SALUTE
LA VISTA
Intervista al Dott. Giovanni Pastorelli di pediatria
di Gianfranco Burchielli gfburch@alice.it
IL GLAUCOMA Un problema serio e diffuso che richiede un intervento di prevenzione generalizzato
I
l termine eriva dal greco antico GLAUKOS che significa grigioblu. In oculistica il termine GLAUCOMA si riferisce a tutti i soggetti che hanno la IOP (pressione intraoculare) elevata e danni alle fibre nervose del nervo ottico e che soprattutto non hanno una visione corretta.
Il paziente all’avanzare del danno glaucomatoso comincia a perdere le cellule e le fibre nervose che muoiono anche se l’occhio vede ancora le immagini normalmente ma queste in realtà non vengono trasmesse al cervello a causa del danno al nervo ottico. Il fatto che il soggetto presenti ancora una buona capacità visiva rilevabile con un preciso strumento di misurazione, Autoref, può trarre in inganno il rilevatore ed il paziente purtroppo si accorgerà solo quando le immagini visive verranno percepite incomplete e prive di particolari. La causa è dovuta agli scotomi retinici (macchie cieche) cioè zone non più funzionali a causa di cellule morte. È necessario quindi diagnosticare precocemente la malattia la cui IOP elevata è il primo sintomo ed iniziare la terapia corretta. Si stima che il 4% della popolazione italiana sia affetta da una tale patologia e la percentuale aumenta se il calcolo viene fatto sopra i cinquantanni. È comunque considerevole il numero se lo si calcola a livello mondiale: circa 90 milioni di cui 9 milioni sono diventati ciechi a causa del glaucoma. Per ora ci limitiamo ad elencare i vari tipi di glaucoma che possono colpire soggetti dall’infanzia alla vecchiaia: Congenito - Infantile - Giovanile - Primario ad angolo chiuso - Acuto ad angolo chiuso - Intermittente ad angolo chiuso - Cronico ad angolo chiuso - da Blocco Ciliare Secondario ad angolo aperto - secondario ad angolo chiuso. Nel prossimo numero analizzeremo i fattori di rischio, le cause ed eventuali possibili rimedi. Continua
numero 8 - NOVEMBRE 2014
Il Dott. Giovanni Pastorelli
Alla laurea conseguita nel 1971 all'Università di Perugia sono seguite tre specializzazioni: -Pediatria, Puericultura e dietetica infantile -Neuropsichiatria infantile. Autore di oltre 100 Comunicazioni scientifiche sia a livello nazionale che internazionale. Dall' 86 al 99 responsabile Unità operativa di pediatria dell'ospedale di Assisi. Nel 99 direttore a Rovigo dell'Unità operativa di pediatria. Dal 2000 al 2010 direttore dell'Unità complessa di pediatria dell'Azienda ospedaliera di Mantova. Ha organizzato 10 congressi di pediatria in Assisi e 4 a Mantova. È professore a contratto presso l’Università di Pavia in Nefrourologia pediatrica alla scuola di specializzazione in pediatria.
Il Pediatra punto affidabile per
N
ato e formatosi nel nostro territorio, il Dott. Giovanni Pastorelli, ha rivestito per anni un ruolo di primaria importanza nell'ospedale di Assisi. Gli rivolgiamo alcune domande che spaziano dalla sanità in genere alla pediatria. Innanzitutto qual è il suo parere sullo
di CARLO ROSIGNOLI stato di salute, le patologie e le cure della nostra gente in relazione all'offerta medica? - Lo stato di salute della gente umbra è buono; la prevenzione è effettuata in modo capillare e le cure mediche sono adeguate nonostante le ristrettezze economiche che i governi via via hanno imposto. Perché secondo lei la regione Umbria ha deciso una diversa distribuzione dei servizi negli ospedali? - La nostra regione ha deciso giustamente, ma in ritardo; una pletora di ospedali così numerosa deve essere ovviamente riprogrammata per non disperdere le risorse economiche a disposizione. Qual è la miglior destinazione per l'ospedale di Assisi? Il reparto natalità va soppresso? - In questo contesto la redistribuzione dei punti nascita e una riqualificazione dell' ospedale di Assisi è una necessità dettata dalla storia. Non si possono avere ospedali sotto casa e reparti di natalità così vicini con Perugia a 20 Km e Foligno a 15! Come si può risparmiare sulla sanità mantenendo alto il livello di efficienza? - Nella sanità ci sono gli sprechi da eliminare e un livello di efficienza alto si mantiene con la qualificazione del personale sanita-
rio e parasanitario; inoltre, come giustamente ha deciso la regione Umbria, è necessario un unico punto di raccordo per l'acquisto di attrezzature e beni. Si va verso un uso più diffuso delle cliniche private? - Le cliniche private hanno sempre contribuito a sopperire alle esigenze dei pazienti. Per quanto riguarda il fiorire di studi medici e i laboratori di analisi e diagnostica io credo che il tem-