Atti del Safer Internet Month Trentino_2018-2017-2016

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SAFER INTERNET MONTH TRENTINO - S.I.M.-T. Il mese di buone pratiche per un internet migliore Edizioni 2018- 2017 - 2016


DI COSA SI TRATTA

“Creiamo insieme un internet migliore”, è questo lo slogan dell’evento per attirare l’attenzione dei giovani e della popolazione su temi sempre di forte attualità: i rischi della rete, la cittadinanza digitale, le potenzialità del web e le prassi di navigazione efficace e sicura. Il meeting darà il via ad un mese di itinerari sperimentali nei quali le scuole trentine potranno riformulare, anche attraverso percorsi inediti e creativi, gli stimoli e gli input trasmessi loro dagli esperti di settore. Sarà inoltre occasione per le otto scuole europee coinvolte nel programma per confrontarsi sugli esiti di un questionario condiviso e per consentire agli esperti presenti di ricavarne spunti di riflessione da proporre alle scuole del trentino.


2016

2017 2018


2018 CREATE, CONNECT AND SHARE RESPECT: A BETTER INTERNET STARTS WITH YOU


TRENTO dal 6 FEBBRAIO al 6 MARZO

2018 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA SICUREZZA IN RETE DEI MINORI

SAFER INTERNET MONTH Trentino MARTEDI 6 FEBBRAIO - MARTEDI 6 MARZO


SAFER INTERNET MONTH

6FEBBRAIO 6MARZO Trentino2018 Create, connect and share respect: A better internet starts with you CELEBRAZIONE UFFICIALE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL SAFER INTERNET DAY 2018 (SID) e AVVIO del SAFER INTERNET MONTH TRENTINO 2018 (SIM T) Martedì 6 Febbraio 2018 dalle ore 10.00 | Istituto Sacro Cuore, Trento Giovanna Baldissera Moderatrice Dirigenti scolastici Istituti scolastici coinvolti (Istituto Sacro Cuore, Scuola Grafica

Artigianelli, Liceo L. Da Vinci, Istituto di istruzione Marie Curie) Livia Ferrario Dipartimento della conoscenza - Provincia autonoma di Trento Luciano Malfer Agenzia per la famiglia - Provincia autonoma di Trento Daniela Longo Difensore civico e Garante dei minori Giulia Tomasi Team Navigare a vista

- Illustrazione del progetto Digital family Responsability – genitori e figli in rete - Presentazione E-book SIM Trentino 2016/17: resoconto multimediale delle precedenti edizioni del Safer Internet Month Trentino con Tania Agostini

GENITORI AUTOREVOLI E ADOLESCENTI NAVIGATI

Digital Family Responsability genitori e figli in rete Un progetto sperimentale che ha lo scopo di creare più consapevolezza nelle famiglie su che cosa siano i social network, aumentare la dimestichezza dei genitori per questo mondo virtuale e migliorare il dialogo e lo scambio di informazioni tra genitore e figli su quanto accade in rete. Tutto questo simulando attacchi on-line di cyber bullismo, sexting, adescamento on–line e furto di identità. La famiglia potrà reagire aiutandosi con la documentazione a disposizione, ma soprattutto instaurando un dialogo nel quale, sicuramente, il figlio potrà dare molte informazioni al genitore su che cosa stia accadendo e come sia più opportuno reagire.

ABBIAMO BISOGNO DI


GENITORI AUTOREVOLI E ADOLESCENTI NAVIGATI Lunedì 5 Marzo 2018 dalle ore 20.30 | Istituto Marie Curie, Pergine Valsugana (TN) Giovanna Baldissera Moderatrice

Matteo Lancini Psicologo e psicoterapeuta Mauro Cristofoletti Save the Children

Dibattito e accenni ai libri “Abbiamo bisogno di genitori autorevoli” e “Adolescenti navigati” di Matteo Lancini.

GIORNATA CONCLUSIVA DEL SIM Trentino 2018 Martedì 6 Marzo 2018

ABBIAMO BISOGNO DI GENITORI AUTOREVOLI

i problemi legati all’adolescena, come prestare ascolto alle esigenze e ai pensieri dei ragazzi senza pregiudizio, come favorire la loro autonomia e la loro responsabilità senza mai lasciarli soli...

ADOLESCENTI NAVIGATI

il profilo degli adolescenti è modificato profondamente, lasciando gli adulti quasi sempre sgomenti e impreparati a gestire la sfida della crescita dei propri figli o dei propri studenti...

dalle ore 8.30 | Auditorium Centro Servizi Santa Chiara, Trento Giovanna Baldissera Moderatrice Assessorato alle politiche Giovanili Luciano Malfer Agenzia per la famiglia - Provincia autonoma di Trento

Mauro Cristofoletti Save the Children Daniela Longo Difensore civico e Garante dei minori

Team Navigare a vista Scuole e famiglie della sperimentazione Digital Family Responsability

- IC Calavino per Finali Possibili (conseguenza del SIM T 2017) prof. Matilde Meazzi - Digital family Responsability: i risultati della sperimentazione - Consegna delle prime attestazioni Digital family Responsability alle famiglie e alle scuole che hanno partecipato al progetto - Spettacolo teatrale “ Otellok” a cura della Compagnia Kaos Teatri di Parma

FINALI POSSIBILI Come conseguenza dei laboratori del SIM T 2017 nelle scuole, la lettura e l'analisi de "L'amico gentile" di Viviana Lupi (Edizioni del Faro), ha visto gli alunni della II A e II B dell'istituto di Cavedine aggiudicarsi, a pari merito, il premio messo in palio durante il gioco finale. Premio che li ha impegnati durante l'anno seguente nella stesura di possibili finali alternativi a quello reale de "L'amico gentile". Dalla loro fantasia è nata la pubblicazione "Finali possibili"


Hanno collaborato:

I testi shakespeariani si distinguono per una rilevanza fuori da ogni tempo che ci consente di attualizzarli e metterli in relazione con le problematiche della società di oggi. Questa caratteristica ha permesso di prendere spunto da “Otello”, testo emblema della gelosia, e di plasmarvi intorno uno spettacolo che affronta due tematiche tragicamente attuali e diffuse: il cyber bullismo. Documentazione tratta dal libro “Cyberbullismo” di Mauro Berti, Serena Valorzi e Michele Facci.

Istituto Sacro Cuore TRENTO Scuola Grafica Artigianelli TRENTO Liceo Scienetifico Leonardo Da Vinci TRENTO Istituto d’Istruzione Marie Curie PERGINE VALSUGANA (TN) Istituto Comprensivo della Valle dei Laghi/DRO SAVE the CHILDREN Navigare a Vista Compagnia Kaos Teatri Music Free

Coordinamento: Giovanna Baldissera Agenzia per la famiglia - Provincia autonoma di Trento

www.trentinofamiglia.it famigliaenuovetecnologie

www.trentinofamiglia.it

Provincia autonoma di Trento Assessorato all'università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Provincia autonoma di Trento Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili via G. Grazioli, 1 - 38122 trento tel. 0461 494110 fax. 0461 494111 agenziafamiglia@provincia.tn.it www.trentinofamiglia.it

Grafica: Agenzia per la famikglia - Stampa: Centro duplicazioni PAT

OTELLOK


CREATE, CONNECT AND SHARE RESPECT: A BETTER INTERNET STARTS WITH YOU “Crea, connetti e condividi il rispetto: un’internet migliore comincia con te” Il web è lo specchio della realtà, dipende da ognuno di noi proporre i Abbiamo avuto il dono della vita contenuti eticamente migliori per noi stessi e per l’esistente. Rispettiamola sia nel mondo reale che nel mondo virtuale. Ogni identità è preziosa testimonianza di questo dono. Costruiamo civiltà Nell’apparente divisorio tra identità reale e virtuale si pone la Abbiamo avuto il dono della vita comunicazione nei social: fotografia differita della realtà, ma Adesso, come non mai, ogni azione individuale può fare la diffenon per questo meno sensibile al rispetto e alla solidarietà. renza nel mondo virtuale e reale Anche il silenzio può ferire Non permettere, nemmeno con il silenzio, che i social diventino un mezzo per offendere la tua umanità e quella dei tuoi pari.


DATE EVENTO 6 febbraio – 6 marzo 6 Febbraio Sacro Cuore 5 MARZO Marie Curie Convegno con Matteo Lancini 6 MARZO Santa Chiara chiusura e spettacolo teatrale

GIORNATA NAZIONALE CONTRO IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO 7 FEBBRAIO 2018 SAFER INTERNET DAY 6 FEBBRAIO Collegato anche al tema del bullismo poiché dedicato alla sicurezza sulla rete in generale. Tempo fa, i bulli agivano solo “fisicamente” ora il piano d’attacco è anche nel web, perciò è importante prendere le giuste precauzioni e fare un uso consapevole degli strumenti informatici. Virtuale o fisico che sia, il bullismo, diretto o indiretto, non va ignorato.

Per riflettere su bullismo e cyberbullismo. L’iniziativa è nata l’anno scorso ed integra il Piano Nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola dettato dal MIUR.


GENITORI E FIGLI ALLEATI CONTRO IL WEB CATTIVO Tratto da il “Trentino”, di Alessandro Betti, Alessandro Dallalibera, Valentina Girardi e Michele Manzin Presentato il mese dell’internet sicuro: molte iniziative nelle scuole. Gli esperti: smartphone mai prima dei nove anni

Un’alleanza tra genitori e figli contro i rischi del web «cattivo» che diventa soprattutto un modo per accrescere il rapporto di controllo e fiducia reciproca. Anche su questa sfida si incentra il Safer Internet Month 2018, la cui inaugurazione è avvenuta ieri con una conferenza presso l’Istituto Sacro Cuore di Trento che ha visto coinvolti anche gli Istituti Da Vinci e Artigianelli sempre di Trento e Marie Curie di Pergine. Giovanna Baldissera, coordinatrice dell’incontro. ha introdotto il tema per poi soffermarsi sulle molteplici potenzialità del Web, che inevitabilmente si accompagnano a vari rischi, quali il cyberbullismo, che spesso si manifesta in discriminazioni di vario tipo , trattamento illecito di dati e immagini personali. sex- ting e stalking. Il discorso è proseguito analizzando come nel mondo dei social, che dovrebbe rispettare l’identità reale di una persona, si tenda invece a mettere in mostra solo il lato peggiore. “Per evitare ciò ha aggiunto occorre distin-

guersi e non confondersi con la massa, ed e quindi necessario postare contenuti eticamente migliori per noi stessi e per gli altri”. Per questa ragione Baldissera ha sottolineato l’importanza di un’educazione alla “cittadinanza virtuale”, sia per i genitori che per i ragazzi, e a tale proposito ha presentato l’iniziativa “Digital Family Responsability”: quattro incontri che vedranno genitori e figli davanti allo stesso monitor per insegnare loro il corretto uso dei social network e incoraggiarli nel dialogo su questo tema, che spesso viene meno in contesto famigliare. E poi intervenuta la Garante dei Minori, Daniela Longo, che ha posto l’accento su come un trattamento scorretto delle immagini possa essere allo stesso tempo illegale e addirittura più offensivo delle parole stesse. Esistono infatti leggi per la tutela dei diritti di privacy e copyright anche per le immagini personali: è di conseguenza obbligatorio chiedere sempre ai soggetti coinvolti il consenso prima della

pubblicazione. Infine ha parlato Matteo Kettmaier, che con il suo team “N avigare aVista” si occupa della prevenzione e della formazione riguardo ai principali pericoli della rete con particolare attenzione per la dipendenza ‘che essa può creare, per l’adescamento online e il cyberbullismo in senso stretto. Alcuni consigli: controllate il cellulare dei vostri figli, installate programmi che vi consentano di controllare la cronologia (almeno fino ai 10-11 anni) e non date mai lo smartphone prima dei nove anni. Il Safer Internet Month si concluderà il 6 marzo presso l’auditoruim Santa Chiara con lo spettacolo teatrale “Otellok”, una rivisitazione in chiave moderna del dramma Shakspeariano “Otello” il cui antagonista Iago diviene la personificazione del Web *studenti del liceo Pati e stagisti al “Trentino”




MATTEO LANCINI Libro “Adolescenti Navigati” Rivolto a genitori, insegnanti, educatori e counselor, il libro aiuta a comprendere e sostenere preadolescenti e adolescenti nella fase più delicata della loro crescita, trovando soluzioni alle difficoltà più comuni e insegnando come: capire chi è, e come interagire con, un nativo digitale; rivedere le funzioni paterne e materne nell’era di internet; gestire i rapporti scolastici con insegnanti e dirigenti; trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di controllo e il bisogno di fiducia.

MATTEO LANCINI

Psicoterapeuta Libro “Abbiamo bisogno di genitori autorevoli” Gli adolescenti di oggi sono nati e cresciuti in un ambiente molto differente da quello dei loro padri e delle loro madri. È mutato lo scenario sociale in cui viviamo, ma è cambiato anche lo scenario privato che promuove la creatività e la capacità relazionale dei figli.


