Asinart

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a cura di Claudio Polizzano Fotografie Collezione Asin’Art: Valentina Minutella Progetto Grafico e Impaginazione: Mimmo Cicero & Melania Fiasconaro Contributi fotografici: Archivio Associazione Raggio di Sole, Archivio Azienda Regionale Foreste Demaniali Illustrazioni: Vera Carollo In copertina: Asin’Art 2009 di Francesco Baio

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Š Copyright 2009 by Claudio Polizzano

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SICILIA foreste


Regione Siciliana

Comune di Castelbuono

Associazione Raggio di Sole

Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali

Asin’Art ~ L’Universo Asino ~

a cura di Claudio Polizzano

Dicembre 2009


Gli artisti che hanno partecipato all’iniziativa Asin’Art 2009 per bimba Cecilia

Accursio Truncali, Aldo Miggiani, Alessandro Mazzola, Annamaria Asaro, Antonella Mirabella, Aurelio Di Carlo, Bartolomeo Conciauro, Carla Pucci, Carmelo Mocciaro, Caterina Compagnone, Cettina Sorriso Valvo, Claudio Polizzano, Daniela Nobile, Daniele Gori, Domenico Pollara, Donatella Caprara Riva, Danatella Saladino, Eleonora Sottile, Emanuela Ruma, Flavio Severino, Francesco Apicella, Francesco Baio, Francesco Pintaudi, Francesco Toscano, Gaetano Lo Manto, Gianpaolo Chiaramonte, Gina Scardino, Giovanna Calabretta, Giovanni Fiasconaro, Giovanni Sottile, Giuseppe Apa, Giuseppe Gargano, Giuseppe Giusti, Giuseppe Manganello, Giuseppe Marchese, Giusy Russo, Isabella Gloria, Ivana Litrico, Joseph Miliziano, Kindia, Luana Pau, Maddalena Ciccarello, Manuela Guarcello, Mariella Ramondo, Martina Di Liberto, Massimo Estero, Maurizio Ribellino, Mimma Pinsino Egger, Naire Feo, Nunzio Mazzamuto, Ornella Genovesi, Pasquale Nocera, Pino Mazza, Pippo CarÏ, Pippo Madè, Rosario Gambera, Salvatore Città, Salvatore Montebello, Salvo Rizzo, Salvatore Scherma, Sebastiano Caracozzo, Tina Bonomo, Tommaso Serra, Rosario Trapani, Vincenzo Capuana.

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Dedicato a bimba Cecilia...

...all’amore che prova per i suoi asinelli, a lei, ed ai ragazzi che come lei, vorranno e dovranno vivere una vita intensa, piena di gioia e di grandi interessi, piena di amore e di grandi soddisfazioni.


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Presentazioni

La partecipazione del Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali alla manifestazione “ASIN’ART” è stato un momento importante per far conoscere uno degli innumerevoli compiti portati avanti dalla nostra Amministrazione che oltre alla tutela e salvaguardia degli ambienti boschivi si occupa anche delle conservazione delle biodiversità sia vegetali che animali. La brutta storia occorsa all’Asino di Pantelleria speriamo non abbia più a ripetersi con altre specie e l’allevamento in purezza che oggi conta oltre cinquanta esemplari è un risultato importante che vogliamo far conoscere nelle opportune sedi. Il lavoro portato avanti che ha visto coinvolte diverse istituzioni regionali e l’iscrizione dell’Asino di Pantelleria nel Registro Anagrafico delle Razze e Popolazioni Equine sono un traguardo che fa onore a tutti gli Enti coinvolti. Tutte le razze asinine tentano in sordina di riscattarsi di una millenaria nomea per lo più negativa e l’affabilità che questi animali mostrano con l’uomo e con i bambini in particolare è una caratteristica che li nobilita e che bisogna provare. Gli alunni delle scuole di Pantelleria, per esempio, che non avevano mai visto

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un asino che porta il nome della loro Isola hanno da subito apprezzato questo interessante e per loro sconosciuto quadrupede e parimenti l’utilizzazione di questo animale in azioni terapeutiche può contribuire ad un suo diverso impiego ed alleviare alcune particolari patologie. L’asino è quindi un animale che dovremmo conoscere meglio ed il Dipartimento istituzionalmente si adopera quotidianamente per la rivalutazione e la possibile reintroduzione dell’Asino di Pantelleria nella sua terra d’origine, contribuendo alla conservazione di un tassello di biodiversità che ritenevamo perduto per sempre.

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Dott. Fulvio Bellomo Dirigente Generale Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali


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Anche se non tutti hanno avuto l’occasione di vedere un asino da vicino esso è entrato da sempre a far parte della memoria collettiva, in modo spesso improprio, e ciò è testimonianza di una notorietà che forse non ha eguali nel mondo animale. Parlare di asini oggi giorno può sembrare un argomento fuori dal tempo per cui la manifestazione “Asin’Art” che li ha visti protagonisti in assoluto può assumere sfaccettature diversissime che possono stupire e forse anche farci riflettere. L’asino è il tema portante di questo volume della Collana Sicilia Foreste edita dal Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali, che ha fatto proprio questo argomento, su indicazione anche dell’Associazione Raggio di Sole, le cui finalità tra l’altro sono quelle di convergere le attenzioni su questi interessanti animali, per un loro più nobile, prestigioso e terapeutico utilizzo. “Asin’art” svoltasi a Castelbuono la scorsa primavera ha tentato di riscattare la nomea di questo antico compagno dell’uomo, che ha una storia propria da raccontare, per certi versi anche fascinosa. “L’Asino di Pinocchio”, “L’Asino di bimba Cecilia” e “L’Asino di Pantelleria”

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sono alcune esemplificazioni che compongono il variegato universo di questo animale ed il coinvolgimento di tanti artisti che si sono cimentati in interessanti ed innovative elaborazioni grafiche e pittoriche, attestano una sensibilità che certamente i più non avremmo mai immaginato. L’Asino uscito in sordina, perché travolto dalla meccanizzazione, oggi nel ventunesimo secolo tenta di rientrare nei suoi ambiti congeniali in punta di piedi e silenziosamente per riconquistare gli spazi a lui più congeniali e se in agricoltura è difficile che possa farvi ritorno, le mille svariate utilizzazioni descritte in questo volume sono un segno tangibile di un impiego che si può riconoscere a questa specie, a condizione che noi lo vogliamo. L’onoterapia, per esempio, è una delle nuove utilizzazioni e l’affettività e la fiducia che può trasmettere ai tanti ragazzi che lo avvicinano e lo accarezzano sono segni inconfutabili di un amore che può ricostruirsi tra l’asino e l’uomo, perché l’uomo ha bisogno dell’asino e l’asino dell’uomo, per continuare insieme il cammino della vita.

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Dott. Agostino Gatto Direttore responsabile e redazionale di Sicilia Foreste


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Scrivere un libro non è mai stata cosa semplice. È senza dubbio un momento importante e gratificante per quanti hanno qualcosa da raccontare. Un libro racchiude un sentimento nobile e lascia alle generazioni future, la testimonianza del proprio pensiero, del proprio agire e del proprio essere. Il libro che “ASIN’ART” ci sta presentando è “particolare”, perché rappresenta un momento di incontro tra affermati pittori e artisti che illustrano, con emotività e sapienza, attraverso le loro opere, un animale che da molti è ritenuto poco intelligente: l’asino! Da sempre, nella tradizione contadina, l’asino è stato considerato e descritto come un animale “cocciuto”. Un compagno fidato per i nostri nonni e padri, uno “strumento” di lavoro insostituibile. Oggi, nella società contemporanea, sta riacquistando un ruolo importante, per i diversi impieghi cui viene utilizzato. Nella nostra Comunità, l’asino collabora nella raccolta differenziata “porta a porta” del centro storico. è un valore aggiunto, volto ad accrescere e

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potenziare le azioni per uno sviluppo sostenibile, compatibile con le condizioni di vita che caratterizzano la nostra comunità. Ma è altresì una grande opportunità di reinserimento sociale, nel mondo del lavoro per il recupero di alcuni nostri concittadini. IL progetto che l’Associazione di genitori “Raggio di Sole” e “ ASIN’ART” attuano in collaborazione con i volontari, dà voce, entusiasmo e speranza a tutti questi ragazzi, per il raggiungimento dell’obiettivo principale e cioè, quello di promuovere una cultura sensibile e coesa con le problematiche di coloro che vivono una condizione “diversa” da quella di tutti gli altri. Grazie all’impegno, all’amore ed alla determinazione di Claudio, si sta avviando anche questo grande progetto, che onora la comunità di Castelbuono. A Lui va il mio particolare e sentito ringraziamento, unitamente agli Enti che hanno sostenuto il progetto e agli artisti che hanno donato le loro opere, il cui ricavato servirà a finanziare le attività dell’Associazione Raggio di Sole e Asin’Art. Inoltre questo libro andrà ad arricchire la già consistente collezione di volumi che raccontano Castelbuono, la sua storia, la sua cultura e la sua sensibilità.

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Mario Cicero Sindaco di Castelbuono


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Cari amici, per prima cosa tento di esternarvi l’immensa soddisfazione per avere realizzato questo particolarissimo libro! Per noi dell’Associazione Raggio di Sole rappresenta il primo passo verso la concretizzazione del grande sogno e del grande progetto. Siamo felici di questo primo successo! È stato possibile ottenerlo grazie all’aiuto di molti di voi ma, soprattutto, grazie alla generosità concreta dei tantissimi artisti qui inseriti. Qualcuno, che non ci conosce, che non ha avuto modo di seguire la nostra iniziale attività, si chiederà chi siamo e cosa vogliamo, se per caso abbiamo l’ambizione di stupire proponendo una sfilata di asini o se siamo presi da un incontrollabile impulso libido-amoroso verso l’immagine di questo simpatico animale, ritenuto testone e poco intelligente: asino, insomma! Altri, a buon diritto, si domanderanno del perché abbiamo scomodato mezza Italia per chiedere, al sensibile popolo dei pittori, una specifica e tangibile collaborazione. Avete ragione, l’iniziativa è davvero originale e abbastanza strana. Speriamo possa anche coinvolgere e interessare un vastissimo pubblico. Ebbene, cari amici, non abbiamo velleità artistiche, né ci siamo prefissi di ricorrere alla generosità dei pittori per arredare le nostre case. Anche se l’idea non sarebbe stata del tutto malvagia! Però, malgrado l’amore per questo simpatico animale, non riusciamo ad immaginarci una casa piena di asini... di quadri di asini!

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Io sono Claudio Polizzano, faccio parte di un gruppo di genitori che dieci anni fa ha fondato l’Associazione Raggio di Sole. Si tratta di un’Associazione senza scopo di lucro, apolitica e apartitica, nata per portare un raggio di speranza nella vita di coloro che si trovano a vivere una condizione psico-fisica particolare, certo di maggiore difficoltà rispetto a quella dei cosiddetti “normodotati”. Noi, associati, ci siamo prefissi di fare del nostro meglio per migliorare la qualità della loro vita. Per questo siamo disposti ad offrire il nostro tempo e la nostra esperienza a chi ha bisogno di particolari stimoli e specifiche attenzioni per non sentirsi delle semplici comparse in questo grande confronto con la vita e con la società. I veri protagonisti di questa nostra iniziativa, ai quali rivolgiamo la nostra attenzione, sono i giovanissimi: Vincenzo, Cecilia, Giuseppe, Natale, Davide... tra questi nostri bambini, magari c’è qualcuno che conosci anche tu! Nella nostra Associazione è normalità il desiderio di confrontarsi, vuoi con la famiglia di un autistico o con chi vive con un soggetto affetto dalla sindrome di down. Si ascoltano i familiari di chi ha problemi di ritardo mentale, si familiarizza con il ragazzo con gravi difficoltà di deambulazione, si parla e si tenta di capire e di agire. Ma sono davvero tante le problematiche da superare! Ogni esperienza acquisita ci sprona a perseverare, a fare sempre di più per raggiungere un altro pur minimo obiettivo, un altro pur minimo successo. All’interno di questo gruppo si vivono delle interessanti esperienze, tutte diverse e tutte aventi un comune denominatore: abbiamo bisogno di aiuti! La motivazione preminente che accomuna tutti noi dell’Associazione Raggio di Sole, è la voglia di costruire un futuro migliore per i nostri bambini, un futuro che possa configurarsi non più come una vaga e sterile speranza, ma con la certezza che anche loro vivranno, ogni giorno, con il sorriso sulle labbra nella consapevolezza di non essere soli, alla mercé di un destino incomprensibile, ma di vivere in un mondo senza pregiudizi e inutili pietismi. Dovete sapere, cari amici, che noi viviamo la realtà di un piccolo centro situato a circa 430 metri sul livello del mare, immerso nei verdi boschi del Parco delle Madonie, il cui nome è Castelbuono. La nostra è una gradevole realtà dal punto di vista socio-climatico, invidiabile per l’aspetto

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paesaggistico, con un glorioso e ricco bagaglio storico-culturale. Purtroppo, per coloro che vivono una condizione di disagio, qui le difficoltà risultano centuplicate. Qui non esiste niente, né strutture, né servizi adeguati per lenire i disagi di questi bambini. Nessuna Istituzione Pubblica, a parte la scuola e nelle ore specifiche di lezione, tenta di farsi carico del loro “recupero”. Nessun Ente, pur avendo strutture e mezzi, investe per stimolare e recuperare buona parte delle loro potenziali abilità. Noi crediamo che anche un piccolo centro dovrebbe essere attrezzato, sia dal punto di vista medico-scientifico, sia dal punto di vista socio-culturale. Da un po’ di tempo non ci sentiamo più dei cittadini di serie B in quanto, qualcosa, fortunatamente, sembra che stia per essere recepito dalla classe politica. Abbiamo avuto segni di apertura nei riguardi di chi si fa portavoce di un disagio, e segni inequivocabili di grande sensibilità nei confronti dei bambini meno fortunati. Grazie al loro intervento e al dialogo che si è venuto a creare, anche noi di Raggio di Sole possiamo fare di più per chi ha maggiormente bisogno di sostegno materiale e morale. Noi, provinciali, non vogliamo essere trattati in maniera disuguale, né vogliamo essere “dimenticati” dalla classe politica. Qualcuno potrebbe dire: dov’è la diversità di trattamento rispetto ad altri centri, se anche in altre realtà sociali non esistono centri adeguati, luoghi d’incontro dove del personale specializzato presti la sua opera finalizzata al recupero di una condizione o di un disagio? La nostra diversità, cari amici, sta nel vivere a 100 km dalla capitale, Palermo, e non avere, nelle vicinanze, un’adeguata equipe di medici che segua i nostri ragazzi. La nostra diversità consiste anche nel non avere, qui, una struttura adeguata per agevolare la socializzazione dei diversamente abili, così come consiste nel non avere una piscina o una palestra per accelerare la loro riabilitazione e il loro inserimento in seno alla società. Ma la nostra più autentica diversità consiste, soprattutto, nel non volere accettare questa inumana realtà. Prova ne sia il nostro prodigarci, al massimo delle nostre forze e delle nostre

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capacità, per portare il nostro sostegno a ogni famiglia, a ogni bimbo che ne ha bisogno per non farlo sentire estraneo, diverso, indesiderato. Noi, comunque, un sogno nel cassetto ce l’abbiamo, un sogno che vorremmo realizzare in quanto riteniamo nostro preciso dovere quello di riuscire a dare ai nostri ragazzi la possibilità di vivere al meglio la loro condizione anche oltre l’abituale habitat familiare. Riteniamo che ciò, compatibilmente con le loro inesplorate potenzialità, sarebbe possibile se solo avessimo una struttura adeguata ai loro fabbisogni. Noi, idealisti convinti, desideriamo realizzare questo sogno, ma per farlo abbiamo bisogno del vostro concreto aiuto! Il nostro progetto, come avrete intuito, è quello di creare un centro dove svolgere attività ludiche atte a migliorare le relazioni socio-affettive, a sollecitare una più immediata e maggiore capacità di comunicare dei nostri bambini. La nostra esperienza ci porta a dire che, spesso, buona parte delle persone disabili, con handicap parziali, recuperabili o ridimensionabili, sono abbandonate a se stesse dalle istituzioni e, spesso, anche dalle loro famiglie. Succede, anche, che le famiglie, per atavici pregiudizi, si sentano in dovere di mantenere celato l’handicap del familiare, come a volere celare una colpa, o, addirittura, tendano a nascondere, agli occhi del mondo, il portatore di handicap, come a volerlo proteggere da tutto e da tutti. Questo avviene, soprattutto, sia per la mancanza di strutture e di personale specializzato, sia per un’inadeguata informazione specifica sulle problematiche riguardanti l’handicap. Vi assicuro, cari amici, che abbiamo lavorato tanto per realizzare questo libro, e moltissimo dovremo ancora sudare per realizzare il più ambizioso e faraonico progetto del Centro “Raggio di Sole”. Lo faremo!... Perdonateci l’arroganza, ma è talmente radicato in noi il desiderio di vederlo realizzare che, quasi - quasi, come fossimo degli incoscienti, nemmeno ci rendiamo conto delle difficoltà con cui ci dovremo confrontare. E ammesso che si frapponesse fra noi e la realizzazione del progetto, una montagna di difficoltà, noi, siamo pronti a scalarla. Passaggio dopo passaggio, appiglio

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dopo appiglio, prima o poi conquisteremo la vetta!... Avremo la barba bianca e le ossa rotte, ma ci arriveremo!... E adesso, spero di potervi spiegare cosa desideriamo realizzare. Si tratta di costruire un centro specializzato, immerso nel verde, in un posto tranquillo ma, nello stesso tempo, facile da raggiungere. Desideriamo costruire un ambiente ideale per ragazzi in situazione di handicap, dove possano trovare dei compagnetti con i quali condividere alcune ore della giornata, fare esperienze manuali e artistiche, frequentare laboratori teatrali, svolgere specifiche attività psicomotorie con l’ausilio degli asini. Sì, amici, degli asini!... Questa specifica attività si chiama: ONOTERAPIA. Del personale qualificato utilizzerà gli asini per praticare questo innovativo metodo di riabilitazione, già da qualche tempo sperimentato con successo in tante altre regioni. L’onoterapia è molto utile ed efficace su persone con disturbi motori o psichici e incapacità di relazionarsi con gli altri per problematiche di adattamento socio-affettivo. L’asino per loro potrebbe rappresentare un compagno di giochi e di escursioni. È nostro intendimento quello di dare la possibilità anche al disabile di godere di panorami o di emozioni forti ed indimenticabili, a dorso di un asino. Oggi, che sappiamo che tutti i ragazzi, anche quelli non in situazione di handicap, hanno bisogno di stimoli particolari per arricchire la loro crescita, abbiamo pensato a uno spazio all’interno del Centro “Raggio di Sole”, dedicato alla pittura e alla scultura con artisti che mettano a disposizione il loro tempo e il loro sapere per insegnare a dipingere, a conoscere i colori e i materiali da usare. Un altro spazio lo riserveremo agli alloggi che dovranno avere i requisiti adeguati per soddisfare i bisogni degli ospiti che accoglieranno. Il tutto dovrà essere strutturato armonicamente, in un ambiente circostante immerso nel verde della natura, per dare la possibilità di “vivere” la terapia in modo piacevole e rilassante anche da parte dei componenti della famiglia che accompagneranno i bambini.

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Ma l’Asin’art che cos’è? Tutto è nato da una passione per l’asino di bimba Cecilia, che da anni ha scoperto in tale animale un compagno di giochi e di lunghe passeggiate, un “amico” paziente che l’ha resa molto più sicura e più coraggiosa. Per lei è stato un vero e proprio peluche vivente capace di farle provare forti emozioni. A Castelbuono si sta sviluppando una rete di appassionati di questo animale dalle orecchie lunghe e sono sempre di più, in tutta l’Italia, i bambini, come Cecilia, alla ricerca di un gadget. Ecco, quello che vogliamo creare noi è proprio un gadget “prezioso”, particolare, che attraverso l’asino, visto e interpretato dai pittori, rappresenti parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Il nostro intento era di pubblicare un libro, con tutte le opere ricevute in dono dai numerosi artisti, e oggi, finalmente, ne apprezziamo la singolarità e la meravigliosa interpretazione che i pittori hanno fatto di questo animale, così vicino all’uomo. Siamo incredibilmente felici! Il libro non è più un sogno! L’idea ha preso corpo, proprio come un neonato appena venuto alla luce. Siamo fieri per esserci riusciti! Il primo passo, forse il più difficile, è stato compiuto; grazie al Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali che ha preso a cuore l’iniziativa. Il fine di questa pubblicazione non è l’esibizionismo gratuito delle nostre capacità imprenditoriali, né quello di vantarci di tale opera attraverso la sua bellezza artistica e contenutistica. Attraverso questo libro desideriamo condividerne il valore filantropico e morale. Per noi è indispensabile supporto che ci consentirà di continuare a sperare per raggiungere il nostro grande obiettivo. Ovviamente, noi ci auguriamo che diventi un bestseller in modo che i proventi siano interamente destinati all’Associazione Raggio di Sole, diano a noi anche il coraggio e la volontà di perseverare per realizzare il fantastico progetto sopra citato. Ecco svelato il mistero di questa pubblicazione monotematica!... Spero che la nostra elefantiaca iniziativa trovi anche il vostro sostegno e la vostra fattiva collaborazione. Oltre a questo particolarissimo libro, vogliamo arricchire sempre di più

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la collezione di bimba Cecilia al fine di creare una mostra permanente che rientri nel percorso turistico di Castelbuono, oltre a promuovere una mostra itinerante. Questo permetterebbe all’Associazione Raggio di Sole di avere sempre e costantemente delle risorse economiche anche per svolgere le proprie attività. Siamo stanchi di chiedere, inutilmente, alle istituzioni preposte! Siamo stanchi di sentirci dire che non ci sono risorse! Siamo stanchi di elemosinare ciò che riteniamo un nostro diritto, un diritto dei più deboli, dei più offesi, un sacrosanto diritto di ogni bambino che ha particolarmente bisogno dell’aiuto di noi adulti. Nonostante le porte sbattute in faccia, malgrado le vane promesse, malgrado le mortificazioni, noi perseveriamo! Confidiamo in voi che ci leggete, nella nostra volontà e nella sensibilità degli artisti che ci hanno emozionato con le loro opere e la loro generosità. In futuro li inviteremo ancora per creare, insieme, un museo importante e unico che possa attrarre gli appassionati dell’arte, dell’asino e della letteratura che a tale amico dell’uomo ha dedicato un poco d’attenzione. Tutte le opere saranno esposte, saranno esposte a Castelbuono, e saranno organizzate altre esposizioni in varie parti della Sicilia al fine di sponsorizzare maggiormente il progetto. È nostro intendimento il volere garantire a bimba Cecilia, un gadget di assoluto valore artisticoaffettivo che, attraverso tutte le opere ricevute in dono e le attività svolte, l’accompagneranno per tutta la vita per ricordare quello che si è fatto per lei e per tutti coloro che come lei chiedono aiuto adoperando il linguaggio dell’amore e della ragione o l’istintivo alfabeto del dolore. Grazie, grazie di cuore ai nostri bravissimi pittori, e grazie a tutti voi che ci aiutate a sperare e a credere nell’uomo. Claudio Polizzano Ideatore di Asin’Art

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Alla scoperta dell’Universo “Altro” In una società complessa e planetaria come la nostra, che si rivela sempre più disumana e disumanizzante, occorre affrontare molteplici problemi socio-culturali ed iniziare dalla fondamentale necessità di riappropriarsi del senso dell’altro. Una tra le sfide più importanti è la sfida all’integrazione del “diverso”. Anche le persone psicologicamente consapevoli e ottimiste si chiedono se sarà mai possibile realizzare in pieno l’integrazione del “diversamente abile” o se tale prospettiva resterà per sempre un’utopia, una di quelle speranze rimaste sepolte tra i detriti dei maggiori simboli negativi dell’umanità. Noi, continuiamo a credere in questo grande progresso nella misura in cui a ogni persona sia riconosciuta, incondizionatamente, una sua peculiare identità. Desideriamo evidenziare che, affinché l’integrazione si possa concretamente realizzare, è necessario superare, innanzitutto, la dicotomia tra “normale” e “diverso”, poiché ogni soggetto è portatore di specifiche diversità (sensoriali, fisiche, psichiche, cognitive, culturali, emotive ecc…). Tale superamento deve fondarsi sull’idea che ogni individuo è unico e irripetibile, è un’entità a se stante con un suo personalissimo mondo, emotivo-cognitivo, da garantire proprio nella sua diversità. La stessa “Convenzione sui diritti dei disabili” promulgata dall’ONU nel 2007, richiamandosi esplicitamente ai vari principi della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” puntualizza: non discriminazione, non emarginazione, uguaglianza, pari opportunità, rispetto dell’identità individuale. L’accento è posto più volte sul concetto di discriminazione, come atteggiamento da combattere con strumenti legislativi e culturali. Per pervenire alla realizzazione di questo difficile processo d’integrazione dovremmo riuscire a liberarci dalla pesante crosta dei tabù e dei timori pregiudiziali e poi, senza arrogarci il diritto d’incorrere in determinati divieti menomanti, dovremmo agevolare l’estrinsecazione libera e spontanea della personalità dei soggetti in situazione di handicap con opportune opere, attività e attenzioni, che nulla abbiano a che vedere con il pietismo.

