrato un’insensibilità che stupisce per questo urgente problema che sfida l’umanità. La mia domanda è questa: dopo aver bruciato il nostro battello di salvataggio, come potremo restare a galla?”. Nel contesto dell’odierna crisi ecologica, la sfida è proprio quella di riscoprire la Terra come casa, in cui abitare con responsabilità e in armonia con altri esseri viventi. Ricordiamo qui le parole di Benedetto XVI nel 2008.“La famiglia ha bisogno di una casa, di un ambiente a sua misura in cui intessere le proprie relazioni. Per la famiglia umana questa casa è la terra, l’ambiente che Dio Creatore ci ha dato perché lo abitassimo con creatività e responsabilità. Dobbiamo avere cura dell’ambiente: esso è stato affidato all’uomo, perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti”. (Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato, n. 7.)


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notizieups•Centri Aggregati, Affiliati e Sponsorizzati

di Ezio Risatti

SSF SCUOLA SUPERIORE DI FORMAZIONE REBAUDENGO GIOVANE POLO SALESIANO UNIVERSITARIO

Scuola Superiore di Formazione, (SSF) Rebaudengo di Torino, è nata nel 2005 come centro affiliato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS. In Piemonte rappresenta l’ultimo frutto di una lunga tradizione di formazione superiore salesiana in campo psicologico-educativo. Il Centro è gestito dall’omonima Associazione, emanazione della Circoscrizione Speciale Piemonte (ICP). Presidente è l’Ispettore dei Salesiani della Circoscrizione Piemonte, don Stefano Martoglio; Vicepresidente don Ezio Risatti (Preside della SSF), Direttore generale il prof. Alessio Rocchi. La mission della SSF è elevare la qualità della vita sul territorio e migliorare il benessere delle persone. Infatti proprio nello spirito salesiano che pone la persona, il giovane in modo particolare, “al centro”, è stato creato lo slogan pubblicitario: Da noi sei più di un numero. Il motto dell’Associazione: Auget dum docet esprime il senso del mettere il giovane al centro: farlo crescere. Tutta l’attività accademica ha questa finalità la sua crescita. La vision si esplica in due linee d’azione: l’una di studio e approfondimento teorico, di ricerca e sperimentazione; l’altra di formazione al lavoro altamente specializzato, fondato su un contatto diretto col territorio, sia come sorgente di competenze formative (ricercatori e professionisti che già lavorano nel campo), che come destinatario delle nuove professionalità (collegamento con gli Enti che già sono attivi nel settore). I legami con il territorio a livello politico-sociale e le relazioni internazionali, in un contesto operativo orientato alla cura e alla solidarietà, stanno diventando sempre più imprescindibili. Diversi sono le prospettive di ricerca e gli sviluppi futuri; in particolare si è attivato un progetto di cooperazione universitaria internazionale con la University of Herat (Afghanistan) e la Strathclyde University (Glasgow, Scozia). L’obiettivo è di mettere la ricerca universitaria a servizio del progresso dei popoli, radicandola fortemente nei contesti di vita delle persone, e collaborare a progetti di solidarietà con spiccata valenza interculturale.

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Qualche cenno di storia La SSF è sì una realtà molto giovane, ma allo stesso tempo carica di un background non indifferente. Ha sede presso l’Opera Salesiana Rebaudengo, un grande edificio in stile Liberty, dono del Conte Eugenio Rebaudengo, senatore del Regno, cooperatore salesiano e grande ammiratore delle opere di Don Bosco. La prima pietra fu posta nel-

l’anno della Beatificazione di Don Bosco (1929). Quest’Opera darà nome all’attuale quartiere “Rebaudengo” di Torino. Ciò indica quanto questa istituzione sia stata ed è di riferimento per la Città. In questa struttura si fondò la Facoltà di Filosofia dell’allora PAS, e nel 1938-39 il prof. Giacomo Lorenzini tenne il primo corso di Psicologia agli allievi di Filosofia. Un corso all’avanguardia per i tempi al punto che Padre Agostino Gemelli avrebbe voluto don Lorenzini all’Università Cattolica di Milano, ma rimase a Torino per potenziare lo studio della Psicologia al Rebaudengo. Quando nel 1958 il PAS si sposta a Roma diventando poi UPS, don Lorenzini e don Mario Viglietti (il fondatore in Italia dell’orientamento scolastico e professionale con il metodo ADVP) rimangono al Rebaudengo, dando vita a un Centro di Orientamento e di Psicologia Clinica con formazione, consulenza e psicoterapia. Alcuni dei primi docenti del Corso di Laurea in Psicologia aperto all’Università degli Studi di Torino nel 1989, si sono formati al Rebaudengo, come unica Scuola Superiore di Psicologia del tempo. Proprio per l’apertura del CdL in Psicologia, al Rebaudengo si chiudono i corsi e si comincia a progettare la nuova formazione universitaria. Nel 2000 si costituisce un’Associazione di Enti di Formazione Superiore salesiani e vicini ai Salesiani per lavorare fattivamente al progetto. Nel 2005 riprendono i Corsi Universitari con il “Decreto di Affiliazione alla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS della Congregatio de Institutione Catholica”. Nel 2006 prende avvio il Baccalaureato in Psicologia della Comunicazione. A ruota vengono erogati i Master progettati per rispondere alla vocazione tipica salesiana della formazione al lavoro. Una volta si trattava di formare falegnami, sarti e calzolai, a livello di artigiani e di piccola industria. Ora la formazione professionale della SSF si rivolge a professionisti: psicologi, medici, insegnanti, veterinari, forze dell’ordine, infermieri, educatori... La missione resta la stessa, sono cambiati proporzionalmente i destinatari.

OFFERTA FORMATIVA L’offerta formativa si ispira ai valori cristiani, alla spiritualità di San Giovanni Bosco e alla pluriennale tradizione


educativa salesiana e ne intende essere espressione nell’ambito della formazione accademica e specialistica. Concretamente la SSF progetta e realizza corsi di formazione superiore, universitaria e post-universitaria nell’ambito delle scienze umane, in particolare in campo pedagogico e psicologico; azioni di formazione permanente per operatori, esperti e professionisti delle relazioni d’aiuto; eventi educativi e formativi specifici, in funzione delle esigenze del territorio e della società. Le scelte didattiche privilegiano ambiti legati al benessere della persona e alla forAlcune Autorità accademiche mazione innovativa in prospettiva alle opportunità occupazionali. Il centro di timana; la possibilità di instaurare convenzioni con nuove tutte le attività è il Baccalaureato in Psicologia della Cosedi di tirocinio e che rispettano i criteri di validità della municazione, laurea triennale che si rivolge a studenti diSSF; e infine, gruppi di Auto Mutuo Aiuto riservati agli plomati e professionisti che vogliono acquisire le studenti. Per fornire ai giovani un supporto a più ampio conoscenze e le competenze di base del sapere psicoloraggio, la SSF è affiancata dallo Studio Associato di Psicogico, con particolare attenzione alle dimensioni relazionali logia Sales dal Centro Salesiano di Orientamento Cospes e alla comunicazione. Progressivo e graduale l’aumento per l’orientamento scolastico e professionale. del numero di studenti. I numeri sono forzatamente picLa SSF è certificata a norma UNI EN ISO 9001 vision coli, avendo attivo solo un corso di Baccalaureato, ma si2008 per la progettazione e l’erogazione di attività accagnificativi. Nel 2010/2011 l’aumento delle nuove iscrizioni demiche, formative e di orientamento ed è un Ente accreè stato dell’8,05%, con un aumento degli studenti più gioditato dalla Regione Piemonte per la Formazione e vani del 36,11. l’Orientamento. La struttura organizzativa si appoggia su Sono attualmente in erogazione i seguenti Master: Tecniuna piattaforma informatica, sempre in corso di impleche cognitivo comportamentali applicate ai disturbi autimentazione, per gestire tutte le procedure, assicurando un stici, Counseling Sistemico relazionale, Conduzione di agevole e veloce disbrigo delle pratiche. gruppo e Psicodramma, Counseling Filosofico; e in proL’attuale utenza ammonta a circa 400 iscritti complessivi: gettazione: Master in Psicologia dello sport e Psicopedail 73% proviene dal Piemonte, il 18% dalla Lombardia, il gogia dell’emergenza. Inoltre i corsi di perfezionamento restante 9% arriva da Liguria, Toscana, Lazio, Marche, in Criminologia e Psicologia Investigativa, Intervista strutSardegna, Puglia e Svizzera. Attirare studenti da fuori returata al bambino presunto abusato e Psicologia dell’ingione è sicuramente motivo di grande soddisfazione, sovecchiamento con il metodo palestra di vita. prattutto dalla vicina Lombardia che vanta una grande tradizione in termini di offerta formativa e di poli univerTipicità e peculiarità sitari privati. L’offerta tende sempre all’innovazione e alla scoperta delle “Siamo partiti convinti che in Piemonte i Salesiani dovespecificità nelle nuove professioni legate al contesto sociovano essere presenti nel mondo universitario e la consaassistenziale e di supporto alla persona; il tutto in una vipevolezza che chi ci aveva preceduti in questo lavoro aveva sione “olistica” dell’uomo-corpo, cuore e mente (visione creato un ricco patrimonio di conoscenze ed esperienze in antropologica moderna già presente in Don Bosco). Lo ambito psicologico e pedagogico”, afferma il Preside prof. studente si ritrova infatti in un contesto didattico stimoRisatti. “Abbiamo fatto un buon tratto di strada e siamo lante e integrato all’interno di una visione organica. La pronti ad andare avanti con altre iniziative grazie anche al centralità della persona e la sua libertà e autonomia come network UPS e alla grande Famiglia Salesiana”. garanzia di crescita autentica si esplicano nella qualità del metodo didattico e servizi offerti. Tra questi il rapporto diretto con i docenti con un massimo di 80 allievi per classe; una tutorship personalizzata che permette a un tutor di seguire individualmente lo studente durante tutto l’iter di studi, in particolare nella fase di tirocinio pratico e nella scelta della tesi di laurea; l’uso di metodologie di Cooperative Learning; la formazione a distanza (FAD) a supporto dell’attività formativa d’aula mediante l’utilizzo della piattaforma E-learning ; la frequenza anche durante il fine settimana per permettere a giovani e adulti di lavorare durante la setNelle due foto, studenti della SSF-Rebaudengo


