Scena 82 - 4° trimestre 2015

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presentazione editoriale. Sul palco di viale Marconi è infatti andato in scena un autentico spettacolo fatto di quattro mini-spettacoli, con i quattro testi contenuti in “Dulcamara” rappresentati ognuno nella sua scena iniziale di 1015 minuti.

S

trana cosa, il Teatro. Un’arte spuria, praticata da una curiosa etnia, ancora ieri nomade. Un progetto di parole pensate, poi scritte, poi dette. In qualche caso riscritte dopo averle dette. Come dire dopo averle provate, ma non necessariamente sentite. Ecco il Teatro. Un’azione reale esercitata nell’artificio, finta ma non falsa.

Questi alcuni brevi pensieri tratti dalla prefazione – scritta dal Prof. Giancarlo Sammartano – di “Dulcamara”, nuova pubblicazione firmata dall’autore, attore e regista Rosario Galli. Un libro-antologia che racchiude al suo interno la passione viscerale per quel Teatro fatto di sensazioni, parole e pensieri dalle varie stratificazioni, sempre con al centro l’amore per la scena. E può esserci modo migliore di raccontare e spiegare il Teatro, se non affidandosi al Teatro stesso? In “Dulcamara”, Rosario Galli raccoglie quattro suoi testi teatrali di successo, esemplificativi di un suo modo di intendere e vivere il Teatro che è racchiuso già nel titolo dell’opera: quel Teatro che è sì intrattenimento e momento di dolce e “leggero” svago, ma che lascia tracce di malinconia, inducendo a riflessioni a volte amare su tematiche estremamente contemporanee. La presentazione ufficiale di questa sua “fatica” è avvenuta lo scorso 15 ottobre presso il teatro Marconi di Roma – nuovissima struttura inaugurata nell’estate 2015, che sotto la direzione artistica di Felice Della Corte ha visto iniziare il 4 dicembre il suo primo cartellone – in un evento fortemente caratterizzato dalla pratica teatrale piuttosto che dagli schemi più classici di una

Si è iniziato con “Sedia sediola”, interpretato da Felice Della Corte, Ludovica Bei e Gabriele Capparucci; testo che affronta il tema di una “famiglia allargata” vista dall’occhio di un bambino, la cui maturità servirà di lezione a chi si dimostra più adulto di lui solo dal punto di vista dell’età. A seguire, spazio a “La sottoveste rossa”, con Patricia Vezzuli e la voce fuori campo di Angelo Maggi: in una scenografia essenziale, un’attrice e un invisibile regista danno vita ad un provino interamente sospeso tra tensione, ironia e sottili giochi psicologici. È stata poi la volta di “Metropolitana”, con Antonio Sanna e Gabriele Galli nei panni rispettivamente di un tutore della legge e di un prigioniero, calati in una “cella” sotterranea in cui la claustrofobia ambientale si fonde con quella degli animi. In conclusione, spazio a “Donne che vogliono tutto”, interpretato dallo stesso Rosario Galli e da Pia Engleberth: un divertente e a suo modo sarcastico spaccato di vita di coppia in bilico tra un marito ai limiti dell’ipocondria e una moglie desiderosa di un figlio che è troppo tardi per avere. Concetto, quello del filo rosso che dal titolo del libro ne attraversa i contenuti, ribadito da Claudio Boccaccini – regista di numerosi spettacoli scritti da Rosario Galli – nel suo intervento a margine della presentazione, volto a sottolineare come la scrittura del commediografo romano si muova tra due situazioni che si incrociano, tra legami con la commedia italiana e tentativi, sempre riusciti, di indagine storica, generazionale e psicologica: due tracce che continuano a intersecarsi in un equilibrio tra gioiosità/giocosità e riflessione/malinconia. “Dulcamara” non può quindi non porsi come un fulgido esempio di Teatro contemporaneo perfettamente calato nella realtà italiana, così come sarà una piacevole e coinvolgente lettura per tutti gli appassionati che – riprendendo altre parole della prefazione del Prof. Sammartano – inseguono il sogno di un Rinascimento del Teatro come luogo magico, stazione di scambio tra arte e vita, tra gioia del divertimento e piacere della conoscenza. DANIELE CIPRARI

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