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Una digressione non fuori luogo

Mi viene in mente, a proposito di inadeguatezza per troppa bravuraquanto che evidenzia fra le altre l‟italo-americana L. Chiavola Birnbaum, autrice di “Black Madonnas”, a proposito di Marija Gimbutas.

La grande archeologa lituana ha scoperto, nel corso degli scavi di una vita, le prove inconfutabili di un modello iniziale di società matrilineare e ciò le ha permesso di affermare che la civiltà non ha avuto inizio, come si pensava, con guerrieri e fortificazioni, bensì con culture in cui prevalevano i valori “femminili” portatrici degli ideali di pace e della sacralità della vita…

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Ebbene, questa eminente studiosa e ricercatrice, stimata archeologa, direttrice di scavi molti importanti, conoscente più di venti lingue, autrice di oltre venti libri, tra cui The Language of Goddess, “Il Linguaggio della Dea”, dapprima – quando la sua ricerca era in linea con la norma culturale corrente – ha ricevuto una quantità di riconoscimenti

All‟apice della sua carriera, si è ritrovata ad essere criticata , subendo un ‟aspra campagna di ironica o sarcastica sottovalutazione.

Alla maniera della nota favoletta del lupo e dell‟agnello, non potendo trovare altro per diminuire l‟impatto della sua scoperta , è stata “paradossalmente “accusata di aver superato i confini di più campi disciplinari, di aver formulato le proprie ipotesi basandosi su dati fantasiosi

La realtà dei fatti era che, a seguito delle definitive ricerche di Gimbutas, dei suoi ultimi ritrovamenti archeologici e della geniale, creativa classificazione e descrizione, da lei realizzata in anni di intenso lavoro culturalmente e spiritualmente illuminato, risultava una “visione del mondo” assolutamente inedita, tanto innovativa esensazionale da essere “dis-turbante” per l‟attuale ordine delle cose. Le prove dell‟esistenza di antichissime civiltà pre-istroriche fondate sui valori della pace e della comune convivenza, erano viste come una minaccia dalla cultura dominante e dai suoi tremendi interessi per la “normalità” della guerra in tutto il tempo storico .

I suoi ritrovamenti, gli studi e le conclusioni, che formano l‟oggetto di grossi volumi e importanti pubblicazioni, invece di essere premiati e diffusi, contribuendo così al cambiamento di parametri e di rotta dell‟umanità - a cui riconsegnava un messaggio di speranza, di nuove possibilità- la videro osteggiata dai suoi colleghi e dal mondo accademico tradizionale – evidentemente patriarcale –

La grande studiosa venne denigrata e boicottata, dato che metteva in crisi il sistema, fondato sulla guerra, e di conseguenza la produzione e vendita di armi etc…

Dovette subire tutto questo non ai tempi di Galileo o di Giordano Bruno; non nel l‟800, come era avvenuto a un altro grande studioso non convenzionale, Jacob Bachofen – di cui Gimbutas aveva giustamente riconosciuto il valore e il debito culturale nei suoi confronti – ma alla fine degli anni 80 del nostro XX secolo

Anche Bachofen era stato a suo tempo punito con il silenzio per il suo monumentale, documentato studio sulle origini, che però aveva il grande “difetto” di non essere conforme alla cultura dominante: e gli è andata anche bene, perché tantissimi altri, da quella fatale “cultura” sono stati anche fisicamente eliminati.

Un curriculum troppo voluminoso

Tornando a noi, per quanto riguarda il potere politico e mass mediale, non sta a me ricordare che dovrebbe essere accentuata la responsabilità di servizio e la necessità di una diversa attenzione, non clientelare, nei confronti di quanti, avendo talento, e operando seriamente e con un grande lavoro, meriterebbero dei riconoscimenti reali ed ufficiali.

Mi pare che si dica “dare onore al merito”.

Per quanto mi concerne personalmente, pur riconoscendo l‟apprezzamento e la stima di molti, tuttavia come artista-donna subisco cocenti delusioni, registrando palesi atteggiamenti di misoginìa, e talvolta risposte inversamente proporzionali alla qualità e complessità del mio operato.