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Per accettare l’altrui identità occorrerebbe iniziare col riconoscere la propria diversità. L’altro non deve apparirci “diverso” soltanto per il suo handicap, ma perché altra persona, altra realtà. Sostiene lo psicologo statunitense, Ulrick Neisser, che “noi sappiamo vedere solo ciò che sappiamo cercare”. Non possiamo che condividere questo suo pensiero in quanto costatiamo, in genere, che il nostro complesso sistema di esperienze, idee, gusti, paure, pregiudizi e influenze socio-familiari e culturali, ci porta a dare significato e rilievo a ciò che vediamo e con cui entriamo in relazione. Nei riguardi del “diverso” la nostra percezione è condizionata da determinati parametri personali acquisiti in una logica culturale di soggetti che si ritengono normodotati. Tendere a trovare solo ciò che si cerca e si conosce è indubbiamente molto più semplice, più facile, meno impegnativo e meno problematico del confrontarsi con con la “diversità” e l’ignoto. Il confronto ci mette in discussione, ci porta a rivedere quel sistema d’idee, di comportamenti, d’informazioni, di pregiudizi, di tabù che sono diventati parte integrante della nostra esistenza e, soprattutto, ci costringe a rielaborare nuovi criteri di valutazione riguardanti la diversità e la somiglianza. Dobbiamo partire dal presupposto che ogni persona, in nessun caso, dovrebbe essere catalogata, etichettata, emarginata sulla base delle nostre conoscenze relative alle sue disabilità, alle sue abitudini, ai suoi deficit, alla sua cultura, al suo habitat, al gruppo sociale di appartenenza. Ognuno di noi dovrebbe essere considerato per quello che realmente è nella sua totalità. Per quanto riguarda i soggetti diversamente abili, abbiamo tutta una serie d’idee precostituite che, in effetti, sono lo specchio della nostra (in)cultura, della nostra emotività, delle nostre reazioni e anche delle nostre frustrazioni. L’art.1 della Legge 05.02.1992, n.104, (Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) recita che la Repubblica: a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne

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promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società; b) previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (…); c) persegue il recupero funzionale e sociale delle persone in situazione di handicap (…); d) predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione (…). Inoltre, la suddetta legge nell’art. 2 detta i principi dell’ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenziale della persona handicappata. Nonostante vi siano varie leggi articolate, valide e di ampio respiro per realizzare l’integrazione del diversamente abile, la traduzione pratica, (che molto spesso ha proceduto con difficoltà, brancolando tra incertezze, contraddizioni, provvedimenti parziali e incompetenze di varia natura), richiede, a tutti i livelli, una preparazione culturale che accolga, comprenda e valorizzi la “diversità”. In effetti, dovremmo imparare a considerarla come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante. Ognuno dovrebbe riflettere in modo nuovo e senza pregiudizi sulle problematiche esposte pensando che in fondo siamo tutti dei soggetti diversamente abili rispetto all’altro e rispetto al contesto in cui viviamo ed operiamo. Accogliere, ascoltare, accettare senza pregiudizi l’alterità insita nello sconosciuto, nel portatore d’handicap, nello straniero, in chi professa un’altra religione, in chi ha il colore della pelle diverso dal nostro, è un atto d’amore che affonda le radici nella ragione e nell’universo dei valori e dei sentimenti. E l’amore, col suo immenso potere taumaturgico, potrebbe essere in grado di promuovere veramente la crescita mentale, psico-fisica, sociale e culturale del diversamente abile e diventare l’agente terapeutico più proficuo ed efficace. Confrontarsi con la “diversità” dovrebbe diventare un gesto di spontanea compartecipazione. Accoglierla e valorizzarla presenta difficoltà complesse e variegate, ma bisogna adoperarsi, incondizionatamente, per vincere questa

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sfida epocale. “Una sfida che è paragonabile ad un viaggio in terre sconosciute. Possiamo avere ben chiaro il programma del viaggio, conoscere a memoria le guide, aver visto foto e filmati, ma una volta sul posto le cose si dimostreranno sempre diverse da quelle che ci eravamo costruite.”(Roberto Sardo). Potremmo trovare tesori inaspettati in quel pianeta-uomo semi inesplorato, colori e meraviglie che non pensavamo di poter trovare in quel nostro viaggio alla scoperta dell’universo “altro”. Questo ci auguriamo così come auguriamo all’Associazione Raggio di Sole di poter trovare lungo questo difficile cammino la giusta motivazione per andare oltre i sogni di un bambino.

Francesca Mazzola

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L’Asino origine e razze in Italia

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1. Origine dell’asino L’asino appartiene alla classe dei mammiferi, all’ordine dei perissodattili, alla famiglia degli equidi, al genere Equus, alla specie asinus domesticus. Secondo alcuni autori l’asino domestico discende dal selvatico africano (Equus asinus africanus) dal mantello fulvo e grigio. Questi asini vivono in branco con la particolarità che a guidarli è una vecchia asina anziché uno stallone come accade per i cavalli. L’asino selvatico vive in località povere di vegetazione, desertiche, e pietrose, perché molto resistente, disposto anche alla migrazioni se si rendono necessarie per le insufficienti disponibilità foraggiere. Oltre che lungo le coste dell’Africa Orientale-settentrionale, vive ed ha vissuto in Siria, Mesopotamia, Afghanistan, Persia, Russia asiatica meriodonale, Tibet, Mongolia ecc. Dall’Equus asinus africanus alcuni autori sostengono che si sono originate due sottospecie, di cui una quasi estinta di taglia minore ( 1,15 m al garrese) e l’ altra l’equus asinus taeniopus (1,25 m al garrese). Per la prima volta si pensa che sia stato addomesticato in Numidia, in Europa la specie fu conosciuta tardi. In Asia si hanno specie equini affini all’asino e, cioè, l’Ermione (Equus hermionus), l’Onagro (Equus onager) ed il Quagga, il cui progenitore si ritiene sia stato l’asino africano (www.agraria.org). 2. Razze asinine italiane 2.1 L’asino nel mondo e in Italia Nel corso dei secoli gli agricoltori hanno effettuato una selezione che ha avuto come conseguenza la costituzione di una pluralità di razze animali che si sono adattate alle condizioni ottimali del proprio ambiente, si è così costituita l’agrobiodiversità animale. Ognuna di queste razze e popolazioni presenta particolari caratteristiche di robustezza, fertilità, resistenza al clima e alle

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malattie. La rinuncia incontrollata alle vecchie razze e varietà, semplicemente a causa delle limitate prospettive di guadagno equivale alla distruzione di questo patrimonio. La FAO ha suddiviso la specie o razze in via d’estinzione in quattro categorie sulla base delle femmine in riproduzione: critica (meno di 100), in pericolo (100 a 1000), vulnerabile (1000 a 5000), e di limitata diffusione (5000-10000). In Italia sulla base di questa ripartizione abbiamo la seguente situazione (tab.1): Tabella 1. Situazione delle razze asinine in Italia Razza

Grado di rischio

Tendenza

Iniziative

Asinara

Critico

Riduzione

Esistenti

Pantelleria

Critico

Stabile

Martina Franca Romagnolo

Critico Critico

Senza Dati

In pericolo

Aumento

Amiatina

In pericolo

Sarda

In pericolo

Ragusana

Stabile

Esistenti con successo Esistenti Esistenti

Aumento

Esistenti con successo

Stabile

Esistenti

Esistenti con successo

La popolazione asinina mondiale è calcolata in 41 milioni di capi con un totale di 150 razze o popolazioni locali riconosciute dai paesi membri della FAO, 6 razze internazionali e 6 estinte (Tab. 2) Tabella 2. Distribuzione dell’asino nel mondo per regioni (FAO, 2006) Capi (m) Africa

Capi (%) Razze (%) 26,9

14

17

4

1,52

3,7

28

40

2

15,42

America Latina

8,15

19,9

14,6

0,04

0,1

2,7

Vicino e Medio Oriente America del Nord Pacifico Sudovest Mondo

Razze Regionali

11,03

Asia

Europa e Caucaso

Razze Locali

4,84

41

37,6

11,8 0

100

29

28

10,7 2

100

39

21 16 4 3

140

3

1 0

0 0

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Ai primi del ‘900 le razze storiche italiane sono essenzialmente due, l’Asino Ragusano e l’Asino di Martina Franca. Presenze significative si avevano pure dell’Asino Sardo e dell’asino di Pantelleria. Tutta la produzione asinina nazionale, poteva essere considerata “meticcia”, in termini tecnici veniva definita come produzione indigena locale. Questa produzione veniva controllata dalla Commissione Approvazione Stalloni con un controllo che era limitato solo alla morfologia. Le fattrici venivano in parte trascurate, in questo modo si sono formate delle popolazioni nelle rispettive aree di origine ma più ancora nelle rispettive Regioni. Un importante immissione di “sangue” dall’estero si è avuta intorno agli anni ‘35-‘36 a seguito della missione in Africa da dove sono stati importati degli stalloni. Nella tabella 3 viene riportata la consistenza numerica di ogni razza asinina e le aree del territorio nazionale in cui sono presenti, stimate al 31/12/2005.

Tabella 3. Consistenza numerica e area di allevamento Razza

Consistenza Numerica (numero capi)

Area di Allevamento

Amiatina

960

Grosseto, Genova, Viterbo

Asinara

n.d.

Sassari

Martina Franca

311

Puglia, Brescia, Reggio

Ragusano

1565

Sicilia

Sarda

617

Sardegna

Pantelleria

39

Pantelleria

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2.2 Asino dell’Asinara Questa razza è originaria dell’isola dell’Asinara in Sardegna e attualmente non ci sono dati sulla consistenza numerica di questa razza. Presenta un tipico mantello bianco con muso roseo e occhi rosa-celesti. La testa è quadrangolare con profilo rettilineo, il collo si presenta corto, la spalla è dritta e corta. Il garrese si presenta poco pronunciato, il dorso è leggermente disteso e un po’ depresso, i lombi sono forti e ben attaccati, la groppa è corta e lievemente inclinata. Il petto si presenta sufficientemente largo con il torace stretto e basso. Gli arti sono robusti e le articolazioni spesse e larghe. È caratterizzato da un’andatura corta ed insicura, gli appiombi sono regolari, il piede è bianco, piccolo e poco resistente. La statura è di 85-95 cm (www.agraria.org). Il colore bianco deriva dalla depigmentazione della cute, negli strati del derma i melanociti sono presenti in numero normale ma non producono melanina. Questo essere “albini” costringe gli asini a cercare riparo nelle ore più soleggiate (Solinas, 2005). In passato, la “debolezza” intrinseca di questa razza, risultato dell’albinismo, ha fatto si che l’asino dell’Asinara venisse collocato tra le popolazioni selvatiche, in quanto ritenuto troppo delicato per essere impiegato in attività lavorative.

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2.3 Asino Sardo L’asino sardo è la seconda razza asinina della Sardegna, la prima per consistenza numerica. Ci sono molte teoria sull’arrivo di questo asino in Sardegna. Certamente l’origine dell’asino sardo sull’isola è atavica ed enormemente correlata all’evoluzione geologica dell’isola stessa. Attualmente è utilizzato come animale da compagnia, per l’onoterapia e per la produzione di latte (Cherchi, 2005). Gli standard della razza sono: mantello grigio-topo, riga mulina crociata e bordo scuro delle orecchie, a volte sono presenti zebrature alla spalla ed agli arti. La testa è quadrangolare con profilo rettilineo, il collo e la spalla sono corti. Il garrese è poco pronunciato. Il dorso si presenta leggermente disteso e lievemente depresso. I lombi sono forti e ben attaccati, la groppa è corta e lievemente inclinata. Il petto appare sufficientemente largo e torace stretto e basso. Gli arti sono robusti e le articolazioni spesse e larghe. Le andature sono corte, poco elastiche, ma sicure. Gli appiombi sono regolari e il piede piccolo e duro. La statura è di 85-100 cm (www.agraria.org).

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2.4 Asino dell’Amiata Si hanno delle difficoltà ad avere notizie sull’origine della razza dell’Asino dell’Amiata. La selezione della razza, originaria della Toscana (Monte Amiata Grosseto) è cominciata in maniera significativa nel 1955 con un programma, attivato dal ministero dell’Agricoltura e foreste, denominato “Selezionate” (Impeduglia, 2005). Negli ultimi anni c’è stato un incremento del numero di esemplari. Presenta il mantello grigio con caratteristiche zebrature agli arti, orecchie con orlatura scura, muso e ventre grigio chiaro. La testa è proporzionata e le orecchie sono diritte; il collo è muscoloso; la spalla è robusta e diritta; la groppa è spiovente; il petto è aperto e il torace ampio. Gli arti sono di dimensione ridotta e forti, il piede è robusto con unghia compatta. Al 31/12/2005 la popolazione di questa razza è pari 960 esemplari.

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2.5 Asino di Martina Franca Questa razza è famosa in tutto il mondo, per la sua elevata statura (135-165 cm). La tradizione vuole che l’asino di Martina Franca derivi dall’asino Catalano importato nelle Murgie dai conti Conversano all’epoca delle denominazioni Spagnola. Non esiste alcuna certezza comunque a riguardo. Si ritiene che nella zona esistesse già un asino di forme sviluppate e di mantello scuro che si è migliorato incrociandosi con l’asino spagnolo. La salvaguardia della razza è stata garantita dal “Centro per la conservazione del patrimonio genetico dell’asino di Martina Franca” con sede nella masseria Russoli di proprietà della regione Puglia. Presenta il mantello morello, con addome, interno delle cosce e muso grigi; muso ed occhiaie presentano un con alone focato, ano, fulva, scroto e prepuzio sono scuri e i crini neri. La testa presenta una fronte larga e piatta, non troppo pesante, ganasce ben sviluppate, arcate orbitali prominenti; le orecchie sono lunghe e diritte, larghe alla base, bene attaccate e mobili, con padiglione peloso. Il collo è largo e muscoloso; la spalla è giustamente inclinata e bene attaccata; il garrese si presenta poco rilevato; la linea dorso-lombare è rettilinea, con regioni larghe, muscolose e armonicamente attaccate; i lombi sono larghi e bene attaccati; la groppa è lunga, larga e muscolosa; il petto ampio e muscoloso e il torace bene sviluppato; gli arti sono robusti e gli stinchi e le pastoie corti, le articolazioni sono larghe, spesso asciutte; gli appiombi sono regolari; i piedi, sono ben diritti, forti e larghi. Il temperamento è abbastanza vivace. Al 31/12/2005 gli individui censiti ammontano a 311 esemplari.

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2.6 Asino Ragusano Il disciplinare di razza dell’asino Ragusano fu ufficialmente riconosciuta nel 1953. Le zone di origine sono i territori dei Comuni di Ragusa, Modica, Scicli e S. Croce Camerina. La selezione iniziò nel 1942, con una serie di incroci in stretta consanguinità per fissare i caratteri in maniera rapida soprattutto con soggetti della provincia di Ragusa, riconducibili all’asino di Pantelleria ed alla razza siciliana, con qualche insanguamento con l’asino Catalano e di Martina Franca, caratterizzati da un buon sviluppo scheletrico e conformazione corretta soprattutto degli arti e della schiena. Si adatta al meglio nelle zone montane marginali dove è un ottimo pascolatore, può essere utilizzato come cavalcatura sicura nelle riserve faunistiche per i visitatori. Presenta il mantello baio scuro, con ventre di biscia o di cervo, esteso anteriormente e posteriormente alle facce interne degli arti; presenta focatura agli occhi, il muso è grigio a peli rasati, ben delimitato fin sopra le narici con sfumature focate (tollerata la sfocatura), criniera e la coda sono nere. La testa non è pesante, presenta una bella espressione, a profilo quasi rettilineo, con fronte larga e piatta. Le orecchie sono ben portate e di giusta lunghezza, gli occhi sono grandi a fior di testa. Il collo risulta muscoloso e ben attaccato alla testa ed alle spalle. La spalla è lievemente diritta e ben attaccata. Il garrese è poco rilevato e la linea dorso-lombare è diritta. I lombi, la groppa e il petto sono larghi. Il torace è ben attaccato. Gli arti si presentano con avambraccio muscoloso e articolazioni ampie e robuste. L’andatura è normale e gli appiombi sono regolari. Il piede risulta ben conformato con unghia dura e nera. La statura è 135-145 cm. La consistenza numerica della razza al 31/12/2005 è di 1565 esemplari.

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2.7 Asino di Pantelleria L’asino di Pantelleria è tra le razze asinine più antiche d’Italia e ha contribuito alla creazione della razza dell’asino Ragusano. Fu utilizzato negli anni ‘40 e ‘50 per la produzione di muli con i cavalli S. Fratellani. La razza pantesca andò via via estinguendosi a causa delle migrazioni dalla Sicilia e il conseguente incrocio con altre razze asinine che ne ridussero il numero pregiudicandone la purezza. Nel 1989 l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia prese la decisione di avviare un progetto per la ricostituzione della razza. Il progetto consisteva e consiste nell’eliminazione, attraverso incroci, dei fattori genetici non propri dell’Asino Pantesco. La “campagna acquisti” durò due anni con un lavoro di ricerca dei requisiti richiesti anche attraverso analisi genetiche esteso in tutta la Sicilia. Alla fine di questo periodo si sono trovati i primi asini rispondenti alle caratteristiche del Pantesco. Il primo asino reperito possedeva il 95% di sangue Pantesco. Al 31/12/2005 nell’allevamento posto all’interno del demanio forestale di S.Matteo ad Erice sono presenti 39 esemplari. Gli standard della razza sono: il mantello prevalentemente morello o baio scuro. Il pelo tipico è corto, liscio, molto lucido, untuoso al tatto. Il muso è quasi bianco, l’addome e la faccia interna delle cosce sono bianche. I crini nella coda sono scarsi. La testa è piccola, asciutta, con grandi occhi. La fronte è larga e le orecchie sono piuttosto piccole, mobili e ben portate. Il collo è lungo e muscoloso. Il petto è largo, la linea dorso – lombare è diritta. La spalla è obliqua e forte. Il torace è molto sviluppato e la groppa è larga. Gli arti sono molto robusti con articolazioni asciutte e larghe. Gli zoccoli sono larghi e robusti al punto da non richiedere ferratura. Il temperamento è vivace e nevrile. Altezza al garrese varia da 125 a 140 cm, in passato raggiungeva anche 150 cm. Lo stinco ha una lunghezza di 16-20 cm e il torace presenta un’ampiezza di 141-160 cm.

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3. Rivalutazione dell’asino Gli animali da latte e da carne come vacche, capre, pecore e maiali furono i primi ad essere addomesticati, poi seguirono gli animali utili al trasporto di materiali e persone come i cavalli, i cammelli e gli asini. Questi ultimi furono particolarmente importanti perché più piccoli, più resistenti dei cavalli e più facili da guidare. Da allora l’asino ha sempre accompagnato l’uomo nel corso della storia. Veniva adoperato per il tiro, la sella e per quasi tutti i lavori ordinari in agricoltura. Il rendimento lavorativo, se paragonato alle dimensioni, all’alimentazione generalmente scarsa e di poco significato nutritivo, era generalmente elevato. Inoltre il tipo di cure che necessitava e necessita sono molto simili a quelle del cavallo ma con meno esigenze essendo più rustico. Con l’avvento della meccanizzazione in agricoltura l’utilizzo dell’asino è via via diminuito fino a quasi scomparire del tutto (Cardellino, 2006). In questi anni però, si sta rivalutando l’asino, allontanandolo dal rischio dell’estinzione, e sono molti gli aspetti che hanno portato questo risultato, uno tra tutti è la composizione chimica del latte di asina, che risulta simile alla composizione del latte di donna e presenta proprietà probiotiche. La nuova funzione produttiva richiesta all’asino si esplica soprattutto in allevamenti specializzati, introdotti in aziende foraggiere-zootecniche, che hanno potuto usufruire di contributi comunitari, o da enti locali, per la salvaguardia della razza o specie autoctona in via di estinzione, non solo per la funzione economica che questi animali possono svolgere ma anche per il ruolo svolto nella gestione e conservazione del territorio soprattutto nelle aree collinari e montane, attraverso la razionale utilizzazione dei prati e dei pascoli (1257/99; PSR 2000-2006). Nel PSR 2000-2006 la misura F ha come obiettivo generale quello di diffondere metodi di produzione agricole e di gestione dei terreni compatibili con la tutela dell’ambiente e del suolo, salvaguardando nel contempo la redditività dell’impresa e nello specifico nella misura F4 l’incremento e la salvaguardia della biodiversità, attraverso anche

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l’allevamento di specie locali in pericolo di estinzione (misura F4b). Considerando l’utilizzazione attuale dell’asina per la produzione di latte e la sua destinazione principale come alimento per neonati, un’utilizzazione strategica potrebbe essere l’inserimento di tale indirizzo produttivo in una gestione di tipo biologico (Reg. CE 1804/99). Tale produzione parte infatti da una gestione dell’allevamento di tipo estensivo e indirizzata all’ottenimento di un prodotto sano, privo di residui e avente un basso impatto sull’ambiente nei processi produttivi che lo caratterizzano. L’asino dunque, grazie alle sue doti di spiccata rusticità e frugalità potrebbe ben inserirsi in tutti i piani della comunità europea prima descritti. Un altro impiego zootecnico possibile è anche l’utilizzo della carne dei puledri che eccedono la quota di rimonta in allevamenti indirizzati alla produzione di latte. La carne d’asino si presenta molto magra, con una componente lipidica costituita soprattutto da acidi grassi insaturi e da un elevato tenore proteico. La carne d’asino in alcune regioni del nord Italia, come il Piemonte, soprattutto nel Novarese e nel Monferrato, e il Trentino Alto Adige, oggi è stata riscoperta e rivalutata, dopo un periodo caratterizzato da una scarsa reperibilità del prodotto che ne ha determinato una quasi totale scomparsa nelle ricette di tali zone. In questi ultimi tempi, infatti, è ritornata ad essere la base di molti piatti tipici, quali il brasato, lo stracotto, la carne affumicata e lo stufato d’asino, e di insaccati, ottenuti a partire o da un impasto ottenuto con la sola carne d’asino insaporita con una concia di pepe ed altre spezie, oppure utilizzando carne d’asino di prima scelta, mondata di grasso e nervetti, macinata a grana fine e lavorata con l’aggiunta di circa il 30% di grasso di pancetta suina e di coadiuvanti tecnologici, in dosi d’impiego variabili da zona a zona, e insaccata nel budello torto di manzo (Atlante dei Prodotti Tipici Italiani, INSOR, 1989-1995). Un’altra forma di “utilizzo” dell’asino che si sta diffondendo negli ultimi anni è il suo impiego in attività medico-sociali, come l’onoterapia e il brain gym.

