Turismo Botanico a VICENZA

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Turismo Botanico e foliage tour

TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTA

TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTA

aVicenza


Assessorato Beni Ambientali Provincia di Vicenza Palazzo Nievo - Contrà Gazzolle, 1 - 36100 Vicenza - Tel. 0444 908139 - 908192 www.provincia.vicenza.it - www.vicenzanatura.org

Via E. Montale, 25 - 36100 Vicenza - Tel. 0444 994770 - Fax 0444 994779 www.vicenzae.org email: info@vicenzae.org

O BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO

O BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO - TURISMO BOTANICO La pubblicazione è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Provincia di Vicenza e Consorzio Vicenza è È stata promossa da Paolo Pellizzari, Dino Secco e Vladimiro Riva Progetto e testi: Francesco Soletti Referenze fotografiche: Archivio Provincia di Vicenza - Archivio Consorzio Vicenza è - Francesco Soletti Si ringraziano per la collaborazione: Mario Bagnara (Presidente della Biblioteca Internazionale La Vigna), Luisa Manfredini (Presidente dell’Associazione Amici dei Parchi Vicentini) e i proprietari dei parchi e dei giardini Grafica e stampa: Tipografia Campisi, via dell’Industria, 13 - 36057 Arcugnano (VI) © 2011 Consorzio Vicenza è - Tutti i diritti riservati Questa pubblicazione è realizzata con carta prodotta con cellulosa proveniente da foreste gestite nel rispetto di precisi criteri ambientali e sociali.


Turismo Botanico e foliage tour

aVicenza


Ha fatto molto bene l’assessore ai beni ambientali Paolo Pellizzari a promuovere questa pubblicazione sul turismo botanico. Le piante sono vitali per l’uomo e in Italia possiamo contare su un patrimonio di 12 miliardi di esemplari, circa 200 per abitante, mentre sono circa 2 milioni gli italiani appassionati di turismo botanico ed è proprio a questi potenziali turisti che si rivolge principalmente questa pubblicazione che, in seguito, potrà essere ampliata e arricchita con altre informazioni sul patrimonio arboreo e piante di pregio presenti nel territorio vicentino. Abbiamo visto come negli ultimi tempi sia cresciuta la partecipazione attiva dei cittadini alle iniziative dell’Associazione Amici dei Parchi e l’attenzione per la difesa delle piante a seguito dei numerosi fenomeni che hanno sottratto patrimonio arboreo. Ma è aumentato anche l’interesse per i foliage tours, un passatempo sempre più praticato dopo l’estate, quando fotografi, pittori, scrittori e amanti della natura si muovono alla ricerca dei più emozionanti spettacoli della colorazione autunnale delle foglie. É molto importante difendere il nostro paesaggio rurale scandito da filari di platani e ippocastani, da piante di gelso, di cedro del Libano, di sophora japonica, di tigli, di spino di Giuda, di castagni e di altre specie. Occorrono risorse per curare le piante ammalate, messe in pericolo, e salvare i nostri monumenti arborei. Ottima la realizzazione del bosco di pianura a Novoledo come l’iniziativa dell’Unione Europea che intende premiare i coltivatori che preservano e salvano il paesaggio. Ricordo che diminuisce la distruzione delle foreste nel mondo da parte dell’uomo, grazie alla sensibile riduzione del disboscamento. Dobbiamo diventare tutti custodi degli alberi e guardiani dei boschi e del loro ciclo di vita. Auspico un aumento dei parchi e dei giardini che coprono oggi meno del 10% del suolo delle città, ma che regalano gioia e ossigeno a chi in città ci vive. Invito quindi i turisti a visitare i nostri giardini, i nostri parchi e gli alberi che sono con noi e tra noi, con l’auspicio che diminuisca il lavoro delle motoseghe e la cementificazione del territorio e crescano, invece, i turisti interessati ai foliage tours.

dott. Dino Secco Vice Presidente e Assessore al Turismo Provincia di Vicenza Presidente Consorzio Vicenza è


Il 2011 è l’Anno Internazionale delle Foreste e dei Parchi Storici e, considerata la ricchezza del Vicentino di antichi giardini e aree verdi di pregio, la Provincia di Vicenza vive questa ricorrenza come la giusta occasione per far conoscere e valorizzare il nostro patrimonio naturale. Questo è, in sintesi, il motivo che ci ha spinto a pubblicare questa guida. Come Provincia abbiamo investito parecchie risorse economiche ed umane per difendere il patrimonio paesaggistico da un lato e creare nuove aree naturali dall’altro. Si è partiti dal presupposto che il paesaggio che avvolge le nostre Ville Venete sia tanto importante quanto l’architettura stessa, per cui si è creata la giusta protezione dei giardini storici e dell’ambiente che li circonda. Poi siamo passati alla creazione di nuove aree verdi seguendo il concetto dei parchi periurbani che sono spazi naturali pubblici intorno alla città e raggiungibili a piedi o in bicicletta. Ne abbiamo previsti quattro, in corrispondenza dei punti cardinali tenendo la città di Vicenza come fulcro. Ad est il parco del Tesina, a nord quello delle Risorgive, ad ovest quello del Retrone e a sud quello del Lago di Fimon. Il motivo ricorrente è il connubio fra parchi ed acqua, la risorsa naturale più importante del Vicentino. La Provincia gestisce in modo diretto il Lago di Fimon che ha valorizzato con progetti specifici e con manutenzioni mirate, mentre è in fase di ultimazione il Parco delle Sorgenti del Bacchiglione che si sviluppa in un’area di 200.000 mq dove si potranno ammirare le risorgive e apprezzare il paesaggio del bosco di pianura. Si tratta di un “bosco d’acqua”, una perla dai riflessi verdi e azzurri che come Provincia metteremo a disposizione di tutti coloro che amano la natura.

dott. Paolo Pellizzari Assessore ai Beni Ambientali Provincia di Vicenza


Giardini e parchi storici



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Vicenza

Biblioteca Internazionale

«La Vigna»

La Biblioteca Internazionale «La Vigna» è un istituto di documentazione specializzato nel settore degli studi sull’agricoltura e sulla cultura e civiltà del mondo contadino. La biblioteca ha sede in una delle strade più belle del centro storico, corso Fogazzaro, nell’antico palazzo Brusarosco, restaurato da Carlo Scarpa, architetto di grande fama. La storia dell’istituzione ha inizio nel 1961 quando l’imprenditore Demetrio Zaccaria, acquistando il Dictionary of wines di Frank Schonmaker, inizia una carriera più unica che rara di bibliofilo e studioso delle scienze agrarie; il suo lascito alla città, costantemente accresciuto da acquisti, rappresenta oggi un fondo librario di circa 50mila pubblicazioni in varie lingue, per lo più dedica-

te alla vite e al vino, ma anche alla botanica e al giardinaggio. Il patrimonio spazia dalle edizioni antiche, – incunaboli, cinquecentine e via via fino ai duemila volumi ottocenteschi, spesso illustrati con maestria, – alla pubblicistica più recente, rappresentata per esempio dai gustosissimi cataloghi di giar-

dinaggio, orticoltura e vivaismo dell’Otto-Novecento, spesso con disegni a colori di sapore Art Déco. Le attività della biblioteca sono concentrate al piano nobile del palazzo, con i saloni destinati a convegni e mostre, le sale di consultazione e gli uffici. Il piano superiore è invece occupato da un appartamento ristrutturato da Carlo Scarpa nello stile essenziale che gli è proprio ed oggi destinato a particolari manifestazioni. Oltre la corte, invece, si apre un suggestivo parco, impostato secondo le indicazioni dell’architetto veneziano. La Biblioteca ospita alcune prestigiose associazioni che ne condividono le finalità:


il Centro di Cultura e Civiltà Contadina, che ha lo scopo di approfondire la ricerca etnografica, sociologica e storica in materia enologica e agraria; l’Accademia Italiana della Vite e del Vino; l’Accademia Internazionale La Donna e il Vino; il Movimento del Turismo del Vino; l’Accademia Italiana della Cucina; l’Associazione Amici dei parchi di Vicenza. Associazione Amici dei Parchi di Vicenza L’Associazione promuove la conoscenza, la valorizzazione e il corretto uso dei parchi storici e delle aree verdi di Vicenza e della sua provincia; sensibilizza all’educazione del verde e dell’ambiente; promuove attività culturali e pratiche sul verde; interloquisce con le Pubbliche Amministrazioni per la salvaguardia dei parchi e il loro corretto utilizzo e costante cura; organizza corsi di formazione, conferenze, manifestazioni e mostre; programma visite didattiche artistico-naturalistiche e concorsi per la scuola; sostiene il comitato scientifico per la tutela del verde storico di Vicenza. Si deve agli Amici dei Parchi, per esempio, in collaborazione con AMCPS, l’impianto del roseto didattico del Giardino Salvi, nel centro storico di Vicenza. Numerose le iniziative di sensibilizzazione, specie nel settore della scuola. Degno di nota è il concorso «Alberi per il Futuro», dal 2006 al 2009, con la collaborazione della Provincia, del Comune,

della Biblioteca «La Vigna» e del Giornale di Vicenza. Nel 2011, Anno Internazionale delle Foreste, gli Amici dei Parchi in collaborazione con Veneto Agricoltura e Comune di Vicenza, hanno distribuito ai cittadini un migliaio di piantine di alberi come carpini bianchi e aceri campestri perché venissero “messi a dimora” e “assistiti fino a maturità”, come recitava l’impegno sottoscritto dai partecipanti. Sempre nel 2011 gli Amici dei Parchi e la Biblioteca «La Vigna», in collaborazione con il Giornale di Vicenza, hanno indetto il concorso «Panchina d’artista» per promuovere la cultura del verde urbano facendo leva sul connubio tra natura e arte. Tra le decine di progetti giunti da

tutta Italia una giuria ha selezionato 19 panchine che sono state realizzate con i più vari materiali e installate in un’area di Parco Querini, a Vicenza, per formare «L’angolo della creatività», valorizzando così un luogo poco frequentato al suo interno.

Biblioteca Internazionale «La Vigna» Associazione Amici dei Parchi di Vicenza Contrà Porta Santa Croce 3 – Vicenza Tel. 0444 543000 – Fax 0444 221167 info@lavigna.it – www.lavigna.it


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Vicenza

Parco Querini Il parco si trova nella zona nord-est della città e dipende da palazzo Capra, poi Querini, che si affaccia a contrà San Marco al civico 36, a poca distanza dal punto in cui ponte Pusterla varca il Bacchiglione. La vasta area retrostante, circa 10 ettari, per buona parte individuata dalla confluenza dell’Astichello nel fiume maggiore, chiusa a nord-ovest dalle mura cittadine, si rende disponibile nel primo decennio dell’Ottocento con la demolizione del monastero annesso alla chiesa dell’Araceli, luminosa costruzione barocca proget-

tata dal Guarini, che resta a impreziosire lo scenario. Gli spazi vengono probabilmente organizzati dallo Jappelli, progettista del caffè Pedrocchi di Padova e di importanti parchi, con successivo intervento di Antonio Piovene, architetto vicentino allievo del Calderari, e di Antonio Caregaro Negrin. Il parco si incardina su un lungo viale rettilineo di suggestiva prospettiva, che dal retro del palazzo si avvia attraverso un cancello in ferro battuto, varca l’Astichello con

un ponte in muratura e quindi s’allunga, intervallato da un emiciclo, fino a un tempietto circolare con 12 colonne ioniche, elevato su di una collinetta artificiale al centro di una peschiera. Il tempietto, datato 1820, è sicura opera di Antonio Piovene e nasconde nel sottosuolo una struttura riconducibile a una ghiacciaia, accessorio frequente dei parchi di villa, appositamente dotati di uno specchio d’acqua. Per ornare il viale si procede all’acquisto di un vario complesso scultoreo:


26 statue, 12 vasi di pietra, 4 obelischi e 2 gruppi scultorei. Le sculture settecentesche, di varia provenienza, raffiguranti prevalentemente personaggi mitologici e allegorici, sono opera dei fratelli Marinali e di scultori della loro cerchia. Quasi certamente, secondo la moda in auge nel giardino romantico, l’ospite veniva fatto salire in barca e fatto scendere sull’isola attraverso un attracco probabilmente posizionato in corrispondenza dell’attuale ponticello di accesso. Da qui si ascendeva al tempietto per ammirare il giardino, le belle vedute della città e le cime dei monti. Ai lati del viale si stendono due vaste superfici a prato. Verso sud, lungo viale Rumor, già dell’Araceli, parallelo al Bacchiglione corre la “carpinata”, doppio filare di carpini bianchi, che forma un’ombrosa passeggiata. Nel settore nord del giardino, presso l’Astichello, si trova invece un boschetto, secondo l’uso del tempo di riservare una zona del giardino al ‘selvatico’. La funzione di tale accessorio è molteplice: sfondo scenografico alla villa; luogo di frescura e passeggio in estate; rifugio per selvaggina, come confermato nella fattispecie dal ricordo di un casello ad uso uccellanda. Alle spalle della peschiera, invece, si trovano le rovine di una di quelle serre che fin dal Settecento sono elemento peculiare dei parchi delle ville venete, sia

per l’ambizione di coltivare le varietà di fiori e piante più ricercate, sia per il reddito derivante dalla produzione di agrumi. L’edificio è ingentilito da due finestre neogotiche a finta bifora in cotto e pietra. Quanto alla flora, tra gli esemplari arborei più rilevanti del parco: i tassodi che s’innalzano alla testata della peschiera, presso l’ingresso storico; il cedro deodara che risalta al centro del prato, sullo sfondo dell’Araceli; un monumentale platano nel settore chiuso al pubblico, presso il palazzo. Singolare, la presenza di diversi esemplari di gelso, – nella zona nord, lungo l’Astichello, un tempo adibita a ‘brolo’, ovvero a orto e frutteto – a

memoria del tempo in cui questo albero era funzionale all’allevamento dei bachi da seta. Degna di nota, anche la fauna, con il martin pescatore e l’airone cenerino attorno alla

peschiera, e il picchio verde che si fa sentire nel boschetto.

Parco Querini Ingressi da viale Rumor (già Araceli) e viale Ridolfi Ingresso libero (orario con variazioni stagionali) Orari con variazioni stagionali urp@comune.vicenza.it –­ www.comune.vicenza.it


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Vicenza

Giardino

Valmarana Salvi Il giardino si stende subito fuori Porta Castello su un ampio rettangolo di terreno in fregio alla strada per Verona, tra la cinta muraria altomedievale e le mura scaligere trecentesche. Si è agli inizi del Cinquecento quando Giacomo Valmarana si attiva per acquisire quel lotto inedificato, desideroso di corredare con un luogo di ‘delizie’ la dimora da lui fabbricata negli stessi anni entro il complesso del Castello Scaligero, a fianco del torrione. Contro ogni aspettativa, considerate le servitù militari che gravano sul

terreno, il Valmarana riesce nell’intento, aiutato dal fatto che certi progetti di ampliamento della cerchia murata restano sulla carta. Al termine della trasformazione il giardino si configura non come accessorio di palazzo, ma già come pertinenza di villa suburbana ed è noto grazie a illustrazioni sei-settecentesche: la caratteristica più evidente è data dalla presenza di un corso d’acqua, la roggia Seriola, che da fossato difensivo viene trasformata in peschiera con andamento a «L» sui lati nord ed est. Per il resto il giardino è un tipico ‘parterre’ alla veneziana, con un tempietto circolare al

centro di un labirinto di siepi di bosso e gruppi di aiuole laterali, limitate sui lati lunghi da passeggiate a doppio filare di carpini. Il suo ideatore lo vagheggia come “luogo di sosta, di svago, di nostalgia e di riflessione”. Prezioso ornamento del giardino sono due logge, entrambe attestate a un vertice della Seriola. Quella nell’angolo nord-est, al termine del ramo minore della peschiera, è attribuita ad Andrea Palladio e perciò inclusa nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco: presenta un colonnato esastilo dorico e risale alla seconda metà del Cinquecento.


Quella nell’angolo nord-ovest, al termine del ramo maggiore, nasce nel 1649 come luogo di riunione di un’accademia letteraria; presenta tre fornici inquadrati da un ordine di lesene ioniche, su progetto di Baldassarre Longhena, massimo esponente del Barocco veneziano, autore nella città lagunare della chiesa della Salute e dei palazzi Pesaro e Rezzonico. Notevole accessorio del giardino è il portale d’accesso al giardino su Campo Marzo, per tradizione attribuito allo stesso Longhena, ad arco di trionfo, coronato da obelischi. Un viaggiatore inglese, Thomas Coryate, nel 1608 descrive il giardino con parole estasiate, sottolineando come fosse popolato da uccelli variopinti e tartarughe, e pervaso dal profumo delle piante di agrumi cariche di frutti. Questa coltura è possibile grazie alla presenza di serre sul lato settentrionale del giardino, sulla sponda della roggia, sostituite nel 1947 da un padiglione moderno, sede della prima fiera campionaria cittadina. Il giardino vive una stagione dorata fino alla fine del Settecento: ritrovo aristocratico, ricordato anche per eventi curiosi, come lanci di palloni aerostatici e corse di slitte; sede di un’accademia letteraria, all’ombra del tempietto, ed anche di rappresentazioni teatrali. Sull’arco d’ingresso della loggia palladiana un’iscrizione latina, – «Hilaritati ac genio dicata», consacrata al riso e

alla spensieratezza, – restituisce lo spirito del tempo. Tutto questo, fino ai primi dell’Ottocento, quando sotto la nuova proprietà dei Salvi il giardino formale viene ridefinito all’inglese, secondo la moda romantica, con collinette artificiali, piante d’alto fusto e sentieri sinuosi alla loro ombra, qual è sostanzialmente giunto a noi. A modifiche ancora successive si deve la bella fontana centrale con cavalli alati zampillanti acqua dalle narici e rane zampillanti dalla bocca lungo il bordo circolare. A questa ridefinizione risale la piantumazione di alberi decorativi, il più rilevante dei quali è un Gingko biloba ragguardevole per forma e dimensioni. Di notevole interesse è anche il roseto dimostrativo impiantato dall’Associazione Amici dei Parchi di Vicenza con la collaborazione di AMCPS:

una grande aiuola e annesso gazebo, con varietà di 14 famiglie di rose (Polyantha, Gallica, Centifolia, Cinesi, Ibridi di Moschata, Alba, Ibridi perpetui, Noisette, Botaniche, Tè, Bourbon, Damasco, Portland, Ibridi di Tè e Grandifiori).

