TMW Magazine n.1

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i Re del mercato

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lessandro Lucci chiude gli occhi e vede Hollywood. Lui, che coi divi del cinema ha lavorato per lunghi anni, lui che ora è tra gli agenti Fifa più in vista a livello internazionale e che adesso offre la sua consulenza a grandi calciatori e grandi club. “C’è un film che mi ha ispirato -dice, sorridendo-. E’ Jerry Maguire, con Tom Cruise. Lui, agente di giocatori di football, che basa tutto sul rapporto umano e non li tratta come carne da macello. Gliene resta solo uno, considerato da tutti mediocre: ma Maguire lo motiva, lo segue, lo coccola, usa con lui bastone e carota.

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Non doveva esser semplice accontentarli e gestirli, immaginiamo. “Pensi che, per Maradona, con il negozio chiuso alle 21, c’erano oltre tremila persone fuori ad aspettarlo. Con lui ho stretto un buon rapporto, sono anche andato a trovarlo a Siviglia ed in Argentina”. Curiosità: lei curava il look dei personaggi famosi. Il cliente più ‘particolare’? “Mi è capitato di andare più volte in Francia, dal figlio del Re degli Emirati. Trasportavamo, praticamente, l’intera boutique a Parigi, eravamo realmente alla corte del sultano. E’ stata un’esperienza lunga più di quindici anni, quella nella moda, che mi ha permesso di viaggiare tanto,

Alessandro Lucci

QUESTIONE DI STILE di Marco Conterio foto di Sara Bittarelli

Ed alla fine del film... Devo raccontarlo?”. L’antefatto è esemplificativo ed il finale chiaro. Però, nel suo splendido ufficio di Roma, zona Fleming, Lucci ribadisce spesso alcune parole chiave: “trasparenza, correttezza, lealtà”. Facciamo un salto indietro nel tempo: chi era Alessandro Lucci prima di tuffarsi nel mondo del pallone? “Nasco a Roma, vicino San Pietro, poi trapiantato in zona Fleming. Vengo dalla moda, mio zio era socio di alcune boutique di un vero genio della moda come Gianni Versace. Era una vetrina sul mondo, lavoravo in Via Borgognona e quella era la moda ‘talentuosa’. Ho conosciuto e vestito tanti divi dello spettacolo, da Madonna a Elton John, passando per Mike Tyson fino a Diego Armando Maradona”.

Mio padre era c alc uno alla Mazzo iatore, la.

di mettermi a confronto con tante culture diverse e di imparare correntemente quattro lingue”. Poi il calcio, che però l’ha accompagnata sin dai primi anni. “Mio padre era calciatore, uno alla Mazzola. Stava per passare alla Lazio, negli anni ‘50, ma c’era una squadra legata all’Enel che gli fece una proposta. All’epoca, è chiaro, si pensava anche al dopo carriera ed optò per la seconda


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