Calcio 2000 n.205

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IL PERSONAGGIO / MAURIZIO SARRI

TANTI CAMPIONI

Sarri ha allenato tanti campioni, da Baiano a Floro Flores, passando per Tavano e Maccarone...

IL PERSONAGGIO / MAURIZIO SARRI

che eravamo sotto 2-0, il 2-2 con il Napoli e poi in Coppa Italia la vittoria con il Milan uno a zero con il gol di Floro Flores: quel successo fu prestigioso anche se poi non riuscimmo a superare il turno perché a San Siro fummo sconfitti due a zero”. Perché nel Verona nel 2007-08 le cose non funzionarono? “Feci una scelta di piazza e non di programma. L’Hellas in quel momento aveva solo il nome e pagai la scelta sbagliata, così come non feci una scelta giusta accettando Perugia, che non a caso poi fallì”. Come è stato invece lavorare al Grosseto con il presidente Camilli? “Sono stato per due mesi con lui, per le ultime dieci di campionato. Francamente è una delle persone più intelligenti che ho conosciuto. È anche un presidente che ha però una gestione deleteria del post partita. Dal lunedì al venerdì è un buon presidente...”. Alessandria le è rimasta nel cuore? “Esperienza bellissima, la città è innamorata dei grigi. La società era in difficoltà, ma l’attaccamento alla maglia è sempre stato forte e siamo arrivati ai play off. Quella maglia dell’Alessandria mi è entrata nella pelle”. Dopo il Sorrento, ecco l’Empoli. Come si manifestò l’ipotesi di guidare gli azzurri? “Fu una soluzione che spuntò all’improvviso. Il club voleva ripartire dai giovani. I dirigenti mi avevano seguito molto ai tempi di Pescara e in quel momento probabilmente tirarono fuori nuovamente il mio nome. La fortuna è stata che questa squadra, rigenerata, aveva ed ha buoni valori. Al primo anno abbiamo perso la finale play off, al secondo è arrivata la Serie A: una storia impensabile per me”. Quali sono i giocatori più importanti che hai allenato? “Uno è Ciccio Baiano, che ho avuto alla Sangiovannese. Era un fenomeno. Poi Floro Flores, che ha fatto una carriera inferiore viste le sue grandi potenzialità. Cito anche Tavano e Maccarone, sono due giocatori di grande livello. Qualche limite caratteriale ha precluso a Tavano di giocare decine di gare in Nazionale. Maccarone è un calciatore di un’importanza mostruosa. Mi ha sorpreso Valdi-

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Da giovane mi piaceva Bukowski mentre ora sto leggendo molto Vargas Llosa, scrittore entusiasmante fiori, ha una velocità di pensiero che hanno in pochi. Poi ho avuto Ranocchia da giovane, Regini e sto allenando Rugani. Ma ho un ottimo ricordo di Scugugia, un giocatore vero che avrebbe potuto giocare in A per dieci anni”. A proposito di giocatori quale era il suo idolo da ragazzino? “Ho avuto la possibilità di vedere dal vivo Maradona, in ritiro con il Napoli a Reggello. Tutti i giorni ero al campo, anche solo per guardarlo mentre palleggiava. Uno spettacolo. Un grandissimo davvero. Van Basten è stato un fuoriclasse, ma vedo che non viene mai inserito nei primi cinque giocatori più forti di tutti i tempi. Poi secondo me non vanno dimenticati quei giocatori come Henry e Boksic che però hanno fatto meno di ciò che potevano”. Tu per quale squadra tifavi? “Alle elementari tutti tifavano Inter o Milan, ma io avevo la fissa di essere per la squadra della città in cui ero nato, Napoli (ma in realtà è cresciuto a Figline Valdarno)”.

viva e si è tramandata nel tempo. A casa mia sono cresciuto anche a pane e bici. Mio padre è stato pure professionista, un anno in Italia e un altro in Belgio, ma il ciclismo all’epoca non garantiva grandi guadagni e allora alla fine ha preferito lasciar perdere. Io? Ho una mountain bike ma alla bici devi dedicare tempo”. Torniamo al calcio. Sogni di allenare anche una grande un giorno? “Fare questo mestiere per qualche anno sarebbe già importante. Di una passione ho fatto una professione e sono molto contento. E non sono uno che, se torna in B, vede il campo diverso da quello che è realmente”. Chiudiamo allora con un fioretto che saresti disposto a fare per la salvezza dell’Empoli. “Sono disposto a lavorare 24 ore sul campo. Ripeto: faccio un lavoro che farei la sera dopo cena gratis”. Rinunceresti anche alle sigarette? “Alt. A quelle no...”. Inutile aggiungere altro…

Lasciamo per un attimo il campo per la tua passione per i libri. Quanti ne leggi? “Uno alla settimana. E ne metterei uno obbligatorio per tutti ogni sette giorni. Da giovane mi piaceva Bukowski mentre ora sto leggendo molto Vargas Llosa, scrittore entusiasmante: il suo ‘Elogio della matrigna’ è davvero affascinante, per le situazioni e l’atmosfera che riesce a creare”. Tra gli sport preferiti non c’è solo il calcio, vero? “Mi piace il ciclismo, vengo da una famiglia in cui questa passione è sempre stata

Intervista di Lorenzo Marucci

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