TESI PER ESAME ISTRUTTORE

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Taijiquan

Elaborato per corso istruttori EWA a cura di Bianca Maria Negri 1


INDICE

WUSHU Scuola esterna e Scuola interna

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Wushu e storia

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Wushu scuole e stili

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LA DIDATTICA NEL TAIJI E NEI 18 ESERCIZI TAOISTI

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Didattica Ye Ma Fen Zong

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Didattica Zuo You Kai Gong

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Didattica Zuan Yao Tui Zan

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Didattica Xiong Qian Bao Xi

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LA FIGURA E LE RESPONSABILITA’ DELL’INSEGNANTE TECNICO

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RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI SUI 4 PRINCIPI ETICO/MORALI INTRODOTTI DAL GRAN MAESTRO FU ZHONG WEN NELLA SCUOLA YANG

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Origini delle Arti Marziali morbide

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Basi filosofiche - Teoria Yin Yang

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Cinque Elementi

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Qi

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Taijiquan è di difesa

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Taijiquan - Armonia di corpo e mente

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Taijiquan e Salute

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Gran Maestro Fu Zhong Wen

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Diligenza

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Perseveranza

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Rispetto

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Sincerità

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ELABORATO A - PRIMO ARGOMENTO

WUSHU SCUOLA ESTERNA E SCUOLA INTERNA: STORIA E PRINCIPI FILOSOFICI

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INTRODUZIONE Un giorno decisi di iscrivermi ad un corso di disciplina orientale che non conoscevo, il Taijiquan. Mi incuriosiva e attirava il velo di mistero che la avvolgeva. Taiji mi piacque subito, soddisfaceva completamente il mio continuo desiderio di miglioramento, di lavoro su mè stessa. Il piacere di eseguire un movimento armonioso in unità di mente e corpo mi attirava. E’ iniziato tutto naturalmente; lo studio, l’apprendimento della pratica e della teoria, il desiderio di trasmettere ad altri i benefici che ho sperimentato. La stesura di questa tesina sulle arti marziali, si è rivelata un arricchimento del mio bagaglio culturale, permettendomi di approfondire ed ampliare la conoscenza delle numerose discipline che sono parte del WUSHU, ma ho ancora molto da scoprire, perchè tanti sono i punti che mi hanno colpito e meritano di essere approfonditi. WUSHU è il termine con il quale si indica la totalità degli stili e dei metodi delle arti marziali tradizionali cinesi, patrimonio ed eredità della cultura e della tradizione della Cina. Le arti marziali tradizionali incorporano filosofie cinesi, senso estetico, etica e scienza medica. Sono per l'individuo che le pratica un eccellente metodo di esercizio fisico, una forma d'arte personale, uno sport competitivo e una base per la difesa. La parola Wushu si compone di due ideogrammi WU marziale, guerra SHU arte, tecnica. Negli anni 1960/1970 in Occidente il Wushu viene conosciuto come Kung Fu a seguito dei films del famoso artista marziale cinese di fama mondiale conosciuto con il nome di Bruce Lee. Il significato della parola Kung Fu è “abilità acquisita con duro lavoro”. Tanti sono gli stili di Wushu e ogni stile possiede un bagaglio di tecniche a mano nude e con armi, metodi d'allenamento e conoscenze strategiche proprie, frutto dell'elaborazione e della trasmissione di generazioni di maestri. Si è resa necessaria quindi una classificazione per raggruppare gli stili in categorie con affinità tecnico stilistiche per renderli facilmente individuabili. Storia del Wushu Le antiche arti marziali sono state sviluppate per uso militare. E' nel periodo (770-476 a.C.) che le arti marziali cominciano ad incorporare gli aspetti sofisticati dell'antica cultura cinese. Dalla dinastia Tang (618/907), che diede un impeto allo sviluppo del Wushu anche tra la gente comune, alla 4


dinastia Song (960/1279), che vide apparire numerose società di Wushu, si arriva alla dinastia Ming (1368/ 1644) nella quale il Wushu crebbe come mai prima. Di questo periodo ci arrivano notizie dettagliate sulla varietà e ricchezza dei metodi del Wushu raccolti in manuali compilati da ufficiali dell'esercito Ming. Durante la dinastia Qing (1644/1911) si svilupparono le scuole di Taiji, Bagua Dopo la nascita della Repubblica Popolare Cinese nel 1911 sorgono le prime scuole pubbliche di Wushu e anche la prima palestra statale a Nanchino nel 1928. Il Wushu è insegnato anche nelle accademie militari e alle forze di polizia e si tengono le prime competizioni sportive. Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1948 la Commissione Cinese per l'Educazione Fisica, con lo scopo di creare sport dalle radici tipicamente cinesi, crea il Wushu sportivo, le cui caratteristiche principali sono definite nel 1956 e negli anni successivi. Alcune pratiche delle arti marziali sono strettamente collegate a quelle della medicina tradizionale cinese. Oltre a migliorare la salute di corpo e mente, attraverso esercizi di respirazione, fanno emergere le potenzialità di chi le pratica. La pratica regolare produce effetti benefici su tutto l'organismo, sul sistema nervoso, respiratorio e cardiovascolare, oltre che su muscoli e ossa. Il Wushu svolge un importante e crescente ruolo nella promozione dello scambio ufficiale fra la Cina e le altre nazioni. WUSHU - scuole e stili Le arti marziali tradizionali cinesi WUSHU sono state suddivise nei seguenti due grandi gruppi: Nei Chia ossia "lavoro interno" o insieme degli stili interni rappresentato dal sistema Wudang lega to al Taoismo, ha origine sul monte Wudang nella provincia dello Hebei Wai Chia ossia "lavoro esterno" o insieme degli stili esterni rappresentato dal sistema Shaolin sul monte Song Shan nella provincia dello Henan. Gli stili interni sono stati chiamati così perché in essi si evidenziano anzitutto delle caratteristiche interiori (energia interna, energia mentale), mentre gli stili esterni hanno adottato questo nome per l'importanza da essi attribuita alle caratteristiche esteriori (velocità, vigore, acrobazie). Naturalmente la divisione tra i due gruppi non è così netta, perchè arti esterne possono avere insegnamenti interni e viceversa. Stili interni (neijiaquan) Gli stili interni non mirano semplicemente ad allenare il corpo, ma anche ad infondere forza mentale e spirituale attraverso il movimento fisico. La pratica degli stili interni insegna a reagire sempre in modo calmo e naturale di fronte a situazioni di pericolo. Caratteristica importante è il rilassamento muscolare e la concentrazione mentale. Conseguenza del rilassamento è la morbidezza o cedevolezza , atteggiamento fisico e mentale che ci consente di battere un avversario sfruttandone la forza. Con il Wushu tradizionale si intende l'insieme dei sistemi marziali cinesi elaborati e tramandati da mae-

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stro ad allievo sino ai giorni nostri, il cui fine era originariamente l'addestramento al combattimento a mani e con armi. Nella società moderna il Wushu tradizionale è praticato soprattutto come metodo salutistico e ricerca psicofisica per quanto l'aspetto marziale sia ancora presente in molte scuole. Taijiquan Il taijiquan ha ottenuto in questi ultimi anni un vasto apprezzamento come esercizio ideale per rimanere in forma a qualsiasi età. I movimenti lenti, circolari coordinati e continui richiamano una danza cosmica più che un combattimento con avversari o ombre dentro o fuori di noi. Arte marziale basata sul controllo dell'avversario secondo i principi dell'alternanza fra Yin e Yang, le tecniche di questo stile vengono applicate evitando il contrasto e ricercando la fluidità e le linee di minor sforzo. La pratica costante accresce l'attenzione, la pazienza, mantiene elastici sia la mente che il fisico. E' divisa principalmente in cinque stili (Chen, Yang, Wu, Wu Yu-Xiang e Sun) di cui il più antico (lo stile Chen) può esser fatto risalire al 1600. Sebbene sia a tutti gli effetti una disciplina marziale e di combattimento in occidente è diventata popolare nella sua forma di ginnastica per la salute (che è quello che viene insegnato nella maggior parte delle scuole). Xingyìquán (Hsing I Ch'üan, "boxe dei cinque elementi") Stile basato su tecniche rettilinee esplosive e da un controllo lineare dello spazio; le sue tecniche di base sono catalogate, seguendo la cosmologia taoista, secondo i cicli costruttivi e distruttivi dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra) e dei dodici animali (Drago, Tigre, Scimmia, Cavallo, Coccodrillo, Gallo, Aquila, Orso, Uccello Tai, Serpente, Falco, Rondine) in modo che ad ogni attacco corrisponda, in modo più o meno univoco, una parata ed un contrattacco. Baguàzhãng ( Pa Kua Chang, "palmo degli otto trigrammi") Sviluppato nel XIX secolo sulla base degli esercizi taoisti della "meditazione camminando in cerchio" è ben presto divenuta uno dei capisaldi delle tecniche di combattimento interne delle arti marziali cinesi. Le tecniche del Bagua sono principalmente circolari e fluide, tanto da essere spesso viste come iL naturale contraltare dello Hsing-Yi. II nome di questo stile deriva dagli otto trigrammi che formano la base del Yijing (il libro dei mutamenti) e che sono alla base della cosmologia taoista.

