Grafico 2.9. La frequenza scolastica è più bassa negli slum Tassi netti di frequenza alla scuola primaria e secondaria nelle aree urbane in Kenya, Bangladesh, India e Ghana 100%
80%
60%
40%
Scuole: Primaria nelle aree urbane non slum 20%
Primaria negli slum urbani Secondaria nelle aree urbane non slum Secondaria negli slum urbani
0% Kenya (22% urbana)
Bangladesh (28% urbana)
India (30% urbana)
Ghana (51% urbana)
Fonte: Kenya, DHS 2003; Bangladesh, DHS 2007; India, DHS 2005-2006; e Ghana, DHS 2003. I paesi sono stati selezionati a titolo indicativo.
questo servizio51. I bambini originari di ambienti urbani impoveriti hanno fatto registrare svantaggi analoghi in numerosi altri paesi.
Istruzione primaria Divari simili – che riflettono, tra gli altri fattori, le disuguaglianze a livello di reddito dei genitori, di genere e di etnia – permangono nella scuola elementare, nonostante i progressi compiuti da molti paesi nel perseguire l’istruzione primaria universale. Nel 2008, 67 milioni di bambini in età da scuola primaria ancora non la frequentavano, e il 53% era di sesso femminile52. L’istruzione primaria, in genere, è più disponibile nelle aree urbane che in quelle rurali, ma rimane fuori dalla portata di molti bambini che crescono in povertà, soprattutto negli slum, dove spesso la scuola pubblica è poco presente, se non addirittura assente. Non di rado le famiglie si trovano a dover scegliere tra pagare per far frequentare ai loro figli delle scuole private di scarsa qualità e ritirare del tutto i bambini da scuola. Anche in paesi in cui la scuola pubblica è gratuita, i costi accessori possono svantaggiare chi vive in povertà. Gli studenti devono acquistare uniformi e materiale per lo studio, oppure pagare delle tasse scolastiche, e spesso l’insieme di queste spese è già di per sé abbastanza elevato da rappresentare un ostacolo all’istruzione. Mentre i genitori di Dacca, in Bangladesh, spendono in media il 10% del reddito familiare 30
LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 2012
per i costi scolastici di ogni figlio, questa percentuale sale al 20% nelle famiglie più povere. Un recente sondaggio condotto a San Paolo, in Brasile, a Casablanca, in Marocco, e a Lagos, in Nigeria, ha dimostrato che le famiglie con il quintile di reddito più basso spendono per la scuola più di un quarto delle entrate familiari53. I gruppi emarginati – compresi i bambini che vivono per strada, i bambini migranti e i figli dei rifugiati e degli sfollati – devono affrontare sfide particolari. Fino a poco tempo fa nelle città della Cina, per esempio, i migranti non ufficialmente registrati avevano difficoltà a mandare i figli a scuola54. E troppo spesso i bambini considerati diversi – a causa della povertà, della lingua o del genere, per esempio – si trovano a fare i conti con la discriminazione. Spesso i profughi e gli sfollati vivono in insediamenti non ufficiali nelle aree urbane, e le scuole già troppo oberate possono avere gravi difficoltà ad affrontare un’ulteriore affluenza di alunni. Le prove a disposizione indicano che lo sfollamento interrompe in modo grave l’istruzione; e ancora una volta i più colpiti sono spesso quelli già emarginati a causa della povertà, del genere, dell’identità etnica o di altri fattori55. I bambini provenienti dai quartieri urbani poveri sono tra quelli che hanno meno probabilità di frequentare la scuola. Un sondaggio compiuto nel 2004-2005 a Delhi, in India, ha rilevato un tasso di frequenza della scuola primaria pari al 54,5% tra i bambini che vivevano negli slum, in confronto al 90% per la città nel suo com-