Convegno SIAT

uLa psicologia clinica dal modello u

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notizieups•La SSSPC

“umanistico-personalistico”

di Carla de Nitto

Scuola Superiore di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’UPS (SSSPC-UPS) offre un percorso formativo per psicologi laureati e abilitati all’esercizio della professione che intendono formarsi alla psicologia clinica e alla psicoterapia. La Scuola nel novembre 1994 ha ottenuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) il riconoscimento ufficiale dell’equivalenza del proprio diploma in Psicologia Clinica, valido anche ai fini della psicoterapia, al corrispondente titolo accademico delle università italiane. Si è trattato di un risultato di grosso rilievo per la nostra Università, fortemente voluto dal prof. Pio Scilligo e ottenuto con la collaborazione del prof. Antonio Arto, allora Direttore della Scuola. La Scuola si inserisce nella FSE come corso di specializzazione che rilascia un diploma di secondo grado. In linea con le finalità della Facoltà, intende favorire una qualificata tutela e promozione della salute mentale sia in persone singole che in sistemi educativi (famiglia, scuola, etc.); mira anche a promuovere, in campo psicologico, l’integrazione tra teoria e prassi nelle attività accademiche e la sperimentazione di nuove procedure di azione e di intervento, di tipo preventivo e terapeutico. La Scuola segue un modello umanistico-personalistico, con un approccio integrato che si focalizza principalmente sugli orientamenti “esperienziale”, “analitico-transazionale”, “cognitivo”, “interpersonale” e “psicodinamico”. Il modello teorico/clinico dell’Analisi Transazionale Socio-Cognitiva, elaborato negli anni dal prof. Pio Scilligo e i suoi collaboratori, costituisce oggi un riferimento centrale della scuola, in linea con l’anzidetto approccio integrato. I principi guida della Scuola sono: la centralità della persona e del suo essere agente; il rispetto della libertà di ciascuno e della sua responsabilità nei confronti di sé e degli altri. In sintesi, la Scuola propone la costruzione di un intervento clinico centrato sulla persona, co-creatrice delle modalità di intervento e responsabile del proprio processo di cambiamento. L’attuale configurazione della Scuola, di cui sono Direttore da sei anni, mantiene nella sostanza l’impronta data dal prof. Pio Scilligo. L’ampiezza di orizzonti e il rigore scientifico che hanno sempre caratterizzato l’attività del prof. Scilligo gli hanno consentito di mettere a punto un progetto formativo in linea con le suddette finalità. L’attualizzazione di tale progetto comporta che nella pratica si effettuino interventi che stimolano il paziente a divenire protagonista del cambiamento, capace di darsi una direzione. A tal proposito, una piacevole conferma mi è giunta da una lettera indirizzatami, in qualità di Direttore, da una persona seguita per un ciclo di psicoterapia da uno dei nostri allievi: sentiva il desiderio di esprimere il senso di gratitudine per essersi sentita e rispettata e aver così ricominciato a essere propositiva, piuttosto che rassegnata, nutrendo quel flebile filo di speranza con cui si era aperta a quest’esperienza. Aveva sperimentato un “approccio umano, delicato (non invasivo) e profondamente rispettoso”. Gli allievi iscritti alla Scuola – solitamente ottanta – provengono da varie parti d’Italia. Sono perlopiù neolaureati

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ma non mancano professionisti già qualificati che intendono ampliare la loro professionalità avvalendosi di un approfondimento teorico che diventi guida per la prassi. Le attività didattiche si svolgono nel fine settimana: venerdì e sabato. Per tutti gli anni, i Seminari Internazionali di Psicologia Clinica della durata di 3 giorni, vedono l’intervento di un professionista di fama internazionale (nell’ultimo anno è intervenuta la prof.ssa Lorna Smith Benjamin, docente e ricercatrice dell’Università dello Utah, USA). Una caratteristica specifica della nostra Scuola, molto apprezzata anche all’esterno, è il fatto di garantire una formazione teorico - applicativa: infatti gli allievi si sperimentano nel terzo e nel quarto anno nella pratica psicoterapeutica, sotto la supervisione sistematica dei docenti, nel Centro Clinico della Scuola. Realizziamo tale modalità da oltre dieci anni e abbiamo avuto modo di rilevare la svolta potente nell’apprendimento degli allievi. Un ulteriore valore aggiunto del Centro Clinico riguarda la raccolta di una serie di dati utili per la ricerca, attraverso la somministrazione di questionari ai clienti e agli allievi. Un cospicuo numero di noi docenti della SSSPC, attraverso il Laboratorio di Ricerca sugli Stati dell’Io (LA.R.S.I.), realizzato in stretta collaborazione con i docenti della Scuola Superiore in Psicologia Clinica dell’Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti (SSPC-IFREP), svolge infatti ricerca sull’efficacia dell’intervento terapeutico e sull’importanza delle relazioni interpersonali nella costruzione del Sé, accompagnando l’indagine speculativa con quella empirica. Il Centro Clinico costituisce, sotto vari profili, un fiore all’occhiello per l’UPS, sia perché i risultati della ricerca vengono pubblicati e presentati a convegni nazionali e internazionali, sia perché offre al territorio un servizio clinico qualificato. Un altro servizio al territorio è rappresentato dall’attivazione di gruppi aperti a giovani adulti interessati a potenziare le loro abilità relazionali, educative e genitoriali. L’attività si svolge in gruppi di 10/15 persone (di cui fanno parte anche alcuni allievi della Scuola), condotti da due professionisti esperti, di cui almeno uno docente della Scuola stessa. Oltre a svolgere attività strettamente didattica, la Scuola pubblica attraverso la LAS, nella collana “Psicoterapia e Salute”, opere di particolare rilievo provvedendo alla diffusione di testi di spessore teorico. Inoltre collabora, alla pubblicazione di articoli teorici e di ricerca sulla rivista Psicologia, Psicoterapia e Salute, creata e curata dal prof. Scilligo e attualmente diretta dalle prof.sse Maria Luisa De La prof.ssa Carla de Nitto


Docenti della SSSPC-UPS e SSPC-IFREP con la professoressa Lorna Smith Benjamin

Luca, Susanna Bianchini e da me. La Scuola, infine, intraprende contatti significativi a livello nazionale e internazionale. Quanto ai primi, stipula annualmente convenzioni con diverse ASL e strutture accreditate dal SSN per l’espletamento dei tirocini obbligatori previsti dalle direttive ministeriali; si avvale inoltre della collaborazione di docenti di altre università di fama internazionale, quali i proff. Nino Dazzi, Massimo Ammaniti, Giovanni Liotti, Sandra Sassaroli, per menzionarne solo alcuni, che mantengono da anni una collaborazione con noi; organizza convegni annuali all’interno della Società Italiana di analisi Transazionale (SIAT), attualmente presieduta dal prof. Massimo Gubinelli, anch’egli nostro docente. Tali convegni costituiscono per gli allievi un’esperienza interessante perché promuovono il confronto con altre scuole di Analisi Transazionale (AT). Tra i contatti di tipo internazionale, di grosso valore è quello con l’Associazione Europea di Analisi Transazionale (EATA) di cui divengono membri i docenti e gli allievi della Scuola attraverso l’iscrizione all’Istituto di Ricerca sui Processi Intrapsichici e Relazionali (IRPIR) – creato sempre da Pio Scilligo - affiliato all’EATA. In tal modo la Scuola fa parte di una comunità allargata di grosso prestigio. L’EATA, fondata nel 1976, è un’Associazione di Associazioni con più di 7.550 membri facenti parte di 27 paesi europei. Tra i più numerosi sono proprio gli italiani, anche grazie al numero consistente dei membri dell’IRPIR (più di 1100). Cura la diffusione, in Europa, dell’Analisi Transazionale, un modello teorico ideato negli anni sessanta da Eric Berne, orientato allo sviluppo dell’OKness delle persone, al rispetto della capacità di scelta e di cambiamento dell’individuo. Il nome vuole sottolineare la centralità della dimensione interpersonale, “transazionale” lui la definisce, come base della comunicazione umana. Qual è il valore aggiunto per la Scuola che scaturisce da questo contatto internazionale? L’EATA (www.eatanews.org) tra i suoi principali obiettivi ha quello di tutelare la formazione in ambito “Educativo”, “di Counselling”, “Organizzativo” e “Psicoterapeutico”, garantendo la competenza dei suoi professionisti attraverso la definizione di elevati standard di formazione, da verificare mediante degli esami effettuati da commissioni internazionali. Gli iter di formazione contemplano tre livelli progressivi che conferiscono tre titoli differenti nei diversi suddetti ambiti: Certified Transactional Analyst (CTA), Trainer di CTA e Teaching and Supervising Transactional Analyst (TSTA). I titoli hanno validità a livello europeo e mondiale grazie al mutuo riconoscimento dell’International Transactional Analysis Association (ITAA). Le due associazioni (EATA e ITAA) hanno organi comuni che garantiscono standard comuni e analoghe strategie e norme per gli esami. L’organo preposto per disciplinare la formazione nei suddetti ambiti Studenti e docenti dopo l’esame di diploma

