La Montagna del Piemonte

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Fig. 8.1 – Correlazione tra l’asse socio-economico e quello infrastrutturale (accessibilità)

Fonte: IRES Piemonte

È un risultato importante perché se per un verso è coerente con quanto più volte sostenuto dalla letteratura geoeconomica (cioè col fatto che l’infrastrutturazione e l’accessibilità siano agenti dello sviluppo, soprattutto nelle aree svantaggiate), per altro verso evidenzia una causalità debole e, cioè, il fatto che (almeno in montagna e, sicuramente, nella montagna piemontese) l’accessibilità e la relativa infrastrutturazione non siano elementi fortemente determinanti e fondanti dello sviluppo socioeconomico. L’infrastrutturazione e l’accessibilità sono importanti ma non sufficienti: sono significative se accompagnate da altre attività e servizi, quali elementi del carattere urbano, che in montagna (e non soltanto) sono espressione di crescita economica. In quest’ottica, la correlazione evidente tra sviluppo socio-economico e reti di connessione interregionale che si realizza in alcuni dei corridoi storici dell’attraversamento alpino (in valle di Susa, nel passo del Tenda, nel Verbano, nel corridoio della val d’Ossola, nelle aree di più urbane di connessione con la valle d’Aosta) si spiega in parte in virtù della concentrazione di centri urbani lungo questi assi, in parte per la presenza di attività e servizi. Ambiente, sviluppo e accessibilità. Dall’analisi risulta che il capitale naturale è sicuramente correlato negativamente sia con l’infrastrutturazione che con la crescita socio-economica. Ciò significa che la crescita e l’infrastrutturazione “erodono”, tendono a far diminuire il capitale naturale, quantunque nell’insieme in modo piuttosto debole. Inoltre è suggestivo il fatto che l’infrastrutturazione giochi sui quadri ambientali un ruolo leggermente più elevato, ma tuttavia molto simile, rispetto a quello dell’asse socio-economico. Sebbene leggermente più incisiva, l’infrastrutturazione non esprime, se non in contesti particolari (che abbiamo definito ‘sistemi marginali di transito’), quella pressione così diretta e dirompente sui quadri naturali e sulle possibilità di sviluppo dei territori, come “vorrebbe” molta letteratura1.

1 Ci riferiamo alla copiosa letteratura indicata giornalisticamente con l’appellativo dell’”antagonismo sociale”, che si oppone in modo piuttosto radicale alla costruzione di nuova infrastrutture di trasporto, soprattutto in montagna. 138


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