1. LA STREGA
VIII. STREGONERIA, SATANISMO, SADISMO
maggiore, urlando: il pallore le faceva orrende d’aspetto ambedue. Presero a grattare la terra con le unghie e a sbranare a morsi un’agnella nera; il sangue era versato nella fossa, per evocarne i Mani, anime che avrebbero dato responsi. Con sé avevano un pupazzo di lana ed un altro di cera; quella di lana era più grande, perché, a forza di castighi, avesse ragione del pupazzo più piccolo; il pupazzo di cera stava in atto di supplice, come chi è destinato a perire alla maniera degli schiavi. Ecate invoca una delle due streghe, Tisifone crudele l’altra: avresti visto vagare serpenti e cagne infernali, e al luna, fatta rossa, nascondersi dietro le grandi sepolture, per non essere testimone di simili orrori.
Tr asfor mato in asin o
La str egon er ia n ella Bibbia Levitico XX, 22 Tre streghe con testa d’asino, gallo e cane, partono per il Sabba, xilografia da U. Molitor, Von den Unholden oder Hexen, Konstanz, 1489
L’uomo e la donna che hanno spirito pitonico o di divinazione siano messi a morte e siano lapidati, e il loro sangue sia sopra di essi.
Le par ch e Dante Alighieri Inferno XX, vv-121-123 Vedi le triste che la scia ron l’a go, la spuola e ‘l fuso, e fecesi ‘ndivine; fecer ma lie con erbe e con ima go.
Str egh e di Or azio Orazio (65-8 a.C.) Sa tire , 8 Io con i miei occhi ho visto Canidia, il nero mantello cinto su in vita, slanciarsi, piedi nudi e capelli sparsi, insieme a Sagana, la 204
Apuleio (125-180 ca.) L’a sino d’oro , I, 13, III, 24 Gli immerge la spada fino all’elsa nel lato sinistro del collo. Poi avvicina alla ferita un piccolo otre e vi raccoglie tutto il sangue che sgorgava a fiotti, con tanta cura che non si vedeva in giro neanche una goccia. Io ho visto tutto questo con i miei occhi! E poi, credo per non trascurare niente del rito sacrificale, la brava Meroe gli caccia la mano nella ferita fin giù nelle budella, le fruga ben bene, e tira fuori il cuore del mio povero compagno, mentre dalla gola squarciata da quel colpo tremendo gli veniva fuori una voce, anzi un indistinto stridore, per il gorgogliare del fiato. Pantia intanto tamponava con la spugna la ferita dove era più larga, e diceva; ‘O spugna nata nel mare, acqua di fiume non devi passare’. Ciò fatto stavano per uscire, ma prima, tirato via il mio lettino, si misero tutte e due a gambe larghe sulla mia faccia, e si svuotarono la vescica, inondandomi di un piscio fetentissimo. I miei peli, invece, diventavano grossi come setole, e la pelle mi diventava dura come il cuoio, e in cima alle mani le dita non erano più separate ma si univano in un unico zoccolo, e dall’estremità della spina dorsale mi viene fuori una gran coda. La mia faccia è enorme, la bocca tutta larga, le narici dilatate, le labbra mi pendono giù: e mi crescono smisurate orripilanti orecchie pelose. E non ho nessun conforto in questa mia disgraziata trasformazione se non uno: adesso che non potevo nemmeno più abbracciare la mia Fotide, la verga mi era diventata enorme!
Scuola francese, Preparativi per il Sabbah delle streghe, prima metà del XIX sec., Musée de Meudon
Esistono, nel Medioevo, documenti di condanna delle streghe, come una bolla di Alessandro IV del 1258; di stregoni e negromanti parlavano anche i teologi, per esempio San Bonaventura quando avverte che “in ragione della loro sottilità o spiritualità, i demoni… in virtù della loro sottilità e della loro potenza, possono introdursi nel corpo dell’uomo e tormentarlo, a meno di essere impediti da un potere superiore” (Commento alle Sentenze, III, 8). E tuttavia le streghe non costituivano un’ossessione per il mondo ecclesiastico. Contrariamente all’opinione corrente, non è stato il Medioevo l’epoca in cui i processi alle streghe si sono diffusi. È stata piuttosto l’epoca moderna, e lo prova il fatto che la più ricca iconografia sulle streghe parte dal XV secolo. Nel XIII secolo nasceva l’Inquisizione, ma essa si occupava per lo più degli eretici. Nel 1484 appare invece una bolla di Innocenzo VIII contro la stregoneria, Summis desiderantibus affectibus, e il papa incarica due inquisitori, Heinrich Kramer e Jakob Sprenger, di procedere con severità contro le fattucchiere. Sono costoro che qualche anno dopo pubblicano il Malleus Maleficarum (Il martello delle streghe), il massimo trattato contro la stregoneria, in cui si insegnava come riconoscere queste sciagurate, come interrogarle, come 205