UndergroundZine N.2 agosto 2012

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Gruppo: Skullmonkeys Titolo Album: Slugs Genere: Rock Voto: 65/100 Sito: hhttp://www.facebook.com/skullmonkeysband Per avere addosso i limiti dell'autoproduzione, questo ep suona davvero bene. Gli skullmonkeys dopo alcuni assestamenti nella lineup, sfonarno questo "slugs" che arriva ai timpani dell'ascoltatore ancora bello fumante. Un rock personale, che alterna parti più decise ad altre più delicate è in sostanza il contenuto di "slugs". Molta melodia, sullo stile nickelback. Ma a tratti andando a scavare molto in profondità, si può anche pescare qualcosa dal vecchio grunge (soundgarden, mudhoney, bush). Sono un ascolto molto piacevole, i brani rimangono parecchio in testa, li si canticchia facilmente. MI permetto di dare particolare rilievo alla qualità che i ragazzi sono riusciti ad ottenere nonostante l'autoproduzione. Si sentono lavori con alle spalle produzioni megalitiche, suonare peggio di Slugs. Evviva dunque l'impegno che sicuramente gli skullmonkeys hanno profuso per questi loro 6 brani. E' un disco che supera ampiamente la soglia della sufficienza ma che non ha ancora quello stacco necessario per essere considerato di un livello superiore. Si attesta su un livello medio, che non vuole affatto dire mediocre. Diciamo che è un disco che galleggia senza fatica nel mare di band che popolano le nostre attenzioni, ma che ancora non emerge. Forse nemmeno per i demeriti compositivi della band, anzi sotto quel punto di vista c'è poco o nulla da eccepire...diamo tempo al tempo...ci sono le capacità per potercela fare. Forza skullmonkeys!!!

BR1

Gruppo: Prehate Titolo Album: We don’t march alone Genere: Metal Voto: 90/100 Sito: http://www.facebook.com/prehate

Che bellissimo macello!! I prehate sfornano un disco senza pietà, e praticamente privo di punti deboli. Il quartetto preme fin da subito sull'acceleratore per non smettere praticamente mai. 10 brani di una fattura pesante, pesantissima, eseguiti e riusciti benissimo. Era da un bel pò che non avevo una soddisfazione così nell'ascoltare una demo di un gruppo. Davvero una bella scoperta. We don't march alone si infila a fatica nei pressi del death core e punge, punge continuamente l'ascoltatore, con riff, voce e ritmiche spezzabraccia, non curandosi a che genere può appartenere, ma solo e soltanto di colpire. I ragazzi hanno fatto centro, senza dubbio. Si dimostrano un gruppo oltretutto maturo


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