Archeo Monografie n. 2, Aprile 2013

Page 5

L’

In basso et utem net laut facient

unicità di Pompei è frutto del caso, il suo mito è figlio della modernità. et quam fugiae officae conseque vite es La consapevolezza di quell’eccezionale fatalità (grazie alla quale un’interaruptatemqui città romana sae quis deris rehenis aspiciur è riemersa, intatta, da un sonno sotterraneo durato 1700 anni) segna l’inizio di un racconto che, sincte seque con nusam fugit et dalla metà del Settecento, si prolunga fino ai giorni nostri. Già all’indomani delle prime esplorazioni, qui bernate laborest, ut ut questo racconto si appresta a varcare i confini della sua circoscritta geografia, per aliquam entrare rentus magnim ullorepra serro dolum quis et nell’immaginario universale. Pompei diventa il faro di un’idea, ha inizio la sua «seconda vita». volenimenis dolorib ercillit Oggi la città sotto il Vesuvio è visitata da milioni di persone l’anno, grandi mostre Accationes reperiam res internazionali ne illustrano la storia, l’arte, la vita. È un mondo – è il caso di dirlofuga. – che continua sa conemolorum nis aliaepu a cercare e a confrontarsi con Pompei. danditatur sequae volore. Dalla storia di questo confronto prende le mosse la monografia di «Archeo», scritta da specialisti che al sito archeologico hanno dedicato anni di studio e, soprattutto, continue visite e soggiorni. Perché Pompei, con i suoi 42 ettari scavati e piú di 20 ancora nascosti, è, prima di ogni altra cosa, uno straordinario luogo da percorrere e da esplorare. Con spirito di avventura e il rispetto dovuto a un monumento unico e irripetibile.

Andreas M. Steiner

| POMPEI | 5 |


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.