a livello europeo è il Professional Training and Standards Committee (PTSC), di cui faccio parte da cinque anni e che presiedo da più di un anno. Tutti i docenti della SSSPC sono stati “certificati” dall’EATA: avendo già conseguito il titolo di CTA, due sono CTA Trainer, ben 14 sono già TSTA e una gran parte dei rimanenti sono in formazione per diventare TSTA. È un onore per la Scuola che tra i suoi docenti ve ne siano alcuni che ricoprano incarichi di responsabilità e prestigio all’interno dell’EATA, il che consente di incidere sulle tematiche inerenti la formazione e i suoi standard anche nell’ambito della psicoterapia (la prof.ssa Maria Teresa Tosi è stata Presidente dell’EATA, dopo aver presieduto per 3 anni il PTSC di cui fa parte anche la prof.ssa Laura Bastianelli). Personalmente ritengo prezioso un confronto internazionale, ove è possibile promuovere valori umani in linea con il nostro modello antropologico. Siamo inoltre riusciti ad attivare iniziative significative come quella promossa dalla prof.ssa M. Teresa Tosi di una rivista sulla ricerca in AT, l’International Journal for Transactional Analysis Research, alla quale collabora anche la prof.ssa M. Luisa De Luca in qualità di membro del Comitato Scientifico della stessa. Un ulteriore valore aggiunto per i nostri studenti viene dal riconoscimento da parte dell’EATA della validità del diploma rilasciato dalla Scuola anche per ottenere il titolo di CTA (Analista Transazionale Certificato) in ambito clinico grazie a un accordo stipulato dal prof. Scilligo nel 1995. Infine, l’appartenenza all’EATA implica l’impegno di diffondere l’Analisi Transazionale anche attraverso la partecipazione a Congressi internazionali che si alternano a eventi formativi e di aggiornamento dei Didatti. Nel luglio 2009 proprio all’UPS ne abbiamo ospitato uno che ha visto riuniti più di 150 TSTA e TSTA in formazione, provenienti da varie parti d’Europa. Tali eventi culturali diventano un’occasione preziosa per la formazione dei Docenti che desiderano parteciparvi; molti di noi effettuano sistematicamente presentazioni e workshop, anche per condividere i risultati delle ricerche svolte nel nostro Laboratorio di Ricerca (il Congresso Europeo di AT tenutosi a Praga lo scorso anno e quello Mondiale tenutosi a Bilbao quest’anno). Sempre in linea con la convinzione che il confronto delle differenze sia un’opportunità di crescita, quest’anno la nostra Scuola parteciperà, con tutti gli allievi e tutti i docenti, a un Congresso organizzato a Roma dalle Scuole Private di Psicoterapia. L’impegno di Direttore della Scuola è consistente ma sono fiera di portare avanti, grazie a un team così qualificato e con il sostegno prezioso dell’UPS, un’impresa che credo contribuisca al ben-essere delle persone nella nostra società, aprendo gli occhi al valore della responsabilità condivisa. Per ulteriori informazioni sulla Scuola: www.unisal.it - SSSPC-UPS, o contattare il direttore: dirssspc@unisal.it; sul Centro Clinico: centroclinico.ssspc@unisal.it o il numero 06/87290395


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notizieups•GMG

La presenza UPS alla MERAVIGLIOSA AVVENTURA della GMG di Madrid a cura di Mauro Mantovani

ono stato a Madrid per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) insieme con uno dei gruppi organizzati dalla Diocesi di Roma. Come Centro Culturale Universitario “Paolo VI” di Sant’Ivo alla Sapienza abbiamo infatti preparato e iscritto alla GMG alcuni giovani che partecipano normalmente alle nostre attività della Pastorale Universitaria del Vicariato, e che hanno vissuto prima di arrivare nella capitale spagnola la bella esperienza del viaggio “di avvicinamento” in nave e la fraterna accoglienza della diocesi di Valencia e dei giovani di quella città. Per me l’appuntamento con questi amici e con gli altri giovani e accompagnatori, tra i quali numerosi sacerdoti e cappellani, è stato direttamente a Madrid: dal 12 al 14 agosto ho infatti partecipato, insieme al Rettore Magnifico, al Congresso Mondiale delle Università Cattoliche tenutosi ad Ávila. Ancor prima di riunirmi al gruppo, ecco a Madrid il pomeriggio di domenica 14 agosto un primo “assaggio” dei numerosi “incontri UPS” che avrei avuto lungo tutti i giorni successivi: a Casa Italia – sede efficacemente predisposta dall’organizzazione per l’accoglienza, lo smistamento e le necessarie informazioni per i numerosi pellegrini italiani – trovo il nostro caro don Cesare Bissoli, docente emerito dell’Istituto di Catechetica della FSE che da tanti anni svolge un lavoro prezioso a servizio della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) come Coordinatore del Settore dell’Apostolato Biblico dell’Ufficio Catechistico Nazionale, ed è un habitué delle GMG. Così, fin dai primi momenti nella capitale spagnola, mi accompagna l’idea che se anche non ci siamo organizzati per venire “ufficialmente”, favorendo la partecipazione all’interno delle varie e numerose realtà che sono presenti nella nostra comunità universitaria, non mancherà certo la presenza e la “rappresentanza” dell’UPS in questo evento giovanile così impor-

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tante. Sensazione che mi conferma dopo solo qualche ora anche il Rettore, che dedicando un pomeriggio alla capitale spagnola prima di tornare a Roma, aveva già incontrato in una calle vicino al Prado, insieme ai giovani della loro Ispettoria, due confratelli salesiani freschi freschi di Baccalaureato all’UPS. Com’è noto il tema generale di questa GMG era Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede, ispirato a Col 2,7 e sviluppato in quei giorni anche attraverso le tre ormai tradizionali catechesi che numerosi vescovi tengono per i vari gruppi linguistici presenti. Le GMG segnano ormai da più di 25 anni un significativo cammino nel rapporto tra “Chiesa e mondo dei giovani”, iniziato in questa forma da quando nel 1984 papa Giovanni Paolo II consegnò ai giovani la Croce e un anno dopo annunciò l’istituzione della GMG. Da quell’anno si è così realizzata una serie di incontri memorabili (1985 Roma; 1987 Buenos Aires; 1989 Santiago de Compostela; 1991 Czestochowa; 1993 Denver; 1995 Manila; 1997 Parigi; 2000 Roma; 2002 Toronto; 2005 Colonia; 2008 Sydney; 2011 Madrid) che avrà in Rio de Janeiro nel 2013 la sua prossima tappa. Dalla GMG di Colonia (2005) il “testimone” è passato da Papa Giovanni Paolo II a Papa Benedetto XVI. C’è anche chi si interroga su come fare per garantire la ricaduta sulla vita quotidiana successiva di tanti partecipanti a un grande happening di tale portata. Interessante a tale proposito considerare il

Il prof. M. Mantovani e uno studente UPS


Incontro del Papa de El Escorial

percorso triennale predisposto dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI che prevedeva nel 2010 la Partenza, nel 2011 l’Incontro e propone per il 2012 l’approfondimento dell’esperienza vissuta attraverso il Racconto. Assai utile allo scopo è anche il materiale offerto nel Vademecum del pellegrino italiano che tutti abbiamo ricevuto a Madrid, e quanto si trova nel sito www.gmg2011.it. Nel suo discorso durante la Cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Madrid il 18 agosto, Benedetto XVI ha voluto sottolineare l’importanza delle GMG come espressione pubblica della fede dei giovani, insieme con la necessità nella Chiesa di rafforzare questa fede in un’epoca in cui tali manifestazioni risultano difficili. Di fonte alle numerose sfide che essi devono affrontare, a partire dalla crisi e dal vuoto morale, dalle difficoltà economiche e dall’incertezza, e da una secolarizzazione che sembra schiacciare la presenza dell’aspetto religioso, il Papa ha ribadito che «è urgente aiutare i giovani discepoli di Gesù a rimanere saldi nella fede e ad assumere la meravigliosa avventura di annunciarla e testimoniarla apertamente con la propria vita. Una testimonianza coraggiosa e piena di amore per il fratello, decisa e pru-

