Il Settimanale di Arezzo 122

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ANNO III NUMERO 122 • VENERDÌ 2 NOVEMBRE 2012 • COPIA GRATUITA IN COPERTINA: FOTO ED ELABORAZIONE GRAFICA DI ANDREA BARDELLI

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SI ACCENDERANNO LE LUCI SUL NATALE ARETINO?


IN QUESTO NUMERO VITA DELLA CITTÀ 3 Luminarie natalizie, il Comune chiede progetti condivisi. Confcommercio: «Inaccettabili le forzature». Ma Confesercenti non si ferma: «Abbiamo agito secondo le regole». 5 Si può vivere senz’acqua? La testimonianza di un cittadino che è rimasto senza 7 Sporcizia e degrado: qualcuno salvi i parchi aretini! 10 Le migliori opportunità di lavoro nel web 26 Con SuperFood la qualità è tipica e tradizionale

16 Il sogno infranto: i Lions rinunciano alla Serie A 17 Migliorare le performance e prevenire gli infortuni: la Freemove apre agli sportivi 18 Arezzo Calcio, non ci resta che piangere 19 Ottobre, un mese a tutto gas per lo sport aretino 20 Sport e disabilità: il nuoto come strumento di crescita

NON PIÙ PAROLE OMAI… 8 Porta del Foro, tante novità e un addio…

CULTURA 21 I racconti di Francesco Maria Rossi incontrano le creazioni di Giovanni Raspini 22 Le date di Aurora Ridens e la Cena con Delitto! 24 Undici saggi che fanno luce su un secolo ancora tutto da indagare: “Arezzo nel Seicento” 28 La doratura su tavola, dal Fiorino al “Cristo” del Cimabue

AREZZO SPORT 13 Buon compleanno TENNISTAVOLO AREZZO! 15 Albertoni mette le ruote davanti a tutti

SOTTO LE LUCI DELLA RIBALTA 27 Gli appuntamenti del Teatro “Signorelli” di Cortona

SEGUENDO LE ROTTE GHIOTTE 6 Il sapore del Nord Africa ad Arezzo

“IL SETTIMANALE DI AREZZO“ È UNA TESTATA EDITA DA EDIZIONI GIORGIO VASARI SRL ANNO III NUMERO 122 – VENERDÌ 2 NOVEMBRE 2012 DIRETTORE RESPONSABILE: FRANCESCO CIABATTI, EMAIL FRANCESCOCIABATTI77@ GMAIL.COM VICEDIRETTORE: MARCO BOTTI, EMAIL MARCO.BOTTI9@GMAIL.COM REDAZIONE: ELENA AIELLO, ENRICO BADII, ANDREA BARDELLI, GIACOMO BELLI, SERENA CAPPONI, FERNANDA CAPRILLI, MARCO CAVINI, GIACOMO CHIUCHINI, DORY D’ANZEO, JACOPO FABBRONI, CECILIA FALCHI, ELETTRA FIORINI, MICHELE GIUSEPPI, SARA GNASSI, ILARIA GRADASSI, VALERIA GUDINI, GIACOMO MANNESCHI, CHIARA MARCELLI, LUCIO MASSAI, DAVID MATTESINI, FABIO MUGELLI, OMERO ORTAGGI, VALENTINA PAGGINI, ROBERTO PARNETTI, LUCIANA PASTORELLI, IVANA MARIANNA PATTAVINA, LUCA PIERVENANZI, CHIARA SAVARINO, ALESSIO SEGANTINI, LUCA STANGANINI, VALENTINA TRAMUTOLA, LUCA TRIPPI. FOTO: ANDREA BARDELLI, ROBERTO PARNETTI

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LA FONDAZIONE MONNALISA ONLUS, IL “SETTIMANALE DI AREZZO” E LE EDIZIONI GIORGIO VASARI SONO PARTNER NEL PROMUOVERE LA

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LUMINARIE NATALIZIE, IL COMUNE CHIEDE PROGETTI CONDIVISI di Luca Trippi

CONFCOMMERCIO: «INACCETTABILI LE FORZATURE» «Per fare le guerre bisogna essere in due, e la Confcommercio non è disposta a fare la guerra sulle luminarie». Così Franco Marinoni e Carlo Giannetti [nella foto sotto a sx], direttore e vicepresidente di Ascom, prima della riunione della Commissione sul Decoro Urbano di lunedì scorso che ha segnato la fine del primo capitolo della spigolosa vicenda delle luminarie natalizie. I fatti in breve: Confesercenti ha nei mesi scorsi raccolto più di 500 adesioni fra i commercianti di Arezzo per l’allestimento delle luminarie natalizie, allestimento già iniziato da circa dieci giorni. Ma il sindaco Giuseppe Fanfani aveva imposto lo stop del montaggio perché la questione degli addobbi cittadini in vista del Natale si sarebbe dovuta decidere nell’apposita C o m m i s s i o n e convocata già da tempo per il 29 ottobre. La Commissione, presieduta dall’assessore ai Lavori Pubblici Franco Dringoli, ha stabilito che entro oggi [venerdì 2 novembre, nda] le associazioni di categoria, per conto dei commercianti, debbano

MA CONFESERCENTI NON SI FERMA: «ABBIAMO AGITO SECONDO LE REGOLE» L’Amministrazione comunale non si è ancora espressa sui progetti di addobbi natalizi, ma la Confesercenti va avanti per la sua strada nel montare le luminarie. Il direttore di Confesercenti, Mario Checcaglini [nella foto sotto a dx] non ha intenzione di fare passi indietro. «Di fronte alla Commissione abbiamo dimostrato che quello che facciamo è in regola, abbiamo rispettato le procedure previste dalla legge e abbiamo dimostrato che lo stop imposto dal Sindaco era fuori luogo». Senza attendere le decisioni della Commissione semplicemente perché «mai, negli anni passati è stata riunita, e perché non ci sono tempi tecnici per valutare soluzioni alternative», Confesercenti ha dato l’ok per montare un allestimento che dovrebbe essere identico a quello del 2011 ma costerebbe agli esercenti esattamente la metà, 60 euro contro i 120 dell’anno passato. «Risparmiare il 50% sia nella fornitura che nell’installazione – ha detto Checcaglini – si trasforma in un abbattimento dei costi da 19.000 a 7.000

[continua a pag. 4]

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loc. Gragnone 29 tel. 0575 365251 (continua da pag. 3)

presentare i progetti degli addobbi natalizi per ogni quartiere o strada, ma tali progetti verranno attuati solo se la maggioranza degli esercenti di quel quartiere o strada abbia li abbia accettati, cioè abbia pagato la quota per il montaggio. Tutto questo per evitare insomma la grottesca e non estetica situazione di avere più stili decorativi nella stessa piazza. Confcommercio ha apprezzato la linea del Comune. «È questione che riguarda gli operatori, le associazioni non possono sostituirsi a loro – il parere del vicepresidente Ascom Giannetti; – inaccettabile il fatto compiuto di chi ha cominciato a montare le luminare il 25 ottobre». Gli fa eco Catiuscia Fei, vicedirettrice di Confcommercio. «Noi come associazione mettiamo a disposizione dei commercianti i nostri tecnici, ma sono loro che devono decidere, quartiere per quartiere, strada per strada, quale soluzione adottare. In questo caso invece ci siamo trovati di fronte a una forzatura. Prendiamo come esempio Sant’Agostino – continua Fei: – le luminarie volute dall’altra associazione sono già in via di allestimento, eppure mi risulta che abbiano ricevuto appena tre adesioni favorevoli».