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L’onoterapia è una pratica equestre che impiega l’asino come strumento terapeutico. Praticata da alcuni anni in molti Paesi, sta riscuotendo notevole successo in diversi settori della terapia riabilitativa, considerate le implicazioni terapeutiche positive che derivano da trattamento di numerosi disagi riguardanti sia la sfera motoria che quella psichica. Come terapia assistita rientra nella Pet Therapy, terapia dolce che prevede l’ impiego di animali come coterapeuti a supporto di numerose patologie psico–fisiche. Si tratta di una disciplina che sfrutta il rapporto con gli animali per il superamento di danni sensoriali, motori cognitivi e affettivi. Rispetto all’ippoterapia, l’onoterapia presenta il vantaggio delle ridotte dimensioni dell’asino rispetto al cavallo, aspetto che crea minore timore soprattutto nei bambini, maggiore lentezza nei movimenti, andatura monotona e controllata, tutte caratteristiche intrinseche della specie asinina (Pugliese & Gruppillo, 2006). Il brain gym (letteralmente “ginnastica per il cervello”), tende ad un potenziamento delle facoltà sensitive ed intellettuali in chiave ludica. È uno strumento di apprendimento globale, che attraverso dei movimenti particolari del corpo porta ad una rieducazione del cervello, armonizzando l’attività di alcune zone cerebrali – corticale, limbica e rettile; risulta particolarmente efficace in soggetti con difficoltà nell’apprendimento scolastico, in attività dove sono fondamentali la capacità di concentrazione, la memoria, il ritmo, la lettura ed il calcolo. Le qualità dell’asino possono essere sfruttate anche in altri ambiti dove trova usualmente applicazione il cavallo, come il trekking, soprattutto se praticato da anziani o persone che hanno delle limitazioni ambulatorie, consentendo loro di raggiungere mete che magari sono a loro normalmente precluse. In questi casi vengono esaltate le capacità dell’asino di avere un passo sicuro anche in ambienti impervi, lento, costante, che permette di esaltare il contatto con la natura agli amanti di questo sport (Pepe, 2005). Il latte d’ asina sta diventando inoltre un importante elemento della dermo-cosmesi.

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Un buon dermo-cosmetico deve detergere, idratare la cute e per quanto possibile offrire un’ azione antiossidante. Il latte si presenta per la sua composizione (componente grassa + componente acquosa) capace di assolvere queste funzioni. Il latte d’asina deterge e idrata rendendo la cute morbida ed elastica, inoltre si dimostra capace di fornire un’azione antiossidante. I preziosi acidi grassi del latte d’asina riescono a proteggere e a ripristinare le membrane delle cellule cutanee. Il lisozima in questo caso si presenta come abile attenuatore degli stati flogistici della cute e del cuoio capelluto (Cotte, 1991).

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4. Il punto sull’ASINO PANTESCO… Animale mite e simbolo di semplicità, l’asino sin dagli albori della storia dell’uomo è stato considerato un animale sacro e degno di rispetto, più del cavallo, allora poco o nulla considerato, e la sua effige, difatti, compare sovente nella simbologia religiosa sia cristiana che di altre credenze. I re ebrei prima del regno di Davide cavalcavano esclusivamente gli asini e gli egizi lo raffigurano assieme al gatto tra le divinità occulte. I micenei, inoltre, raffiguravano le figure umane con testa d’asino ed i greci avevano un immenso rispetto e devozione per questo animale. Omero nella sua opera paragona la resistenza di Aiace a quella dell’asino. Fu nel Medioevo che l’asino comincia ad essere declassato in concomitanza presumibilmente all’uso più appropriato del cavallo per gli eventi bellici e di conquista e comincia ad assumere i caratteri di negatività che ancor oggi sono attribuiti a questo animale e la letteratura di quel periodo storico e successiva rende l’asino interprete personificato di poche virtù e tanti difetti umani. Per molto tempo la storia dell’uomo è stata accompagnata dalla presenza dell’asino e nonostante il suo passato blasonato è stato indicato metaforicamente come sinonimo di stupidità, testardaggine, ignoranza e simili, pregiudizi e considerazioni che devono essere letti con molta elasticità e meno rigore lessicale, perché l’asino è un animale che può avere una considerazione diversa dai correnti luoghi comuni. L’asino da sempre ha trovato impiego per la soma ed il basto e la sua indole frugale, accompagnata alla rusticità, ne fanno un animale unico ed esclusivo, in grado di sopravvivere in ambiti apparentemente inospitali e difficili. è proprio a Pantelleria che nasce la storia di uno degli asini autoctoni siciliani, animale derivante filogeneticamente dall’asino selvatico africano ed importato dagli arabi, relegato in un ambito isolano alquanto difficile, ha dimostrato da subito le sue forti doti di resistenza e passo sicuro in terreni rocciosi, accidentati e di natura vulcanica. A Pantelleria l’asino si è conquistato un importante ruolo ed una sua

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specifica connotazione d’origine che lo ha differenziato da tutti gli altri parenti asinini e nel corso dei secoli si costituì in una specifica razza, con caratteri fenotipici e genetici del tutto propri. Asini di taglia media, molto robusti, dall’andatura veloce e sicura, soprattutto in mezzo ai ciottoli ed in discesa, da sempre ha accompagnato la vita ed il lavoro degli abitanti dell’Isola. L’asino di Pantelleria, inoltre, era molto ricercato per rinsanguare altri asini e soprattutto per la produzione di muli e per la produzione di latte, molto utile ad una fascia di bambini intolleranti al latte bovino, perché simile al latte materno. Il declino dell’asino pantesco coincide con l’avvento della meccanizzazione nel settore agricolo, per cui il nostro quadrupede è uscito in sordina di scena e se i vecchi hanno un grato ricordo, molti giovani di Pantelleria non l’hanno mai visto in azione nel sua terra d’origine. Un progetto dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali ha ridato vita a questa interessante specie equina e presso il Demanio San Matteo, nel comune di Erice, dal 1989 è stato avviato un allevamento sperimentale dell’asino pantesco, costituendo un nucleo consistente di animali, oggi una cinquantina, che sono stati iscritti nel R registro dell’Anagrafe delle Razze e Popolazioni Equine. Da San Matteo alcuni esemplari sono rientrati a Pantelleria e così la storia di un asino isolano indigeno ed autoctono potrà continuare ad essere raccontata alle future generazioni.

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Dal rapporto uomo-asino nella storia all’educazione alla comunicazione

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Asino…Cavalcatura di Bacco, “Metamorfosi” di Pinocchio, Musa di Giordano Bruno ma…sempre Asino! Quello ignorante, dubbioso, goffo, quello con le orecchie troppo lunghe per essere un cavallo e il passo troppo corto per eguagliarne il trotto. Colui che la Storia moderna ha rinnegato per anni e che, in quegli stessi anni, è rimasto “ostinatamente” in vita nelle memorie di chi è invecchiato aggrappato alla sua coda e in bilico sul suo basto! Per secoli personificazione dell’ignoranza e della diabolica ostinazione, è al tempo stesso l’animale che sa di più…perché sa di non sapere! Lo stesso Asino, che oggi, con il suo dubitare “senza vanità” ancora è Maestro nell’ insegnarci a vivere con umiltà e senza pregiudizi, nell’insegnarci a Prendere con determinazione e a Rinunciare (a volte) cercando la vera “Misura”. “…C’è forse qualcosa di più deciso, sdegnoso, contemplativo, grave, serio, come l’asino?” (diceva Montaigne, invocando alla vera “Misura”). Roberta…

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…Le favole, la letteratura ci hanno sempre descritto l’asino come un essere “stupido”! E non è raro per noi umani associare la parola stupido alla parola “diverso”! Quindi, riuscire ad interagire positivamente con quest’animale che si porta dietro da secoli una simbologia negativa, significa per l’uomo, che spesso vive di stereotipi, luoghi comuni e preconcetti, mettersi in discussione e approcciare alla “diversità” con spirito di accoglienza! Inoltre il suo latte è buono come quello di una mamma! Vedere un’asinella che allatta non ci riporta alla mente solo l’idea del nutrimento ma anche l’idea di cure parentali, di affetto materno. Poter bere anche noi quel latte, che è tanto simile al latte delle donne, ci riempie non solo di gusto ma di tutte quelle emozioni che ci fanno sentire al sicuro...come tra le braccia di una mamma! E per finire... La sua lentezza... rende ogni passeggiata una SCOPERTA! Un “Viaggio” tra gli sterpi del pensiero per creare Movimenti! Tutto ti sembra più chiaro quando a “passo d’asino” attraversi le stesse strade di sempre! Tutto ti sembra più chiaro quando seduto in mezzo ad un prato ti rendi conto dell’infinità di legami indissolvibili che esistono tra le grandi e piccole e… Piccolissime “entità” che ti circondano e tra loro e te! Ti rendi conto, ascoltando rumori diversi dal solito, che puoi viaggiare veloce… con la velocità della fantasia pur restando lì…seduta al centro del tuo prato! Capisci, insomma, che sei un infinitesimo di niente ma allo stesso tempo l’anello mancante che deve solo trovare una collocazione “sana” tra questa folla operosa di creature Uniche. Meravigliose, indispensabili proprio per la loro…unicità. Straordinarie soprattutto per la loro… Diversità! Comprendi il valore del Rispetto e del Sacrificio. La gioia di un gesto che viene dal cuore e la nullità di un altro che di cuore… non ha niente. Capisci quanto le “troppe” parole, a volte, possano essere un prolungamento inutile dei tuoi pensieri semplici e che se, usate nel modo sbagliato, distorcono il messaggio senza chiarirlo… anche a te stessa! Ma gli asini… Che belli! In loro riconosco la virtù della discrezione e allo stesso tempo quella dell’esser complici nel vivere i momenti insieme, condividerli con un’alterità che ti accompagna in silenzio ma… è una “Presenza”!

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Ti rendi conto, guardandoli negli occhi, che al di là del loro essere pacati hanno dentro un universo in fermento ed una passione infinita, che scambiano con il mondo con la lentezza di chi sa godere delle cose belle… senza “consumare” il piacere! é questo che ti regalano Loro… La magia del piacere! Un piacere che puoi “toccare”, allungando la mano in quell’enorme scatola delle meraviglie (che l’asino rappresenta) e tirar fuori quanto di colorato e bello abbiamo tutti un po’ bisogno! L’asino diventa, così, uno strumento (nell’accezione “immateriale” del termine) che contribuisce a smuoverti “qualcosa” dentro! D’altronde è uno degli animali “simbolo” più universali e più carichi di significato per l’uomo, non mi meraviglia, quindi, che sia in grado di mobilitare emozioni fondamentali per la nostra interiorità! Ha avuto per l’umanità una funzione sociale determinante in quanto indispensabile compagno di lavoro. Inoltre pagine di poesia e di prosa dedicate a questo animale hanno contribuito a rafforzare la tesi dell’esistenza di uno stretto rapporto con l’essere umano, ma sono anche la rappresentazione della funzione simbolica e mitica che esso ha avuto per noi. Dovremmo salvaguardare quanto contenuto nei miti, nelle fiabe, nelle leggende italiane legate all’asino. Si tratta di racconti in grado di rivelare conoscenze, non solo sull’animale e su come veniva interpretata la sua natura, ma anche sulla psicologia degli uomini e sul tipo di civiltà nella quale entrambi si trovavano inseriti. Il rapporto tra Uomo e Asino rappresenta un grande esempio di collaborazione tra specie diverse e, nel rapporto con esso, l’uomo ha percorso due strade parallele: quella del rispetto e quella dell’abuso. L’etica e la cultura del rispetto rappresentano la condizione indispensabile agli uomini per sviluppare l’arte di convivere (con l’animale e con l’uomo). Al di fuori della cultura del rispetto l’uomo non ha sviluppato arte ma tecniche che trovano la loro efficacia nella brutalità! La società Occidentale si avvia sempre di più a diventare una società interamente dominata dalla mentalità tecnologica. Questo significa che seppur inconsapevolmente veniamo addestrati a pensare

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e ad agire secondo il principio di “equivalenza” in base al quale ogni meccanismo di un certo tipo funziona in quel determinato modo e, nei suoi confronti, è possibile attuare solo un comportamento standardizzato. Questo tipo di approccio si sta estendendo anche ai rapporti che l’uomo sviluppa con se stesso (oltre che con il mondo animale). Ma gli esseri viventi, al contrario delle macchine, sono UNICI. Il rapporto con loro si sottrae inesorabilmente alle regole. Quest’errato approccio, questa rude mentalità ha determinato l’instaurarsi di rapporti strumentali che inesorabilmente privilegiavano le componenti del dominio su quelle dell’affettività. Mentalità, questa, mortificante per l’uomo, in quanto i nostri rapporti sociali si rivelano, spesso, indicativi del rapporto che abbiamo con noi stessi! Agire perseguendo il fine del benessere, trasmettendo l’incantesimo del condividere, del sapere, del fare e del sentire…ecco la vera sfida! Un agire in cui il chiedere non diventa mai pretendere e l’incitazione non diventa un obbligo! L’ASINO AIUTA. PERCHé? Rapporto Uomo-Animale nella storia: C’e’ sempre stato un profondo legame tra Uomo e Animale fin dagli albori della civiltà. Tipologie generali di interazione (dai primordi ai giorni d’oggi): 1) 2) 3) 1)

Prima Fase: Concezione magico-totemica. Seconda Fase: Concezione economico-funzionale. Terza Fase: Concezione etico-relazionale. Concezione magico-totemica

L’uomo ha un rapporto di fusione con l’animale e si identifica con lui. C’è un profondo rispetto verso tutto ciò che è natura.

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Esempi: Totemizzazione (animali “simbolo”). Sappiamo che l’asino era un animale totemico che rappresentava una divinità venerata e che è ripreso sia nell”Asino d’oro” di Apuleio di Mandaura come nello straordinario “Pinocchio” scritto da Collodi. è l’allegoria dell’uomo che deve passare dalle condizioni d’asino per superare la sua caduta nel punto più basso della materia: una possibile lettura, ma altresì la stessa figura asinina con valenza divina, sacra e sapienziale. Anche le fiabe raccontano il sacrificio di questo animale. In “Pelle d’asino” la bestia è uccisa e la sua pelle, quando indossata, difende e preserva una giovane fanciulla dai pericoli. Calvino nelle sua raccolta “Fiabe italiane” riporta la famosa fiaba del somarello caca-denari che non compreso sarà sostituito dall’oste disonesto, ma alla fine il giovane proprietario ritroverà il suo somarello e con lui ritroverà la serena ricchezza data dall’oro defecato dal magico asinello. Il suo raglio rappresenta il mantra di un acuto immediatamente seguito da un suono bassissimo, è l’alto e il basso che si incontrano e nel mezzo sta la condizione umana. Questi percorsi, intesi anche a riprendere una certa sacralità attraverso concentrazione e disposizione, sono una via di ricerca interna in noi. Forse per alcuni esagero, ma è una questione introspettiva, personale ed interiore. Cammini brevi, locali, svolti con raccoglimento e consapevolezza di ciò che stiamo facendo, innanzitutto spegnendo il dialogo interiore, mettendoci in ascolto nella posizione di chi, aprendo il proprio cuore, non giudica e osserva.

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2) Concezione economico-funzionale Con la domesticazione l’uomo si serve dell’animale per soddisfare i suoi fini utilitaristici. Esempi: Animali da lavoro. In cui l’uomo domina l’animale.

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3) Concezione etica-relazionale (che si stĂ  affermando negli ultimi anni)

Si assiste ad un riavvicinamento empatico con l’animale e ad una rinnovata sensibilità emotiva verso il benessere animale. Esempi: Vegetarianismo. Pet therapy. Quindi, oggi, si stipula un nuovo “patto culturale” tra Uomo e Animale in cui l’Approccio Zootecnico viene affiancato da un nuovo tipo di Approccio: Zooantropologico. (Chieppa, 2002; Palladini, 2002).

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Zooantropologia e Approccio Zooantropologico:

La Zooantropologia nasce tra gli anni ‘70 e ’80 ed evidenzia i contenuti dialogici dell’interazione con l’animale. Tipologie di interazione con l’animale: • • • •

Reattiva: animale stimolo. Proiettiva: animale simbolo. Utilizzo: animale strumento. Dialogica: Relazione con l’animale

La Zooantropologia si occupa di un particolare ambito dell’interazione Uomo-Animale, quello della Relazione (ovvero del dialogo) tra U-A e del ruolo referenziale del Pet* nel rapporto (Referenza Animale).

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Relazione: stato di incontro-confronto con l’animale basato: • • • • •

Sul riconoscimento dell’animale nei suoi predicati di alterità. Sull’attivazione tra gli interlocutori di un evento dialogico. Sulla reciprocazione (ovvero sul “mettersi in gioco”). Sull’accreditamento sociale e reciproca affiliazione. Sulla definizione di un piano specifico di incontro-dialogo.

Referenza Animale: è il valore di ruolo assunto dall’animale nel processo relazionale. Cioè: • ll suo essere in grado di indurre nell’uomo disposizioni espressive, educative, assistenziali. • La proprietà dell’interlocutore animale di apportare nell’uomo effetti beneficiali. Secondo la Zooantropologia l’animale non partecipa all’interazione solo come stimolo o in virtù del suo valore mediale o simbolico, ma diviene un partner relazionale in grado di dire qualcosa di innovativo all’uomo e quindi di modificare il suo stato originario. Per la Zooantropologia il rapporto con l’animale non deve essere interpretato come sostituto di altre relazioni ma occorre valutarlo nella sua specificità, ossia proprio nella differenza rispetto al rapporto interumano. è perciò una proposta di ricerca completamente nuova, poiché non si limita a considerare l’animale come res al servizio materiale e culturale dell’uomo, ma indaga il processo interattivo, ovvero, la scintilla che scocca tra i due poli della relazione, le qualità emergenti che scaturiscono da questo rapporto, le contaminazioni e i meticciamenti che esitano da tale processo di coniugazione.

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Per la Zooantropologia: • • • •

La Relazione con l’animale diventa fondativa per l’uomo. è unica e insostituibile. C’è uno scambio reciproco tra U-A. Arricchisce l’uomo “contaminandolo”, ossia portando nuovi contenuti.

Applicazioni della Zooantropologia: L’Approccio Zooantropologico si applica a diversi ambiti (a seconda degli obiettivi): • •

Zooantropologia Assistenziale (come co-terapia di sostegno). “Con” l’Asino: Onoterapia (o meglio Attività di Mediazione con l’Asino). Zooantropologia Didattica (con finalità educative). “Con” l’Asino: Onodidattica.

Oggi non più “Somaro” ma compagno di lavoro L’Asino ha avuto per l’umanità una funzione sociale determinante in quanto indispensabile compagno di lavoro, infatti, il rapporto etico tra Uomo e Asino si manifesta nei gesti della vita insieme. Rappresenta un esempio grandioso di collaborazione tra specie diverse. La durezza dei sacrifici richiesti dallo sviluppo dell’umanità, è stata condivisa anche dall’asino. L’asino è uno degli animali simbolo più significativi per l’uomo. Religione, Mitologia, Letteratura ne sono intrise di testimonianze. Oggi si ricorre nuovamente a Lui facendo incontrare le nostre nuove esigenze con quanto l’asino è ancora in grado di restituirci. L’uomo ha bisogno degli animali e crea quelli domestici a immagine e somiglianza sua, della sua società e soprattutto della sua cultura. Ogni cultura trasferisce nell’allevamento degli animali le proprie necessità, ma anche i propri problemi, ansie e speranze. L’attuale sfida, della nostra società, consiste nello sviluppare un nuovo modo di allevare gli animali (l’Asino) che

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gli assicuri non solo benessere ma anche una dignità culturale. Nascono, quindi, tra Uomo e Asino nuone collaborazioni: • ONOTERAPIA. Asino Mediatore nei processi di relazione.

• ONODIDATTICA. Asino Mediatore nei percorsi educativi.

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• ONOTURISMO (TREKKING SOMEGGIATO). L’Asino che cammina insieme a noi è una compagnia per passeggiate rilassanti permettendo, tra l’altro, una riappropriazione della percezione dell’ambiente naturale. è, inoltre, un aiuto per il trasporto di bagagli in trekking a lunga e breve percorrenza.

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ONOTERAPIA (AttivitĂ  di Mediazione nei processi di relazione)

(In base agli studi fatti dallo staff del Centro Asinomania di cui è Direttore: Eugenio Milonis).

L’ASINO è un animale d’affezione molto importante. Nel rapporto con noi esprime tutta una serie di attributi, che hanno notevole significato durante le attività. L’asino infatti è lento, sicuro, paziente, prudente, sobrio, discreto. Permette un ritmo rilassato e tranquillo, una lentezza ponderata che è significativa nel rapporto anche per le persone che vi entrano in contatto nelle attività programmate. L’asino promuove un rapporto intenso, empatico, che passa per canali sensoriali ed emozionali profondi e che si realizza focalizzando progressivamente l’attenzione reciproca e creando un rapporto circolare, con vicendevoli feed-back tra la persona e l’asino, vissuti essenzialmente nell’analogico. Mano a mano che si sviluppa, quello con l’asino diviene un rapporto privilegiato, che ha il suo ritmo e che viene via via a riflettere tutta l’area esperienziale: tra persona ed asino si sviluppa la tendenza a rispondere in modo sempre più selettivo all’altro. Le Attività di Mediazione con l’Asino si propongono come co-terapia funzionando da “accelleratore” dell’efficacia e dei risultati di altre terapie per ottenere il superamento di un deficit cognitivo, affettivo e comportamentale. Le Attività di Mediazione con l’Asino sono fonte di ben-essere perché tali animali comunicano emozioni, ricordano la relazione originaria. Stimolano la possibilità di sentire, percepire, di entrare in contatto con i propri sentimenti e di saperli esprimere. Non è una terapia fisica, con l’Onoterapia si valorizzano non solo le caratteristiche morfologiche dell’asino ma soprattutto quelle comportamentali e si rivolge, soprattutto, ad un’utenza che esprime un disagio o un malessere sul piano dell’adattamento, della socializzazione, del comportamento e dell’affettività.

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“La capacità di manifestare l’affettività è ciò che conferisce umanità all’uomo”. Attraverso le Attività di Mediazione con l’Asino si valorizzano sia le caratteristiche fisiche che comportamentali dell’animale (di taglia ridotta, morbido da toccare e da accarezzare, paziente ed affettuoso, lento nei movimenti ed incline alle andature monotone e controllate). Così è possibile offrire preziosi servizi a favore di persone colpite da handicap o disagio, con risultati che compaiono velocemente e possono essere documentati. è una pratica equestre che utilizza l’asino come strumento terapeutico e si concretizza in un “complesso di tecniche di educazione e rieducazione” mirato ad ottenere il superamento di un danno sensoriale, motorio, cognitivo, affettivo e comportamentale. Un approccio dalle infinite potenzialità che si propone come co-terapia funzionando da “acceleratore“ delle acquisizioni, dell’efficacia e dei risultati di altre terapie, che sta attirando l’attenzione di molti specialisti e la considerazione di numerosi centri terapeutici. è un metodo attivo che non permette mai alla persona di restare passiva o di isolarsi. L’asino riesce sempre a ottenere la sua partecipazione sollecitandolo sul piano psico-motorio, intellettivo, sociale e affettivo.

Nota: La caratterizzazione delle Attività di Mediazione con l’Asino deriva innanzitutto

dallo studio dell’etologia dell’asino stesso. La conoscenza dei suoi comportamenti, delle

sue reazioni, della sua indole. Le sue caratteristiche lo rendono particolarmente adatto al lavoro terapeutico-relazionale. Ci offre il massimo della sicurezza garantendo sempre un

comportamento tranquillo, lento nei movimenti, non nevrile, paziente e disponibile al tempo stesso. Ma la sua peculiarità piÚ importante è la sua ricerca di contatto fisico, di vicinanza, di carezza. Il bisogno di essere in comunicazione emotiva, di essere toccato, di ricevere coccole.