dente al contempo, senza nascondere la propria identità cristiana, in un clima di rispettosa convivenza con altre legittime opzioni ed esigendo, nello stesso tempo, il dovuto rispetto per le proprie […]. Mi accingo a dire ai giovani, con tutta la forza del mio cuore: che niente e nessuno vi tolga la pace; non vergognatevi del Signore». Questo mi sembra un aspetto centrale della GMG, almeno di questa. «Cari amici, che nessuna avversità vi paralizzi! Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra»: è questa un’altra espressione “chiave” di Benedetto XVI pronunciata durante la Veglia di preghiera segnata da vento e pioggia all’Aerodromo di Cuatro Vientos il sabato 20 agosto. È impossibile sintetizzare in poche righe quanto vissuto in quei giorni, durante i quali si è resa visibile in modo straordinario la “cattolicità” della Chiesa. Vorrei però mettere in evidenza il desiderio sincero di accogliere da parte di tanti giovani l’invito ad approfondire sempre più il rapporto con Cristo e con la Chiesa, rivolto loro in più occasioni da Papa Benedetto. Sovente è infatti ricorso il tema della fedeltà: nell’adesione alla Parola di Dio e nel “sì” alla Sua volontà (Festa di accoglienza dei giovani, 18 agosto); nell’offerta del meglio di se stessi, attraverso la capacità di amare e di compatire (Via Crucis, 19 agosto); nel “rimanere nel suo amore”, che significa vivere radicati nella fede «perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio» (Veglia con i giovani, 20 agosto); nel rispondergli con generosità e audacia, «come corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro. Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la tua vita per me. Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona» (Celebrazione Eucaristica conclusiva, 21 agosto). Il Papa ha consacrato i giovani al Sacro Cuore di Gesù e li ha inviati a testimoniare Cristo nella loro vita quotidiana. Una disponibilità, quella dei giovani, che si è espressa in varie forme, dall’accostarsi al Sacramento della Penitenza al silenzio dell’Adorazione, dalla celebrazione gioiosa della loro fede all’entusiasmo che si respirava sia nei momenti organizzati che in quelli più spontanei. Ovviamente quanto vissuto porterà frutto solo se troverà una continuità e insieme una “normalità” nella loro esistenza “postGMG”, ma si è fatta strada anche in questo caso l’impressione, non solo mia, che in non pochi casi una GMG può effettivamente far tornare diversi da come si è arrivati, con la consapevolezza che nel cercare di vivere e di testimoniare la propria fede cristiana non si è da soli ma in “buona compagnia”. Interessante come durante un incontro giovanile svoltosi in quei giorni, don Pascual Chá-


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notizieups•GMG

vez Villanueva, Rettor Maggiore dei Salesiani (e Gran Cancelliere dell’UPS) abbia voluto raccontare la storia di Sean Devereux, un giovane la cui vita fu così trasformata dalla GMG di Roma 2000 fino a farlo diventare missionario in Sierra Leone e poi martire in Somalia. A proposito, un giorno “tutto salesiano” è stato il 17 agosto, apertosi con il Seminario sulla spiritualità giovanile salesiana che si è svolto presso il CES (Centro di Studi Superiori) delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Madrid, promosso dal Dicastero e dall’Ambito per la Pastorale giovanile dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), in collaborazione con la Delegazione spagnola di Pastorale Giovanile. All’appuntamento sono intervenuti, oltre a vari superiori e superiore regionali e locali, il Rettor Maggiore e la Madre Generale delle FMA, sr. Yvonne Reungoat, che hanno risposto a varie domande. Particolarmente significativa l’omelia del Rettor Maggiore, conclusasi con un invito a essere portatori di speranza e a farsi promotori di stili di vita alternativi ed autenticamente evangelici. Se già durante l’evento del mattino del 17 agosto c’era stato modo di incontrare - soprattutto tra i confratelli salesiani - docenti, studenti o exallievi dell’UPS presenti con i gruppi delle loro Ispettorie di provenienza o per accom-

pagnare altri gruppi della Famiglia Salesiana, è stato in occasione della sera del 17 agosto nella casa salesiana di Atocha Madrid che questa “presenza UPS” si è rivelata sorprendentemente consistente. Ad Atocha oltre 7.000 giovani, circa 50 delegazioni nazionali, 200 membri del coro internazionale, 60 orchestrali e 3 conduttori per altrettante lingue, sono convenuti con l’obiettivo comune di consolidare, nella condivisione di una comune spiritualità, la propria appartenenza a Cristo e alla Chiesa, per vivere Fermi nella fede. Questo il titolo della grande festa del Movimento Giovanile Salesiano, svoltasi tra esibizioni artistiche e momenti di preghiera. Al termine della festa Madre Reungoat e don Chávez hanno invitato tutti i partecipanti a «tornare cambiati nel proprio paese, dando risposte


nuove agli interrogativi della propria vita», a donare senza paura la loro vita a Cristo e «a non accontentarsi, ma di avere grandi sogni nella propria vita: la Chiesa e la società hanno bisogno di voi». La GMG di Madrid certamente non si dimenticherà facilmente. La capitale spagnola è stata “invasa” da giovani provenienti da ogni parte del mondo, e per gli stessi giovani iberici è risultata un’esperienza speciale per scoprire la gioia universale della gioventù e la bellezza di una fede senza frontiere. Il lemma di questa GMG indica delle immagini di grande importanza: le radici ricordano il mondo agricolo; l’edificazione evoca la stabilità di una costruzione ben cementata sulla roccia che è Cristo; la fermezza nella fede interpella una cultura che sembra aver fatto del dubbio e del relativismo il suo stile e la sua atmosfera vitale. Per questo la frase di Col 2,7 assume anche oggi una speciale rilevanza, in un momento in cui l’Europa e il mondo chiamato occidentale paiono dimenticarsi delle loro radici e mettere al margine il messaggio e l’esempio di Gesù Cristo. Per questo la GMG 2011, anche al di là della sua conclusione, rappresenta un invito a tutti, non solo ai più giovani, a esaminare con sincerità la profondità o la superficialità della nostra vita. Ci chiede se e come sappiamo trasmettere agli altri il tesoro della fede in Gesù Cristo. E ci stimola a impegnarci nel compito educativo e nella preghiera affinché i giovani crescano nella capacità di coltivare la speranza e di produrre frutti nell’amore. Ascoltando alla TV spagnola la sera del 18 agosto quanto detto dal Re di Spagna Juan Carlos in occasione dell’accoglienza al Papa, ossia che i giovani hanno bisogno «non solo di opportunità, ma anche dell’esempio degli adulti; non solo di ragioni, ma di atteggiamenti che motivino, riempiano e promuovano la loro esistenza e inco-

raggino la loro speranza», mi è venuta subito in mente la convergenza di queste espressioni con il n. 32 degli Orientamenti pastorali della CEI dal titolo Educare alla vita buona del Vangelo, che in occasione di qualche incontro abbiamo commentato all’UPS, e secondo cui «i giovani sono una risorsa preziosa per il rinnovamento della Chiesa e della società. Resi protagonisti del proprio cammino, orientati e guidati a un esercizio corresponsabile della libertà, possono davvero sospingere la storia verso un futuro di speranza». Queste considerazioni mi sembrano costituire un invito e una consegna che giungono come frutto di questa XXVI GMG anche alla nostra comunità universitaria, specie docente, così significativamente formulate da Benedetto XVI in occasione dell’Incontro – in cui ho avuto la gioia e l’onore di rappresentare l’UPS – con più di 1500 giovani docenti universitari svoltosi il mattino di venerdì 19 agosto nella splendida cornice del Real Monasterio di San Lorenzo de El Escorial, dal titolo “Sinfonía de Fe, Verdad y Belleza”: «In realtà, l’università è stata ed è tuttora chiamata ad essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana. […] L’università incarna, pertanto, un ideale che non deve snaturarsi, né a causa di ideologie chiuse al dialogo razionale, né per servilismi a una logica utilitaristica di semplice mercato, che vede l’uomo come semplice consumatore. Ecco la vostra missione importante e vitale. Siete voi che avete l’onore e la responsabilità di trasmettere questo ideale universitario: […] i giovani hanno bisogno di autentici maestri; persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, sapendo ascoltare e vivendo al proprio interno tale dialogo interdisciplinare; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità. […] Perciò vi incoraggio caldamente a non perdere mai questa sensibilità e quest’anelito per la verità; a non dimenticare che l’insegnamento non è un’arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani che dovrete comprendere e ricercare; in essi dovete suscitare questa sete di verità che hanno nel profondo e quest’ansia di superarsi. Siate per loro stimolo e forza».