DIGITAL FAMILY RESPONSABILITY Genitori e figli in rete Il team che conduce la sperimentazione:

Giovanna Baldissera - Giovanni Molin Matteo Kettmaier - Giulia Tomasi - Daniele Maramaldo

AffinchĂŠ i genitori scendano in campo a fianco dei figli PerchĂŠ i figli accompagnino i genitori nella comprensione del mondo social



ISTITUTO ARTIGIANELLI ESPERIENZA DEI FIGLI

ASPETTI POSITIVI

ASPETTI NEGATIVI

• sentire persone che non senti da un pezzo • pubblicare su facebook le esperienze che si fanno a scuola • diventare famosi perche viene postato qualcosa di bello su di noi • comunicare a distanza • guardare le macchine tuning, guardare i film da cellulare • ti permette di rimanere aggiornato su quello che succede • scaricare musica, giochi, scrivere messaggi, mettere sfondi sul cellulare • lavorare e comunicare via mail • fa conoscere nuove persone • risolve problemi guardando tutorial • fare amicizia su instagram • ti permette di diventare famoso sul web • informazioni e notizie

• ingrassare • possibilita’ lavaggio del cervello • deridere e scrivere a persone sconosciute • virus • non capirsi in chat tra amici • non si discute piu • stalker • rubare l’account di altri • isolamento dagli altri • mancanza di controllo da parte dei genitori • giudizi sbagliati e insulti • aumenta il cyber bullismo da dietro lo schermo • guardare cose sconce • minacce • si blocca il computer

Bulli


ISTITUTO ARTIGIANELLI ESPERIENZA DEI GENITORI • Manca empatia, rischio privacy • Opportunità di lavoro, velocità di comunicazione • Limita la comunicazione • Telelavoro • Maggiori e utili informazioni • Disinformazione • Lavoro • Furto d’identità, spam, spyware • Vengono a diminuire i rapporti personali • Più velocità tra le istituzioni per trasmettere dati • Velocità foto per lavoro con vari tecnici • Occupa troppo tempo alle cose personali • Comunicazione con tutto il mondo, Skype • No privacy 15. Comunicazione 16. Superficialità, apre parentesi, non risolutivo manca causa/effetto, logica orizzontale 17. Inganno commerciale, mancanza di relazione, mancanza di comunicazione 18. Velocità di ricerca, risparmio di tempo 19. No diritto all’oblio, no privacy

Bulli


ISTITUTO MARIE CURIE ESPERIENZA DEI FIGLI

ASPETTI NEGATIVI • Troppa pubblicità • Siti con virus • Magari puoi incontrare persone che ti scrivono e non sai chi siano, ti spaventi e pensi se le hai già viste oppure no. • Si possono trovare molte informazioni non vere • Continue notifiche indesiderate • Dipendenza • Meno sicurezza di privacy • Rischi di essere vittima di cyber bullismo • Truffe informatiche • Trascorrere più tempo sui social che sui libri di scuola • Persone che vivono in un mondo virtuale escluso da quello reale • Sui vari siti ci sono delle App che sembrano gratis ma che in realtà costano o sono dei virus. • nternet è il “Far west” della privacy si è convinti di essere protetti perché ci sono un lucchetto verde ed una esten

Bulli

sione incoraggiante. Ma in realtà cookies, geolocalizzazio ne, webcam, sistemi di memorizzazione automatica, sono sem pre in agguato. • Usando i social si possono conoscere delle persone che con il passare del tempo possono rivelarsi il contrario di quello che avevano fatto capire da dietro lo schermo. • Internet può essere pericoloso quando pensi di scrivere ad una persona che invece è un’altra. • Se mal utilizzato può creare dipendenza a tutti gli effetti. • Si ha maggiore probabilità di incorrere in rischi che andreb bero ad intaccare la nostra privacy, basti pensare al numero elevato di hacker esistenti. • Crea dei modelli sbagliati • Diminuisce il tempo con le persone. • Ti fa perdere il senso dello scorrere del tempo. • Ti fa rimanere di più a casa e meno fuori • Ti fa leggere meno libri


ISTITUTO MARIE CURIE ESPERIENZA DEI FIGLI

ASPETTI POSITIVI •Vedere il profilo di altre persone, conoscerle e chattare con loro, fare amicizia e veder le loro foto •Ha infinite possibilità sta a noi decidere come usare il web. •Ricercare persone di cui si è perso il contatto •Fare acquisti on–line •Cercare informazioni e curiosità •“Fare business” •Ti fa capire più cose •Ti permette di comunicare con persone in luoghi distanti •Ti permette di ricevere più informazioni •Permette alle persone di diverse città/regioni/stati di rima nere sempre in contatto •Ci rende parte della società, in quanto non c’è nulla ormai che internet non sappia •Facilita la vita quotidiana (prima per prenotare un volo si andava in agenzia ora quasi tutti prenotano on–line) •Social •Video giochi on-line •Essere a conoscenza di quanto accade intorno a noi, al di fuori della famiglia

Bulli

•Essere in contatto con le persone che conosciamo anche senza uscire di casa •Internet è molto comodo per fare chiamate o messaggiare con delle persone che sono lontane da te •Internet è comodo per cercare cose che non si sanno •Ci si può informare sul mondo esterno •Si può comunicare con gente distante da noi •Messaggiare a distanza •Maggiore velocità nelle ricerche •Cercare informazioni generali digitalmente riducendo i for mati cartacei •Poter scrivere a delle persone anche lontane da noi geograficamente Poter acquistare articoli on–line con minor costo e senza dover andare in un determinato posto a prenderli. Quando vai su internet puoi scaricare molte App che sono gratuite. Di solito uso internet per fare ricerche utili per la scuola e per fare dei lavori.


PROGETTO NAVIGARE A VISTA


CYBERBULLISMO – BULLISMO 2.0 Cos’è il (cyber)bullismo? Il cyber-bullismo è un tipico esempio di comportamento umano distruttivo a cui le caratteristiche della rete aggiungono fattori di rischio e sofferenza: •Può raggiungere molti più spettatori, aumentando la sofferenza della vittima •Non è confinato alle mura della scuola ma continua anche a casa •L’aggressione verbale può diventare ancora più feroce •Il cyber-bullismo, ancora più del bullismo «tradizionale» è un attacco all’immagine. Le varie forme di bullismo si differenziano dalla normale e sana presa in giro perché presentano caratteristiche specifiche: • La condotta offensiva è inflitta intenzionalmente • Le azioni sono ripetute nel tempo • L’azione è mirata su una persona/gruppo di persone • Il rapporto tra vittima e persecutore è asimmetrica Durante l’adolescenza, la costruzione dell’identità passa attraverso il giudizio dei pari e i giudizi su di sé tendono ad essere molto severi, con l’esternalizzazione sull’aspetto fisico di disagi più profondi. I conflitti in un gruppo di persone radunate coattivamente è altamente probabile, ma il bullismo è altro…


Bulli Fragilità, proiettata sulla vittima Aggressività manifesta Scarsa tolleranza alla frustrazione Ostilità Scarsa empatia Assenza sensi di colpa

Il bullo si sente in diritto di essere distruttivo, fino al punto di utilizzare l’aggressività come unica modalità di interazione con gli altri. Gli manca il piacere di fare la pace perché non ha interiorizzato la potenzialità positiva del senso di colpa, sviluppando in lui la tendenza ad approfittarsi del prossimo. Tutto questo si instaura su una fragilità profonda per cui il ragazzo non si sente in possesso di qualità personali e ha bisogno di una vittima più debole su cui proiettare questa insicurezza. Il bullismo avviene sempre in presenza di spettatori.

Vittime Sensibilità, ansia, insicurezze Chiusura al mondo Scarsa autostima Assenza di controllo autopercepita (interna ed esterna) Solitudine e isolamento Difficoltà a chiedere aiuto

Le vittime di bullismo sono incapaci di esprimere una sana dose di aggressività, che spesso sfogano tramite i videogiochi, con il rischio di sviluppare un comportamento dipendente. La vergogna è il sentimento predominante che impedisce di chiedere aiuto e se le vessazioni durano nel tempo può svilupparsi autentico senso di colpa per l’interiorizzazione delle offese subite e il bisogno umano di trovare significato nelle cose che ci succedono.


Che fare?

Genitori delle vittime Prendere sul serio le paure e sospettare delle somatizzazioni •Non dare soprannomi •Far capire che non ha colpe nella situazione •Non minimizzare né drammatizzare •Aiutarlo a trovare una soluzione da solo •Prestare attenzione alle sfumature dell’umore •Ricordare che il cyberbullismo è un fenomeno umano e diffuso e che i suoi sentimenti sono condivisi da altri ragazzi

Bulli

Bibliografia •Genta et al. (2013) Cyberbullismo – Ricerche e Strategie di Intervento, Franco Angeli editore •Iannacone N. (a cura di) (2009) Stop al cyberbullismo. Per un uso corretto e responsabile dei nuovi strumenti di comunicazione, La Meridiana •Mura G., Diamantini D. (2012) Il Cyberbullismo, Guerini e Associati editore •Suler J. (2004) The Online Disinhibition Effect, CYBERPSYCHOLOGY & BEHAVIOR, Volume 7, Number 3, •Tonioni F. (2014) Cyberbullismo – Come aiutare le vittime e i persecutori, Mondadori, 2014 •Williams K. R., Guerra N. G. (2007) Prevalence and predictors of Internet Bullying, Journal of Adolescent Health 41 S14–S21

Genitori dei bulli •Prestare attenzione alla capacità di tollerare le frustrazioni •Dare l’esempio, costantemente e attentamente •Parlare delle proprie preoccupazioni criticando i comportamenti ma non la persona •Insegnare il valore della diversità cercando di far emergere esplicitamente il senso di fragilità •Valorizzare il positivo dell’energia del ragazzo e svalutare la distruttività •Ricordare l’affetto, con attenzione ai circoli viziosi del narcisismo


Attestati DIGITAL FAMILY RESPONSABILITY genitori e figli in rete




6 MARZO: Convegno finale e consegna libri Il percorso didattico ed esperenziale che i ragazzi delle attuali terze della SSPG di Cavedine hanno intrapreso lo scorso anno scolastico nell’ambito del “Safer internet month 2017”e che trova una fine, seppur provvisoria, in questo libro frutto dei loro lavori di gruppo, ha visto nel corso dell’Anno Scolastico 2016-2017 diverse tipologie di interventi che, nel loro complesso, possiamo definire informativi e orientativi. L’iter è iniziato con la lettura collettiva nelle rispettive classi de”L’Amico Gentile” di Viviana Lupi ( Ed.Del Faro), seguita dalla partecipazione alla gara provinciale sulla conoscenza del testo che gli ha fatto vincere a pari merito questa pubblicazione. In seguito gli studenti hanno intrapreso un percorso di riflessione con tre psicologi sull’uso corretto della Rete nonché sui pericoli che essa nasconde. Queste iniziative sono state offerte ed organizzate dalla ”Agenzia per la famiglia e le politiche giovanili” della Provincia Autonoma di Trento. A conclusione di questo percorso i ragazzi hanno assistito allo spettacolo teatrale su “L’Amico Gentile” presso il Teatro Santa Chiara di Trento. Un’altra proposta, organizzata dal nostro Istituto nella scorsa primavera, è stata un “Laboratorio di futuro su attività propedeutiche alla scelta orientativa” condotto da -Skopìa (una start up dell’Università di Trento), che ha fatto riflettere gli alunni non solo sulle proprie opportunità ma anche sul significato di utopia e distopia nella visione del futuro. II ragazzi hanno mostrato molto interesse per le iniziative proposte e una buona capacità metacognitiva di riflessione sul sé e sulle tecnologie che utilizzano. Se lo scorrere del tempo è evidente nel vissuto di ciascuno, la scuola ha privilegiato di solito il suo aspetto lineare e cronologico, legato allo studio tradizionale della storia, e la vita quotidiana spesso non permette, impregnata com’è di bisogni e desideri, di riflettere su l’oltre da adesso.

La gioventù di oggi però soffre di una parcellizzazione delle sue esperienze, anche legata all’uso eccessivo dei Socialnetwork, che la rende particolarmente fragile e indebolisce la sua capacità di pensare al futuro. Un futuro che non può prescindere però dalle innovazioni tecnologiche… Sono quindi due temi interconnessi e di grande rilevanza per i nostri ragazzi. Ringraziando per le opportunità ricevute, gli studenti di Terza A e Terza B Vi offrono questi “Finali possibili” frutto della loro fantasia. I curatori




Scuole coinvolte nella sperimentazione • Istituto Sacro Cuore Trento • Scuola grafica Artigianelli Trento • Istituto Marie Curie Pergine • Liceo da Vinci Trento

PERCEZIONE DEI SOCIAL NEI RAGAZZI/E Genitori e figli in rete

ASPETTI POSITIVI Sentire persone che non senti da un pezzo Pubblicare su facebook le esperienze che si fanno a scuola Diventare famosi perhcè viene postato qualcosa di bello su di noi Comunicare a distanza Guardare le macchine tuning, guardare i film dal cellulare Ti permette di rimanere aggiornato su quello che succede Scaricare musica, giochi, scrivere messaggi, mettere sfondi sul cellulare Lavorare e comunicare via mail Fa conoscere nuove persone Risolvere i problemi guardando tutorial Fare amicizia su instagram Ti prmette di diventare famoso sul web Informazioni e notizie

ASPETTI NEGATIVI Ingrassare Possibilità lavaggio del cervello Deridere e scrivere a perosne conosciute Virus Non capirsi in chat tra amici Non si discute più Stalker Rubare l’account di altri Isolameto dagli altri Aumento il cyber bullismo da dietro lo schermo Guardare cose sconce Minacce Si blocca il computer


SEXTING E ADOLESCENTI, DILAGA LO SCAMBIO DI FOTO SESSUALMENTE ESPLICITE I dati di una recente indagine dell’Ossevatorio nazionale adolescenza parlano del 25% dei teenager che condivide tramite smartphone immagini di sé con espliciti riferiferimenti sessuali. Secondo lo psicoterapeuta Alberto Pellai è sempre più urgente avviare campagne di educazione sessuale e prevenzione. Di Alberto Pellai Sono da poco stati resi disponibili i dati di una ricerca effettuata dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza che ha visto coinvolti 8.000 ragazzi e ragazze provenienti da 18 regioni italiane, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni. I cosiddetti “millennials” sono sempre più connessi, sempre più desiderosi di costruire la propria identità e di trascorrere la propria vita “dentro uno schermo”. Il 98% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone personale, che nella maggioranza dei casi è entrato stabilmente a far parte della loro vita intorno ai 10 anni d’età. Il 50% dei giovanissimi afferma di trascorrere dalle 3 alle 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% dalle 7 alle 10 ore. 1 su 10 va oltre le 10 ore quotidiane, praticamente vive più nel virtuale che nel reale.