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Wudangquán ( Wu Tang Ch'üan) Inizialmente sviluppato sul monte Wudang, dove nel corso dei secoIi si sono diffusi numerosi monasteri Taoisti e dove, intorno all'anno 1000, viene collocata la leggenda del monaco, alchimista e grande esperto di arti marziali, Zhang San Feng, al quale viene anche attribuita l'invenzione del Taijiquan. Alla scuola interna di Wudang, resa nota alla massa anche grazie al film di Ang Lee "La tigre e il Dragone", appartengono i seguenti still: Wudang Taiji quan, Ba Zhe, Wudang tayi wuxing qinpu quan, Juigong shibatui, Kongmen quan, Liubu sanshou, Wuji quan (si ispira ai principi filosofici taoisti del Tao Te Ching di Lao Tzu), Yaozi chang quan, Yanzhou fudi quan, Yumen quan Qigông ( Ch'i Kung, "tecniche di energia") Insieme eterogeneo di tecniche di ginnastica, respirazione e meditazione volte allo sviluppo dell'energia interna (qi) che, secondo la filosofia cinese, scorre nel nostro corpo attraverso i canali ed i meridiani. Yinggong ( "tecniche forti di energia") Variante del Qigong dove gli esercizi di respirazione e di meditazione sono finalizzati alla fortificazione del corpo ed all'aumento della resistenza agli urti. E’ comune che i maestri di questa disciplina mostrino la loro bravura facendosi rompere mattoni e/o pietre appoggiate su varie parti del corpo o resistendo a colpi inferti con le armi tradizionali senza riportare danni. Attorno a queste tecniche sono nate molte delle leggende metropolitane e dei luoghi comuni sulle arti marziali. Stili esterni ( waijiaquán) Nell'uso comune (almeno in occidente), quando si parla di Kung-fu, ci si riferisce a questi stili. Sono veloci ed esplosivi, incentrati principalmente sull'uso della forza fisica e dell'agilità. Vengono chiamati esterni per contrapposizione agli stili interni, in quanto prediligono l'uso della forza, rispetto a quello dell'energia interna. Nonostante sia meno accentuato, lo studio del qi è presente anche negli stili esterni, nei quali di solito viene unito alle capacità fisiche in una fase avanzata dell'apprendimento. Bàjiquán ( Pa Chi Ch'üan) Letteralmente pugilato delle 8 direzioni, caratterizzato da posizioni basse, calci bassi e colpi portati in modo "esplosivo" è ora lo stile praticato ufficialmente dai militari dell'esercito cinese. Shàolinquán ( Shaolin Ch'üan) Uno dei più antichi e famosi stili delle arti marziali cinesi. Praticato dai monaci del tempio di Shaolin (letteralmente "piccola foresta") ha influenzato gran parte degli stili successivi. E' caratterizzato da tecniche ampie e circolari e da posizioni lunghe.

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Stili imitativi Categoria di stili "ispirati" alle movenze di un animale. Alcuni stili, come la boxe dell'ubriaco o la boxe del tappeto, ricadono tradizionalmente in questa categoria: Ditangquan ("Cadute") Insieme di tecniche di caduta e di combattimento a terra. Nella sua versione moderna è uno degli stili più acrobatici e fisicamente impegnativi del Wu-Shu. Houquan ("stile della scimmia") Shéquán ("stile del serpente") Tánglángquán (Tang Lang Ch'üan, "stile della mantide religiosa") Questo stile predilige rapide scivolate all'interno della guardia avversaria e colpi rapidi e mirati alle articolazioni. Esistono in realtà molti stili diversi che si ispirano alla mantide. In particolare le tecniche di gamba (passi, spostamenti e calci) differiscono in maniera notevole fra gli stili del nord e quelli del sud della Cina. Tang Long Hu Shi ( "stile della tigre e della mantide religiosa") Yingzhaoquan ( Ying Jow Pal Ch'üan, "stile dell'artiglio dell'aquila") Zuijiuquan ("stile dell'ubriaco conosciuto anche come Zuibaxian o "stile degli otto immortali" in riferimento alle figure leggendarie cui prende ispirazione) Stile molto versatile e coreografico dove l'accento è posto sulle tecniche di sbilanciamento e sulle posizioni di non equilibrio o di equilibrio precario (ma controllato). Molto diffuse anche le tecniche con la spada e col bastone. Wushu Sportivo per competizione II Wushu sportivo si basa su una reinterpretazione delle arti marziali tradizionali cinesi. Alle Olimpiadi di Pechino del 2008 si è tenuta una competizione di Wushu, non contemplata al momento tra gli sport ufficiali. Gli stili di wushu sportivo sono: Changquan Stile creato sulla base di un gran numero di stili non codificati provenienti dal nord della Cina. Caratterizzato da movimenti ampi ed eseguiti in allungamento e da un gran numero di salti acrobatici. Nanquan Stile creato sulla base di un gran numero di stili non codificati provenienti dal sud della Cina. Caratterizzato da tecniche potenti, da una forte predominanza dell'uso delle braccia rispetto all'uso delle gambe e dalla presenza di tecniche di combattimento a terra. 8


Taijiquan Armi Nelle arti marziali cinesi l'uso delle armi si è sviluppato parallelamente alla pratica a mani nude. Non esistono, dunque, stili diversi per le armi: ogni stile applica propri principi allo stesso modo in qualsiasi situazione di combattimento, sia che si combatta a mani nude che con un'arma. Nella tradizione delle arti marziali cinesi sono quattro le armi considerate fondamentali: la sciabola (dao) il bastone lungo (gun) la spada dritta (jian) la lancia (qiang). Sanda Il Sanda (o Sanshou) è uno sport di combattimento codificato sulla base di alcune tecniche delle arti marziali cinesi. Le competizioni di questo genere esistevano fin dall'antica Cina (il Lei Tai), purtroppo gli incontri si concludevano spesso con la morte di uno dei contendenti o con gravi menomazioni fisiche, per questo motivo negli anni '60 il governo cinese, dopo lunghe trattative con i vari Maestri, diede il via libera al Sanda moderno: uno sport completo, marziale, da allora, non violento. Infatti furono sancite regole ben precise, molto severe atte ad evitare che gli atleti si potessero ferire, permettendo così ad ogni scuola di esprimere la loro esperienza e capacità. Ora si combatte con molte protezioni sul corpo (guantoni, paradenti, caschetto, corpetto, conchiglia e paratibie) e sono valide una gran quantità di tecniche incluse le proiezioni a terra. Sono vietati i colpi alle articolazioni, gomitate, ginocchiate e le leve articolari.

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ELABORATO A - SECONDO ARGOMENTO

LA DIDATTICA NEL TAIJI E NEI 18 ESERCIZI TAOISTI

TAIJI FORMA 8:

YE MA FEN ZONG Dividere la criniera di un cavallo selvatico

ESERCIZI TAOISTI:

ZUO YOU KAI GONG (prima serie) ZHUAN YAO TUI ZHANG (seconda serie) XION QIAN BAO XI (terza serie) 10


La forma 8 stile Yang si compone di 8 movimenti (tecniche) che vengono eseguiti sia sul lato dx che sul lato sx, ai quali si devono aggiungere l'apertura e la chiusura. Lo pratica quotidiana migliora il tono muscolare e di conseguenza la circolazione, mantiene elastiche le ossa attraverso l'uso consapevole del peso, migliora l'equilibrio sia statico che dinamico. La forma 8 è una sequenza che lavora sulla coordinazione e sull'uso di entrambi i lati del corpo, oltre che sulla circolazione energetica nei meridiani della Medicina Tradizionale Cinese.

YE MA FEN ZONG

(Dividere la criniera di un cavallo selvatico)

dalla posizione You Lou Xi Ao Bu (sfiorare il ginocchio, lato destro). ISTRUZIONI: “Sedersi” spostando indietro il busto e portare il peso sulla gamba sinistra piegando il ginocchio. Sollevare la punta del piede destro e ruotare il corpo verso sinistra, la mano sinistra scende, tracciando un'arco, per fermarsi sul lato destro con la palma rivolta verso l'alto; la mano destra si alza, con un movimento circolare dal fianco destro per fermarsi con l'avambraccio davanti alla parte destra del torace con la palma verso il basso nella posizione (tenere la palla), contemporaneamente portare di nuovo il peso del corpo sulla gamba destra avvicinando il piede sinistro a quello destro appoggiando la punta. Ruotare il corpo un po' più verso sinistra, fare un passo avanti con la gamba sinistra, appoggiando prima il tallone, piegare il ginocchio e spostare il peso sulla gamba sinistra mentre la destra si distende premendo a terra il tallone (passo dell'arco). Nel frattempo alzare obliquamente l'avambraccio sinistro fino all'altezza della spalla, con il gomito un po' piegato e abbassare la mano destra all’altezza dell’anca con il palmo in basso, punta delle dita in avanti. Gli occhi guardano in direzione della mano sinistra. “Sedersi” trasferendo il peso del corpo sulla gamba destra, sollevare la punta del piede sinistro e girare il busto verso destra, trasferendo il peso del corpo sulla gamba destra. Con un movimento circolare, la mano destra si abbassa verso l'addome e risale verso il lato sinistro del torace con la palma verso l'alto, la mano sinistra in alto disegna una curva nella posizione “tenere la palla”. Girare il corpo un po' più a destra e fare un passo avanti con la gamba destra (passo dell'arco) appoggiando prima il tallone mentre la gamba sinistra si distende, nel frattempo alzare obliquamente l'avambraccio destro verso la spalla, abbassare la mano sinistra in direzione del fianco con la palma verso il basso, lo sguardo segue la mano destra. DA RICORDARE: Nel passo il ginocchio non deve mai superare la punta del piede, i talloni non devono mai stare sulla stessa linea, ma avere la distanza della larghezza delle spalle-bacino. Il busto deve essere eretto. Le braccia quando si dividono descrivono degli archi.