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Quando è terapia e quando è attività ricreativa? Ciò che conferisce valore di terapia (o meglio di co-terapia) all’intervento è la presenza di un tecnico, un esperto che sappia dare all’incontro un valore di aiuto, di sostegno, pianificando e organizzando l’intervento a favore di chi si trova in difficoltà. Gli strumenti dell’Onoterapia • • • • • •

L’asino; Il corpo; Il movimento; Il gioco; … LA RELAZIONE asino-utente-operatore (e il sistema di COMUNICAZIONE che si istaura creando un contesto terapeutico in un ambiente naturale. Una Relazione privilegiata che facilita una riapertura al mondo esterno e induce a recuperare il senso del reale).

Tale attività si propone in particolare di… Realizzare iniziative per la demedicalizzazione e deistituzionalizzazione di coloro che in situazione di disagio personale e/o sociale rischiano di essere emarginati. Promuovere un intervento innovativo con metodologie alternative a quelle tradizionali porsi come attività a integrazione di altri interventi terapeutici, farmacologici e/o psicoterapici. Focus dei progetti: sviluppo di esperienze volte ad arricchire il lavoro di cura e la promozione del benessere delle persone. Obiettivo complessivo: Miglioramento della qualità della vita dei pazienti coinvolti (e delle loro famiglie).

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ONODIDATTICA (Attività di mediazione nei percorsi educativi) è un metodo (una forma di didattica) basato su esperienze zooantropologiche, vale a dire che si avvale: Della Referenza Animale. Della produttività della Relazione Uomo-Animale. Nell’Onodidattica l’esperienza di relazione Uomo-Animale è un momento di crescita per facilitare il raggiungimento di specifici obiettivi pedagogici e offrire ai bambini opportunità di: Educazione. Istruzione. Tra l’altro la conoscenza dell’animale è un Rito. è guardare e sentirsi guardato, toccare e sentirsi toccati, annusare, percepire il calore, il tono muscolare, i movimenti. La magia della comunicazione con l’asino ci guida ad una conoscenza più profonda di noi stessi. Tutti i progetti di Onodidattica risultano, quindi, ricchi di valenze (educative, didattiche, etc.) finalizzate, nel bambino, a vivere esperienze in un ambiente dove le regole sono chiare e non vi è né rigidità, né ambiguità, ma reciproco rispetto e ascolto. In cui la Referenza Animale è “condotta” dall’Operatore/ Mediatore che è garante del processo di Relazione. Tali progetti: • Si fondano sui processi motivazionali del bambino ovvero attraverso il divertimento, la curiosità, il coinvolgimento, il gioco, lo stupore, l’attenzione, la partecipazione, si rendono i bambini attori e costruttori del loro processo formativo, creando un’ alleanza pedagogica.

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• Si basano sulla consapevolezza che la relazione con l’animale stimola alcune attività nel bambino soprattutto nelle aree socio-affettive con rafforzamento di ambiti che riguardano: 1) Il decentramento 2) La sicurezza affettiva. 3) L’espressione affettiva. 4) La costruzione del legame. Valenze della Relazione con l’Animale/Asino: IMMAGINARIO Osservare la multiformità del mondo animale arricchisce l’immaginario del bambino perché gli offre un maggior numero di modelli. Questo ha effetti su diversi ambiti: • • • •

Fantasia e creativitĂ . CapacitĂ  progettuale. Grado di diffidenza e paura. Intraprendere avventure conoscitive.

AUTOEFFICACIA Il rapporto con l’animale stimola il bambino a compiere particolari azioni che intervengono nei processi di autoefficacia. Questo ha effetti su diversi ambiti: • • • •

Fare il genitore. Saper fare. Acquisire particolari expertise. Acquisire un metodo.

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AFFETTIVITÀ L’animale è un importante referente affettivo e può svolgere il ruolo di base sicura, nei vari processi di attaccamento del bambino. Questo ha effetti su diversi ambiti: • • • •

Sentirsi importante/riconosciuto. Sentirsi protetto/rassicurato. Migliorare le tendenze esplorative. Migliorare l’acquisizione di autonomia.

DECENTRAMENTO La relazione con l’animale favorisce il confronto e l’uscita del bambino da schemi di autoreferenzialità. Questo ha effetti su diversi ambiti: • • • •

La costruzione dell’empatia. La tendenza a relazionarsi con l’esterno. La capacità concertativa e collaborativa. Capire la diversità.

COMUNICAZIONE La relazione con l’animale favorisce l’acquisizione di tendenze e capacità di ordine comunicativo. Questo ha effetti su diversi ambiti: • • • •

Una maggiore attenzione verso l’altro. Una maggiore consapevolezza nella c. Acquisizione di nuovi registri di c. La costruzione di processi di autocritica.

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EPIMELESI La relazione con l’animale favorisce le tendenze epimeletiche del bambino sia nei confronti degli altri che di sé. Questo ha effetti su diversi ambiti: • • • •

Prendersi cura di qualcuno. Essere altruisti e non chiusi. Aver cura del proprio corpo e di sĂŠ. Aver cura del proprio mondo.

ATTIVITà EDUCATIVE PROMOSSE DALLA RELAZIONE CON L’ASINO

1) Educazione all’affettività La relazione con l’animale stimola alcune attività nel ragazzo soprattutto nelle aree socio-affettive con rafforzamento (empowerment) di alcuni ambiti che riguardano: • il decentramento. • la sicurezza affettiva. • l’espressione affettiva. • la costruzione del legame. 1.1)

Il decentramento

Attraverso la relazione con l’animale il bambino passa da una situazione di autoreferenza ed egomorfismo a una esperienza dialogica che lo porta a considerare l’altro come entità condivisiva e come entità portatrice di una diversa prospettiva sul mondo. Questa attività di decentramento è molto utile perché costruisce le basi relazionali e la capacità di capire l’altro come amico o elemento di condivisione (simpatia) e come portatore di istanze-prospettive differenti (empatia). Il decentramento è il primo passo per l’accoglienza (ospitalità) ovvero per far posto all’altro nella propria vita.

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1.2)

La sicurezza affettiva

L’affettività è una componente centrale nella vita del bambino, riconducibile al processo di attaccamento (base sicura o affettività centripeta) e ai processi di cura (meccanismi di autoefficacia o affettività centrifuga). L’affettività, strutturata attraverso la possibilità di allargare il proprio orizzonte referenziale o attraverso la tonificazione delle aree della cura, dà al bambino dei contributi nell’autostima e nella capacità biografica ed esplorativa e in particolare nella capacità di mantenere in comunicazione mondo interno e mondo esterno. 1.3)

L’espressione affettiva

L’espressione dell’affettività attraverso il superamento delle timidezze e delle pulsioni aggressivo-competitive facilita la strutturazione di comportamenti pro-sociali e quindi le direttrici di integrazione del ragazzo nel gruppo dei pari con riscontri positivi non solo nell’ambito del comportamento sociale ma anche nell’accettazione del ragazzo da parte del gruppo dei pari e successivi feedback positivi nello sviluppo dei processi integrativi. Lo sviluppo di comportamenti pro-sociali riguarda altresì le capacità-proprietà di partecipare e di condividere le situazioni emotive (compassione). 1.4)

La costruzione del legame

La costruzione dei legami affettivi non dev’essere data per scontato sia nell’ambito del gruppo dei pari che nei successivi processi affiliativi, con particolare riferimento alla continuità e dedizione nell’impegno di costruzione del legame e di capacità di elaborazione dello scioglimento del legame ad opera di occorrenze (per esempio il lutto). Il legame affettivo richiede una mitigazione delle pulsioni egoiche, una capacità di mediazione e negoziazione delle istanze (compromesso), una responsabilità nei confronti dell’altro e una capacità di rispecchiamento nello stare in relazione (empatia).

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2) Educazione emozionale Il bambino impara a partecipare emotivamente poiché il rapporto con l’animale è vissuto soprattutto nella sfera della condivisione emozionale: • • • •

la concertazione e l’osmosi emozionale. l’equilibrio emozionale. il controllo di arousal o filtro emozionale. la compassione o capacità di partecipazione.

2.1)

La concertazione e l’osmosi emozionale

La capacità di lasciarsi coinvolgere dalle emozioni altrui ovvero di non essere solipsistico dal punto di vista emozionale e quindi di partecipare alle emozioni del gruppo e saper riposizionare il proprio sistema emozionale all’interno di assetti condivisi e correlati alla situazione specifica ossia di non chiudersi emotivamente su schemi distimici strutturati o umori che possono assumere connotati bipolari o monopolari non relazionali. La concertazione emozionale è un modo per aprire la propria emotività e correlarla in un processi condivisivo e concertativo che evita la solitudine e l’autoreferenza. 2.2)

L’equilibrio emozionale

L’assetto emozionale riguarda il modo con cui il bambino si posiziona normalmente nel mondo ossia se con una prevalenza di un particolare assetto emozionale e quindi con uno specifico quadro caratteriale (per esempio diffidente vs fiducioso) e la particolare sensibilità emotiva ovvero l’enfatizzazione di particolari emozioni (come la paura, la malinconia, il disgusto) che possono compromettere alcune aree dello sviluppo cognitivo e relazionale del ragazzo. Parlare di equilibrio emozionale significa mitigare con azioni specifiche particolari orientamenti e rafforzarne altri.

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2.3)

Il controllo di arousal o filtro emozionale

Uno degli aspetti fondamentali che consentono al ragazzo di fruire correttamente delle informazioni da tradurre in comportamenti è la capacità di poter usufruire di adeguati filtri emozionali in grado di mitigare o di contenere gli eccessi di arousal. Il lavoro sul controllo di arousal è un pre-requisito ogni volta che si debba parlare di una traduzione dell’info o di acquisizione di competenze in situazioni dal forte coinvolgimento emozionale. Le attività di ZA proprio perché implicanti un aumento di arousal consentono di lavorare sull’eccitabilità e sulla formazione di filtri emozionali tra pensato e agito. 2.4)

La compassione o capacitĂ  di partecipazione

La compassione è la capacità di partecipare a una situazione di sofferenza altrui e di vedere nell’altro un’entità che ha degli interessi che devono trovare dei vincoli alla propria condotta. La compassione si sviluppa bene nelle attività ZA perché il bambino vede nell’altro-animale un essere indifeso e una proiezione del Sé. La relazione con l’animale diviene quindi una palestra per attività che possono diminuire la compassione (prassi di incrudelimento) o aumentare la compassione: per questo è sempre importante partire dalla relazione corretta con l’animale per attivare la compassione. 3) Educazione cognitiva L’animale stimola alcune precise attività cognitive o componenti che fungono da volano cognitivo nel bambino: • • • •

la costruzione di rappresentazioni. le funzioni cognitive. le metacomponenti cognitive. l’esploratività.

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3.1)

La costruzione di rappresentazioni

L’immaginario del bambino si sviluppa attraverso una serie di esperienze di acquisizione e di rielaborazione delle strutture rappresentative attraverso l’incontro con strutture che fungono da modelli. Quanto maggiore è il numero di modelli di fruizione, ovvero di rappresentazioni di cui il bambino si trova a essere dotato, tanto maggiori saranno le sue possibilità di interpretare in modo adeguato (successo) rispetto alle sfide che il mondo esterno pone. Una maggiore disponibilità di modelli (vocabolario ricco) consente di vivere esperienze molto più profonde e articolate e quindi di arricchire ulteriormente il vocabolario. 3.2)

Le funzioni cognitive

Le funzioni cognitive sono le diverse prassi di processazione a cui vengono sottoposti gli stimoli in entrata e il dialogo tra eventi interni ed eventi esterni in funzione del rapporto tra il Sé e il mondo. Avremo funzioni referenziali, distintive, categorizzanti, generalizzanti, concettualizzanti, correlative, causative, etc). Le attività ZA facilitano questi processi di dialogo tra mondo esterno e mondo interno e di elaborazione delle informazioni sollecitando il bambino a fare processi elaborativi dell’informazione ricevuta. 3.3)

Le metacomponenti cognitive

Anche gli ambiti di affiancamento o metacomponenti (come l’attivazione cognitiva, le memorie, la metacognizione) vengono sollecitati dalle attività ZA che facilitano l’integrazione dei dati concettuali con i report riguardanti la memoria episodica ovvero la strutturazione biografica. Questo facilita i processi di integrazione delle acquisizioni e della rielaborazione ma soprattutto lo sviluppo di volani cognitivi.

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3.4)

L’esploratività

L’esploratività si basa su un’ampia dotazione cognitiva generale, negli aspetti precedentemente presi in considerazione, ma altresì su un basso livello di diffidenza verso l’esterno. La diffidenza è la tendenza a considerare a) il nuovo, b) il diverso, c) lo straniero, d) l’incognito come pericoloso, inducendo una chiusura a riccio e un’incapacità a compiere avventure conoscitive. Nel rapporto con l’alterità animale il bambino si rende conto che le qualità a-d sono dei valori, sono cioè preziose opportunità verso le quali volgersi con interesse e stupore, voglia di conoscere e di relazionarsi. 4) Educazione sensoriale L’animale aiuta il bambino nel processo di sviluppo e organizzazione dell’esperienza sensoriale: • • • •

la sollecitazione delle aree sensoriali neglette. l’utilizzo concertato di più sensi. la formazione di mappe sensoriali. la profondità esperienziale.

4.1)

La sollecitazione delle aree sensoriali neglette

Il bambino non viene sollecitato in alcuni report sensoriali importanti come l’olfatto e il tatto a causa del tipo di vita che fa (eccesso virtuale, tutela domestica) con grave detrimento nei processi stimolativi ed esperienziali, il rapporto con gli animali gli dà la possibilità di sviluppare ed esercitarsi nelle sensorialità neglette e di relazionarsi al mondo in modo globale. Lo sviluppo delle altre aree sensoriali permette di favorire anche la costruzione di un’esperienza multisensoriale e quindi di piena immersione nel mondo attraverso tutto il corpo.

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4.2)

L’utilizzo concertato di più sensi

L’esplorazione richiede un utilizzo concertato dei diversi sensi e una certa competenza nel fare una esplorazione con più sensi. Significa altresì capire cosa può dare ogni ambito sensoriale e quando utilizzare un report sensoriale piuttosto che un altro e quindi imparare come i diversi animali utilizzino i differenti sensi o si orientino attraverso differenti priorità sensoriali. Il bambino pertanto non solo rafforza le aree sensoriali neglette ma impara a utilizzare in modo concertato tutti i sensi. 4.3)

La formazione di mappe sensoriali

Allo sviluppo di perlustrazioni plurisensoriali consegue uno sviluppo di mappe sensoriali e quindi di rappresentazioni del mondo esterno molto piÚ articolate e complesse che danno al bambino una maggiore proprietà nel muoversi nel mondo. Attraverso specifiche attività referenziali è possibile esercitare il bambino a muoversi attraverso una ricostruzione mappale di report sensoriali negletti. Inoltre è possibile lavorare sulla sinestesia ovvero sulla capacità di partire da un report sensoriale e arrivare a un altro report sensoriale. 4.4)

La profonditĂ  esperienziale

Alcuni dei maggiori problemi del bambino riguardano l’insufficienza esperienziale riguardante l’immersione globale nel mondo tale per cui si sviluppano deficit di socializzazione in alcune particolari aree stimolative, per esempio nel tatto e nell’olfatto. Questo può comportare disturbi nell’interazione con entità organiche, per esempio la biointolleranza e la zoointolleranza. Le attività ZA facilitano lo sviluppo di competenze sensoriali che aiutano il bambino ad avere rapporti positivi con la realtà organica del mondo esterno e con la propria organicità.

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5) Educazione somato-motoria Sia da un punto di vista della motivazione e dell’indirizzo dell’attività motoria sia attraverso l’imitazione e l’ispirazione motoria, la referenza animale è molto importante per il bambino: • • • •

l’acquisizione di feedback orientativi. lo sviluppo di repertori performativi. l’acquisizione di segnali d’arresto. l’acquisizione di expertise e di script.

5.1)

L’acquisizione di feedback orientativi

Il bambino deve imparare ad adeguare il movimento rispetto agli effetti che provoca, deve cioè correlare la propria cinestesi sulla base dei feedback che riceve dal mondo. Molto spesso il bambino è irruento e scomposto perché non è abituato a fare attività di correlazione cinestesica ossia di osservazione delle conseguenze della sua attività. Attraverso l’attività di incontro-confronto con l’animale il bambino acquisisce delle competenze cinestesiche prima di tutto perché impara a guardarsi mentre compie un’attività cinestesica. 5.2)

Lo sviluppo di repertori performativi

Saper muovere un particolare fascio di muscoli, acquisire competenza motoria o posturale, esercitare particolari muscoli e comunque imparare a collocare il proprio corpo nello spazio-tempo attraverso repertori performativi è molto importante perchÊ consente al bambino di migliorarsi nella somatomotricità sviluppando adeguatezze che possono quindi venir spese nelle altre attività non solo di ordine ginnico-sportive ma anche relazionali-comunicative, prattognosiche, tecniche.

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5.3)

L’acquisizione di segnali d’arresto

Uno degli aspetti che meno si prende in considerazione nell’educazione dei bambini, soprattutto nella nostra cultura, è l’importanza dei segnali d’arresto ovvero della acquisizione di feedback che chiudono il comportamento e, così facendo, gli danno struttura ed evitano di mantenere un pattern comportamentale in continua attivazione. Il segnale d’arresto è una sorta di test di chiusura del comportamento, indica cioè quando il comportamento ha raggiunto il suo target e pertanto deve essere terminato. 5.4)

L’acquisizione di expertise e di script

Un expertise è un comportamento specialistico che può essere applicato nei confronti di un particolare referente, uno script è un comportamento standardizzato correlato a una particolare situazione. Il bambino ha bisogno di acquisire competenze di expertise e di script e questo può essere favorito attraverso specifiche attività ZA dove l’animale funge da polo di motivazione per migliorare le proprie competenze specialistiche in fatto di cinestesi. 6) Educazione all’autostima Attraverso la relazione con l’animale il bambino cresce con una maggiore consapevolezza di sé, perché diminuisce il confronto con la soverchiante presenza degli adulti (giudizio) e perché può esercitarsi nel ruolo magistrale: • • • •

attivitĂ  di confronto. insegnare per apprendere. accreditamento mediato (proiettivo, sociale). diminuzione delle paure.

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6.1)

AttivitĂ  di confronto

Il confronto è molto importante per il bambino perché gli consente di approfondire le proprie competenze, di prendere consapevolezza delle lacune, di interessarsi all’altro e di imparare cose nuove. Tuttavia spesso il confronto non viene favorito perché il bambino si trova in difficoltà perché ha paura a) del giudizio, b) della competizione, c) dell’emarginazione, d) della derisione, per questo le attività ZA facilitano meccanismi di confronto che rappresentano i primi passi per operare confronti a basso regime di a-d e aiutano a esercitare il ragazzo a questa attività. 6.2)

Insegnare per apprendere

Il bambino nelle attività di relazione con l’animale può mettere in atto delle attività magistrali ovvero compiere le stesse prassi che l’adulto compie su di lui, in tal modo non solo riceve dei feedback di accreditamento ma porta più in profondità particolari competenze trasmessegli dalla figura genitoriale o magistrale. Nell’insegnare il bambino ha quindi un empowerment accreditativo e un rafforzamento nell’apprendimento ma soprattutto nella traduzione delle info in prassi e in operazioni che egli può immediatamente verificare e organizzare. 6.3)

Accreditamento sociale

Un altro aspetto diretto sull’autostima riguarda l’accreditamento che il bambino riceve nel gruppo dei pari attraverso l’espressione di competenze. In questo caso un progetto ZA potrebbe contemplare la trasmissione di competenze sul singolo e la successiva messa in atto di attività magistrali del singolo sul gruppo dei pari con effetti di ritorno di tipo accreditativo. In genere le competenze che riguardano gli animali hanno un forte appeal sul gruppo dei pari e sono molto accreditative per il ragazzo.

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6.4)

Diminuzione delle paure

Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’effetto ansiolitico e distraente delle attività ZA che consente di diminuire i brutti pensieri, lo stress, l’ansia, le ossessioni, soprattutto in alcuni bambini che presentano particolari situazioni di disagio dovute a certe occorrenze specifiche o a fisiologiche crisi di passaggio. Questo effetto di mitigazione delle paure consente al bambino di provarsi con una maggiore apertura verso il mondo e quindi di rafforzare i suoi processi di autostima. 7) Educazione alla cura Attraverso la relazione con l’animale il bambino acquisisce una vasta tonificazione dell’area della cura: • • • •

accuratezza. dedizione. organizzazione. cura del SĂŠ.

7.1)

Accuratezza

Capacità del bambino di mettere attenzione alle attività che compie, capacità di non avere incuria nei confronti del proprio spazio e delle proprie attività, tendenza a essere meticolosi e precisi, ad assumersi fino in fondo una responsabilità all’interno di un gruppo oppure di una filiera, a cercare di realizzare il proprio compito nel migliore dei modi, cercare di acquisire le migliori competenze per raggiungere un buon livello di precisione, tendenza a non abbandonare un’attività prima di averla completata, cercare l’ordine nelle cose e portare a termine i propri impegni.

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7.2)

Dedizione

Essere dedicati all’altro, essere altruisti, essere capaci di dedicare del tempo a una particolare attività, tendenza a dedicarsi a qualcuno, a cercare di soddisfare i bisogni dell’altro, a preoccuparsi per l’altro, a valorizzare il proprio impegno per l’altro. Il bambino che impara a essere dedito - a qualcuno o a qualche attività diminuisce la propria tendenza autoreferenziale, è meno ossessivo e narcisistico, rafforza le proprie competenze e i propri accreditamenti sociali, dà un valore maggiore alle relazioni e alle attività, si impegna maggiormente e dà il meglio di se stesso nelle attività sociali. 7.3)

Organizzazione

Si tratta della capacità di avere metodo e di operare attraverso un ordine mentale e un’accurata organizzazione delle prassi. Aver cura significa infatti preoccuparsi che le cose vengano fatte nel migliore dei modi e quindi predisporsi in modo tale da avere delle prassi standardizzate e delle eccellenze nella realizzazione delle attività. La cura infatti facilita la ricerca delle buone pratiche, dell’ordine, della responsabilità e tutto questo si traduce in un rafforzamento complessivo delle capacità organizzative del ragazzo. 7.4)

Cura del SĂŠ

Uno degli aspetti complessivi più importanti nell’educazione alla cura riguarda la cura del Sé ossia il vestire, il lavarsi, il modo di tenere le proprie cose, il materiale didattico, il proprio spazio domestico o scolastico. La cura del Sé rappresenta un fattore importante anche nei rapporti sociali giacché uno scarso interesse in tal senso porta a compromettere in futuro le relazioni sociali del ragazzo (amici, partner, lavoro) inoltre una scarsa cura del Sé porta a una parallela negligenza nei confronti dell’altro.

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8) Educazione espressiva Il bambino nella relazione con l’animale è fortemente motivato a esprimere (portare fuori) quello che sente e parimenti prova a organizzare le sue espressioni: • • • •

il provarsi. il partecipare. l’estro. l’espressione.

8.1)

Il provarsi

Esprimersi all’interno di un gruppo - non solo in termini di comunicazione ma anche nel fare un’attività - significa prima di tutto vincere la ritrosia e la timidezza ovvero provarsi e non aver paura del giudizio altrui. Provarsi significa anche credere nelle proprie possibilità, avere fiducia e perseverare, farsi coraggio o assumere coraggio nelle situazioni relazionali, desiderare di mettersi alla prova, abituarsi a stare davanti a un pubblico. Queste capacità assertive sono molto importanti perché aiutano il ragazzo a farsi accettare all’interno di un gruppo e di valorizzare le proprie qualità. 8.2)

Il partecipare

Il partecipare significa entrare in modo attivo all’interno di un gruppo relazionale, avere o semplicemente sentire di avere qualcosa da dire, costruire un processo espressivo per il piacere di condividere qualcosa insieme agli altri, essere in grado di interessarsi a quello che gli altri hanno da dire, costruire delle dinamiche di gruppo, rafforzare la sistemica del gruppo, saper stare in mezzo agli altri e quindi essere propositivi, negoziali, rispettosi, riguardo alle istanze degli altri, alle regole di prassi, al turno, essere calmi e pazienti e pensare in modo sociale.