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euro». Forte dei suoi oltre 500 contratti firmati con i commercianti, Checcaglini si è presentato alla riunione della Commissione accompagnato dall’avvocato. «Per fare questo lavoro la New Lux ha dovuto rinunciare ad altri appalti e ha già acquistato il materiale, questi contratti sono validi e devono essere rispettati. Non si può più tornare indietro». A questo proposito Confcommercio ha fatto notare che invece i contratti non sarebbero validi, perché «le luminarie sono state annunciate uguali a quelle dello scorso anno, invece sono di qualità inferiore, sono più brutte», e in realtà un piccolo dietrofront Checcaglini lo fa: «In quelle zone dove chi ha aderito al nostro progetto è in minoranza, siamo anche disposti a stracciare i contratti, come è stato stabilito dalla Commissione. Ma le zone “scoperte” sono poche, quindi noi continuiamo a montare». Checcaglini guarda anche al futuro: «L’assessore Dringoli è d’accordo con me: questo è un tema importante, e dal prossimo anno ci auspichiamo che venga discusso già dalla primavera».

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SI PUÒ VIVERE SENZ’ACQUA?

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bbiamo incontrato Domenico Scatragli, un cittadino aretino che da alcuni mesi sta portando avanti la propria lotta con le Amministrazioni per la questione acqua pubblica. «Sono un portatore di handicap al 100 per cento con assegno di accompagnamento per problemi di deambulazione, e dal 25 luglio la mia abitazione è priva di acqua. Abito in località Sargiano, e come penso molti aretini sappiano, questa frazione non usufruisce del servizio di acqua pubblica distribuito da Nuove Acque, in quanto gli abitanti si approvvigionano di acqua proveniente da pozzi privati. Io dispongo di un pozzo profondo 40 metri e fino a quest’anno è sempre stato sufficiente al consumo della mia famiglia, ma la torrida estate appena passata ha fatto sì che lo stesso si prosciugasse. Tutte le altre famiglie del luogo possiedono pozzi artesiani profondi almeno 100 metri e così possono rifornirsi di acqua. A questo punto, preventivo alla mano, ho pensato di costruirne uno nuovo pure io, ma occorrono almeno 12.000 euro, somma della quale non dispongo. Al verificarsi di tale situazione mi sono rivolto in primis alla Usl, la quale mi ha risposto di esporre il mio problema al Comune, ma lo stesso mi ha invitato a rivolgermi a Nuove Acque. A questo punto sono andato da Federcosumatori, ma anche qui non ho ricevuto molto aiuto. Quando mi sono rivolto a Nuove Acque ho parlato con un responsabile dell’acquedotto, il quale mi ha riferito che mi avrebbero portato l’allacciamento alla rete idrica pubblica alla distanza di 250 metri dalla mia abitazione, dietro il pagamento di 1275 euro. Ma non sono da sottovalutare tutte le altre spese che andrebbero a carico del sottoscritto: tubazioni, vasca di rilancio e pompa di pressione. Inoltre sussiste anche un altro problema non indifferente, per poter far giungere l’acqua alla mia abitazione, dal punto di allacciamento di Nuove Acque, dovrei attraversare alcune proprietà private. La società di Nuove Acque non ha motivato in modo soddisfacente il rifiuto di portare l’acqua fino alla mia abitazione, la stessa si è limitata a sostenere verbalmente e attraverso alcuni preventivi scritti che ciò non è possibile per motivi di pressione in deroga: in poche parole, secondo loro non ci sarebbe pressione sufficiente per poter far arrivare acqua alla mia abitazione. Rendendomi conto che venivo rimbalzato da un ufficio all’altro, mi sono rivolto all’Ufficio Reclami del Comune di Arezzo, invitandoli ad aiutarmi dato che ero in procinto di affidarmi alla magistratura e finalmente, a seguito di ripetuti avvisi, ho potuto portare il mio problema all’attenzione dell’assessore Dringoli. Concludendo, sta di fatto che ancora oggi vivo senza acqua in casa, facendo uso del bagno chimico della mia roulotte, situata fuori dall’abitazione, e adoperando acqua minetesto raccolto rale. Rivolgo nuovamente a chi di competenza un appello, per potermi aiutare a risolvere da Giacomo questa situazione alquanto disagiata». Manneschi

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“Cous cous aux sept legumes”: il sapore del Nord Africa ad Arezzo

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piatti “tradizionali” della cucina regionale italiana o i piatti “oltre” degli altri Paesi del Mediterraneo? Questo è il primo interrogativo che sorge sfogliando il menù delle Rotte Ghiotte, il ristorante aretino gestito dallo chef Shady. La stessa scelta si è presentata anche a Marco Liberatori, ventiseienne impiegato di banca che, appena seduto su uno dei sofà del ristorante, impiega un po’ di tempo per individuare il piatto giusto da assaggiare. Alla fine la scelta ricade sull’“oltre” e Marco opta per il Cous Cous aux sept legumes, un piatto marocchino di semola di grano con verdure di stagione. «Quando si tratta di cibo – spiega Marco, – mi piace sempre scegliere un piatto particolare e che da altre parti difficilmente potrei trovare. Nella scelta del cous cous mi ha ispirato l’atmosfera del locale: l’arredamento che coniuga Oriente e Occidente mi ha spinto verso un piatto “esotico” e con il fascino di terre lontane». Pochi minuti ed ecco che Shady ci porta il piatto: già la presentazione è una sorpresa. Il cous cous ci viene servito nel tajin, una vecchia pentola a pressione utilizzata nel Nord Africa per cucinare lo spezzatino, e quello che immediatamente risalta di questo piatto sono le verdure tagliate grosse e lasciate leggermente crude. «Questo è il cous cous classico della cucina maghrebina – spiega Shady. – Le verdure fresche di stagione lo rendono adatto anche ai vegetariani e ai vegani. Una delle nostre caratteristiche è la cura che rivolgiamo alla presentazione dei piatti, preparati con amore e con attenzione per renderli gradevoli e invitanti». Dopo aver mangiato, spetta però a Marco dare il giudizio decisivo sul sapore del cous cous appena gustato. «In questo piatto c’è un ottimo bilanciamento tra spezie, semola e verdure – afferma. – Spesso capita che il cous cous sia troppo saporito e finisca per stuccare, invece questo è veramente gradevole, delicato e capace di esaltare

il sapore delle verdure che, tagliate così grosse, permettono effettivamente di assaporare ogni ingrediente del piatto. Ho mangiato qualcosa di esotico ma, allo stesso tempo, di familiare: è stata veramente un’ottima scelta». Il sapore del Nord Africa ad Arezzo: il cous cous e Shady vi aspettano alle Rotte Ghiotte in via Monte Falterona 34. Marco Cavini

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SPORCIZIA E DEGRADO: QUALCUNO SALVI I PARCHI ARETINI! l verde pubblico e la dignità dei parchi aretini sono al centro di due interrogazioni presentate all’ultimo Consiglio comunale da Luigi Scatizzi, capogruppo del Nuovo Polo per Arezzo. Entrambe rivolte all’assessore ai Lavori Pubblici Dringoli, le due interrogazioni erano riferite al parco di via Arno e al parco del Pionta, due zone accomunate da una simile situazione di degrado e di abbandono. «Il parco di via Arno – ha spiegato Scatizzi – è sempre più frequentato da tossicodipendenti e spacciatori che, soprattutto negli ultimi tempi, agiscono alla luce del sole e senza nemmeno preoccuparsi di nascondere la loro attività. Molti cittadini hanno più volte sottolineato il disagio e la pericolosità della zona, chiedendo un pronto intervento perché il parco tornasse a essere un luogo dove fare sport o dove portare i bambini a giocare. Nella mia interrogazione ho chiesto se non fosse opportuna una mirata e puntuale presenza nel parco delle forze dell’ordine, specialmente nelle ore del tardo pomeriggio, per impedire che l’area, finanziata con denaro pubblico, restasse un luogo frequentato da drogati e spacciatori». La seconda questione riguarda il Pionta, una zona lasciata a sé stessa, costellata da immobili pericolanti e in rovina, caratterizzata da incuria della vegetazione e da tanta sporcizia e, negli ultimi mesi, piagata dal fenomeno del “parcheggio selvaggio”. «Questo parco riveste un’importanza chiave per l’intera città – conclude Scatizzi. – È vicino al centro cittadino e alla stazione ferroviaria e ospita le sedi dell’Università, alcune strutture dell’Asl8, una scuola materna, un centro anziani e tanto altro. Nonostante questo, l’area appare in grave degrado e sono sempre più gli automobilisti che approfittano di tale situazione per parcheggiare i loro mezzi nel cuore del parco: si è creata un’intollerabile sosta selvaggia di centinaia di macchine che invadono i viali, i prati e le vecchie aiuole. In quest’ottica sono soddisfatto perché l’Assessore ha accolto la mia richiesta di studiare una strategia per rivalorizzare quest’area, per farle ritrovare vivibilità e permetterle di tornare un importante punto verde per tutti gli aretini».