Questo iper-coinvolgimento nell’online porta ad una serie di comportamenti a rischio sconosciuti alle generazioni passate. E soprattutto sconosciuti ai genitori di questi nativi digitali, che agiscono comportamenti molto pericolosi, senza che gli adulti di riferimento abbiano la minima percezione di ciò che sta succedendo nella loro vita online. Praticamente orfani nel web: così potremmo immaginare molti ragazzi e ragazze che in autonomia esplorano e frequentano territori virtuali in cui non esiste alcun presidio educativo adulto e in cui, a volte, è facile “farsi male”. La conferma viene da un’altra recentissima ricerca effettuata in Lombardia, in cui si è evidenziato come nell’ultimo anno gli episodi di cyberbullismo tra ragazzi siano aumentati dell’8% e sia in costante

crescita anche il preoccupante fenomeno del sexting, sempre tra i minori. La parola “sexting” è la crasi di due termini inglesi: “sex” e “posting” e letteralmente significa inviare attraverso strumenti tecnologici (smartphones, PC, tablet) immagini di sé o di qualcun altro con evidenti connotazioni sessuali. Il sexting è diffuso a tutte le età, ma si rivela particolarmente problematico per i minorenni, che spesso con molta leggerezza e superficialità inviano ad altri (e volte al proprio ragazzo o ragazza, in una sorta di rito che sancisce la dichiarazione d’amore) un’immagine di sé sessualmente esplicita, senza rendersi conto degli effetti indesiderati che tale comportamento può avere. Una volta inviata la foto, infatti, non si può più tornare indietro e si perde definitivamente il controllo dell’uso che di quella


immagine può essere fatto da altri. Quasi tutte le scuole secondarie italiane negli ultimi anni si sono trovate a dover gestire episodi di questo tipo, verificatisi nelle chat e nei gruppi WhatsApp degli studenti e poi magari denunciate ufficialmente alla Polizia Postale da qualche genitore, nel tentativo di difendere e “ricostruire” la reputazione digitale del proprio figlio. La ricerca lombarda – presentata in un convegno da Luca Bernardo, direttore della Casa pediatrica Fatebenefratelli Sacco di Milano, che dal 2008 ospita il Centro multidisciplinare sul disagio giovanile, considerato uno degli Osservatori più attenti d’Italia sui comportamenti a rischio dei minori messi in atto nell’online - fornisce dati preoccupanti: il 25% degli adolescenti ammette di «aver fatto sexting», quasi sempre prima dei 12 anni. Paolo Picchio, il papà di Carolina, una ragazza piemontese di 14 anni che si è uccisa dopo che un suo video sessualmente esplicito era stato diffuso in rete dai compagni di scuola ha affermato: «Armati di uno smartphone gli adolescenti sono capaci di rovinarsi la vita”. Come adulti dovremmo ragionare in ter-

mini preventivi. Perché i nostri figli hanno questa incredibile attrazione verso l’esibizione di sé, tra l’altro un’esibizione spregiudicata e sessualmente esplicita che può poi rivelarsi francamente autolesiva? Penso che ci siano tre motivi fondamentali. La nostra è una società che attribuisce valore all’apparire più che all’essere. “Valgo non per quel che sono, ma per come appaio”: questo è un principio amplificato all’infinito nella nostra società in cui per diventare famosi e popolari non è richiesta alcuna competenza, basta presentarsi in un reality show, stare seduti su un divano e fornire di sé un’esibizione puramente estetica basata sul “non essere niente – se non un’immagine”. Le ragazze in particolare imparano questa lezione che identifica il valore personale con la visibilità della propria immagine e allora nei propri social continuano a postare nuove immagini di sé, a cercare una vetrina in cui il proprio valore viene decretato dallo sguardo dell’altro, da quanti “like” e reazioni emotive l’immagine appena postata riceve nella virtuale arena dei social network. Il secondo aspetto che, secondo me,

spiega il ricorso frequente ai comportamenti di sexting da parte delle ragazze (sono soprattutto loro ad avere immagini molto esplicite che circolano sui cellulari di amici e compagni) è che la cultura di riferimento per le nostre figlie le spinge e a mostrarsi sempre più “sexy e disponibili”, “seduttive ed ammiccanti” nel tentativo di essere apprezzate e valorizzate nel loro contesto relazionale di riferimento. E’ un vero bombardamento di immagini, stimoli e suggestioni che sembra proporre al genere femminile l’imperativo che “la donna del terzo millennio”, quella in controllo della propria vita e della propria carriera, è sessualmente molto disinibita e si propone agli altri con un “carico” di seduttività erotica e sessuale francamente sopra le righe e lontana dal principio di realtà. Questo ha generato una vera e propria emergenza educativa e spinto l’Associazione degli Psicologi Statunitensi a redarre un Report sulla sessualizzazione precoce delle bambine e delle ragazze ricco di suggerimenti educativi finalizzati a contrastare un fenomeno che rischia – come il sexting dimostra – di mettere in pericolo la crescita delle nostre figlie.


Infine, non possiamo non notare che molti di questi comportamenti sono agiti nella totale inconsapevolezza dell’importanza e dei significati associati alla sessualità nel nostro percorso di vita. Generare consapevolezza e significati è possibile solo all’interno di un progetto educativo. Ma l’educazione sessuale nel nostro Paese è un tema così dibattuto e contrastato, un tema così divisivo nel mondo adulto che ad oggi nessuna legge, nessun progetto ufficiale, nessuna attività concreta e formalizzata viene proposta per mandato ministeriale nelle nostre scuole di ogni ordine e grado. Così molto spesso i nostri figli crescono nel silenzio degli adulti e in un deserto educativo, che genera confusione e li spinge verso il territorio del rischio comportamentale. I dati delle ricerche da poco pubblicate contengono un solo vero grande messaggio e spingono in una sola direzione: è prioritario sviluppare e promuovere educazione e prevenzione. Altrimenti è molto probabile che il prossimo anno, una nuova ricerca ci dirà che la situazione si è ulteriormente aggravata.


GOOGLE E FACEBOOK SANNO TUTTO QUELLO CHE FACCIAMO ONLINE: L’ALLARME DEL CEO DI DUCKDUCKGO Secondo una ricerca del Princeton Web Transparency & Accountability Project, il 76% dei siti web contiene tracker nascosti di Google, il 24% di Facebook e il 12% di Twitter. Google e Facebook conoscono in pratica qualsiasi cosa facciamo sul web oltre a sfruttare altri meccanismi di tracking ancora più ricercati quando si usano i loro prodotti e servizi. Se vogliamo davvero dei passi avanti sul versante della privacy, dobbiamo fare qualcosa per mettere un freno a Google e Facebook. Non farlo è un po’ come provare a perdere peso senza cambiare dieta: semplicemente inefficace. È il succo del pensiero di Gabriel Weinberg, CEO e fondatore di DuckDuckGo, il motore di ricerca nato nel 2008 che si vanta di mettere la privacy davanti a qualsiasi cosa e non tenere traccia di nessuno. Secondo una ricerca del Princeton Web Transparency & Accountability Project, il 76% dei siti web contiene tracker nascosti di Google, il 24% di Facebook e il 12% di Twitter. Google e Facebook conoscono in pratica qualsiasi cosa


facciamo sul web oltre a sfruttare altri meccanismi di tracking ancora più ricercati quando si usano i loro prodotti e servizi. I due big della Silicon Valley hanno accumulato così tanti profili da essere in grado di conoscere interessi, acquisti, ricerche, dove e quando un contenuto è stato cercato, località visitate e tanto altro. Una mole immensa di dati che nelle loro mani è oro prezioso per bersagliare l’utente con messaggi pubblicitari mirati che lo inseguono qualunque cosa visita in rete. Gabriel Weinberg spiega che Google e Facebook sono in grado di offrire pubblicità super-mirate come nessun altro al mondo. eMarketer, ha calcolato che i due gruppi insieme rappresentano il 63% di tutta la pubblicità digitale e il 74% della crescita di questo mercato nel 2017 è attribuibile a loro. “Un duopolio pubblicitario che non mostra segni di cedimento” riferisce Weinberg. L’uso di ricercati algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, spiega ancora Weinberg, ha permesso ai due big di creare un universo digitale alternativo che controlla gli utenti. “Nella loro corsa al profitto, hanno mostrato poco interesse per le conseguenze negative associate a quegli algoritmi”. Weinberg ritiene


che soluzioni specifiche dovrebbero arrivare da Washington. Congresso e agenzie federali dovrebbero considerare con spirito nuovo ciò che si potrebbe fare per frenare la monopolizzazione dei dati. Dovrebbero, ad esempio, chiedere maggiore trasparenza sull’uso di questi algoritmi, in modo che gli utenti comprendano come le loro informazioni personali sono raccolte, gestite e vendute. In questo modo le persone potrebbero fornire o no il loro consenso informato. Altre proposte puntano a una legge che stabilisca che sia l’utente a possedere i suoi dati portando a opzioni per bloccare eventuali abusi. Per garantire maggiore competizione nel mondo della pubblicità online, bisognerebbe inoltre limitare le possibilità di combinare i dati. DuckDuckGo afferma che già quasi quarto degli americani adulti sta già adottando provvedimenti significativi per riprendere il controllo della propria privacy. Il consiglio è di adottare add-on per i browser che permettono di bloccare i meccanismi di tracciamento di Google e Facebook, rendendo la rete più sicura e privata.


SECONDO UN EX DIRIGENTE DI FACEBOOK I SOCIAL MEDIA DISTRUGGERANNO LA SOCIETÀ «Non c’è più discussione civile, ma solo disinformazione e diffusione di falsità. Fatevi un esame di coscienza» «Mi sento terribilmente in colpa per il mio lavoro con Facebook. I social media sono strumenti che stanno facendo a pezzi la società», ha detto Chamath Palihapitiya, un ex-dirigente di Facebook - vice presidente della divisione user growth, per essere precisi - durante un intervento alla Graduate School of Business di Stanford. Dichiarazioni che sono state poi approfondite in un’intervista rilasciata a Julia Carrie Wong del Guardian. «I feedback loops che abbiamo creato sono botte di dopamina

pericolose e creano dipendenza. Non c’è più discussione civile, cooperazione, ma solo disinformazione e diffusione di falsità». Palihapitiya non lavora più per Facebook dal 2011, e ha specificato che i suoi attacchi «non hanno niente a che vedere con l’influenza della Russia. È un problema globale, i social media stanno erodendo le fondamenta della normale interazione tra le persone».

DOVETE DECIDERE QUANTA INDIPENDENZA INTELLETTUALE SIETE DISPOSTI A CEDERE Le dichiarazioni non sono arrivate per caso, ma poco dopo l’intervento (molto simile nei toni e nelle intenzioni) di Sean Parker, founding president dell’azienda, che ha attaccato la sua ex società durante un evento Axios. «Facebook sfrutta la vulnerabilità psicologica dell’umanità», aveva detto Parker. «Non si possono controllare», ha continuato Palihapitiya, «ma posso invece controllare le mie decisioni.

E decido di non avere niente a che fare con quella merda. Posso fermare i miei figli, e invito il pubblico a farsi un esame di coscienza e capire com’è la loro relazione con i social media». L’intervista dell’ex-dirigente si inserisce in un filone di critiche a Facebook esploso dopo le elezioni presidenziali del 2016. Sono in molti, in America, a pensare che il risultato sia stato influenzato da Face-

book e dai social, che avrebbero agito da cassa di risonanza per fake news, cospirazioni e propaganda pro-Trump. «Non ve ne rendete conto, ma vi stanno programmando», ha aggiunto Palihapitiya. «Non è stata una cosa intenzionale, ma adesso dovete decidere quanta indipendenza intellettuale siete disposti a cedere». Facebook, per il momento, ha deciso di non rispondere.


I PENTITI DELLA SILICON VALLEY: «ABBIAMO CREATO LA DIPENDENZA DA SMARTPHONE» I «frontmen» delle più grandi società, da Facebook a Google, raccontano le meraviglie della tecnologia. Ma i dipendenti cominciano a ricredersi, da chi ha inventato il tasto «like» a chi ha ideato il sistema «Pull-to-refresh» Di Michela Rovelli «Quando un network cresce fino a un miliardo o due miliardi di persone, cambia letteralmente la tua relazione con la società, con gli altri. Probabilmente interferisce in modo misterioso con la produttività in strani modi. Solo dio sa cosa stia facendo ai cervelli dei nostri bambini». Non, non è lo sfogo di un apocalittico tecnofobico. Sono parole di Sean Parker, l’hacker che a vent’anni fondò Napster e a 25 fu il primo presidente di Facebook (prima di esserne cacciato per una vicenda di cocaina). Quello che ha messo insieme l’idea di Mark Zuckerberg e i soldi di Peter Thiel (e che nel film The Social Network è interpretato da Justin Timberlake). Uno che, come ricorda in Move fast and break things Jonathan Taplin (che gli imputa non senza qualche ragione la distruzione dell’industria musicale nella quale lo stesso Taplin lavorava) pensa che sia «la tecnologia e non l’economia o il governo la vera forza trainante dietro i grandi cambiamenti sociali»

I SOCIAL SFRUTTANO LE VULNERABILITÀ PSICOLOGICHE Per questo fa una certa impressione leggere, come riporta su Axios Mike Allen, che l’ha intervistato a Filadelfia (qui il video), che il «nuovo» Parker, quello che presiede il Parker Institute for Cancer Immunotherapy, si proclama «una specie di obiettore di coscienza» in fatto di social media. Parker dice che i social, e Facebook prima di tutti, sono partiti da una domanda: «Come faccio a consumare la maggior parte possibile del vostro tempo e della vostra attenzione cosciente? E hanno perciò «sfruttato una vulnerabilità nella psicologia umana», ossia il bisogno di riconoscimento sociale («proprio la cosa che si sarebbe inventato un hacker come me»), e che lui stesso, Mark Zuckerberg e Kevin Systrom di Instagram «ne eravamo del tutto coscienti, ma l’abbiamo fatto comunque». Come? «Dandovi ogni tanto un po’ di dopamina, perché qualcuno mette “mi piace” o commenta una foto, un post o qualcos’altro». Quanto sia sincera l’autocritica di Parker (che è ancora nel board di Spotify) è da vedere. Ma sembra conscio di segnare un cambio di rotta, tanto che, tra il serio e il faceto, dice a Allen: «Credo che Mark Zuckerberg adesso bloccherà il mio account».