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Gli ESERCIZI TAOISTI, Lien Gong She Ba Fa, derivanti dal "Dao In Shu" sono 18, raggruppati in tre serie. Studiati integrando la medicina tradizionale cinese con la medicina moderna e la terapia sportiva, hanno lo scopo, se praticati quotidianamente, di migliorare la salute, prevenire disturbi dell'età e curare svariate patologie. Il movimento degli esercizi, dal più semplice al più articolato, viene svolto molto lentamente e costantemente seguendo il ritmo del respiro senza nessun sforzo fisico. Gran parte di questi esercizi alterna l'estensione al rilassamento, in cui il corpo semplicemente rientra da uno stato di stiramento; il ciclo di estensione-rilascio in sincronia con il respiro libera il corpo e la mente dalle tensioni muscolari ed emotive. Questi esercizi possono essere praticati in sequenza o singolarmente e producono risultati profondi se eseguiti con costanza.

ZUO YOU KAI GONG (Tirare l'arco) 2° ESERCIZIO DELLA PRIMA SERIE (collo/spalle) ISTRUZIONI. In posizione eretta, con i piedi a una distanza pari alla larghezza delle spalle, la testa e il collo diritti, il mento leggermente rientrato, sollevare le mani all'altezza del viso. Aprire le braccia lateralmente chiudendo leggermente i pugni, ruotare la testa alternativamente a sx e dx guardando attraverso il pugno vuoto. Ritornare nella posizione iniziale con le mani aperte davanti al viso. Ripetere sul lato dx. La focalizzazione dello sguardo attraverso il pugno vuoto stimola il nervo ottico. Si inspira quando si aprono le braccia lateralmente espandendo il torace e chiudendo le scapole; si espira quando le mani tornano davanti al viso, si chiude il petto si aprono le scapole. EFFETTI: Rinforza le spalle, elimina la rigidità del collo, delle spalle, del dorso, in particolare la zona delle scapole dove si accumulano maggiormente le tensioni.

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ZHUAN YAO TUI ZHANG (Spingere la palma ruotando la vita) 8° ESERCIZIO DELLA SECONDA SERIE (schiena/bacino) ISTRUZIONI. Il movimento si effettua partendo dal centro del corpo. Costante percezione delle "radici", parte bassa ben radicata a terra. Dalla posizione eretta con i piedi a una distanza pari alla larghezza delle spalle, ginocchia leggermente flesse, chiudere le mani a pugno tenendo i palmi verso l'alto e portarle all'altezza dei fianchi. Ruotare il tronco verso sx contemporaneamente aprire la mano dx e spingere in avanti la palma, allineare il braccio dx con il gomito sx. Importante tenere le ginocchia ferme. Lo sguardo è dietro verso il gomito sx. Si inspira nella torsione, quando si spinge in avanti la palma, con un leggero allungamento della struttura verso l'alto e si espira nella fase di ritorno, quando si riporta il pugno dx al fianco. Si ripete il movimento sul lato dx. EFFETTI: Questo esercizio scioglie la colonna, la parte mediana (schiena/bacino) e quella superiore (collo/spalle/gomiti/polsi). Spingendo avanti il palmo si allungano le fasce muscolari tirando la sommità del capo verso l'alto. Elimina la rigidità di collo, spalle e bacino. L'attenzione mentale viene portata sul controllo della postura e sul movimento interno, dato dalla rotazione.

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XIONG QIAN BAO XI

(Sollevare il ginocchio, abbracciarlo e portarlo al petto)

17° ESERCIZIO DELLA TERZA SERIE (anche/gambe) ISTRUZIONI: Posizione eretta, piedi uniti, aprire leggermente la punta del piede dx ruotando sul tallone, avanzare con il piede sx staccando il tallone dx da terra, peso sulla gamba sx contemporaneamente sollevare le braccia sopra la testa con le palme che si guardano, sollevare il ginocchio dx abbassare le braccia afferrando il ginocchio con la mano dx e avvicinarlo al petto mentre la sx afferra la caviglia tirando verso l'alto. Lo sguardo è avanti. In questa posizione, la gamba di appoggio, non è tesa, ma leggermente flessa, si rilascia la zona lombare, sedendosi leggermente, con la schiena diritta, aiuta a mantenere l'equilibrio. Riabbassare il piede dx appoggiando la punta a terra sollevando le braccia, portare il peso dietro sulla gamba dx, sollevare la punta del piede sx abbassando lateralmente le braccia ritornando nella posizione di partenza. Ripetere con la gamba dx. Si inspira quando si sollevano le braccia e si espira quando si avvicina il ginocchio al torace. EFFETTI: Questo esercizio allevia la rigidità di fianchi e gambe, migliora la flessibilità di ginocchia, stimola il punto huan tiao (nervo sciatico) posto al centro della natica, stimola i muscoli dell'avambraccio e del braccio. Per un maggior equilibrio spingere la sommità del capo verso l'alto, si allunga la colonna e si ha maggior consapevolezza del centro del nostro corpo.

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ELABORATO A - TERZO ARGOMENTO

LA FIGURA E LE RESPONSABILITA' DELL'INSEGNANTE TECNICO VALUTAZIONI E CONSIDERAZIONI

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L'insegnante tecnico, in base alla sua scelta professionale, può dedicarsi all'insegnamento dello sport come attività per il tempo libero e il benessere, oppure può specializzarsi nella preparazione di sportivi di elitè nelle rispettive discipline agonistiche. I compiti principali sono: - preparare fisicamente gli allievi, stabilendo degli obiettivi chiari e precisi sulle prestazioni da raggiungere in funzione delle possibilità e delle capacità degli allievi, sia in gruppo che individualmente, dando una scadenza a breve o lungo termine. - preparare un programma di allenamento con esercizi adatti alle persone e alle situazioni, cercando di prevenire incidenti ed evitare sovraccarichi inutili, dosando le difficoltà e creando nuove varianti. Un allenamento eseguito con cognizione e consapevolezza evita danni fisici e migliora le prestazioni psico-fisiche dell'individuo. - creare un’atmosfera conviviale incoraggiando e coinvolgendo gli allievi nell’attività dell’Associazione. Le persone che si avvicinano a un corso di Taijiquan hanno finalità e scopi diversi; c'è chi ricerca soltanto un benessere fisico, un momento di aggregazione, chi invece ricerca una maggior consapevolezza e armonia con il proprio mondo interiore. L'insegnante tecnico deve rispettate queste scelte accompagnando l'allievo nella sua crescita e consapevolezza. L'insegnante tecnico all'inizio di un corso, dovrà fare delle premesse su come vivere l'esperienza del Taijiquan. C'è una prima fase di ambientamento con la presa di coscienza del corpo, del respiro e dello stato mentale. E' la fase del rilassamento; si procede per gradi allontanando i pensieri estranei, si libera gradualmente la mente, i muscoli si rilassano e lasciano andare la tensione accumulata durante la giornata. Il perfetto rilassamento del corpo è una delle condizioni fondamentali per praticare correttamente gli esercizi di Taijiquan, in cui, la rigida forza muscolare deve essere bandita Si eseguono gli esercizi taoisti della salute per sciogliere corpo e mente, si passa poi allo studio della forma. Nel Taijiquan una sequenza di movimenti che segue un ordine preciso è detta "forma", ma anche "sequenza". Anche una singola posizione di una sequenza può essere chiamata "forma". Dovendo spiegare una singola posizione si dividerà il movimento in due parti: si spiegherà prima il movimento delle gambe, per passare poi al movimento delle braccia. Si ricorda che è importante per una buona pratica rilassare i tre punti dove le tensioni si accumulano maggiormente: occhi, spalle, addome. Anche il viso deve essere rilassato, la lingua attaccata alla volta del palato stimola le ghiandole salivari. Il campo di visione deve essere il più ampio possibile e attraversare oggetti che ci sono di fronte e non fissarsi su punti precisi, che potrebbero distogliere l'attenzione ostacolando la disponibilità rispetto ad un eventuale cambiamento della situazione. E' utile immaginare la testa appesa a un filo per mantenerla diritta senza irrigidire il collo. 16