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NON PIÙ PAROLE OMAI… a cura di Roberto Parnetti

n nuovo capitolo si va ad aggiungere alla vicissitudini legate al Quartiere di Porta del Foro, così come vi avevamo già anticipato nel “Settimanale” n. 118 del 5 ottobre, in cui riportavamo delle dimissioni di alcuni consiglieri. Il rettore Andrea Orlandi, dopo aver ottenuto la massima fiducia dai restanti membri del direttivo, si è mobilitato per reclutare nuove leve alla causa giallo-cremisi. Ecco dunque che, a supportare il lavoro del direttivo, si sono aggiunti Alessandro Arcangioli, Gian Luca Castigli, Massimo Castellani ed Enrico Pelliccia. Non è una vera e propria novità per il mondo giostresco, quello di attingere a collaboratori esterni ai consigli direttivi (nel 2006, tanto per citare uno degli ultimi precedenti, il direttivo del Quartiere di Porta Crucifera nominò Roberto Mazzeschi come Capitano pur non essendo stato eletto come consigliere), ma è comunque la prima volta che vengono nominati quattro collaboratori esterni. La presentazione al popolo giallo-cremisi è avvenuta sabato scorso durante la cena di fine mese, nella quale sono stati inoltre “ufficializzati“ il neo-rettore vicario Maurizio Maggi (che subentra al dimissionario Sandro Sganappa) e il nuovo vice-capitano Andrea Polverini. Per passare all’aspetto prettamente tecnico, il capitano Dario Tamarindi si sta invece già muovendo in prospettiva futura con l’innesto di cinque giovani cavalieri, che dovrebbero iniziare ad allenarsi – il condizionale è ancora d’obbligo – presso il centro

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PORTA DEL FORO, TANTE NOVITÀ E UN ADDIO…

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equestre di Luca Veneri (in località Matroia di Tegoleto) in attesa del completamento dei lavori del campo pratica del Quartiere a Petrognano, inaugurato lo scorso 16 agosto. C’è infine un’altra notizia che ha avuto la sua risonanza in ambito giostresco, ed è la rescissione del contratto di Gabriele Gamberi con il Quartiere di San Lorentino, che di fatto suona come un vero e proprio addio all’attività da giostratore. Tale motivazione, così come ci conferma lo stesso cavaliere, «è stata forzatamente dettata dal fatto che il direttivo non mi ha dato sufficienti garanzie per il mio ruolo». Suona però come una beffa avere dovuto prendere una decisione così sofferta al termine di una stagione esaltante, che ha visto Gamberi vincitore di tre competizione all’anello, e del titolo di campione regionale in categoria Open di Monta da Lavoro Storica, mentre tra le competizioni storiche ha vinto la Giostra della Stella di Bagno a Ripoli [nella foto a lato Gamberi premiato dal Sindaco di Bagno a Ripoli e dal Presidente dell’Associazione “Palio delle Contrade”, nda]: «Questo è un rammarico, però credo che tali risultati possano testimoniare di come mi impegni in questa mia passione. Non è facile ottenere tali risultati, vista la maestria e preparazione dei cavalieri che partecipano alle competizioni. Tanto per fare un esempio, nella gara del campionato di Monta da Lavoro Storica c’erano 15 binomi provenienti, oltre che da Arezzo, anche da Foligno, Sarteano e Narni, agguerriti più che mai, e non è stato per niente facile ottenere il massimo risultato». Per quanto riguarda la Giostra ricordiamo che Gamberi ha vinto due Lance d’Oro con il Quartiere di Porta Santo Spirito (il 20 giugno 1999 e il 2 settembre 2002) e ha corso un totale di 12 Giostre (l’esordio è con Porta Sant’Andrea nel 1997). Gamberi è inoltre il cavaliere che guida la classifica dei più vittoriosi nella Prova Generale, con 8 successi (5 con Porta Crucifera, 2 con Porta del foro e 1 con Porta San’Andrea).

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fficializzate le date 2013 della Giostra del Saracino; la 125a edizione (Giostra di San Donato) si correrà sabato 22 giugno con l’ingresso dei figuranti in Piazza Grande alle ore 21.30. La 126a edizione (Giostra della Madonna del Conforto) si correrà domenica 1° settembre con ingresso in piazza alle ore 17.

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LE MIGLIORI OPPORTUN DI LAVORO NEL WEB ggi abbiamo chiesto a uno dei nostri tri docenti, nonché esperto di informatica, il dottor Paolo Bruni, di aiutarci a capire meglio quali sono le figure lavorative relative al webb maggiormente richieste, e da dove bisogna partire per poter diventare tare una di esse. Quali sono le professioni più ricercate oggi? rti di web e di grafica e, quin«Tutte le aziende grandi e piccole cercano esperti di, il web designer e il web developer sono duee tra le professioni più richieste. Quale azienda non ha il suo sito da curare e sviluppare quotidianamente? ografie, editori e foInoltre, studi di grafica, agenzie pubblicitarie, tipografi i». tografi operano tutti utilizzando software specifici». Ci parli un po’ di queste professioni. «La figura professionale di Web Designer si occupa ccupa di uno dei settori più creativi inerenti allo sviluppo po di applicativi web, ovvero la creazione della parte grafi afica (tramite immagini, suoni, animazioni) e della strutruttura di un sito internet. È responsabile quindi della ella progettazione di massima del sito. La figura professionale di Web Developer si occcupa di sviluppare siti web dinamici quali cata-loghi prodotti, e-commerce, blog. È responsabile quindi dello sviluppo tecnico del sito e della gestione dei contenuti (motori di ricerca, database, servizi di e-commerce o e-business)». Come diventare professionista del settore? «I corsi di web design e web developement sono i percorsi più completi e aggiornati per diventare professionisti nel settore del web. Rivolgendosi a questi profili professionali, i corsi affrontano l’architettura del web, le conoscenze dei più diffusi e utilizzati programmi specifici e di alta specializzazione come Photoshop, Illustrator e Flash, nonché linguaggi di sviluppo come HTML, CSS, PHP Mysql e Javascript, al fine di gestire e realizzare un progetto professionale.

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in copertina

questa la volta di un compleanno importante per lo sport aretino. L’Associazione Sportiva Tennistavolo Arezzo compie infatti quarant’anni. Quarant’anni di attività continua, durante i quali ne è passata di acqua sotto i ponti. Dal 1972, anno in cui ha fatto la sua comparsa nella scena cittadina, a oggi, il TT Arezzo ha sempre dimostrato una gran voglia di mettersi in gioco sia sul piano agonistico sia su quello organizzativo, ponendo l’intera città al centro di eventi sportivi di indiscusso rilievo. Se ci avventuriamo in un breve excursus tra le tappe principali della vita della società, notiamo come, più di una volta, abbia imposto la sua presenza in ambito nazionale. «Ci siamo laureati campioni per ben due volte, negli Individuali Italiani Assoluti – spiega il presidente Luciano Della Giovampaola; – nella stagione 1989-90 siamo stati vicecampioni del campionato a squadre di Serie A1, e abbiamo, nel corso degli anni, portato a casa numerose medaglie nelle categorie giovanili».