Giardino Salvi Ingressi da piazzale De Gasperi, corso SS. Felice e Fortunato e contrà Mure Porta Nuova Ingresso libero (orario con variazioni stagionali) urp@comune.vicenza.it –­ www.comune.vicenza.it


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Vicenza

Parco di villa Almerico Capra

«La Rotonda»

Quanto scrive Andrea Palladio nei Quattro Libri dell’Architettura è indicativo del rapporto di questa villa con il paesaggio circostante: “Il sito è degli ameni, e dilettevoli che si possano ritrovare: perché è sopra un monticello di ascesa facilissima, et è da una parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall’altra è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l’aspetto di un molto grande Theatro, e sono tutti coltivati, et abondanti di frutti eccellentissimi, et di buonissime viti: Onde perché gode da ogni parte di bellissime

viste, delle quali alcune sono terminate, alcune più lontane, et altre, che terminano con l’Orizonte…”. La più celebre fra le ville del Palladio, inclusa nel Patrimonio Mondiale Unesco, si trova nei sobborghi di Vicenza, lungo la statale 247 Riviera Berica, che si allontana verso sud alla volta di Noventa Vicentina. Palladio la progetta nel 1556 per il canonico Paolo Almerico che, rientrato nella città d’origine dopo una brillante carriera presso la corte papale, preferisce la quiete della campagna al palazzo familiare. Ci vorranno tuttavia quarant’anni, sul finire dei quali

passeranno a miglior vita tanto l’architetto quanto il suo cliente, perché la costruzione possa avviarsi a compimento per mano dei fratelli Odorico e Mario Capra, subentrati nella proprietà, e dell’architetto Scamozzi, erede spirituale del Palladio. La villa appare non casualmente al culmine di un poggio, in un tratto di campagna che spazia dalle rive del Bacchiglione ai Colli Berici. L’immagine è quella di una villa-tempio, dal volume pressoché cubico, sul quale s’innestano facciate a pronao con maestosi colonnati ionici e timpani triangolari, sovrastato da una cupola in origine


ispirata al Pantheon romano, e come questa aperta da un oculo, ma poi realizzata in forma schiacciata e chiusa. Fulcro del sistema geometrico è l’uomo che con lo sguardo spazia tutt’intorno. Evidente è la valenza simbolica della costruzione, combinazione di volumi perfetti, cubo e sfera, con gli spigoli orientati verso i punti cardinali, secondo una concezione platonica d’ordine universale. Gli edifici rustici non solo sono distaccati dalla villa ma anche nascosti alla vista, nella parte posteriore della collina. Sotto questo aspetto è significativo il fatto che nei Quattro Libri dell’Architettura la Rotonda sia inserita nel volume dedicato ai palazzi,

a testimonianza della sua natura di residenza suburbana più che di villa-fattoria. La costruzione presenta un basamento destinato agli ambienti di servizio e un piano nobile impostato attorno a un maestoso salone circolare a tutta altezza, donde il nome popolare di Rotonda, con corridoi d’accesso e ambienti d’angolo su due livelli; quelli superiori nelle intenzioni dell’autore dovevano formare una sorta di passeggiata coperta. L’ambiente centrale, che ha la maestosità di una chiesa, rappresenta un caso unico nell’architettura civile del Palladio e probabilmente va messo in relazione con il rango ecclesiastico del primo committente. La decorazione

è straordinaria sotto ogni punto di vista: l’apparato pittorico interno, di varia mano, culmina nell’opera sei-settecentesca del Dorigny; quello scultoreo spazia dall’esterno, con le notevoli statue degli Albanese al culmine dei timpani, all’interno, con stucchi e camini probabilmente del Vittoria. È interessante notare che in origine l’ingresso principale della villa era quello rivolto al fiume, ancora oggi preceduto da una rampa erbosa, mentre l’attuale era quello di servizio. Notevole è anche il parco, d’impostazione romantica, che si apre a vedute di campagna coltivata tutt’intorno, con esemplari arborei maestosi, come un platano alto più di 35 metri. A emozionare, in questo caso più che mai, non è tuttavia il singolo scorcio ma l’architettura nel suo rapporto complessivo con il paesaggio.

Villa Almerico Capra «La Rotonda» Via della Rotonda 45 - Vicenza Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Eventi – Concerti – Banchetti – Location cinematografica Tel. 049 8791380 – info@villalarotonda.it – www.villalarotonda.it


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Vicenza

Giardino di villa Valmarana

«ai Nani»

Villa Valmarana sorge sul colle del Bastian, la morbida dorsale affacciata da una parte alla Riviera Berica e alla campagna attraversata dal Bacchiglione, e dall’altra alla cosiddetta Valletta del Silenzio, descritta nei romanzi del Fogazzaro, con il santuario di Monte Berico sullo sfondo nella pittoresca cornice dei colli. La dimora viene costruita nel 1669 per conto del giureconsulto Gian Maria Bertolo e nel 1720 viene modificata e abbellita dall’architetto Francesco Muttoni per conto della nuova proprietà, la famiglia Valmarana. La villa deve il soprannome alle sculture di nani, in abiti settecenteschi, allineate sul muro di cinta. La leggenda vuole che siano stati i custodi di una fanciulla d’aspetto infelice, che così non avrebbe patito della propria condizione. Il giorno in cui il pietoso inganno venne svelato, la poveretta si uccise gettandosi dalla torretta, lasciando i nani impietriti dal dolore. Il complesso, di costruzione sei-settecentesca, è costituito da tre edifici distribuiti su un lotto di terre-

no allungato: il grande atrio colonnato, presso le scuderie; la foresteria, con un salone attorniato da vari ambienti di soggiorno e riposo; la villa, preceduta da una scalinata, con tipico impianto a salone centrale e ambienti minori agli angoli. La notorietà della villa è dovuta agli straordinari cicli affrescati dai Tiepolo: il padre Giambattista (1696-1770), cui si deve la decorazione della dimora, a tema mitologico ed epico, e il figlio Giandomenico (1727-1804), autore della


Archivio Valmarana

di Pistoia. Tra gli accessori di questa zona, il pozzo e la colombaia. Degni di nota, alcuni esempi di arte topiaria. Sul retro della villa, invece, un ampio viale procede tra due passeggiate all’ombra di carpini disciplinati a pergola. Punto focale della prospettiva, il ninfeo con la statua di Tritone, figlio del dio Nettuno. Sul versante della collina che s’affaccia alla Valletta del Silenzio, si stende il parco romantico, impreziosito da un singolare padiglione a pagoda. Ecco quanto scrive il Fogazzaro nel suo Piccolo Mondo Moderno descrivendo l’ingresso della protagonista: “Ella scese per questa gran vendemmia di fiori nel viale che corre dritto fra una lunga

Archivio Valmarana

maggior parte dei dipinti della Foresteria, a soggetto vario, dalle scene carnevalesche a situazioni d’atmosfera orientale. Al più giovane dei Tiepolo sarebbe dovuto anche il disegno delle 17 sculture di nani realizzate poi da Francesco Uliaco; tra i soggetti sono riconoscibili alcune figure con evidente rimando al teatro dei burattini e alla commedia dell’arte (il Re, il Soldato, il Dottore, il Cavalier servente, il Turco, il Guardiano del serraglio ecc.). Le parti a verde sono diversamente concepite. L’area compresa tra la villa e la foresteria è impostata all’italiana con aiuole piantumate a rose, in varietà selezionate tra l’altro dallo storico vivaio Barni

fila di thuye e le spalliere delle rose aggrappate a quel fianco della Foresteria, che guarda la Valle del Silenzio”. La scena ancor oggi si presenta alla stessa maniera. Fogazzaro non manca di descrivere il ciclo degli affreschi mitologici dei Tiepolo: “Apparvero per le pareti i grandi corpi viventi degli eroi, superbi nelle armonie del moto e del riposo; apparvero facce plebee di principi dai manti pomposi, nudità carnose e calde di principesse villane, i colonnati di Aulide, le logge di Cartagine, le tende achee, gli scogli dell’isola di Calipso e delle Ebude, sfondi nebulosi di cielo e mare”. Ciò premesso, nessuna sorpresa della presentazione di villa Valmarana nel libro che nel 2009 Holly Kerr Forsyth ha dedicato ai 50 più suggestivi giardini del mondo.

Villa Valmarana ai Nani Via dei Nani 8 – Vicenza Visita a pagamento (orario con variazioni stagionali) Soggiorno – Banchetti – Convegni – Eventi – Tel. 0444 321803 valmarana@villavalmarana.com – www.villavalmarana.com


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Monteviale

Parco di villa

Loschi Zileri

L

a villa è una sobria e armoniosa costruzione, che appare al termine di un viale alberato, sullo sfondo di un parco romantico e di una campagna per ampio tratto ancora libera da presenze moderne. La visita è un viaggio nella storia che inizia nel 1436, quando la nobile famiglia dei Loschi, una delle più antiche di Vicenza, ha in concessione dai monaci Benedettini l’area di Monteviale ai piedi di Colle San Giorgio, propaggine di quei Monti Lessini che occupano il settore nord-ovest della

provincia di Vicenza. L’area è caratterizzata da zone paludose e la nuova proprietà si impegna nell’opera di bonifica tracciando numerose rogge lungo le quali vengono installate ruote idrauliche che sfruttano la corrente per

muovere diversi mulini. Nel corso dei secoli, alcuni grandi maestri disegnano lo sviluppo della villa, rendendola un gioiello dell’architettura. Carlo Borella, già progettista dell’ampliamento barocco della basilica di Monte Berico, nel Seicento, su incarico di Fabrizio Loschi, definisce l’impianto del nucleo centrale e degli annessi. Francesco Muttoni e Ottone Calderari, massimi interpreti del neopalladianesimo, firmano invece gli sviluppi settecenteschi per volontà di Filippo Loschi. Nella residenza sono motivo di grande interesse lo scalone d’onore e il salone, decorati nel 1734 da Giambattista Tiepolo con affreschi tra i più rappresentativi della sua opera. Corollario della visita della villa è la passeggiata nel par-


co. Quello antistante la villa è piantumato con alberi spesso d’origine esotica, che nei secoli sono diventati monumentali, come per esempio il Taxodium disticum, o cipresso delle paludi, che svetta presso l’ingresso ovest della proprietà, ammirato sia per l’inconsueto sviluppo della chioma, sia per l’eccezionale diametro, sette metri, del suo tronco principale; degni di nota sono anche alcuni esemplari di Sequoia millenaria sempervirens. Il parco sul retro della villa comprende tutto il colle San Giorgio ed è interamente cintato, a ricordo della sua antica funzione di riserva di caccia. Nell’assetto attuale di gusto paesaggistico il parco viene progettato nel 1877 dall’architetto Antonio Caregaro Negrin, prolifico autore della cittadina di Schio e di spazi verdi nel Vicentino, al quale in questo caso si deve anche il rifacimento della cappella neogotica dedicata a san Francesco. Restano, tuttavia, anche segni di un ambizioso progetto del Muttoni, solo in parte realizzato, per le pertinenze esterne: particolarmente suggestiva è la scalinata che lega gli spazi esterni alla villa, connotati dal giardino anteriore e posteriore, e sfalsati di mezzo piano, con l’ambiente luminoso e vasto del salone a doppia altezza, proseguendo nel parco un coerente e raffinato discorso architettonico in linea con il filare di pioppi cipressini del

viale d’accesso. Allargando lo sguardo ai dintorni, il caso di Villa Loschi Zileri rappresenta ormai un unicum paesaggistico: le campagne, solcate da una rete di corsi d’acqua, sullo sfondo collinare, hanno mantenuto infatti una sorprendente integrità, scalfita solo marginalmente da nuove costruzioni. Molto suggestive, in particolare, le prospettive degne di una lo-

cation cinematografica, offerte dai rettilinei accompagnati da doppi filari di altissimi pioppi.

Villa Loschi Zileri Viale Zileri 4 – Monteviale Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Soggiorni (residence) – Eventi – Tel. 0444 570141 info@villazilerihome.com - www.villazilerihome.com


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Costozza di Longare

Parco di villa

da Schio Costozza è il borgo pittoresco che segna l’inizio tanto della zona di migliore vocazione enologica della Riviera Berica, come testimoniato dalle ordinate vigne tutt’intorno, quanto del distretto estrattivo della pietra di Vicenza, tanto apprezzata dal Palladio e dagli scultori della sua epoca. Alla piazzetta si affacciano gli scenografici giardini di villa da Schio, che s’innalzano a profondi gradoni verso il colle nell’ambito di un complesso architettonico composto da tre edifici di fisionomia settecentesca e dalla dominante chiesa di

San Mauro, di fondazione romanica. Il livello centrale è occupato dalla villa da Schio vera e propria, con le logge ioniche fronteggianti, all’interno della quale si ammira una sorprendente sala con prospettive architettoniche che incorniciano paesaggi, mentre un po’ più in basso, esclusa dalla prospettiva dal cancello d’ingresso, è la cosiddetta Ca’ Molina, dall’andamento molto irregolare. Nella parte alta del giardino, apparentemente incastrato sotto una roccia strapiombante, si trova infine il singolare villino Garzadori, del 1696, detto anche «Grotta del Marinali», lo scultore vicentino che proprio in quegli anni traeva materia prima dalla cava di Costozza; di sua mano sono l’autoritratto sopra la porta d’ingresso e le statue entro nicchie, nella parete opposta, incorniciate da affreschi di rovine del Dorigny, che si fondono con la roccia viva accentuando il carattere pittoresco del villino. Quanto al giardino, l’impostazione rispetta gli schemi teatrali tipici dell’età baroc-

ca, con dislivelli, scalinate, fantasiose sculture, grotte e boschetti. Impostato da Francesco Trento nella seconda metà del Cinquecento e ultimato da Alvise da Schio ai primi del Novecento, occupa un rettangolo di circa 130 x 60 metri ed è organizzato in cinque terrazze di livello e profondità variabili, decorate da sculture del Marinali o della sua cerchia. Un viale centrale, leggermente obliquo rispetto all’ingresso, attraversa le prime tre terrazze, accompagnato da statue, arrestandosi davanti alla fonte-santuario dedicata a Venere, simbolo dell’amore


nato tra l’altro alle riunioni di un’accademia di alti ingegni. All’interno rivela un ambiente riccamente affrescato, nel pavimento del quale s’apre un rosone di pietra esalante una corrente d’aria che risulta fresca d’estate e tiepida d’inverno. La spiegazione del fenomeno sta nell’esistenza di un sistema di condutture, chiamate ‘ventidotti’, che sfruttano le correnti d’aria del sottosuolo ricco di grotte per una climatizzazione ante litteram delle residenze di Costozza. Il Palladio lo definì poeticamente Carcere dei Venti e non stupisce che gli accademici abbiano scelto il dio Eolo, che teneva i venti segregati in un otre, come nume tutelare del luogo.

foto: Lucia Ceccon

fecondo. Due scale laterali salgono al quarto ripiano, sul fondo del quale si trova un’altra fontana, dedicata a Nettuno, signore delle acque. Sei belle statue di nani, raffiguranti mestieri, sono disposte sulla balaustra della scala che conduce alla loggia soprastante, un tempo adibita a serra, totalmente rivestita all’interno da un secolare Ficus repens. Dall’alto è bellissima la vista dai colli alla pianura, con l’antico borgo sottostante. Villa da Schio ospita un’importante manifestazione botanica, «Villa da Schio in Fiore», che a maggio trasforma il giardino in un tripudio di rose antiche, iris fiorentine e piante da frutto rare. La villa è anche sede di una delle più quotate aziende vinicole dei Colli Berici: davvero sorprendente, la visione delle grandi botti allineate in un’enorme cavità naturale. Caratteristiche sono anche le etichette con la scritta «Costozza» tout court, alla maniera degli château francesi. Per una degustazione si prendono accordi col conte Giulio da Schio o ancor più semplicemente si raggiunge una singolare enoteca-trattoria, La Botte del Covolo, ricavata nell’antica ghiacciaia pubblica, proprio a fianco dell’ingresso della villa. Di là dalla strada si scorge un edificio torreggiante, la cosiddetta villa Aeolia, anch’essa dovuta ai Trento: più che una residenza, tuttavia, era padiglione di piacere desti-

Villa da Schio – P.zza G. da Schio 4 – Costozza di Longare Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Soggiorni (agriturismo) – Eventi – Banchetti Tel. 0444 555099 – 340 4854568 info@costozza-villadaschio.it – www.costozza-villadaschio.it


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Montegalda

Parco del

castello Sorlini “Passato il Ponte sul Bacchiglione,” – così si legge in una cronaca di viaggio del Seicento, – “scoprirai il castello di Montegalda già frontiera importante contro gli inimici, hora per beneficio di questa pace aurea, divenuto per poco il castello di Alcina, poiché le conserve delle munitioni trovonsi applicate a conservar l’acqua per far fontane artificiali, e i fossi, piantati a uso di spalliere di cedri e d’aranci, mandano la soavità dei fiori fin dentro alle stanze”. Il castello di Montegalda è un raro esempio di fortificazione medievale, sorta nel X-XI secolo sul luogo di un caposaldo romano lungo la Via Postumia. Il complesso fortificato occupa la sommità di un’altura isolata che s’innalza sulla pianura tra i colli Berici

ed Euganei, al confine tra Vicenza e Padova. La struttura castellana appare intatta con la cinta merlata, le quattro torri angolari e il rivellino d’ingresso con ponte levatoio. Venute meno le esigenze militari, dal Sei-Settecento la destinazione d’uso del maniero è diventata residenziale, – una villa veneta ‘sui generis’ – con ambienti articolati attorno alla corte interna, allietata da una loggia e da una serie di statue della bottega di Orazio Marinali. Questa trasformazione fissa anche la data di fondazione del giardino detto ‘superiore’, per distinguerlo dal parco romantico che copre le pendici del colle con piante a sviluppo libero e filari di altissimi cipressi. Al giardino formale si accede attraverso una splendida cancellata in ferro

battuto di fattura settecentesca, sormontata da statue di divinità floreali. Il terreno è costituito da due aree rettangolari, su livello leggermente diverso, separate dal viale che in leggera discesa conduce al belvedere ombreggiato da alberi ad alto fusto: quella superiore, di circa un terzo maggiore in superficie e suddivisa in tre gruppi di aiuole; quella inferiore, in due.