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8.3)

L’estro

L’educazione espressiva riguarda anche la capacità di personalizzare la proposta attraverso la fantasia e la creatività, associando modelli in modo soggettivo e inusuale, credendo nella propria proposta, lavorando sull’immaginario e facendogli compiere delle torsioni di significato e delle emergenze rappresentazionali, dando al ragazzo la possibilità di esprimersi al di fuori delle cornici e aiutandolo a esprimere ciò che è autenticamente suo. 8.4)

L’espressione

L’espressione come evento finale nasce dal confronto tra le istanzecapacità e la prova ossia il risultato che il ragazzo compie nel suo percorso prossimale, l’espressione è pertanto confronto tra il possibile pensato e l’attuato, è perciò sforzo organizzativo di un disegno, di un resoconto, di un tema o pensierino, di una attività di drammatizzazione o di realizzazione di un progetto manipolativo, costruttivo, che viene intermediato con gli altri e realizzato con il concorso degli altri.

9) Educazione alla comunicazione Il bambino nella relazione con l’animale è fortemente motivato a comunicare, a cercare una dimensione di interazione, a comprendere l’animale e farsi capire da lui: • • • •

motivazione alla comunicazione. sviluppo del paraverbale. attenzione alla prossemica. capacitĂ /proprietĂ  osservativa.

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9.1)

Motivazione alla comunicazione

Perché vi sia comunicazione è necessario che il bambino sia motivato, vale a dire interessato all’altro, a entrare in contatto, a mettersi in discussione, a osservare, ad ascoltare l’altro, cioè a compiere un percorso verso l’altro. Non è sufficiente sentire il bisogno di esprimersi per costruire un evento dialogico giacché quest’ultimo prevede il riconoscimento dell’altro, l’attivazione di un piano di incontro-confronto, l’interscambio a doppio flusso, il gioco di ruolo. L’evento dialogico va pertanto costruito attraverso un impegno che dev’essere supportato da un’adeguata motivazione. 9.2)

Sviluppo del paraverbale

La nostra cultura ha portato a un forte deprezzamento del paraverbale senza contare che l’accrescimento delle competenze paraverbali non ostacola ma rafforza le competenze verbali, soprattutto nella comunicazione con il bambino che necessariamente ha una scarsa competenza semanticosintattica. Il rapporto con l’animale aiuta a rafforzare le aree della comunicazione paraverbale aumentando la competenza conitiva di ordine comunicativo del ragazzo. 9.3)

Attenzione alla prossemica

La prossemica fa parte di una delle più importanti competenze comunicative del ragazzo ma che dev’essere sviluppata attraverso attività che danno al bambino consapevolezza del suo posizionarsi nello spazio come evento comunicativo e relazionale. Le attiovità ZA sono molto orientate sull’aspetto della prossemica sia perché l’animale è interpretabile soprattutto attraverso direttrici di prossemica sia perché per relazionarsi con gli animali è importantissimo valutare e fare attenzione alla propria prossemica.

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9.4)

CapacitĂ /proprietĂ  osservativa

La comunicazione è un evento complesso che mette in campo una serie di competenze e dotazioni che vanno dal decentramento, ovvero dalla capacità di vedere e porgere attenzione all’altro alla proprietà espressiva ovvero la capacità di mettere in atto una comunicazione che sia correlata alle capacità di acquisizione e interpretazione dell’altro. Le attività ZA mettono in campo tutti questi aspetti favorendo sia il decentramento che una più vigorosa consapevolezza del bambino nel porsi nel milieu dialogico-interattivo. 10) Educazione alla socialità Uno degli aspetti centrali nella formazione del ragazzo è la capacità di vivere in modo articolato e complesso la rete di relazioni sociali, l’animale educa il ragazzo attraverso il continuo interscambio evitando la solipsia: • • • •

rispettare l’altro. concertarsi per collaborare. negoziare e trovare un compromesso. integrare la diversità.

10.1) Rispettare l’altro Considerare l’altro come portatore di istanze e di interessi che meritano di essere presi in considerazione e rispettati, ascoltare l’altro, ritenere che ciò che ha da dire o sta dicendo è importante, considerare il rapporto con l’altro come un valore, ritenere l’amicizia e il dialogo un valore, assumere dei comportamenti pro-sociali, muoversi in modo tale da non urtare la sensibilità altrui, cercare di essere conciliatori e cercare di mettersi nei panni dell’altro. Questi aspetti che peraltro ritroviamo in molti ambiti sono favoriti proprio dall’educazione alla diversità e all’interazione con la diversità che caratterizza la ZA.

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10.2) Concertarsi per collaborare Sentire che per realizzare un compito complesso è importante fare gruppo ma soprattutto essere gruppo e sapersi muovere all’interno di direttrici politiche, sapersi concertare, essere mossi da istanze collaborative sia nel richiedere collaborazione che nel dare collaborazione, saper assumersi una responsabilità di squadra o di filiera, acquisire competenze concertative, essere fortemente orientati alla collaborazione, considerare i risultati individuali come elementi di allontanamento. 10.3) Negoziare e trovare un compromesso Costruire un compromesso ovvero essere in grado di incontrarsi a mezza strada con l’altro, saper bilanciare le istanze e i poteri, saper negoziare le proprie istanze con quelle altrui, saper stare alle regole, saper definire delle regole condivise, saper applicare le regole di negoziazione anche quando le proprie istanze sono molto forti, saper trovare dei minimi comuni denominatori, saper concludere degli accordi, saper trovare delle soluzioni terze in grado di accogliere maggiormente le reciproche istanze. Il bambino nelle attività ZA impara a incontrare un’entità diversamente posizionata. 10.4) Integrare la diversità Attraverso i progetti ZA è possibile intervenire nei problemi di integrazione - disagio, handicap, multiculturalismo - perché tali progetti si fondano proprio sul concetto di integrazione e diversità, dove la diversità diviene un valore e attraverso la diversità diviene possibile l’operazione di espressione delle caratteristiche di condivisione. In altre parole nelle attività ZA si parte proprio dai caratteri di diversità per favorire l’espressione e l’integrazione ossia la diversità non diviene l’ostacolo bensì il fattore di integrazione. (Tratto dal Manuale di Zooantropologia Didattica/S.I.U.A.)

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Ecco perché l’ASINO può costituire uno spunto interessante per molte persone incapaci, spesso, di manifestare le proprie emozioni, prendersi cura di se stessi e degli altri, rafforzare i processi di autonomia, approcciare alla “diversità” con spirito di accoglienza, sperimentare nuovi registri comunicativi. Capacità, queste, indispensabili per crescere in maniera sana ed elaborare le scelte per il futuro con consapevolezza e spirito critico.

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Favole

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Cecilia e Pippinella: una storia così…di una bimba e un’asinella* Non una fiaba di re e di regine, di principi e principesse, di palazzi e castelli, ma la storia di Pippinella. “Chi è Pippinella?” vi domanderete. E la narratrice è qui per rispondervi e per allietare i bimbi con una favola quasi antica, iniziando come in ogni favola che si rispetti… …C’era una volta, ma non molto tempo fa, in un paesino chiamato Boscallegro, un vecchietto che viveva da solo con la sua asinella, già vecchia anch’essa. Avevano lavorato insieme per anni e anni, aiutando la gente del luogo a trasportare pesanti carichi di legna per l’inverno in quasi tutte le case, o carichi di grano, fieno e paglia. Ora, però, le cose erano cambiate, il progresso era giunto anche lì e nessuno ormai aveva più bisogno di loro. Il paese si era rinnovato, in ogni casa l’impianto con le stufe a gas aveva sostituito il vecchio focolare, tenuto ormai come ornamento, e nessuno più coltivava il grano per le scorte alimentari, e paglia e fieno non servivano quasi più, poiché non c’erano quasi più animali da allevare, a parte qualche asinello che aspettava solo di morire. Pippinella e il suo padrone trascorrevano ormai le loro giornate in maniera monotona, il vecchietto tutte le mattine si recava nella stalla, la slegava ed insieme uscivano a fare una passeggiata nei boschi circostanti. Nella bella stagione, era bello girovagare nel verde, attraversare sentieri battuti per molti anni, salutando alberi, arbusti e fiori che per molto tempo li avevano visti passare. Sorridendo alle acque fresche del laghetto che occhieggiava nel bel mezzo di un altipiano, tutto inghirlandato di ninfee e di giunchi, nel quale un tempo entrambi si erano tuffati tante volte per rinfrescarsi dal solleone. Ma adesso era inverno, da molti giorni nevicava e il Natale si stava avvicinando. Le strade erano addobbate per la festività ormai prossima, gli abeti dei giardini luccicavano di palline colorate e le luminarie scintillavano lungo le

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vie, protendendosi da una casa all’altra. Le vetrine dei piccoli negozi brillavano di luci e ovunque si sentiva nell’aria un profumo di zucchero e cannella. Non una fiaba di re e di regine, di principi e principesse, di palazzi e castelli, ma la storia di Cecilia. “Chi è Cecilia?” vi domanderete. E la narratrice è qui per rispondervi esattamente come prima… …C’era una volta, non molto tempo fa,in una casa piccina piccina, verso l’ultima via del paese, una bimba di nome Cecilia. Portava le treccine bionde legate con nastri rosa ed era molto vivace: sapeva leggere, scrivere, fare di conto, recitare filastrocche e cantare canzoncine. Coltivava nel suo cuore un sogno grande: poter regalare ai bimbi meno fortunati un bel Natale pieno d’amore e di doni almeno una volta nella vita. E di bimbi così ce n’erano tanti, sparsi in ogni parte del mondo. Ma avrebbe cominciato proprio da lì, dal piccolo convento sperduto nei boschi circostanti, dove alcune pie suore accudivano l’infanzia abbandonata e gli orfanelli. Durante i giorni passati aveva realizzato tanti piccoli giocattoli di legno e di stoffa: bambole, trenini, burattini, soldatini e li aveva impacchettati in tante piccole scatole piene di caramelle , chiuse con fiocchi colorati. D’accordo con il suo papà, aveva pensato di trascorrere la notte di Natale a distribuire i suoi doni facendosi accompagnare da lui con la sua automobile, solo così il suo sogno si sarebbe avverato. Nevica…nevica… …Nevicava ormai da giorni, Boscallegro era sommerso nel bianco freddo e compatto di migliaia di fiocchi scesi dal cielo e si era già alla vigilia di Natale. La notte si preannunciava ancora più tragica, le strade erano ormai impraticabili con qualsiasi mezzo. Cecilia, il naso incollato ai vetri, diventava sempre più triste. Come avrebbe potuto raggiungere il convento immerso nella fitta boscaglia e per di più tra tanta neve? Il papà la consolava, la mamma la rassicurava: un modo si sarebbe trovato. Il vecchietto e Pippinella, nella loro casa al limitare di Boscallegro, erano soli.

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Avrebbero trascorso così la loro notte, lui rannicchiato nel letto e lei in un angolino della stalla. Così, senza bimbi da rallegrare, senza nessuno con cui scambiare gli auguri, il tempo era volato verso un futuro di progresso e loro, invece, erano rimasti nel passato antico… Nessuno aveva più bisogno di loro. Intanto nella sua casa piccina piccina, Cecilia piangeva, la mezzanotte stava scoccando, le campane già annunciavano l’arrivo imminente del Bambinello mentre la gente usciva dalle case per recarsi alla messa di mezzanotte nella vicina chiesetta. Ma la neve era tanta, sarebbe stato impossibile raggiungere i bimbi del convento. Il papà e la mamma prepararono i sacchi pieni di doni e li posero dietro l’uscio. “Non appena riusciremo ad andare nel bosco, ci recheremo al convento”dissero. Ma Natale, ahimè, sarebbe già passato! Nella casa solitaria il vecchietto triste si rigirava tra le coperte e Pippinella ragliava piano nella stalla, nella casa piccina piccina Cecilia piangeva dietro ai vetri. Papà e mamma la presero per mano e si avviarono verso la chiesetta… Cammina…cammina… …Fu così che nel silenzio ovattato della notte, mentre la neve cadeva… cadeva… la bimba udì come un lamento. Quasi un pianto, o forse una nenia lontana, una preghiera accorata… “Papà, mamma, ascoltate!”-disse, portandosi l’indice alle labbra. “è Pippinella che raglia”- disse il papà. E proseguirono verso la chiesa, affondando gli stivali nella neve, nel silenzio della notte rotto solo dalle campane a festa. Ma ad un tratto… Cecilia non c’era più! Presi dal panico, papà e mamma la chiamarono a voce alta, ma nulla. Giunti in chiesa, sparsero subito la voce, e il parroco stesso diede l’annuncio durante l’omelia. Quando la messa ebbe termine e il Bambinello fu nuovamente deposto nella mangiatoia davanti all’altare, ebbero inizio le ricerche della bimba. Si seguirono le sue tracce nella neve che terminavano proprio davanti l’uscio

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del vecchietto e la stalla di Pippinella. Ma la casa e la stalla erano vuote. Da lì si dipartivano altre tracce come di zoccoli, che… ….trotta e trotterella… finivano davanti alla casa di Cecilia. Ma la casa era vuota e i sacchi erano spariti. Da lì si dipartivano, altre tracce come di slitta che cancellavano quelle degli zoccoli, fino ad immergersi nella fitta boscaglia innevata. Non ci volle molto a capire. La neve continuava a cadere fitta fitta, ma il papà ebbe un’idea: chiese a tutti, ringraziandoli dal più profondo del cuore, di prendere i pochi asinelli rimasti in paese e di seguirlo. Furono preparate delle slitte così donne, uomini e bambini partirono alla volta del convento. Il progresso che aveva occultato le cose belle e antiche del passato, di colpo si oscurò. I pochi asinelli rimasti in paese trainarono slitte di legno dimenticate nelle cantine e nei solai, mentre i bimbi cantavano Jingle Bells alla luce delle fiaccole che rischiaravano i sentieri verso il convento. Una volta giunti, come per magia, il pesante portone e le pesanti inferriate del convento si spalancarono stridendo sui cardini arrugginiti e gelati, e la madre superiora venne loro incontro allargando le braccia. Con un sorriso e con le lacrime agli occhi raccontò della magia di quella notte: di una bimba di nome Cecilia giunta in groppa ad un’asinella di nome Pippinella, in compagnia di un simpatico vecchietto e di una slitta colma di regali per gli orfanelli. Ora tutti erano in festa: mentre Gesù Bambino nasceva, una bimba e un’asinella avevano portato la gioia e il calore del Natale ai bimbi più sfortunati, giungendo con fatica e con amore proprio come una volta, quando non esisteva il progresso e forse tutti si volevano più bene.

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Rosa Bavetta


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L’Asin Taxi Alcune centinaia di secoli or sono, ci fu un tempo e un luogo in cui gli animali della vallata vivevano felici e in pieno accordo e ciascuno di loro aveva un ruolo ben delineato e pienamente riconosciuto dagli altri. Il canguro salterellando si occupava dello smistamento della posta celere, l’elefante del lavaggio rapido di carrozze e fabbricati, la giraffa e la gru dei traslochi ai piani alti, il bufalo della produzione di piccole bufale gustose e tondeggianti che sfornava a seguito accoppiamenti ripetuti con begli esemplari di bocconcino femmina, i topi della pulizia a fondo delle fogne, i gatti della pulizia dei topi, i cani della pulizia dei gatti, i pescecani della pulizia dei cani.. Tutto sembrava girare per il meglio e ciascuna bestia poteva godere di un tenore di vita davvero invidiabile che le permetteva di godersi vari lussi, quali la palestra almeno tre volte a settimana, la piscina almeno due, il cinema in prima fila, i posteggi in seconda, i reggiseno in terza e il partire in quarta.. Il venerdì poi era consacrato al pesce fresco, che veniva cucinato in tutte le salse ed era per tutti motivo d’immensa gioia, tranne che per sogliole, merluzzi, pesce spada e affini che il venerdì preferivano sparire temporaneamente e declinare qualsivoglia invito a pranzo.. In questa sorta di paradiso terrestre, anche l’asino Donko aveva trovato un’occupazione di tutto rispetto. Era bastato che si recasse all’ufficio di collocamento, fornisse le sue generalità e firmasse con lo zoccolo la domanda per essere collocato, dopo che l’avevano aiutato a compilarla, in tutte le settemila e passa voci, le circa trecento bestie e bestiole che si erano avvicendate quel giorno lì nell’ufficio. Sì, perché Donko non era certo una scheggia per conoscenza della lingua e le regole di grammatica e sintassi erano per lui né più ne meno che come l’antica stele di Rosetta all’atto del ritrovamento.. indecifrabili e prive di significato!!

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“Tutte queste dannatissime domande.. che inutile perdita di tempo..” obiettò al momento della consegna del modulo all’impiegato – “vi avevo già detto che volevo lavorare da mulo!! Quanti altri lavori conoscete che possa fare un mulo, a parte mettersi alla guida dun agile risciò e trasportarci sopra persone o cose..” Alcuni minuti e il lavoro gli venne sciorinato su un vassoio come si fa con un morbido e gustoso dessert a conclusione di un pasto luculliano. Gli fu sfornata a vista, timbrata e vidimata, un’apposita licenza e con quel pezzo di carta fu abilitato ad esercitare la sua bella e redditizia professione di tassista.. e il mondo gli apparve bello come non lo era mai stato, anche se molto spesso era costretto a percorrerlo in salita col suo taxi.. era comunque bello e degno d’esser vissuto intensamente.. e lui era proprio così che voleva viverlo, spassandosela e senza curarsi di cosa sarebbe stato.. L’idillio durò però pochi mesi, perché.. ahimè.. inspiegabilmente giorno dopo giorno la gente fece sempre meno ricorso al vecchio risciò e Donko si ritrovò solo, povero e pieno di debiti.. “Cosa può essere accaduto…” – si chiedeva triste, accasciato su di uno dei braccioli del calesse – “perché la gente non mi chiama più..” “Ciao ragazzo..” – s’udì a un tratto una vocina provenire da qualcuno che rimaneva completamente coperto dal risciò – “non sarai mica impegnato?” “Ehi, amico, non sarai mica venuto a sfottere?!?” – replicò Donko, mentre si voltava in direzione della vocina e stiracchiava il collo per sbirciare dietro il calesse per capire a chi appartenesse – “sono libero da mesi ormai..” “Beh..” - fece l’altro mentre usciva dall’anonimato, palesando un folto pelo e delle striscioline bianche e nere che lo facevano tanto assomigliare a un piccolo tasso – “non importa se tu sia stato in galera, ciò che conta è che ti sia

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ravveduto e che ora sei sulla retta via..” “Amico, sei sicuro di non farti?” – ribatté l’asino infastidito. Poi con tono dimesso proseguì – “più che sulla retta via, direi che mi trovo in mezzo a una strada e.. senza sapere il perché!! Ma tu chi sei, piccolo gnomo striato.. mi sembra di conoscerti.. hai forse girato spot in cui pronunciavi piccole frasi sconnesse del tipo ciribiribì…ciribiribì?!?” “Niente di tutto questo, mulo parlante..” – rispose il piccoletto – “mi chiamo Tasso Zero e mi trovi gasato perché sto vivendo un momento davvero fortunato grazie all’avvento dei cavalli a vapore..” “Tasso zero.. cavalli a vapore?!?” – ripeté convulsamente Donko – “sto per andare in shock zoofilattico!!” “Sono certo che, se non ti dai subito una mossa, ci andrai davvero sotto shock, caro il mio bell’asino.. Ti sei chiesto perché i tuoi affari non vadano più bene come un tempo?” “Già, perché?” – fece l’altro incuriosito. “I cavalli a vapore… hanno rivoluzionato il mondo” – rispose l’altro perentorio – “ed ora tutto è più semplice e veloce e sfreccia portentoso.. altro che un traballante risciò!!” “Cavalli a vapore..” – commentò Donko pensieroso – “ed io che conoscevo solo i ravioli!! E come faccio a darmi una mossa, come si fa a combattere un nemico così sfuggente come il.. vapore!! Sono perduto!!!” “Nessuno è perduto Donko..” – rispose il tasso – “.. almeno fin quando non decide di esserlo.. e tu?” “Io.. io..” – balbetto l’asino – “io sono semi analfabeta.. al cospetto d’un

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cavallo di razza e per di più a vapore.. sarei.. sarei in..crine..” “Il punto è proprio questo Donko.. anche un asino può essere un cavallo di razza, se solo per un istante non si sente.. un asino!!” Passarono gli anni, ne furono tanti e tutti faticosi, anni in salita, di vera salita, molto più dura di quando trainava il suo piccolo calesse con la forza delle zampe e dell’immenso cuore che gli batteva in petto.. Donko oggi è ancora là, dove l’avevamo lasciato.. in quello spiazzo dove parcheggiava il suo calesse.. ora però dirige la steam horse ltd. e collega egregiamente con agili cavalli a vapore le più importanti città del suo paese. Dimenticavo.. parla e scrive correntemente in ben dodici lingue, compreso il sanscrito antico ed ha per consulente un piccolo animaletto schivo e pelosetto di nome Tasso Zero.. Valido per singoli individui, ma anche per gruppi, piccoli comuni montani, minoranze linguistiche, etniche e religiose, Stati del terzo e quarto mondo e.. universi paralleli: “Anche un asino può essere un cavallo di razza, se solo per un istante non si sente.. un asino!!”