Nelle foto: momenti dell’Eucarestia finale della GMG. Al centro il prof. Mantovani


UN POCO DI UPS ALLA GMG IL PAPA AI DOCENTI UNIVERSITARI a cura di Mauro Mantovani

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urante le giornate della GMG 2001 di Madrid (16-21 agosto), anche l’UPS ha avuto la sua piccola rappresentanza di studenti e docenti che, autogestendosi o inserendosi nei gruppi nazionali, diocesani o del Movimento Giovanile Salesiano, hanno preso parte alla “meravigliosa avventura” che questa esperienza ripropone con cadenza periodica ormai dal 1983, anno in cui, per una fortunata e fruttuosa intuizione, la istituì il Beato Papa Giovanni Paolo II. Non abbiamo avuto segnalazioni precise di presenze relazionate con l’Università Salesiana, ma certamente tra i partecipanti è pensabile un consistente numero di “upsini”. Ma è anche lecito immaginare che tra quanti hanno portato il peso dell’organizzazione delle giornate ci siano stati anche tantissimi ex-allievi delle facoltà dell’UPS. Fra loro segnaliamo una delle presenze più “appariscenti” e importanti come quella di don Javier Valiente, ex-allievo della FSC, che è stato tra gli speaker di TVE (la televisione di Stato della Spagna) i quali hanno commentato i tanti eventi programmati per le giornate di Madrid e di El Escorial. Presenza segnalata anche quella del prof. Mauro Mantovani, vicerettore e decano della FdF, che ha avuto modi di incontrare vari nostri allievi (il gruppo di quattro cinesi fra gli altri, e tanti altri ancora). Don Mantovani, che ha svolto il ruolo di corrispondente per la rivista dell’Università NotizieUPS (il prossimo numero pubblicherà una sua estesa cronaca), ha preso anche parte all’incontro del Papa con i giovani docenti universitari del 19 agosto a San Lorenzo de El Escorial di cui di seguito portiamo un significativo e lungo passaggio dell’intervento di Benedetto XVI. […] Talvolta si ritiene che la missione di un professore universitario sia oggi esclusivamente quella di formare dei professionisti competenti ed efficaci che possano soddisfare la domanda del mercato in ogni momento preciso. Si afferma pure che l’unica cosa che si deve privilegiare nella congiuntura presente sia la pura capacità tecnica. Certamente, oggi si estende questa visione utilitaristica dell’educazione, anche di

quella universitaria, diffusa specialmente a partire da ambiti extrauniversitari. Tuttavia, voi che avete vissuto come me l’università, e che la vivete ora come docenti, sentite senza dubbio il desiderio di qualcosa di più elevato che corrisponda a tutte le dimensioni che costituiscono l’uomo. Sappiamo che quando la sola utilità e il pragmatismo immediato si ergono a criterio principale, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere. Al contrario, l’idea genuina di università è precisamente quello che ci preserva da tale visione riduzionista e distorta dell’umano. In realtà, l’università è stata ed è tuttora chiamata ad essere sempre la casa dove si cerca la verità propria della persona umana. Per tale ragione non a caso fu la Chiesa ad aver promosso l’istituzione universitaria, proprio perché la fede cristiana ci parla di Cristo come del Logos mediante il quale tutto è stato fatto (cfr Gv 1,3), e dell’essere umano creato ad immagine e somiglianza di Dio. Questa buona novella scopre una razionalità in tutto il creato e guarda all’uomo come ad una creatura che partecipa e può giungere a riconoscere tale razionalità. L’università incarna, pertanto, un ideale che non deve snaturarsi, né a causa di ideologie chiuse al dialogo razionale, né per servilismi ad una logica utilitaristica di semplice mercato, che vede l’uomo come semplice consumatore. Ecco la vostra missione importante e vitale. […] Sentiamoci uniti a quella catena di uomini e donne che si sono impegnati a proporre e a far stimare la fede davanti all’intelligenza degli uomini. Ed il modo di farlo non consiste solo nell’insegnarlo, ma ancor più nel viverlo, incarnarlo, come anche lo stesso Logos si incarnò per porre la sua dimora fra di noi. In tal senso i giovani hanno bisogno di autentici maestri; persone aperte alla verità totale nei differenti rami del sapere, sapendo ascoltare e vivendo al proprio interno tale dialogo interdisciplinare; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità. La gioventù è tempo


privilegiato per la ricerca e l’incontro con la verità. Come già disse Platone: «Cerca la verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani» (Parmenide, 135d). Questa alta aspirazione è la più preziosa che potete trasmettere in modo personale e vitale ai vostri studenti, e non semplicemente alcune tecniche strumentali ed anonime, o alcuni freddi dati, usati solo in modo funzionale. Perciò vi incoraggio caldamente a non perdere mai questa sensibilità e quest’anelito per la verità; a non dimenticare che l’insegnamento non è un’arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani che dovrete comprendere e ricercare; in essi quali dovete suscitare questa sete di verità che hanno nel profondo e quest’ansia di superarsi. Siate per loro stimolo e forza. Per tale motivo, è doveroso tenere a mente, in primo luogo, che il cammino verso la verità piena impegna anche l’intero essere umano: è un cammino dell’intelligenza e dell’amore, della ragione e della fede. Non possiamo avanzare nella conoscenza di qualcosa se non ci muove l’amore, e neppure possiamo amare qualcosa nella quale non vediamo razionalità, dato che «Non c’è l’intelligenza e poi l’amore: ci sono l’amore ricco di

intelligenza e l’intelligenza piena di amore» (Caritas in veritate, 30). Se verità e bene sono uniti, così lo sono anche conoscenza e amore. Da questa unità deriva la coerenza di vita e di pensiero, l’esemplarità che si esige da ogni buon educatore. In secondo luogo, occorre considerare che la stessa verità è sempre più alta dei nostri traguardi. Possiamo cercarla ed avvicinarci ad essa, però non possiamo possederla totalmente, o meglio è essa che ci possiede e che ci motiva. Nell’opera intellettuale e docente, perciò, l’umiltà è una virtù indispensabile, che ci protegge dalla vanità che chiude l’accesso alla verità. Non dobbiamo attirare gli studenti a noi stessi, bensì indirizzarli verso quella verità che tutti cerchiamo. In tale compito vi aiuterà il Signore, che vi chiede di essere semplici ed efficaci come il sale, come la lampada che fa luce senza fare rumore (cfr Mt 5,13-15). Tutto ciò ci invita a volgere sempre lo sguardo a Cristo, nel cui volto risplende la Verità che ci illumina, ma che è anche la via che ci conduce alla pienezza duratura, poiché è il Viandante che è al nostro fianco e ci sostiene con il suo amore. Radicati in Lui, sarete buone guide per i nostri giovani. Con tale speranza, vi affido alla protezione della Vergine Maria, Trono della Sapienza, perché Ella vi faccia collaboratori del suo Figlio mediante una vita piena di senso per voi stessi e feconda di frutti, di conoscenza e di fede, per i vostri alunni. Grazie.

Alcune foto della GMG 2011 concesse gentilmente da ANS In alto don P. Chávez nell’incontro coi giovani di Atocha


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IL CORSO FORMATORI

garantito da 26 anni di esperienza di Giuseppe Roggia, direttore del Corso

è appena conclusa la 26a edizione del Corso Formatori dell’UPS, con la frequenza di oltre 80 partecipanti di ben 30 paesi e di altrettanti carismi di vita consacrata. Qual è il segreto di questo successo, nonostante una minima pubblicità e il moltiplicarsi in Roma di simili corsi da 10 anni a questa parte?

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1. Breve storia e identità Il Corso per Formatori, nato nel 1985, su richiesta della Conferenza dei Superiori Generali a don Egidio Viganò, allora Rettor Maggiore, ha lo scopo di rispondere alla necessità di riqualificazione formativa dei Formatori dei candidati alla Vita Consacrata e alle Società di Vita Apostolica. Offerta poi allargata in questi anni ai formatori dei seminari diocesani e agli incaricati della formazione permanente. A coloro che già lavorano nella formazione, il corso intende offrire uno stimolo per riflettere sulla formazione delle vocazioni e accompagnarli a fare un serio “lavoro su se stessi”, con lo scopo di un autentico rinnovamento spirituale e pedagogico della loro prassi formativa. Si tratta soprattutto di rivedere il percorso metodologico del processo di formazione iniziale e continua, adeguandolo alla richiesta dell’Esortazione Apostolica “Vita Consecrata” e “Pastores dabo vobis”. Il corso, perciò, è un prezioso aiuto

pedagogico per i responsabili della formazione iniziale delle vocazioni consacrate e dei seminari diocesani, i responsabili dei corsi di formazione permanente e i membri di équipe provinciali o internazionali di animazione vocazionale. Non si tratta, quindi, di un semplice corso di rinnovamento, formazione di base per formatori o di un semplice corso di formazione permanente alla vita consacrata, ma di un corso di formazione permanente di idoneità educativa per coloro che attualmente sono già formatori e vogliono aggiornare la loro preparazione. Consta di un corso intensivo (15/16 da febbraio a giugno), centrato sulla riflessione della prassi formativa con due dimensioni: riflessione sul livello teorico/spirituale dei contenuti e sull’azione pratica di conduzione della formazione.Non è quindi propriamente un corso accademico di contenuti intellettuali ma un corso teorico-esperienziale, dove gli studenti (che hanno già esperienza di formazione), con la guida dei docenti che si susseguono, analizzano e valutano la loro esperienza; la confrontano tra loro nell’ambito di un gran pluralismo di apporti transculturali e carismatici e riflettono sulla loro crescita spirituale e vocazionale. Si tratta insomma di un’interessante sintesi equilibrata e calibrata degli apporti (teologia, spiritualità, scienze umane, metodologia pratica ) assimilata in un clima di fraternità, accoglienza vicendevole, animazione circolare indotta (tutti animati e animatori nello stesso tempo) con un taglio metodologico e formativo decisamente esperienziale. Il clima del lavoro del corso tende a configurare l’esperienza normale dell’animazione formativa. Il motivo di un corso di questo stile è dato dal fatto che risulta urgente oggi preparare équipe di formatori/trici, che siano al tempo stesso maestri, educatori e testimoni, in grado di orientare verso le nuove sensibilità emergenti nella Chiesa, in particolare nella Vita Consacrata e dei Seminari Diocesani. Differisce quindi da altri numerosi corsi di Formazione per Formatori attivati a Roma e altrove. Una nuova linea e un nuovo stile, rispetto a tanta formazione in giro, che manca per lo più dello spirito di sintesi, con una conseguente debolezza nell’imparare a imparare per tutta la vita. Proprio perché l’avventura umana, in qualsiasi vocazione e particolarmente in quella consacrata, potrà progredire bene, se farà camminare insieme la crescita delle conoscenze, quella dell’azione, quella della coscienza e della vita interiore. Di conseguenza il corso non può essere omologato semplicemente ai modelli dei corsi accademici delle facoltà UPS, sia di Teologia che di Scienze dell’Educazione e postula quindi una necessaria autonomia e originalità di organizzazione, per garantire quell’identità e quell’equilibrio delle dimensioni che lo contraddistinguono. Foto nella pagina: momenti di lezione


Il prof. G. Roggia

I risultati, confermati dalle valutazioni e revisioni dei partecipanti, al termine di ogni corso, attestano una generale soddisfazione, con approvazione e stima dei superiori/e dei vari Istituti e dei Vescovi.