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Buon compleanno Tennistavolo Arezzo

di Elettra Fiorini

Con un torneo nazionale alle porte e il campionato appena partito, il TT Arezzo, dopo quarant’anni di attività, non si fa mancare nulla [segue da pag. 13]

Il TT Arezzo è infatti una società che funziona: una grande famiglia in cui spariscono le distinzioni tra chi dirige, chi allena e chi gioca, per mettere in saccoccia i risultati. Tutti si fanno in quattro per un obiettivo comune: diffondere lo sport nel territorio coinvolgendo un numero sempre maggiore di praticanti. Ed è proprio grazie a questo mix ben congegnato di passione e serietà che, anche quest’anno, il TT Arezzo si trova pronto ad affrontare la nuova

stagione. «Il Campionato nazionale di B2 è appena iniziato e stavolta ce la vedremo con squadre preparate, che si sono rinforzate inglobando giocatori stranieri – spiega Della Giovampaola. – Anche noi abbiamo accolto un nuovo giocatore, un atleta toscano che andrà ad affiancare i nostri storici pongisti, Filippo Viviani, Fabrizio Sisi e Andrea Della Giovampaola». L’atleta in questione è Sandro Giovannini, giovane talento livornese, tra i più promettenti della sua categoria. «Ritengo questo passaggio ad Arezzo una sfida stimolante e spero di dare il meglio di me», confida Giovannini. Ma gli impegni del TT Arezzo non finiscono qui. Vedremo infatti i suoi pongisti alle prese con ben cinque campionati regionali: due in Serie C2, due in D1 e un campionato di D2. Inoltre le porte della palestra di piazza San Giusto restano sempre aperte, durante tutta la settimana, per chiunque voglia avvicinarsi al gioco. Proprio per garantire non solo

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competenza, ma anche un ambiente sicuro, atleti ed allenatori della società hanno partecipato a un corso riconosciuto sull’uso del defibrillatore di cui il Centro sportivo “Sergio Stopponi” si è dotato, grazie alla manifestazione “Metti in piazza lo sport” e all’intervento del Quartiere di Porta Sant’Andrea. Ma non dobbiamo dimenticare che, tra tutte queste iniziative, il TT Arezzo si è fatto anche pioniere di momenti di grande sport. «Arezzo è stata protagonista di manifestazioni internazionali degne di nota come i due Top 12 Europei del 1994 e del 2007 e l’incontro Cina-Italia degli anni Settanta che, all’epoca, registrò un record di presenze sorprendente – racconta Della Giovampaola, già pronto per il prossimo appuntamento importante. – Il 3 e il 4 novembre ci apprestiamo a ospitare al palazzetto delle Caselle un torneo unico in Italia. Si tratta di un Top 600 Maschile, che verrà giocato sabato, e un Top 200 Femminile, che si svolgerà invece nella giornata di domenica. Una consolidata abitudine che mostra quanto la Federazione abbia fiducia nelle nostre qualità organizzative». A una società via così vitale non Guadagnoli 37 resta che augurare buon 0575/302676 compleanno!

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Albertoni mette le ruote davanti a tutti

di Omero Ortaggi

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l motocross, si sa, è fatto di ruote sporche di fango e di canti nervosi, dati da infiniti cambi di marcia che squarciano i noiosi silenzi domenicali. Poi ci sono le cadute, gli infortuni, talvolta gravi, ma cosa importa? Fanno parte del patto che i crossisti stringono con questo sport. Lo sa bene il nostro Alessandro Albertoni, laureatosi quest’anno campione d’Italia Under 21 nella categoria MX1 (450 cc) con la Kawasaki MRT. Una vittoria ottenuta all’esordio nella categoria grazie a una grande convinzione maturatasi gara dopo gara: «Ero partito per fare bene. Poi prima dell’inizio del campionato italiano ho disputato gli Internazionali insieme ai più grandi del mondo motocross, riuscendo a piazzarmi in ottime posizioni. Tutto questo mi ha dato subito una grande spinta». L’autostima cresce, le vittorie arrivano e Albertoni diventa subito padrone assoluto del campionato, anche grazie alla capacità sua e di tutto il team di convivere con la pressione tipica delle zone alte della classifica: «All’interno del team c’è sempre stato un clima tranquillo e personalmente sono stato aiutato molto dal mio allenatore [Fabio Franci, che lo segue dal 2007, nda] che mi ha sostenuto psicologicamente, aiutandomi nell’autogestione». Proprio quell’autogestione fondamentale per Alessandro, in un anno in cui le vittorie hanno tolto di dosso al pilota di Castiglion Fibocchi l’appellativo di outsider, facendolo diventare ben presto l’uomo da battere: «Per me è stato molto importante non fare calcoli e continuare a pensare gara per gara, soprattutto nella parte finale di stagione, dove la tensione ha iniziato a farsi sentire più forte». Una stagione ricca di soddisfazioni, culminata con la conquista del campionato italiano MX1 e non solo, vista la vittoria (da protagonista) del Trofeo delle Regioni e soprattutto l’esordio nel Mondiale, avvenuto a Faenza tramite una wild card ottenuta grazie alle sue grandi prestazioni: «È stato il momento più bello della stagione, perché in quei giorni ho avuto la possibilità di respirare il clima del Mondiale. Un clima dove la tensione si nasconde e la professionalità tocca i limiti della perfezione». Un’esperienza che il prossimo anno potrà rivivere in occasione delle due gare italiane del Mondiale, in una stagione che lo vedrà, ancora con il Kawasaki MRT, lottare nel campionato MX1 Élite sempre con la sua consueta grinta. Perché non azzardatevi a pensare che questa vittoria sia stata per lui un punto d’arrivo: questa vittoria, per Alessandro, è stata semplicemente un punto di partenza.

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Il sogno infranto: i Lions rinunciano alla Serie A

di Marco Cavini

Tra rabbia e amarezza, la presidente Paola Salvi spiega i motivi di questa scelta e lancia una nuova sfida a Serie A di hockey è ripartita senza i Lions. Dopo tredici stagioni ai massimi livelli, una semifinale scudetto e la vittoria di una Coppa Italia, è terminato il grande sogno dell’hockey aretino, con i Lions che hanno dovuto rinunciare alla massima serie. All’indomani di questa dolorosa decisione, ci siamo incontrati con la presidente Paola Salvi che, ancora arrabbiata e delusa, ci spiega gli sviluppi della sua società. «Alla base di tutto ci sono le difficoltà economiche – spiega Salvi. – Fare un campionato di Serie A ha un costo enorme e purtroppo è sempre più difficile trovare risorse e sponsor per lo sport. Oltre a questo dobbiamo considerare l’assenza in città di una struttura dedicata all’hockey, con le conseguenti spese per affittare impianti e palestre. Infine, purtroppo, abbiamo trovato spesso indifferenza nelle istituzioni: forse il nostro è considerato uno sport “minore”, ma sono stupita che, dopo la rinuncia della massima serie, non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata per avere spiegazioni». Le motivazioni sono solo economiche? «In realtà no, perché io ero comunque riuscita a iscrivere la squadra al campionato. Purtroppo non potevamo rinforzare la rosa con giocatori professionisti provenienti da fuori Arezzo, dunque i nostri ragazzi non se la sono sentita di riaffrontare solo con le loro forze un campionato duro e impegnativo come la A. Dovevano scegliere se giocare una Serie A di sacrifici in cui puntare alla salvezza o scendere in una serie inferiore con l’ambizione di vincere: alla fine hanno optato per la seconda opzione». Da dove ripartirete? «Abbiamo chiesto di essere ammessi alla Serie B, dove verremo inseriti nel girone del Sud insieme alle squadre laziali, al Bari, al Napoli e al Palermo».

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Lei come l’ha presa? «Malissimo: ancora non ho digerito la rabbia e l’amarezza. Ho fatto tanti sacrifici per arrivare ai vertici e non riesco ad abituarmi all’idea di non esserci più. Ovviamente sto già progettando il ritorno in Serie A». Ci riuscirà? «Ne sono convinta. Fortunatamente ho uno dei migliori settori giovanili d’Italia, in costante crescita e che oggi vanta circa 50 bambini e ragazzi di tutte le età. Negli occhi dei nostri atleti vedo passione, entusiasmo e tanta voglia di stare insieme e di giocare, dunque con loro posso sognare i Lions del futuro. Senza contare che abbiamo più femmine che maschi: vorrà dire che la futura Nazionale italiana femminile nascerà da Arezzo».

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in città (e a ballare!)