Mi è stato da taluni persino suggerito di limitare la mia attività

- letteralmente: di darmi una calmata !!!! - essendo il mio curriculum decisamente già troppo voluminoso … Ma per raccontare questo ci sarà modo, a suo tempo, magari nelle mie Memorie …

P.T.Z. 24. Il fattore ambientale (povertà economica, scarsa popolazione, difficoltà di comunicazione) e culturale (disabitudine all‟arte e un certo atteggiamento ambiguo di sopravalutazione / svalutazione) pesa e quanto nella civiltà lucana contemporanea?

Se dovesse definire la Basilicata oggi, culturalmente come la direbbe, saltando a piè pari la visione stantia e oleografica del passato?

T.V. Anche in Basilicata è prevalsa una sopravvalutazione dell‟importanza della crescita economica su quella culturale e molto si è frainteso al riguardo. Riterrei indispensabile una seria riflessione … Bisognerebbe però intendersi anche sul significato della parola cultura.

A mio parere, ancor più grave della non scolarizzazione è l’analfabetismo della sensibilità e della consapevolezza, e questo è solo uno dei tanti malintesi che costèllano e caratterizzano la cultura in generale, e la nostra non fa eccezione.

Riguardo al passato, bisogna rivederlo con grande attenzione. Abituati come eravamo a rientrare in una considerazione da Cenerentola –secondo la quale, insieme a tutti i sud d‟Italia e del mondo,la Basilicata è stata ritenuta terra di arretratezza e concentrato di ogni superstizione, ci siamo affrettati a negare in blocco tutto ciò che riguardava quella cultura di cui ci “costringevano” a vergognarci; così facendo abbiamo sconsideratamente eliminato anche quanto vi era di importante e di prezioso.

Potremmo avere molte sorprese se, nel riconsiderarla con maggiore saggezza e meno pregiudizi, scoprissimo che al pari di molte culture

“negate” anche la nostra ha ancora molto da dirci.

Sempre che facciamo ancora in tempo a salvare qualcosa di questo patrimonio millenario, che esprimeva precisi valori e una sorprendente concezione dell’essere umano in rapporto alla natura e all’universo.

P.T.Z . 25. Che riferimenti artistici ha in Italia e quale esperienza artistica, momento e luogo la affascina di più?

T.V. Sia come artista che come operatrice, ricercatrice e presidente del Centro d‟Arte e Cultura Delta, ho contatti soft – cioè non esagitati- con diverse realtà nazionali ed internazionali.

Opero in particolare a Roma e a Milano, dove ho uno studio e collaboro – sempre softly - con riviste e gruppi culturali.

Mi affascina molto la nuova possibilità di comunicare tramite una rete mondiale – Internet- e mi auguro che il suo buon uso possa farci superare la soffocante tirannia mass-mediale locale in modo da poter usufruire di un mezzo alternativo e più democratico per comunicare, conoscere e farsi conoscere, eliminando, oltre alle distanze, molti anelli perversi della catena.

Purché non ci si limiti anche lì a fare semplicemente mercato di sé e del proprio ego. Forse l‟universo delle onde elettromagnetiche, personalizzando le forme della comunicazione, ci darà la possibilità di una qualità superiore dell‟esperienza singola, a patto che l’utilizzo delle tecnologie telematiche “ non escluda il magico, il telepatico, l’estatico, il reale, la vita” (Franco Bolelli) …

P.T.Z. 26. Quali sono i riferimenti europei ed extra-europei? Quali esperienze L‟attirano e La intrigano?

T.V. Ho esposto sinora le mie opere in oltre 60 mostre personali ed altre collettive, a livello regionale, nazionale ed internazionale, in particolare in Italia, Svizzera, Francia, Inghilterra, Stati Uniti … privilegiando sedi non convenzionali sebbene di alto livello culturale, vista la mia invincibile resistenza ad entrare in quell‟esagitato giro consumistico - il mondo della cosiddetta arte che non ha niente a che vedere con l‟arte per come la intendo io. Fino a quando le cose non cambieranno, preferisco avere riferimenti trasversali, alternativi, di certo più preziosi.

In questo momento del mio viaggio, privilegio da un lato la messa in spazio della mia azione creativa, alla ricerca di un rinnovato, primigenio senso del pensare/fare arte.

Dall‟altro mi riferisco ad esperienze che dilatino e stravolgano i percorsi, affinchè non ci siano ostacoli ad una comprensione più piena della realtà umana ed artistica.

