Primi cristiani - Italiano

Page 1

7

Gli Atti del martirio del ed Eulogio narrano che

vescovo Fruttuoso e dei suoi diaconi Augurio domenica 16 gennaio dell’anno 259, durante la persecuzione degli imperatori Valeriano e Galieno, il governatore della provincia Tarraconsense ordinò l’incarcerazione del vescovo della città, Fruttuoso, e dei suoi due diaconi, Augurio ed Eulogio. In carcere ricevettero la visita e l’assistenza della comunità cristiana. In quello stesso carcere il vescovo battezzò un catecumeno chiamato Rogaciano. Il 21 gennaio, un venerdì, i martiri vennero condotti alla presenza del governatore Emiliano per essere giudicati. Con un processo rapido e inflessibile, il vescovo e i diaconi vennero condannati a morire sul rogo nell’anfiteatro. La comunità cristiana accompagnò i martiri al supplizio pregando per loro. Fruttuoso e i suoi diaconi, certi della salvezza che li attendeva, si consegnarono al martirio con abnegazione e coraggio. Pregarono per una Chiesa universale e confortarono la comunità con la promessa che non sarebbe mai venuto a mancare loro un pastore e che l’amore e la promessa del Signore sarebbero state sempre presenti. La comunità cristiana ne trasse in salvo i poveri resti e li sotterrò nel cimitero del fiume Francolí. La Passio Fructuosi va intesa come documento della letteratura cristiana nel quale si fondono la testimonianza diretta di quelli che assistettero al martirio dei santi tarragonesi, l’accesso agli atti pubblici del processo da parte del redattore e l’aggiunta di uno sfondo misericordioso che finì col plasmare la narrazione. Si tratta dei più antichi atti martiriali di tutta la penisola iberica. In epoca tardoromana, il culto di San Fruttuoso di Tarragona si estese su tutto il mondo romano e a partire dall’epoca medioevale e moderna, nel resto del mondo. Il culto di San Fruttuoso oggigiorno è più sentito in Catalogna, Aragona, Occitania e nel nord Italia. È inoltre documentata la presenza di comunità anche in America Latina.

so

Co

ns ta nt í

l’itinerario dei primi cristiani di

ve r

Fruttuoso, vescovo di Tarragona, e Augurio ed Eulogio, diaconi

7- Villa romana di Centcelles

6

6- Basilica paleocristiana del Parc Central

1 2

6

6- Area funebre del Francolí

5-

Il c

am

min

ov

ers

o il

1- Cappella di San Paolo

2- Cappella di San Fruttuoso

3

3- Torre del Pretorio e ampia volta

4

4- Anfiteatro

tarraco

cim i

Ufficio del Turismo: C. Major, 39 43003 Tarragona Tel.: + 34 977 25 07 95 www.tarragonaturisme.cat

Punti di informazione turistica Aperto tutto l’anno Aperto saltuariamente Ufficio del pellegrino

Edizioni: Patronato Municipale del Turismo di Tarragona • Testi: Andreu Muñoz Melgar • Fotografie: Josep Ma Macias, MNAT/Ramon Cornadó, Andreu Muñoz, Albert Sanahuja, Quim Vendrell • Layout: Mira, Factoria de Disseny • Traduzioni: Tarraco Translation • Stampa: I. G. Gabriel Gibert • D.L. T.660-2008 • Ringraziamenti: Associazione Culturale San Fruttuoso.