2. Contenuti e metodologia di lavoro Per favorire la formazione integrale, secondo il carisma proprio di ciascun Istituto, la scuola viene articolata in 5 dimensioni, strettamente vincolate tra di loro e tali da permettere un forte rilancio della Vita Consacrata e Presbiterale nei suoi aspetti essenziali e vitali: spirituale;

biblico/teologico; antropologico (psico-sociologico-culturale ); ecclesiale/carismatico; pedagogico/esperienziale. La metodologia di lavoro prevede: il collegamento unitario e continuo dei contenuti, l’apertura interdisciplinare e l’attenzione agli aspetti pedagogici e metodologici della formazione vocazionale, collegati con i contenuti teologici, spirituali, antropologici e pedagogici dell’identità e del divenire vocazionale. A tale scopo la Scuola integra lo studio con l’esperienza e con la cura del rinnovamento personale dei partecipanti in un clima di forte vita formativa come singoli e come gruppo. E questo attraverso lezioni sistematiche dettate da esperti nella materia, seminari, tavole rotonde, gruppi di studio e di ricerca; e anche a visite a istituzioni, a centri di interesse inerente alla Scuola ed esperienze significative; e ancora tempi organizzati per il rinnovamento personale, spirituale, psicologico e per la preghiera comunitaria; infine importanti sono la settimana di fraternità residenziale, lo studio e analisi di riflessioni teoriche ed esperienze in corso sull’andamento della Vita Consacrata oggi. A febbraio il prossimo Corso Formatori edizione numero 27 di sui è stato preparato il programma e avviate le iscrizioni. Ci auguriamo di poter continuare con lo stesso slancio e gli stessi risultati.

Il gruppo 2010-2011 in visita ai luoghi francescani


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notizieups•Studenti

i chiamo Anežka e scrivo da Praga. Lo scorso anno accademico (mi sono laureata alla FSC in giugno) ho realizzato un sogno. Era l’ultimo mio anno di studio a Roma e così desideravo fare qualcosa che potesse esprimere il mio entusiasmo per i cinque anni trascorsi all’UPS. Avevo fatto l’esperienza del coro e del laboratorio teatrale e dentro la mia testa era nata l’idea di unirli sul palcoscenico in uno spettacolo comune. Era un sogno: è diventato una proposta. Ciò che alla fine si è riusciti a costruire ha ampiamente superato la mia immaginazione.

M UN’IDEA

Creare uno spettacolo insieme. Questa è stata l’idea che per un anno ha unito quattro laboratori artistici all’UPS (teatro, canto, danza e musica) in un progetto finalizzato a promuovere la creatività degli studenti e la partecipazione alla costruzione di una comunità

universitaria più vissuta. La proposta ispirata dall’entusiasmo dei ragazzi e dalla voglia di allargare l’esperienza fatta negli anni precedenti è stata accolta con interesse dai nuovi membri, studenti e docenti dell’UPS, creando insieme un gruppo complessivo di più di trenta persone tra coordinatori, attori, cantanti, musicisti, ballerini e collaboratori (tecnici, operatori video ecc.). L’idea portante? Creare nuovi spazi dove ognuno trovi la possibilità di costruire se stesso in relazione agli altri attraverso i linguaggi artistici. La preparazione dello spettacolo doveva essere guidata dallo stile di partecipazione collettiva. Senza un regista, senza una storia prestabilita, senza troppe pretese… mettere insieme tutte le persone che all’UPS avevano voglia di “giocare”, chi con il corpo, chi con la voce o con gli strumenti musicali, chi con le luci, la macchina fotografica o la telecamera… e costruire qualcosa su quanto si sarebbe riusciti a condividere.

Narr ’azioni Corpi, tempi, spazi d’incontro di Anežka Hesová

Un’idea Due gruppi all’UPS Quattro laboratori Sette mesi di lavoro Venti maggio Trenta ragazzi Oltre cento spettatori Ricordi infiniti...

Le foto che accompagnano l’articolo sono di Marija Džalto, Tonino Garufi, Lalli Mariano. Al centro della foto: Anežka Hesová


UN PROGETTO La ricchezza dell’esperienza consiste non solo nel vivere, ma anche nel riflettere e far tesoro di ciò che si vive. Il progetto dello spettacolo ha dato importanza anche a questa dimensione. La sua pianificazione, la documentazione e la valutazione sono diventate parte della mia tesi sperimentale alla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, in cui ho avuto la possibilità di collegare la teoria dell’educazione, della comunicazione e della cultura con la realizzazione vera e propria di un progetto educativo, comunicativo e culturale. I ragazzi stessi che hanno aderito all’iniziativa sono diventati co-autori di una ricerca partecipativa di animazione, testimoniando lo stretto rapporto tra la teoria e la vita concreta delle persone. Il coordinamento delle attività era in mano ad un equipe di sei persone: la coordinatrice (Anežka Hesova), i quattro responsabili dei laboratori (Maria Chiara Canu per la danza, Mimmo Alvati per il canto, Melania Fanello per la musica e Nino Pizza per il teatro) e il professore Tone Presern, relatore della mia tesi, nel ruolo del supervisore. Negli incontri di questo gruppo si condividevano le esperienze dei singoli laboratori per orientare poi le diverse attività verso l’evento finale. Nel gruppo che ha realizzato il progetto è stata molto significativa anche la presenza di altri collaboratori che hanno curato la parte tecnica dello spettacolo, la sua promozione e il documentario video.

UNA COMUNITa’ “Carissimi, la felicità più grande è quella di stare tutti insieme e fare una cosa con lo stesso respiro! Abbiamo creato un momento indimenticabile nella nostra vita!!!” ha scritto Cicci, la nostra amica e collega di studi cinese, del laboratorio di teatro. Ed è proprio questo il premio che tutti abbiamo ricevuto. Quando si condivide un progetto, quando ognuno mette in gioco le proprie capacità ed i propri limiti, si può arrivare ad un incontro autentico tra persone, alla creazione di una comunità vissuta. I linguaggi artistici ci permettono di entrare in forme di comunicazione che vanno oltre il contatto quotidiano. Non importa se uno ha studiato musica al conservatorio o prende in mano lo strumento per la prima volta. Importante è volersi esprimere, voler guardare ed ascoltare l’altro, essere disposti ad entrare in relazione. Nel nostro spettacolo volevamo vivere e raccontare tutto questo. Parlare della comunicazione, comunicando. Nel sottotitolo dello spettacolo abbiamo evidenziato questa dimensione: in gioco ci sono i corpi, i tempi, gli spazi, ma tutto questo non è nulla senza l’incontro delle persone.

UNO SPETTACOLO Lo spettacolo ha iniziato a prendere forma con le prove di tutti i laboratori insieme. Dalla diversità dei percorsi artistici, che ogni gruppo aveva fatto per proprio conto, e dalle conseguenti difficoltà di interazione, sono emersi temi legati alla nostra stessa esperienza di comunicazione. Di fatto erano contenuti che rispecchiavano la voglia e la fatica di “essere insieme”. L’interazione tra persone e mondi diversi portava con sé non pochi problemi. Ma anche queste difficoltà, che abbiamo dovuto affrontare nel corso della fase creativa, sono diventate per noi spunti di ispirazione per lo spettacolo conclusivo. L’abbiamo intitolato “Narr’azioni”: azioni narranti l’eterna ricerca dell’essere umano di comunicare con sè e con l’altro. Prendendo come base un testo di Eduardo Galeano, giornalista e scrittore uruguaiano, abbiamo costruito una sequenza di scene più o meno strutturate, così come sono uscite dall’esperienza dei laboratori. Abbiamo cercato di avvicinarci all’ideale di un’autentica interazione, di cui abbiamo spesso sognato insieme: “È nel guardarsi che si sciolgono le maschere, ed è nel guardare i tuoi occhi che ti spoglio ed è guardando nei miei occhi che mi spogli lentamente. E questo mistero che ci svela, ci rende puri, autentici, goffi forse, ma estremamente umani. La bellezza dell’uomo vero allora è l’autenticità che stiamo cercando…” (Melania Fanello, del gruppo musica e teatro). Lo spettacolo è andato in scena il 20 maggio alle 18.30 nell’aula Paolo VI.