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Migliorare le performance e prevenire gli infortuni: la Freemove apre agli sportivi

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igliorare le performance e prevenire gli inIl fitness funzionale di Simone Maggini fortuni: con questi due obiettivi la Freemove amplia la propria offerta agli sportivi apre le proprie porte agli sportivi e alle soe alle società sportive cietà sportive. Gli innovativi corsi di ginnastica organizzati dal personal trainer Simone Maggini prevedono esercizi che, a corpo libero o con piccoli attrezzi, fanno perno su tutto il corpo e sui suoi movimenti, ricalcando le azioni che ognuno esegue nella normale vita quotidiana o durante l’attività sportiva. In questo senso Freemove può essere un valido ausilio alla prestazione sportiva perché, con la sua attività, permette di incrementare le performance, agevolare la riabilitazione post-infortunistica o prevenire gli stessi infortuni. «Freemove propone un tipo di ginnastica personalizzata e calibrata alle esigenze di ogni atleta – spiega Maggini. – Attraverso esercizi funzionali al tipo di attività svolta, è possibile integrare la preparazione atletica migliorando le performance sportive e favorire la riabilitazione di atleti reduci da un infortunio, da un trauma o da un’operazione, velocizzando il ripristino delle corrette funzioni del corpo». Un aspetto importante riguarda anche la prevenzione degli infortuni perché, essendo una ginnastica che si basa prioritariamente sull’utilizzo del corpo, questa spinge verso un maggior controllo delle proprie azioni e verso una maggior percezione del proprio sé, due caratteristiche che permettono un aumento del benessere e della possibilità di prevenire dolori e traumi. «Integrare la normale preparazione atletica con un’attività in palestra porta sicuramente grandi vantaggi – conclude Maggini. – In quest’ottica Freemove ha intenzione di proporre la propria offerta anche alle società sportive, per una collaborazione che potrà portare giovamento alle prestazioni di ogni singolo atleta. Oltre a questo possiamo anche ampliare il nostro lavoro fornendo consulenze specifiche sulla preparazione atletica e sulle metodologie di lavoro più adatte per i vari sport». L’attività di Freemove si via L.B. Alberti 7/8 Arezzo svolge presso la palestra Un’evoluzione di mezzi, un aretina della Flash Dance (in www.aretinatours.com passaggio aziendale... Nuove via Ristoro 170); per ottenetel. 0575.902564 frontiere! Scopri il network re ulteriori informazioni e per TURISMO (IN) by Aretina Tours! iscriversi è possibile contattawww.turismoinPanama.it – www.turismoinSudamerica.it re Maggini al 328/28.97.952, visitare il sito www.freemovewww.turismoinBrasiIe.it – www.turismoinColombia.it arezzo.it o scrivere una mail a www.turismoinMusica.it – www-turismoinIndia.it info@freemovearezzo.it.

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Siccome non c’è niente da ridere, non ci resta che piangere di Luca Stanganini

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l calcio ad Arezzo sta come d’autunno sugli alberi le foglie, tremolanti, senza linfa vitale addosso e spazzate via al primo soffio di vento. Figuriamoci se la ventosa e gelida Piancastagnaio poteva sfuggire alla regola, in pieno periodo autunnale. novante Così, la prode truppa di Balbo rimane gelata dal gol al novantee mancata al simo dell’albanese Lucaj, ennesima soddisfazione termine di una partita giocata meglio, cosa che fa abbandoe continare l’autocritica allo staff tecnico amaranto, il quale bla… nua a sostenere di essere sulla strada giusta e blablabla… Sarà, ma avvicinandosi il periodo della commemorarazione dei defunti, l’Arezzo appare più morto che mai,i, giocasse anche contro il Frittole riuscirebbe a perdere. Appunto, “non ci resta che piangere”. Walter Martucci Ricordavamo un Walter, Sabatini, che da queste parti aveva sempre fatto delle squadre all’altezza, pur con le pochissime risorse messe a disposizione da Bovini, prima dell’avvento di Mancini. L’attuale Direttore Generale dell’Arezzo, con il sopra-citato predecessore è accumunato o dal nome di battesimo e dal ruolo; per one, il resto, a parte qualche buona intuizione, aziale, tra l’altro tutte provenienti dall’area laziale, poca lana. Fernando Martinuzzi Catapultato da Avellaneda alle ridenti colline toscane, chiamato a difendere la porta di una squadra di Quinta Divisione, si sarà immaginato di avere vita facile, considerando la propria esperienza e il suo passato. Invece due partite, zero punti, quattro gol nel groppone – alcuni evitabili – qualche buona parata e l’appendice di Piancastagnaio, o, protagonista della lite del post-gara con il compagno Macellari. Bienvenido a Italia, amigo. Salim Cissé Altro che mani, qua sarebbe da mangiarsi tutto il braccio, nel vedere l’ex amaranto, solo pochi mesi fa protagonista al “Città di Arezzo”, segnare e risegnare sia in campionato portoghese sia in Europa L e a g u e . DAL MARTEDÌ AL SABATO Parametro zero al conPESCE FRESCO AL BANCO trario, potenziale E SU ORDINAZIONE campioncino che alle casse FRIGGITORIA DA ASPORTO amaranto poteva fruttare un bel po’ di soldi. Invece GASTRONOMIA PRONTA DI nisba, un anno in comodato CARNE, PESCE E VERDURE d’uso e tanti saluti. Complimenti a Cissé per LA DOMENICA MATTINA quanto sta facendo, comROSTICCERIA E GASTRONOMIA plimenti a chi poteva fare qualcosa per le casse amaLARGO 1° MAGGIO 5 – PESCHERIACARLA@GMAIL.COM ranto ma non l’ha fatto. TEL. 0575.370042 – CELL. 366.3921911

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IL PODIO DI OTTOBRE

di Marco Cavini

Un mese a tutto gas per lo sport aretino Una raffica di medaglie per i ragazzi dell’Atletica Sestini e dell’Alga EtruscAtletica posto: Atletica Sestini e Alga EtruscAtletica Ottobre è stato un mese di medaglie per l’atletica aretina, capace di conquistare gloria sia con i ragazzi dell’Atletica Sestini sia con quelli dell’Alga EtruscAtletica. Il primo acuto porta la firma di Niccolò Ghinassi [foto al centro], giovane atleta della Sestini che il 14 ottobre ha vinto a Lucca il titolo regionale Ragazzi nei 1000 metri, confermandosi il miglior mezzofondista della categoria. Nella stessa manifestazione ha centrato un podio anche l’Alga [foto in alto] che, nella staffetta 4x100 ha ottenuto la medaglia d’argento con Federico Bruni, Manuel Capaccioli, Luca Farsetti e Filippo Russo. Spostandoci ai Campionati regionali Cadetti di Campi Bisenzio, nel salto triplo Maria Elena Caizzi dell’Alga è volata a 10,33 metri e si è aggiudicata la medaglia di bronzo, arrivando ad appena 15 centimetri dalla vetta del podio. Sempre nel salto triplo, il mese si era aperto con un altro bronzo conquistato nelle finali dei Campionati Italiani di società Under 23 da Anna Visibelli, aretina in forza all’Atletica Firenze Marathon. posto: Leonardo Valenti, campione italiano di Trial L’aretino Leonardo Valenti [foto in basso a dx] si è laureato campione italiano di Trial nella categoria Giovani Emergenti: a incoronare la diciassettenne promessa del Moto Club Bulldog Stella Azzurra è stato la gara di domenica 7 ottobre a Berceto di Parma. posto: Alessandro Albertoni, campione italiano di motocross Mx1 Il 7 ottobre resterà indimenticabile anche per Alessandro Albertoni [foto qui accanto], altro talento delle due ruote aretine che ha conquistato a Ponte a Egola il titolo italiano di motocross Mx1 Under 21.