La geometria del giardino è sottolineata dall’alternanza di aiuole con piante a foglia verde e rossa, e puntualizzata da numerosi vasi di agrumi sia lungo la passeggiata che ai vertici delle campiture. La coltivazione di queste piante è stata attività di una certa rilevanza nell’economia della proprietà: limoni, cedri e altre piante affini vengono introdotti dalla Serenissima a titolo sperimentale sul lago di Garda nel Seicento; acclimatati senza troppa fatica, questi agrumi sono diventati presenza immancabile di ogni villa veneta sia per bellezza che per utilità dei frutti, facendo di pari passo delle serre un elemento architettonico di rilievo nel loro scenario. A Montegalda durante la stagione fredda le piante di agrumi vengono riparate in serre approntate lungo la base delle mura, in modo da poter sfruttare il riverbero di calore della pietra che le costituisce. Il raccolto è tanto abbondante da consentire la produzione di limoncello presso la storica distilleria dei fratelli Brunello. Indicativa del microclima attorno al castello è anche la presenza di una specie mediterranea come il cappero, che cresce in grandi ciuffi nelle fessure della mura. Ulteriore curiosità botanica è data dalla maturazione ai piedi del castello di fichi d’India di una varietà di opunzia nana presente solo nelle stazioni più assolate dei Colli Berici. Castello Sorlini Via Castello 21, Montegalda Visita a discrezione della proprietà Tel. 030 601031 – Fax 030 6000707 info@fondazionesorlini.com – www.fondazionesorlini.com


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Montegalda

Parco di villa Fogazzaro

Colbachini

La villa viene progettata nel 1846 dal’architetto Antonio Caregaro Negrin, ristrutturando una precedente costruzione seicentesca. Il nuovo edificio ha forme eclettiche, ispirate alla tradizione rinascimentale vicentina. Annesso alla villa è il gotico oratorio di San Marco. Giardino all’italiana e parco romantico sono impostati dallo stesso progettista, qui in una delle prime esperienze in un genere che lo avrebbe visto primeggiare nel Veneto del secondo Ottocento. Committente dell’ambiziosa impresa è Antonio Fogazzaro, nonno e omonimo del celebre romanziere vicentino, del quale

la villa conserva numerosi cimeli. Dal 2002 le scuderie della villa sono adibite a Museo Veneto delle Campane (MUVEC), promosso dalla storica fonderia Colbachini, fondata nel 1745. Sullo spigolo sud-est della villa il giardino all’italiana si stende su un’area quadrangolare piana ribassata di alcuni metri rispetto alla costruzione. È formato da otto aiuole quadrate lungo il perimetro, tenute a verde, all’interno delle quali altre quattro aiuole sono coltivate a rosai in contrasto di colore.

Al centro risalta una vasca della stessa forma, contenente piante acquatiche ornamentali e spontanee. Il disegno del giardino è sottolineato da basse siepi di bosso lungo i vialetti in ghiaino. Fra le aiuole sono predisposti a dislocazione regolare dei piedistalli, sui quali vengono collocati vasi in cotto con piante di agrumi, che durante il periodo invernale sono trasferite nella serra retrostante, ampia quanto il giardino. Sullo spigolo sud-ovest del giardino si trova una scalinata di trachite dominata da


due piante secolari, un calocedro coetaneo al giardino e alla serra, e un pino silvestre veramente notevole. Sull’altro lato della villa si stende il parco romantico, su 16mila metri quadrati, descritto con parole estatiche nelle pagine di un celebre romanzo del Fogazzaro, Piccolo mondo Moderno. Nella finzione letteraria si parla di una villa Flores e di un don Giuseppe Flores, che altri non è che Giuseppe Fogazzaro (1813-1901), zio dello scrittore, sacerdote e patriota, che molta cura pose proprio al mantenimento del parco. Scorrendo le pagine del racconto postrisorgimentale si trovano riferimenti dettagliati al luogo: il grande parco con il laghetto e i finti ruderi, i sentieri di monte Roccolo con la torretta per l’uccellagione e la specola astronomica che s’intravede tra gli alberi. Dal punto di vista paesaggistico, il parco è impostato attorno al sinuoso laghetto, alimentato da piccoli affluenti del Bacchiglione, e dotato di alcuni pittoreschi ponticelli per completare la passeggiata lungo le sponde. Notevoli sono alcuni esemplari di tassodio, attorniati dalle radici aeree, dette pneumatofori, che spuntano dal terreno paludoso per assorbire l’ossigeno di cui esso è povero. Altri esemplari arborei degni di nota sono la secolare Sophora japonica che s’innalza in fregio alla strada e un maestoso esemplare di faggio rosso. Villa Fogazzaro Colbachini – Museo Veneto delle Campane (MUVEC) Via Antonio Fogazzaro 3, Montegalda Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Eventi musicali e teatrali – Tel. 0444 737526 - Fax 0444 735623 info@muvec.it - www.muvec.org


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Orgiano

Parco di villa Fracanzan

Piovene

Villa Fracanzan Piovene si trova nel settore sud-ovest dei Colli Berici, ai margini dell’antico abitato di Orgiano e ne rappresenta la realtà urbanistica più significativa. Il complesso è costituito da una residenza dominicale a blocco isolato, dall’imponente rustico porticato che la affianca, la cosiddetta ‘barchessa’, e da una serie di edifici accessori al servizio della grande tenuta agricola. La costruzione risale al 1710 su progetto di Francesco Muttoni, architetto spesso impegnato anche nel campo dei giardini, come nelle ville

di Trissino e Monteviale. Della dimora sono caratteristiche le due facciate, specie quella rivolta alla campagna, con alta loggia di quattro colonne, cui corrisponde un nobile salone, e un tipico fastigio barocco che contorna l’abbaino del granaio. Tra gli ambienti della villa merita specifica menzione la grande cucina, perfettamente conservata anche nelle attrezzature d’uso, con un acquaio di marmo rosso sul quale risaltano bianche teste di leone con bocchette zampillanti. Nella barchessa è allestito il museo «Vita quotidiana e lavoro in villa». Notevoli, in particolare, la casa del

gastaldo, la falegnameria e la collezione di trattori d’epoca. Davanti alla dimora si trova il giardino formale di impostazione barocca: al centro, le aiuole con siepi di bosso e quattro piante di tasso di enormi dimensioni; lungo i lati, bordure di fiori e una rara spalliera di limoni cedrati, tipica del Muttoni, nonché una collezione di antichi agrumi di gusto toscano. Subito oltre si trovano due peschiere, poste trasversalmente su una linea di 500 metri, a segnare l’inizio del parco. Da qui, in asse con la villa, parte un ampio viale segnato da un doppio filare di carpini e ritmato da


grandi vasi scolpiti, anch’essi a ricordo di certe scenografiche sistemazioni del parco di Versailles. La tenuta, completamente cinta da un muro di sassi, viene concepita nel Settecento come ‘serraglio’, entro il quale possano vivere animali decorativi, per la caccia e per la pesca. Una parte della proprietà è stata convertita nell’Ottocento a bosco romantico, con laghetto, mentre le estensioni a margine delle prospettive paesaggistiche sono ancora destinate alla coltura di granaglie, canapa e gelsi a finalità serica. In tutto 40 ettari di campagna ‘baulata’, ovvero con leggero andamento a ‘schiena di mulo’, accorgimento per il rapido sgrondo delle acque piovane, evitando ristagni dannosi per le colture. Ai lati della villa si trovano gli annessi rustici: da una parte la barchessa su alto portico bugnato, preceduta da un’aia; dall’altra il brolo, con sei riquadri destinati a frutteto e tre a orto. Gli spazi di questo sono ritmati da un viale di tuie d’impianto ottocentesco e da siepi di bosso, interrotte ad intervalli regolari da vasi di agrumi su capitelli di pietra. Gli orti sono destinati a verdure tradizionali e a fiori antichi: cleome, dalie, peonie, cosmee, ibiscus, dature, e settembrini. Su un lato corre una pergola di uve in varietà miste, dall’uva fragola alle antiche uve moscate; addossate al muro, si susse-

guono piante di rose, che un tempo servivano anche per la profumeria. In un angolo si trova infine la limonaia, costruzione con ampie vetrate e la caratteristica colorazione di facciata a strisce giallo e ruggine di moda nel periodo austro-ungarico. Molto interessante è anche la sistemazione della proprietà sul fronte collinare, segnata dall’andamento circonflesso della pubblica strada al margine del piano. Di fronte alla villa, infatti, il Muttoni disegna una deliziosa piazzetta mistilinea ad anfiteatro, prevedendo una passeggiata con balaustra, statue e vasi decorativi. L’anfiteatro, collegato alla villa da un sottopasso, era utilizzato per piccole

rappresentazioni scritte ed eseguite dagli stessi padroni di casa. A destra l’area è delimitata da una cappella; a sinistra da una ‘coffee-house’ delle stesse dimensioni.

Villa Fracanzan Piovene – Via San Francesco 2 – Orgiano Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Spettacoli all’aperto – Eventi – Convegni – Location cinematografica Tel. 0444 874589 – 02 72003658 – 335 8221426 f.piovene@tiscali.it – www.villafracanzanpiovene.com


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Montecchio Maggiore

Parco di villa

Cordellina Villa Cordellina è una delle meraviglie architettoniche del Vicentino: residenza sontuosa e contenitore per un grande ciclo di affreschi di Giambattista Tiepolo. Il complesso si trova lungo la strada che da Tavernelle conduce a Montecchio, poco distante dal piede del colle. La costruzione del 1735-60 si deve a Carlo Cordellina Molin, celebre giureconsulto, su progetto dall’architetto veneziano Giorgio Massari, fedele seguace del Palladio, autore nella città lagunare della Ca’ Rezzonico e di palazzo Grassi, con la collaborazione di Francesco

Muttoni, invece più incline al Barocco. La costruzione deriva la sua nobiltà dalle eccezionali proporzioni dei colonnati ionici e dalla sapiente gestione degli spazi interni ed esterni: i primi, impostati attorno a un salone passante a doppia altezza, impreziosito dai dipinti allegorici del Tiepo-

lo (1743-44); i secondi, articolati tra la parte anteriore (corte nobile e giardini con cedraie) e quella posteriore (giardino con fontana), separate dalla scuderie e dalla foresteria, collocate lateralmente a una certa distanza dalla villa e dissimulate dietro ad alti muri con vasi e statue sul fregio.


Notevole, l’adiacente corte rustica, attorno alla quale si sviluppa una vera e propria cittadella rurale. Quanto ai giardini, il fattore di eccezionalità è la decorazione plastica, per quanto depauperata nei secoli, perché riconducibile sia al disegno del Tiepolo, contestualmente alla realizzazione del ciclo affrescato, che alla scultura della celebre bottega padovana dei fratelli Antonio e Francesco Bonazza, con un effetto di straordinaria continuità tra decorazione interna ed esterna. Il giardino anteriore, altrimenti detto ‘corte nobile’, è tenuto a prato con le ampie prospettive tipiche del giardino alla francese, suggerite dalla

croce del viale d’accesso alla villa e del viale trasversale che conduce ai giardini laterali. Su questa linea sono collocati due gruppi in pietra tenera su piedistallo ovale, raffiguranti coppie di divinità olimpiche, – Giove e Giunone, Marte e Venere, – dalle fattezze chiaramente tiepolesche. Sempre sulla stessa linea trasversale si trovano i cancelli sui pilastri dei quali sono collocati bellissimi vasi istoriati: otto pezzi realizzati in pietra tenera con la superficie scolpita a bassorilevo con scene di vita agreste, ispirate al ritmo delle stagioni. Il giardino settentrionale, ricavato dietro alla villa, di dimensioni ridotte e chiuso

su tre lati, è invece suddiviso in aiuole e presenta una vasca con al centro un putto; tutt’intorno, dei gruppi scultorei con fanciulli e giovinette, forse destinati a comporre una serie dedicata alle Quattro Stagioni. Allo sbocco dei tracciati maggiori, che si prolungano nei percorsi in aperta campagna, si elevano i fastosi ingressi del complesso, evidenziando la duplice funzione di dimora signorile e di azienda agricola. Villa Cordellina è oggi proprietà della Provincia di Vicenza, che ha provveduto ad accurati restauri: vi hanno luogo mostre, concerti e manifestazioni culturali, mentre nel giardino si allestiscono banchetti.

Archivio Vicenza è

Villa Cordellina – Via Lovara 36, Montecchio Maggiore Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Eventi musicali – convegni – cerimonie Tel. 0444 908112 - Fax 0444 908505 - www.provincia.vicenza.it


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Trissino

Parco di villa Trissino

Marzotto

Il nucleo storico di Trissino appare a mezza costa, sulla sinistra, all’imbocco della valle dell’Agno, segnalato dal campanile della chiesa Arcipretale e dal complesso di villa Trissino, dimora tra le più suggestive del Veneto. La tenuta occupa la collina dove si trovava il castello medievale, fatto costruire dalla casata d’entourage imperiale che diede il proprio nome al comune nell’XI secolo. Proprietà ricchissima, degna della famiglia titolare di uno dei palazzi più importanti di Vicenza, sul corso, oggi sede del municipio, e protagonista anche nel campo della cul-

tura con quel Gian Giorgio Trissino, umanista, che tra l’altro fu mentore di Andrea Palladio. Il complesso comprende due costruzioni settecentesche, separate da scenografiche terrazze: la villa Superiore, maestosa, ancora oggi residenza dei conti Marzotto, e la Villa Inferiore, diroccata da un fulmine, adattata a rovina romantica semisommersa dall’edera. La ristrutturazione si deve all’architetto Francesco Muttoni, interprete del palladianesimo in chiave ba-

rocca, molto attivo anche nel campo dei giardini. A lungo abbandonata, nell’ultimo dopoguerra la proprietà è stata portata all’antico splendore da Giannino Marzotto, della famiglia d’imprenditori tessili di Valdagno, ma ancor più noto come sportivo dell’automobilismo e in particolare per aver vinto due edizioni della Mille Miglia negli anni Cinquanta. Più del costruito, tuttavia, a suscitare ammirazione è il parco, di oltre 20 ettari, con 8 chilometri di sentieri, in


alternanza di prati boscati all’inglese e di giardini formali all’italiana, popolato da decine di statue per lo più della celebre bottega dei Marinali. Il primo incarico, che comprende tanto la costruzione della Villa Superiore quanto la sistemazione del giardino, viene affidato all’architetto Francesco Muttoni, fautore del giardino paesistico, che segue i lavori dal 1722 al 1747, anno della sua morte, quindi passa al veronese Gerolamo Dal Pozzo, che non a caso è uno specialista di teatri. Scrive il Cevese che “non parrebbe eccessivo affermare che ‘l’ambiente naturale’ delle due ville Trissino costituisce un esempio di architettura applicata ai giardini rarissimo nel Veneto, raro in Italia, certo il più suggestivo del Vicentino.” Molte sono le soluzioni architettoniche degne di nota, come lo spazio a prato che si stende di fronte alla villa Superiore, già della Cavallerizza, pensato come giardino segreto entro un recinto architettonico ritmato da archi e nicchie: una sorta di salotto all’aperto, che per l’ottima acustica si è rivelato ideale per concerti e manifestazioni teatrali. Tra le parti più suggestive del parco va annoverata la terrazza sottostante la Villa Inferiore, con la peschiera ottagonale bordata di lavanda e circondata da statue dei Marinali in pose fantasiose, e una balaustra affacciata a un amplissimo panorama. Degno di nota anche il viale

dei limoni, o cedraia, accompagnato da una teoria di statue in pietra di Costozza e sovrastato da una torretta che ricorda un minareto; al termine del cammino, un belvedere ottagonale con parterre dal raffinato disegno mistilineo. Tra gli accessori architettonici, lo splendido portale d’accesso alla Villa Inferiore, con pilastri bugnati dalla decorazione rococò e inferriate virtuosistiche; questo preziosismo si deve al padovano Gerolamo Frigimelica, meglio noto come l’estensore del progetto originale di villa Pisani a Stra, la più importante fra le architetture della Riviera del Brenta. Numerosi gli alberi monumentali, isolati o nelle parti boscate:

alcuni, di specie autoctone, come farnie e faggi; altri d’importazione, come una sequoia gigante che misura oltre quattro metri di circonferenza e 40 d’altezza, o un maestoso pino dell’Himalaya dalla forma a candelabro.

Villa Trissino Marzotto Piazza Trissino 2, Trissino Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Eventi – cene di gala – ricevimenti – Tel. 0445 962029 info@villatrissinomarzotto.it – www.villatrissinomarzotto.it


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Castelgomberto

Parco di villa

da Schio

Questa maestosa residenza viene costruita dai Piovene nel 1666 all’estremo margine orientale della valle dell’Agno, ai piedi di un colle scosceso, dopo un primo tentativo in un lotto più vicino al fiume, vanificato da un’alluvione. Il progettista è presumibilmente l’architetto vicentino Antonio Pizzocaro, il più valente prosecutore dell’opera del Palladio nel secondo Seicento,

autore anche della maestosa villa Ghellini a Villaverla. Nei secoli successivi la proprietà passa alla famiglia da Porto e infine ai da Schio. La residenza è un edificio piuttosto austero, a pianta rettangolare, su tre piani; il settore centrale della facciata è scandito da lesene ioniche e nobilitato da un timpano con statue sul coronamento; al piano terreno si apre un portale di linee solenni; al piano nobile una serliana dà luce al lungo salone passante. Di forme eleganti, i quattro comignoli. All’interno, notevoli ambienti, che restituiscono fedelmente l’atmosfera della vita in villa. Sulla destra dell’edificio dominicale, fuori dal muro di cinta, sorge la cappella gentilizia di Santa Maria Maddalena, leggiadra sia nella fronte che nel campaniletto, tant’è che per la sua costruzione si fa il nome dello scultore-architetto Girolamo Albanese, molto apprezzato e attivo a Vicenza. Sul retro il cortile è delimitato per tre quarti da ariosi portici aggiunti nel Settecento, aperti da altrettanti portali conclusi da timpani con stemma e statue di sommità; singolare,

la teoria di mascheroni dalle bizzarre espressioni collocati in chiave d’arco. Il parco è molto significativo, in parte all’italiana e in parte all’inglese, allietato da una peschiera e da sculture della bottega di Orazio Marinali. Antistante la residenza, si trova il classico giardino all’italiana caratterizzato da aiuole circolari e mistilinee bordate da basse siepi di bosso, ai vertici delle quali sono posti vasi di cotto con piante di limone. Completano il quadro quattro gruppi statuari mitologici su alto piedistallo, – Plutone e Proserpina, Poseidone e Anfitrite, Paride ed Elena, Vulcano e Venere, – a singolare soggetto amoroso.


