FIDAart N.1 2014 Roberto Perini

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La strategia della sera, 2005, grafite e tempera su carta, 50x70 cm

casa-studio e lì un gruppo di giovani artisti si incontrava per discutere, dipingere e disegnare. Erano giornate intense trascorse ad indagare i vari movimenti, a perlustrare teorie e aspirazioni: una febbre di conoscenza alimentata da poesia, letteratura e musica che sfociava in opere grafiche e pittoriche. Di quell’epoca romantica conservo ancora taccuini fitti di annotazioni e schizzi. In quel periodo tutto aveva un senso, io ero attratto in particolare dai surrealisti e post surrealisti come Max Ernst, Richard Oelze, Silbermnn, lam, Matta, ma amavo anche Pierre Alechinshy, Dubuffet e Sutherland. Anche alcuni Italiani erano presenti nelle nostre discussioni fra cui Afro, Zigaina e Perilli. Altri giorni emergevano i grandi nomi della Secessione Austriaca e dell’Espressionismo tedesco.

Ho conosciuto molti artisti alcuni dei quali fondamentali per la mia evoluzione artistica: ricordo le lezioni private e gratuite di Remo Wolf, l’appoggio ed i consigli di Ivo Fruet, di Andrea Cappelletti di Civezzano e di Bruno Degasperi, i dialoghi sulla letteratura e sulla poesia francese con Katia Pustilnikov e Paolo De Carli, i viaggi a Roma con Giancarlo Vitturini, le discussioni sull’arte con Andreani, Winkler e Martino Demetz. Sicuramente ne dimentico molti che sono stati miei insegnanti o che hanno lavorato con me. Con artisti nazionali e internazionali ho avuto solo brevi incontri nei periodi dove vivevo a Roma, Bologna e Verona, ma non sono stati fondamentali per il mio sviluppo.

Nel corso della tua carriera, hai conosciuto artisti locali o nazionali?

Quando hai cominciato a sviluppare l’interesse per il tuo tipo di linguaggio? 9


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