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SPORT E DISABILITÀ: IL NUOTO COME STRUMENTO DI CRESCITA

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lle ultime Paraolimpiadi di Londra l’Italia si è emozionata per i trionfi dei propri atleti. Atleti che, nonostante le disabilità, sono riusciti a primeggiare in qualche specialità e a dimostrare come lo sport possa rappresentare un importante veicolo di riscatto sociale e di crescita personale: tra le storie più belle c’è senza dubbio quella di Cecilia Camellini, una nuotatrice cieca capace di vincere due ori e due argenti. A proposito di nuoto, anche ad Arezzo questo sport viene utilizzato da alcune associazioni che lavorano con i disabili: il luogo che ospita tutte le attività natatorie e acquatiche è il Centro Sport Chimera, una struttura che, con le sue numerose vasche, permette di praticare le più disparate discipline. Tra i soggetti presenti all’interno del Palazzetto del Nuoto c’è la Crescere, un’associazione che lavora con persone con disabilità intellettive (autismo, disturbo dello sviluppo e disturbo nella comunicazione) applicando la Terapia Multisistemica in Acqua (TMA), una metodologia volta al miglioramento delle capacità cognitive, comportamentali, relazionali e senso-motorie. Attraverso l’insegnamento del nuoto, la TMA permette al bambino di migliorare le relazioni interpersonali, l’integrazione e la gestione delle emozioni, con l’obiettivo al termine del percorso di inserirlo in un gruppo di pari: in quest’ottica è importante la collaborazione con la Chimera Nuoto, chiamata a individuare nella propria scuola-nuoto il gruppo più adatto all’atleta. La seconda società è l’All Stars, un’associazione legata a Special Olympics che vive lo sport e il nuoto come mezzi per favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone con disabilità intellettiva. «Oltre all’attività organizzata da queste associazioni – spiega Marco Magara, direttore tecnico del Centro Sport Chimera, – ci sono tante persone con disabilità che utilizzano le piscine in modo indipendente e per raggiungere i più svariati obiettivi: in questo senso l’acqua è fortemente terapeutica, perché permette movimenti e gesti che nell’ambiente terrestre il disabile non potrebbe vivere».

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ARGENTERIE FANTASTIK

di Valentina Paggini

I RACCONTI DI FRANCESCO MARIA ROSSI INCONTRANO LE CREAZIONI DI GIOVANNI RASPINI ai le cose belle e fallo sapere al mondo intero”: ci accolgono così le Argenterie Raspini nel loro sito internet, mettendo in primo piano la geniale vena artistica che accompagna il lavoro quarantennale di questa eccellenza dell’imprenditoria aretina. Una straordinaria alchimia di Bellezza e Sapere. Il libro Argenterie Fantastik. Racconti e cinquantuno opere di Giovanni Raspini (Edizioni Polistampa) nasce proprio dall’incontro di questi due ingredienti essenziali dell’arte e della vita, oltre che dalla sinergia di due toscani – l’eclettico scrittore e attore Francesco Maria Rossi e l’architetto Giovanni Raspini. L’idea di far scaturire da opere di argenteria in bronzo bianco dei racconti che abbracciano diverse tematiche e stili letterari è originale ed efficace. Francesco Maria Rossi, con maestria e la vena ironica che lo contraddistingue, crea storie d’amore, di rievocazioni, di sensazioni e di luoghi attorno a straordinari pezzi che raffigurano animali talmente espressivi che sembrano prendere vita da un momento all’altro. Siamo così immersi nei ricordi poetici di un anonimo narratore, alla vista di due coccodrilli che fanno da manico a un secchio da champagne in argento. Il piatto Piggy Family, decorato con simpatici maialini, è invece testimone di una storia d’amore nata durante una surreale disfida culinaria dall’atmosfera “trimalcionica”. Veniamo quindi catapultati nella Sicilia del grande cinema italiano, con un esotico candeliere “di un materiale nuovo e antico”, denominato Torre di Babele, che rimanda alla confusione linguistica del mito della Genesi. Altri protagonisti sono teiere con farfalle, specchiere e vassoi decorati con leopardi, fino ad arrivare a oggetti culinari funzionali, quali posate e coltelli, le cui lame escono dalle fauci di leopardi o levrieri. E poi ancora collane e monili in argento, decorati con piume e coralli, primi attori – insieme a una curiosa donna – di un racconto dall’ambientazione misteriosa. «Oggetti che parlano – afferma nella prefazione il saggista Franco Cardini, – ma quel che dicono dipende da ciascuno di noi, dai suoi sogni, dai suoi incubi, dalle sue paure e dalle sue voglie più intime e riposte». www.raspini.it

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LE DATE DI AURORA RIDENS E DI CENA CON DELITTO UN AUTUNNO RICCO DI APPUNTAMENTI CON I NOIDELLESCARPEDIVERSE

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rendere l’arrivo dell’autunno più piacevole ci pensa il duo comico Noidellescarpediverse, composto da Samuele Boncompagni e Riccardo Valeriani, con le loro iniziative e novità. Sono già partiti gli appuntamenti di Aurora Ridens, laboratorio nato nel 2003 ed evento di cabaret più longevo della Toscana, giunto quest’anno alla decima edizione. Per festeggiare la ricorrenza le serate saranno raddoppiate con due vere e proprie rassegne dedicate alla comicità sperimentale. Il mercoledì alle ore 21.30 è il giorno scelto per la prima fase “autunnale”, inaugurata lo scorso 24 ottobre, che proseguirà il 7 e il 21 novembre, il 5 dicembre, fino alla serata conclusiva del 26 dicembre con una speciale “asta comica”, dove il pubblico farà beneficenza comprando i comici e aggiudicandosi le loro battute. La seconda rassegna sarà invece “primaverile”, con una serie di spettacoli tra marzo e aprile 2013, preceduta da una grande festa di compleanno. La location di tutte le serate rimane il Circolo Culturale Aurora di piazza Sant’Agostino, il luogo che ospita l’evento fin dalla sua prima edizione. Le serate di pubblica sperimentazione, a ingresso gratuito, condotte dai Noidellescarpediverse coadiuvati da Alan&Lenny, saranno accompagnate dalla musica dal vivo del maestro Luigi Basco e vedranno alternarsi comici da tutta Italia, pronti a sperimentare sul pubblico aretino nuovi pezzi di cabaret. «Grande successo per la prima serata con le improvvisazioni musicali del Trio Gershwin a introdurre i pezzi dei vari cabarettisti, tredici, tra cui i rappresentanti del Makkekomiko di Roma, il laboratorio con cui siamo gemellati – spiega Samuele Boncompagni. – Nei nostri appuntamenti ogni spettatore è chiamato a farsi cavia degli esperimenti comici... E anche quando non funzionano è un divertimento assicurato!». Una novità assoluta di questo autunno, per i Noidellescarpediverse, saranno le Cene con Delitto (comico). «Dopo tante richieste, abbiamo TORTE DI COMPLEANNO, ANNIVERSARI, CERIMONIE, TORTE A TEMA E PERSONALIZZATE ceduto e proponiamo anDA MARTEDÌ A DOMENICA DALLE 9 ALLE 22, CHIUSO IL LUNEDÌ! VIA PIAVE 43 – 393 0189387 che noi la nostra versione VIENI E TI STUPIREMO

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NS E LA NOVITÀ di Chiara Savarino

N di serata Cena con Delitto. Inevitabilmente proporremo il gioco di detective con i commensali in chiave comica. Il debutto è stato in Umbria per la serata di Halloween, il 31 ottobre, poi saremo ad Arezzo presso il ristorante “Il Vesuvio” di viale Michelangelo giovedì 8 novembre, mentre venerdì 16 novembre saremo nella splendida location di Villa Paolina a Falciano di Subbiano, per una serata organizzata dalla Proloco di Catenaia, con menù ricco della tradizione toscana. Ogni sera tanto divertimento e premi per i commensali che indovineranno l’omicida – conclude Boncompagni. – Se volete saperne di più sugli eventi che organizziamo, potete visitare il nostro sito www.noidellescarpediverse.it o seguire la nostra pagina Facebook.