L’ECONOMIA DELLA «ATTENZIONE» Un futuro avveniristico, il potere di essere connessi sempre e ovunque, l’abilità di comunicare anche nelle zone più remote, un computer che sta in tasca. Siamo continuamente bombardati dai guru della Silicon Valley - da Mark Zuckerberg in giù - sulle loro convinzioni di quanto la tecnologia ha migliorato e sta migliorando la nostra vita. Tutto passa dallo smartphone, oggetto di cui ormai non possiamo più fare a meno. Davvero. Perché se i grandi capi del mondo hitech ci mostrano le meraviglie delle loro invenzioni, alcuni di coloro che sono alle loro dipendenze non ne sono più così certe. Alcuni sono le menti che hanno inventato vere e proprie pietre miliari della nostra vita quotidiana 2.0, dal pulsante «like» di Facebook al sistema per aggiornare le pagine «tirando» lo schermo verso il basso. Azioni di cui - in pratica - non possiamo più fare a meno. Una vera e propria droga. Ci ritroviamo a controllare in modo ossessivo il telefono per vedere se abbiamo ricevuto notifiche, una qualche reazione o se la nostra bacheca ha qualche post nuovo da mostrarci. Lo tocchiamo, in media, 2.616 volte al giorno. Solo la sua presenza debilita la nostra capacità di pensare, ha dimostrato una ricerca dell’università di Chicago, anche quando è spento. La tecnologia è (anche) una droga, che distrugge la nostra attenzione verso il mondo «offline» quello reale. E di questo ne sono convinti i protagonisti di un lungo reportage pubblicato sul Guardian. Ingegneri, designer, manager. Quelli che hanno creato (in parte) la nostra dipendenza da smartphone che causa una continua parziale perdita della concentrazione, che danneggia le nostre capacità cognitive e ci rende perennemente distratti. E sono loro, in primis, che cercano il modo di uscirne. Ecco le loro storie. VISITA LA PAGINE DE “IL CORRIERE” CLICCANDO QUI


LA RABBIA DEI PEDIATRI ITALIANI: “BASTA CELLULARI E TABLET AI BAMBINI, I DANNI SONO DEVASTANTI” L’utilizzo dei cellulari si sta modificando da uso ad abuso e gli effetti dannosi per la salute sono sempre più lampanti, specie per i bambini. Ecco perché. L’utilizzo dei cellulari, come spiegano i pediatri della Società Italiana i Pediatria Preventiva e Sociale, si sta modificando da uso ad abuso e gli effetti dannosi per la salute sono sempre più lampanti: mancanza di concentrazione, difficoltà di apprendimento e aggressività. Ma non solo. L’allarme riguarda anche le onde magnetiche emanate dai telefonini: “L’Italia è al primo posto in Europa per numero di cellulari in utilizzo e l’età media dei possessori diminuisce sempre di più – spiega Maria Grazia Sapia, pediatra – Stiamo passando da un uso ad un abuso. Non dimentichiamo che cellulare, o smartphone che dir si voglia, è sinonimo di piccolo ricetrasmittente che viene normalmente tenuto vicino alla testa, durante le chiamate o mentre si sta giocando o comunicando.

Gli effetti dannosi per la salute sono sempre più evidenti, alcuni in relazione agli effetti termici: il sistema naturale del nostro organismo, a causa dell’interazione del campo elettromagnetico con il nostro corpo, si attiva per via dell’aumento della temperatura generata dall’interazione stessa, localizzata dunque se parliamo di cellulari. Quando queste esposizioni sono prolungate ed intense possono comportare la morte delle cellule con necrosi dei tessuti, in quanto superano il meccanismo di termoregolazione. Inoltre è ormai appurato che, di fianco alle varie dipendenze che affliggono la nostra società senza escludere i più giovani, una collocazione predominante l’ha conquistata la “dipendenza da telefonino”, con danni serissimi sullo sviluppo sociale e psichico”.

La rabbia dei Pediatri Italiani: “Basta cellulari e tablet ai bambini, i danni sono devastanti”.


L’UTILIZZO DEI CELLULARI SI STA MODIFICANDO DA USO AD ABUSO E GLI EFFETTI DANNOSI PER LA SALUTE SONO SEMPRE PIÙ LAMPANTI, SPECIE PER I BAMBINI. ECCO PERCHÉ. L’utilizzo dei cellulari, come spiegano i pediatri della Società Italiana i Pediatria Preventiva e Sociale, si sta modificando da uso ad abuso e gli effetti dannosi per la salute sono sempre più lampanti: mancanza di concentrazione, difficoltà di apprendimento e aggressività. Ma non solo. L’allarme riguarda anche le onde magnetiche emanate dai telefonini: “L’Italia è al primo posto in Europa per numero di cellulari in utilizzo e l’età media dei possessori diminuisce sempre di più - spiega Maria Grazia Sapia, pediatra Stiamo passando da un uso ad un abuso. Non dimentichiamo che cellulare, o smartphone che dir si voglia, è sinonimo di piccolo ricetrasmittente che viene normalmente tenuto vicino alla testa, durante le chiamate o mentre si sta giocando o comunicando. Gli effetti dannosi per la salute sono sempre più evidenti, alcuni in relazione agli effetti termici: il sistema naturale del nostro organismo, a causa dell’interazione del campo elettromagnetico con il nostro corpo, si attiva per via dell’aumento della temperatura generata dall’interazione stessa, localizzata dunque se parliamo di cellulari. Quando queste esposizioni sono prolungate ed intense possono comportare la morte delle cellule con necrosi dei tessuti, in quanto superano il meccanismo di termoregolazione. Inoltre è ormai appurato che, di fianco alle varie dipendenze che

affliggono la nostra società senza escludere i più giovani, una collocazione predominante l’ha conquistata la “dipendenza da telefonino”, con danni serissimi sullo sviluppo sociale e psichico”. “Per ora - continua Giuseppe Di Mauro, presidente dell’SIPPS non abbiamo prova di tutte le conseguenze collegate all’uso dei cellulari, ma siamo certi che da un uso eccessivo potrebbero aver origine perdita di concentrazione o memoria, oltre ad una minore capacità di apprendimento, a disturbi del sonno e un aumento dell’aggressività. Inoltre ritengo che ai bambini non debba essere data la possibilità di usare il cellulare o, se proprio non possono evitare per qualsiasi motivo di dare ai propri figli questo dispositivo, spero che venga utilizzato per pochissimo tempo e non per ore intere chattando o mandandosi sms: sono migliaia gli adolescenti che, pur stando nello stesso posto, non si parlano e continuano a tenere la testa bassa sullo schermo del proprio telefonino. Se non mettiamo un freno, o se non ci dedichiamo ad una vera e propria educazione al corretto utilizzo del dispositivo (perché di reali vantaggi, se usato correttamente, ne ha ndr), rischieremo un’invasione da cellulare che comporterà ad una vero e proprio isolamento”.



BBC ACCUSA FACEBOOK: «NON RIMUOVE I CONTENUTI PEDOFILI SEGNALATI» E IL SOCIAL SI RIVOLGE ALLA POLIZIA L’emittente britannica, che ha fatto un’inchiesta sui gruppi di pedofili privati, ha chiesto a Fb di rimuovere cento foto pedopornografiche: ne ha eliminate solo 18. Ha inviato allora le immagini come «prove» e il social si è rivolto alla National Crime Agency Una risposta sorprendente a una critica legittima. In Gran Bretagna è scontro tra Facebook e Bbc. Un botta e risposta che ha finito per coinvolgere anche la politica e le forze dell’ordine. All’origine, un’inchiesta dell’emittente televisiva, che ha evidenziato come il sistema di segnalazione di contenuti non appropriati del social network non funziona come dovrebbe. Alla richiesta di rimozione di cento immagini a sfondo pedopornografico che circolavano su gruppi privati, la piattaforma non è stata efficiente. Solo 18 sono state rimosse. Secondo la risposta che viene inviata in automatico all’utente, le altre non avrebbero violato gli standard. La Bbc è riuscita a concordare un’intervista con Simon Milner, responsabile della policy, dopo un anno di continue richieste. Lui alla fine ha accettato, ma a condizione di poter visionare il materiale oggetto dell’inchiesta e che non era stato rimosso. Così il giornalista ha inviato le «prove» raccolte nel corso delle sue ricerche direttamente a Facebook. Ed ecco la reazione sorprendente: il social network si è rivolto alla polizia. In particolare alla National Crime agency, sostenendo di aver seguito gli standard previsti, che prevedono una segnalazione al Child Exploitation and Online Protection Centre e dichiarando che «è contro la legge per chiunque distribuire foto che sfruttino l’immagine di bambini

Il commento da Westminster: «Incredibile»

«Incredibile», ha commentato il presidente della Commissione parlamentare per i Media Damian Collins. La Bbc stava solo cercando di aiutare Facebook a «ripulire la sua Rete», ha continuando, aggiungendo di avere «forti dubbi», a questo punto, sul funzionamento del sistema di controllo dei contenuti. «Mi disturba molto. «Trovo quei contenuti inaccettabili. Questo fa nascere domande su come gli utenti possano effettivamente porre dubbi a Facebook su ciò che circola sulla piattaforma, su ciò che non dovrebbe esserci e se possano essere sicuri che ci saranno azioni conseguenti». I risultati dell’inchiesta portata avanti dalla Bbc risalgono all’inizio del 2016. Le prove raccolte dall’emittente aveva permesso di condannare un uomo a quattro anni di carcere. Ma non sono riuscite a cancellare il fenomeno della condivisione di immagini pedopornografiche. A dimostrarlo, questo test e le 18 foto rimosse su 100 segnalate. E la reazione del social network, successiva alla richiesta di spiegazioni.


Coordinamento

Giovanna Baldissera Pedagogista Agenzia per la famiglia Provincia Autonoma di Trento

Relatori

Luciano Malfer

Sara Ferrari Assessora all’Università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo della Provincia autonoma di Trento

Dirigente generale Agenzia per la Famiglia, natalità e politiche giovanili Provincia autonoma di Trento

Alberto Pellai Scrittore, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva di Milano

Team NAVIGARE A VISTA Giulia Tomasi - Matteo Kettmaier - Daniele Maramaldo

Daniela Longo Avvocatessa, Difensora Civica e garante dei Minori Provincia autonoma di Trento

Dott. Matteo Lancini Psicoterapeuta e scrittore

Mauro Cristoforetti Media Educator di Save the Children nazionale e Generazioni Connesse


Si ringraziano per la collaborazione:

Music Free


2017 “BE THE CHANGE: UNITE FOR A BETTER INTERNET”


Safety Network 7 febbraio - 7 marzo Trentino 2017

SAFER INTERNET MONTH 2017

“Be the change: unite for a better internet”

Un mese per riflettere sull’uso consapevole della rete e dei social


“Be the change: unite for a better internet” è lo slogan della giornata, scelto a livello internazionale, per far riflettere i ragazzi e le ragazze non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sulla responsabilità di ciascuno nella realizzazione di contenuti veicolati sul web. Anche quest'anno l’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili con l’Assessorato a università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo, propone il Safer internet Month Trentino (SIM T), un percorso con iniziative rivolte a studenti, insegnanti e genitori con un approfondimento della questione di genere con SIDonne. Alla conferenza stampa di presentazione delle iniziative hanno partecipato Sara Ferrari, assessora a università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili, Giovanna Baldissera, responsabile dell’iniziativa per l'Agenzia per la famiglia, Daniela Longo, la difensore civico e garante dei minori della Provincia autonoma di Trento, Viviana Lupi. giornalista e scrittrice, autrice del testo “L’Amico gentile”, Giuseppe Piccione, regista della compagnia Kaos Teatri e Nicoletta Zanetti del Dipartimento della conoscenza.


7 febbraio AV V I O S I M E C E L E B R A Z I O N E S I D

Celebrazione ufďŹ ciale della giornata internazionale del Safer Internet Day 2017 (SID) e avvio del Safer Internet Month Trentino 2017 (SIM-T)


7 febbraio L A B O R AT O R I S C O L A S T I C I Lunedì 13 e Martedì 14 FEBBRAIO Presso gli Istituti Comprensivi di Cles e Valle dei Laghi/Dro che aderiscono al SID2017 si svolgeranno degli incontri di 2 ore di analisi del testo “L’Amico gentile” di Viviana Lupi. Lo scopo è quello di aumentare la consapevolezza dei ragazzi sui rischi e la potenzialità della rete e dei social network, affrontando il rischio derivante dalla “bolla di filtraggio” come limite all’informazione completa e possibile causa di sviluppo di distorsioni cognitive. Mercoledì 22 e Giovedì 23 FEBBRAIO Per un pugno di frasi - gara degli studenti degli Istituti Comprensivi sul testo “L’Amico gentile” (sullo stile della trasmissione televisiva “Per un pugno di libri”). Oggetto delle gare sarà indovinare a quale capitolo e situazione apparterranno i brevi brani che saranno letti. Vincerà la classe/squadra che indovinerà il capitolo a cui si riferisce e saprà proseguire la narrazione, come nel testo originale, per almeno 2 minuti. Dopo le gare nei singoli I.C. i vincitori saranno presenti al match finale. S A F E R I N T E R N E T D AY D O N N E - S I D O N N E 2017 Lunedì 6 MARZO ore 11.00 Convegno con scrittore, medico e psicoterapeuta Alberto Pellai con approfondimenti sul testo “Bulli e pupe”, precedentemente

letto dagli studenti, che affronta il delicato tema delle relazioni tra parie di genere al tempo di Internet. Lunedì 6 MARZO ore 18.00 Convegno con scrittore medico e psicoterapeuta Alberto Pellai aperto a famiglie e insegnanti.