Lateralmente si trova la ‘peschiera’, una vasca rettangolare 15 metri per 60, con bordi in pietra: sui lati lunghi, quattro affacci, ognuno dei quali accompagnato da due statue a soggetto biblico e mitologico; su quelli corti, due importanti balaustre; presso l’angolo più vicino alla villa risalta una vetusta criptomeria, reclinata in modo pittoresco sull’acqua. Il bacino è alimentato dall’acqua del torrente Poscola, affluente dell’Agno, il cui alveo naturale è stato deviato lungo il margine della proprietà perché non interferisse con le simmetrie del parco. Un aneddoto da film rimanda alla Seconda guerra

mondiale, quando la villa viene requisita per ospitarvi un comando militare e la peschiera dapprima adattata a piscina e quindi prosciugata per utilizzarla come pista da ballo. Nella parte più esterna si stende invece il parco romantico, sovrastato da un maestoso cedro dell’Atlante. Nella parte laterale del lotto, infine, s’allungano tre viali a doppio filare d’alberi, – quello centrale, di carpini bianchi: quelli laterali, di tigli – tracciati con l’intento di offrire al passeggio ombra e suggestive linee prospettiche; alla fine di ognuno si trovano delle terrazze dalle quali la vista spazia sull’antistante prateria. Villa Da Schio Via Villa 117 – Castelgomberto Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Eventi – Banchetti – Tel. 335 5624190 – Fax 0445 941084 info@villadaschio.com – www.villadaschio.com


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Schio

Giardino

Rossi Jacquard Il giardino viene realizzato tra il 1859 e il 1878 dall’architetto paesaggista Antonio Caregaro Negrin per l’imprenditore tessile Alessandro Rossi come completamento del Lanificio F. Rossi 1817 di Schio, la fabbrica tessile più prestigiosa di quel periodo in ambito nazionale. Lo spazio a disposizione del progettista, in parte pianeggiante e in parte lungo il pendio, ha funzione di collegamento tra vari edifici di un preesistente complesso tessile: alcuni di essi vengono dunque demoliti per fare spazio alla nuova sistemazione dell’area, mentre altri sono convertiti a nuova funzione. Il talento dell’architetto si esalta nel risolvere una situazione complessa, sfruttando

ogni peculiarità del sito nella definizione di una splendida architettura di paesaggio; una composita scenografia teatrale, nella quale ogni elemento architettonico e botanico contribuisce allo stupore di chi vi si trova immerso. Il giardino è pensato come luogo di svago e intrattenimento delle maestranze. Alla severa facciata neoclassica in cotto del Lanificio, decorata con figure allegoriche dell’arte della lana e del commercio, corrisponde infatti, di là della strada, la cancellata del giardino, aperta da un maestoso portale, con quattro pilastri ottagonali di pietra bianca sormontati da lanterne e apprezzabili manufatti in ferro battuto a decorazioni floreali.

Sulla sinistra del portale si trova una pittoresca costruzione del 1878 detta Tettoia degli Operai, con valenza celebrativa del Lanificio, dal momento che accoglie in un’edicola di stile lombardesco il busto marmoreo del fondatore Francesco Rossi con dedica del figlio Alessandro, a sua volta effigiato in una statua bronzea su alto piedistallo al centro dello slargo. Fatti pochi passi, si guadagna il punto d’osservazione adatto a cogliere nel suo insieme, sulla destra, il teatro Jacquard, costruzione su due piani derivata dalla ristrutturazione del preesistente Magazzino Lane; nella facciata di stile lombardesco sono inseriti i busti di 12 personaggi scledensi di spicco, – religiosi, artisti, scienziati e industriali, – a sottolineare la finalità didattica insita nel progetto del parco e nell’idea di paternalismo aziendale del suo promotore. Volgendosi di nuovo verso il giardino, lo sguardo coglie la presenza centrale della serra caldo-umida, con fronte vetrata ad andamento concavo e decorazioni floreali o raffiguranti putti con cornucopie. Sulla sinistra della serra


s’innalza una graziosa torretta ottagonale, di prosaiche origini, unico accessorio superstite di un vecchio edificio industriale, genialmente convertita a romantico osservatorio del paesaggio. Nel settore retrostante, piuttosto scosceso, si sviluppa il Ninfeo, composto da grotte artificiali, finte rovine gotiche e passaggi pittoreschi che conducono con una certa emozione al soprastante belvedere. Ad accrescere il senso di meraviglia, l’improvvisa vista di una testa di coccodrillo scolpita nella pietra, all’uscita di una grotta. La parte alta del giardino, segnata da vialetti in saliscendi, è

fitta di alberi ad alto fusto, una sorta di foresta oltre la quale, sulla destra, si intravvede la sagoma della chiesa di San Rocco. Quanto alla componente botanica, a prevalere è il gusto tardoromantico, che si esprime soprattutto nell’impiego della palma, Trachycarpus fortunei, la cui foglia è motivo ricorrente della decorazione liberty. Esemplari arborei di notevoli dimensioni sono invece il libocedro presso la cancellata, il cipresso del Portogallo a fianco della Serra, la sequoia sempreverde presso la torretta e le grandi magnolie da fiore del parterre. Giardino Rossi Jacquard Via Pasubio 148 – Schio Visite a pagamento su prenotazione Tel. 0445 691392 – www.comune.schio.vi.it


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Santorso

Parco di villa

Rossi

Nel 1865 l’industriale laniero Alessandro Rossi acquista una modesta villa seicentesca in quel di Santorso con l’annessa chiesetta del Santo Spirito e un ampio appezzamento di terreno agricolo alle falde del monte Summano, lungo la strada di collegamento tra Schio e Piovene Rocchette. L’incarico di farne una residenza degna di un illuminato magnate dell’industria e un podere modello rispondente ai suoi ideali viene conferito all’architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin, vero specialista del giardino paesistico, che si applica per vent’anni alla notevole impresa. Scrive Bernadetta Ricatti Tavone, massima esperta del Caregaro: “Dall’incontro tra la concezione del giardino all’inglese e la ricerca di adeguati simboli per dare forma all’ideale patriottico-filantropico nasce un ambiente estremamente articolato, che coinvol-

ge gli elementi del paesaggio circostante e che è dissiminato di innumerevoli episodi architettonici e botanici.” La scelta progettuale cade su un’architettura di ispirazione pompeiana, – riconducibile all’età aurea di Augusto e Mecenate, dunque appropriata alle aspettative del Rossi nello scenario dell’Italia dell’Unità – tanto efficace nel risultato da diventare rappresentativa del Caregaro nel dibattito europeo sul giardino romantico. La villa è l’elemento centrale della scenografia, in studiato equilibrio di

elementi verticali e orizzontali, con notevoli decorazioni pittoriche e scultoree; elemento architettonico di spicco è il doppio portico a colonne ornato da statue, sullo sfondo di affreschi, grottesche e false rovine. In diretto contatto con la villa, tramite un ponticello, è il retrostante ninfeo, ambientato tra rocce e false rovine, dove sgorga la fonte Bonifacio, che alimenta tutti i giochi d’acqua del complesso. Il parco occupa circa 4,5 ettari del versante collinare ed è tagliato in due dalla strada comunale.


L’architetto sfrutta a proprio vantaggio quello che a prima vista può sembrare un inconveniente, prevedendo due sistemazioni di diversa atmosfera e un pittoresco sottopassaggio con volta a botte che rende emozionante il passaggio dall’una all’altra. Sopra la strada, sul retro della villa, si stende il Parco delle Rive, cosiddetto per la ricchezza di acque sorgive, in alternanza di spazi luminosi e angoli ombrosi e odorosi, con una non indifferente funzione produttiva. Il percorso prende il via al cospetto della torre Belvedere e sfila davanti alla chiesetta del Santo Spirito, ampliata in stile lombardesco dal Caregaro Negrin. La vegetazione arborea del parco è rigogliosa, con prevalenza di sempreverdi come cipressi, allori, olivi, pini domestici, lecci, magnolie, tassi e cedri. Lo stesso dicasi delle macchie di arbusti, come osmanto, lauroceraso, bosso, corbezzolo e aucuba. Gli spazi aperti, invece, sono terrazzati e destinati a vigna e frutteto; altrove sono destinati a orti pensili, anch’essi su dislivelli. Nello spigolo nordovest della cinta murata appare l’antico oratorio di San Dionigi, anch’esso su uno sfondo sempreverde. Alzando lo sguardo verso il monte, invece, si scorge il Santuario di Sant’Orso, con il campanile che l’architetto prolunga per introdurre nello scenario un elemento di studiata verticalità nella compo-

sizione del paesaggio. Sotto la strada s’allunga invece il Parco del Laghetto, al quale si accede dal sottopasso tramite un vestibolo di tipo romano, con archi a tutto sesto e volte a vela, pensato come antiquarium, seguito da un arco trionfale. Nello spiazzo d’ingresso si trova una vasca circolare con zampillo e copertura di ninfee bianche. La discesa ha come punto di riferimento un maestoso pino himalayano, nelle vicinanze del quale sorge una costruzione neopompeiana a tempietto che coniuga le forme della falsa rovina alla funzione di acquario per pesci rossi. Lungo il limite inferiore del parco si sviluppa sinuoso

il laghetto, ultimo di una serie di più piccoli specchi d’acqua, alimentato da cascatelle e bordato da tassodi. Poco discosta dal percorso principale è la grotta dei Camosci, con belvedere, incorniciata dal verde dei tassi. All’estremità sud-est della cinta si concentrano le costruzioni di servizio: il capanno per gli attrezzi, la casa del custode in stile svizzero, la serra tepidario con intonaci policromi e vetrate alla veneziana. Cessata l’attività agricola negli anni Ottanta, una cospicua parte del podere è destinata a fini didattico-turistici con la costituzione dell’Oasi Rossi, attrezzata con un giardino di farfalle tropicali.

Parco Villa Rossi – Oasi Rossi Via Salzena s.n. – Santorso Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Tel. 0445 540104 - Fax 0445 549126 volare@oasirossi.it - www.oasirossi.it


16

Lonedo di Lugo di Vicenza

Parco di villa Godi

Malinverni

Villa Godi Malinverni è probabilmente la prima architettura di rilievo di Andrea Palladio, che nel 1537 ha solo 29 anni. L’importanza dell’opera – che intreccia la sua storia in modo romanzesco con la vicina villa Piovene – è confermata dall’inclusione nei Quattro Libri dell’Architettura, che il Palladio darà alle stampe trent’anni più tardi come summa della sua carriera. L’edificio ha una fisionomia vagamente castellana, ovvero un volume compatto e profondo, – a conferma che si tratta di uno dei suoi primi passi verso una diversa concezione della villa, – ma presenta in facciata una rientranza entro la quale si sviluppa la scalinata che sale alla loggia aperta da tre arcate. La planimetria interna è simmetrica, con un salone centrale, al quale si affiancano gerarchicamente due appartamenti di quattro sale ciascuno. Notevole, la decorazione affrescata a soggetto mitologico, realizzata nei decenni successivi. La progettazione degli spazi aperti ha dovuto tener conto della forte pendenza del

terreno. Nella parte anteriore si trova un giardino pensile composto da uno spazio semicircolare di fronte alla scalinata e da due quadrati davanti alle ali, con sistemazione a parterre e una fontana presso la balaustra. Sul retro della villa si trova invece uno spazio più intimo, una sorta di giardino segreto, presumibilmente disegnato dallo stesso Palladio, a pianta semicircolare, con una splendida vera pozzo al centro. Bellissima, la vista sul parco sottostante. Da qui inizia la discesa nel giardino ottocen-

tesco a terrazze ornato da statue sulle balaustre e da pergole di glicine. Una serie di colonnine di pietra bianca ricorda una serra per le piante di agrumi. Più in basso un cancello divide la zona dei giardini formali dal parco con laghetto progettato nel 1852 dal celebre paesaggista Antonio Caregaro Negrin. Interessante, il museo di fossili allestito in un padiglione a parte con sorprendenti reperti di provenienza locale, tra i quali una palma lunga 9 metri. La villa rientra nel Patrimonio Mondiale Unesco.

Villa Godi Malinverni – Via Palladio 44 – Lonedo di Lugo di Vicenza Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Ristorazione – Soggiorni – Eventi Tel. 0445 860561 – 339 3429942 – Fax 0445 860806 info@villagodi.com - www.villagodi.com


17 Parco di villa Piovene

Porto Godi

Villa Piovene Porto Godi fronteggia Villa Godi e viene inaugurata due anni dopo, nel 1539. Le due residenze sorgono in una sorta di gara tra le due famiglie, che tra l’altro avrà un epilogo luttuoso con l’omicidio di uno dei contendenti. La villa fa parte del Patrimonio Mondiale Unesco in quanto attribuita ad Andrea Palladio, anche se non risulta inserita nei Quattro Libri dell’Architettura, summa della sua opera. Questa esclusione, tuttavia, non è vincolante perchè anche altri edifici a lui sicuramente attribuiti non vi

rientrano. Gli studiosi rilevano analogie ma anche differenze stilistiche con la vicina Villa Godi. Contemporaneità ed anche la concorrenza tra committenti, tuttavia, depongono a favore dell’ipotesi di un unico progettista. A così breve distanza dall’esperienza di villa Godi, questo edificio è già compiutamente palladiano: un corpo centrale ‘a tempio’, con pronao su sei colonne e due rustici simmetrici con ampio portico d’ordine dorico, di probabile aggiunta settecentesca. Per l’intervento finale si fa il

nome del Muttoni, architetto paesaggista, al quale forse si deve anche la sistemazione del parco. Il versante collinare antistante la villa è scandito da quattro terrazze, al centro delle quali è ricavata una scalea accompagnata da statue e conclusa da un fastoso portale settecentesco con cancellata in ferro battuto di lavorazione virtuosistica. Le fasce di terreno sono tenute a prato o piantumate ad alberi da frutto, salvo un riquadro che conserva l’originaria sistemazione a parterre.Tra la villa e gli annessi rustici retrostanti si scopre un giardino privato, d’atmosfera intima, ricco d’essenze, sul quale sembra vigilare una grande magnolia. In linea con l’asse centrale della villa sono collocate una fontana e una nicchia con una statua di Venere. Nella parte posteriore della tenuta si sviluppa il parco romantico, introdotto da un viale di tigli che si perde in un bosco misto con grotte e vedute pittoresche sulla valletta. La rassegna arborea annovera esemplari monumentali.

Villa Piovene Porto Godi Via Palladio 51 – Lonedo di Lugo di Vicenza Visite a pagamento (orario con variazioni stagionali) Tel. 0445 860613


Vicenza 18. Campo Marzo Viale Roma Tel. 0444 221360 www.comune.vicenza.it Al margine meridionale del centro storico, è la maggiore area verde cittadina. Nonostante gravi traversie belliche, ha mantenuto una sostanziale integrità di pianta, con l’ovale dell’antico ippodromo, e ampio panorama verso Monte Berico, con punto focale nel celebre santuario mariano. 19. Parco di villa Guiccioli Viale X Giugno 115 Tel. 0444 322998 www.comune.vicenza.it La villa è sede del Museo della Risorgimento in virtù del fatto che si trovò al centro degli scontri del 10 giugno 1848. Parco romantico in posizione suggestiva con notevoli esemplari arborei (farnia, roverella, zelkova). Pittoresco sentiero di collegamento con la Valletta del Silenzio, non distante dalla Rotonda del Palladio. 20. Parco di palazzo Bonin Longare Corso Palladio 13 Tel. 0444 232500 Alla testata ovest del corso, il palazzo è rilevante opera di fine ’500 su progetto di Andrea Palladio, ripresa da Vincenzo Scamozzi. Attualmente è sede di rappresentanza dell’Associazione Industriali. All’interno salone affrescato. Integro esempio di giardino di palazzo, ripreso nell’Ottocento in forme romantiche.

Vicenza - Palazzo Bonin Longare

Arcugnano - Villa Salasco

21. Parco della colonia Bedin-Aldighieri Strada di Gogna – Via Vigolo Nei sobborghi sud-ovest, parco pubblico esteso a 4 ettari del versante solatio di Monte Berico, con villa già sede di una colonia elioterapica. Settore pianeggiante d’interesse agricolo-naturalistico. Settore collinare con flora tipica dei Berici. Parco romantico nei pressi della residenza. 22. Parco di villa Imperiali Lampertico Loc. Anconetta Stradone Nicolosi 41 Nel quadrante nord-est del comune, notevole complesso sei-settecentesco di fisionomia palladiana composto dal corpo residenziale e da due porticati laterali simmetrici. Suggestivo parco romantico, con specchi d’acqua e alberi secolari.

23. Parco di villa Ghislanzoni Curti Bertesina – Via S. Cristoforo 73 Tel. 347 5232100 www.villaghislanzoni.it Nei sobborghi orientali, notevole villa del 1764 affiancata da lunghi porticati con limonaia. A lato caratteristica colombaia. Mulino ad acqua funzionante. Memorie della Prima Guerra Mondiale. Suggestivo parco lambito da un piccolo corso d’acqua sullo sfondo di una intatta campagna a prati. Degne di nota le cancellate sormontate da statue. Accoglienza agrituristica. Altavilla Vicentina 24. Brolo di villa Morosini Viale Morosini – Via Fontanelle Tel. 0444 220311 www.comune.altavillavicentina.vi.it Parco pubblico di 4 ettari sulle pertinenze agricole dell’antistante villa Morosini, notevole architettura del 1724 firmata da Francesco Muttoni, oggi sede universitaria. Il terreno risale la collina fino alla chiesetta della Rocca. Antica ghiacciaia presso l’ingresso. Frutteti. Sentieri attrezzati nel bosco. Arcugnano 25. Parco di villa Salasco Via Roma 5 Tel. 0444 240488 Maestosa residenza del 1770 su progetto di Ottavio Bertotti Scamozzi, con cappella retrostante.