RETRÒSPETTIVA Alle origini dell’arte di Caterina Puletti

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al 5 novembre al 25 novembre la libreria La Feltrinelli Point di via Cavour, ad Arezzo, ospiterà la mostra personale di Caterina Puletti dal titolo RetròSpettiva. Il segno grafico prima della pittura. L’artista tosco-campana, che al lavoro di grafica pubblicitaria affianca la passione per l’arte, presenta una serie di disegni e studi fatti esclusivamente a mano nei primi anni di attività. Protagonisti della mostra sono il tratto grafico, il bianco e nero, i chiaroscuri e le prime ricerche sul colore, che riportano il visitatore alla fine degli anni Ottanta e ai primi anni Novanta. È il periodo che ha visto la Puletti studentessa prima dell’Istituto d’Arte “Pier della Francesca” di Arezzo e quindi della Scuola di Grafica a Firenze, anticamera del suo ingresso nel mondo dell’editoria e della computer grafica. Dal 2000 l’artista inizierà a dedicarsi con ottimi esiti anche alla pittura, esponendo nell’ultimo decennio con mostre personali e collettive in Italia e all’estero, e partecipando a importanti concorsi nazionali e internazionali. www.mendi.it/dipingendoanna Sara Gnassi

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UNDICI SAGGI CHE FANNO LUCE SECOLO ANCORA TUTTO DA IND

AREZZO NEL SEICEN

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rezzo nel Seicento. Una città nella Toscana dei Medici è il nuovo volume edito dalla Società Storica Aretina. Il libro, che è stato presentato lo scorso 30 ottobre nell’Auditorium “Ducci” di via Cesalpino, aggiunge un tassello importante allo studio di un secolo ancora da approfondire per molti aspetti. Parliamo di questa pubblicazione con Luca Berti, presidente dell’associazione e co-curatore assieme a Giovanni Bianchini. «Il volume raccoglie gli atti di un ciclo di conferenze organizzato nel corso del 2009 dalla Società Storica Aretina, d’intesa con il Comune di Arezzo – ci spiega Berti. – Era il nostro contributo all’approfondimento delle conoscenze sul secolo di Galileo Galilei, in occasione dell’Anno internazionale dell’Astronomia (International Year of Astronomy). Il ciclo fu inserito nel calendario di “IYA 2009” e poté fregiarsi del logo dell’iniziativa. Il successo di pubblico allora ottenuto, i risultati scientifici conseguiti, la disponibilità di undici dei dodici relatori e il contributo economico assicurato dal Comune di Arezzo e da Confartigianato Imprese Arezzo – che naturalmente ringrazio – hanno indotto la Società Storica a dare alle stampe il libro, nella sua collana “Studi di Storia Aretina”, che giunge così al sesto volume». Politica, urbanistica, arte, musica e tanto altro. Come sono stati scelti gli argomenti da trattare? «Si è cercato di dare un quadro il più possibile completo della situazione della città di Arezzo, tenendo conto degli studi compiuti dai soci della Società Storica Aretina e da studiosi vicini al nostro sodalizio. Naturalmente anche questo libro rappresenta un punto di partenza e si propone di stimolare ulteriori ricerche». Quando si parla di Arezzo, il Seicento è un secolo poco considerato. Eppure il volume dimostra dinamicità e fermento in molti settori. A cosa è dovuto questo scredito consolidato? «Nella visione agiografica e municipalistica che ha dominato a lungo gli studi sulla storia di Arezzo, il XVII secolo, epoca di sottomissione a Firenze e di marginalità politica ed economica della nostra città, risultava poco appetibile rispetto ad altre epoche in cui Arezzo era invece forte e potente, come ad esempio l’epoca etrusca, quella augustea o due-trecentesca. A ciò si aggiunga che tutta la storiografia nazionale liquidava il 24

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UCE SU UN INDAGARE

CENTO

di Marco Botti

VALIGIA A DOPPIO FONDO Lilia Manneschi e Renato Marzocchi espongono

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a Galleria d’Arte Villicana D’Annibale di via Cavour ospita, dal 3 al 14 novembre, l’esposizione di pittura di Lilia Manneschi e Renato Marzocchi dal titolo Valigia a doppio fondo. La mostra presenta una selezione di opere recenti della coppia aretina che ha trovato nell’arte un ulteriore elemento di condivisione. I due pittori fanno parte del Cenacolo degli Artisti Aretini e sono figure che fanno della passione e della curiosità artistica i loro tratti distintivi. Con entusiasmo e maturità, Lilia e Renato hanno saputo dedicarsi alla ricerca di una cifra personale. I loro stili sono diversi ma complementari nell’intrigante levità. Le opere di Lilia, con la loro delicatezza, esprimono profonde considerazioni femminili e sono frutto di un’attenta osservazione del mondo circostante, di una fervente immaginazione e della voglia di sperimentare. Il mondo pittorico di Renato, invece, è dinamico e dotato di una forte espressività, data dal ricco linguaggio cromatico e da un sapiente gioco di luci e ombre. www.frescoqueen.com Serena Capponi

Seicento come epoca di decadenza e di predominanza straniera sull’Italia. Soltanto negli ultimi decenni si è operata un’inversione di tendenza, sia a livello generale sia locale». Un nuovo libro che indaga la storia della nostra città. Cosa aggiunge rispetto alle pubblicazioni precedenti? «Con le premesse appena esposte, il solo fatto che si pubblichi un volume dedicato ad Arezzo nel Seicento è culturalmente significativo. Esprime il rifiuto delle conoscenze tramandateci dalla tradizione, spesso pregiudiziali e prive di riscontri oggettivi e documentali. Si afferma, per contro, la convinzione che tutte le epoche vanno indagate e si ribadisce che una storiografia che aspiri a essere scientifica non può lasciare “vuoti” alle sue spalle. Come i lettori potranno constatare di persona leggendo il volume, sono molte le novità e le sorprese». www.societastoricaretina.org

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CON SUPERFOOD LA QUALITÀ È TIPICA E TRADIZIONALE resce l’attesa per SuperFood, il Salone dei Prodotti Enogastronomici di qualità che si svolgerà il 10 e 11 novembre 2012 negli spazi di Arezzo Fiere e Congressi. A pochi giorni dalla chiusura di Tuscany Wine, il team fieristico apre all’enogastronomia tipica e tradizionale, a conferma di un impegno costante nel sostegno alle aziende che operano nel territorio, attraverso l’ideazione e la realizzazione di contenitori evento che offrono promozione e visibilità. «Il nostro obiettivo – spiega Raul Barbieri, direttore di Arezzo Fiere e Congressi – è sempre fornire il massimo supporto alle aziende produttrici del territorio, ma anche creare un movimento di mercato e offrire nuovi stimoli di consumo per il pubblico che visita la Fiera». La manifestazione, vetrina privilegiata per le 80 aziende che proporranno eccellenze gastronomiche tipiche, si pone quindi l’obiettivo di far apprezzare e conoscere il patrimonio agroalimentare del territorio, raccontandone anche gli aspetti socio-culturali che spesso sono dietro a un prodotto, come ad esempio le sagre locali. Espressione autentica di una storia e una cultura tipica e tradizionale, le sagre raccontano le ricette, la cucina, gli usi e i costumi di un tempo che, attraverso questi tradizionali appuntamenti folcloristici, festosi e colorati, rinnovano una preziosa memoria collettiva. Con Le Sagre del Territorio, in occasione di SuperFood la Provincia di Arezzo riassume le sagre principali dell’area aretina attraverso la presentazione delle specialità gastronomiche protagoniste delle feste locali. E a proposito di feste, SuperFood suggerisce idee gustose per il prossimo Natale: da non perdere la Fabbrica del Cioccolato, un vero e proprio laboratorio live, che vedrà all’opera maestri pasticceri e cioccolatieri. L’iniziativa, realizzata a cura di Confartigianato Imprese Arezzo e Cna Associazione Provinciale Arezzo, proporrà dimostrazioni pratiche di preparazione di deliziose decorazioni di cioccolato e la realizzazione di dolci natalizi. Oltre a SuperFood, il ricco calendario di proposte di Arezzo Fiere e Congressi prevede negli stessi giorni anche Tuscany Beer, il Salone toscano delle Birre Artigianali, organizzato da Birramaniaci Italia. Per gli amanti della birra workshop, degustazioni guidate e un ampio shop dove sarà possibile acquistare le bottiglie di birra in degustazione. Per informazioni www.arezzofiere.it/superfood