S A F E R I N T E R N E T M O N T H 2 0 1 7 - G I O R N ATA C O N C L U S I VA Martedì 7 MARZO | 9.00 - 11.30 Convegno finale SIM T (9.00 - 10.00) sul significato di “Be the change: unite for a better internet” per la scuola, data l’emergenza educativa in corso Relatori: scrittrice Viviana Lupi, ricercatore FBK Maurizio Napolitano e Navigare a vista con esiti laboratori scolastici. Spettacolo teatrale (10.00-11.00) “L’Amico gentile” a cura della compagnia Kaos Teatri offerto agli studenti degli istituti comprensivi e delle scuole superiori in matinè all’Auditorium Santa Chiara. Happening dei pizzini (11.00-11.30) improvvisazione dei ragazzi previa raccolta dei biglietti, pizzini, di suggerimenti scritti a scuola prima dello spettacolo sul tema del mese “Be the change: unite for a better internet”. Martedì 7 MARZO | 20.30 - 21.30 Spettacolo teatrale “L’amico gentile” a cura della compagnia Kaos Teatri rivolto alle famiglie e insegnanti. Ingresso libero.


7 febbraio


13 - 14 febbraio I C C L E S S - I C C AV E D I N E

Gara per un pugno di frasi

“Città Intelligente, prossimo futuro. A ogni bambino fin dalla nascita viene assegnato un Amico Gentile, un angelo custode elettronico presente in ogni istante della vita. Quando serve, gli Amici Gentili escono in 3D dagli orologi portati al polso e sono in grado di cambiare aspetto nel tempo. Ai bambini appaiono come angeli o fate, per gli adolescenti si trasformano in ragazzini spavaldi che si comportano da amici complici, gli adulti li vedono come indispensabili assistenti. Come tutti i suoi coetanei Evan vive spensierato nei mirabolanti scenari e giochi elettronici della Città Intelligente fino a che, alla Scuola Speciale, i suoi compagni Sarah e Mark gli rivelano un terribile segreto. Inizia così un’avventura in un mondo che Evan non aveva mai conosciuto e una battaglia per sconfiggere la deriva di una tecnologia che sa tutto di ogni cittadino, che può manipolare le persone e coprire la meraviglia della realtà, della natura e dell’amicizia vera.” L’Amico Gentile | di Viviana Lupi


13 - 14 febbraio

Romanzo “L’amico gentile” “L’amico gentile” è un romanzo di fantascienza ambientato in un futuro negativo in cui le persone vivono la propria vita in una «smart city» in cui tutte le loro attività sono monitorate e gestite dal Centro Digitale Centrale. Per controllare le persone, il CDC somministra farmaci psicoattivi e assegna a ciascuna persona un «amico gentile», un’assistente virtuale che parla con le persone e le «aiuta». In realtà l’amico gentile condiziona le persone ad agire secondo il volere del CDC. Dei ragazzi speciali, comunque, troveranno il modo di ribellarsi e riscoprire la bellezza della natura.

Chi è Viviana Lupi Giornalista scientifica professionista, è autrice di centinaia di articoli pubblicati su testate nazionali. Dopo la laurea in Scienze Naturali (Università degli Studi – Milano) ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Da oltre quindici anni lavora nel campo della comunicazione per centri di ricerca sia di ambito scientifico-tecnologico che umanistico. Proprio il contatto quotidiano con le frontiere della ricerca, soprattutto nei settori dell’Information Technology e delle Nanotecnologie, ha favorito la realizzazione degli scenari per il romanzo di fantascienza “L’Amico Gentile”.


22 - 23 febbraio I C C L E S S - I C C AV E D I N E

Navigare a vista Il progetto "Navigare a Vista" si occupa di ricerca, prevenzione e formazione nell'ambito dell'educazione digitale. Si pone come obbiettivi quello di intervenire, informando e sensibilizzando, sui principali attori che gravitano attorno alle scuole: ragazzi, genitori e insegnanti. Tra i vari obbiettivi che il progetto si propone, spicca quello di tentare di diminuire il gap generazionale, che in questo momento e in quest'ambito risulta essere uno dei fattori di maggior rischio quando si parla di patologie internet correlate.

Quanti ragazzi posseggono uno smartphone


22 - 23 febbraio

Quanti sono iscritti ad un social

All'interno del Safer Internet Month il progetto si è occupato di svolgere due interventi all'interno degli istituti comprensivi di Cles e di Valle dei Laghi. I due incontri plenari avevano come traccia il libro "L'amico gentile" di Viviana Lupi, testo che è stato in un secondo momento al centro della gara tra istituti "per un pugno di parole".


22 - 23 febbraio


22 - 23 febbraio

Considerazioni a fine progetto

IC CLESS

I C C AV E D I N E

Tutti i ragazzi presenti hanno uno smartphone

27/30 hanno lo smartphone

Tutti utilizzano whatapp

20 hanno whatapp

Tutti utilizzano Insagram

17 hanno instagram (8 profilo pubblico)

1/3 utilizza facebook

7 hanno facebook

2/3 utilizzano snapchat

10 hanno snapchat

Tutti giocano a videogiochi

Tutti giocano con videogiochi

Quaisi tutti seguono youtubers (2 fanno loro stessi

26/30 seguono youtubers

video)

Quasi la metà dei ragazzi (12/30) giocano con

A 15 ragazzi su 82 è capitato che una loro foto o video

videogiochi non adatti alla loro età, quali GTA e Call of

venisse condivisa con altri senza che venisse chiesto il

Duty !

loro consenso, o contro la loro volontà! A conclusione delle due ore un ragazzo ha voluto condividere con tutti la propria sofferenza nello stare vicino a compagni vittime di bullismo. È emersa una situazione di cyberbullismo che coinvolge molti ragazzi delle classi III.


22 - 23 febbraio


6 Marzo S A F E R I N T E R N E T D AY D O N N E - S I D O N N E R O S M I N I

"Be the change: unite for a better internet for all” Evento unicamente trentino, il Safer Internet Day Donne 2017 - SIDonne coniugherà il cavro tema consegnato dall’organizzazione internazionale del Safer Internet Day con l’aggiunta dell’eccezione “for all” poiché anche nel mondo della rete, come nella realtà, esistono delle notevoli differenze di genere. Il testo “Bulli e Pupe” dello scrittore e psicoterapeuta Alberto Pellai di Milano verrà proposto agli studenti delle scuole superiori al fine di ottenere da loro, accompagnati dai docenti, una propria riflessione sul tema delle relazioni tra pari, sul ruolo della donna, oltre che su come e quanto i solcial network amplifichino o modifichino questo delicato argomento. Alberto Pellai incontrerà, nel convegno finale del SIDonne 6 marzo una decina di classi così che ragazzi e ragazze faranno conoscere all’autore la loro elaborazione del testo (scritti, video, performance o altro) e lo stesso interloquirà con tutti per approfondire la tematica.


6 Marzo

Chi è Alberto Pellai Alberto Pellai è medico, ricercatore all’Università degli Studi di Milano, psicoterapeuta dell’età evolutiva, nonché padre di quattro figli (di cui due femmine). Si occupa di prevenzione in età evolutiva e fa molta formazione a insegnanti, genitori e professionisti del settore. Ogni anno incontra centinaia di suoi giovani lettori. È autore di molti bestseller per genitori, tradotti anche all’estero, tra cui Tutto troppo presto e I papà vengono da Marte, le mamme da Venere (scritto con Barbara Tamborini) pubblicati da De Agostini. Ha vinto numerosi premi letterari e nel 2004 il Ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’Argento al merito della sanità pubblica.

Parole di Alberto Pellai Voi che leggete questo libro magari lo state facendo proprio all’interno di un progetto scolastico di questa natura. Insomma, venite aiutati dagli adulti ad promuovere riflessioni e pensieri su un’area così importante della vostra vita e di quella di chi vi vive a fianco. Ma io vi invito, ragazzi e ragazze, a non pensare che questo cambiamento avverrà solo perché gli adulti vi coinvolgeranno e ve ne renderanno protagonisti. Solo perché ci sono educatori, politici ed intellettuali che ogni giorno promuovono idee, parole, leggi e azioni che vanno in questa direzione. Il vero cambiamento in questi ambiti parte dal basso: ognuno di noi è corresponsabile della società in cui si trova a vivere e del mondo in cui crescerà e invecchierà. Perciò anche tu che stai leggendo hai un ruolo. Da subito. E credo che il miglior modo per dimostrartelo sia raccontarti ciò che un gruppo di ragazzi hanno fatto un giorno in una palestra. C’era in corso una sfida tra due squadre di pallavolo, all’interno di un campionato giovanile. Protagonisti i 13dicenni di due società lombarde. Una squadra schierava soltanto ragazze all’interno della propria compagine. L’altra, invece, utilizzando una nuova norma inserita nel regolamento dalla Federazione Nazionale della Pallavolo, presentava invece una composizione mista, con ragazzi e ragazze. Laformazione mista sta vincendo. I genitori della squadra che sta perdendo e che sono lì nella palestra,


6 Marzo cominciano a fibrillare. Pensano: “Non è giusto che una squadra che annovera al proprio interno anche i maschi giochi contro una squadra tutta femminile”. Il clima si fa teso. La sconfitta sembra inevitabile. E allora qualche adulto comincia ad offendere. Chi viene offeso? I maschi che stanno giocando sul campo. Come vengono offesi? Venendo additati come omosessuali. Ma chiaramente gli adulti non usano questa parola e ne collezionano una serie contenente i peggiori luoghi comuni sui gay. A questo punto la sfida sul campo si trasforma in una vera e propria guerra fuori dal campo. Ovvero i genitori dei ragazzi offesi si scagliano contro i genitori che hanno appena additato i loro figli come omosessuali. Si danno schiaffi, calci e pugni. La partita viene interrotta. Tutto sospeso. Nel silenzio di quella sospensione, pesa la fatica di aver visto gli adulti dare il peggior esempio di sé. Pesa che gli adulti abbiano confuso tutto: il gioco, lo sport, il concetto di genere, il concetto di orientamento sessuale, l’omofobia. Hanno fatto spazzatura di tutto questo. E lo hanno fatto di fronte ai loro figli, umiliati dallo spettacolo messo in scena da chi di loro si dovrebbe occupare in ben altro modo. Dare botte per risolvere un conflitto, non riconoscere a maschi e femmine pari dignità e pari diritti in una sfida sportiva compiuta in pieno rispetto delle regole della Federazione, utilizzare il termine “omosessuale” come un’offesa, sentirsi indignati dal fatto che hanno dato dell’omosessuale a tuo figlio: molti dei temi che ho raccontato in questo libro sono incarnati nell’episodio di cronaca che ho appena descritto. Il finale però è davvero inatteso. Perché all’improvviso, sul campo da gioco, ricompaiono i ragazzi che avevano dovuto interrompere la partita. L’arbitro vorrebbe rimandarli in spogliatoio: “Non si gioca più oggi. La partita è stata sospesa. Andate via da qui. Giocate per niente, tanto non decreterò mai un vincitore tra le vostre squadre, oggi pomeriggio”. I ragazzi invece rimangono lì sul campo. Ma qualcosa è cambiato rispetto a prima. Perché i giovani atleti delle due squadre, in realtà, hanno mescolato tutto. Si sono scambiati le maglie delle due formazioni, hanno messo un po’ di maschi di qua e di là dalla rete e hanno ricominciato a giocare. Così, semplicemente per divertirsi. Non per vincere né per perdere. Ma per dimostrare a chi li dovrebbe educare che nel cuore di un adolescente ci sono molti più valori di quelli che stanno nelle priorità educative di chi si occupa di loro. Quel pomeriggio l’arbitro non decreta nessuna vittoria per la classifica. Ma i ragazzi e le ragazze sul campo invece vincono la più bella vittoria della loro vita. E’ da qui che dobbiamo ripartire. Tutti insieme. A volte contro la stessa ottusità degli adulti che non sanno vedere al di là del proprio naso, non sanno vedere la luna quando qualcuno gliela indica con il dito. E si fermano a guardare il dito. Invece là fuori c’è tutto. La luna, il sole, il mare, le stelle. E ci siamo noi: maschi e femmine. Ma soprattutto noi esseri umani. Non identici. No, quello no. Ma uguali sì.” Tratto dall’epilogo del volume di Alberto Pellai “Bulli e pupe. Come i maschi possono cambiare. Come le ragazze possono cambiarli”.


7 Marzo CONVEGNO

Manifesto


7 Marzo S P E T TA C O L O

Kàos teatri La compagnia Kàos teatri La compagnia parmigiana Kàos Teatri nasce dall’incontro di cinque personalità diverse ma incredibilmente affini, conosciutesi tra le assi del palcoscenico e accomunate da una forte passione e voglia di fare e “dis-fare”. Kàos Teatri è il naturale seguito di una costante formazione attoriale singola e di gruppo, continuata anche fuori dal territorio parmigiano, che ha dato modo ai singoli di ampliare e approfondire diversi campi di esperienza. Il debutto ufficiale della compagnia sulle scene avviene partecipando e vincendo nel 2013 il concorso “Dietro l’angolo” con lo spettacolo “Il Calapranzi” di Pinter. Sin da subito si delinea la tendenza verso un teatro sociale e di ricerca, tuttora capisaldi della visione artistica e sociale della compagnia. L'anno successivo arriva il momento di “A piedi nudi nel parco” di Simon Neil, spettacolo calorosamente applaudito da critica e pubblico. Nel 2015 Kàos Teatri decide di lavorare su un tema sociale molto importante fra i bambini e i ragazzi: l’ospedalizzazione infantile. Nasce così lo spettacolo “Un giro nel cielo” tratto da un albo illustrato di Pennac. Un altro aspetto importante della vita socio-culturale-artistica di Kàos Teatri è la formazione, soprattutto per i giovani e per gli adolescenti. Attraverso il gioco “serio” del teatro si può dare un aiuto alle agenzie educative, come la famiglia e la scuola, contribuendo all’educazione socio - culturale del nostro presente con uno sguardo al futuro.