Tarragona è una città del Mediterraneo situata alla foce del fiume Francolí con una popolazione di circa 150.000 abitanti e una altitudine media di settanta metri sul livello del mare. Il clima clemente, la posizione privilegiata e il carattere accogliente furono elogiati già dai classici. Il poeta romano Publio Virgilio Marone diceva, riferendosi alla città: “Vedete, mi ha incantato la sua ospitalità: credo che anche per coloro che hanno viaggiato molto, sia la località più piacevole tra quelle adatte al riposo”. Occupata dai romani nel III secolo a.C., la città divenne capitale della Provincia Hispania Citerioris o Tarraconensis nel I secolo a.C., ottenendo per tale motivo grande potere e prestigio. Nel III secolo è documentata la presenza di una comunità cristiana che assumerà grande importanza a partire dall’epoca tardoromana come sede metropolitana e del primate. Conclusa l’epoca dei visigoti e con l’irruzione dell’islam, la città venne abbandonata. A partire dal XII secolo ebbe inizio un’efficace restaurazione. Fu nel XIII e XIV secolo che la città sperimentò una forte crescita e l’irrobustimento del governo municipale. A partire dal XV secolo, Tarragona soffrì una forte recessione. Durante l’epoca moderna si consolidò come importante piazzaforte militare soffrendo le vicissitudini proprie del periodo (gli attacchi di corsari, la peste e le guerre dei “Segadores” e di Successione). Nel 1811 venne occupata dagli eserciti napoleonici dopo un feroce assedio. Durante il XIX secolo conobbe una progressiva ripresa sia demografica che economica.

tero

Ufficio dell’Anno Giubilare: Seminario Pontificio di Tarragona C. de Sant Pau, 4 - 43003 TARRAGONA Tel.: + 34 977 233 412, int. 245 - 977 252 186 Fax: + 34 977 251 847 E-mail: ajubilar@arquebisbattarragona.cat Sito Internet: http://ajubilar.arquebisbattarragona.cat

Siate i benvenuti

1750º ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI SAN FRUTTUOSO VESCOVO E SANT’AUGURIO E SANT’EULOGIO, DIACONI

Ai giorni nostri, Tarragona è un importante centro industriale, commerciale e turistico estremamente vitale. Nell’anno 2000 i suoi monumenti romani vennero dichiarati Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Nel 2007 il papa Benedetto XVI concesse l’anno giubilare (2008-2009) alla sua chiesa diocesana a ragione della celebrazione del 1750º anniversario del martirio del vescovo Fruttuoso e dei suoi diaconi Augurio ed Eulogio, bruciati vivi il 21 gennaio del 259 durante la persecuzione degli imperatori Valeriano e Galieno. La città e la sua chiesa diocesana vi invitano a conoscere questo magnifico patrimonio e a seguire le tracce dei nostri martiri attraverso questo itinerario.


1. Cappella di San Paolo Piccola cappella costruita nel XIII secolo e attualmente ubicata all’interno di uno dei chiostri del Seminario Pontificio di Tarragona. Era legata a una comunità chiamata di San Paolo formata da presbiteri infermieri dell’ospedale dei canonici della Seu. È uno spazio venerabile che per la chiesa di Tarragona si è convertito nel simbolo evocatore delle radici paoline che appartengono alla città, secondo un’antica tradizione. «E così, quindi, quando avrò compiuto questa missione e vi avrò consegnato il frutto della questua, passerò a visitarvi strada facendo verso la Spagna.» (Rm. 15,28)

2. Cappella di San Fruttuoso nella cattedrale di Tarragona Cappella rinascimentale commissionata dall’arcivescovo Joan Terès e progettata dall’architetto Pere Blai. Le immagini dei santi martiri, dell’inizio del secolo XVII, sono opera di Benet Baró. Nell’altare sono conservate le reliquie dei santi martiri. Le moderne pitture alle pareti sono di Hermini Sentís e rappresentano la storia dei martiri e la traslazione delle reliquie in Italia ordinata da San Prospero, ultimo vescovo della Tarragona visigota. La cappella ha una cripta in cui sono sepolti il Cardinale della Pace, Francesc d’Assís Vidal i Barraquer (1919-1943), e l’arcivescovo Josep Pont i Gol (19701983). Nella stessa cripta si innalza la memoria del vescovo ausiliare Manuel Borràs, martirizzato nel 1936. All’epoca di San Fruttuoso, in questo spazio si trovava l’area sacra del Concilium Provinciæ, presidiata probabilmente dal tempio di Augusto. Nonostante si ignori il luogo esatto dove avvennero il processo e la condanna dei martiri di Tarragona, il grande complesso del Concilium Provinciæ potrebbe esserne stato lo scenario. In questo luogo diventano particolarmente evocatrici le parole degli atti: «Il governatore Emiliano disse a Fruttuoso: “Sei un vescovo?” Fruttuoso rispose: “Sì, lo sono” Emiliano continuò: “Lo eri.” E ordinò che fossero bruciati vivi.» (Passio Fructuosi, 2)