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Andrea Fiore


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La regola della rosa C’era una volta, in una piccola cittadina italiana dei tardi anni 30, una piccola ragazza sfortunata. La gente la chiamava “Principessa” per la sua indole gentile e caritatevole. La vita con lei era stata crudele, togliendole i genitori quando era ancora in fasce; mandata in collegio, era stata educata alle lettere e alle buone maniere. Suo padre e sua madre, discendenti di una famiglia benestante, erano partiti per una crociera quando lei aveva solo pochi mesi. Per un tragico destino, la nave sulla quale viaggiavano entrò in collisione con un transatlantico che, a causa della nebbia e della scarsa visibilità, non si accorse dell’imminente impatto. La notizia dell’incidente fece subito scalpore: i media e i giornali non parlarono d’altro che di quell’avvenimento per molto tempo. Ma da allora erano passati alcuni anni. Non era un luogo comune. Il collegio della Primula Amena era come circondato da una strana aura di magia ed esoterismo, difficile da descrivere. Europa, questo il nome della Principessa, l’aveva percepita subito, non appena aveva messo piede nell’edificio. E qui inizia la nostra storia. Il fiore preferito di Europa era la rosa; il suo profumo, la sua poesia, le concedevano di staccarsi un po’ dalla realtà, consentendole di sognare a occhi aperti il giorno in cui sarebbe andata via da quel luogo tetro e triste, rallegrato solo da un piccolo giardino in cui cresceva poca flora (fra cui, appunto, le rose). Era maggio inoltrato quando la Principessa Europa trovò la felicità. Giunse al collegio, infatti, un asinello, che il direttore della Primula Amena, tale signor Gilbèrt Marquette, aveva da poco acquistato per aiutare i domestici nei lavori pesanti, in particolare in quello di carico e scarico dell’acqua del pozzo. Gli altri bambini schernivano l’animale e lo deridevano poiché, nella credenza popolare, l’asino è il simbolo dell’ignoranza, l’emblema della stupidità; ma Europa, nell’infinita saggezza del suo cuore, sapeva che non era affatto così. Ella riusciva in qualche modo a percepire i sentimenti e le emozioni di quella povera creatura ed era l’unica a preoccuparsi del suo benessere. Anche se gli altri non potevano, o forse non ci provavano nemmeno, a Europa sembrava addirittura di sentire le parole

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che l’asino le sussurrava, ringraziandola di essersi comportata bene con lui. Per nulla spaventata dal singolare fatto, la ragazza fece un giuramento sul fiore da lei tanto amato: la rosa. Ella giurò che l’amicizia che si era instaurata fra lei e il suo amico asinello sarebbe durata finchè anche l’ultima rosa della terra non sarebbe appassita; dopodiché si punse il dito con una spina e bagnò i petali di una rosa con il sangue che ne scaturì. Europa e Ryno, così come lo chiamò, erano inseparabili e ormai erano diventati una cosa sola: uno non poteva vivere senza l’altra. Ma il destino, ironico e dannatamente beffardo come in pochi casi, era in agguato, pronto a colpire al momento opportuno e a devastare gli eventi come una meteora che si abbatte sulla superficie terrestre. Quando, anni dopo, Ryno era ormai vecchio e incapace di svolgere i lavori più duri e faticosi, il direttore stabilì che venisse condotto al mattatoio. Una mattina, di conseguenza, un camion prelevò l’animale e lo portò via dalla Primula Amena e, cosa più straziante, dalla sua amatissima Europa. Quest’ultima, non appena venne a sapere della tragica sorte che avevano in serbo per Ryno, si precipitò in fretta e furia sul luogo dell’esecuzione. Cercò di fare più in fretta che poteva. Arrivò appena in tempo: il boia stava puntando una pistola sulla fronte di Ryno ed era pronto a premere il grilletto… Lanciando un urlo agghiacciante, che fece letteralmente gelare il sangue nelle vene di tutti i presenti, la ragazza bloccò l’esecuzione e, ribellandosi agli ordini del signor Marquette che impedivano il risparmio dell’asino, salì in groppa al suo fedele amico e fuggirono via insieme, lasciando tutti di stucco. Non andarono molto lontano, ma nessuno li trovò mai più : si narra che essi si siano trasformati in fitti cespugli di rose . Il sogno della Principessa Europa si era avverato: era andata via dal collegio con il suo fedele amico Ryno e aveva mantenuto il giuramento; aveva rispettato la regola al quale erano entrambi legati: la regola della rosa. Ancora oggi potete ammirare quei fitti cespugli di rose, simbolo dell’amicizia fra la fanciulla e l’asinello, nei dintorni della Primula Amena ormai diroccato, ma, se ci fate caso, pur senza alcuna cura, essi non appassiscono mai. Antonino Jonathan Luzzi

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L’asinello del Lupo

C’era una volta un ragazzino che cavalcava un asinello Grigio tutte le volte che doveva andare in campagna con i suoi genitori. I genitori avevano questo solo figlio, lo amavano come si può amare la cosa più preziosa del mondo e lo circondavano di tutte le premure possibili in quegli anni del dopo guerra in cui nelle case mancavano tante cose. Tra le premure più ricorrenti c’era quella di non far camminare a piedi il ragazzino durante gli spostamenti dal paese alla campagna. Il padre tirava le redini dell’asinello e lo dirigeva lungo il percorso; la madre camminava a fianco e teneva teneramente la mano sulla gamba del ragazzo per proteggerlo e soccorrerlo se si presentava l’eventualità di una caduta. Per tanti anni si ripetè la scenetta descritta, poi il ragazzino divenne un’ adolescente e cominciò a manifestare la sua impazienza a fare gli spostamenti paese campagna sempre in compagnia dei genitori. In estate in modo particolare cominciò ad avere il desiderio di recarsi più spesso in paese: voleva incontrarsi con gli amici e passare con loro i pomeriggi e le serate in compagnia. Fu così che prese possesso dell’asino e il paziente quadrupede cominciò ad essere il suo compagno di viaggio. Ogni pomeriggio trotterellando sul suo asinello il giovane si recava dalla campagna al paese e la sera, prima che facesse buio ritornava dai genitori. Il percorso era lungo, l’asinello era paziente, il giovanotto per non annoiarsi cominciò a sfruttare il tempo del cammino leggendo prima il giornale e poi altro, fino a quando l’asinello diventò il suo miglior compagno di studio. In groppa all’asino Grigio si allargarono ed approfondirono le conoscenze e le competenze del giovane studente di matematica e fisica. L’asino camminò per tanto tempo sotto il peso dei numeri, chissà se imparò mai qualche cosa o rimase asino per tutti i giorni della sua vita. Poiché bisogna sapere che molto spesso lungo il cammino il giovane Lupo sussurrava qualcosa all’orecchio dell’asino: vai piano Grigio, sto leggendo una cosa importante di trigonometria; fermiamoci un pochino, Grigio, la soluzione del teorema non arriva, e via via il Grigio compagno di cammino fu anche il confidente del giovane studente.

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Maria Di Bella


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’U SCICCAREDDU Lu me paisi è rimudirnatu, palazzi sunnu ora ’i catapecchi, in ogni casa c’è ’u lauriatu, ma èni ’ntisu: - ’U paisi ’i scecchi! Forsi pirchì ni manca ’a ’ntilligenza? O pirchì ’un avemu fantasia? No! è ca ’i scecchi, cu tanta pacenza, ni levanu ’a munnizza ’i ’n-menzu ’a via! L’aria puru cca èni ’nquinata, pirchì tutti avemu ’a vittura, ’u sceccu pò lassari ’a cantarata ma nun fa ’nquinamentu ca è grassura. E tutti li jorna, cu ’i vardeddi carricati a la megghiu manera, ’i trovi ca furrianu ’i vaneddi e puru ’a Chiazza e ’a rua Fera. Vidennu, ’i furasteri pi la via, ’st’armaluzzi d’u tempu ca fu, ci fannu tutti ’a fotografia ca in àutri posti ’un ni trovanu chiù. Un tempu ’u sceccu era ’a vittura, cu iddu era cuetu lu viddanu, ’u pulizziava e ’u cunnucieva ogni ura comu un figghiu affirratu p’a manu. Si tu ci avissi fattu ’sta dumannna: - Cu’ vua ca mori: ’u sceccu o to mugghieri? - Si mori ’u sceccu arrestu â mala banna,

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’a spusa ’a trovu oi megghiu d’ajeri! C’u sceccu si ni java ’ntâ campagna, cu iddu arava puru lu tirrenu: - Travagghia di cuntinu e nun si lagna e senza nun ni pozzu fari a menu! Facennu lu prisebiu, ’u sciccareddu ’nsemi ô voi si duna ’na mossa, però quannu nascìu ’u Bammineddu ’ddu sciccazzu ’a cumminàu grossa! Pirchì, appena vitti a Gesuzzu, si misi a ragghiari e ’un la fineva, a Maria ci satavi ’u curuzzu e ’u latti a mumentu ci spireva! E ciatannu puru cu viulenza arrifriddava tuttu ’u Bamminu, ’u Patri Eternu pirdìu ’a pacenza: - Ti malidicu, pezzu di cretinu! Però, ’nta ’dda duminica d’i Parmi, quannu trasìu Gesù a Gerusalemme, tu t’addumanni e già ti allarmi: - S’era supra ’u sceccu? Chi dilemma! Amicu caru, tu fai cilecca pirchì ha’ sapiri ca ’u Signuruzzu ’ddu jornu stava supra una scecca comu chidda di san Giusippuzzu! Quannu circava Erodi ’u Bammineddu, Giuseppi, cu Maria, s’u purtàu,

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supra ’na scecca e no un sciccareddu, in Egittu e ddà nuddu ’i truvàu! Lu sceccu, oramai scumunicatu, era bonu sulu a ’mprinari, mancu pi salumi era manciatu: - Sulu ha’ jittari sangu a travagghiari! Ma ’nta l’Egittu e puru ’nta la Cina sacru ’u sceccu era cunsidiratu, trattatu megghiu d’una signurina: d’a maistà sulu era cavalcatu! E puru ’n-Sicilia è cunsacratu, sant’Eligiu èni ’u prutitturi, però, ’ntê fiureddi, l’ha’ stampatu c’un cavaddu zoppu lu pitturi! Ma ’u viddanu ’u stissu c’è fidili e ’a statua ci facissi all’occasioni, iddu cuverna cu modi civili: sceccu e scecca senza distinzioni! Pi certuni ’u sceccu è malidittu, pi àutri ’nveci c’è onolatria, p’a maggiuranza però è binidittu e tanti l’hannu p’onoterapia. C’u latti di la scecca, ê tempi antichi, ’u bagnu si facevanu ’i matruna ca si ci rilassavanu ’i psichi: - Cu ’a peddi liscia aumenta la furtuna! E c’è da diri puru ca ’u sceccu all’omu ha datu sempri granni aiutu

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Asin’art | L’Universo Asino

e cu’ ni parra mali è un veru beccu ca si ni adduna quannu l’ha’ pirdutu. Vicinu ô me paisi c’è Isneddu ca ’na statua misi all’entrata, un tempu si chiamava Asineddu: cu ’a statua fici ’na vera vracata! ’Nta tutti ’i libra è scrittu ca ’a Madonna ha’ viaggiatu sempri supra ’a scecca, ma cu’ arriva ddà vidi ’a Gran Donna supra ’na mula ca pari ’na stecca. Ora ija m’addumannu: un paisi, ca porta ’u nomu di lu sciccareddu, ’un ci havi a fari festa ogni misi e una statua quantu un casteddu? E vui pinzati: si ogni citadina vitturi ’un ni avissi ê strati-strati si rispirassi sempri aria fina e nuddu avissi purmuna malati! Carrozzi e carruzzini pi la via di li scecchi tutti trainati: chista è la vera nustalgia di li tempi oramai passati! Sulu accussì l’aria si dipura e ’a nivi nun si sciogghi ’ntâ nivera, ci guadagna l’omu e la natura e torna ’u ’nvernu e puru ’a primavera!

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Francesco Incaprera


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SCECCU (A li nostri nanni) Ju - comu tu sai sugnu figghiu d’armali proletari portu la bannera di tutti li sfruttati sugnu socialista e mi nni vantu Parru la lingua di li me’ cuntradi ragghiu n’-dialettu e sugnu sicilianu Mi chiamu Sceccu La me’ storia è un ghiommaru di nenti un libbru di pacenzia e di travagghiu suduri e dignità Li nostri nanni eranu fratastri manciavanu durmevanu e murevanu sutta lu stessu tettu e li pinseri di li to’ patriarca addivintavanu sonnu e spissu liggi missa cantata ca sulu l’armali putevanu ascutari Li nostri nanni capevanu la lingua di la luna la vuci di lu ventu li desiderii di la matri terra E arrussicavanu - comu picciriddi quannu la crapa figghiava nta la pagghia e nta la conca ciurevanu l’alivi e lu siminatu addivintava virdi e lu frumentu nisceva di la pula e li carteddi si jinchevanu di pani

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E s’innamuravanu - comu picciutteddi quannu vulavanu li rinnini e cchiù supra di la muntagna granni spuntava ddu baggianu di lu suli... fogghia doppu fogghia ramu doppu ramu vasava ogni ciuri ca spuntava ogni furmica e ogni filu d’erva... arristava abbrazzatu cu li frassini pi dutari di zuccaru la manna La terra - ruffiana pareva ‘na gran tavula cunsata ‘na fimmina c’aspetta lu so’ amanti pi mustraricci tutti li so’ figghi Ma ci fu un tempu malidittu un tempu di lacrimi e spartenzi di guerra e di fuddia Siccau la terra siccaru li spiranzi li matri nun eppiru cchiù latti Li nostri nanni scinneru nta lu cori di lu ‘nfernu pi carricari surfaru e bestemii e ancili e giganti senza tempu acchianaru ‘nfina ‘n-paraddisu pi mettiri la punta a li piramidi e pruvarisi comu ci stavanu li ali

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Asin’art | L’Universo Asino

Si cunta ca lu patri di li nostri patri nta ‘na grutta - vicinu a Betlemme vitti abbasciàri la cchiù granni stidda e mmenzu a dda gran luci vitti nasciri lu suli cchiù lucenti Pinsau ca ddu nutricu fussi lu figghiu di qualchi granni re e inveci era lu Signuri lu patri di lu celu di la terra di la vita Pi rigalu lu quadiavu cu lu so’ ciatu A nuatri nni dissi d’arragghiari quannu sintemu un gruppu nta lu cori e nun capemu chi cosa voli Diu.

Michele Sarrica

Io - come tu sai - / sono figlio di animali proletari / porto la bandiera di tutti gli sfruttati / sono socialista e me ne vanto / Parlo la lingua delle mie contrade / raglio in dialetto e sono siciliano / Mi chiamo Asino / la mia storia è un gomitolo di niente / un libro di pazienza e di lavoro / sudore e dignità / I nostri nonni era fratellastri / mangiavano dormivano e morivano / sotto lo stesso tetto / e i pensieri dei tuoi patriarchi / diventano sogni e spesso leggi / messa cantata / che solo gli animali potevano ascoltare / I nostri nonni / capivano la lingua della luna / la voce del vento / i desideri della madre terra / E arrossivano - come bambini - / quando la capra partoriva nella paglia / e nella valle fiorivano gli ulivi / e il seminato diventava verde / e il frumento usciva dalla pula / e le ceste si riempivano di pane / E s’innamoravano come giovincelli - / quando volavano le rondini / e più sopra della montagna grande / spuntava quel vanitoso del sole... / foglia dopo foglia / ramo dopo ramo / baciava ogni fiore che germogliava / ogni formica e ogni filo d’erba...

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/ rimaneva abbracciato con i frassini / per dotare di zucchero la manna / La terra - ruffiana - / sembrava una grande tavola apparecchiata / una femmina che aspetta il suo amante / per mostrargli tutti i suoi figli / Ma ci fu un tempo maledetto / un tempo di lacrime e di separazioni / di guerra e di follia / S’inaridì la terra / seccarono le speranze / le madri non ebbero più latte / I nostri nonni / scesero nel cuore dell’inferno / per caricare zolfo e bestemmie / e angeli e giganti senza tempo / salirono sino in paradiso / per mettere la punta alle piramidi / e provarsi come gli stavano le ali / Si racconta che il padre dei nostri padri / in una grotta - vicino Betlemme - / vide abbassarsi la più grande stella / e in mezzo a quel bagliore / vide nascere il sole più luminoso / Pensò che quel bambino / fosse il figlio di qualche grande re / e invece era il Signore / il padre del cielo / della terra / della vita / Per regalo lo riscaldò col suo fiato / A noi disse di ragliare / quando sentiamo un nodo dentro il cuore / e non comprendiamo che cosa vuole Dio.

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L’asinella pratolina C'è un' amica lì in collina che mi sveglia ogni mattina è simpatica e precisa un pò lenta ma decisa L'accarezzo e mi sorride salgo in groppa e via pur se la strada stride Asinella pratolina sei sincera sei carina Lungo il tempo ci hai portati belli brutti sani e raffreddati Pioggia vento sole e caldo il tuo passo è sempre saldo Asinella pratolina vivi a lungo per favore canta un pò la tua canzone che mi torna il buonumore Con il tuo latte sopraffino mi hai guarito dal destino Col tuo raglio immacolato c'è sorpresa in ogni prato Asinella pratolina fammi ancora più felice: guarda il cielo e stai vicina!

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Daniele Alberto Morello


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Opere Asin’Art

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Accursio Truncali

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Accursio Truncali nasce nel 1962. Frequenta a Caltabellotta le scuole dell’obbligo, quindi l’Istituto Statale d’Arte a Sciacca, il Liceo Artistico “Michelangelo” di Agrigento e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove nel 1989 sotto la guida artistica di Totò Bonanno, Marcello Faletra e Salvatore Provino, consegue il Diploma di Licenza in Pittura. Ha all’attivo (dal 1983) diverse mostre personali, nonché la partecipazione di mostre collettive a carattere regionale e nazionale. Ha insegnato Discipline Pittoriche presso l’Istituto d’Arte “Picasso” di Palermo e Tecniche d’Incisione presso l’annessa Accademia di Belle Arti, dal 1993 al 1995 ha curato il settore Arti Visive del “Guernica Club” di Palermo. Dal 1998 è inserito e quotato nel Dizionario Enciclopedico Nazionale d’Arte Contemporanea. Nel 2001 collabora con l’artista padovano Maurizio Cattelan all’installazione della scritta-provocatoria “HOLLYWOOD”, sulla collina della discarica di Bellolampo (Palermo), come evento collaterale alla Biennale d’Arte di Venezia. Recentemente delle sue opere sono state inserite nel catalogo “Artisti Italiani Contemporanei”. Nel 2007, il Comune di Caltabellotta, con il Patrocinio della Regione Siciliana e la Provincia Regionale di Agrigento, gli organizza “TRIANTROPIKA” una “mostra personale a tre” con gli artisti Maria Castrogiovanni e Tommaso Serra, sotto la Direzione Artistica di Vincenzo C. Mulè.

Asino tecnica mista cm 20x35 Collezione privata 2009

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Aldo Miggiano

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Aldo Miggiano, nasce a Siracusa il 18 Maggio 1967 dove tuttora vive ed opera. Autodidatta, divide la sua vita tra famiglia, lavoro e pittura, cercando un luogo nascosto del mondo dove appartarsi per potersi dedicare esclusivamente alla sua vocazione. Fin da bambino avverte il fascino dell’arte, ma la sua creazione artistica comincia pian piano a manifestarsi nell’adolescenza, realizzando con i colori a tempera, tramonti e soggetti paesaggistici legati al suo amore verso la terra di origine. Negli anni a seguire comincia a realizzare ritratti a matita e realizza i primi quadri ad olio su tela. Nel 1989 intraprende gli studi di “Operatore Cinematografico e Televisivo”, e per alcuni anni esercita la professione di fotografo tralasciando la pittura. Solo nel 1993, dopo l’esperienza fotografica in cui si è potenziato il suo spirito di osservazione, ha iniziato a realizzare opere notando un miglioramento della propria espressività tecnica rispetto al passato. Questa constatazione ha stimolato il suo interesse verso gli studi specifici, che continuano fino ad oggi. Dotato così di una considerevole capacità tecnica, che si acquisisce dopo anni di pratica, di ricerche e di studi, ha gradatamente trovato una sua collocazione stilistica nella riproposizione della realtà che lo circonda, realizzando composizioni che rivelano un accanito impegno verista. Tra i suoi soggetti preferiti, troviamo anche gli angoli di natura incontaminata. Ha partecipato a diverse mostre collettive ed estemporanee, ma non soddisfatto dell’organizzazione di suddette mostre, ha tralasciato l’esposizione concentrandosi esclusivamente alla produzione delle sue opere.

Guardami olio su sughero cm 68x45 Collezione privata 2009

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Alessandro Mazzola

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Asin’art | L’Universo Asino

Alessandro Mazzola inizia a dipingere nel 2006: acrilico principalmente con la tecnica dell’action painting e astrattismo in generale e si cimenta nel figurativo utilizzando gli oli. Nel 2008 realizza quadri con tecniche miste, con una forte componente materica e simbolica. Dal 2009 lavoro con gli acquerelli. L’unico evento collettivo ha cui ho partecipato è il Whereis107.

Sguardo tenero acquerello cm 16x25 Collezione privata 2009

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Anna Maria Asaro

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Asin’art | L’Universo Asino

Annamaria Asaro nata a Mazzara del Vallo (Trapani),vive e lavora a Palermo. Si avvicina alla pittura per passione; il suo primo approccio, da autodidatta, è con la pittura sacra. Successivamente frequenta la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, che le permette di scoprire le proprie affinità artistiche che l’avvia alla ricerca cromatica e al perfezionamento delle tecniche pittoriche. Ha partecipato a diverse manifestazioni aristiche e mostre.

Asino al lavoro olio su tavola cm 50x40 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Antonella Mirabella

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Asin’art | L’Universo Asino

Antonella Mirabella nasce a Palermo, diplomata all’Istituto d’Arte di Palermo. Ha partecipato a numerose mostre collettive e concorsi nazionali. Dipinge prevalentemente paesaggi, figure, nature morte. Si occupa inoltre di restauro di oggetti d’arte e antiquariato.

Carovana d’asini olio su tela cm 60x50 Collezione privata 2009

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Aurelio Di Carlo

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Asin’art | L’Universo Asino

Aurelio di Carlo nasce a Palermo il 26 Ottobre 1945. Le opere di Aurelio Di Carlo appaiono espressione di una prova, forse trasgressivamente voluta volta a ripercorrere l’iter dei grandi Maestri dell’arte pittorica contemporanea che hanno dato vita ad un neo-realismo ancora oggi imperante. L’uso della tavolozza coloristica l’insistica scelta dei prodotti della terra di Sicilia così gli elementi del paesaggio fisico e antropico, dagli agrumi alle strutture architettoniche abbozzate alla figura femminile celata oltre il fogliame, testimoniano il tentativo di tradurre in arte il suo amore per la natura.

Asino all’orizzonte olio su tela cm 60x40 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Bartolomeo Conciauro

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Asin’art | L’Universo Asino

Bartolomeo Conciauro è nato a Palermo dove vive e lavora. Di formazione autodidatta. Recentemente elabora nuove soluzioni artistiche attraverso la video arte e la pittura su metalli e, manipolazioni di fibra di cotone ed applicazioni su supporto cartaceo a mano, ad alto spessore. Ha partecipato su invito a numerose collettive e rassegne d’arte nazionali in varie città italiane. è presente nei principali annuali d’arte contemporanea. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Latte di mamma asina acrilico su tela cm 55x45 Collezione privata 2009

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Carla Pucci

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Asin’art | L’Universo Asino

Carla Pucci è nata a Enna dove attualmente vive e lavora. Ha conseguito la laurea in scienze della formazione presso l’Università degli Studi di Trieste. Da sempre coltiva la passione per l’arte, nei suoi lavori è evidente l’amore per la natura che spesso si coniuga con la sensibilità del pensiero umano. La delicatezza dei colori, le sfumature e le cromaticità vestono i suoi lavori, forti di atmosfere a volte malinconiche e di colori velati e romantici. L’arte è sentita come intima espressione delle proprie emozioni in cui si rispecchia l’armonia della vita. Ha partecipato a diverse iniziative riscuotendo apprezzamenti e notevoli successi.

Tegola olio su tegola cm 17x45 Collezione privata 2009

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Carmelo Mocciaro

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Asin’art | L’Universo Asino

Carmelo Mocciaro è nato a Gangi nel 1953 mentre vive e crea le sue opere a Favara. Tuttavia benché isolato (nel suo caso vivendo in un ‘isola la parola è più che mai adeguata) la sua pittura ha un respiro europeo. Priva di fronzoli e banali orpelli, possiede la forza di un pugno sferrato allo stomaco, feroce ed essenziale nello svelarsi come raccontorivendicazione di un’esistenza. Per fare questo Mocciaro rinuncia al disegno ma non al segno che viene traslato in un’apparenza simbolica, in un’enunciazione allegorica di concetti, emozioni, sensazioni e impulsi primordiali. Anche quando la storia irrompe nella sua pittura non lo fa mai spiegandosi come fatto, bensì diradando la nebbia delle circostanze per mostrare infine il dipanarsi della coscienza collettiva di un’umanità spesso distratta. Così l’iperuranio di Mocciaro si serve di smalti, colle, tempere e acidi per manifestarsi crudele e privo di ipocrisie. Affabulazioni di colori e sfumature che colpiscono e consolano, che incitano a una ribellione, a una presa di coscienza, che invitano le nostre anime a riappropriarsi del tempo, del dolore e della gioia. Insomma la saggezza della luce che ci spinge nell’evanescenza della bellezza.

Asin’Love olio su tela cm 55x55 Collezione privata 2009

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Caterina Compagnone

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Asin’art | L’Universo Asino

Caterina Compagnone nasce a Palermo il 23 Ottobre 1986 ove vive. Si diploma al Liceo Artistico all’età di 19 anni, a 21 si iscrive all’Accademia Di Belle Arti di Palermo, frequentando il corso di pittura del prof. G.P. De Filippi. Nel 2009 assieme ad altre due colleghe espone i suoi quadri sulla tematica del fumo passivo, la mostra tenuta a Marsala al Museo Monumentale S. Pietro ha riscosso interesse anche da parte della stampa locale infatti l’articolo è stato pubblicato nel quotidiano locale.