UNA VISIONE La nostra speranza è che il progetto non rimanga soltanto un bel ricordo di chi ha partecipato. Ispirati da questa esperienza si può continuare a cercare nuove forme di incontro e di crescita. L’università vuole essere uno spazio di formazione della persona e le possibilità dell’UPS sono veramente tante. Il mio augurio è che essa possa diventare sempre di più un centro vivo di iniziative che uniscano lo studio con la vita, la teoria con la pratica, una persona con l’altra.

In internet è possibile vedere il video sulla preparazione dello spettacolo, realizzato da Opold Marek e Giuseppe Natale: http://www.youtube.com/user/videoFSC#p/u/8/bBPUQkSjwrg


recensioni a cura di Renato Butera

Stefano RIDELLA La valida alienazione dei beni ecclesiastici Scopo di questa ricerca è formulare una serie di riflessioni a partire dai cann. 1291-1292 del Codex Iuris Canonici e dal ruolo che essi svolgono nel diritto patrimoniale canonico. La trattazione è svolta a partire da una prospettiva canonistica, ma il discorso tocca anche molti aspetti attinenti la normativa civilistica. L’ordinamento canonico infatti non può non tenere presente la parallela e talora concorrente azione della legge civile sia che si tratti di persone, sia che si tratti di cose. La Chiesa infatti si trova a gestire un patrimonio materiale di grande rilievo e nel farlo deve necessariamente tenere conto di un insieme molto vario di ordinamenti giuridici civili e delle norme che da essi promanano. Inoltre, visto che la missione evangelizzatrice della Chiesa passa anche attraverso l’esempio e la credibilità dei cristiani, sia come singoli che come istituzioni, è chiaro che occorre avere presente che le ricadute di un comportamento negligente, scorretto o semplicemente maldestro possono essere disastrose. Da ciò si può comprendere perché il volume in qualche modo rientra nel più generale ambito della missione stessa della Chiesa.

Giorgio ZEVINI (ed.) Misericordia voglio, non sacrificio Gli Autori di questo volumetto offrono una rilettura del mistero del cuore che permetta di penetrare nell’esperienza dell’amore misericordioso del Cristo. Il tema è trattato sul versante dell’Antico e del Nuovo Testamento, della tradizione e della vita della Chiesa di oggi. Valerio Baresi focalizza la centralità del cuore di Dio per riallacciare relazioni infrante tra gli uomini. Bruna Costacurta presenta il tema attraverso il Salmo 103. Michel Murenzi si concentra sulla parabola del Padre misericordioso, icona del perdono. Francesco Cereda affronta il passaggio dal dato della rivelazione a quello educativo da una prospettiva salesiana. Padre Angelo Sardone tratta la singolare figura di Annibale Maria Di Francia e il suo spazio naturale di azione nell’esercizio della carità. Interessanti sono le esperienze dell’Istituto religioso delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, fondato da Madre Clelia Merloni; e della Congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, fondato dal beato Luigi Variara. Augusto D’Angelo, infine, presenta l’esperienza della Comunità di Sant’Egidio come segno dell’amore di Cristo per i poveri.

Mario MIDALI Teologia pratica. 5. Per un’attuale configurazione scientifica Come è ampiamente documentato nel primo volume, la teologia pratica è di sua natura ancorata alla storia intesa come evolvere di eventi individuali e collettivi. Questo settore del sapere teologico è sorto e si è configurato in modi differenti in rapporto all’evolvere del contesto sociale, culturale, religioso ed ecclesiale, e col mutare della realtà oggetto della sua riflessione e dei tipi di conoscenza mediante i quali si è autocompreso e definito. Il fatto di essere ancorata alla storia l’ha stimolata a superare e abbandonare visioni e concezioni non più rispondenti a mutate condizioni, e l’ha guidata nel recuperare sempre di nuovo un’imprescindibile patrimonio del passato ricco di irrinunciabili valori umani e cristiani, ma riattualizzandolo nel presente. Ponendosi come cerniera tra scienze umane e discipline teologiche, la teologia pratica si avvale di un confronto dialogico con esse al fine di individuare le vie che il Dio trinitario rivelato da Gesù di Nazareth continua a indicare alla sua Chiesa. Con la propria strumentazione scientifica intende offrire indicazioni progettuali che possono favorire le comunità cristiane nel seguire le vie di Dio.

Paolo CARLOTTI Carità persona e sviluppo. La novità della Caritas in Veritate Lo sviluppo umano integrale è la categoria, sintetica e prospettica, prescelta dalla prima enciclica sociale di Benedetto XVI per tematizzare, per il XXI secolo, la Dottrina sociale della Chiesa intesa come Caritas in veritate in re sociali. In innovativa continuità col magistero conciliare, specialmente della Gaudium et spes, l’enciclica punta a una teologia di questo sviluppo come irrinunciabile apporto specifico della fede cristiana alla costruzione di un mondo buono e giusto, nel rispetto convinto e convincente della consistenza propria di ogni realtà terrestre. L’acme di quest’apporto è il nuovo credito e il nuovo spazio richiesto, nell’economia e nella politica, in nome dell’essere e del vivere personale e interpersonale di ogni uomo e dell’intera umanità. È qui il raccordo con l’ineludibile istanza etica, che assuma e svolga il progetto non come un’etica qualsiasi, ma come autentica “etica amica” della persona, naturalmente nella verità.

Maria LUPI e Aldo GIRAUDO (edd.) Pietro Stella: la lezione di uno storico Questo volume è una riflessione su temi a lui congeniali. Maria Lupi (Roma Tre), mostra il suo singolare itinerario scientifico e la personalissima metodologia. Roberto Rusconi (Roma Tre) illustra come la letteratura biblica, patristica, teologica, morale, devozionale, catechetica, manualistica e trattatistica, colta e popolare, ha costituito la fonte delle sue ricerche. Sul giansenismo italiano, Paola Vismara (Università di Milano) inserisce il suo lavoro nella vasta saggistica italiana e straniera, sottolineandone caratteristiche e apporti originali. Sul tema di Don Bosco, Aldo Giraudo (UPS) ripercorre le tappe dell’itinerario storiografico. Sul clero in età moderna e contemporanea, Mario Rosa (Normale di Pisa), dimostra come esso sia propedeutico agli altri argomenti preferiti dall’autore. Completano la trattazione i contributi di Marina Caffiero (La Sapienza), Giovanna Da Molin (Università di Bari) e Mario Tosti (Università di Perugia). Daniele Menozzi (Normale di Pisa) aiuta a leggere in modo unitario i saggi presentati. In appendice, una lezione del professor Stella tenuta a pochi mesi dalla scomparsa. Il volume è completato dalla bibliografia aggiornata.


notizieups editrice Mario MARITANO - Miran SAJOVIC (edd.) Sacerdozio pagano e sacerdozio cristiano La provocazione posta nel titolo è finalizzata a evidenziare una radicale diversità tra i due sacerdozi. Si tratta di una diversità ontologica in ragione dell’essenza del sacramento dell’Ordine; ma anche di una diversità teleologica, in quanto finalizzata al servizio del sacerdozio comune. Contenuti offerti dal volume: prolusione del card. Grocholewski; denominazioni del “sacerdote” nelle principali lingue indoeuropee (R. Bracchi); il linguaggio sacerdotale nel contesto giudaico-cristiano (M. Cimosa – G. Bonney); santità e sacralità del sacerdote in Omero (O.A. Bologna); gli Eumolpidi di Eleusi (M. Marin); la funzione sacerdotale nella Roma imperiale (C. Calvano); la specificità del sacerdozio cristiano nel ministero della riconciliazione presso i Padri della Chiesa (M. Maritano); la formazione al ministero sacerdotale nell’antichità cristiana (E. dal Covolo); l’iconografia (P. Filacchione); il rapporto tra la figura del sacerdote pagano e l’inizio del cristianesimo nel Fanum Apollinis di Giovanni Pascoli (M. Pisini); confronto con i due termini presbyter e sacerdos alla luce del Lectionarium, del Pontificale e del Missale Romanum (M. Sodi).

Mauro MANTOVANI La discussione sull’esistenza di Dio Questo studio, facendo ricorso a numerosi testi finora inediti presenti in manoscritti di varie biblioteche europee e a fonti di autori spagnoli del XVI e XVII secolo, esamina come i tre articoli della questione 2 della I Pars della Summa Theologiae di San Tommaso sono stati commentati dai teologi domenicani che per più di un secolo si sono avvicendati sulle principali cattedre dell’Università di Salamanca, luogo che ha visto il sorgere e lo svilupparsi di una tradizione di pensiero originale e significativa. Il saggio consta di due parti: la prima è suddivisa in sei capitoli che trattano di Pedro de Sotomayor, Mancio de Corpus Christi, Bartolomé de Medina, Juan Vicente de Astorga, Domingo Báñez e Pedro de Godoy; la seconda riporta la trascrizione di tutte le fonti non confluite nei capitoli. Di ciascuno degli autori si ripercorre brevemente la carriera accademica e si descrivono tutte le fonti a disposizione. Ogni capitolo si chiude con alcune fondamentali considerazioni storico-teoretiche che permettono di confrontare i commenti dei teologi domenicani con quelli dei maestri che li precedettero e di segnalarne le caratteristiche peculiari e più significative.

