ORIGINI. Rapporti Consapevoli

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Tiziana Befani Artista e Graphic Director, esperta in comunicazione, editoria e web, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma lavorando poi molto presto in agenzie pubblicitarie e case editrici. Da sempre nel mondo creativo, conosce importanti illustratori come Maoloni, Caia e artisti quali Gino Marotta, Cesare Tacchi, Franco Piruca e i pittori della “Nuova Maniera Italiana” con i quali collabora esponendo in varie mostre negli anni ‘90, oltre a storici e critici d’arte tra cui Giuseppe Gatt, Domenico Guzzi, Sergio Guarino e successivamente Giorgio Di Genova, Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi. Nello stesso periodo conosce Tonino Guerra poeta, scrittore e sceneggiatore di Federico Fellini, partecipando ad una mostra da lui organizzata a Pennabilli: “Il Dopocena dell’Ultima Cena”. Dall’esperienza pittorica e accademica, con realizzazioni a tempera e ad olio seguendo la quattrocentesca tecnica “a velature”, passa poi a quella apparentemente contrapposta del web utilizzando inizialmente programmi per il ritocco fotografico, l’impaginazione e le lavorazioni grafiche necessarie al lavoro editoriale e pubblicitario, applicando poi questa esperienza alle immagini non più fotografiche ma proprie dei suoi quadri degli anni ‘90, con un complesso lavoro di ricerca. Le composizioni vengono quindi “smontate e rimontate” con l’inserimento di oggetti provenienti dall’esperienza personale così come dalla storia dell’arte, ricostruendo un bagaglio visivo dell’Artista aggiornato e quasi catalogato, in una sorta di “linea grafica” della vita.

VINCITRICE DEL 44° PREMIO SULMONA 2017, collabora con importanti gallerie. è presente negli Archivi Storici della Quadriennale, del Macro di Roma e nella Collezione di Arte Contemporanea della Fondazione il Vittoriale degli Italiani.



Il gioco della Mimesis

L’arte diventa una disciplina quando avviene il passaggio tra le attività necessarie e dettate dai bisogni dell’uomo alla rappresentazione del cammino umano e del suo progresso nella storia attraverso l’applicazione di determinate regole. Tiziana Befani usa le immagini che provengono dagli infiniti archivi della memoria personale e della storia dell’arte attraverso una sua personale poetica, cristallizzando nelle sue opere i propri frammenti in maniera originale. Propone la sua interiorità e ci invita in un mondo ideale attraverso un insieme di relazioni, di forme ed equilibri che ci fa interrogare sul senso dell’opera, sui suoi significati, sul suo contenuto simbolico e misterioso. Sono opere della mente, dove emerge una ricerca di bellezza ed equilibrio e la voglia di portare chi l’osserva a porsi delle domande, ad indagare sulle relazioni che il pensiero umano costruisce a partire da tutto ciò che cattura attraverso la vista, attraverso la bellezza nascosta in ogni elemento presente nella nostra mente e interiorizzato. Nelle opere della Befani gli elementi vengono idealizzati e presentati come paradigmi, come icone perfette che trovano la loro giusta collocazione in un sistema di relazioni ideali. L’immaginazione supera la realtà e la riformula negando l’unica verità in una trasposizione di un’acuta sensibilità che ben si accoppia ad un raffinato talento. La fantasia senza limiti, svincolata apparentemente dalla mimesis, nonostante gli oggetti riprodotti siano assolutamente realistici o iperrealistici, ci introduce in un mondo immerso in un’atmosfera metafisica. Lo stimolo visivo che trasmette rende superflua qualsiasi parola e sorprende affascinandoci e portandoci in una dimensione altra dove tutto è possibile e la logica diventa gioco. Tiziana usa mezzi tecnologici con una maestria che le viene così naturale tanto da stupirci, ottenendo risultati affascinanti, dove la raffinatezza cromatica e la ricercatezza formale ci portano ad intuire l’eleganza di chi sa vedere e rendere prezioso, di inestimabile valore, qualunque oggetto. I soggetti dei suoi quadri non sono mai casuali, ma frutto di un grande lavoro preparatorio che avviene nell’interiorità dell’artista. In questo mondo dominato dalla tecnologia, divenuto frenetico ed immateriale la pittura digitale ben si adatta a rappresentare il pensiero della nostra epoca, l’incontro originale tra creazione, pensiero e fantasia in un tempo sospeso dove tutto è sempre presente e nulla viene perduto, ma recuperato nella memoria e reinterpretato nel gioco delle relazioni.