Gli edifici accessori, tra i quali delle serre, sono aggiunta ottocentesca di Antonio Caregaro Negrin. Pittoresco parco digradante con notevoli esemplari arborei (sequoia, cipressi) 26. Parco di villa Zilio Grandi Via Costacolonna 23 Tel. 0444 240488 Villa di fisionomia neoclassica, inserita nel versante collinare terrazzato rivolto al lago di Fimon. Viale alberato a quattro filari con notevoli esemplari di cipressi. Giardino pensile sul retro e vasto parco. Barbarano 27. Parco di villa Godi Marinoni, «il Castello» Via Castello, 6 Tel. 0444 886055 www.castellomarinoni.it In posizione dominante, la villa è il risultato della conversione residenziale del medievale castello dei Vescovi di Barbarano. Sul versante solatio spazi esterni su più livelli con giardino all’italiana, cedraia e cantina in parte ipogea. Azienda vinicola con agriturismo. Notevole esemplare di ippocastano nelle immediate vicinanze. 28. Parco di villa Sangiantofetti-Rigon Ponte di Barbarano Viale Crispi 2 Tel. 0444 795319 www.villasangiantofetti-rigon.it Presso il ponte sul canale del Bisatto, complesso architettonico del ’500 con prestigiosa residenza dominicale. Maestoso porticato e chiesetta. Grande corte a prato e pittoresco parco romantico concluso da una peschiera. Soggiorni ed eventi. Bassano del Grappa 29. Parco di villa Cà Erizzo Luca Via Cà Erizzo 35 www.villacaerizzoluca.it Complesso architettonico lungo il Brenta, nel settentrionale borgo del Margnan. Alla corte interna s’affacciano la residenza e caratteristici edifici accessori. Singolare tempietto ottocentesco. Suggestiva carpinata lungo il viale d’accesso e parco impreziosito da statue. Museo della Grande Guer-

ra. Memorie letterarie (Hemingway ecc.) 30. Giardino Parolini Piazzale Trento Tel. 0424 519620 www.comune.bassano.vi.it Giardino botanico costituito a partire dal 1805 dal botanico Alberto Parolini e giunto a contare 3200 specie diverse. Monumento nazionale dal 1909. Esemplari arborei notevoli per varietà (pino di Parolini, noce del Caucaso, maclura) e dimensioni (tasso, platano, cedro del Libano). Sede di manifestazioni di giardinaggio. 31. Parco di villa Angarano Loc. Sant’Eusebio Via Corte 15 Tel. 0424 503086 www.villaangarano.com

www.villagiusti.com Nei sobborghi sud-est, importante complesso seicentesco con villa di nobili proporzioni, ali porticate e cappella dal pregevole interno. Sulla parte anteriore il giardino formale. Sul retro il parco romantico, fra i più significativi della provincia. Sede della Fondazione «Domenico Tolio». Manifestazione «Rose in villa Giusti». 33. Parco di villa Rezzonico Borella Via Cà Rezzonico 68 Tel. 0424 220672 – 348 5646447 www.villarezzonicoborella.com Sulla strada per Cittadella, notevole complesso del primo ’700, riferito a Baldassare Longhena e Giorgio Massari. Nella villa scenografico salone barocco a doppia altezza. Giardino anteriore deli-

Bassano del Grappa - Villa Angarano

Notevole complesso architettonico sito nell’Oltrebrenta, concepito da Andrea Palladio nel 1548, ma completato nel secolo successivo. Le due ali porticate sono ascrivibili al maestro. Il corpo dominicale, di fisionomia barocca, si deve invece a un architetto della cerchia del Longhena. Parco con notevoli esemplari arborei (cedro dell’Himalaya, farnia, leccio, sequoia gigante). Azienda vinicola. 32. Parco di villa Giusti del Giardino Via Travettore 30 Tel. 339 3935222

mitato dalle ali porticate. Corredo scultoreo degno di nota. Parco paesistico. Sede di eventi. Breganze 34. Parco di villa Diedo Via Montegoggio 29 Tel. 0445 873121 Sulla strada che sale a San Giorgio di Perlena, edificio a pianta quadrata edificato verso la metà del ’600 al colmo di un colle. Notevole portale con lunga scalinata d’accesso rettilinea. Parco paesistico tra i più significativi della provincia con notevoli esemplari arborei, tra cui un maestoso calocedro.


35. Parco di villa Savardo Via Riva 20 Tel. 0445 873194 www.villasavardo.it Al margine est dell’abitato, articolato complesso seicentesco con corpo padronale, annessi rustici e chiesetta, attualmente sede di un istituto religioso. Vasto parco con diversi alberi pluricentenari, tra i quali un tiglio dalla chioma maestosa. Bressanvido 36. Parco di villa Mezzalira Via San Benedetto 27 Tel. 0444 660991 Sulla strada per Pozzoleone, complesso signorile riformato su preesistenze benedettine. Ai rimaneggiamenti del primo ’800 si deve la facciata con ariosa loggia su portico. Parco ricco di notevoli esemplari arborei, tra i quali diversi liriodendri e tassodi, e una Gingko biloba tra le più grandi d’Italia. Costabissara 37. Parco di villa Bissari, «il Castello» Via Sant’Antonio 37 Tel. 0444 601015 Complesso sorto sul sito dello scomparso castello medievale, a dominio dell’abitato, e rimaneggiato nel 1877 in pittoresche forme neogotiche. Il vasto pianoro circostante è sistemato a parco paesistico con notevole corredo arboreo. Banchetti ed eventi. 38. Parco di villa San Carlo Via San Carlo 1 Tel 0444 971031 www.villasancarlo.org La villa sorge sulla collina che domina il centro storico. Grande loggia-belvedere di linee palladiane, probabile opera dell’architetto neoclassico Ottone Calderari. Parco con diversi esemplari arborei di rilievo, tra cui un cedro del Libano di 500 anni. Sede di un centro religioso. Dueville 39. Parco di villa Porto Pedrotti Località Pilastroni – Via Da Porto 3/5 Tel. 0444 594240

Bressanvido - Villa Mezzalira

Nobile architettura attribuita ad Andrea Palladio (1554) o ad architetto della sua cerchia. Le ali laterali sono tra le aggiunte ottocentesche di Antonio Caregaro Negrin. Alla villa fa da sfondo un vasto parco romantico vivacizzato da corsi d’acqua, disegnato da Francesco Bagnara. Grumolo delle Abbadesse 40. Parco di villa Canal Via Piave 25 Tel. 0444 583147 – 338 8140998 www.villacanal.it A margine dell’abitato, in un interessante contesto di risaie, il complesso di formazione settecentesca si compone di un corpo dominicale e di rustici porticati che chiudono su tre lati il giardino formale, con notevole statuaria. Graziosa chiesetta. Retrostante parco. Banchetti ed eventi. 41. Parco di villa Godi Piovene Loc. Sarmego – Via Piovene Tel. 0445 361520 – 348 7817645 www.villagodipiovene.it

Il complesso risalente alla fine del ’500 risalta nelle campagne lungo la strada che collega Vicenza a Padova. La residenza è affiancata da un grande portico funzionale alla lavorazione del riso. Arioso parco all’inglese con cappella affacciata al canale antistante. Notevoli esemplari arborei (cedri, platani). Banchetti ed eventi. Isola Vicentina 42. Parco di villa Guardini Via Canova 18 Tel. 348 7445879 www.proisola.it A margine dell’abitato, villa del 1827 ha sobria fisionomia ma notevoli interni con suggestivo salone a doppia altezza. Rustico porticato e serra con cedraia a vetrate. Pittoresco parco paesistico ricco di essenze. Sede di manifestazioni pubbliche. Longare 43. Parco di villa Trento da Schio Loc. Costozza


Via Bixio 8 Tel. 0444 555038/638188 Villa imponente, ma di fisionomia sobria, eretta nel 1645 probabilmente da Antonio Pizzocaro sullo sfondo di un grande parco. Graziosa chiesetta a margine sulla strada. Nella proprietà si trova un cipresso plurisecolare, tradizionalmente legato al soggiorno di Galileo Galilei a Costozza.

Via Braglio 22 Tel. 0424 411456 – 349 5259226 Nel centro urbano, è notevole architettura d’ispirazione palladiana del primo ’700, da taluni attribuita a Francesco Muttoni. Degna di nota la cappella di fondazione medievale. Vasto parco all’inglese con pittoresco laghetto. Banchetti ed eventi.

Lonigo 44. Parco di villa Pisani Ferri, «la Rocca Pisana» Via Rocca 1 Tel. 0444 831625 In posizione dominante, sul sito della rocca medievale, questa maestosa villa è opera del 1576 di Vincenzo Scamozzi, erede spirituale del Palladio. Ispirata alla Rotonda di Vicenza, è architettura a pianta centrale e cupola. Suggestivi interni con grande salone a tutta altezza. Ampia tenuta con bosco collinare. Notevole panorama. 45. Parco di villa San Fermo Via S. Fermo 17 Tel. 0444 830067 – 335 6253442 www.villasanfermo.com Sul colle a ridosso del paese, articolato complesso cresciuto nel tempo su preesistenze benedettine. Tutt’intorno vasto parco romantico con laghetto, ricco di piante secolari (bagolari, farnia, sofore, tassodi) e suggestive presenze architettoniche, tra le quali l’antica chiesa di Santa Colomba.

Montecchio Precalcino 48. Parco di villa Bonin Longare Viale Europa Unita Tel. 0445 868111 Su un’altura tra Montecchio e Sarcedo, articolato complesso con residenza di fisionomia neogotica. Vasto parco all’inglese, tra i più significativi della provincia per varietà botanica e monumentalità di alcuni esemplari arborei (sequoia gigante, tassodio). Notevole panorama. Sede ospedaliera. Montegaldella 49. Parco di villa Conti Lampertico, «la Deliziosa» Via Roma 16 Tel. 0444 737316 Nel centro urbano, complesso seicentesco con

Malo 46. Parco di villa Castellani Fancon Via Muzana 11 Tel. 0445 607775 Nel centro storico si trova questa residenza dalla fronte allungata, di nitide linee neoclassiche. Sul retro, giardino all’italiana con bella serra cupolata su progetto di Antonio Caregaro Negrin. Sul lato opposto della strada permane parte del parco ottocentesco, dello stesso architetto, con grazioso ponticello all’orientale. Mason 47. Parco di villa Angaran delle Stelle

Malo - Villa Castellani Fancon

villa e ariosi porticati delimitanti una vasta area tenuta a giardino all’inglese. Retrostante giardino all’italiana con eccezionale corredo scultoreo di artista della cerchia di Orazio Marinali, probabilmente su impostazione di Francesco Muttoni. Mossano 50. Parco di villa di Montruglio Via Montruglio 9 Tel. 0444 886222-886838 www.villadimontruglio.it Sulla pedecollinare che conduce a Nanto si trova questa significativa villa barocca di fine ’600, probabilmente firmata da Antonio Pizzocaro. A fianco monumentale porticato con annessa cappella dovuti a Francesco Muttoni. Parco all’inglese sullo sfondo di una vasta tenuta a bosco e coltivi. Banchetti ed eventi. Mussolente 51. Parco di villa Negri Piovene Via della Vittoria 39 www.villapiovene.com Alta su un colle, sullo sfondo delle Prealpi, questa maestosa villa settecentesca appare affiancata da alti portici e introdotta da una scenografica


scalinata. Corte posteriore con esedra e fontana. Tutt’intorno vasto parco paesistico con notevole corredo arboreo. Soggiorni, eventi e banchetti. Quinto Vicentino 52. Parco di villa Tacchi Via Quintarello 18 Tel. 0444 356511 – 346 6800746 Nella bella campagna del fiume Tesina, complesso settecentesco preceduto da peschiere. Corpo padronale affiancato su ambedue i lati da foresterie ritmate da ampi archi. Nel giardino anteriore una tuia e due cedri del Libano plurisecolari. Sul retro suggestivo parco all’inglese con laghetto bordato da tassodi. Pittoresco ponticello all’orientale e boschetto di bambù. Banchetti ed eventi. Romano d’Ezzelino 53. Parco di villa Cornaro Via Cà Cornaro 5 Tel. 0424 33705 Nella campagna tra Romano e Bassano questo articolato complesso risalta nella cornice di un pittoresco parco all’inglese. Elementi di particolare interesse sono due cedraie progettate nel 1615 da Vincenzo Scamozzi. Degna di nota una sequoia plurisecolare. Sede di una struttura sanitaria.

Quinto Vicentino - Villa Tacchi

Rosà 54. Parco di villa Dolfin Via Giardini 4 Tel. 0424 585866 La grande proprietà di villa Dolfin risalta nelle campagne tra Rosà e Cartigliano. La residenza è nobilissima architettura della seconda metà del Seicento con grande corte porticata e giardino formale. Verso la strada si stende il parco romantico, uno dei più vasti del Vicentino, dovuto ad Alberto Parolini e Francesco Bagnara. 55. Parco di villa Diedo Favaretti Via Cà Diedo 63 Tel. 0424 585866 La strada che da Rosà scende verso Cittadella attraversa la tenuta separando la villa dalla corte rurale. Il complesso, – residenza, rustici e notevole cappella – è settecentesco. Degno di nota il portale che inquadra il giardino e la facciata. Pittoresco il parco paesistico progettato da Alberto Parolini. Rossano Veneto 56. Parco di villa Caffo, «Cà Dotta» Via Bassano 21 Tel. 0424 547111 Al centro del paese, è architettura del 1740, di

fisionomia palladiana. Il corpo residenziale, a pronao sporgente su due livelli, è preceduto da una scalea e affiancato da portici su cinque archi. Sede di mostre ed eventi. Notevole il parco all’inglese. 57. Parco di villa Comello Via Mottinello Nuovo 43 Tel. 0424 540944 www.camillianimottinello.it Grandioso complesso architettonico settecentesco, con corpo residenziale affiancato da foresterie porticate che abbracciano un giardino a parterre. Retrostante, oltre un’ampia superficie prativa, è il vasto parco romantico impostato attorno a un sinuoso laghetto. Sede di un istituto religioso. San Germano dei Berici 58. Parco di villa Priuli Lazzarini Tel. 0444 868025 – 346 7007782 www.villapriulilazzarini.it L’articolato complesso di villa Priuli si sviluppa su un leggero declivio della Val Liona. L’architettura rimanda a Vincenzo Scamozzi, erede spirituale del Palladio. Di fronte alla villa è il giardino formale. L’area cintata del brolo è stata invece convertita a parco romantico. Sandrigo 59. Parco di villa Sesso Schiavo Via San Lorenzo 7 Tel. 348 2484930 www.villasessoschiavo.eu Al margine meridionale dell’abitato si trova questo complesso cintato del 1570. Attorno alla corte risaltano un grande edificio a portico con sale affrescate e un grazioso edificio residenziale settecentesco. Parco di dimensioni contenute ma nel complesso pittoresco. Soggiorni, eventi e banchetti. 60. Parco di villa Zanini Cavalieri Via IV Novembre 13/15 Tel. 0444 658148 Nel centro abitato questa sobria residenza settecentesca viene attribuita all’architetto Ottavio Bertotti Scamozzi. Verso sud un’antica recinzione in ciottoli e laterizio delimita il parco romantico, ideato da Antonio Caregaro Negrin. Corsi d’acqua


confluiscono in un laghetto in riva al quale sorge un oratorio a pianta poligonale. Sarcedo 61. Parco di villa Capra Bassani Via Villa Capra 39 0445 884959 – 393 0114408 www.villacaprabassani.it Nella campagna attraversata dalla roggia Verlata questa nobile architettura palladiana del 1770 si presenta su un’alta scalea. Preceduto da una peschiera è il giardino in parte all’italiana, scandito da vasi di agrumi, e in parte all’inglese. Soggiorni, eventi e banchetti. Schiavon 62. Parco di villa Chiericati Lambert Loc. Longa – Via Peraro 7 Tel. 0444 510627 – 348 8107185 340 2429137 Architettura palladiana con corpo centrale a unico livello scandita da sette archi. Sensibili modifiche ottocentesche di Antonio Caregaro Negrin, affiancato dal committente Jacopo Cabianca nel progetto del vasto parco romantico. Notevoli esemplari arborei (farnia, tiglio, tassodi). Sede di un’accademia musicale. Sovizzo 63. Parco di villa Curti Via Roma 64 Tel. 0444 551009 – 347 3657180 www.villacurti.it La villa è fulcro di un complesso di notevoli dimensioni, sullo sfondo di un giardino all’inglese. La residenza è architettura di fine ’500. Le ali sono aggiunte recenti come il piccolo teatro ‘all’antica’, ricavato nell’angolo del giardino. Notevoli esemplari arborei (olmo, platani, pini, tasso). Eventi e banchetti. Thiene 64. Parco di villa Porto Colleoni, «il Castello» Corso Garibaldi 2 Tel. 0445 380879 – 329 8541962 – 339 1362186 www.castellodithiene.com

Velo d’Astico - Villa Velo

Nel cuore di Thiene, residenza principesca di fisionomia castellana cinta da alte mura merlate. Tra le adiacenze spicca la scuderia, attribuita a Francesco Muttoni. Graziosa cappella al di là dalla strada. Pittoresco parco con grotta artificiale. Eventi e banchetti. Sede della manifestazione di giardinaggio «Viridalia». Valdagno 65. Parco di villa Marzotto, «la Favorita» Viale Duca d’Aosta 1 Tel. 0445 428260 A margine della Città Sociale annessa alle industrie Marzotto, sul finire degli anni Venti del Novecento viene avviata la costruzione di una grande villa circondata da uno scenografico parco. Rimasta incompiuta l’architettura, la tenuta è interessante testimonianza del gusto paesaggistico del periodo. Parco pubblico. Velo d’Astico 66. Parco di villa Velo Via Venini 64 Tel. 0445 712140-740320 La villa sorge in posizione pittoresca al cospetto delle vette del Novegno e del Cimone. Sul retro dell’edificio centrale si stende un giardino all’italiana con siepi di bosso di raffinato disegno. Il

luogo è legato alla memoria di Antonio Fogazzaro, che vi ambientò il romanzo «Daniele Cortis» (1885). All’interno interessante ciclo affrescato a soggetto ottocentesco. 67. Parco di villa Montanina Via Montanina 1 Tel. 0445 741269-714162-740128 Singolare architettura in stile eclettico del primo Novecento. Lo scrittore Antonio Fogazzaro vi ambientò il romanzo «Leila», pubblicato nel 1911. La villa ha una facciata di linee sinuose, con due grandi colonne pompeiane, e un grande salone interno. Amplissimo è il parco, animato da ruscelli.