Francesco MOTTO (ed.) Salesiani di Don Bosco in Italia, 150 anni di educazione La presenza attiva su tutto il territorio nazionale e fra gli Italiani all’estero di oltre trentamila persone (SDB e FMA) che, in 1500 opere sparse per tutte le provincie del Paese, hanno dedicato la loro vita all’educazione di ingenti masse di giovani italiani del ceto popolare non può essere facilmente passata sotto silenzio. Il modello salesiano si è sviluppato trovando fin dall’inizio un proprio stretto rapporto con la società civile. La tradizione educativa salesiana, fatta di passione per la formazione civile dei giovani, di ardore apostolico, di proposte professionalizzanti, di disciplina e creatività, per un secolo e mezzo ha cercato di plasmare l’identità di tanti allievi e di prepararli al futuro, per fare di loro dei “buoni cristiani e onesti cittadini”. Documentare compiutamente 150 anni di storia salesiana nazionale è impossibile. Ciò non ci esime dal partecipare al significativo evento del 150° dell’Unità d’Italia mettendo a disposizione dati, fatti, studi, ricerche e testimonianze. Il filo conduttore dei saggi qui proposti tende a indicare le diverse prospettive in cui ogni singolo segmento della storia salesiana in Italia potrebbe essere presentato.

Grazia LOPARCO e Maria Teresa SPIGA (edd.) Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia. Donne nell’educazione L’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice è stato fondato in Piemonte da San Giovanni Bosco e da Santa Maria Domenica Mazzarello. Dal 1872 al 2010 ha contato quasi 14.000 religiose provenienti da tutte le regioni d’Italia che hanno operato in 1162 sedi ubicate in 707 comuni. Attraverso un’inedita e completa raccolta di dati statistici, alcuni saggi storici e testimonianze documentate, l’Istituto appare unito nella proposta educativa pur nella diversificazione dei contesti regionali, sensibile ai cambiamenti culturali e sociali, specie per le loro ripercussioni sulle fasce giovanili. AI contempo le scelte educative delle FMA risultano coerenti con una visione integrale della persona e del suo compito nella società. Con questo volume si è inteso offrire materiale di studio per riflessioni fondate che riguardano il passato, interpellano il presente e incoraggiano a progettare il futuro dell’Istituto, nella consapevolezza che esse non intessono una storia privata, bensì costituiscono una componente viva del Paese. Studiosi e lettori potranno così arricchire le loro conoscenze sull’Italia, a partire dall’impegno educativo profuso da queste religiose.

Paolo CALIDONI (ed.), E. M. SALATI, C. SCURATI Le Scuole di base di tutti e per tutti Il sistema delle scuole frequentate da tutti i bambini dai 3 ai 14 anni in Italia è composto da tre livelli (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di 1° grado) che nel tempo sono evoluti con storie diverse e che via via si stanno integrando in un percorso unitario nell’ambito di Istituti che li comprendono tutti. Per dare una visione sintetica ma non troppo riduttiva della realtà delle scuole di base in Italia, il volume presenta ciascun livello da tre punti di vista complementari: Istituzionale, illustrando le norme ufficiali che regolano il funzionamento, utilizzando soprattutto fonti ufficiali; Pedagogico, con riferimento all’evoluzione delle idee guida che ispirano le impostazioni istituzionali e le pratiche, con richiami ai più significativi principi e autori, e presentando anche qualche brano antologico; Didattico, della vita e dell’attività effettiva sul campo, anche attraverso le testimonianze di chi vi opera. Il volume risponde all’intento di mettere a disposizione uno strumento in-formativo documentato e fruibile in contesti culturali diversi ed eterogenei.


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Al centro della foto il prof. Coffele

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notizieups•amici UPS

DON BOSCO

una benedizione per tutti Cari Amici e Benefattori dell’UPS, permettete che condivida con Voi una riflessione che mi ritornava martellante in queste settimane passate. Pensavo che Don Bosco è stato davvero un uomo mandato e benedetto da Dio per un progetto molto preciso a favore di generazioni e generazioni di giovani. “Benedetto” da Dio, si è lasciato trasformare cioè in una perdurante benedizione per quanti entravano in contatto con le sue opere di allora e a tutt’oggi sparse in 137 nazioni. Poiché è stato docile alla chiamata – manifestata enigmaticamente nel sogno dei nove anni (cfr.MB I, 123-128) – è divenuto una “benedizione” per i giovani del suo tempo e dei tempi a seguire. Trasformato in vero discepolo di Cristo – che ha dato la vita per salvarci – Don Bosco ha rinunciato a una assai possibile “carriera” ecclesiastica e/o accademica – viste le eccezionali qualità di intelligenza e di stile di cui la natura lo aveva dotato – per stare per sempre con i giovani. Don Bosco aveva colto il cuore del messaggio di Gesù: per amore farsi servi degli altri, senza cercare “primi posti”, ma la posizione ideale per servire e consumare la propria vita per la promozione di quanti sono nati senza privilegi di sorta, se non il privilegio della vita stessa. Grazie alla superiorità dei suoi doni carismatici ha cercato durante tutta la sua vita di coinvolgere anche altri – formando un’autentica cordata – per trovare collaboratori nell’educazione dei giovani e benefattori generosi per realizzare i suoi sogni – tutti da leggere a partire da quello sopracitato dei nove anni! – a favore dei ragazzi. Gli è riuscito di formare secondo il suo cuore e il suo stile coloro che avrebbero continuato la sua opera fra i giovani e si è dato da fare per trovare fra gli ecclesiastici e i laici generosi benefattori che gli permettessero di costruire i collegi nei quali accoglierli e formarli. Fittissima è stata la sua corrispondenza per chiedere aiuti e ringraziare dopo che gliene erano pervenuti. Il suo nome è benedizione per tutti noi che ci siamo beneficiati di quanto Don Bosco e i suoi collaboratori del passato hanno saputo e voluto fare per noi. Speriamo che lo possa essere ancora per molte generazioni a venire, grazie anche al nostro intelligente e generoso apporto. Certo, noi siamo assai piccolini, da tutti i punti di vista, se paragonati a lui o ad altre figure di giganti della storia dell’umanità e della Chiesa. Eppure sappiamo che Gesù ha lodato gli spiccioli offerti al tesoro del tempio dalla vecchietta, perché ha donato a Dio tutto quello che le era rimasto per continuare vivere! Gesù ha servito l’umanità offrendo la sua vita perché noi l’avessimo e l’avessimo in abbondanza (cf Gv 10,10). L’umanità dei nostri giorni forse si attende una testimonianza più coerente e più luminosa da parte dei suoi discepoli nell’impegno di salvezza e promozione degli “altri”. Nella solenne celebrazione del 24 Maggio, con la quale siamo soliti “concludere” le attività formative para-accademiche, il dinamico cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in forma intelligentemente elegante, ha invitato tutti noi, sull’esempio di Maria Ausiliatrice, a farci “aiuto” degli altri. Praticamente è l’eco mariano della parabola evangelica con la quale Gesù ci invita a farci “prossimo”di chi è bloccato e impedito, perché incappato in difficoltà che non riuscirà a superare senza il nostro coinvolgimento. Mi piace concludere con l’esortazione e la costatazione di San Paolo: “Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate” (1Ts 5, 11). A nome degli studenti, grazie per il Vostro coinvolgimento. Obbl.mo

Sac. Gianfranco Coffele Vice Rettore

P.S.: Una borsa di studio annuale ha un costo di circa 10.000 €. Si può partecipare anche con sussidi parziali: tasse accademiche: 1500 € un mese di alloggio: 300 € libri e dispense accademiche: 500 € tessera mensile: 25 € malattie: 200 € Le offerte possono essere effettuate tramite: CONTO CORRENTE POSTALE ccp 95427936 intestato a: Associazione Pro Universitate Don Bosco Onlus - P.zza dell’Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma CODICE FISCALE PER IL 5X1000: 97536950583 BONIFICO BANCARIO Dall’Italia C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 Dall’Estero C/c presso Banca Popolare di Sondrio, Ag. n°19 di Roma IBAN IT 79 Q056 9603 2190 0000 3622 X21 SWIFT POSOIT22 PER ULTERIORI INFORMAZIONI Rev.do Prof. Gianfranco Coffele Direttore Ufficio Sviluppo e Relazioni Pubbliche dell’UPS, P. zza dell’Ateneo Salesiano, 1 - 00139 Roma, Tel. 06 872 903 32; Fax 06 872 906 82; Mail: coffele@unisal.it

NOTIZIE UPS OTTOBRE 2011 Direttore Responsabile: Riccardo Tonelli Direttore di Edizione: Renato Butera Redazione: Carmen Barbieri, Fabrizio Emigli, Stefano Mura Foto: Renato Butera, Fabrizio Emigli, Giuliano Vettorato Hanno collaborato: Mario Cimosa, Gianfranco Coffele, Mauro Mantovani, Roberto Spataro, Joshtrom Kureethadam, Ezio Risatti, Carla De Nitto, Giuseppe Roggia, Anežka Hesová. Progetto grafico, impaginazione: Fabrizio Emigli Per ricevere la rivista: UPS Piazza Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma ufficiostampaups@unisal.it www.unisal.it Tel: 06.872901


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