Scena 87

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LIBRI & TEATRO DI DANIELA ARIANO

Compagni di viaggio

P

er viaggiare, a volte, non è necessario imbarcarsi su un aereo o su una nave. Per viaggiare, a volte, basta entrare nella sala prove di una compagnia di teatro. Un luogo magico abitato da cavalli di cartapesta, enormi giare e carrelli portabiti carichi di costumi. Un luogo in cui nulla è ciò che sembra, come nella storia di Alice. Si pensa di essere in un mezzanino nel cuore di Roma, e ci si ritrova a salpare per mari ignoti abbarbicati a un grande tavolo, illuminati da un lampadario dalla plafoniera improbabile che, per l’occasione, assume la dignità di una lampada da cambusa.

E io, a capotavola, appesa al mio portatile come un capitano al timone, guido fuori dal porto Scrittori onstage, laboratorio di scrittura creativa applicata al teatro, come fosse una delle tre caravelle. Naturalmente, come qualsiasi capitano di caravella che si rispetti, ho anche la mia ciurma che si fa condurre fiduciosa in mare aperto per tre mesi, attraverso un oceano di tecniche, regole e trucchetti per approdare infine non in America ma a L’isola che non c’è, quella di chi vuole intraprendere la strada di drammaturgo, oltre che di scrittore.

Questo accadeva un anno fa, ma come tutto ciò che appartiene alla mia vita, riesco a parlarne solo ora, a distanza di tempo. Per riuscire a raccontarlo devo attendere che tutto sedimenti, emozioni, stati d’animo, concetti, e che si trasformi in qualcosa al di fuori di me. Lo so, non mi chiamo Strehler e neanche Fo, il mio rapporto col teatro è stato sempre dettato da una sorta di incoscienza che mi ha spinto su strade talmente impervie e poco convenzionali, che ancora oggi mi domando cosa ci faccio io in mezzo a giare, caravelle e cavalli di cartapesta. Perché in realtà il teatro da ragazza non era nei miei progetti, e intanto scrivevo commedie; perché il teatro non l’ho mai considerato un lavoro, e intanto dirigevo una compagnia; perché il teatro non è nelle mie corde, e intanto sono anni che scrivo di teatro, per il teatro e sul teatro; perché per fare teatro ci vuole passione e spirito di sacrificio e io non posseggo nessuno dei due, e intanto sono anni che lavoro per prodigiose compagnie, dirigo spettacoli e corsi di scrittura drammaturgica, spesso in cambio di quattro soldi e una pacca sulla spalla. Quindi la prima cosa che avrei voluto dire alla mia

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