Boschi grandi alberi e foreste


Vicenza e

Alta pianura Sono stati i monaci benedettini nel Medioevo ad attuare quelle bonifiche che hanno trasformato la primordiale distesa di foreste umide in uno scenario di campi praticamente senza soluzione di continuità. In origine a dominare il bosco planiziale era la farnia, quercia maestosa capace di superare i 40 metri di altezza. Gli alberi plurisecolari oggi sono rari, ma risaltano subito lungo le siepi o nei boschi ripariali lungo i fiumi rigorosamente arginati. La campagna coltivata ha una sua bellezza ed anche elementi d’interesse botanico, ma è ben poco in confronto alla biodiversità delle residue zone rimaste allo stato naturale. Questo avviene soprattutto nella cosiddetta ‘fascia delle risorgive’, poco a nord del capoluogo, dove si contano quelle decine di affioramenti idrici che alimentano fiumi come il Bacchiglione, il Retrone e il Tesina. La risorgiva, altrimenti detta fontanile (in dialetto ‘fontanasso’), si verifica nel punto in cui la falda freatica interseca il piano di campagna,

ovvero dove le acque dei torrenti montani, penetrate nel sottosuolo ghiaioso dell’alta pianura, incontrano gli strati argillosi di quella bassa e tornano alla luce. Le risorgive hanno la loro prima manifestazione nelle polle (‘boj’ o ‘boje’), da dove l’acqua ruscella fino a raggiungere i fossi che si riuniscono nel fiume. L’ambiente formato da questi specchi d’acqua a temperatura costante di 1516 gradi è molto particolare per via della vegetazione sommersa che resta lussu-

reggiante anche d’inverno, quando la campagna è immersa nel gelo. La componente arborea comprende salice, pioppo e ontano, oltre al platano introdotto come pianta da reddito, con sottobosco di sambuco, biancospino, sanguinella ed anche specie più rare come la frangola. Tipici abitanti delle acque di risorgiva sono la trota di torrente e lo scazzone, meglio noto come ‘marsone’. Molto ricca la fauna alata, con aironi, anatre e un ricco corteggio di uccelli canori.


Archivio Provincia di Vicenza

Parco delle sorgenti del Bacchiglione Via Bissolati – Dueville www.vicenzanatura.org Il Bacchiglione nominalmente nasce a Dueville, quando le acque del Bacchiglioncello, che raccolgono le rogge della zona di Novoledo, si uniscono alle acque dei torrenti Timonchio, Igna e della roggia Verlata. Più avanti il fiume raccoglie le acque dell’Orolo (torrenti compresi tra Malo e Isola Vicentina), dell’Astichello (che nasce a monte di Cavazzale ma conta anche l’apporto della roggia Chiuppese), del Retrone (originato da due torrenti tra le colline di Creazzo e Sovizzo e si arricchisce di acque di risorgiva) e del Tesina (che proviene da Sandrigo, dove raccoglie anche le acque dell’Astico). La zona più interessante resta comunque il triangolo tra Dueville, Caldogno e Villaverla; percorrendo le strade maggiori, se ne intuisce la bellezza, ma è inoltrandosi verso le località minori che si scoprono i suoi piccoli tesori. Il parco interessa la zona di origine del fiume, a cavallo del confine tra i comuni di Dueville e Villaverla. Si tratta di un’area planiziale di grande rilevanza naturalistica, – il cosiddetto Bosco di Dueville, – dove si riscontra la vegetazione tipica delle zone umide di pianura, dai boschi igrofili a salici, pioppi e ontani, alle erbe acquatiche vere e proprie. Notevole anche la fauna stanziale e migratoria con

aironi, anatre e la significativa presenza del martin pescatore. Meno appariscente, ma altrettanto importante, la rassegna degli anfibi (rana di Lataste, rana agile, raganella italica) e dei pesci (barbo, vairone, lasca, lampreda, scazzone). Tutt’intorno, una campagna d’antica bellezza con prati stabili e arativi, incorniciata da siepi e filari arborati, con le presenze faunistiche tipiche dell’habitat agrario. Nell’ambito del progetto comunitario «Life+» l’Assessorato ai Beni Ambientali della Provincia di Vicenza ha promosso la rivalutazione dell’intero contesto delle Sorgenti del Bacchiglione. Tra le attività intraprese nel 2011 risalta in località Mulino del Bosco la ricostituzione dell’area delle risorgive che danno origine al fiume e

dell’alveo del Bacchiglioncello che rappresenta il primo ramo fluviale di una certa consistenza. Questa azione ha comportato il ripristino della morfologia originaria del corso del fiume grazie all’ausilio della cartografia storica austriaca. A progetto completato, l’area si presenterà come un parco attrezzato per il tempo libero e le attività all’aria aperta.


Vicenza Bosco periurbano delle Maddalene e sorgenti della Seriola Strada comunale delle Maddalene Area attrezzata - Piste ciclabili Nel quadrante nord-ovest del comune, alle falde del Monte Crocetta si trova l’antico borgo con l’ex convento di S. Maria Maddalena. L’area tutelata comprende le risorgive della Seriola, corso d’acqua che poi attraversa il centro di Vicenza, e la Boja delle Maddalene, bacino in parte di origine artificiale. Vegetazione arborea naturale a olmo, ontano e salice; interessante vegetazione acquatica. Uccelli nidificanti: cannareccione, usignolo di fiume, martin pescatore. Notevole presenza di anfibi: rana di Lataste, tritone punteggiato, raganella italica. Su 3 ettari bosco misto di nuovo impianto con sentieri e aree di sosta. Bosco periurbano di Ponte del Quarelo Loc. S. Agostino - Via Ponte del Quarelo Tel. 0444 221360 - urp@comune.vicenza.it Nel quadrante sud-ovest del comune si trova questa formazione forestale di 9 ettari impiantata nel 2007 ad alberi e arbusti autoctoni, potenzialmente collegata al Parco del Retrone. Lo scenario è testimone delle antiche attività agricole della vicina abbazia di S. Agostino.

Pervinca

Vicenza. La Rotonda e la Valletta del Silenzio

Bosco periurbano della Carpaneda Via Carpaneda Tel. 0444 221360 - urp@comune.vicenza.it Nel settore est del comune si trova questa area di 6,7 ettari destinata nel 2009 a bosco di pianura con contestuali funzioni di difesa idrogeologica: in caso di forti piogge, infatti, la zona funge da ‘cassa di espansione’, ovvero può essere allagata a protezione del centro abitato. Oasi didattico-naturalistica «Valletta del Silenzio» Stradella della Rotonda Tel. 0444 221360 - urp@comune.vicenza.it Sentiero natura - aree pic-nic Nel quadrante sud-ovest della città, proprio a ridosso della Rotonda del Palladio, questa oasi di 3,5 ettari tutela un pittoresco contesto agrario con campi, prati, siepi, fossi e boschetti. È la cosiddetta «Valletta del Silenzio», descritta da Antonio Fogazzaro nel romanzo Piccolo Mondo Moderno. Il percorso di visita consente di passare in rassegna tre differenti ambienti: la foresta di pianura, il paesaggio agricolo e l’ambiente acquatico con

uno stagno. Frutteto di varietà antiche ed esempio di tradizionale vigna ‘maritata’. Nelle vicinanze dell’oasi parte un sentiero collinare di collegamento al parco di Villa Guiccioli. Oasi naturalistica «Stagni di Casale» Strada delle Caperse 155 Tel. 0444 911206 - 328 4072727 www.oasidicasale.it Sentieri natura - Capanni birdwatching Area ricreativa - Visite guidate Nei sobborghi sud-est della città, questa oasi naturalistica di 30 ettari comprende una serie di specchi d’acqua acquitrinosi originatisi a seguito dell’escavazione dell’argilla. La cessazione dell’attività estrattiva ha portato allo sviluppo di formazioni arboree per lo più a salice e pioppo, con residui dell’originario bosco planiziale a farnia. Il sito è rilevante per la fauna alata stanziale e migratoria tipica delle zone umide (aironi, anatre). Notevole la presenza di anfibi (rane, tritoni) e rettili (testuggine palustre). Dal 2002 la zona è stata adibita a oasi naturalistica e affidata dal Comune in gestione al WWF.


Parco agricolo-fluviale del Retrone Quartiere Ferrovieri Tel. 0444 221360 - urp@comune.vicenza.it Manifestazioni pubbliche (feste, concerti) Approdo sport acquatici (kajak e canoa) Il fiume Retrone nasce a Sovizzo tra le colline a nord-ovest di Vicenza e confluisce nel Bacchiglione dopo aver attraversato il centro urbano. La zona a parco si stende su 50 ettari al margine sud-ovest dell’abitato. L’istituzione risale al 1998 e si deve alla collaborazione tra Comune e Legambiente. Ambienti a campi e prati, con alberatura sparsa, sullo sfondo della campagna della Gogna, del versante boscato di Monte Berico e dei Colli. Parco dell’Astichello Viale Fratelli Bandiera - Viale Cricoli Tel. 0444 221360 - urp@comune.vicenza.it Il fiume Astichello nasce da numerose risorgive sparse nelle campagne di Cavazzale, in comune di Monticello Conte Otto, e dopo circa 7 km confluisce nel Bacchiglione nel centro storico di Vicenza, all’altezza di Parco Querini. Il territorio dell’Astichello conta numerose ville, tra le quali la residenza del poeta Giacomo Zanella, accorato cantore di questi luoghi. La zona a parco, compresa tra via Fratelli Bandiera e viale Cricoli, è in fase di avanzata realizzazione e in futuro riguarderà anche aree oltre il confine del capoluogo. Particolarmente interessante, la zona delle Risare di Cavazzale, testimone dell’antico utilizzo agrario a risaia o prato stabile da parte di comunità monastiche benedettine. Bressanvido Sorgenti del Tergola Loc. Poianella Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Polla di risorgiva isolata contornata da vegetazione arborea (ontano, pioppo, salice). Vegetazione acquatica. Spinarello, lampreda padana. Sorgenti dell’Usellino Loc. Palazzo del Vicerè Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area in cui sono presenti due polle di risorgiva e una roggia da esse alimentata, contornate da una fitta vegetazione arborea.

Scorcio tipico delle Risorgive

Caldogno Boja di Cresole Via Pagello Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area di 2 ettari occupata da polle di risorgiva e bosco. Picchio rosso maggiore, usignolo di fiume, rigogolo, martin pescatore. Rana di Lataste. Boja di Rettorgole Loc. Rettorgole - Via Palazzina Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area di 2 ettari con polle di risorgiva. Boschetti igrofili (ontano, salice, frangola) e vegetazione di fosso. Usignolo di fiume. Rana di Lataste. Boschetto dei Due Ponti Via Pagello Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno

Area di 5 ettari comprendente un bosco con polle e rogge di risorgiva. Ontano, salice, pioppo. Rigogolo, martin pescatore. Ramarro, biacco. Ex cave di Vegre e di Pomaroli Loc. Capovilla - Via Vegre - Via Pomaroli Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Ex cave di argilla su 2 ettari di superficie con vegetazione arborea delle zone umide (salice, pioppo). Capriolo. Gufo comune, pendolino. Rana verde, raganella, tritoni. Risorgive di Roggia Muzzana Via Gardellina Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area di 3 ettari con bosco igrofilo, polle di risorgiva e rogge. Martin pescatore, usignolo di fiume. Rana di Lataste. Ramarro.


foto arch. G Pendin

Costabissara Boja di Motta Loc. Motta - Via Damiano Chiesa Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Stagno di risorgiva, circondato da un’area boscata di 2 ettari a pioppo, ontano e sambuco. Vegetazione tipica delle rogge. Rana di Lataste. Pozzoleone Golena di Belvedere Loc. Belvedere - Via XXV Aprile 5 c/o C. Toaldo Stagione consigliata: primavera. Area di 2 ettari con depressioni umide all’interno della golena del fiume Brenta. Flora delle zone ripariali (salice, carice). Cappellaccia, succiacapre. Golena di Friola Loc. Friola - Via Casonetto Stagione consigliata: primavera. Area di 3 ettari presso il fiume Brenta. Boschi a salice e pioppo. Carici e specie affini. Rospo comune, tritone crestato e punteggiato. Picchio rosso e gufo. Sandrigo Torrente Astico a Passo di Riva Ponte SS. Marosticana - Ponte Lupia Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno L’Astico è uno dei corsi d’acqua più integri del Vicentino. In questa zona di pianura è degna di nota questa area di 41 ettari con rive boscate a salici e bacini d’acqua a lenta corrente con vegetazione acquatica. Uccelli migratori. Anfibi e rettili.

Scorcio caratteristico delle Risorgive dell’Astichello

Le sorgenti del Bacchiglione

Bojeroni di Lupia Loc. Lupia - via Tesina Stagione consigliata: primavera Zona agricola di 4 ettari caratterizzata da prati stabili, siepi arborate e polle di risorgiva. Salice, olmo, ontano. Flora delle risorgive. Martin pescatore. Anfibi e rettili. Sorgenti del Tesina Zona nord del comune di Sandrigo Stagioni cosigliate: primavera - estate - autunno Polla di risorgiva contornata da vegetazione boschiva (1 ettaro). Flora e fauna delle zone umide. Campagna con siepi e filari alberati.

Torri di Quartesolo Parco fluviale del Tesina Via Roma - Tel. 0444 250201 urp@comune.torridiquartesolo.vi.it Il fiume Tesina nasce da risorgive nei pressi di Sandrigo e dopo 26,5 km confluisce nel Bacchiglione in località S. Pietro Intrigogna, nelle campagne a est di Vicenza. Nel centro abitato di Torri di Quartesolo il fiume è varcato da un ponte progettato nel XVI secolo da Andrea Palladio, destinato a diventare fulcro di un parco fluviale. Villaverla Area delle sorgenti di Villaverla Via Palladio 124 c/o Centro Idrico di Novoledo Tel. 0445 350406 - www.centroidriconovoledo.it Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Zona agricola di 26 ettari caratterizzata da prevalenza di prati stabili, con polle e rogge di risorgiva e siepi ripariali. Rimboschimento con specie arboree caratteristiche dei boschi planiziali. Prati umidi del Bosco Loc. Villanova - Cà Colmetti Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area di 3 ettari con numerose polle e rogge di risorgiva. Boschetti a salici e ontani. Flora acquatica. Capriolo. Aironi. Anfibi e rettili.


Colli Berici e Bassa Pianura

I Colli Berici sono una formazione di morbidi rilievi distribuiti su un’area romboidale con diagonali di 24 chilometri tra Vicenza e Orgiano, e di 20 chilometri tra Lonigo e Longare. La natura del rilievo è per lo più calcarea e a ciò si deve tanto la ricchezza di cavità carsiche e la conseguente scarsità di acque superficiali, quanto il carattere prevalente della vegetazione. Le formazioni boschive più comuni sono composte da roverella, carpino nero, ciliegio canino e sanguinella,

che nelle stazioni più calde lasciano spazio a boscaglie di specie ‘mediterranee’ come siliquastro, terebinto e marruca. A margine si stende il prato arido che si accende dei colori di fioriture sorprendenti, come nel caso di pulsatilla e frassinella. Dove questa vegetazione è stata rimossa hanno trovato spazio la vite e l’ulivo. La disponibilità d’acqua determina variazioni su questo tema botanico fino al caso delle vallecole più profonde, i cosiddetti ‘scaranti’, dove

la consociazione prevalente, per quanto rarefatta, è fra l’acero montano e il tiglio nostrano. Nello scenario calcareo dei Berici non mancano inserti di rocce scure di origine vulcanica, alle quali corrisponde la presenza del castagno. Degni di nota sono anche certi calcari derivati dalle scogliere coralline formatesi nell’era geologica in cui solo le cime dei colli emergevano dal mare che copriva l’area tra le Alpi e gli Appennini; se ne ha esempio nella rupe di Lumignano, dove si trovano specie rare come il capelvenere e la sassifraga berica. Le acque inghiottite dal sottosuolo carsico affiorano ai margini dei colli e in passato formavano estese zone umide. L’unica risparmiata dal secolare lavoro di bonifica è il lago di Fimon. Per quanto modificato, questo specchio d’acqua conserva ancora lembi dell’antica vegetazione: dalla copertura galleggiante di ninfee al canneto con un bordo esterno a carici, fino al bosco a salici, pioppi e ontani lungo le rive.