7 Marzo Una città soggiogata dal pedante e costante controllo di un Centro Digitale Centrale, il CDC, che domina e plasma le menti degli individui attraverso inoculazioni di psicofarmaci, la metodica manipolazione dei pensieri e la sorveglianza sulle azioni e sulle emozioni. Una società uniformata, controllata, monitorata, schedata, dove non esiste libertà di pensiero. Un ragazzino come tanti, Evan, accompagnato nella vita di tutti i giorni dal suo Amico Gentile, una sorta di avatar che segue fin dalla nascita ogni abitante della città, programmato per sapere tutto degli umani, guidarli in tutto, plasmare le loro menti, scegliere le loro vite. E due ragazzi diversi, anomali, che scopriranno qualcosa di sconvolgente sulla propria realtà. Tre strade all’apparenza separate che si uniscono in una battaglia per liberarsi dai condizionamenti, riappropriarsi della libertà di pensiero, ritrovare la propria vera identità, l’importanza dei rapporti umani, la propria “natura”. Una battaglia che può essere vinta con un’unica arma a disposizione: l’amicizia. Il progresso tecnologico è ciò che maggiormente contraddistingue la nostra società, è tratto distintivo di un cambio generazionale, di una continua evoluzione del proprio modo di essere e del rapporto del singolo con la società. Ma lo sviluppo di questo progresso sta andando in direzioni del tutto inaspettate e esasperate. Se un tempo era l’individuo ad essere al centro di un mondo che poteva piegarsi ed adeguarsi alle sue esigenze, ora è il mondo, è l’oggetto a definire l’individuo, sono l’esteriorità e l’apparenza a definire ciò che sei. È ciò che hai a indicare ciò


7 Marzo che sei, sei proprio perché hai. Se un tempo era la società, il gruppo sociale e l’appartenenza ad esso a definire l’individualità, ora è l’individualità a definire il soggetto. Non si parla più di gruppo sociale, ma di accostamenti di individualità. E in questa società frammentata ed individualista, la rete sembra diventare l’unico tessuto connettivo possibile. La rete, il PC, smartphone, tablet, ecc.. diventano un prolungamento di noi stessi: ma cosa succederebbe se diventassimo noi stessi oggetto? Se il digitale diventasse naturale? Se la tecnologia continuasse la sua incessante mutazione fino ad arrivare a diventare mutazione biologica e antropologica? È l’ipotesi fantascientifica ma estremamente vivida e possibilistica che fa la giornalista scientifica Viviana Lupi nel suo romanzo “L’amico Gentile”, edito per Edizioni del Faro. È proprio questo aspetto di apocalittico estremismo tecnologico che noi vogliamo sviluppare ed indagare nel nostro omonimo spettacolo. Un’intera società soggiogata dal pedante e costante controllo di un Centro Digitale Centrale, il CDC, moderno Führer di una dittatura digitale che domina e plasma le menti degli individui attraverso inoculazioni di psicofarmaci, la metodica manipolazione dei pensieri e la sorveglianza sulle azioni e sulle emozioni attraverso avatar e realtà virtuali. Una condizione in cui le persone, serrate in un sempre più opprimente individualismo, vanno perdendo la possibilità di vivere esperienze reali sulla pelle viva, impoverendo così il loro cervello e annientando i rapporti interpersonali. Una situazione pericolosamente vicina a quella che stiamo vivendo al giorno d’oggi e che evidenzia un’impellente esigenza educativa, che riguarda non solo i ragazzi ma anche e soprattutto i genitori, a cui va l’arduo compito di non lasciare soli i figli di fronte a questo bombardamento tecnologico, che rischia di minare il loro futuro cognitivo e relazionale. E’ proprio questo continuo e incessante bombardamento che lo spettacolo vuole ricreare: l’intervento del CDC (di cui si sentirà sempre soltanto la voce, ammaliante e seduttiva) tende a presentare una realtà positiva, quasi idealizzata, a dipingere una prospettiva che di primo acchito tutti noi auspicheremmo, ma che via via arriva a vacillare, ad oscurarsi. Non si vuole presentare una situazione di fatto unilaterale e completamente negativa, ma presentare le varie facce che questo particolare sviluppo può assumere.


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La tecnologia deve essere un bene prezioso, non un surrogato di umanità, essere a servizio dell’uomo, non annullarlo. È fondamentale, affinché questo avvenga, che la cultura resti un bene a disposizione di tutti. Da qui la grande importanza della biblioteca di libri di carta ritrovata da Mark e Sarah (due dei tre ragazzi protagonisti dello spettacolo), punto di svolta e simbolo del pensiero libero, non più possibile all’interno della Città Intelligente. Da qui, la volontà di esplorare il fuori, il reale, il fisico, di capire, di pensare, di toccare e di vedere con i propri occhi, di andare al di là di ciò che viene detto e che si è sempre ritenuto reale. Oggi l’informazione è ovunque, alla portati di tutti, chiunque con un po’ di dimestichezza col computer può mettere in rete e diffondere una “sua” notizia, vera, falsa, completamente folle non importa, quella notizia arriverà e sarà a disposizione di migliaia di utenti. In questo panorama l’obiettività, la capacità di razionalizzare, cernere e filtrare ciò che si legge, ciò che si ascolta è assolutamente indispensabile. Così com’è indispensabile, in un mondo fatto di profili Facebook, volti su Instagram e identità create ad hoc per catturare qualche like in più, saper cogliere l’importanza dei rapporti veri, profondi, dei legami fisici, del “contatto” e non solo del “tatto” freddo e sterile su uno schermo. Sarà questa la battaglia che affronteranno i tre giovani protagonisti dello spettacolo: liberarsi dai condizionamenti, riappropriarsi della libertà di pensiero, ritrovare la propria vera identità, ritrovare la collettività e l’importanza dei rapporti umani, le proprie radici, la propria “natura”. Una battaglia che può essere vinta con un’unica arma a disposizione: l’amicizia.


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Foto backstage e spettacolo


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Partecipanti e interventi

Sara Ferrari

Giovanna Baldissera

Luciano Malfer

Daniela Longo

Alberto Pellai


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Link utili http://www.formart.tv/index.php?option=com_content&view=article&id=310:internet-safer-month-trentihttp://www.formart.tv/index.php?option=com_content&view=article&id=310:internet-safer-monthtrentino-2017&catid=13:stagione-9&Itemid=38 no-2017&catid=13:stagione-9&Itemid=38 https://www.facebook.com/kaosteatri/videos/836662696488259/ https://www.facebook.com/kaosteatri/videos/836662696488259/ https://www.facebook.com/TgrRaiTrentino/videos/1030086683802717/ https://www.facebook.com/TgrRaiTrentino/videos/1030086683802717/ http://www.formart.tv/index.php?option=com_content&view=article&id=310%3Ainternet-safer-monthtrentino-2017&catid=13%3Astagione-9&Itemid=38 http://www.formart.tv/index.php?option=com_content&view=article&id=310%3Ainternet-safer-month-trentino-2017&catid=13%3Astagione-9&Itemid=38 http://www.raiplay.it/video/2017/05/TG2-Lavori-in-corso-000fad6f-a9a3-4de4-9068-57931959a73d.html http://www.raiplay.it/video/2017/05/TG2-Lavori-in-corso-000fad6f-a9a3-4de4-9068-57931959a73d.html https://www.facebook.com/pg/famigliaenuovetecnologie/posts/?ref=page_internal https://www.facebook.com/pg/famigliaenuovetecnologie/posts/?ref=page_internal


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Regole sull’uso del telefono

“Cara mamma e caro papà, ho capito che devo stare attento ad usare il mio smatphone. Avete ragione ad essere perché ho scoperto che è pericoloso navigare in internet senza avere delle regole. Sapete che per usare Whatsapp bisogna avere 16 anni, mentre per Facebook 13? Ma non dovrebbe essere il contrario? Sapete che quando posti qualsiasi cosa sui social, questa non è più nostra ma è della rete? Chiunque può farne una copia e utilizzarla in modo sconveniente… Ma non chiedetemi di rinunciare al mio smatphone: mi serve per comunicare con gli amici, cercare informazioni, chiedere i compiti quando sono assente, fare foto e anche per rilassarmi giocando e ascoltando musica. Quindi mi impegnerò a rispettare alcune regole, in modo da dimostrarvi che merito la vostra fiducia. Risponderò sempre alle vostre chiamate. Porterò a scuola il telefono solo in casi particolari. Non userò la tecnologia per prendere in giro i miei compagni. Mi impegnerò a rispettare le persone e a non scrivere parole che non direi mai in faccia. Non guarderò porno perché alla mia età non sono ancora pronto. Quando sono in compagnia non userò il telefono, anche per rispetto verso gli altri. Non invierò o chiederò foto imbarazzanti perché tra qualche anno potrei pentirmene. Mi impegno a tenerlo spento ogni tanto e a uscire in compagnia di amici, oppure leggere o praticare qualche attività manuale. Leggerò le condizioni di utilizzo prima di registrarmi e non comunicherò i miei dati personali. Prima di postare qualcosa, mi prenderò qualche secondo per pensare alle conseguenze. Queste regole possono essere utili anche a voi, perché anche per gli adulti la realtà virtuale è un mondo nuovo. Non siete voi che dite sempre che non si finisce mai di imparare? Potrebbe essere l’occasione per confrontarsi e unire le nostre conoscenze per evitare problemi e risolvere dubbi, rendendo più facili le cose. Un bacio”

LETTERA AI GENITORI Testi ragazzi Come la televisione ed il computer, anche il telefonino rappresenta uno strumento tecnologico di crescente utilizzo che, come dimostrano recenti e numerosi studi, è anche un oggetto verso il quale si può sviluppare una vera e propria forma di dipendenza.

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2016 “CREIAMO INSIEME UN INTERNET MIGLIORE”


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Cos’è il social

Nella vita reale il senso di rispetto è molto più forte e importante e le persone, solitamente, per paura delle reazioni delle altre persone tendono ad essere più delicate, meno dirette e più controllate. La vita “social” invece permette di avere una “protezione” (a causa della distanza, della mancanza della dimensione della realtà e del contatto visivo e del linguaggio del corpo

La vita chiamata “social” consiste nella comunicazione attraverso apparecchi tecnologici. Proprio per il motivo che la gente sta dietro a dei cellulari, il senso di rispetto è diverso in confronto a quello che assume nella vita reale.

dell’ascoltatore) e questo porta a dare meno importanza a ciò che si scrive. Questo può essere uno strumento che concede più coraggio e porta a compiere azioni che non si dovrebbero fare nella realtà.

Fotografie degli incontri dell’evento SID 2015

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Vita da “social” Alcuni dati ricavati da delle statistiche, i dati fanno riferimento a dei ragazzi compresi tra i 12 e i 17 anni. • 75% usano Facebook • 59% usano Whatsapp • 51% conoscono le regole sulla privacy, mentre il 57% non se ne cura • 41% corrispondono con persone sconosciute (Fonte Save the children)

CURIOSITÀ Un uso non corretto di questi dispositivi può causare anche carenza di concentrazione e attenzione e conseguenze sui livelli di apprendimento.

violento, denigrazione di amici o Un problema che emerge da un compagni di classe, creare identità uso non corretto dei Social è il false cyberbullismo. Questo tipo di bullismo consiste nello scrivere messaggi a contenuto

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Indagine sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuola superiori lombarde. Una ricerca del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’università di Milano-Bicocca, con la collaborazione di OssCom, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il grafico rappresenta il rapporto tra frequenza d’uso di Internet per cercare informazioni e apprendimento in italiano (INVALSI), al netto dello status socio-economico. I risultati, in accordo con la più recente letteratura internazionale, mostrano un andamento ad U rovesciata per l’uso scolastico della Rete: gli usi poco frequenti

e molto frequenti sono associati alle performance peggiori e gli usi moderati sono associati a quelle migliori. Ciò significa probabilmente che anche le attività potenzialmente più benefiche per l’apprendimento possono diventare negative se svolte con una frequenza troppo elevata. Facendo riferimento anche a ricerche di Benedetto Vertecchi e

ad alcuni dati OCSE -PISA risulta che uno sbagliato utilizzo dei dispositivi comporta: • riduzione di capacità manuali • poca padronanza ortografica • difficoltà a memorizzare • riduzione delle capacità di argomentare • non ci sono prove certe che l’uso di tecnologie migliori i risultati in italiano e matematica 78

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Cyberbullismo

è come se usassimo solo la parte emotiva e istintiva del nostro cervello, dimenticandoci della parte razionale, che ci fa riflettere sulle nostre azioni. Penso comunque che la tecnologia in generale e i social siano utili per conoscersi, divulgare notizie e soprattutto comunicare. A volte però mi chiedo per quale motivo noi ragazzi passiamo così tempo davanti ad uno smartphone, dimenticandoci di socializzare realmente con le persone usando tutti i sensi. Non è ci stiamo trasformando in macchine perdendo la nostra parte umana? Sarebbe terribile!! Secondo te come potremmo aiutare Jessica a uscire da questa situazione? Io pensavo di cercare di convincerla a confidarsi con un adulto, anche perché mi ha raccontato che queste bullette hanno modificato una foto che lei aveva postato su Facebook, usandola come un’arma contro di lei. Ma ti rendi conto?!? Noi pensiamo che le foto siano nostre, ma una volta pubblicate diventano di tutti; chiunque le potrebbe usare per ricattarci o sfotterci. Tu conosci bene Jessica, pensa a come si può sentire in questo momento! Dovremmo riflettere prima di inviare immagini che potrebbero causare dispiacere. All’inizio le avevo consigliato di bloccare i contatti di quelle ragazze, però lei mi ha detto che questo avrebbe solo peggiorato la situazione. Allora Matteo, riflettendo insieme a te, mi è venuta un’idea, dimmi se potrebbe piacerti: venerdì io potrei invitare il nostro mitico gruppo, Jessica compresa, per una merenda a casa mia. Discuteremo della situazione e cercheremo di convincerla a confidarsi con i genitori. Che ne dici di partecipare anche tu tramite Skype? Avremmo molto piacere di vederti ed ascoltare la tua voce. Spero che tu possa essere dei nostri! Un abbraccio Davide”

ESEMPIO DI CYBERBULLISMO “Ciao Matteo, è da molto tempo che non ci sentiamo, anche perché adesso sei lontano. Come ti trovi a Barcellona, nella nuova città? Ti sei fatto altri amici? Spero che comunque non ti sia dimenticato del nostro mitico gruppo della 2D. Tu per noi ci sei sempre stato, grazie al tuo carattere aperto e disponibile, e ora ci manchi molto… Sai? Ultimamente la nostra amica Jessica è stata presa di mira su Whatsapp da alcune ragazze più grandi, della 3°, con messaggi offensivi, provocazioni, insulti, prese in giro e frasi contenenti parole che mi imbarazzerebbe scriverti. Sono molto sorpreso e preoccupato per questa situazione e non riesco a spiegarmi perché si siano accaniti proprio contro di lei, una ragazza che è sempre stata corretta con tutti. Lei sta soffrendo e io sto altrettanto male. So perfettamente che nessuno di noi può fare a meno dei social anche se non avremmo l’età per accedere, ma secondo me questi sistemi di comunicazione dovrebbero essere usati correttamente: non per offendere o ferire gli altri. Sei d’accordo con me? Secondo te, le ragazze che l’hanno presa in giro avrebbero avuto il coraggio di dire tutte quelle cattiverie in faccia? Scrivendole “attraverso” uno schermo si saranno sentite più forti, protette dalla lontananza, ma cosa avrebbero fatto nella vita reale, guardando Jessica negli occhi e sentendo la sua voce? Sembra che nella realtà virtuale sia tutto più facile,

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Il rispetto VALORE NEI SOCIAL NETWORK Il rispetto è un sentimento e un atteggiamento di riguardo, di sistema e di deferenza verso una persone ed è fondamentale nei rapporti con gli altri.