Asini olio su tela cm 50x70 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Cettina Sorriso Valvo

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Asin’art | L’Universo Asino

Cettina Sorriso Valvo, pittrice ennese, dipinge da circa quarantanni esponendo i suoi quadri in numerose mostre collettive e personali con notevole successo di critica e di pubblico e ricevendo premi anche interregionali. Hanno scritto di lei diversi critici e artisti, tra cui G. Scinardo, L.Rocca e S. Serradifalco. A maggio ha esposto a Statte (TA), collabora con la Galleria d’Arte “Firme d’Autore” di Giarre (CT).

Mascalcia olio su tela cm 35x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Claudio Polizzano

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Asin’art | L’Universo Asino

Claudio Polizzano nasce a Castelbunono nel 1959. Artista per caso, trova una sua dimensione artistica nel bricolage. Diverse sono le opere che ha realizzato. La fantasia nella composizione, con l’accoppiamento razionale dei materiali, inerti che adopera, riesce a dare forma e vita ed estrosità ai propri lavori.

ASIN3D tecnica mista su tela cm 60x30 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Daniela Nobile

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Asin’art | L’Universo Asino

Daniela Nobile è un’artista realista ed iperrealista. I suoi studi iniziano all’Istituto d’Arte di Enna sotto la guida del Prof. Pietro Marzilla. Si trasferisce a Roma, a 16 anni, continuando gli studi artistici e infine si sposta a Firenze. Nel 1985 si diploma, a Firenze, come Maestro d’Arte in pittura presso l’Accademia Italiana Bella Arti. Partecipa a diverse mostre nel territorio fiorentino. Si trasferisce a Udine e poi a Venezia dove frequenta, per un anno, le botteghe dei maestri vetrai di Murano, apprendendo le tecniche della lavorazione del vetro. Si sposta in Abruzzo, a Pescara per sette anni, dove riprende la sua attività tenendo corsi di pittura presso il Liceo Artistico. Torna ad Enna nel 2002 e nel 2003 apre un negozio d’Arte dove continua a tenere corsi di pittura. I suoi dipinti sono molto apprezzati dal pubblico ennese e in poco tempo è preferita da diversi amanti dell’arte che acquistano molti suoi quadri. Nel 2008 apre un Laboratorio Artistico, nel 2009 fonda, con Daniele Gori, l’Associazione Artistica Eventi Arte della quale ne è il presidente.

Peluche olio su tela cm 40x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Daniele Gori

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Asin’art | L’Universo Asino

Daniele Gori nasce a Faenza il 21 Aprile 1971. Si forma in un istituto tecnico. La sua vita è un continuo viaggio, visita numerosi paesi entrando in contatto con culture diverse. Il suo percorso artistico parte da Torino, dove realizza maschere, sculture ed oggetti etnici manipolando l’argilla, poi si avvicina alla pittura su legno utilizzando i colori ad olio con il solo uso delle dita, mantenendo un contatto diretto con la materia e i materiali. Nel settembre 2007 l’incontro con una pittrice siciliana, che gli impartisce i fondamenti della pittura ad olio e lo introduce nell’ambiente artistico dell’isola, e mettendolo in contatto con diversi pittori siciliani e associazioni artistiche. Nel gennaio 2008, apre uno studio di pittura a Enna. Partecipa ad alcune estemporanee vincendo premi nelle città di Alia, Raddusa e Roccapalumba.

Asino artista olio su tela cm 60x60 Collezione privata 2009

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Domenico Pollara

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Asin’art | L’Universo Asino

Domenico Pollara nasce a Castelbuono il 29 Agosto 1960; passa gli anni della sua gioventù a Torino dove, nel 1977, studia arte presso le scuole regionali torinesi. Anni dopo si sposta in Piemonte dove continua gli studi come disegnatore pubblicitario dove fa subito conoscere la sua creatività in numerose opere d’arte. La sua carriera non si ferma, infatti poco tempo dopo comincia la sua collaborazione nella Stamperia Artistica Nazionale dove lavora per anni. Nell’83 comincia a fare il Madonnaro e Naturalista sia in Italia che all’estero; molte sono le sue opere a sfondo religioso a Castelbuono. La principale prerogativa di Domenico Pollara è esporre la propria pittura in locali pubblici in maniera da poter mostrare le sue opere ai giovani che le visitano. Egli da anni vive a Castelbuono, dove si è trasferito definitivamente e opera come pittore indipendente. Si occupa anche dell’allestimento di estemporanee di pittura per bambini.

Rientro dalla campagna olio su tela cm 36x56 Collezione privata 2009

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Donatella Caprara Riva

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Asin’art | L’Universo Asino

Donatella Caprara Riva è nata a Milano nel 1958, lavora a Milano e a Chiavenna (Sondrio). All’Accademia di Brera presenta una tesi, discussa con Gianfranco Bruno, in psicoanalisi dell’arte, su Giovanni Segantini, richiesta dal Segantini Musueum di St. Moritz, e oggi all’Archivio Culturale dell’Alta Engadina. Si diploma in Scultura con Alik Cavaliere e Andrea Cascella. Ha insegnato presso i Licei artistici milanesi, iniziando nel contempo a illustrare libri per bambini con la EMME Edizioni di Rosellina Archinto. Restano parallele le sue modalità di espressione nei campi diversi dell’arte di ricerca (con opere a carattere figurativo, ambientazioni, fotografia, neon e fibre ottiche) con esposizioni personali e collettive, presso la Società Leonardo da Vinci di Firenze, il Centro Care Off l’Università Bocconi di Milano, e l’illustrazione per l’editoria, collaborando da subito con importanti Case Editrici italiane.

Arcobaleno acquerello cm 15x20 Collezione privata 2009

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Donatella Saladino

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Asin’art | L’Universo Asino

Donatella Saladino manifesta il suo estro creativo fin da bambina, nelle fiabe che inventava e poi trasformava in disegni. Pittrice autodidattada da 18 anni, ha sempre dipinto per se stessa, ma solo da tre anni decide di intraprendere questa strada. Le sue doti per le arti figurative maturano negli anni arricchendosi di tecnica ed espressività e si perfeziona frequentando i corsi per pittura ad olio dal 2004 frequentando lezioni private tenute dalla pittrice Daniela Nobile. In seguito partecipa al laboratorio di pittura “Esercizi di stile tra didattica e arte” del maestro Pippo Lombardo. Dal 2005 fa parte di un centro culturale con quale comincia a partecipare a mostre collettive e qualche estemporanea di pittura conseguendo riconoscimenti.

Fiaba olio su tela cm 50x60 Collezione privata 2009

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Eleonora Sottile

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Asin’art | L’Universo Asino

Eleonora Sottile, nata il 22 aprile del 1982 a Legnano (Mi), residente a Castelbuono (Pa), diplomata all’Istituto Statale D’Arte di Cefalù, nella vita di tutti giorni si occupa della sua famiglia e nel tempo libero dipinge tele figuranti paesaggi un po’ fiabeschi, lavori di decorazione parietale e su vari supporti (vetro, legno, stoffa). In passato ha partecipato alla estemporanea a Casteldaccia (Pa) in onore di Falcone e Borsellino, alla manifestazione “maschere di Cefalù”, alla decorazione delle vetrine natalizie di Castelbuono e alla preparazione di un pannello rappresentante i personaggi del presepe che vengono di anno in anno esposti nelle strade del paese, ed infine alla cura di mostre di altri artisti.

NinĂš e Brigida olio su tela cm 50x35 Collezione privata 2009

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Emanuela Ruma

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Emanuela Ruma nasce a Sesto San Giovanni nel 1980. Sin da piccola ha avuto un grande interesse per diverse forme d’atre, il canto, la danza, la pittura… Quest’ultima ha portato l’artista ad una particolare ricerca del colore… Che esprime in modo turbolento nei propri quadri… dando un senso di serenità misto ad eccentrità… Esso è l’IO del quadro, è materico, forte, meravigliosamente vivo! Ha partecipato a diverse mostre collettive, concorsi, estemporanee, riscuotendo interessanti riconoscimenti.

L’asino nella spirale misto su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Flavio Severino

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Asin’art | L’Universo Asino

Flavio Severino è nato ad Enna nell’82, e diplomato in Arte nel 2000. Ultimamente ha svolto l’attività di grafico pubblicitario, illustratore e ritrattista su commissione, con notevole successo. Fin da piccolo ha la passione del disegno e terminati gli studi si concentra sullo studio di tecniche a matita e carboncino, nell’anatomia umana e nelle ambientazioni gothic. La sua produzione personale di opere artistiche ha qualcosa di magico e di affascinante per la delicatezza con cui riesce a raffigurare il volto e il corpo femminile. La sua conoscenza dell’anatomia, nonché della tecnica del chiaroscuro rendono Flavio Severino un artista unico. A maggio ha esposto a Statte (TA); Collabora con la Galleria d’Arte “Firme d’Autore” di Giarre (CT).

L’asino Giuliano matita su cartoncinocm 35x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Francesco Apicella

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Asin’art | L’Universo Asino

Francesco Apicella nasce a Sant’Egidio del Monte Albino (SA) il 19 Agosto 1960. Frequenta il liceo artistico della città e nello stesso tempo lo studio del pittore scenografo Alfonso Amendola, nel 1984 si trasferisce a Brescia e frequenta l’atelier degli Artisti centro di sperimentazione arti visive. Dal 1999 Si trasferisce a Castelbuono dove attualmente opera come pittore paesaggistico di vedute urbane.

Asino spazzino olio su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Francesco Baio

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Asin’art | L’Universo Asino

Francesco Baio nasce a Cefalù il 14 Febbraio 1977, fin da piccolo è appassionato di arte e soprattutto disegno figurativo, cerca sempre nuovi stimoli per perfezionarsi e ama molto il dettaglio... Frequenta il liceo scientifico dove oltre al disegno tecnico si diletta in quello artistico disegnando monumenti e statue di ogni genere. Finite le scuole superiori va all’accademia di belle arti di Palermo dove frequenta il corso di scenografia, svolge così lavori come “ trompe l’oeil” su pareti e supporti vari… e si occupa della realizzazione e colorazione di interni di appartamenti e locali vari, esegue anche lavori di aerografia ed ha una sfrenata passione per l’arte del tatuaggio... Iscritto all’ultimo anno di Scienze Biologiche al Corso di Laurea in conservazione e Valorizzazione della Biodiversità, si diletta anche nell’illustrazione scientifica.

Asin’Art 2009 matita su cartoncino cm 35x50 Collezione privata 2009

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Francesco Pintaudi

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Il percorso artistico di Francesco Pintaudi copre già l’arco di un trentennio, intessendo una ricerca formale che si è mossa nell’ambito di un figurativismo dall’impronta assai personale, che accoglie talora istanze simboliste o surrealiste, quando non anche informali, ma tutte coerentemente saldate in un rigore espressivo che definisce una marcata identità tecnico-stilistica. Gli anni ’90 sono contrassegnati da una produzione che, da una parte, è il riflesso di eventi dal grande impatto psicologico e sociale, dall’altro è il riverbero lirico dell’incontro con le realtà urbanistiche del comprensorio palermitano o quello, intenso, della contemplazione della Natura, di cui sa cogliere l’essenza più profonda e sublime. Le sue opere vengono così richieste da Enti pubblici e privati per mostre d’altissima risonanza scientifica o sociale, quale, ad esempio, “Una città da ricucire”, nel ricordo di Padre Puglisi o le tre grandi mostre personali “Ea quae gignuntur e terra”, organizzate dall’Orto Botanico di Palermo per il Bicentenario. Nel 2001 l’Università degli Studi di Palermo gli dedica una Personale (“Gignentia”-Essenze mediterranee) presso la prestigiosa sede dello Steri, con il contributo della Provincia Regionale di Palermo.

Faccia d’asino olio su tela cm 50x70 Collezione privata 2009

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Francesco Toscano

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Francesco Toscano nasce a Castelbuono il 29 Ottobre 1962. Autodidatta in campo artistico sin da piccolo ha avuto una propensione per l’arte. La sua tecnica pittorica spazia dall’olio all’acrilico, dall’acquerello al collage. Negli ultimi anni ha voluto presentare ed esporre al pubblico le sue opere con mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Nei dipinti fotografa su tela paesaggi naturalisti della sua terra con soggetti floreali e faunistici; in particolare, con i suoi acquerelli “impressiona” sulla carta la bellezza e il fascino antico di piccoli paesi che con le loro viuzze, le scalinate, i ruderi, le chiese ed i vecchi casolari, riescono a trasportarci indietro nel tempo.

Cecilia e i suoi asini acrilico su tela cm 80x60 Collezione privata 2009

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Gaetano Lo Manto

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Gaetano Lo Manto nelle sue opere presenta una vena creativa inesauribile, una gioia nella tecnica e nello stile che non conosce l’usura del tempo e dell’ispirazione, una pittura che è come un gioco per la felicità e la ricchezza dell’esecuzione, eppure sa essere serissima, assolutamente compresa nel suo “ruolo” di cronaca dell’anima e delle cose. Sembra davvero una magia l’arte di Gaetano Lo Manto, che torna in un’antologica promossa dalla Provincia Regionale di Palermo. Le sue “armi” sono le più semplici, e insieme le più efficaci: il segno, il chiaroscuro, la linea. La visione è quella incantata e allo stesso tempo concreta della natura, parcellizzata in piccole creature scomposte o in oggetti quotidiani “riadattati” alla visione onirica di un poeta. Un dialogo ricco, sontuoso, intessuto con fili preziosi come un ricamo, quello di Lo Manto con il suo pubblico, che fa di questo un artista di lungo corso, rigoroso nella dedizione all’arte ma capace anche di una brillante militanza “sopra le righe”, un punto di riferimento importante per la cultura siciliana degli ultimi quattro decenni.

L’asino vola olio su tela cm 60x60 Collezione privata 2009

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Gianpaolo Chiaramonte

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Gianpaolo Chiaramonte, ennese, diplomato geometra, frequenta l’università di Catania, dove studia lettere moderne. Comincia ad avvicinarsi alla pittura nel 2007 utilizzando colori acrilici e realizzando dipinti figurativi materici. L’interesse per l’arte non si limita alla sola pratica, ma approfondisce le sue conoscenze avvicinandosi al gusto pittorico di alcune pittrici del ‘900, Frida Kalho, Tamara de Lempicka, Van Gogh ed i surrealisti e i puntinismi, senza dimenticare Michelangelo Merisi. Il bisogno - desiderio - necessità di migliorare la propria tecnica pittorica lo porta a seguire i corsi di pittura nel laboratorio della pittrice Daniela Nobile. Da qui approfondisce ed apprende la pittura ad olio. Il suo contatto con la pittura è estremamente individuale, quello che lui vive è un amore diretto, che non necessità di un confronto con il mondo esterno, questo lo porta a non sentire il bisogno di mostrarsi o di apparire.

Asino in erba olio su tela cm 35x50 Collezione privata 2009

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Gina Scardina (Sgargi)

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Gina Scardino in arte Sgargi è nata a Nicosia ha frequentato l’istituto magistrale ed attualmente insegna nelle scuole materne di Nicosia. Autodidatta inizia a dipingere intorno agli anni ‘70 spinta da un impulso interiore che nasce inizialmente da un contatto diretto con la natura. Attualmente l’autrice dipinge per sperimentare la materia cercando nell’arte una dimensione sia personale che pittorica da raggiungere e da superare cogliendosi immersa in un ciclo evolutivo senza fine.

Asini in relax olio su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Giovanna Calabretta

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Giovanna Calabretta e Rosario Trapani dal 2006 danno inizio ad un stretta collaborazione a progetti comuni. Dal progetto Don Chisciotte e dal progetto Penelope, su cui stavano lavorando autonomamente e sui quali si sono incontrati, si sono poi aggiunte molteplici altre attivitĂ e iniziative fondate sulla ricerca pittorica. Condividono lo studio di via De Borch 52, e a testimoniare percorsi pittorici affini, frequentemente realizzano lavori sul medesimo supporto.

Proverbi olio su cartone cm 80x60 Collezione privata 2009

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Giovanni Fiasconaro

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Giovanni Fiasconaro nasce a Palermo il 23 Giugno 1996. Attualmente frequenta la terza classe della scuola media Francesco Minà Palumbo di Castelbuono, paese in cui vive. Spiccata è la sua dote in campo artistico e musicale, a tratti sconvolgente data la sua giovane età. Ama tantissimo l’arte figurativa. Grande è la sua passione e conoscenza di storia dell’arte. Proseguirà, perfezionandosi ancor di più, lungo questa strada.

Coppia pastello su cartoncino cm 35x50 Collezione privata 2009

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Giovanni Sottile

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Giovanni Sottile nasce a Castelbuono il 16 Aprile 1945, si diploma alla Scuola Statale d’Arte di Cefalù nel 1966 come Maestro d’Arte, iscritto all’Albo delle Imprese Artigiane con la qualifica di Restauratore d’Arte dal 1997, attualmente vive e opera a Castelbuono.

Cuccioli olio su carta cm 30x40 Collezione privata 2009

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Giuseppe Apa

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Giuseppe Apa nato a Catania il 28 Febbraio 1963 vive ed opera a Ragalna (CT). “è un pittore che esprime con limpida forza un mondo poetico ed originale, per cui c’è alla radice una variata distesa di luci calde, di toni modulati con finezza squisita entro una gradazione di colori che hanno virtualità espressiva…”; queste sono solo alcune delle parole che la critica Giacinta Patorno ha utilizzato per descrivere l’opera di Giuseppe Apa. Pittore autodidatta, figurativo moderno, ha partecipato a diverse estemporanee di pittura in moltissime cittadine siciliane ed ha esposto in diverse collettive d’arte fra cui il Maggio artistico catanese, la collettiva d’arte Grand Hotel Excelsior di Acireale, presieduta da Vittorio Sgarbi; il premio Telamone di Agrigento e la collettiva internazionale “jacobos convetion artxspo” di New York. é un pittore geniale, in quanto non si sofferma solo a dipingere, ma crea diverse armonie di movimento con l’intenzione di mettere in evidenza il suo estro creativo, aggiugendo al solito panorama quel trasformismo amalgamato armoniosamente fra realta e fantasia.

Cecilia e l’asino olio su tela cm 60x50 Collezione privata 2009

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Giuseppe Gargano

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Giuseppe Gargano è nato a Palermo nel 1947. Ha dedicato al disegno ed alla pittura il suo tempo libero. Ha frequentato il Corso di Libero dal Nudo per studiare disegno e pittura sotto la guida del Prof. Ninni Sacco ed incisione sotto la guida dei Professori Sergio Amato e Sergio Aquila. Ha partecipato a numerose rassegne, mostre collettive e concorsi, riscuotendo premi e riconoscimenti. Alcune sue opere figurano in collezioni pubbliche e private. è presente in diverse riviste e cataloghi. Giuseppe Gargano è un artista figurativo moderno, traspare nei suoi dipinti il momento in cui la figura umana si trasforma in un universo di forme e colori creando una sorta di “astratto umanizzato”, rivelandone il valore psicologico e l’energia; ha dipinto le sue donne, velate da una ricca astrazione, nei vari toni del colore, realizzate su fogli di metallo ed ha ideato una nuova tecnica pittorica creando la “scomposizione astratta”.

Semina olio su tavola cm 55x60 Collezione privata 2009

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Giuseppe Giusti

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Giuseppe Giusti è nato a Castelbuono il 20 Novembre 1960 e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Attualmente lavora a Castelbuono come ausiliario dove fa laboratori di pittura con gli ospiti della C.T.A. Fauni.

Gioco dell’asino olio su tela cm 30x30 Collezione privata 2009

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Giuseppe Manganello

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Asin’art | L’Universo Asino

Giuseppe Manganello nasce a Derby nel Connecticut (U.S.A.) nel 1976.All’età di sette anni si trasferisce a Collesano (PA), paese dei suoi genitori. dove frequenta la scuola dell’obbligo. Si iscrive quindi all’Istituto Statale D’arte di Cefalù dove consegue il diploma di Maturità D’arte Applicata. Nel 1997 frequenta e porta a compimento un corso di “Catalogatore dei beni artistici e architettonici”. La prematura morte del padre lo costringono a lavorare presso un’azienda artigianale che produce ceramiche,dove realizza a propria firma diversi pennelli maiolicati che arredano Collesano. Nel 2003 conosce Salvatore Iachetta, ultimo epigono della ceramica collesanese che gli trasmette i segreti sulla lavorazione e le forme dell’antica ceramica locale e la tecnica sull’uso del tornio. Incoraggiato dallo stesso Iachetta, nel 2005 apre a Collesano la bottega artigianale “MANGANELLO ARTE” dove realizza pannelli ed oggetti in ceramica lavorati a mano.

Cuncittina olio su tela cm 60x80 Collezione privata 2009

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Giuseppe Marchese

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Asin’art | L’Universo Asino

Giuseppe Marchese è pittore di “radici”, nella sua lunga esperienza artistica ha restituito intatto l’incantamento della sua terra, di cui ha saputo tessere la biografia umana e territoriale. Non ha mai respinto il piacere di raffigurarla, conoscendone bene la fisionomia, il temperamento forte e nostalgico. La sua iconografia tuttavia non si esaurisce in quelle forme, ma va oltre, coniugando espressivamente i valori della tradizione e le sue rapide trasformazioni, che restituisce in una serie di momenti ben definiti, grazie ad un linguaggio trasparente e chiaro, ricco di sfumature, emozionali e “dialettali” popolari e mitiche. Pittore di storie quotidiane, nell’impianto compositivo delle sue tele fotografa il tempo che fugge, lavorando di misura togliendo il superfluo, per catturare l’istante nella flagranza del suo manifestarsi: ogni elemento descritto nel suo intenso costrutto sensoriale, diventa materia viva, ricco di risonanze e di rimandi, che lo pongono di diritto al di là di un linguaggio tradizionale o referenziale. La tavolozza dei suoi colori intarsia forme che, nel dosaggio emotivo della luce, abbracciano e custodiscono la vita: nel segreto delle alcove, nelle piazze e dentro i bar, nelle strade notturne di antichi borghi arroccati. Ogni luogo raffigurato da Giuseppe Marchese, con i suoi “umori e odori”, supera i limiti dell’esperienza puramente visiva, per diventare un luogo totale, un “porto” con la sua babele di lingue, dove si raccolgono sognatori e destini “in cerca d’ingaggio”, dove uomini e donne danzano, o malcelano, dietro un silenzio dignitoso, la loro malinconia struggente.

Sceccu olio su tela cm 49x30 Collezione privata 2009

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Giusy Russo

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Asin’art | L’Universo Asino

Giusy Russo, nasce a Nicosia (EN) il 6 Gennaio 1979, vive ed opera a Gangi (PA), Inizia sin da bambina, ma la sua attivitĂ  viene incrementata solo negli ultimi anni. La pittura della Russo sembra trovare nei colori accesi, la conferma della sua personalitĂ  forte e decisa coerente con una realtĂ  odierna spesso piĂš dura di quanto appaia. Nei suoi quadri emerge anche il bisogno di libertĂ  e veritĂ  di cui la pittrice sente fortemente il bisogno, espresso attraverso il colore, ma ancora fortemente ancorata dentro la tecnica nella quale si muove con grande abilitĂ , della quale si serve per dare ordine alla vita e alla pittura.

In un campo d’oro olio su tela cm 50x70 Collezione privata 2009

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Isabella Gloria

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Asin’art | L’Universo Asino

Isabella Gloria nasce a Enna, città, dove attualmente vive e lavora. Si diploma presso l’istituto d’arte della stessa città; giovanissima approfondisce varie tecniche pittoriche prediligendo quella mista; appassionata d’arte ha contribuito all’iniziativa Asin’Art con l’opera “L’asinello della speranza”.