Il Progetto Life+ Colli Berici L’Assessorato ai Beni Ambientali della Provincia di Vicenza sta attuando una serie di interventi volti a tutelare la biodiversità nei Colli Berici e tutto questo grazie al cofinanziamento della Commissione Europea, del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, del Servizio Forestale Regionale, di Veneto Agricoltura e di 12 Comuni Berici. L’intervento principale consiste nella valorizzazione del territorio grazie al ripristino di 130 chilometri di sentieri, suddivisi in 20 percorsi molto interessanti sia dal punto di vista naturalistico che storicopaesaggistico. Accanto ai sentieri si stanno realizzando azioni a tutela della biodiversità che nei Berici è di eccezionale importanza, e principalmente: recupero di prati aridi, ambiente elettivo di specie vegetali rare come lo zafferano selvatico e la speronella, e di uccelli come il succiacapre e l’averla piccola; interventi silvicolturali nelle formazioni boschive dell’acero-tilieto, tipiche delle

vallecole più profonde dette ‘scaranti’; recupero delle pozze di collina, un tempo a servizio dell’agricoltura, oggi preziose per la sopravvivenza di anfibi come la Rana di Lataste e rettili come la testuggine palustre; protezione delle grotte naturali, fondamentali per la sussistenza di colonie di pipistrelli. 1. Sentiero dei Monti Comunali di Altavilla Punto di partenza: Polo Polisportivo Via Mazzini 26 – Altavilla V. La passeggiata raggiunge la zona dei Monti Comunali, caratterizzata da una ricca copertura boschiva. Percorso ad anello con tracciato principale di circa 8 km e sentieri di collegamento per altri 2 km. Tempo di percorrenza, circa tre ore e mezza. Pendenza massima 22%. Tracciato ridotto di circa 3,5 km. 2. Sentiero Salve Regina Punto di partenza: Contrada Cestonaro Valmarana di Altavilla V. Il sentiero prende il nome dalla chiesa che si trova sopra Archivio Provincia di Vicenza

I Monti Comunali di Brendola

Valmarana, graziosa frazione collinare di Altavilla. Il tracciato si sviluppa sui versanti del Monte Soro e dei Monti Comunali di Altavilla in una zona di boschi aperti da radure. Tracciato ad anello di circa 6,5 km. Tempo di percorrenza circa 2 ore. Pendenza massima intorno al 15%. 3. Sentiero delle Fontane Punto di partenza: Polo Polisportivo Via Mazzini 26 – Altavilla V. Il sentiero passa in rassegna le antiche fontane delle contrade rurali sparse sulle colline di Altavilla. Superata la fascia a vigne e coltivi, il percorso attraversa pittoresche zone a prati e macchie boscate. Percorso ad anello di 4 km. Tempo prevedibile di percorrenza 1 ora. Pendenza massima attorno al 5%. 4. Sentiero dei Monti Comunali di Brendola Punto di partenza: Via Valle Centro di Brendola Sentiero interessante sotto l’aspetto storico-naturalistico con vista sulle vestigia medievali del Castello di Brendola e sviluppo attraverso boschi di latifoglie e prati aridi dalla caratteristica flora. Tracciato ad anello di 10,5 km con altri 2 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa tre ore e mezza. Pendenza massima 18%. 5. Sentiero di San Vito Punto di partenza: piazza della Chiesa San Vito di Brendola Il sentiero prende il via dalla


frazione collinare di San Vito, dove resta una piccola chiesa conventuale benedettina del XV secolo, e si sviluppa per lo più attraverso densi boschi di latifoglie. Percorso ad anello di circa 9 km. Tempo di percorrenza circa tre ore e mezza. Pendenza massima attorno al 20%. 6. Sentiero delle Rose Punto di partenza: Valle dei Mulini – Castegnero Il sentiero parte dall’abitato di Castegnero e sale in quota verso Monte Sasso per poi ridiscendere per Contrà Sermondi verso il paese. Il tracciato attraversa boschi intervallati da radure con la tipica flora dei prati aridi. Percorso ad anello di 6 km. Tempo di percorrenza circa due ore. Pendenza massima attorno al 20%. 7. Sentiero delle Priare Vecchie Punto di partenza: piazza della Chiesa Lumignano di Longare Il sentiero sfila sotto la rupe calcarea e sale verso le contrade Giacomelli e Fiscato, attraversando prima delle zone coltivate e poi un fitto bosco ceduo. Rientro attraverso il pittoresco Scaranto Fontana Fredda. Percorso ad anello di 5 km con oltre 3 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa due ore e mezza. Pendenza massima attorno al 20%. 8. Sentiero di San Bernardino Punto di partenza: piazza della Chiesa

Vigneti e boschi del versante orientale dei Colli Berici

Mossano Sentiero molto vario per ambienti (boschi di castagno, uliveti, prati aridi, grotte, pozze d’acqua) ed elementi d’interesse storico (contrade, insediamenti rupestri). Il tracciato si sviluppa tra il Monte Grande e il Monte Capitello. Percorso ad anello di 5 km con 3 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa due ore. PendenIl pittoresco ambiente della rupe di Lumignano

za massima circa 20%. 9. Sentiero Calto-San Gottardo Punto di partenza 1: Chiesa di Zovencedo Punto di partenza 2: Sala Polifunzionale di San Gottardo Sentiero disegnato attorno al Monte Stodegarda in un contesto alquanto vario, con boschi di latifoglie (carpini, querce, castagni) e colture


su terrazze di sasso. Punti di riferimento, la frazione di San Gottardo e le contrade rurali di Calto e Gazzo. Percorso ad anello di 14 km. Tempo di percorrenza circa quattro ore e mezza. Pendenza massima attorno al 16%. 10. Sentiero di Via Longa Punto di partenza: piazza della Chiesa Perarolo di Arcugnano Il sentiero parte dalla frazione alta di Perarolo e scende verso Sant’Agostino percorrendo la verdeggiante Valle dei Calvi. Degno di nota l’antico oratorio di S. Pietro nei pressi di Contrà Zanchi. Percorso ad anello di 8,5 km con 3,5 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa quattro ore. Pendenza massima attorno al 17%. 11. Sentiero della Valle dei Mulini Punto di partenza: Valle dei Mulini Arcugnano

Uliveti lungo il sentiero di Monte Alto

Il sentiero si sviluppa prima tra i coltivi e quindi sui versanti verdeggianti alla testata della Valle dei Mulini, ricca di acque correnti, toccando la località Soghe e varie contrade collinari. Percorso ad anello di 13 km con 2 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa quattro ore. Pendenza massima del 18%. 12. Sentiero Pederiva-Faeo Punto di partenza: Centro Sportivo Pederiva di Grancona Il sentiero parte da Pederiva e attraversa la Val Liona prima di salire al verdeggiante Monte Faeo, quindi scende verso la chiesa di S. Antonio e risale il versante opposto alla volta di Grancona e Spiazzo. Percorso ad anello di 8 km con 5 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa tre ore. Pendenza massima attorno al 17%.

13. Sentiero del Crearo Punto di partenza: centro di Grancona Il sentiero parte capoluogo comunale di Grancona in direzione Castelmuretto e risale il versante collinare a coltivi e boschi verso Contrà Monte, quindi aggira il rilievo a mezza costa e si ricollega al tracciato iniziale per la discesa in paese. Percorso ad anello di 4 km con tempo di percorrenza di circa un’ora. 14. Sentiero di Monte Alto Punto di partenza: piazza di Nanto Il sentiero lascia Nanto e attraversa la campagna fino a Contrà Basso, dove inizia la salita verso la collina. Il tracciato affronta un ampio giro che tra boschi e uliveti tocca le contrade Rigo, Tomasetto e Colognato. Percorso ad anello di 9 km con 2 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa tre ore e mezza. Pendenza massima attorno al 20% 15. Sentiero di Orgiano Punto di partenza: piazza Marconi Orgiano Il sentiero attraversa una fascia di prati aridi d’interessante flora e sale al Monte delle Piume, da dove prosegue verso Monte Molinetto lungo un versante d’analogo valore botanico. Il rientro avviene transitando per la località Castello. Percorso ad anello di 9 km. Tempo


Fioriture di ciliegi e siliquastri

Archivio Provincia di Vicenza

di percorrenza circa tre ore. Pendenza massima attorno al 16%. 16. Sentiero di San Germano Punto di partenza: piazza di San Germano dei Berici Il sentiero sale attraverso i caratteristici prati aridi dei Berici, quindi percorre l’altopiano che conduce a Contrà Valli in uno scenario di flora sem-

pre interessante. Il tracciato prosegue tra i boschi dei monti Faeo e Lupia. Percorso ad anello di 7 km con 3 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa tre ore e mezza. Pendenza massima attorno al 20%. 17. Sentiero di Villa del Ferro Punto di partenza: Villa del Ferro San Germano dei Berici Il sentiero parte dal pittoresco abitato di Villa del Ferro e si sviluppa a mezza costa verso l’antica chiesa di S. Lorenzo e la località Cà Beggiato con belle viste sulla Val Liona. Il tracciato prosegue nel bosco salendo verso il Monte Motton. Percorso ad anello di 9 km. Tempo di percorrenza circa tre ore. Pendenza massima attorno al 18%. 18. Sentiero di Campolongo Punto di partenza: Campolongo

Cavità naturali nell’area di Monte Tondo

San Germano dei Berici Il sentiero parte dal suggestivo abitato di Campolongo e sale tra i boschi fino al Monte Cistorello. La seconda parte del tracciato discende le pendici del Monte Roccolo fino a Contrà Palazzetto e quindi al punto di partenza. Percorso ad anello di 11 km. Tempo di percorrenza circa tre ore. Pendenza massima attorno al 19%. 19. Sentiero dell’Eremo di San Donato Punto di partenza: centro di Villaga Il sentiero sale all’Eremo di S. Donato attraverso prati aridi dalla tipica flora e prosegue tra boschi fino al Monte Tondo. Il tracciato in discesa affronta alcuni tornanti su un versante con interessanti caratteri botanici. Percorso ad anello di 8 km con 2 km di sentieri di collegamento. Tempo di percorrenza circa quattro ore. Pendenza massima attorno al 20%. 20. Sentiero delle Reveselle Punto di partenza: Toara di Villaga Il sentiero parte dal pittoresco abitato Toara, sullo sfondo di ordinati vigneti. Il tracciato sale a Contrà Tarche alla volta della Bocca D’Orno, dove cambia pendenza. Ambiente boschivo intervallato da prati aridi d’interessante flora. Percorso ad anello di 4 km. Tempo di percorrenza circa un’ora e mezza. Pendenza massima attorno al 16%.


Altavilla Vicentina Alta Valle Bassona Loc. Valmarana - Case Dalla Pozza Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Zona di 342 ettari con boschi a prevalenza di castagno e interessante vegetazione erbacea. In una cava dismessa, piccola colonia di gruccioni. Risorgive del Retrone Loc. Casalina - Via Palazzetto Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area di 4 ettari occupata da un bosco planiziale a pioppo, ontano e carpino nero cresciuto attorno a polle di risorgiva del fiume Retrone. Flora minore delle aree umide. Sito di nidificazione di aironi. Notevole presenza di anfbi e rettili. Lanca del Retrone Loc. Sant’Agostino - Strada della Colombaretta Stagioni consigliate: primavera - estate Area umida di 9 ettari in corrispondenza di un’antica ansa del fiume. Copertura forestale a ontano con ricco sottobosco. Abbondante flora acquatica e palustre. Usignolo di fiume e martin pescatore. Arcugnano Lago di Fimon Località Fimon Stagioni consigliate: tutto l’anno Specchio d’acqua di 64 ettari con zone paludose ed estesa copertura di ninfee. Importante sito per l’avifauna acquatica stanziale e migratoria. Valle dei Calvi Loc. Valle dei Calvi Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno A sud-est di Vicenza, area umida di 59 ettari sullo sfondo dei Colli Berici. Vegetazione arborea con La verdeggiante cornice del Lago di Fimon

salice, ontano, spincervino, frangola e oppio. Brendola Bojone Risarola Loc. Pedocchio - Via Palladio Stagioni consigliate: primavera - estate Area di 1 ettaro con polle di risorgiva confluenti in una roggia bordata da siepi arborate. Rigogliosa vegetazione sommersa. Rana di Lataste. Laghetto e fossi della piana di Brendola Loc. San Valentino - Via Ortigara Stagioni consigliate: primavera - autunno Zona umida di 3 ettari comprendente uno specchio d’acqua con canneto e le rogge circostanti con rigogliosa vegetazione erbacea. Aironi. Campiglia dei Berici Invaso di Sant’Ubaldo Via Liona Stagioni consigliate: primavera - estate Invaso artificiale di 11 ettari con prati umidi. Interessanti erbacee igrofile. Uccelli di palude. Anfibi (raganella italica) e rettili (testuggine palustre) Longare Rupe di Lumignano Loc. Lumignano - Via Villa Stagioni consigliate: primavera - autunno Sito rupestre e terreni sottostanti con copertura arborea a roverella e arbusti termofili. Vegetazione erbacea tipica dei suoli calcarei con specie esclusive dei Berici. Interessante comunità ornitica: falco pellegrino, picchio muraiolo, passero solitario, codirosso spazzacamino. Da segnalare il pittoresco eremo di S Cassiano e altri siti rupestri.

Ex Cave dei Ronchi Via Ronchi Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area di 7 ettari comprendente tre laghetti. Bordura a salici e caratterisca vegetazione erbacea palustre. Sito di svernamento di uccelli acquatici. Mossano Invaso di Mossano Via Fontanella Stagioni consigliate: primavera - estate Bacino di 3 ettari con canneto e bordura a olmo e salice. Nidificazione di usignolo di fiume, rigogolo e picchio rosso. Rana di Lataste. Orgiano Monte Molinetto Via Castello - Contrada Salvi Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area d’altopiano di 9 ettari con vegetazione tipica dei luoghi aridi: roverella, carpino nero e orniello con sommacco e terebinto. Flora minore con interessanti aspetti mediterranei. Caratteristica presenza di uccelli canori d’area mediterranea, come sterpazzola e occhiocotto. San Germano dei Berici Palù e invaso della Val Liona Località Campolongo Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Zona agraria di 53 ettari parzialmente occupata da un bacino allagato. Interessante vegetazione dei fossi di bonifica. Uccelli tipici degli ambienti acquatici: aironi, martin pescatore, cuculo, usignolo di fiume, pendolino. Villaga Rupe di San Donato Località Noseo - Via San Donato Stagioni consigliate: primavera - autunno Scogliera calcarea con numerosi anfratti e terreni sottostanti per 11 ettari. Copertura arborea a roverella e specie termofile. Vegetazione erbacea delle zone a steppa, con zafferano selvatico. Nidificazione del gheppio e di piccoli uccelli canori d’area mediterranea. Degna di nota la chiesa di S. Donato con circostanti insediamenti rupestri.


Piccole Dolomiti

e Lessinia Vicentina

Il quadrante nord-occidentale della provincia di Vicenza è dominato da quattro gruppi montuosi di natura ‘dolomitica’, ovvero composti da quel calcare di origine marina presente in una ristretta fascia delle Alpi Centrali e studiato per la prima volta a fine Settecento dal geologo francese Dolomieu. Le montagne che ne sono composte sono inconfondibili per le forme – creste affilate, canaloni, torrioni e guglie – e per il colore che assumono nella luce del tramonto. Le Piccole Dolomiti

sono costituite dalla catena delle Tre Croci, dal gruppo della Carega, dalla catena del Sengio Alto e dal massiccio del Pasubio. La massima elevazione è Cima Carega, m 2259, donde l’affettuoso appellativo di Piccole Dolomiti. La flora delle Piccole Dolomiti presenta fasce ben diversificate. Nella parte alta delle valli dipendenti sui suoli calcarei sono protagonisti carpino nero e orniello e su quelli silicei il castagno. A quota superiore si sviluppa la faggeta, mista o pura,

ma sempre con un corredo floristico molto interessante, ivi comprese certe orchidee. Oltre il limite degli alberi la vegetazione legnosa è costituita per lo più dal mugo, attorno al quale prospera una comunità di arbusti dalle fioriture apprezzabili, come i rododendri. Al margine superiore della vegetazione risaltano i fiori di specie come la nigritella rossa o l’aquilegia, mentre sulle pietraie fioriscono la linaiola delle Alpi e il raponzolo di roccia. Caso a se stante è rappresentato dal Monte Summano che si allunga verso sud lungo la val Leogra. I botanici dicono che questa montagna ha la testa fredda e i piedi caldi, ragion per cui custodisce a breve raggio specie mediterranee, come il leccio, una quercia sempreverde, e relitti delle glaciazioni, come certi fiori alpini. Ad accentuare la peculiarità di questa montagna è la collocazione ‘strategica’ al confine di diverse regioni botaniche, accogliendo specie caratteristiche di ognuna in una sorta di grande giardino botanico.


Sentiero dei Grandi Alberi Punto di partenza: località Recoaro Mille Centro Servizio «Le Guide» Tel 0445 75070 368 7176118 www.csleguide.it Il tracciato parte da Recoaro Mille, la principale stazione sportiva di Recoaro, alla quale si accede dal centro con la cabinovia oppure percorrendo la strada che sale tra i boschi dalla località San Quirico. Raggiunta la conca di Pizzegoro, si accede all’altopiano delle Montagnole, che s’allunga fino alla contrada Asnicar e al pianoro della Gazza al cospetto delle spettacolari pareti rocciose della catena delle Tre Croci. Punteggiato da malghe, pozze d’alpeggio e alberi monumentali, l’altopiano rappresenta uno scenario gradevolissimo, straordinario nei colori autunnali, per passeggiate di minimo impegno. La distanza da coprire tra andata e ritorno è di 15 km, con presumibile tempo di percorrenza di 4 ore. Il sentiero dei Grandi Alberi è un itinerario che passa in rassegna una lunga serie di patriarchi vegetali, veri e propri monumenti viventi che dall’alto della loro età e imponenza costituiscono un patrimonio storico e culturale oltre che naturalistico e ambientale. Non a caso il censimento dei grandi alberi della provincia di Vicenza, operato dalla Regione Veneto ha chiarito come sia Recoaro la località con

la più alta concentrazione di questi giganti arborei. Fra tutti i grandi alberi delle Piccole Dolomiti spicca il maestoso Linte delle Montagnole, un tiglio monumentale d’età imprecisata ma sicuramente plurisecolare, vista la circonferenza del tronco superiore ai cinque metri. Il termine ‘linte’ rimanda alla parlata dei Cimbri, la popolazione di stirpe bavarese che ha colonizzato la conca di Recoaro nel Medioevo. L’albero trova poco distante da Malga Sebe 1 e dalla carrozzabile che attraversa l’altopiano; alto 25 metri, ha chioma ampia, ma asimmetrica perché un grande ramo è stato stroncato da un fulmine. Poco distante, a Malga Sebe di Sopra, si trova un maestoso faggio, cresciuto presso un masso erratico a

formare un bellissimo quadro d’ambiente: 27 metri d’altezza, poderose radici e quasi quattro metri di circonferenza, corrispondenti a un’età ultrasecolare. Degni di nota sono anche il faggio di malga Morando, ramificato a breve altezza dal suolo in quattro poderose branche, e quello di malga Anghebe, invece dal fusto slanciato e dalla chioma assurgente.


Altissimo Parco Regionale della Lessinia www.lessiniapark.it Stagioni consigliate: tutto l’anno L’area protetta interessa un territorio montano di poco più di 10mila ettari e 15 comuni, due dei quali in provincia di Vicenza, Altissimo e Crespadoro, nell’alta valle del Chiampo. Il rilievo è costituito da un altopiano calcareo caratterizzato da numerosi fenomeni carsici (grotte, doline ecc.) e da una vegetazione tipica dei luoghi aridi a tale substrato. L’interesse forestale è offerto da estese formazioni a carpino, abete rosso e faggio, ma anche dalle fioriture che si verificano nei diversi ambienti. Da segnalare, la Foresta Demaniale di Giazza (1904 ettari). Di eccezionale interesse è il giacimento fossilifero della Pesciara di Bolca. Arzignano Fossi di Tezze Località Tezze - Ponte sul fiume Guà Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area agricola di 104 ettari tra i torrenti Carlette e Restena, caratterizzata da una fitta rete irrigua e da siepi arborate. Nei fossi, la variegata vegetazione delle zone umide. Dal punto di vista forestale: farnia, rovere, olmo e ontano. Malo Fossi di Vallugana Località Vallugana Stagioni consigliate: primavera - estate Sentiero natura Area agricola di 650 ettari all’interno di un solco laterale della Val Leogra, caratterizzata da una fitta rete idrica. Zona ben coltivata con bordure di siepi e numerosi insediamenti rurali. Vegetazione e fauna tipiche dei fossi. Le Poscole Strada provinciale Priabonese Stagioni consigliate: primavera - estate Sentiero natura Ultimo lembo di campagna ben conservata della valle dell’Agno. Area di 441 ettari ricca di fossi e risorgive attraversata dal torrente Poscola, racchiusa da colline di 300 metri d’altezza media. Siepi ben strutturate. Notevoli esemplari di castagno. Ricca vegetazione e fauna acquatica.