Ci sono interessanti contatti non solo riferiti ai luoghi (privilegiando l‟area del Mediterraneo, Malta, Creta, l‟Egitto, la Turchia, e relative culture, soprattutto quelle sommerse e meno note) ma ai tempi: trovo fondamentale visitare e studiare i “siti” più arcaici, in particolare quelli ancestrali, con tutto il loro carico di autentica espressività artistica, quella che il grande storico dell‟arte Sigfried Giedion ha definito come “la più bella e compiuta forma di rappresentazione che il mondo abbia mai conosciuto” e che mi sembrano non solo molto attuali ma estremamente più illuminanti di tantissima arte o simil/arte successiva in periodo storico.

M‟interessano esperienze di arte/vita non ottuse né convenzionali, di quelle che permettono di vedere il mondo al di fuori del “pozzo” in cui spesso si vive, credendo - o illudendosi - che sia l‟unica, vera realtà.

Teri Volini

L‟articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2000 su La Nuova

Pasquale Totaro-Ziella

Nato a Senise (Pz) nel 1950.

Raccolte poetiche: Solamente questo paese (1976), A canne a pietre a posti fatati (1979), Corale Accorato Corale (1981), Autocritica di un uomo (1981), Clena (1984), Spaesamento (1994), D‟amore e di morti (1998), Chiamate Giovanni (1998), Los Fueratierra (1999).

Dal 1982 al 1992 ha diretto editorialmente la Capuano Editrice.

Ha fondato e diretto il periodico di attualità, cultura e turismo Lorico (1989 - 1993).

Per la narrativa ha pubblicato: La farmacia in Racconti Pastelli (1993), Angelarosa in Nuove Lettere (1994), Gatta Mirascka (1995), Facoltà di parola in Pensieri d‟autore (1997).

Come saggista ha pubblicato: Niccola Sole (1982), L‟Arpa Lucana (a cura) di N. Sole (1984), Luca Celano (1985), Tagli di Tela (1991), Gli xilo-lito-bronzi di Paonessa (1991), Tendenze dell‟arte lucana contemporanea (1992), Nicola Lisanti (1994), Apollinia (1994), L‟incisione in Lucania (1995), Archetipi Leviani (1996), Assonanze e Dissonanze dell‟Arte Contemporanea (1998), ConfrontArt (1998), Il Giardino delle Porcellane (1998), Validoro (1999), Consummatum est di Paonessa (1999).

E‟ stato direttore artistico del Centro Europeo per la Ricerca e Diffusione delle Arti di Roma.

E' presente nelle antologie: I Contemporanei '72, Sotto il segno di Elicona, I Protagonisti maggiori e minori del Novecento italiano, Antologia della poesia contemporanea, 100 poesie d‟amore 3, Poeti dell‟amore, Suoni sonetti e suonate, Antologia della poesia dedicata alla mamma, Amore, Mamma, Donne, L‟Incanto della Parola, Poesia lucana d‟oggi.

E‟ presente nella Storia della Letteratura Italiana del XX secolo e degli AA. Minori, Storia della Letteratura Lucana, Letteratura delle Regioni d‟Italia (Basilicata), Le rose e i terremoti, La svolta della rivolta (Poesia e Narrativa del „900 Lucano), Poeti lucani fra Otto e Novecento, La Parola e i frantumi (da Sinisgalli a Riviello), La poesia in Basilicata, Poeti Lucani (fra Otto e Novecento), Appendice a Narratori Lucani (fra Otto e Novecento), Storia della Letteratura Italiana del XX Secolo.

Hanno scritto della sua poesia: F. Bellusci, G. Caserta, E. Catalano, P. Codazzi, F. D‟Episcopo, G. De Marco, A. Frattini, A. Lotierzo, F. Manescalchi, R. Nigro, G. Nocentini, D. Pace, A. Piromalli, L. Reina, J. Robaey, C. Savini, T. Spinelli, Y. Su. Saggi fondamentali sulla sua poesia si trovano nel volume: Vent‟anni di Poesia a cura di Paolo Codazzi.

Di seguito, due testi di P. Totaro- Ziella dedicati a Teri Volini e alcuni link aggiornati del percorso dell’artista.

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