Ciò permette al tronco di adottare un comportamento eretto, evitando di incurvare la schiena, non opprimendo la cassa toracica. Le spalle devono essere abbassate, i gomiti devono essere lasciati cadere. Il petto rientrato dà la sensazione che la schiena si allunghi e che la zona tra le scapole si allarghi. Il coccige è il punto di riferimento dell'intera colonna vertebrale e del corretto portamento del corpo. La presa di coscienza del coccige è fondamentale! Tutti i movimenti del Taijiquan partono dall'addome (Tan Tian) e da esso sono diretti. La gambe non sono mai completamente tese ne mai completamente piegate e le ginocchia non devono superare la punta dei piedi. Durante l’esecuzione di ogni tecnica, infiniti sono gli archi di cerchio descritti dalle varie parti del corpo. I movimenti lenti permettono alla mente di compiere l’intenso lavoro interiore necessario per guidare il flusso di Qi in ogni parte del corpo, acquisendo consapevolezza. I principi fondamentali del Taijiquan di Yang Cheng Fu sono le regole che è indispensabile seguire per una pratica corretta. Dobbiamo sempre far attenzione che il corpo si muova secondo i principi classici di Yang Cheng Fu. Bisogna prestare attenzione ad ogni movimento, ogni postura deve essere precisa. Il pericolo maggiore è quello di introdurre innovazioni personali trasmettendo gli errori agli altri. Un istruttore tecnico deve essere REFERENTE, ossia adulto significativo nel cammino insieme, deve rendere efficace il suo rapporto con le persone attraverso una RELAZIONE UMANA SIGNIFICATIVA. Chi insegna ha una grande responsabilità morale e civile, perché influisce sulla vita degli altri attraverso il suo modo di essere. E' importante essere onesti con se stessi e umili insegnando le cose delle quali si ha piena conoscenza con capacità di sintesi, cercando di spiegare nel miglior modo, in base al tempo a disposizione e al livello degli allievi. La via dell'istruttote tecnico è un percorso di ricerca personale e di applicazione continua su se stessi e sugli allievi. Bisogna prima acquisire avendo fatte proprie le tecniche sul piano fisico, con molta pratica e aver sviluppato doti più sottili. Si è così in grado di capire e correggere gli errori degli allievi, intervenendo nel modo più adatto ed efficace. E' importante portare l'allievo a scoprire i propri mezzi senza il coinvolgimento dell'ego, ricordando che nessuno nel Taijiquan è più bravo dell'altro, ognuno esprime in esso le proprie capacità, fisiche, mentali, spirituali.

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RESPONSABILITA' DELL'INSEGNANTE TECNICO Nell'esercizio della pratica sportiva, in allenamento, in gara o in altre attività associative, si possono verificare situazioni, originate da cause diverse ed accidentali, che potrebbero produrre degli eventi pregiudizievoli per l'incolumità degli atleti e/o di terzi estranei. L'insegnante tecnico acquisisce delicate responsabilità civili e penali derivanti dal ruolo ricoperto e dall'attività svolta, soggetta ai principi giuridici dell'ordinamento statale, al di là dell'autonomia dell'ordinamento sportivo. Quando l'evento dannoso si è concretizzato, si tratterà di verificare se sia in qualche modo riferibile alla condotta attiva od omissiva dell'insegnante tecnico, al fine di individuarne l'eventuale responsabilità sotto il profilo civile,penale o semplicemente sportivo ed etico. La responsabilità che genera la maggior preoccupazione è quella derivante dalla vigilanza su allievi minori di età. Esistono due tipi di responsabilità giuridica: la responsabilità penale e la responsabilità civile. La responsabilità penale si ha allorché si commetta un reato come pena (arresto o reclusione) o (multa o ammenda. Le ipotisi di reato nella pratica sportiva sono: la morte o lesioni personali a danno dell' associato; l'abuso sessuale; l'abuso dei mezzi di correzione; l'ingiuria; la diffamazione. La responsabilità civile si ha quando si è responsabili di aver causato un danno a terzi con obbligo di risarcimento al danneggiato. La responsabilità civile può essere diretta o indiretta. Il danno da risarcire viene stabilito dal Giudice, può essere un risarcimento da danno patrimoniale, quando si verifica una diminuzione del patrimonio o risarcimento danni non patrimoniali per danni alla salute e alla vita di relazione. Il dovere di vigilanza dell'insegnante tecnico và commisurato all'età e al grado di maturazione raggiunto dagli allievi in relazione alle circostanze del caso concreto. L'insegnante tecnico è responsabile del danno causato dall'allievo a sé medesimo durante la lezione, a meno che non dimostri che il gesto autolesivo si sia svolto con imprevedibilità e repentinità tali da rendere impossibile ogni suo intervento. La legge prevede comunque la non responsabilità di chi provi di non aver potuto impedire il fatto dannoso e di aver adottato in via preventiva le misure idonee per evvitarlo. Il dovere di vigilanza di cui sono investiti gli insegnanti tecnici prevede una responsabilità aggravata a loro carico, in quanto essa si basa sulla presunzione di colpevolezza per un negligente adempimento dell'obbligo di sorveglianza sugli allievi. La presunzione di colpa di cui all'art. 2048 comma 2, non può ritenersi applicabile nel caso in cui l'allievo sia persona maggiore di età.

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ELABORATO B

RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI SUI QUATTRO PRINCIPI ETICO/MORALI INTRODOTTI DAL G.M. FU ZHONG WEN NELLA SCUOLA YANG

CHIN Diligenza HEN Perseveranza LI

Rispetto

CHEN Sincerità 19


INTRODUZIONE Quattro parole, quattro valori, quelli che il Maestro Fu Zhong Wen ha aggiunto alla scuola Yang, che mi riportano ai tempi della scuola, quando da bambina i miei genitori mi raccomandavano di essere diligente, attenta agli insegnamenti dei maestri, rispettosa nei loro confronti. I miei genitori mi hanno cresciuta con amore, ma al tempo stesso con rigore, insegnandomi che l’esempio vale più delle parole. Trovare le indicazioni per sviluppare questa tesi è per mè motivo di attenta ricerca nella tradizione delle arti marziali orientali, che mi porta ad interrogarmi sulla mia pratica e a dare più significato al percorso intrapreso. ORIGINI DELLE DISCIPLINE MORBIDE Non è possibile stabilire con precisione quando l'uomo cominciò ad affinare le proprie tecniche di combattimento, trasformandole in quelli che furono i remoti predecessori delle moderne arti marziali; tuttavia è possibile ritrovare le tracce delle origini di queste arti nella storia dell'India e dell'Estremo Oriente, in un periodo compreso fra 2500 e 1500 anni fa. Il periodo compreso fra il 500 a.C. e l'avvento di Cristo, costituì un'epoca straordinariamente ricca sia per i popoli occidentali, sia per quelli orientali. In Occidente fiorì la civiltà della Grecia classica, in Oriente si svilupparono le grandi filosofie del taoismo, del confucianesimo e del buddismo. Questi sistemi rappresentano ancora oggi i pilastri del pensiero asiatico, anche nell'ambito della Repubblica Popolare Cinese. Molte delle teorie Taoiste, Buddiste, Confuciane e in modo particolare le indicazioni sulla vita sociale, sono coerenti con le teorie occidentali. La fusione di queste tre grandi correnti del pensiero orientale dà origine alla filosofia di base delle arti marziali morbide di cui il Taijiquan fa parte, così come vengono praticate oggi. CENNI STORICI Confucio (Kong Fu Tzu) visse nel periodo detto delle Primavere e Autunni (770-454a.C.) e nacque nel 551 a.C. a Cufu, nella Cina orientale. Dedicò la sua vita a modellare la figura dell'uomo saggio e virtuoso.Era convinto che la riforma della collettività si sarebbe attuata solo attraverso la rigenerazione del singolo e della famiglia, ma soprattutto riteneva la virtù una ricchezza interiore che ognuno può acquisire, dal momento che la natura umana di per sè, non è ne buona, ne cattiva; da qui l’importanza di una giusta educazione. Formulò un codice di regole e di norme etiche che aveva la sua premessa nell'esistenza di un ordine, di un'armonia nell'universo, basata sul delicato equilibrio delle forze yin e yang. A causa di queste forze, l'uomo deve agire moralmente ed esercitare una forza nel ciclo eterno del bene e del male, coltivando le virtù della sensibilità umana, della buona educazione, della pietà filiale, della rettitudine, della saggezza e della sincerità. Il rituale che esiste ancora oggi nella pratica delle Arti Marziali Tradizionali è di stretta derivazione confuciana.