Purtroppo questo valore si sta perdendo, soprattutto nei social network. Sul web ci si trova a relazionarsi con persone che si conoscono poco o per nulla: spesso nascono discussioni che rischiano di terminare con insulti poiché non abbiamo legami affettivi con i nostri interlocutori. Inoltre sui social network si ha meno possibilità di stabilire con certezza la gravità degli atti: lo schermo rende molto più complicato intuire la reale condizione emotiva della persona con cui stiamo interagendo. Offendere, criticare e danneggiare l’altro diventa più facile proprio perché l’altro non è visto: in questa situazione le emozioni sono così attenuate che in qualche modo perdono di consistenza. Anche nella vita “reale” discutere con qualcuno che può portare le persone a stare male, ad usare parole pesanti ed a sentirsi offeso. Ma vedere l’altro aiuta a capire il peso delle parole che usiamo e a renderci conto quando esageriamo. Speriamo che questo valore non venga perso completamente. 80

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Informazioni e regole per un uso corretto del cellulare

1.

usare auricolare, vivavoce ma non il bluetooth

2. in auto per legge solo il vivavoce 3. evita le lunghe telefonate 4. alternare l’orecchio 5. non chiamare quando c’è poco segnale 6. durante la notte tenere il telefono spento lontano da noi, le

radiazioni disturbano il sonno, non ricaricarlo vicino al letto

7. non tenere il cellulare a lungo in tasca 8. non tenere il cellulare acceso in ospedale, dove vi sono

CURIOSITÀ

apparecchiature elettromedicali, su aerei, vicino a persone con peacemaker

• sms, auricolare e vivavoce possono ridurre le esposizioni del nostro cervello, consigliabile per i giovani • alcuni studi sembrano mostrare una correlazione tra un uso prolungato del cellulare e i tumori celebrali • Controllare il TAS del cellulare, tanto più il valore è basso meno radiazioni emette il cellulare. • l’effetto radiazioni emesse dal cellulare sono più impattanti nei bambini che negli adulti • l’associazione A.P.P.L.E nta nel 2001 si occupa di inquinamento elettromagnetico a livello comunale, regionale e nazionale

9. il cellulare deve essere spento a scuola, al cinema, in ospedale 10. bambini: solo chiamate di emergenza 11. informarsi sul TAS o sulle emissioni 12. nei luoghi chiusi cercare di usare il telefono fisso perchè la potenza delle radiazioni emesse dal cellulare aumenta.

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Galleria immagini

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Relatori

Sara Ferrari

Luciano Malfer

Assessora all’Università e ricerca,

Dirigente generale Agenzia per la

politiche giovanili, pari opportunità,

Famiglia, natalità e politiche giovanili

cooperazione allo sviluppo della

Provincia autonoma di Trento

Mauro Cristoforetti Media Educator di Save the Children nazionale e Generazioni Connesse

Provincia autonoma di Trento

Alberto Pellai

Daniela Longo

Scrittore, medico e psicoterapeuta

Avvocatessa, Difensora Civica

dell’età evolutiva di Milano

e garante dei Minori Provincia autonoma di Trento

Clunselor Francesca Dorigatti e Sara Libardoni 85

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Intervento

È come guidare un auto senza patente, dunque senza conoscere i dati tecnici e legali indispensabili per non fare danni agli altri e a noi stessi. Con il SID ci si informa circa le competenze dei mezzi che utilizziamo quotidianamente, spesso con troppa leggerezza.

Assessora Sara Ferrari 11 febbraio 2016 Artigianelli celebrazione del Safer Internet Day Internazionale ed avvio del Safer Internet Month Trentino – SIM T

Si tratta di strumenti, social network in particolare, molto potenti, perché la comunicazione determina la qualità della nostra vita, il grado di soddisfazione che otteniamo da noi stessi e dagli altri e anche il nostro futuro professionale. La comunicazione veicola chi noi siamo, secondo vari punti di vista, chi vorremmo essere, chi pensiamo di essere e di che cosa Sono molto contenta del modo con il quale qui si sta affrontando questo abbiamo bisogno per sentirci felici ed accettati socialmente. argomento dell’uso corretto delle nuove tecnologie, che non chiamerei problema bensì tema, poiché un problema è un tema non schematizzato, Accade anche che la generazione degli adulti, dei vostri genitori ed insegnanti, abbiano dovuto acquisire delle competenze digitali che per voi ancora da affrontare. Noi con il Safer Internet Day gli stiamo andando sono sempre state presenti al pari del cibo. Il divario di competenze inveincontro, assumendone la responsabilità pubblicamente. La scuola, una volta, era un luogo in cui il docente era il/la maestro/a re- ce di dividere potrebbe essere un’occasione per aumentare il dialogo tra le sponsabile del sapere. Oggi molti sono convinti che quanto si trova nella generazioni, dove i giovani diventano dei tutor digitali per gli adulti. rete, attraverso il tablet o altro, sia sufficiente e non ci sia più il bisogno del Invece qs tecnologie comunicative stanno aumentando la distanza tra professore reale che dia quelle informazioni che tranquillamente sono a generazioni, poiché aumentano i territori “proibiti” agli adulti che sono esclusi, per ignoranza o ignara assenza , da un controllo parentale dovenostra portata con un clic. roso nei confronti dei figli minori. Però così si dimentica che il ruolo del professore si basa sul suo dovere e maestria nel trovare gli strumenti adeguati per far crescere intellettual- Prima di dare il cellulare a mia figlia ne abbiamo parlato a lungo, in partimente i ragazzi fornendo loro la capacità critica per distinguere il vero dal colare dell’utilizzo dei social network. Eppure so che con quello strumento lei ha esteso una sua zona di non ingerenza genitoriale che può essere falso in ciò che leggono, ascoltano e studiano. pericolosa per lei, poiché, anche se a voi non sembra, non siete ancora in In questo modo si calibra una conoscenza che sa dare importanza ad un grado di distinguere quanto e cosa ci sia di dannoso nella realtà e di consignificato anzichè ad un altro, a seconda della situazione. seguenza nel web, che è il suo specchio, spesso distorto in modo negativo. Oggi il web ci ha convinti che il solo possedere degli strumenti sia più La conferma delle mie affermazioni sta nel fatto che ognuno di voi , alimportante dell’essere consapevoli degli strumenti stessi che si stanno meno una volta, ha nascosto lo smartphone sotto il cuscino quando stava usando.

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la formazione degli adulti e dei ragazzi su questi temi, perché occorre che la consapevolezza cresca in entrambi i fronti generazionali per avere una comunità di persone capaci e libere di essere se stesse. La libertà reciproca viene dal sapere che io, adulto, so che tu sai usare questo strumento in maniera corretta e tu sai che io so.

entrando un genitore nella vostra camera. E’ mutato anche il confine e il significato di privacy dei minori, laddove questi sono sempre più esposti a dei pericoli on- line, i genitori sono costretti ad intervenire sui loro fatti personali. Tutto ciò esacerbando i rapporti in famiglia. Questi strumenti possono essere usati in libertà in modo direttamente proporzionale alla reciproca fiducia costruita tra adulti e figli in una sana relazione.

Grazie.

Ma non se ne parlia abbastanza apertamente per lenire la lecita preoccupazione degli adulti e la crescente necessità di autonomia dei giovani. L’emergenza educativa che queste tecnologie stanno creando è dovuta non tanto agli strumenti in sé, tablet smartphone ecc, bensì dalla messa a nudo, veloce quanto un clic, di vuoti educativi familiari e scolastici. Le agenzie educative per antonomasia stanno rilevando la loro lentezza nel sapersi adeguare ad un accelerazione di informazioni acquisite dalle nuove generazioni in virtù della rete e dei social. E’ in atto una rivoluzione comunicativa che sta minacciando le basi stesse della convivenza tra generazioni. Assenze degli adulti, più o meno volute, grandi territori di esplorazione dei giovani, ancora impreparati ad affrontarli con consapevolezza dei rischi. La responsabilità politica di coloro che gestiscono la cosa pubblica su questo tema è innegabile, per quanto riguarda la legalità, la scuola e il futuro dei giovani. Per questo motivo la Provincia, per tramite del mio assessorato, ha esteso il Safer Internet Day ad un mese di interventi nel territorio scolastico ossia con il Safer Internet Month. Ma già sappiamo essere poca cosa, i fatti di cronaca ce lo dicono. Allora per il prossimo anno gestiremo un progetto annuale che aumenti

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conoscono o “non vogliono conoscere”, lasciano una delega in bianco ai figli su questi argomenti. Cosa significa? Significa che non si sentono all’altezza, essendo che ignorano la materia, e dunque preferiscono soprassedere e auto-convincersi che i social sono “solo uno svago” per i loro Dirigente generale APF Luciano Malfer figli di cui non temere nulla. Non si preoccupano, quindi, di controllare 11 febbraio 2016 - Artigianelli la loro navigazione nel web e di gestirla con regole e limiti, ma di lasciare Celebrazione del Safer Internet Day Internazionale ed avvio del Safer l’auto-gestione ai figli secondo un’impronta di laissez faire, che nasconde Internet Month Trentino – SIM T gravi pericoli per la loro crescita e incolumità, visto che non conoscono i pericoli che si celano dietro il mondo della rete. Pericoli che, come Il tema di questa edizione del Safer Internet Day/Safer Internet Month racconta quotidianamente la cronaca nazionale, portano in casi estremi 2016 è “Social verso real nella vita dei giovani”. E’ stata scelta questa te- anche a rovinare definitivamente le vite dei loro figli con esiti drammatimatica poiché la generazione contemporanea dei nostri giovani (i cosid- ci e perfino tragici. Urge, quindi, un’azione sinergica degli Enti preposti detti Millenials) vive abitualmente una dualità - una vita reale e una vita al controllo del web finalizzata ad attivare percorsi di avvicinamento dei virtuale - causata da una vera e propria “invasione di campo” dei social genitori alla rete, in modo che possano acquisire strumenti, conoscenze e metodi per intervenire con competenza, efficacia e tempestività nel connetwork nella loro vita quotidiana. L’utilizzo inappropriato e, soprattrollo/supervisione della vita virtuale dei loro figli. tutto, illimitato nell’arco della giornata dei social ha fatto sì che questa linea di separazione tra vita reale e virtuale negli anni sia progressivamente divenuta sempre più flebile, fino a confondere le due dimensioni Cambiando lente di analisi del tema, è di rilievo sottolineare in questo contesto che è in corso, sempre grazie alla rete, una piccola-grande rivoin una osmosi pericolosa e altamente dannosa per la sana crescita dei luzione dell’organizzazione sociale attraverso nuove forme di lavoro – il ragazzi da un punto di vista sia psicologico che emotivo. cosiddetto “smart-working” - con il quale il concetto di tempo lavorativo Negli ultimi anni la penetrazione dei social nella vita reale si è accentuata si frantuma di fronte al sistema di “every-way”, cioè il lavoro senza una fino a consolidarsi su posizioni estreme in cui il giovane, completamente collocazione fisica e temporale, ma ben ancorato a determinati requisiti e scadenze. Coloro che non si adeguano sono detti “out” dalla struttura catturato dalla dimensione virtuale, crede che questa sia la vera realtà a sociale, che velocemente sta mutando e accelerando su questo fronte cui affidarsi e a cui dedicarsi: dalle amicizie e amori effimeri e virtuali al per adeguarsi a queste nuove avanguardie d’innovazione tecnologica e confronto con esperienze di vita e di lavoro ideali, distorte e fintamente questi radicali cambiamenti riguarderanno in modo preponderante la reali. Inoltre, queste forme tecnologiche di comunicazione/relazione tra vita professionale delle nuove generazioni. pari stanno travolgendo i ruoli all’interno delle famiglie fino a portarli ad una preoccupante deriva: alcuni genitori, intimoriti dai social che non Infine, desidero toccare un altro tema importante che verrà affrontato in

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questo mese di iniziative nei quattro Istituti scolastici, che ospiteranno l’evento del Safer Internet Month, ed è quello della “web education”, ossia la consapevolezza di quanto siano importanti e influenti per il futuro dei giovani le azioni registrate oggi nel web e nei social, ossia che cosa “postano”, ad esempio, su facebook, i tweet che inviano su Twitter, i video su You Tube o le foto che pubblicano su Instagram. Queste tracce indelebili lasciate sulla rete, a volte irresponsabilmente, contribuiscono a costruire un’identità virtuale che avrà un grande impatto nella futura carriera scolastica e, soprattutto, lavorativa e sulla cosiddetta “web reputation”. Occorre porre il dovuto rilievo alle ormai irrinunciabili competenze digitali, che vanno indubbiamente sviluppate, in particolare dalle nuove generazioni, ma che devono al contempo crescere di pari passo con le competenze educative, che possono renderli protagonisti anche della loro vita virtuale in modo competente, ponderato e misurato, utilizzando saggezza e intelligenza piuttosto che incoscienza e superficialità che, come sopra detto, portano a intraprendere percorsi fitti di pericoli e di rischi per la loro incolumità personale e la loro reputazione.