3. Torre del Pretorio e ampia volta Il potere di Roma a Tarragona si esprime attraverso lo scenario architettonico delle strutture del recinto del Concilium Provinciae o del foro provinciale. Il vescovo della città, San Fruttuoso e i suoi diaconi, Sant’Augurio e Sant’Eulogio, furono incarcerati il 16 gennaio del 259 per ordine del governatore Emiliano e furono in seguito processati. I resti di questo imponente edificio evocano per noi l’ambiente dove si svolse il processo. All’interno del complesso possiamo accedere alla “ampia volta”, una volta a botte lunga 93 metri che si trova in buona parte sotto la strada chiamata Calle de l’Enrajolat. Inizialmente era forse un granaio pubblico (horreum), e sotto l’impero di Domiziano venne usato come struttura del circo romano. La volta confinava con la piazza delle rappresentazioni del Concilium Provinciae, il denominato foro provinciale. Anche se ci è sconosciuta la posizione delle carceri di Tarragona così come descritte nella Passio Fructuosi e non sono archeologicamente identificabili in nessun modo con la “volta a botte”, questo spazio e la sua atmosfera evocano per noi l’ambiente nel quale i santi martiri vissero il periodo di prigionia. «Appena arrivati, furono incarcerati. Fruttuoso, sicuro di sé e felice per la corona alla quale era destinato, pregava senza sosta.» (Passio Fructuosi, 1)

4. Anfiteatro L’anfiteatro era un edificio a forma ellittica dedicato agli spettacoli con i gladiatori. Aveva una capacità di circa 14.000 spettatori e fu costruito durante la prima metà del II secolo d.C. Sotto l’impero di Eliogabalo, agli inizi del III secolo, l’anfiteatro venne sottoposto a ristrutturazione. Poco dopo, il 21 gennaio del 259, in quella stessa arena, il vescovo Fruttuoso e i suoi diaconi Augurio ed Eulogio furono bruciati vivi. La chiesa di Tarragona costruì nel VI secolo una basilica in memoria dei martiri, forse proprio sul luogo preciso dove i santi furono immolati. Sopra questa costruzione, nel XII secolo, venne eretto un nuovo tempio dedicato a Santa Maria del Miracolo, secondo quanto documenta una bolla del papa Anastasio IV del 1154. Nel XVI secolo i frati trinitari costruirono un convento accanto al tempio. La comunità rimase in questo luogo fino al XVIII secolo. «E così, quindi, in piedi di fronte alla porta dell’arena dell’anfiteatro, sul punto di dirigersi verso la corona incorruttibile più che al supplizio, in presenza e a beneficio dei soldati - i cui nomi abbiamo nominato prima

- che lo sorvegliavano anche solo a causa del loro compito, Fruttuoso, ispirato dallo Spirito Santo che parlava attraverso la sua bocca, disse facendosi udire sia dai soldati che dai nostri fratelli: “Mai vi mancherà un pastore. E non mancheranno l’amore e la promessa del Signore né in questo mondo né nell’avvenire poiché ciò che si vede è fugace come una debolezza passeggera”. E così, dopo aver consolato la comunità dei fratelli, entrarono nella salvezza con dignità e felici di soffrire quel martirio, poiché avrebbero ricevuto il frutto promesso nelle Sacre Scritture.» (Passio Fructuosi, 3)