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Lao Tse è considerato il padre del Taoismo. Basandosi sugli insegnamenti confuciani dell'ordine universale, Lao Tse affermò che l'uomo può raggiungere l'armonia personale soltanto se si arrende all'ordine naturale e se persegue un comportamento di non-azione Wu Wei (assenza di attività). Secondo il messaggio di Lao Tse, la lotta e l'azione sono inutili poiché le cose si risolvono da sole senza bisogno di intervento. Il Taoismo è imperniato principalmente sulla teoria di una legge, di una struttura cosmica e del ruolo dell'uomo all'interno di questa struttura. Il Tao è la Via da seguire. I principi del Taoismo vennero formalizzati da Lao Tse e dai suoi successori fra il 600 e il 300 a.C., sebbene le loro origini risalgano a credenze ancora più antiche. Il Tao, la "Via" è l'unica forza che conferisce esistenza, forma, significato ed energia ad ogni cosa. Lo stato vero dell'uomo è quello naturale; chi si distacca dalla natura si perde. L'uomo, sempre secondo l'insegnamento di Lao Tse, deve diventare "spontaneo" preferire la morbidezza e la flessibilità alla durezza e rigidità. Il modello da raggiungersi per il taoista è il Saggio che non si intromette mai nelle delicate operazioni del Cosmo. Col passare dei secoli, i taoisti misero a punto tecniche complesse per la purificazione fisica e mentale, tecniche di respirazione, di circolazione e trasformazione delle energie che hanno influenzato in modo determinante il Taijiquan. Contemporaneamente al diffondersi del taoismo e del confucianesimo in Cina, nasce e si sviluppa il buddismo, dapprima in India, poi attraverso i paesi dell'Asia sud-orientale e infine in Cina. Si narra che attorno al 520 d.C, un monaco buddista indiano dall'alta statura e dagli occhi blu, percorresse la via della seta fino a raggiungere il meraviglioso tempio di Songshan Shaolin, nella Cina centrale. Bodhidharma, conosciuto in Cina con il nome di Ta Mo, fondò la scuola buddista Ch'an insegnando ai monaci i principi dell'autodifesa dei quali avvalersi durante il loro vagabondare, e la via per giungere all'illuminazione, che va perseguita con la meditazione e la concentrazione e non tramite il ragionamento o la conoscenza. Sebbene ai giorni nostri venga ricordato come il fondatore delle forme esterne delle arti marziali, Ta Mo viene venerato da tutti coloro che le praticano come colui che introdusse il "Wu Te" ovvero le virtù marziali dell'ordine, della moderazione, dell'umiltà e del rispetto per la vita umana. Egli insegnò che le arti marziali dovevano essere usate solo per favorire la salute del corpo e lo sviluppo dello spirito, non per combattere! Su questa base fu formulato quindi quel particolare approccio umano all'allenamento fisico che ancora oggi caratterizza le arti marziali morbide di cui il Taijiquan fa parte.

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BASI FILOSOFICHE - Teoria Yin Yang

La teoria Yin-Yang è molto antica e i filosofi cinesi se ne servivano per spiegare l'origine dell'universo. Questo, all'inizio, era vuoto di ogni immagine e forma (Wu Qi). A un certo punto si formarono due "polarità": Yang il principio positivo maschile, Yin il principio negativo femminile. La polarità Yin-Yang fu denominata Tai Chi. Poichè le due parti del Tai Chi si equilibrano perfettamente, il simbolo viene chiamato "Principio supremo di tutta la materia". Il diagramma del Tai Chi è anche simbolo del Taijquan, infatti tutti i suoi movimenti sono circolari come le linee del diagramma, inoltre durante l'esecuzione delle tecniche vi è un costante alternarsi di Yin e Yang di cui bisogna essere consapevoli. Nell'universo tutti gli opposti sono Yin o Yang, Yang è la luce, il calore, l'attività diurna; Yin l'oscurità, il freddo, il riposo notturno. Lungo questo cammino due forze fondamentali combattono la loro battaglia senza tregua, l'attivo yang e il passivo yin. La relazione e l'equilibrio tra di loro determinano l'ordine universale. E lo stesso accade nell'uomo che, in quanto microcosmo, universo su scala ridotta, contiene in sé lo stesso ciclo di yin e yang. L'ideogramma cinese che indica l'"Io" è la combinazione dei simboli del Sole (Yang Qi) e della Luna (Yin Qi), del loro succedersi e della loro

Yang Qi

complementarietà; è l'unione dello Yin e dello Yang, in cui l'aspetto maschile attivo, genera il modello primitivo per la creazione del tutto, mentre l'aspetto femminile ricettivo e nutritivo, produce la sostanza, in accordo con la Legge Cosmica. Corpo e mente non sono separati, ma sono parte integrante di un singolo Essere, in cui l'unione di pensieri, azioni e sentimenti genera armonia. Qualsiasi parola, suono, sguardo, azione che generi armonia

Yin Qi

produce anche bellezza, poiché è armonico ciò che crea bellezza. L'emisfero sinistro governa la parte destra dell'organismo, connessa agli attributi attivi dell'essere umano, il cosiddetto "maschile" o Yang. Nelle popolazioni primitive la mano destra, quella che stringe attrezzi, utensili, e armi, è la mano destinata all'"azione" o al "combattimento", identificata con la polarità Yang o maschile. La mano sinistra, al contrario, è la mano passiva, la mano della difesa, adibita al "ricevere", strettamente correlata alla polarità Yin o femminile. Da queste influenze filosofiche ebbero origine i principi delle arti marziali. Migliaia di anni dopo, queste antiche informazioni si sono mescolate con scoperte moderne per dare luogo a tecniche che promuovono salute e vitalità per tutti.

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LA TEORIA DEI CINQUE ELEMENTI

WU XING

I Cinque Elementi, noti anche come i Cinque Stadi dell’Energia, sono sempre in connessione con Yin e Yang. I cinque elementi (legno mu, fuoco huo, terra tu, metallo jin ed acqua shui) indicano come l'energia si muove e si trasforma in un processo ciclico e naturale. Ogni elemento nell'ordine sopraindicato, da origine all'elemento seguente e vince l'elemento che segue quello generato. Così il legno produce il fuoco, il fuoco la terra (cenere), la terra (minerali) il metallo, il metallo l’acqua (metallo fuso oppure rugiada che si condensa su una superficie metallica) e infine l’acqua da origine al legno (albero). Il fuoco poi fonde il metallo, che a sua volta taglia il legno; questo, sotto forma di aratro o radici vince la terra, la terra (diga) vince l’acqua e l’acqua spegne il fuoco. Gli elementi sono associati a innumerevoli aspetti, manifestazioni e fenomeni strettamente correlati fra di loro; direzioni, emozioni, organi del corpo, colori, sapori, stagioni ecc. Anche le tecniche e in particolare gli spostamenti di Taijiquan hanno trovato le loro corrispondenze nei cinque elementi: l’avanzare è metallo, ritirarsi è legno, guardare a sinistra è acqua, fissare a destra è fuoco e l’equilibrio centrale è terra. Anche le quattro armi fondamentali del Taijiquan hanno trovato le loro corrispondenze nei cinque elementi:

Legno - bastone Fuoco - lancia Metallo - sciabola Acqua - spada Terra - pugno

I cinque elementi sono dunque leggi che governano ogni singola vita come il Cosmo intero.

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QI

Secondo il pensiero cinese l'universo è permeato da un'energia vitale grazie alla quale si muovono atomi e astri, grazie alla quale esiste la vita. Questa energia è il Qi cosmico, esercita il suo potere oscillando incessantemente tra due poli, uno positivo (Yang qi), l'altro negativo (Yin qi). L'uomo, che stà in mezzo, è controllato e influenzato da queste due energie. Poiché il Qi è una forza vitale che scorre, la sua funzione primaria è il movimento. Se si considera la vita essenzialmente come movimento, proprio il Qi rende possibile tale movimento. Durante la respirazione l'aria che inspiriamo cede all'organismo sia l'ossigeno che il Qi. Quest'ultimo percorre determinati "canali energetici", i meridiani e può venire attivato e diretto dal pensiero dell'uomo. L'ideogramma Qi mostra un pugno di riso riscaldato che evapora al Cielo, il riferimento è al nutrimento vitale di origine respiratoria e alimentare. E' il Soffio. Il Qi è l'energia vitale dell'armonia.

