Scena 48 - 2° trimestre 2007

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PRIMO: HUGO: PRIMO:

No. Basta alla tua arroganza con tutti quelli che incontri, gli altri. Gli altri chi? I nemici che vedi dappertutto e insulti continuamente in tutti i tuoi discorsi. E i velenosi attacchi contro Washington. HUGO (divertito): “Velenosi” … Vedo, vedo … Questo è un problema legato a Washington. C’è lo zampino U.S.A., l’ombra del padrone … Questa storia diventa sempre più chiara ed avvincente … Fra quei cento che han deciso di … “depormi”, fra i tanti venezuelani, c’è anche il rappresentante di Washington? PRIMO: Anche i rappresentanti di tanti altri paesi. Non vedono di buon occhio la tua amicizia con Castro. HUGO: Ah. Ecco l’altro anello della catena. Altro elemento decisivo … Washington, Castro … Avete dimenticato quel che dicevamo, io, voi, gli altri compagni, sull’ingerenza di Washington, sul crudele embargo contro i bambini cubani… SECONDO: Il vecchio ritornello! Ci hai stufato. HUGO: Stufato? Fino alla settimana scorsa, alla riunione del sabato, eravamo tutti d’accordo. Che è successo? Come mai questo cambiamento? SECONDO: Non avevamo osato contraddirti, prima. PRIMO: Quei lunghi discorsi, le tante promesse… HUGO: Promesse? È la prima volta nella storia del nostro Paese che io e voi – noi tutti – abbiamo mantenuto le promesse fatte durante le elezioni. Nuove scuole, nuovi ambulatori, nuovi dottori. SECONDO: Cubani. HUGO: Quando mancano i nostri! Nel frattempo abbiamo mandato migliaia di giovani venezuelani a studiar medicina a Cuba. Sono il nostro futuro. Dov’è il mio errore? Accettare l’aiuto di un amico? PRIMO: Castro non è un amico. È un dittatore. HUGO: Che però mantiene, anche lui, le promesse. E se non ci fosse l’embargo, farebbe di più. (Squillo al telefonino di TERZO) TERZO: Tutto bene, tutto in ordine … Nessun pericolo, no … È qui con noi … tutto procede bene … Sì, glielo dico, gli darò i tuoi saluti … Ciao, ciao, non ti preoccupare … Ti chiamo domani. (Spegne il telefonino) Mio figlio ti saluta. HUGO: Un bravo ragazzo. Devi essere orgoglioso di lui. TERZO: Lo sono. SECONDO: Castro. Perché gli fai pagare meno il nostro petrolio? PRIMO: Nostro. HUGO: Perché, fra le tante nostre promesse abbiamo giurato di aiutare i bambini. Anche quelli cubani. SECONDO: Riecco i bambini.


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