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no la secrezione di ormoni stimolanti per gli organi sessuali, attivando uno sviluppo sessuale in tempi più precoci (Pellai, 2015) . Anche l’ American Psychological Association (2010) ha parlato della sessualizzazione precoce delle ragazze come di un fenomeno pericoloso per la loro crescita e ha definitivo i quattro indicatori che lo connotano:

Alberto Pellai “DIVENTA CHI SEI”. I falsi miti che vengono proposti a bambine e adolescenti oggi

1. il valore di chiunque è ricondotto esclusivamente al suo sex-appeal o al comportamento sessuale; 2. l’individuo è tenuto a conformarsi al pensiero comune per cui essere sexy significa essere fisicamente attraenti; 3. Il valore di una persona è basato sulla sua disponibilità ad essere usata come oggetto sessuale, al di fuori di relazioni emotive ed affettive, piuttosto che sulla considerazione delle sue competenze di autonomia e capacità gestionale; 4. la sessualità viene imposta al singolo individuo in modo inappropriato e al di fuori di contesti emozionali e relazionali che la giustifichino.

CRESCERE AL FEMMINILE: UN PERCORSO ACCELERATO Nonostante i molti progressi che la condizione delle donne ha fatto nel corso degli ultimi decenni, la crescita “al femminile” rappresenta tutt’oggi una sfida molto impegnativa per i genitori e gli adulti che hanno funzioni educative. Esiste una sovrabbondanza di messaggi che invitano bambine e adolescenti a costruire un’identità di genere fortemente modellata su aspetti controllati dal mercato, il quale rende accessibile alle giovanissime prodotti fortemente sessualizzanti ed adultizzanti. L’accelerazione cui è sottoposta la loro crescita ha anche un riscontro diretto dal punto di vista biologico. Negli ultimi cento anni la pubertà delle ragazze è arrivata in età sempre più precoce: se a fine ‘800 il menarca (primo ciclo mestruale) avveniva in media intorno ai sedici-diciassette anni, oggi l’età media si aggira intorno ai dodici anni e mezzo. Molti sono i motivi, di natura alimentare, ambientale, igienico-sanitaria e anche socio-culturale.

Anche in base a questi concetti, per i minori di oggi è stato da più parti utilizzato il termine di “bambini accelerati”, tanto che gli anglosassoni hanno definito anche una vera e propria “hurried child syndrome” Elkind, , ovvero sindrome del bambino che cresce troppo in fretta. IL RUOLO DELLA CULTURA POPOLARE La cultura popolare ha reso popolari tra le ragazze di tutto il mondo, soprattutto negli ultimi vent’anni, alcune star che hanno cominciato da giovanissime la propria carriera e che sono divenute icone su scala globale fornendo un esempio eclatante di “minore accelerato”. Per esempio, Britney Spears e Lindsay Lohan sono divenute famose in seconda infanzia, e poi

Tra questi, i media hanno una corresponsabilità significativa: le neuroscienze hanno dimostrato che la sovrabbondanza di immagini e contenuti di natura sessuale presenti nella cultura popolare della giovanissime e accessibili a tutti, indipendentemente da età e sesso, ha un effetto anche sul cervello, in quanto porta ipotalamo e ipofisi a rilasciare gonadotropine, che induco-

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la forma fisica (è abitudine dirsi tra donne: Come sei dimagrita!). E’ importante, inoltre, utilizzare per definire l’adeguatezza del proprio peso un criterio scientifico come l’Indice di Massa Corporeo (noto internazionalmente come BMI – Body Mass Index), che fornisce una valutazione oggettiva dello status di sovrappeso, normopeso o sottopeso. Inoltre è bene far notare alle ragazze che il mondo occidentale tende a declinare la bellezza solo con uno Le cronache raccontano che il loro percorso verso l’adultità si è rivelato uno specifico modello: curve al punto giusto, girovita strettissimo, capelli lunghi, gambe lunghe e slanciate. Sono pochissime le donne che possono dire di slalom tra un’infinita serie di problemi, inclusi disagio psichico, instabilità avere un corpo con queste caratteristiche. Il 95% dei corpi rappresentati nei emotiva, tossicodipendenza e problemi con la giustizia. Le loro giovanissimedia è posseduto solo dal 5% delle donne nel mondo reale. me fans rimangono fortemente “agganciate” al loro esempio, ne invidiano la celebrità e la presenza su tutti i media mondiali, trasformandole in veri e propri role-model da imitare. Come genitori, educatori e professionisti, che Di conseguenza è fondamentale che gli adulti aiutino le ragazze ad amcrescono o che lavorano con bambine e giovani ragazze che si confrontano pliare il loro “zoom” sulla bellezza ideale, includendo tanti differenti tipi di con modelli di identità di genere problematici, dobbiamo conoscere quali bellezza. Questo può anche essere insegnato aiutando le ragazze a guardare con spirito critico le immagini femminili che compaiono sulle riviste e sui sono i falsi miti dai quali le dobbiamo proteggere e nei confronti dei quali siti più visitati del mondo. Spesso si tratta di immagini lontane anni luce dobbiamo fare buoni interventi di prevenzione e sostegno alla crescita. dalla realtà, ritoccate e costruite artificialmente grazie a programmi di computer graphic, quali PhotoShop, che modificano la percezione che ciascuno di noi ha della bellezza reale. I FALSI MITI ASSOCIATI ALLA BELLEZZA hanno continuato a lavorare nello star system mantenendo una popolarità enorme presso le giovanissime . Entrambe, nella fase precoce della loro carriera hanno spesso incarnato il mito della ragazzina sexy e disponibile e si sono trovate coinvolte, ancora minorenni, in una vita da adulte senza averne le competenze emotive.

Oggi alle ragazze - ma dovremmo ampliare il riferimento perché questo riguarda tutte le donne in genere - viene proposto da più fonti il concetto che tende ad assimilare la magrezza (spesso patologica) con la bellezza. Pubblicità, mercato del dieting, conversazioni tra donne: da tutte le parti le giovanissime sentono affermare che per essere belle si deve prima di tutto essere magre. Gli adulti possono abbattere questo falso mito che alle ragazze fa davvero molto male, partendo da piccoli gesti quotidiani, quali non pesarsi ossessivamente, non continuare a chiedere agli altri: “Mi vedi grassa?”, non sottolineare nel saluto e nell’incontro con altre donne il tema del peso e del-

I FALSI MITI ASSOCIATI ALLA SESSUALITÀ Essere sexy, ammiccanti, seduttivi è un modo per attirare lo sguardo dell’altro, ma spesso fa concentrare l’attenzione solo sul proprio aspetto esteriore, trasformandoci in “oggetti” da guardare, valutare, spogliare con gli occhi. Le ragazze oggi sono fortemente incentivate a rendersi “visibili” in modo sessualmente connotato per ottenere l’attenzione e l’approvazione degli altri. Come adulti abbiamo la responsabilità di aiutare le giovanissime a

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che riguardano le conquiste amorose o le rivalità tra donne per raggiungere una posizione professionale in carriera, le narrazioni al femminile vedono le protagoniste coinvolte in sfide ed ostilità che rinforzano il principio in base al quale le donne sono nemiche anche quando sono amiche. Gli adulti devono aiutare le ragazze a conquistare un pensiero critico rispetto a ciò e a valorizzare tutte quelle situazioni in cui alle giovanissime viene proposto di condividere esperienze basate su uno stile cooperativo e non competitivo, invitandole a evitare il pettegolezzo, la denigrazione, la diminuzione delle altre persone, tutti elementi che rappresentano spesso gli ingredienti alla base dei fenomeni di bullismo al femminile. Anche nella costruzione dei modelli relazionali amorosi, le donne ricevono molte suggestioni per aderire ad un’idea di legame affettivo alquanto stereotipata. Per la bambine si sprecano storie e racconti in cui il grande Amore è raccontato come succede nella favole: perfetto, bellissimo e capace di renderle sempre felici.

comprendere che il proprio valore – di fronte agli altri – non può essere basato solo su aspetti esteriori e seduttivi, ma deve essere ancorato anche a competenze concrete e qualità interiori. Inoltre, nell’ associare il valore di una ragazza alla sua disponibilità sessuale, spesso cinema, video musicali, libri sovraffollano i propri contenuti con protagoniste giovanissime molto attive da questo punto di vista (Oliverio Ferraris, 2015). In altri casi, vengono proposte narrazioni dove i maschi parlano del valore delle ragazze che hanno vicino a sé e con le quali sarebbero intenzionati a coinvolgersi affettivamente semplicemente in base alla dicotomia “ci stanno/ non ci stanno”. Le ragazze rimangono confuse da questi messaggi della cultura popolare, perché sentono che essi le spingono a credere che entrare in una storia sentimentale equivalga in modo implicito a coinvolgersi sessualmente con un’altra persona, in tempi rapidi e in modo inequivocabile. Gli adulti hanno la responsabilità di proporre buoni progetti di educazione affettiva e sessuale a chi sta crescendo, avvicinando le ragazze ad un’idea sana, vitale, pulsante della sessualità. Inoltre le giovanissime devono essere aiutate ad acquisire competenze di autoaffermazione e autodeterminazione, comunicazione attiva e assertiva e devono essere incoraggiate a comprendere la differenza tra una sessualità puramente pulsionale e libidica, ed una sessualità relazionale, emotiva, fonte di intimità e connessione (fare sesso non equivale certamente a fare l’amore).

Del resto, nelle favole, la donna è quasi sempre una principessa che vive proprio in questo modo. E’ fondamentale aiutare chi cresce ad acquisire un’idea dell’amore molto più vicina al principio di realtà. E a proposito di realtà, oggi è necessario orientare il modo in cui le ragazze parlano di sé e avviano relazioni nel mondo virtuale. Il web offre molte occasioni per creare una facile intimità con persone sconosciute che sembrano amiche. Così come in rete è facile apparire belle e seducenti oppure pubblicare immagini di sé molto differenti da ciò che si dal vivo. Le ragazze usano a volte le tecnologie in modo I FALSI MITI RELATIVI ALLE RELAZIONI trasgressivo o pericoloso e possono mettere in atto, in modo inconsapevole, comportamenti autolesivi, come per esempio fare sexting. Bambine e ragazze Lo stereotipo femminile vuole che le donne siano spesso reciprocamente oggi hanno bisogno di un’educazione digitale che non trasformi il bisogno nemiche. Nel cinema, nella pubblicità, nel parlare comune si sprecano narrazioni in cui le donne sono falsamente amiche e alleate, ma in realtà nel loro di intimità delle giovanissime in una situazione che può mettere a rischio o profondo si osteggiano e contrastano in ogni modo. Soprattutto in situazioni addirittura compromettere il loro percorso di crescita.

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DIVENTA CHI SEI

BIBLIOGRAFIA

Oggi la sfida educativa più grande per la crescita al femminile è sostenere le ragazze a diventare ciò che davvero vogliono essere. “Diventa chi sei” è forse il messaggio più importante e rivoluzionario che possiamo proporre alle bambine e alle adolescenti. Se in passato, alle donne è stato insegnato e imposto di diventare ciò che gli altri volevano che esse fossero, spesso spingendole a rinunciare ai propri sogni e aspirazioni, alle ragazze oggi viene insegnato ad essere “popolare e di successo” declinando queste due caratteristiche secondo aspetti controllati dal mercato, che spinge ad accelerare il proprio percorso verso l’adultità attraverso azioni a rischio e autolesive e sessualizzando la propria identità. Combattere gli stereotipi di genere che vanno in questa direzione è un imperativo per i genitori e gli educatori e rappresenta il fulcro che sostiene l’implementazione e diffusione di progetti di educazione di genere fortemente voluti anche nella scuola italiana dal recente Decreto di Legge (noto come DDL Fedeli, dal nome della relatrice che l’ha proposto) attualmente in discussione al Senato finalizzato alla “attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di genere, la prevenzione alla violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle relative tematiche”.

Pellai Alberto (2015) Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli ai tempi di internet De Agostini APA Task Force (2010). Report of the APA Task Force on the Sexualization of Girls. Washington, D.C.: American Psychological Association. Elkind D. (2010) The Hurried Child: Growing Up Too Fast Too Soon The Hurried Child-25th Anniversary Edition ReadHowYouWant.com Ltd Oliverio Ferraris A. (2015) Tuo figlio e il sesso. Crescere figli equilibrati in un mondo con troppi stimoli. B.U.R. Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Milano, si occupa di prevenzione in età evolutiva e tutela della salute materno-infantile. È stato post-doctoral fellow al National Committee for Prevention of Child Abuse degli Stati Uniti. Recentemente ha pubblicato Girl R-evolution. Diventa ciò che sei (De Agostini)

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Link utili DOV’È GIANNI? https://www.youtube.com/watch?v=lG2mjDxnNtc

RELAZIONE FRA GIOVANI E IL TEMA SID https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Social-verso-real-nella-relazione-fragiovani-il-tema-del-Safer-Internet-Day-2016

DIFENSORE CIVICO GARANTE DEI MINORI DANIELA LONGO http://www.consiglio.provincia.tn.it/istituzione/difensore-civico/Pages/biografia.aspx

LA GIORNATA CONCLUSIVA http://www.trentinofamiglia.it/Attualita/Archivio-2016/Marzo/Safer-Internet-Month-11marzo-la-giornata-conclusiva

STREAMING DIRETTA INCONTRO PRESSO LICEO SCIENTIFICO GALIELO GALILEI https://www.youtube.com/watch?v=d6O0miU4hCs

SAFER INTERNET DAY E SAFER INTERNET DONNE - LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Safer-Internet-Day-e-Safer-InternetDonne-la-conferenza-stampa-di-presentazione

GENERAZIONI CONNESSE - INCONTRO PER GENITORI 12 APRILE 2016 https://www.lsgalilei.org/index.php/docenti-studenti-genitori/genitori/21-consulta/1008safer-internet-day-12-aprile-2016

GIRL REVOLUTION - ALBERTO PELLAI https://www.youtube.com/watch?v=p4Ul_MfcEmI

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