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IL TAIJIQUAN E' DI DIFESA

Tra gli esperti delle discipline morbide, il Taijiquan rappresenta l'arte suprema. In effetti la parola Tai significa "sommo" o "supremo", mentre Ji significa "polarità" come nel caso dei punti estremi nel Taijiquan, la polarità concerne gli estremi opposti dello yin e dello yang, la Luce e l'Ombra. Quan letteralmente significa "pugno", ma convenzionalmente viene tradotto come "boxare" o "la Via del pugno". Delle due scuole fondamentali delle Arti Marziali Cinesi, Nei Jia e Wai Jai, Scuola Interna e Scuola Esterna, il Taijiquan appartiene allo stile interno Nei Jia. La Scuola interna dà importanza alle caratteristiche interiori, come per esempio l'energia interna, l'energia spirituale e mentale. Fà riferimento, secondo la tradizione popolare, a Zhang San Feng, monaco taoista che nel XII° secolo eremitava sui Monti Wudang nella provincia dell'Hubei. Egli concepì la forma di Taijiquan dopo aver osservato in un combattimento, la vittoria di un serpente su di una gru. Il serpente si sottraeva ai secchi e rettilinei colpi di becco della gru con movimenti fluidi e circolari, ma poi contrattaccava con fulminea rapidità. Zhang San Feng comprese come la morbidezza avesse la meglio sulla rigidità. Nello stile esterno, Wai Jia, si evidenziano soprattutto le caratteristiche esteriori di forza e velocità. Fà riferimento a Bodhidharma (Ta Mo in cinese) fondatore dello stile Shaolin. Sebbene il Taijiquan derivi dai più antichi principi taoisti, i primi documenti storici che lo riguardano sono relativamente recenti. Tutti i movimenti della disciplina possono essere ritrovati negli antichi testi del Qigong e di altre arti marziali cinesi, il Taijiquan viene menzionato come disciplina a se stante solo a partire dai documenti che risalgono a circa 200 anni fa e si deve all'opera di un grande maestro di arti marziali Wang Zong Yue. La tradizione cinese riconosce diverse scuole di Taiji, fra queste la scuola YANG è la più popolare. Il padre di questo stile è Yang Lu Chan, che nel XIX secolo desideroso di imparare l'arte, a quel tempo veramente misteriosa, si fece apprezzare dalla famiglia che da anni custodiva gelosamente i segreti del Taiji, acquisendo la conoscenza di quest'arte per poi divulgarla rendendola patrimonio di tutti. Trasferitosi a Pechino, Yang Lu Chan trasmise l'insegnamento ai suoi tre figli. Codificato da Yang Cheng Fu, famoso per il suo grande valore e le sue eccezionali capacità (nipote di Yang Lu Chan) questo stile ha come caratteristica principale le distensioni e le posizioni naturali, i movimenti lenti e continui, la leggerezza, l'atteggiamento fermo e l'esecuzione lineare. "Da Jia" (Grande Forma) è il nome della scuola Yang. La scuola più antica, che ha originato tutte le altre, è la CHEN. Ideata da Chen Wanting, nel XVII secolo,

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la sua forza era di natura assolutamente interna. Questo stile contiene insieme movimenti vigorosi come quelli aggraziati. Con salti, balzi, esplosioni di forza in cui si segue prevalentemente un percorso circolare. La scuola Chen è conosciuta con il nome di "Lao Jia" (Forma Antica) Un'altra scuola è quella WU conosciuta come "Zhong Jia" (Forma Media). Fu resa popolare da Wu Jianquan (1870-1942), un seguace di Yang Lu Chan. Essa si caratterizza con posizioni moderate, movimenti lenti consequenziali che seguono un percorso circolare. Un'altra scuola WU fu creata e sviluppata da Wu Yuxiang (1812-1880) combinando lo stile di Luchan a quello della famiglia Chen. Un suo discepolo Hao Weizhen (1849-1920) divulgò successuamente questo stile. I movimenti sono semplici e rapidi, a corta distanza, coinvolgendo principalmente l'apertura e la chiusura delle braccia. E' conosciuta con il nome di "Xiao Jia" (piccola forma). La scuola SUN fu divulgata da Sun Lutang (1861 - 1932) allievo di Weizhen. Sun creò un proprio stile con movimenti abili e leggeri, compiuti in tempi veloci, con un vivace movimento dei piedi. E' chiamata "Huobu Jia" (forma vivace e ordinata).

TAIJIQUAN - Armonia di corpo e mente Il Taijiquan è una disciplina che coinvolge più aspetti dell'essere, sia fisico che psichico. L'armonia tra movimento fisico e attività mentale è la maggior caratteristica di questa disciplina. E' la mente, non la forza, che dirige i movimenti. Corpo e mente interagiscono alla continua ricerca di un equilibrio energetico. I movimenti sono agili e leggeri, ma ben bilanciati e saldi. Colui che inizia la pratica del Taijiquan comincia imparando una forma, memorizza le sequenze e le ripete regolarmente con la scioltezza che è caratteristica del Taijiquan, è una tappa di copiatura gestuale. Un unico incessante movimento, in cui la posizione corporea del suo inizio e la posizione corporea del suo termine sono identiche, si realizzano nello stesso punto del terreno. Quanto al modo del movimento, esso si attua in una totale unità di movimento corporeo, respiratorio, energetico, mentale, radicato nella rilassatezza, rotondità, lentezza. Proprio l'assimilazone e la memorizzazione corporea della successione dei movimenti rappresentano la prima difficoltà per chi si avvicina a questa pratica. E' dunque apprendimento lungo, che richiede applicazione quotidiana e costante. E' necessario tempo affinché l'organismo impari! Lentamente si arriva a percepire la Forza Interiore (Jin), quella che si ottiene come effetto della canalizzazione e della concentrazione del Qi, in altri termini è la forza che deriva dal Qi. Yang Chen Fu scrive, "Se invece di usare la forza muscolare (Li) usiamo il pensiero, potremo far arrivare il Qi fin dove è arrivato il pensiero. Dopo una lunga pratica si arriverà ad acquisire la vera “forza interna". Per generare la forza interiore è essenziale l'intervento della mente che, tramite il pensiero, guida il flusso del Qi.

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Mantenere la forza interiore alla sommità del capo significa mantenere la testa eretta, in modo che lo Spirito sia ben connesso alla sommità del capo" Yang Chen Fu. La forza del Taijiquan viene dall'interno ed è basata sulla morbidezza e sul rilassamento. Quanto più si è morbidi, tanto più rapidamente si acquisisce la forza interna.

TAIJIQUAN e salute Il Taijiquan è ormai conosciuto anche in Occidente, oltre che in Oriente, come valido strumento di prevenzione e di cura ampiamente riconosciuto dalla medicina cinese contro il decadimento fisico e mentale dovuto al tempo che passa. Data la sua sempre maggiore diffusione il Taijiquan è entrato a far parte di vari protocolli di studio che ne hanno valutano l’efficacia su molti aspetti della salute e delle malattie. Prendendo spunto da una ricerca realizzata dalla dottoressa Capitolo Sandra, medico pneumologo e insegnante di Taijiquan, gli effetti benefici riconducibili alla pratica regolare e costante riguardano l’apparato locomotore, il sistema cardiocircolatorio e respiratorio, il sistema nervoso centrale e le patologie degenerative. Apparato locomotore Il principale effetto riportato da numerosi studi è la riduzione del rischio di cadute e la conservazione dell'equilibrio nei soggetti praticanti anche di età avanzata. Poichè le cause più importanti della perdita di equilibrio sono rappresentate dalla diminuzione della forza muscolare, della flessibilità, dalla riduzione di attività del sistema visivo e vestibolare (orecchio) è ben comprensibile come il Taijiquan riesca ad imprimere un cambio di direzione a tale processo attraverso: - L'aumento della forza degli arti inferiori e della mobilità delle articolazioni delle anche, ginocchia e caviglie, perchè i movimenti del Taiji pur essendo dolci, stimolano i muscoli e le articolazioni, donando mobilità e flessibilità. La maggiore flessibilità della colonna e la maggiore rotazione del bacino aiutano a muoversi più sicuri nello spazio con maggiore attenzione e presenza nel movimento. - La maggior attività del sistema visivo e vestibolare (orecchio). Questi sistemi che invecchiano con l'avanzare dell'età, si mantengono in efficienza attraverso la continua sollecitazione data dai lenti movimenti del Taijiquan associati allo sguardo (lo sguardo dirige il movimento). Un altro effetto importante sull'apparato locomotore è il rallentamento della perdita di calcio nelle donne in menopausa. In questa categoria di persone, il 90% delle fratture da osteoporosi è conseguente ad una caduta. Quindi le donne hanno un maggior rischio di fratture rispetto agli uomini. E’ stato rilevato che donne in menopausa da 1-9 anni, praticanti di Taijiquan da almeno 4 anni, presentavano una densitometria ossea di base più alta del 10-15% rispetto a donne non praticanti, come espressione di un ritardo della perdita ossea e che dopo 12 mesi la perdita di calcio era inferiore di 2 volte rispetto ai controlli sulle non praticanti, in particolare a carico del femore e della tibia (2,6-3,6 volte meno), ossa queste, che piü facilmente vanno incontro a fratture.

