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Amaramente amai
from Troppo, e sia poesia
by marcovim
Amaramente amai
Se ancor cose remote arrancan come arcane, e strane rimembranze traman nelle stanze ove ora stai e van per strade che ora vai dirti vorrei ciò che non sai né sapesti e chissà se mai saprai, che ti sparai se sparai non saprei tu lo sapesti forse ancora lo sai che mai sperai di disperarti, amareggiarti coi miei guai (e amare con armi d’inermi amorini iniqui inquilini d’inquieti e liquidi lidi…) no! amici mai, che miagolasti e sparasti ai miei magici muggiti, ai mitici amici e ai ciclotimici timidi cicli, tonici calci ai cinici cilici che non dissi mai Or tu dirai che non dici e non dirai che taci, e or non è ora, è ormai. Ma io ti dico questo: che t’amai che amaramente, ma t’amai l’amor marrano m’arse, morse e mi recò financo seco forse come mentore recondito in ambito remoto murmure
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torpido docile lemure, memore del fatto che t’amai, e mai a mero amor meno moroso mi prestai perché redento martire t’amai. Amor ramengo, amaro remator d’armi, d’attracchi e di materne rene, della tirannide tremenda mai menzionai ma io, amaramente martire, t’amai e amai, domandando mai, ma amando tremando al mondo immondo inondando d’onde le lande donde tu danzando in mutande blandisti il glande e con bende blande mutasti destini e siti tristi in desti interstizi di vizi sacri in criptici giudizi in cristi stitici, in trilli di cimici e di comici, di comò, di comari di travet, di tresor, di tramvai ché disperatamente io t’amai.