Monte di Malo Buso della Rana Contrada Maddalena - Strada di Monte di Malo www.comune.montedimalo.vi.it Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area attrezzata È la più grande cavità d’Italia a unico ingresso. Si sviluppa con diverse gallerie per 25 km nel sottosuolo. Dalla grotta esce il Rio Rana che nel primo tratto attraversa un’area a elevata naturalità. Bosco a orniello, carpino nero e roverella. Montecchio Maggiore Laghetti di Giulietta e Romeo Via Ponte Guà Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Cava di ghiaia dismessa su 11 ettari evolutasi in habitat palustre con piante acquatiche (carice, giunco) e specie arboree tipiche delle zone riparali (pioppo, salice, olmo, sanguinello). Variegata comunità di anfibi e rettili. Uccelli stanziali (martin pescatore) e migratori (rigogolo, upupa). Monte Nero Salita Monte Nero Stagioni consigliate: primavera - autunno Sentiero natura Nei pressi dei castelli di Giulietta e Romeo, area collinare di 7 ettari a substrato vulcanico con esposizione tale da favorire la presenza di numerose specie termofile. Censite 192 specie di vegetali superiori, la maggior parte delle quali a distribuzione mediterranea. Fioriture di orchidee. Spurghe di Sant’Urbano Via Sant’Urbano Stagioni consigliate: primavera - estate Area di 18 ettari sul versante orientale del Monte Costi, caratterizzata da forre e voragini che sono habitat per piante e animali adattabili a condizioni di limitata luminosità ed elevata umidità. Bosco a rovere, orniello, carpino nero, nocciolo e sambuco. Nella flora risaltano diverse orchidee. Santorso Prati aridi del Summano Strada del Colletto Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Sentiero natura Parte del versante meridionale del Monte Sum-

Tonezza del Cimone - Sentiero «Excalibur»

mano (172 ettari), estesa dai primi contrafforti fino alla Malga Summano. Boschi termofili a roverella, carpino nero e orniello, con interessante presenza di leccio. Fioriture dei prati aridi con diverse specie di orchidee. La situazione climatica favorisce la presenza di rettili e di uccelli d’ambito mediterraneo (occhiocotto, succiacapre). Tonezza del Cimone Valle dei Ciliegi Loc. Contrà Valle - Strada per Folgaria Sentiero natura Nel cuore dell’Altopiano di Tonezza, conca prativa e boscata a faggi e abeti con numerose piante di ciliegio. Sentiero «Excalibur» di 2,5 km con 10 stazioni tabellate. Caratteristica contrada montana. Alberi monumentali. Memorie della Prima guerra mondiale e di antiche attività produttive. Trissino Rotte del Guà Ponte sul fiume Guà Stagioni consigliate: primavera - estate Sentiero natura Area di 104 ettari lungo il fiume Agno-Guà costituito da una cassa di espansione in cui si sono sviluppati elementi naturali tipici delle zone umide. Componente forestale a ontano e salice con olmo. Canneto e contigui habitat palustri. Diverse specie di anfibi e rettili. Censite 130 specie di uccelli nidificanti e migratorie.


Altopiano di Asiago

e Pedemontana

L’altopiano di Asiago è il rilievo tabulare delimitato dal corso dei fiumi Astico e Brenta. Dal punto di vista geologico il basamento è costituito da roccia dolomitica, sovrastata da strati di calcare di notevole struttura come il Biancone e il Rosso di Asiago, ricercati come pietra decorativa. Nel complesso è un rilievo carsico, ricco di cavità sotterranee e povero di acque superficiali. A nord è chiuso da una dorsale che s’innalza fino ai 2105 metri del Monte Ortigara. Sui lati restanti è cinto da una scarpata piuttosto scoscesa, la cosiddetta Pedemontana, che passa dai 150 ai 1000 metri di quota. Al centro si apre in una grande conca dalla superficie leggermente ondulata, in origine rivestita dalla faggeta e successivamente convertita a pascolo e quasi del tutto sostituita dall’abetaia dopo le distruzioni della Prima Guerra mondiale. La flora della Pedemontana, invece, dipende molto dall’esposizione e della pendenza, passando dal versante meridionale,

aperto e piuttosto arido, a quelli laterali, in penombra e affacciati su vallate umide. Alle quote più alte, lungo il margine settentrionale, si assiste infine alla tipica successione vegetale dal bosco alle praterie su substrato calcareo fino all’habitat delle rocce esposte. Complessivamente l’altopiano si presenta come un mosaico botanico governato da fattori climatici accentuati, passando dai versanti assolati alle conche che registrano ristagni d’aria fredda. Le formazioni forestali

sono sostanzialmente tre: il bosco termofilo a roverella, carpino e orniello; la faggeta, mista o pura; la foresta di conifere ad abete e larice. Per quanto riguarda la flora erbacea, gli ambienti più interessanti sono i prati aridi della Pedemontana e le praterie d’alta quota, che offrono fioriture inaspettate, dalle orchidee ai rododendri. Al limite superiore della vegetazione, sorprendenti tocchi di colore come il rosso della primula del Tirolo e il giallo del papavero alpino.


Parco del Sojo «Arte e Natura» Loc. Valle dei Mulini Via Covolo - Lusiana Tel. 0424 503173 339 3124946 www.parcodelsojo.it Il Sojo è uno sperone roccioso che s’innalza tra le colline della Pedemontana dell’Altopiano di Asiago. Da Thiene si sale a Lusiana e da qui si prosegue per la contrada del Covolo, che prende nome dalle grotte che si aprono nella parete calcarea, frequentate dall’uomo fin dalla preistoria, probabilmente per motivi rituali. Per questo nell’immaginario popolare il Sojo è sempre stato un luogo magico, abitato da esseri soprannaturali; uno scenario dal fascino ineffabile, che trascende la sua cruda bellezza. Luogo ideale, dunque, per un percorso d’arte contemporanea che vuole sorprendere il visitatore con improvvise apparizioni: sculture lignee, fusioni di bronzo, ceramiche e creazioni polimateriche, spesso formate con materiali raccolti sul posto. Il parco «Arte e Natura» è frutto dell’iniziativa dell’architetto bassanese Diego Morlin. Si procede lungo un sentiero di tre chilometri, scanditi da 60 installazioni, che si traducono in una gradevole passeggiata di due ore. Difficile dire se è preferibile affrontarla d’estate, quando le opere letteralmente sbucano dal verde, oppure d’inverno, quando s’intravedono di lontano, tra i rami

del sottobosco, mettendole a fuoco passo dopo passo. Soggetti talvolta ispirati dalle credenze locali, come il Cardinale o La sedia delle streghe; talaltra, puramente evocativi, come L’occhio, che isola una porzione di paesaggio e invita alla contemplazione. Cave di Rubbio Loc. Contrà Gritti Bassano del Grappa Tel. 0424 700301 328 2143191 www.cavedirubbio.com Questo singolare luogo d’arte ha per fondale un bosco della Pedemontana, al confine tra i comuni di Bassano del Grappa e Conco. L’idea del recupero delle cave di Rubbio è dell’artista bassanese Toni Zarpellon. Risale al 1998 l’inaugurazione della Cava Dipinta, animata da svariati personaggi dipinti a colori sgargianti sulle rocce disseminate al suo interno. Successivamente è stata allestita la Cava Abitata, realizzata trasformando 150 serbatoi d’auto in beffarde facce umane incidendone i lineamenti nella lamiera arrugginita. Poi è stata la volta dellla Cava Laboratorio, pensata come uno spazio aperto all’immaginazione, un luogo di sperimentazione all’interno del quale ogni intervento è lasciato alla libera interpretazione dei visitatori. Infine, la Cava Teatro, destinata a ospitare spettacoli estivi e attività per bambini e famiglie.


Asiago Bosco del Dosso Strada Statale 349 di Val d’Assa Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Nel settore occidentale dell’Altopiano di Asiago, area forestale di 702 ettari posta sul versante sinistro della Val d’Assa, raggiungibile dalla strada che sale da Asiago al passo di Vezzena. Le specie arboree dominanti sono abete bianco e abete rosso, gestite a fini forestali. Il sito è rilevante anche dal punto di vista faunistico, con particolare riferimento agli uccelli (astore, gallo cedrone, picchio nero, civetta capogrosso). Piana di Marcesina Strada Provinciale 76 Valgadena Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Nel settore nord-orientale dell’altopiano, la strada di collegamento tra Asiago ed Enego lambisce una conca morenica di circa 15 Kmq. Il sito ospita due torbiere, dove resistono specie vegetali rarefatte, tra le quali una pianta carnivora, la drosera a foglie rotonde. La piana di Marcesina è per lo più mantenuta a pascolo in una cornice di dense abetaie. La zona è frequentata dal cervo. Bassano del Grappa Aree umide di San Michele e San Giorgio Loc. San Michele - Via Soarda Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area pic-nic Ex cava di basalto che nel corso del tempo si è evoluta trasformandosi in un habitat palustre esteso su un’area di 3 ettari. Bosco a salice, ontano, pioppo e carpino. Canneto e rigogliosa

vegetazione palustre. Vari anfibi, tra cui ululone dal ventre giallo, tritone crestato e rana di Lataste. Cogollo del Cengio Prati aridi del Costo Strada Statale 349 del Costo Stagione consigliata: primavera Area di circa 350 ettari costituita dal versante sud-ovest dell’Altopiano dei Sette Comuni, caratterizzata da notevole pendenza e vaste superfici coperte da vegetazione erbacea xerofila con arbusti sparsi. L’interesse botanico è rappresentato dalla flora tipica dei prati aridi. Spettacolari fioriture di giglio rosso. Zona di caccia del grande falco pecchiaiolo. Lusiana Giardino Botanico alpino del Monte Corno Località Malga Corno Strada Provinciale 69 Lusianese Tel. 0424 407264 - 333 2339600 www.museodilusiana.it Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Sul versante meridionale del Monte Corno, il giardino botanico presenta vari habitat dell’Altopiano di Asiago (faggeta, pecceta, abieteto, mugheto, pascoli d’alta quota ecc.); complessivamente, una collezione di oltre 350 specie della flora alpina. Thiene Colline delle Bregonze Località Centrale Via Madonnetta - Via San Rocco Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno

Lo scenario caratteristico dell’Altopiano: pascoli nella cornice della abetaie

Pittoresca zona collinare di 522 ha su substrato vulcanico, comprensiva delle rive del tratto medio del Torrente Astico. Boschi maturi a castagno, carpino bianco e frassino. Campagna collinare con siepi arborate. Notevole rassegna di anfibi, tra cui rospo smeraldino. Nidificazione di piccoli uccelli tipici degli habitat aridi, come passero solitario, occhiocotto e bigia padovana. Notevoli manufatti: strade militari, chiesette, rustici. Valstagna Parco delle Grotte di Oliero Località Oliero Statale 47 della Valsugana Tel. 0424 99813-99841-558250 www.grottedioliero.it Stagioni consigliate: tutto l’anno Area attrezzata - sentiero natura L’area sorge in corrispondenza delle sorgenti del fiume Oliero, costituite da due risorgive carsiche di notevole portata, che scaturiscono alla base del versante orientale dell’altopiano di Asiago. L’area circostante, di circa 5 ettari, è da un bosco naturale a ontano, orniello, farnia e acero oppio. Una parte del parco è invece destinata a giardino botanico, di impianto ottocentesco, su progetto del naturalista bassanese Antonio Barolini. Il torrente è habitat per trota marmorata e temolo, ed è frequentato dal merlo acquaiolo. Nelle acque delle cavità sotterranee vive il proteo, unico anfibio cavernicolo europeo. Zugliano Cava Molini Località Reale Tel. 0445 330276 Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area attrezzata - sentiero natura Ex-cava presso l’alveo del fiume Astico evolutasi in habitat palustre. Il sito comprende un laghetto e tre stagni, attorno ai quali, su 10 ettari, si è sviluppata una vegetazione alquanto varia, dal bosco ripariale a salice, ontano e pioppo ai prati aridi della scarpata dell’Altopiano di Asiago. Il sito è frequentato da molti uccelli, sia acquatici che d’ambiente forestale. Testimonianze di archeologia industriale.


Monte Grappa

e Valle del Brenta

Nel settore orientale della montagna vicentina il massiccio del Monte Grappa è rilievo chiaramente affine all’Altopiano di Asiago, dal quale è diviso dal solco glaciale della Valle del Brenta. Anche in questo caso le fondamenta del massiccio sono di natura dolomitica e la copertura di calcari stratificati, donde la fisionomia carsica del paesaggio, segnato da accentuati fenomeni di erosione, e la scarsità di acque superficiali. La collocazione

del rilievo a margine della pianura e di un solco fluviale primario determina uno scenario molto vario. Per quel che riguarda il limitato versante vicentino, giacché la montagna ricade in maggior parte nelle province di Treviso e Belluno, la scarpata laterale si differenzia molto passando dagli assolati contrafforti meridionali, tra Romano d’Ezzelino e Pove, all’ombroso versante che si affaccia al Canale di Brenta, con gli abitati di Solagna e Cismon.

Analogamente, per quel che riguarda la vegetazione, si passa da caratteri termofili e in certi casi dichiaratamente mediterranei, confermati dalla diffusa coltura dell’ulivo, a caratteri più propriamente prealpini, con la consueta successione botanica dalla fascia a salici e ontani lungo il fiume alle formazioni boschive di latifoglie e quindi di conifere. La sommità del massiccio è arrotondata e culmina nei 1775 metri di Cima Grappa. Anche qui l’originaria copertura di faggio è stata progressivamente sostituita da formazioni di conifere e da pascoli tuttora ben mantenuti a fini zootecnici. Complessivamente l’interesse botanico del rilievo risalta soprattutto nella componente erbacea. Fioriture caratteristiche sono quelle delle orchidee e del rarissimo giaggiolo del Cengialto nei prati aridi, della clematide alpina e della peonia nelle radure boschive, del narciso e del giglio martagone nei prati a sfalcio; delle primule e dell’esclusiva Sassifraga del Grappa alle quote più alte.


Scorcio del Canale di Brenta

Bosco delle Fontane Strada Statale 47 Valsugana Cismon del Grappa Stagioni consigliate: primavera - estate - autunno Area attrezzata sentiero natura Il sito occupa un’area di 30 ettari a sud dell’abitato di Cismon del Grappa, dalla riva sinistra del fiume Brenta alle terrazze alluvionali sovrastanti fino all’attacco delle ripide pareti che delimitano il massiccio. Trattasi del settore più pittoresco del cosiddetto Canale di Brenta, dove il rilievo calcareo è stato più profondamente inciso dagli antichi ghiacciai, con formazione di pareti verticali e di valli minori sospese. L’area è interessata anche da fenomeni di risorgiva, le cosiddette Fontane che danno nome al Bosco. La specie vegetale più importante è senz’altro l’ontano bianco che dà origine all’uni-

ca formazione pura di questo genere nella provincia. La rassegna arborea comunque spazia dal bosco di ripa a salici periodicamente allagato al bosco di pino silvestre sul versante arido della valle e più in alto al bosco di abete bianco. Molto ricca, la componente erbacea, che conta oltre 300 specie suddivise in dieci tipi di associazioni. Quanto alla fauna, di eccezionale varietà la rassegna degli insetti, dalle libellule delle zone umide alle farfalle dei prati soprastanti. Numerosi gli anfibi, tra i quali ululone dal ventre giallo, rospo smeraldino e tritone alpestre. Tra gli uccelli legati al fiume, merlo acquaiolo, martin pescatore e ballerina gialla. Sulle pareti di roccia, invece, rondine montana, rondone maggiore e falco pellegrino. Pesci caratteristici, trota marmorata, temolo e barbo canino. Costiera solatia di Pove del Grappa Località Costalunga Pove del Grappa S. Provinciale 48 della Molina Stagioni consigliate: tutto l’anno www.montegrappa.org Area di 120 ettari comprendente i ripidi contrafforti esposti a mezzogiorno attraversati dalla strada provinciale della Molina. La presenza di rupi scoscese, di imponenti falde detritiche, di prati aridi e di accumuli di argille rende l’ambiente straordinariamente ricco e complesso.

La zona è interessata da rimboschimenti di sempreverdi, ma offre il meglio laddove è conservata la vegetazione tipica dei prati aridi e delle formazioni arbustive termofile caratterizzate da specie mediterranee come sommacco, marruca e siliquastro. Notevoli fioriture. La fauna è di analogo interesse per la presenza di uccelli tipici delle stazioni aride come la coturnice, il succiacapre e l’occhiocotto. Numerosi i rapaci, dal falco pellegrino al pecchiaiolo. Alle quote più basse si trovano oliveti la cui presenza è documentata fin dal Medioevo. Quotata produzione di olio extravergine d’oliva Dop. Il contrasto di colori tra ginepro e sommacco


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Da settembre a novembre Vicenza vuol diventare un motivo di appuntamento per gli appassionati di foliage, un passatempo sempre più praticato per l’osservazione degli spettacoli mozzafiato della colorazione delle foglie. Il fenomeno naturale trasforma i boschi in gigantesche sale di un museo a cielo aperto dove vengono esposti quadri coloratissimi ed emozionanti. Agli itinerari classici nel mondo si vuole aggiungere il vicentino con le foglie delle sue piante che si colorano di giallo, arancione, rosso, marrone e mille altre tonalità disegnando quadri colorati che incantano chi li guarda. Vicenza e la sua provincia contano centinaia tra palazzi e ville palladiane, molti dei quali con giardini e parchi di straordinaria bellezza. Le nobili architetture e gli affreschi trovano così un’ideale cornice verde, impreziosita da fioriture e dai mille suoni della natura. Ma non solo, perché ai parchi storici s’aggiungono i boschi dalla pianura ai Colli Berici e le foreste montane, dalle Piccole Dolomiti all’Altopiano di Asiago, fino al Monte Grappa. Insomma, una provincia verde nell’anima, da scoprire dalla primavera all’autunno.

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Via E. Montale, 25 - 36100 Vicenza Tel. 0444 994770 - Fax 0444 994779 www.vicenzae.org email: info@vicenzae.org


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