R I V I S TA
INDIPENDENTE
DI
CINEMA
a picchiare ogni prigioniero estratto a forza dalla cella; a destra, terminato forse il suo compito o incapace di continuare, un giovane agente piange disperato chiedendosi, senza parole, come e perché sia possibile la violazione completa di ogni diritto umano. Tuttavia quelle amare lacrime potrebbero essere indotte dalla pietà, sentimento che, come ribadisce una voce femminile fuori campo, va controllato e represso: i detenuti esperti dei meandri dell'animo umano non esiterebbero, si avverte, a ricorrere a forme clamorose, plateali, di martirio per sensibilizzare l'opinione pubblica.
solti, in carcere, si mutano in sostegno al governo giacché l'atto dell'alimentarsi consente la resistenza del corpo a nuovi e violenti soprusi . La prima reale spiegazione di ogni misura detentiva deriva dalla semplice “esistenza” del corpo in quanto imprigionabile. Sosteneva questo concetto anche Michel Foucault nel celebre saggio del 1975 Surveiller et punir: Naissance de la prison .
bisogni primari dell'essere umano, se as-
Viene in mente quanto Primo Levi affer-
L'ultima parte di Hunger è interamente incentrata sui giorni che l'“eroe” Bobby trascorre nel reparto ospedaliero del carcere, essendo terribilmente peggiorate le sue Bobby Sands ricomincia dal corpo e condizioni di salute. dalla valutazione, in termini quantitativi, del controllo che di esso ancora mantiene: Il ventre cavo, gli occhi spenti, le piaghe dimagrire non equivale ad una forma di da decubito, i fiotti di sangue dalla bocca, suicidio, bensì ad un'affermazione del pro- le lenzuola delicate in cui avvolgere un corpo inerte e sempre più magro, per leprio potere decisionale. nire il dolore da contatto: i particolari esibiti Tutto è stato pianificato nei minimi dettacon dovizia appartengono al piano narragli: chi perirà sul campo di battaglia per la libertà, verrà rimpiazzato da altri “soldati”: tivo, non a quello voyeuristico tout court e mangiare e bere ossia soddisfare due dei l'insistenza si fa cifra stilistica.
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