L’asinello della speranza tecnica mista cm 28x28 Collezione privata 2009

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Ivana Litrico

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Asin’art | L’Universo Asino

Ivana Litrico è nata a Catania il 20 Ottobre 1973, si dedica alla pittura, passione che coltiva sin da bambina e che costituisce manifestazione libera di sentimenti. Attratta dalla pittura e tecniche impressioniste, le studia e personalizza la propria tecnica con pennellate di ricche di intenso colore. Utilizza materiali diversi: dalla matita all’olio su tela, dal carboncino alla sanguigna, dall’inchiostro di china all’acquarello, alla yuta. Le sue opere caratterizzate dalle tinte, solari e luminose, dai paesaggi reali ai soggetti solitari e tristi, sono espressione dell’animo interiore dell’autrice, di come fulcro centrale del mondo attorno alla quale ruotano le molteplici tematiche che affliggono “l’essere umano” in generale. Ha esposto in diverse gallerie e partecipato a concorsi e mostre ricevendo attestati e riconoscimenti ed è stata recensita da diversi quotidiani. Vive ed opera a Catania.

Amico Asino olio su juta cm 50x60 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Joseph Miliziano

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Asin’art | L’Universo Asino

Joseph Miliziano, in arte Mili, nasce nel 1959 nel nord della Francia, torna in Sicilia (Cattolica Eraclea), frequenta e si diploma presso l’Istituto d’Arte di Sciacca. Attualmente vive e lavora nella città di Porto Empedocle. Spirito libero, ma versatile, spazia tra pittura e scultura con tecniche esecutive diverse. Ha nel curriculum molteplici personali e collettive di successo sia in Italia che all’estero ed ha ottenuto diversi riconoscimenti. Un proprio mondo onirico popolato di visioni, questo è suo nutrimento. Vive in questo tempo un intimo rapporto con diversi artisti del passato con i quali intrattiene virtuali amicizie postume estendendo il loro stile con opere coevibili. Fortemente istintivo, ma concettuale, pervaso da una personale religiosità, spazia nelle sue opere tra il sacro e il non profano, in libere interpretazioni alle quali affida messaggi positivi.

Asini rossi olio su tela cm 60x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Kindia

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Asin’art | L’Universo Asino

Kindia nata a Palermo nel 1973, si diploma al Liceo Artistico di Palermo, prosegue poi gli studi artistici diplomandosi presso l’Accademia delle Belle Arti nel corso di pittura, è Maestro d’Arte, Pittrice e disegnatrice.

Floreale olio su tela cm 50x70 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Luana Pau

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Asin’art | L’Universo Asino

Luana Pau nata a Roma l’11 Aprile 1966 è un’artista naturale, ha uno stile personale che vuole e deve evolvere. Sta cercando una sua strada, una sua voce autonoma e indipendente, deve ancora lavorare per capire come meglio esprimersi, lo fà da autodidatta ispirandosi ai grandi pittori impressionisti ed espressionisti.

Asini rossi acquerello su carta cm 47x30 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Maddalena Ciccarello

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Asin’art | L’Universo Asino

Maddalena Ciccarello nasce a S. Stefano Quisquina (AG) il 27 Marzo 1979 e vive a Bivona (AG). è laureata in conservazione dei beni culturali ad Agrigento e coltiva sempre una grande passione per l’archoelogia e l’arte. Dopo aver svolto un anno di servizio civile (progetto “Salvalarte”) presso il comune di S. Stefano Quisquina e avere insegnato in diversi corsi di formazione per adulti, sempre nell’ambito dei beni culturali e del turismo, si è abilitata alla SISSIS di Palermo e oggi insegna lettere negli istituti secondari di I grado. L’amore per il disegno e la pittura nasce fin da bambina, non passa giorno che non si dedichi a realizzare qualcosa di creativo che le permetta costantemente di esprimersi. Predilige il disegno, ma ama anche dipingere su qualsiasi superficie, sperimentando sempre nuove tecniche e nuovi materiali. Ha partecipato a diverse mostre svoltesi nel mio paese, ha realizzato manifesti per il Comune di Bivona e illustrazioni per giornali locali. La sua arte è costantemente a disposizione di amici, parenti e di chiunque riesca a stimolare la mia creatività.

Pinocchio olio su tela cm 60x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Manuela Guarcello

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Asin’art | L’Universo Asino

Manuela Guarcello nasce a Palermo il 2 Dicembre 1986 ma vive e lavora a Castelbuono. Sin da bambina dimostra un’innata passione per le arti figurative e per questo decide di frequentare l’Istituto Statale d’Arte di Cefalù. Dopo il diploma continua da autodidatta la sua ricerca artistica. La passione che ha per l’arte si fonde con la sua passione per la natura. Fiori e frutta sono la sua principale fonte d’ispirazione per la bellezza e la varietà di colori. Dipinge da sempre ma è solo all’inizio del 2009 che decide di dedicarsi a tempo pieno alla sua passione.

L’asino ieri e oggi acrilico su tela cm 60x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Mariella Ramondo

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Asin’art | L’Universo Asino

Mariella Ramondo nata a Bompietro (Pa) il 27 Gennaio 1953 si diploma all’Istituto Tecnico Femminile nel 1971. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive, estemporanee di pittura, riscuotendo riconoscimenti e premi. è un’autodidatta che dal 2003, all’Accademia di Belle Arti di Palermo, approfondisce la pittura del nudo e la tecnica dell’incisione. Ha inoltre partecipato al corso d’icona presso la scuola Archeosofica (Maggio 2004) ed al workshop “Incisione sostenibile e introduzione del film fotopolimero” tenuto dalla Prof.ssa Eva Figueras Ferrer docente presso l’Accademia di Belle Arti di Barcellona (Maggio 2008). Ha al suo attivo una vasta produzione pittorica in cui la fanno da padrone fatti e vicende del tempo d’oggi e scene di vita quotidiana. Versatile e creativa ama realizzare le proprie opere in diverse tecniche: olio, pastello, grafica, ecc. Personalità complessa e sognante nei concetti, porta avanti da anni un discorso estetico affascinante, sostenuto da una notevole esperienza tecnica.

L’asino nella cristianità olio su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Martina Di Liberto

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Asin’art | L’Universo Asino

Martina Di Liberto nata a Cefalù nel 1988, è residente a Finale di Pollina (PA). Inizia i suoi studi artistici all’Istituto Statale d’Arte “Diego Bianca Amato di Cefalù” diplomandosi con il titolo di maestra d’arte e disegnatrice di architetture e arredi. Attualmente iscritta all’Accademia di Belle Arti di Palermo e frequentante il corso di pittura del Prof. G. De Filippi, sperimenta e affina le sue tecniche artistiche occupandosi di temi attuali che vedono l’uomo contemporaneo come protagonista, con i suoi turbamenti e le sue sensazioni.

Asino a pranzo olio su tela cm 60x80 Collezione privata 2009

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Massimo Estero

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Asin’art | L’Universo Asino

Massimo Estero nasce ad Enna nel 1965. Si occupa di comunicazione audio-visiva. Ha all’attivo numerose partecipazioni ad eventi, collettive e personali in ambito cittadino, italiano ed estero. La sua ricerca autentica parte dagli archetipi, simboli e rappresentazioni di una cultura contemporanea che egli propone allo spettatore come momento di autoaffermazione ideologica e di proposizione concreta. I suoi dipinti, i suoi film, le sue foto, le sue installazioni, i suoi scritti sentono molto dell’influenza esercitata da correnti artistico culturali come il futurismo, l’arte concettuale, il minimalismo, la scrittura visiva, la land art e l’arte etnico antropologica: il tutto proposto in una chiave del tutto personale e innovativa.

Gabbia tecnica mista cm 70x70 Collezione privata 2009

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Maurizio Ribellino

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Asin’art | L’Universo Asino

Maurizio Ribellino nasce a Caltanissetta. Pittore GeometricoAstratto di formazione autodidatta. Dopo essersi dedicato ad attività differenti, lontane dall’arte, si avvicina al mondo della pittura, e lo fa con grande enfasi e passione, al punto da dedicare ad essa gran parte del suo tempo. Fonte di ispirazione per i suoi quadri sono le forme, le geometrie, e la forza del colore. è infatti il colore che ne caratterizza e ne delinea la personalità artistica. Versatile e propositivo ad una visione più ampia delle varianti pittoriche, si confronta con stili e tecniche che ne conferiscono la consapevolezza di un linguaggio più completo. Infatti nel primo periodo la sua pittura è molto schematica, schietta. Più avanti l’approccio con la tela beneficia delle esperienze fatte precedentemente attraverso anche la conoscenza di altri artisti che ne stimolano il miglioramento.

L’asino d’oro tecnica mista cm 60x50 Collezione privata 2009

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Mimma Pinsino egger

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Asin’art | L’Universo Asino

Mimma Pinsino Egger ha al suo attivo diverse mostre personali e collettive, sia in Italia che in Germania. Ha conseguito il Diploma di Laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove si è anche specializzata in Fotografia. Ha collaborato in diversi Festival d’Opera, piecès teatrali e performance. Attualmente vive e lavora a Francoforte sul Reno.

Sciccareddu di lu me cori acquerello su cartoncino cm 35x55 Collezione privata 2009

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Naire Feo

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Asin’art | L’Universo Asino

Naire Feo, nata a Cosenza, attualmente vive e lavora a Palermo. Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Artistico Statale di Palermo, frequenta la Facoltà di Architettura. Dipinge fin dai primi anni di Liceo, ma è dalla fine degli anni ottanta che si inserisce definitivamente nel mondo dell’arte. Partecipa su invito a varie rassegne d’arte, sia in Italia che all’estero. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Attualmente si occupa della direzione artistica dell’associazione culturale ricercarte.

Cucciolo d’asino olio su tela cm 30x30 Collezione privata 2009

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Nunzio Mazzamuto

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Asin’art | L’Universo Asino

Nunzio Mazzamuto nasce a Palermo il 20 Febbraio 1952. La passione per la materia si estrinseca sul piano di una ricerca di carattere tecnicoformale, diretta ad evidenziare piani e vuoti secondo una scansione che viene a creare spazi e ritmi in certo senso inediti e comunque legati ad una sorta di euritmia plastica, per cui l’artista supera la complessa densità delle strutture materiche per generare all’interno dell’operazione progettuale, qualcosa di vivo e vitale…

Fuga dall’Egitto olio su tavola cm 50x35 Collezione privata 2009

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Ornella Genovesi

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Asin’art | L’Universo Asino

Ornella Genovesi è nata a Catania dove vive e opera. proprietaria di una galleria d’arte, dipinge da dieci anni. Ha partecipato a diverse mostre e concorsi d’arte. La sua pittura è ricca di colori caldi e armoniosi usa olii acrilicici e tecniche miste.

Il Piccolo Asino misto su tavola cm 35x55 Collezione privata 2009

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Pasquale Nocera

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Pasquale Nocera, in arte Arkone, è nato a S. Giovanni Gemini nel 1960 ove risiede. Diplomato al liceo artistico e all’Accademia di Belle Arti, corso di pittura, ha iniziato precocemente la sua attività artistica. Il suo primo dipinto, una piccola copia del “Cristo di San Giovanni della Croce” di S. Dalì, l’ha venduto all’età di quindici anni. Nel 1978 inizia a partecipare alle prime collettive di pittura riscuotendo ampi consensi di pubblico e critica. Durante il periodo militare realizza i primi murales presso la caserma “D’Avanzo” di Civitavecchia. Nel 1982 gli viene commissionato un altorilievo per l’oratorio di S. Giovanni Gemini. Dal 1993 partecipa alle estemporanee che si svolgono in giro per la Sicilia, collezionando numerosi premi e lusinghieri apprezzamenti. Oltre all’attività di artista svolge quella di decoratore di interni ove realizza murales, trompe l’Oeil e decorazioni varie. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, sia in Italia che in Belgio e in Germania.

Abbraccio olio su tela cm 50x70 Collezione privata 2009

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Pino Mazza

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Asin’art | L’Universo Asino

Pino Mazza nasce a Delia (CL) il 13 Febbraio 1954. La sua produzione artistica, che si esprime per evidenti astrazioni, assume in sé l’accostamento aggettivante di fenomeno “magico”, attingendo a pieni mani alla metafora efficace della citazione riportata in frontespizio dello scenziato-fisico e matematico EVANGELISTA TORRICELLI (successore di Galileo), che indica nella simbologia del “Vaso di Circe”, il contenitore giusto per distribuire impeti astratti, nella visione incantata che ne restituisce il concetto. Circe figlia del Sole e della Ninfa Perse, per alcuni nasce dal connubio del Giorno con la Notte e la sua natura magica, che ancora con Torricelli ritrova analogia nella “scienza dell’attrazione”, sembra divenuta nella definizione della presente monografia e nella metafora ad essa affidata, la visione complessiva dell’opera di un artista come Pino Mazza, che all’astrattismo dedica tutta la sua ricerca e sperimentazione, in campo pittorico-concettuale e in ragione di un’ideale che, dal punto di partenza individuale, giunga a configurare un’utopia universale.

La semina olio su tela cm 340x150 Collezione privata 2009

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Asin’art | L’Universo Asino

Pippo CarĂŹ

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Pippo Carì nasce a Sambuca di Sicilia (AG) nel 1952, e fin da giovanissimo manifesta attitudine per il disegno e la pittura. Nel 1965 muore il padre, nonostante le difficoltà in cui si trova la famiglia, frequenta l’Istituto d’Arte di Sciacca e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Palermo. è ancora nell’ambito accademico quando nel ’72 vince il premio “Giovani Incisori Italiani” a Roma nel ’73 il “Premio Lubiam” a Mantova. Sollecitato dai vari riconoscimenti Carì intensifica la sua produzione pittorica e si immerge in una ricerca del fantastico, parasurreale, giocando col linguaggio dei simboli delle valenze esoteriche. Nel 1976 inizia la sua carriera di insegnante in provincia di Bergamo. Al di fuori degli impegni scolastici si dedica alla pittura e al disegno realizzando qualche mostra. è il 1980 quando si trasferisce in Sicilia e apre il suo primo studio a Canicattì (AG).

Asino e bimbi olio su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Pippo Madè

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Pippo Madè nasce a Palermo, dove vive e lavora, possiede una eccezionale versatilità; la sua produzione spazia dal disegno all’olio, dall’incisione, alla litografia, dalla ceramica alla scultura in vetro di murano, dalla maiolica alle decorazioni su vetrate. Spinto dal desiderio di sapere, Madè ha studiato, da autodidatta, l’anatomia umana e le tecniche del colore senza mai smettere di cercare se stesso e l’autentico humus spirituale e culturale. Gran parte della sua produzione artistica è dedicata all’incisione secondo una tecnica antica e prestigiosa, che il maestro siciliano applica lavorando materiali come la pietra e il rame e realizzando opere con il torchio a mano, ad Urbino, là dove hanno operato i più grandi incisori di ogni tempo. L’uomo, la terra di Sicilia, un profondo sentimento religioso sono le costanti del percorso artistico di Pippo Madè, che nella pittura, espressa con colori solari, ricerca le proprie radici.

L’asino al frantoio serigrafia cm 70x50 Collezione privata 2009

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Rosario Gambera

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Rosario Gambera Nasce a Barcellona Pozzo di Gotto il 10 Novembre 1974. A Messina trascorre gli anni dell’università, alternando gli studi in economia ad una assidua e lunga militanza nel circolo Arci di Barcellona. Con minore assiduità frequenta anche il circolo cittadino di Rifondazione Comunista. Dopo circa tre anni di università matura l’idea di anticipare il servizio di leva e chiede di farlo come obiettore di coscienza. Questa scelta lo porterà a Genova, tappa fondamentale per lo sbocciare della sua passione artistica. Nella città di De Andrè trascorre uno degli anni più belli della sua vita. Obiettore presso l’assessorato ai servizi sociali del comune, si occupa principalmente di servizi di animazione e assistenza agli anziani. Dopo un mese di servizio arriva un nuovo collega dalla Calabria: si tratta di Massimo Tripicchio, poeta di strada e appassionato di fotografia, che gli trasmetterà la passione per l’arte fotografica e che condividerà, fianco a fianco. Per associare la fotografia alla pittura il passo è breve; proprio a Genova infatti inizia l’approccio con i colori e con le tele. In questo periodo completerà due opere grandi e tre di minori dimensioni.

La finestra della speranza tecnica mista su tela cm 50x70 Collezione privata 2009

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Salvatore CittĂ 

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Salvatore Città nato a Palermo il 25 Luglio 1971, autodidatta in tutto quello che concerne il mondo dell’arte. La pittura, il disegno, la scultura, la decorazione e la fotografia, il restauro trovano un vasto approfondimento nella sua persona. Le capacità e le competenze artistiche sono acquisite nel corso degli anni attraverso lo studio e il lavoro. Ha partecipato a varie mostre d’artigianato, mostre personali e collettive di pittura e scultura.

Sguardo olio su tela cm 72x72 Collezione privata 2009

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Salvatore Montebello

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Salvatore Montebello artista poliedrico e maestro d’arte nasce a Delia (CL) il 18 Novembre 55 formatosi all’istituto “Filippo Juvara” di S. Cataldo (CL), vive ed opera a Delia. Salvatore Montebello è una delle espressioni più originali ed emblematiche dell’arte siciliana dell’ultimo ventennio. La sua arte racconta la Sicilia attraverso i vari percorsi artistico-culturali che l’hanno elevata a perla del Mediterraneo. Porta la sua firma il logo della universali svoltasi in Sicilia nel 97. Le sue opere pittoriche e scultoree figurano in numerose piazze e collezioni private in Italia e all’estero.

Trinacria olio su tela cm 50x35 Collezione privata 2009

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Salvo Rizzo

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Salvo Rizzo nato a Lentini nel 1974, scopre l’attitudine della pittura sin dall’infanzia, all’età di dieci anni partecipa alla prima mostra collettiva e da quel giorno non ha più smesso di dipingere partecipando a numerose collettive, estemporanee regionali e personali riscuotendo un notevole successo. Le sue opere si trovano presso collezionisti privati ed enti pubblici. La pittura di Salvatore Rizzo è sintesi di emozione, affidata alle forme, alle figure e ai colori nitidi e tenui, mediante una sintesi espressiva originale e versatile che fa tesoro di continui ed entusiastiche sperimentazioni. L’artista scava dentro l’intenzione nel vivo del tessuto ambientale, nei fermenti del sociale ricavandone messaggi che lascia sentimentale nella sua creatività traducendo quindi in segni e colori significativi, per dare più forza alla propria espressione. Salvatore Rizzo nella sua pittura mette in evidenza le fatiche dell’uomo e le case rurali che hanno una storia.

Sulla Strada olio su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Salvatore Scherma

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Salvatore Scherma in arte Toscher nato a Palermo, nel 1967, dove vive e lavora. Nel 1985 si diploma maestro d’arte al II liceo artistico statale di Palermo, frequenta la facoltà di architettura. Pittore, grafico illustratore e designer. Da più di vent’anni collabora presso aziende nel palermitano che, operano nel settore della produzione di ceramiche artistiche, dove con la grande passione del disegno.

Asino nel prato acrilico su tela cm 70x50 Collezione privata 2009

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Sebastiano Caracozzo

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Sebastiano Caracozzo, la creatività, l’originalità e la passione che animano un vero artista sono le peculiari caratteristiche di Sebastiano Caracozzo che unisce al competente e facile tocco del pennello, anche una cromia ampia, luminosa e varia in continua e ricercata evoluzione. Infatti, dalle tante opere classicheggianti dei primi tempi, dai nudi passionali o evoluti, Caracozzo è passato ad un realismo di intrecci sognanti dove il colore campeggia su sfondi di paesaggi. “Mistretta tra i primi” o su parte di monumenti, capitelli, colonne intersecati da nuvole di colori creanti un’atmosfera dell’oltre verso mete quasi irraggiungibili. Poi, continuando un’estenuante ricerca ha creato degli “intarsi” pittorici, che lui ha definito “Etnici”ma che sono in realtà formelle di pittura a piccoli o grandi riquadri, della sua memoria, che formano un insieme originale, gradevole, anche misterioso e lasciano allo sguardo un interesse nel penetrare e comprendere il significato. Certamente forme evolute, originali, dominate da un intreccio di colori e soggetti che lasciano grande spazio all’immaginazione.

Nobiltà d’asino olio su tela cm 49x39 Collezione privata 2009

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Tina Bonomo

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Tina Bonomo, nasce a Castelbuono il 18 Ottobre 1945. Insegnante di educazione artistica presso la scuola media “Francesco Mina Palumbo” di Castelbuono, appassionata di arte grafica riesce a trasmettere ai propri alunni l’amore per l’arte. Ha insegnato disegno e storia dell’arte per diversi anni alle superiori. Appassionata alla pittura figurativa esprime nelle sue opere con participazione emotiva gli stati d’animo, le sensazioni e le emozioni della realtà oggettiva.

Dialogo china su cartoncino cm 50x30 Collezione privata 2009

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Tommaso Serra

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Tommaso Sera nasce a Palermo. Consegue la maturità artistica nel 1973. Si laurea in Filosofia a Palermo, consegue l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole superiori. Studia Archeologia all’Università di Agrigento. Ha dipinto fin da ragazzo. La sua ricerca artistica è instancabile, sperimenta in continuazione nuovi supporti e materiali eterogenei, alcuni che recupera anche dai residui urbani, oltre alla terra, la sabbia, la plastica ecc. Una sorta di “felice feticismo” lo porta a un confronto con i materiali in modo vivo, tattile ed erotico. In tutto ciò ravvisa la necessità di “DISIMPARARE”(come teorizza Roland Barthes) per lasciarsi andare alla spontaneità, ad un libero gioco delle proprie intensità e delle forze inconsce alla ricerca di archetipi autentici. Ha all’attivo svariate mostre personali. Partecipa a numerose estemporanee e rassegne collettive. Partecipa da diversi anni alla Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea “Santhià”(Vercelli), compresa nel Calendario delle Manifestazioni dello Stato riservata ad artisti invitati.

Muso bianco tecnica mista cm 130x116 Collezione privata 2009

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Rosario Trapani

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Rosario Trapani e Giovanna Calabretta, dal 2006 danno inizio ad un stretta collaborazione a progetti comuni. Dal progetto Don Chisciotte e dal progetto Penelope, su cui stavano lavorando autonomamente e sui quali si sono incontrati, si sono poi aggiunte molteplici altre attivitĂ e iniziative fondate sulla ricerca pittorica. Condividono lo studio di via De Borch 52, e a testimoniare percorsi pittorici affini, frequentemente realizzano lavori sul medesimo supporto.

Risparmio energetico pastello su carta cm 60x50 Collezione privata 2009

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Vincenzo Capuana

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Vincenzo Capuana nasce a Castelbuono, il 27 Aprile 56. Artista di strada autodidatta astrattista, per l’estro e l’originalità delle sue opere esprime, attraverso le tecniche prescelte, le sensazioni ed emozioni, condizioni spirituali e esistenziali, della realtà oggettiva che lo porta spesso a una deformazione espressiva.

L’Olimpo tecnica mista su tela cm 60x30 Collezione privata 2009

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Indice Presentazioni ............................................................................... pag. L’asino origine e razze in Italia...................................................... Origine dell’asino ............................................................................. Razze Asinine Italiane ...................................................................... L’asino nel mondo e in Italia ............................................................. Asino dell’Asinara ......................................................................... Asino Sardo .................................................................................... Asino dell’Amiata .......................................................................... Asino di Martina Franca ............................................................... Asino Ragusano ............................................................................. Asino di Pantelleria ....................................................................... Rivalutazione dell’asino ................................................................... Il punto sull’asino pantestco .............................................................

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Dal rapporto uomo-asino nella storia all’educazione alla comunicazione .............................................. 47 Favole .................................................................................................. 87 Cecilia e Pippinella ........................................................................... 88 L’asin taxi ......................................................................................... 93 La regola della rosa .......................................................................... 97 L’asinello del Lupo ........................................................................... 100 Poesie ................................................................................................... 103 ‘U sciccareddu .................................................................................. 104 Sceccu (a li nostri nanni) .................................................................. 108 L’asinella pratoliana ......................................................................... 112 Opere Asin’Art ................................................................................... 115



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