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Sistema cardiocircolatorio e respiratorio L'attività esercitata durante la pratica del Taijiquan può essere equiparata ad un esercizio aerobico di media intensità. Il Taijiquan risulta efficace sulla pressione sanguigna portando ad una diminuzione sia della sistolica che della diastolica. Questo è soprattutto importante e dimostrato su donne di età media, in menopausa, in una fase della vita dove l'ipertensione rappresenta un evento frequente. L'attività praticata influisce anche sulla frequenza cardiaca e respiratoria con aumento del consumo di ossigeno. Il Taijiquan è stato utilizzato in molti studi all'interno di percorsi riabilitativi. In persone con scompenso cardiaco cronico è stato dimostrato che la pratica del Taijiquan come attivitá fisica riabilitativa portava ad un aumento statisticamente significativo dei metri percorsi durante il test dei 6 minuti di cammino. Il coinvolgimento dei praticanti è un aspetto importante e positivo dell'inserimento del Taijiquan all'interno dei percorsi riabilitativi, soprattutto per patologie croniche che richiedono costanza e un tempo variamente lungo di esercizio. Nei gruppi che praticano sistemi convenzionali, l'abbandono spontaneo e la discontinuitá sono un evento frequente che riduce l'efficacia del percorso riabilitativo. Negli studi che hanno utilizzato il Taijiquan si riscontrano invece da parte dei partecipanti costanza e aderenza che nascono dall'essenza stessa del Taijiquan, attività che coinvolge mente e corpo, attraverso una progressione, un percorso da seguire insieme ad altri coetanei che la pratica stessa unisce e rafforza. Se si analizzano gli elementi fondamentali della tecnica, il passo con il lavoro sul piede e la spinta verso l'alto, il respiro lento, profondo, diaframmatico, il suo collegamento ritmico con il movimento, si comprende come la pratica del Taijiquan sia associata ad un miglioramento delle caratteristiche vascolari periferiche e a un ritardo del declino vascolare associato all'età, come ha dimostrato Jong-Shyan Wang nello studio sulle caratteristiche circolatorie degli arti inferiori in anziani praticanti da vari anni. Studio che ha messo in evidenza un sistema circolatorio efficiente e sovrapponibile a quello di giovani sedentari. Nella tecnica del passo, il massaggio costante della pianta del piede e la spinta verso l'alto aiutano, stimolano, mantengono efficiente la pompa che spinge il sangue venoso, carico di anidride carbonica, dalla penferia verso il ventricolo destro e da questo ai polmoni per lo scambio con l'ossigeno che da qui, attraverso il ventricolo sinistro, tornerà a nutrire tutti i nostri organi e tessuti. Questo percorso avviene in coordinamento con il respiro e con il movimento ritmico del diaframma, che come un mantice aiuta il ritorno del sangue venoso al cuore e spinge il sangue ricco di ossigeno alla periferia. L'efficienza del sistema vascolare è quindi garanzia di un corpo sano ed efficiente in cui il processo di invecchiamento segue vie naturali e viene rallentato. Sistema nervoso centrale Nel cervello si producono varie onde a seconda dell'attività: le onde alfa si sviluppano nello stato di 28


calma, ad occhi chiusi; le onde beta esprimono invece uno stato di reattività, l'azione, con gli occhi aperti. Nello studio di Yunfa Liu si è visto che nei praticanti di Taijiquan, nella fase di rilassamento, anche brevissima, basta un solo minuto, le onde alfa aumentano notevolmente come segno di una capacità del cervello di riposarsi e di recuperare maggiormente gli stress e l'iperattività e di raggiungere rapidamente uno stato di rilassamento e di calma. Le onde beta invece, compaiono nella fase di pratica con potenza superiore rispetto ai non praticanti, ma sono presenti già prima a significare un maggior coinvolgimento nella pratica, quella che i maestri cinesi chiamano consapevolezza, percezione del movimento ancor prima di compierlo. E’ stato recentemente segnalato l'uso del Taijiquan in programmi riabilitativi per persone uscite dal coma dopo eventi traumatici. Questa pratica si mostra in grado di incidere su due aspetti che accompagnano il post-coma: la capacità di rilassarsi e la capacità di concentrazione. Alla luce dello studio precedente, si comprende come questi due aspetti vengano favorevolmente influenzati dalla pratica del Taijiquan, che da un lato, favorisce uno stato di calma mentale, uno stato meditativo sempre più profondo, aiutando a raggiungere uno stato di rilassatezza, e dall'altro, stimolando la mente alla consapevolezza del movimento, favorisce la capacità di concentrazione. Un ultimo aspetto importante è l'attività sulla memoria: imparare, non smettere mai di imparare mantiene in esercizio il nostro cervello ed è la miglior ginnastica che gli possiamo far fare. Il Taijiquan, oltre a dover essere appreso perché non è un semplice esercizio ma una sequenza, ci costringe alla memorizzazione, a pensare sempre a quello che stiamo facendo, ad essere sempre presenti e consapevoli ma, cosa importante, nella calma. Quindi il nostro cervello è attivo, lavora, senza stress né rincorse. Malattie degenerative Una revisione molto selettiva di studi sull'artrite reumatoide (Cochrane collaboration 2004) ha evidenziato un miglioramento significativo della flessione delle caviglie, dell'estremità del piede, del tempo di tenuta della posizione eretta, della velocità di marcia, del tempo dell'alzarsi dalla sedia, miglioramento della flessione e rotazione delle spalle, della vita, delle anche e ginocchia. Questi risultati, per una malattia con andamento subdolo, cronico, progressivo e invalidante, sono stati ottenuti attraverso un test che ha impegnato ricercatori e pazienti per 6 mesi. (tratto dal libro” Il Taijiquan - corpo che pensa mente che muove” Li Rong Mei - Sergio Casavecchia Ed. Mediterranee)

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MAESTRO FU ZHONG WEN Il Maestro FU ZHONG WEN nacque nel 1904 in un piccolo villaggio del Nord della Cina chiamato Yong Nian. In questo villaggio si erano allenati Yang Lu Chan, fondatore dello stile Yang, e suo nipote Yang Cheng Fu, di cui in seguito Fu Zhong Wen divenne allievo scrupoloso e attento. Dall'età di nove anni rimase vicino al suo maestro accompagnandolo nei suoi viaggi in tutta la Cina allo scopo di diffondere il Taijiquan sia come arte marziale che come metodo per la salute e il benessere. Il primo ottobre del 1944 fondò a Shanghai la scuola Yong Nian con l'intento di continuare l'opera del suo maestro nell'insegnamento e nella diffusione del Taijiquan. Il Maestro Fu Zhong Wen ci ha lasciato quattro principi come esempio di condotta morale e di valori da rispettare in palestra nella pratica quotidiana e nei rapporti di vita di relazione. Per meglio comprendere il significato di questi principi, osserviamoli più dettagliatamente uno per uno e scopriamo come si collegano al quadro generale della nostra pratica. Premesso che lo stato naturale è armonia, che si può definire come un insieme di qualità che danno origine alla bellezza, esprimere le proprie energie in modo naturale è praticare il Taiji. I presupposti per la pratica di questa disciplina sono: - Virtu (De) sta a significare il cammino alla ricerca del vero cuore, del vero Io, un cammino equilibrato tra l'occhio e il cuore, cioè fra mondo esterno e mondo interno; - Saggezza (Zhi) la conoscenza che illumina il mondo; - Salute fisica (Ti) l’equilibrio tra mente, corpo e respiro; - Bellezza interiore (Mei) la bellezza d'animo di una persona che si rispecchia nel suo carattere. DILIGENZA (CHIN) La Diligenza è un requisito decisivo per la pratica del Taiji. Il concetto di diligenza sta ad indicare le cose fatte bene e con coscienza, impegno, precisione, cura scrupolosa a cominciare dalla nostra salute. Avere e mantenere una buona salute comporta un'attenzione costante e un lavoro diligente. Oltre all'ereditarietà familiare e all'ambiente in cui viviamo, anche le cose che facciamo tutti i giorni sono estremamente importanti per aiutarci a raggiungere il nostro modello di benessere. Se ci prendiamo cura delle fondamenta, tutto ciò che sopra vi costruiamo resisterà alle tempeste della vita. Bisogna essere ben piantati nel terreno, immobili nelle radici e allo stesso tempo mobili e lievi, come nella vita, così anche nella pratica del Taijiquan. Creare le radici, che sono la solida base alla mente, sviluppando concentrazione e consapevolezza. Ci vuole impegno quotidiano! Nel Taijiquan c'è un lavoro interno che si appoggia sull'introspezione, che non vuol dire chiusura su se stessi e sui propri problemi, ma è prima di tutto un lavoro del corpo, attraverso il quale si prende coscien30


za e si impara a padroneggiare la propria energia (Qi), cosa che rinforza la resistenza e aumenta la forza. La comprensione reale è costruita su un duro lavoro. Il primo passo verso la comprensione e l’apprendimento del Taiji è la presa di coscienza della propria espressione corporea, perchè è prima di tutto il corpo che deve memorizzare e capire. Inizialmente la ripetizione ha per obiettivo primario l'integrazione del gesto nella forma corretta, allo scopo che questo divenga automatico. Non è il ripetersi sempre uguale di una forma, ma l'acquisizione qualitativa dell'arte di porre concentrazione, efficacia e precisione in un gesto. La necessità di sapere ancor prima di conoscere di noi occidentali è una limitazione. Con fiducia e amore nella pratica di tutti i giorni, lavorando duramente con impegno si arriverà a percepire la vera essenza del Taiji. La comprensione si raggiunge solo attraverso il percorso. Sono i piccoli progressi di ogni giorno che ci danno la possibilità di raggiungere la massima felicità. Assiduità, rigore e attenzione nell'eseguire un movimento che và appreso senza fretta prestando attenzione alle sensazioni. Ognuno di noi ha una sensazione della vita partendo da ciò che sente e pensa, ma abbiamo nel fondo di noi stessi una grande quantità di sensazioni addormentate che non si sono mai svegliate. Lavorare duramente con impegno, sviluppa abilità e realizza i nostri obiettivi. Diligenza indica discernimento, scelta consapevole, attenta e meditata. E’ devozione nell'agire, non si cambia continuamente, ma si rimane costanti su quella direzione, che rimane stabile pur nelle difficoltà che la pratica presenta. PERSEVERANZA HEN "Praticare molto il poco e non poco il molto" sono le parole che un grande maestro di arti marziali, il Maestro Fu Zong Wen ripeteva alla sua allieva Maestro Li Rong Mei. L'importanza di tali parole stà nella pratica. Praticare, praticare, e ancora praticare... Poco alla volta allora il significato più profondo e nascosto delle parole del Maestro diventerà chiaro e ci aiuterà a progredire sempre di più. E' l'insegnamento senza parole esaltato da Lao Tse "… L'esperienza può essere vissuta, ma non può essere comunicata verbalmente". Le parole sono semplicemente inadeguate. Coltivare un sentimento di perseveranza è molto importante; questo impegno combinato con la regolare pratica quotidiana ci permetterà di conseguire il nostro obiettivo. Perseverando si comprende che il Tao è una sorgente di vita che non si esaurisce mai; che più dà di sè e più di sè possiede. Per imparare veramente le tecniche di Taijiquan bisogna capirle a fondo, praticandole e ripetendole a lungo, non è sufficiente una semplice conoscenza del movimento, bisogna acquisire la vera armonia di fisico, mente e cuore. Non con febbrile voglia di arrivare, ma procedendo allo stesso modo con cui la natura governa le cose create. Saper cogliere il percorso evolutivo che implica molto tempo di pratica e non permette di bruciare le tappe.