5. Il cammino verso il cimitero Supponiamo che la processione funebre abbia seguito una strada parallela alla linea del mare che la fece giungere fino alla zona del porto, dove le strade di servizio e le file di magazzini del porto offrivano l’opportuna discrezione fino ad arrivare alla via del Francolí e all’appezzamento scelto per la depositio. Un itinerario indicativo lungo le strade moderne di Tarragona ci porterebbe ad uscire dall’anfiteatro, a percorrere il viale William J. Bryant verso la stazione ferroviaria e a prendere la Calle Reial per dirigerci verso la Avenida Vidal i Barraquer fino alla zona del cimitero paleocristiano. «Calata la notte corsero verso l’anfiteatro, portando del vino per spegnere i corpi ancora fumanti. Fatto ciò, ognuno cercò di raccogliere tutte le ceneri che potette.» (Passio Fructuosi, 6)

6. Area funebre del Francolí In questa zona la comunità cristiana di Tarraco sotterrò i santi martiri. Lo spazio acquisì molta importanza per la chiesa locale e i fedeli dimostrarono grande interesse nella ricerca della vicinanza alle reliquie dei martiri (tumulatio ad sanctos o martyres). Già alla fine del IV secolo o agli inizi del V, venne costruita una grande basilica con battistero dedicata alla venerazione delle reliquie dei martiri. Nel V secolo, a circa 200 metri di distanza, si edificò un nuovo complesso basilicale ispirato alla struttura architettonica di San Pietro in Vaticano, eretto dall’imperatore Costantino. C’è da ritenere, quindi, che tutta la zona abbia avuto un’importanza straordinaria per la chiesa di Tarragona nata in conseguenza del culto martiriale dei Santi Fruttuoso, Augurio ed Eulogio.

«Fruttuoso e i suoi diaconi, che indossavano gli indumenti della promessa divina, apparvero ad Emiliano, colui che li aveva condannati. E lo ammonirono, rimproverandogli che ciò che aveva fatto non era servito a nulla. Quindi, egli, che credeva di averli spogliati in eterno dei loro corpi terreni, ora li contemplava in tutta la loro gloria.» (Passio Fructuosi, 7)

7. Villa romana di Centcelles Questo complesso costituito dai resti di una villa romana del I secolo a.C. si trova a Constantí, distante circa otto chilometri da Tarragona e accanto al fiume Francolí (l’antico Tulcis). A metà del IV secolo la villa subì una serie di ristrutturazioni. In questo modo venne creata una grande sala a pianta centrata chiusa da una cupola e decorata con un sontuoso mosaico. Fra le diverse scene che vi appaiono (caccia, raffigurazioni delle stagioni, personaggi intronizzati...), risaltano le scene bibliche (Adamo ed Eva, Giona, i tre ebrei a Babilonia, il profeta Daniele, il Buon Pastore, la resurrezione di Lazzaro...), con chiaro significato escatologico e salvifico. È una delle testimonianze più impressionanti di arte paleocristiana nel mondo romano. Anche se ci è sconosciuta la titolarità e le funzioni dell’edificio, alcuni autori ne segnalano l’uso funebre quasi si trattasse di un grande mausoleo, mentre altri lo considerano un luogo profano, una grande sala per ricevere gli invitati. In ogni caso, il proprietario dell’edificio fu un grande proprietario terriero cristiano. Questo complesso mostra che la chiesa di Tarraco sopravvisse alla persecuzione di Valeriano. «Oh martiri beati, provati dal fuoco come l’oro prezioso, rivestiti dalla corazza della fede e dall’elmo della salvezza, cinti con il diadema reale e la corona incorruttibile, voi che avete schiacciato la testa del diavolo. Oh martiri beati, che meritaste un posto glorioso nel cielo, e ora sedete alla destra di Cristo, glorificando Dio Padre Onnipotente, Gesù Cristo, Figlio suo, e lo Spirito Santo. Amen.» (Passio Fructuosi, 7)


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.