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sotto le luci della

ribalta

giovedì 22 novembre 2012 – turno giallo

Tutto Shakespeare in 90 minuti di Adam Long, con Zuzzurro e Gaspare regia di Alessandro Benvenuti e Paolo Valerio Una sfida teatrale ai limiti dell’incredibile: come condensare l’opera omnia del Barco, 37 opere, in 90 minuti? Una geniale compagnia di drammaturghi/attori americani ci è riuscita

venerdì 30 novembre 2012 – turno verde

Per non morire di mafia di Pietro Grasso, con Sebastiano Lo Monaco regia di Alessio Pizzecch Ovazioni per il testo tratto dal libro autobiografico del procuratore Pietro Grasso, le parole dell’autore, erede di Falcone e Borsellino nella bella interprezione di Sebastiano Lo Monaco emozionano

giovedì 6 dicembre 2012 – turno giallo

Oscura immensità di Massimo Carlotto, con Giulio Scarpati e Claudio Casadio, regia di Alessandro Gassman Uno stimolo a riflettere sul lato tragico dell’esistenza, sui rapporti fra gli uomini e su quegli avvenimenti che a volte possono segnare la loro vita in modo irreversibile

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LA DORATURA SU TAVOLA, D AL “CRISTO” DEL CIMABUE d Arezzo, dipinti su tavola con la foglia d’oro (arte ampiamente utilizzata nel Medioevo) li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, nelle nostre chiese. La doratura è una tecnica antichissima, può impreziosire cornici, utensili, piatti, ecc. Le opere su tavola (per lo più sacre) nascono ispirandosi a opere d’oreficeria. La ritroviamo nella chiesa di San Domenico sul Crocifisso del Cimabue (attentamente studiato e restaurato): l’oro come simbolo della luce e della potenza divina. La doratura fa sì che la pittura emani luce dall’interno: Cimabue, attraverso un linguaggio simbolico, con la luce, i tratti e i colori ha voluto rendere visibile il mondo astratto dello spirito! Abbiamo incontrato Rossella Cavigli, restauratrice prima a Venezia e da anni presso la Soprintendenza di Arezzo. È intenta a restaurare una Madonna con Bambino, anch’essa su fondo oro, con le aureole decorate a punzone, proveniente dal deposito del Museo nazionale d’Arte Medioevale e Moderna. Su iniziativa della direttrice Paola Refice, ultimato il restauro, verrà esposta Maestro Fiorentino, Madonna con Bambino, particolare, in una delle sale, come già in quefine del XIV secolo, dipinto su tavola, 59 x 36 cm sti mesi è stato fatto con altre importanti opere. Rossella ci spiega: «Nei depositi ve ne sono da recuperare. La tavola in questione, tagliata lungo i bordi, era parte di un’opera più grande. Risultava alterata da pesanti vernici e da ridipinture sul manto della Madonna. L’intervento consiste nella pulitura della superficie pittorica, nel ritocco delle parti rovinate e nel ripristino della foglia d’oro sulla cornice». Come si otteneva la foglia d’oro? «Con dei mazzuoli venivano battute fra pergamene le monete d’oro (dal 1200, il fiorino), fino a ottenerne foglie sottilissime. Anche ora la battitura può essere fatta a mano». Il fiorino fu coniato a Firenze con il simbolo del giglio, anche in argento. Si espanse man mano in altri paesi come Polonia e Ungheria: ne abbiamo un esemplare esposto nel nostro museo. Se l’oro non era disponibile? «L’oro analizzato risulta comunque più o meno puro a seconda del tipo di monete impiegate per l’analisi. Soprattutto in tempi più antichi si poteva ricorrere a lamine d’argento con sopra una vernice chiamata “mec-

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A, DAL FIORINO UE

di Ivana Marianna Pattavina

ca” (a base di resine e oli), producendo un simileffetto dorato». La tecnica cosiddetta “a guazzo sulla tavola”. «Tecnica tramandata e ancora in uso: si stendeva sulla tavola un impasto di gesso e colla animale (in genere ricavata da ossa e cartilagini) seguiti da vari strati di un’argilla grassa detta bolo. Poi si passava il guazzo (colla o chiara d’uovo) e subito dopo la foglia d’oro. Successivamente si rendeva liscia la superficie con la brunitura, ossia una levigatura con pietra d’agata». La doratura nelle opere contemporanee: la sua opinione. «Nei Paesi dell’Est e nella Grecia ortodossa rispetto al passato non è cambiato molto! Oggi, a mio parere, sarebbe fuori luogo… Ma alcuni pittori contemporanei la impiegano come un normale colore». Scuole aretine di iconografia e doratura. «Ce ne sono, insegnano le varie tecniche artistiche e il significato delle immagini. Purtroppo non abbiamo un’idea precisa di quante nozioni, magari scritte, siano andate perdute. È fondamentale conoscere i materiali e usare gli strumenti giusti». Rossella Cavigli lavora nel suo laboratorio, in un’atmosfera ovattata. Siamo consapevoli di come il restauratore possa contribuire allo studio e alla conservazione dei nostri beni artistici. Ce ne andiamo per lasciarla tranquilla, al suo lavoro certosino.

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il sonetto

pirìchelo de crolli d’edilizia… e ’nvece l’Aquila vinne giù ’ntera!» «Me sembra, Tónio, própio ’n’ingiustizia dàlli la colpa, si ’n c’è ’na magnéra d’enduvinàre quande viéne el sisma pe’ preparàsse ’n tempo al cataclisma. E ora che se fa si vien ’na scossa e ’n se tróva nissuno che ce possa dire si c’è pirìchelo davéro?» «Prega la Madunnìna e metti un cero!»

chilometro zero

di Leonardo Zanelli

Ritorniamo sui funghi, quelli che si possono trovare appena fuori dall’uscio di casa. Sempre che la vostra abitazione sia sufficientemente vicina a qualche campo, magari incolto, lontano da strade trafficate o altre forme d’inquinamento e che non abbia subito trattamenti. Parliamo dei cosiddetti Prataioli, che sono buonissimi da fare sott’olio come scorta per l’inverno. Non v’improvvisate, però. Se non siete esperti consultatevi sempre con chi ha esperienza e sa riconoscere e distinguere i funghi. Infatti ne esistono molte varietà che differiscono in colori e dimensioni, e non sempre è facile distindi Fabio Mugelli guerne le varie specie.

Know Your Mushrooms di Ron Mann **½ I pittoreschi micologi Gary Lincoff e Larry Evans c’introducono nella comunità di Telluride, Colorado, sede della più grande Mushroom Fest del mondo. Un viaggio visionario e sicuramente peculiare, che si snoda tra specie selvagge, lezioni di cucina e racconti di esperienze extra-sensoriali, coprendo ogni derivazione dell’argomento funghi. L’etno-documentarista Mann combina il girato con strampalate animazioni e materiale d’archivio, creando un mix sconclusionato ma sempre ironico e originale. Un viaggio oltre le porte della percezione, che nasconde un positivo messaggio salutista. Allacciate le cinture, preparatevi per il trip e poi sganciatele per la strippata di funghi. Enrico Badii enrico.badii@gmail.com

cinema

«Beppe, hé sintìto l’ùltema nutizia? Hàno dato sei anni de galera ai tènnici che fécion la pirìzia sul terremoto e dìsseno che ’n c’era

Chimera Arte Arezzo, la quarta edizione del concorso nazionale di pittura Centocinquanta artisti da tutta Italia parteciperanno da mercoledì 31 ottobre a domenica 4 novembre alla IV edizione del Concorso nazionale di Pittura “Chimera Arte Arezzo”, che si svolgerà ad Arezzo Fiere e Congressi. La manifestazione si sta inserendo fra le più importanti nel panorama della pittura contemporanea italiana. Il concorso si svolge in concomitanza con il Salone del Mobile e della Casa di Lucio Massai “Abit.Ar.”.

dove andare

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