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Essere costanti nella pratica aiuta a scoprire il proprio Io interiore, che è l’unione di corpo e mente, e a rendersi conto che il rilassamento del corpo permette di percepire e sviluppare nuove sensazioni. La nostra società consumistica ci porta a volere tutto e subito, favorendo conoscienze frammentarie, utilizzabili con uno scopo immediato. Così non è per il Taiji, dove per raggiungere certi livelli è necessario un percorso di approfondimento che richiede tempo, dedizione e pazienza. Non esistono segreti o trucchi! Se vediamo un individuo che pratica una buona forma di Taijiquan, dobbiamo pensare che ha impiegato anni di pratica per imparare. Anni in cui questi movimenti, che ora compie in un attimo, allora sono costati tempo, fatica e concentrazione. La mente ha bisogno di un certo tempo per entrare in contatto con il corpo, soprattutto quando il corpo è in movimento. Quando il gesto è pienamente compreso, il resto viene da sè naturalmente. Per dare l'anima al movimento è necessario aver sviluppato delle doti più sottili e sicuramente più evolute come: armonia, fluidità, qualità, naturalezza, continuità, precisione e morbidezza. Si pratica dando naturalmente forma ed espressione all’armonia che si ha in sè. Comprendere che la perseveranza con cui l'uomo persevera nel Taijiquan alla fine è un dono, che arriva quando è il momento giusto, non prima.

RISPETTO (LI) Il Taijiquan è un'arte molto profonda, non violenta, è un'arte di pace in cui l'abilità consiste nel vincere senza combattere "…Un buon vincitore non dà battaglia" Lao Tzu Essere pacifici non significa soltanto evitare i conflitti con il mondo fisico, ma anche seguire un cammino di vita in armonia con la natura e nel pieno rispetto di tutte le forme di vita. La pace non è semplicemente una condizione esterna, è qualcosa che proviene dall'interno dell'uomo, una condizione di pensiero e di azione, un modo di vivere che parte dal cuore. Ogni nostro agire sia nel privato sia nell'arte marziale deve essere nel rispetto delle opinioni diverse e nel rifiuto di ogni forma di prevaricazione. Compito della famiglia è di educare i figli al rispetto verso chi li ha preceduti, tenendo sempre a mente che l'educazione alla civile convivenza passa prima di tutto attraverso l'esempio. Per vivere con dignità dobbiamo coltivare il senso della correttezza che porta alla giustizia, dell'empatia che porta alla condivisione e dell'integrità che porta alla fiducia. Nelle arti marziali tradizionali il rituale che si pratica ancora oggi, dalla cerimonia del saluto alla venerazione per gli antichi maestri, deriva dalla filosofia confuciana. Rispetto per il Maestro che trasmette la sua arte e il suo sapere, in lui si identifica la guida da seguire con dedizione. Rispetto per se stessi, rispetto per i compagni di pratica, rispetto per gli allievi, rispetto per l'abito e il luogo di pratica. 32


Quando si entra in palestra bisogna staccare la spina, svuotare la mente dai mille pensieri della giornata, del lavoro, dei nostri innumerevoli impegni e con fiducia entrare in uno stato di ascolto superiore. La divisa tradizionale, vuole casacche ampie e senza cintura in vita e pantaloni comodi per facilitare i movimenti. Dobbiamo ricordare che l'abito non è solo un pezzo di tessuto, esso è la memoria di schiere di praticanti e Maestri che ci hanno preceduto, quindi, indossare l'abito tradizionale ha anche un valore simbolico, onorando così i fondatori del Taijiquan. Nella forma di gruppo il movimento è come l'onda del mare, si estende e si ritira uniformemente. Saper aspettare senza anticipare il movimento dei compagni (essere umili) è una forma di rispetto! L'etica confuciana è certamente chiara e senza compromessi! Solidarietà umana, raggiungimento di rapporti elevati e non egoistici. Confucio era convinto che la riforma della collettività si sarebbe attuata solo attraverso la rigenerazione del singolo e della famiglia, ma soprattutto riteneva la virtù una ricchezza interiore che ognuno può acquisire, dal momento che la natura umana di per sè non è ne buona nè cattiva; da qui l'importanza di una giusta educazione. Per Confucio il Tao consiste nel praticare determinate virtù. La virtù fondamentale, che comprende tutte le altre, è la sensibilità umana (Ren), un concetto molto vicino all'amore per il prossimo. Le nostre azioni devono essere guidate dalla sensibilità umana, ma devono essere regolate dalla buona educazione, dalla cortesia, dal rispetto per i riti (Yi). Altre importanti virtù confuciane sono la rettitudine, ossia la disposizione ad agire correttamente, l'onestà verso se stessi e il prossimo, l’onorare i propri genitori, essere altruisti e coscienziosi nel fare il proprio dovere. Le regole di condotta di Confucio nel vivere una vita semplice e nutrire un profondo rispetto e amore per il prossimo, è una via che ha un cuore che passa attraverso la fatica e la sofferenza dell’evoluzione personale, per andare verso la centratura di sè stessi. Coltivando se stesso e seguendo il Tao, l'uomo può infine arrivare alla vera saggezza, può cioè giungere a possedere naturalmente tutte le virtù. SINCERITA' (CHEN) I requisiti della sincerità sono la semplicità, la spontaneità, la fiducia e l'atteggiamento di trepidazione tipico dei bambini. Un bambino è spontaneo perchè non ha ancora imparato le regole, i criteri per distinguere tra ciò che è considerato bello e brutto, o la paura del ridicolo. I bambini hanno un approccio sperimentale, non sono interessati a creare un disegno di grande bellezza per il mondo esterno, ma godono piuttosto al piacere di vedere un pastello lasciare una traccia di colore su un foglio bianco. Questo tipo di piacere non è appreso: la sua origine è nel sistema limbico del cervello, ed è evocata da specifiche attività motorie e percettive. Ascoltare il proprio cuore. Essere umili nel riconoscere le proprie lacune, i propri difetti per far sì che possano essere corretti. Seri e coscienziosi, leali ed educati nell'agire usando un linguaggio gentile, facen33


do valere le proprie ragioni senza però offendere. Prendere le cose per quello che sono, non per ciò che sembrano o che vorremmo fossero, apprendere con spontaneità e cuore sincero. Praticare il Taiji in modo libero e spontaneo, lasciando che tutto si evolva in modo continuo e impercettibile riconoscendo i propri errori con umiltà e spirito sereno.

CONCLUSIONI Diligenza, Perseveranza, Rispetto e Sincerità, si possono comprendere se c’è sincerità d’animo, la vera comprensione non è solo intellettuale, ma anche emotiva e fisica. Per una pratica corretta del Taijiquan, dobbiamo dunque capire con la mente, capire con il corpo e capire con il cuore, utilizzare il pensiero durante la pratica e raggiungere l'unificazione fra mente e tecnica. Comprendere significa amare il Taijiquan e praticarlo emotivamente. In Cina si usa dire “Tien Jen Ho I”, questa espressione letteralmente significa Cielo e uomo uniti in una sola cosa. Un pensiero che rispecchia tutta l’interiorità e l’essenza spirituale del Taijiquan che condivido pienamente. La vita è quel movimento di andare e tornare. E' un processo di trasformazione continua, il girare di una ruota. In effetti il cambiamento è la costante nella vita, perché nell'Universo tutto fluisce, tutto si trasforma.

Con infinita riconoscenza e rispetto al M° Li Rong Mei

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Li Rong Mei - Sergio Casavecchia IL TAIJIQUAN Corpo che pensa mente che muove Carlo Moiraghi COLLOQUI CON LAO TZU Chang Dsu Yao - Roberto Fassi T’AI CHI CH’UAN Howard Reid IL LIBRO DELLE ARTI MARZIALI MORBIDE Kenji Tokitsu SHAOLIN-MON

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