Le opere della Befani ci presentano una lettura della modernità tra arcano e paradosso, dove la coscienza si affina tra il presente e il passato da lei elaborato, con l’intrusione di un’epoca in un’altra, rompendo la dinamica della cronologia. L’immagine senza tempo ha spesso notevole impatto su chi la guarda e l’opera diviene un contenitore in continua espansione, per il gioco infinito di relazioni e rimandi che ognuno viene stimolato a fare. Tiziana Befani dal suo cappello magico, con la magia dell’arte digitale, fa emergere la ricerca dell’armonia, la ricerca della bellezza che ci stupisce e ci cattura con il suo equilibrio, ma con un guizzo di imprevedibilità. Nelle sue opere tutto può accadere. Tiziana Todi


Le opere di Tiziana Befani rimandano, fin dal primo sguardo, ad un’esperienza sensoriale in cui il tempo sembra non esistere. L’immanenza delle figure geometriche e primigenie che lei rappresenta sono sospese in uno spazio immoto. Si potrebbe dire che l’artista non si perde in vane speculazioni ed evoluzioni di stile, non c’è tridimensionalità, il suo è un linguaggio diretto che parla attraverso la forza intrinseca del simbolo. Figure che esistono di diritto, non ci sono appelli, le cose stanno così, nella loro dimensione archetipica e nei loro concetti assoluti. L’osservatore dialoga con un linguaggio simbolico dagli scenari metafisici; archetipi che racchiudono in sé la molteplicità del divenire che si può dispiegare, come per incanto, grazie alla presenza di deliziosi nastri rossi che volteggiando, garbatamente, a volte voluttuosamente, in mezzo a quelle distanze siderali. Qui si è difronte all’universalità del pensiero; il tempo e lo spazio sono, sembrano dire le figure, convenzioni che appartengono alla dicotomia della coscienza umana. La commistione dei mezzi che Tiziana impiega per eseguire i suoi quadri, la manualità della tradizione classica del pennello ad olio e la tecnica grafica del computer che costituiscono la sua formazione artistica, non potrebbe essere più rappresentativa per esprimere i principi primi di una memoria delle origini a cui tutto è riconducibile, in cui è racchiusa l’essenza delle verità. Mary Titton


I quadri di Tiziana Befani sono ... “luoghi ove tutto accade”. O, più da presso alla suggestione dei dipinti, “ove tutto è accaduto”. Poiché certa immobilità dell’atmosfera; certa immobilità degli stessi oggetti, concepiti come sorta di monumenti di sè stessi; certa emblematica presenza, altresì, di elementi architettonici a formulare singolari sinergie con altri, indubbiamente naturali: in una condizione, tuttavia, talmente composita da renderci in una situazione d’attesa; non fa che offrire la sensazione di un effetto pietrificato ed allarmante. Come se ogni cosa fosse osservata in seguito alla catastrofe. Quel che si vede dunque, è ciò che rimane al di là della rovina. Ma è pure e non di meno, l’evocazione d’una possibile rinascita. Una specie, perciò, di microcosmo autosufficiente. Impressione che, oltretutto, si trae per l’uso ripetuto d’una figurale terminologia simbolica, la quale finisce per assumere carattere forte ... Al di là di ciò, ci sembra in particolar modo interessante anche indicare certo metodo di narrazione dell’artista. Ella, infatti, parte da un’immagine complessa in cui si riconosce una summa di elementi che sembrerebbero non avere relazione reciproca. Elementi, forme significanti, architetture ed oggetti che, analizzati per il loro significato ed osservati nell’insieme di quel contesto, proprio determinano ed eccentuano dei riferimenti inquietanti ed estranianti. ... icone che si constatano a tal punto compiute, da non lasciar supporre una loro casualità; meglio rispondendo ad un progetto. Quel che preme è, comunque, certo impatto e suggestione visiva che pittoricamente si coniuga in accezione sapiente. La Befani, infatti, non nasconde le sue rinascimentali memorie; non fa mistero, come gli antichi, di procedere per velature o nel caso del computer a livelli, e neppure attenua la concezione dei traslati. (...) Domenico Guzzi


1. Beata Ludovica, 2019 Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 100x100



2. Beata Ludovica, 2019

Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello con elementi applicati a rilievo, cm 100x100



3. Beata Ludovica, 2019 Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 100x100



Bauhaus, 2019

Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 90x90



Pictura. Pavo Cristatus, 2019 Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 60x60



Omaggio Alla Pittura, 2019 Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 80x70



Inventario, 2019

Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 80x40



Omaggio a Leonardo, 2019

Pastelli ad olio su digitale. Carta montata su pannello con elementi applicati a rilievo, cm 103x83



Gli Ambasciatori, 2018

Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 100x56



Annunciazione, 2017

Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 100x85



La Natura e l’Astrattismo, 2016 Tecnica mista su digitale. Carta montata su pannello, cm 30x30






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