Posh Fashion — Claudio Marenzi
di Lavinia Elizabeth Landi Quanto è importante la tecnologia nella moda e la “fiera digital” che Pitti ha lanciato durante la pandemia potrà essere una soluzione per il futuro? La tecnologia sta assumendo un ruolo sempre più importante nella moda, che cambia prodotto, in media, ogni sei mesi, e con tempi sempre più brevi tra ricerca, sviluppo e produzione. La tecnologia diventa quindi essenziale, sia nelle produzioni sia nella fase logistica della distribuzione. Sono i processi avanzati di realizzazione e di vendita di un abito a giocare un ruolo importante nel mercato contemporaneo. Fino a un decennio fa, la moda non brillava per il suo carattere innovativo, soprattutto nel settore dell’abbigliamento. C’è sempre stata moltissima creatività, ma le buone idee non sono mai state affiancate da soluzioni tecnologiche che le migliorassero così come è accaduto nell’ultimo decennio. È indispensabile prendere confidenza con il mondo digitale, in questo preciso momento storico in cui la fisicità è praticamente impossibile, perché ci è preclusa dall’emergenza sanitaria. È importante acquisire abilità con gli streaming e le altre tecnologie come il 3D. Quando ci potremo “toccare” di nuovo, quando potremo di nuovo viaggiare e tutto tornerà alla normalità, la parte fisica tornerà ad essere insostituibile: la moda è fatta di tatto, bisogna capire i tessuti, sperimentare la loro pesantezza o leggerezza, i volumi. Ma il digitale rimane ora l’unica via percorribile e dobbiamo appropriarcene con sempre maggiore consapevolezza. Quali sono le sue idee per ripartire dopo l’emergenza? La pandemia ci ha insegnato a non dare nulla per scontato. Nessuno di noi avrebbe potuto immaginare quello che è successo. Non abbiamo preso in considerazione moltissime variabili e ci ritroviamo a fare grandi riflessioni sul futuro. La pandemia ci ha poi insegnato a usufruire del mondo digitale in tutti i suoi aspetti. L’e-commerce era già in crescita da anni, ma ha subito la sua più forte accelerazione ora, e ci ha indicato in modo inequivocabile la via da percorrere. Bisogna essere molto attenti a non proiettare le proprie paure sul futuro, che sarà diverso, avrà in sé tanti spunti di novità, ma si tornerà sicuramente a quella normalità che già conoscevamo. Herno presta grande attenzione ai tessuti hi-tech, alla ricerca e alla sperimentazione. Come nasce quest’applicazione della tecnologia alla moda? Noi nasciamo nel 1948 come fabbrica di impermeabili e la nostra origine è sempre presente nelle nuove ricerche e sperimentazioni. L’impermeabile è un capo con una funzione ben precisa: riparare dalla pioggia. Ha un’allure fashion ma ha anche una grande funzionalità, migliorabile attraverso la ricerca con tessuti nuovi, più waterproof e traspiranti, per esempio. Migliorare la funzionalità
di un capo significa anche rinnovarne il processo produttivo grazie alle nuove tecnologie. Si potrebbe affermare che la nostra tendenza verso l’innovazione e la tecnologia fonda le sue radici nella tradizione, in un capo che deve essere performante per definizione. Si legge di tessuti intelligenti. Gli abiti perderanno la loro bellezza, sacrificandola alla performance ? Non necessariamente, io credo che bellezza e performance possano convivere. Esistono tessuti che possono rilevare la temperatura corporea, per esempio, capi innovativi sotto molti aspetti, ma questo non implica la perdita dell’aspetto sartoriale. Una cosa importante che è cambiata negli anni è la percezione della qualità: una volta si valutava partendo dal tessuto, che doveva essere pregiato, un bel cashmere o una seta; ora si percepisce anche da un tessuto performante. Si può cioè parlare di una “sartorialità ingegnerizzata”, che può solo essere un plus per un brand, e devo dire che Herno in questo è molto avanti.
Nelle immagini in apertura: look donna Herno Laminar Couture Engineering – impermeabile con cintura in lino 3Layers con membrana che lo rende waterproof e windproof, con termonastrature interne che garantiscono la tenuta antipioggia, chiuso da bottoni gommati. Look uomo: Herno Laminar Sartorial Engineering – Giacca realizzata in GoreTex 3Layers - impermeabile, antivento e traspirante, con membrana interna in GORETEX con termonastratature. Cappuccio e polsini con chiusura ergonomica, zip spalmate anti-acqua in colore nero.
Quali saranno le silhouette della donna e dell’uomo del futuro? Parlare di silhouette è difficile poiché la moda si cristallizza in momenti. Certo, la silhouette potrà cambiare - reinventarsi è una prerogativa della moda - pur riprendendo alcuni stilemi del passato... Una costante dei prodotti del futuro sarà sicuramente la comodità. Dovranno essere impiegati tessuti intelligenti, versatili, capaci di adattarsi alle nuove e dinamiche esigenze del consumatore. Se dovessi immaginare un impermeabile a uso di chi viaggia su un monopattino, ad esempio, lo vedrei con dei rinforzi sui gomiti in caso di caduta, con un tessuto totalmente windstopper per riparare dal vento, elastico e soft per facilitare i movimenti. Mi piace tuttavia immaginarlo come un cappotto di sartoria, quanto a fitting e silhoutte. Herno è specializzato nell’active sport. Può dirci qual è il suo capo preferito e descriverne le caratteristiche che più l’hanno appassionata? Il primo capo che abbiamo realizzato impiegando molte soluzioni tecnologiche: tessuto totalmente impermeabile, idrorepellente, cucito e termosaldato, molto metropolitano. Di forma classica, l’abbiamo arricchito con cerniere particolari e una doppia chiusura che lo faceva sembrare un capo d’alta montagna, estremamente tecnico. È ancora in produzione e io stesso lo indosso sempre Cosa pensa del “marketing umano” che cerca di equilibrare il prevalere della tecnologia con un ritorno all’umanesimo? Credo che in realtà questo tipo di marketing c’entri molto poco con un nuovo umanesimo. È sicuramente moderno ed efficace. Si parla di “marketing umano” per il semplice fatto che sono persone vere, testimonial e influencer, a proporre i nuovi prodotti ad
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