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TACCO N. 38 (1)

27-06-2007

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DOVE FARSI UN TUFFO.

ALFREDO PRETE

GRATIS

ACCESSI MA SENZA ECCESSI

COMUNE PER COMUNE LA SITUAZIONE NEL SALENTO. OTRANTO E UGENTO HANNO SFORATO IL TETTO DEL 40 PER CENTO DI SPIAGGIA DA DARE AI PRIVATI. DOVRANNO REVOCARE LE CONCESSIONI. A LIDO MARINI (UGENTO) LO STRANO CASO DI UNA CONCESSIONE MAI DATA MA CHE C’È I Comuni rivieraschi del Salento sono tutti al palo, in attesa che la Regione definisca il Prc e si esca dal periodo di moratoria. Intanto gli uffici tecnici sono alle prese con i conteggi, per adeguarsi alle frontiere delle nuove disposizioni. Nella prevista ripartizione della costa fra 60 per cento destinata alla libera fruizione e 40 per cento da assegnare in concessione, c’è qualche Comune che ormai

La novità che più ha fatto discutere riguarda la “guerra degli accessi al mare”. Che con la Finanziaria del governo Prodi stabilisce “l’obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia, antistante l’area compresa nella concessione, anche al fine della balneazione”. La legge regionale invece, puntualizza che l’obbligo scatta solo se nell’intorno di 150 metri dallo stabilimento non esiste un’alternativa per accedere liberamente al mare. Una sottigliezza non di poco conto, che ha acceso gli animi del Sib, il sindacato degli operatori balneari, aderente a Confcommercio, i quali propendono a sposare le regole fissate dalla regione Puglia. Ma non è tutto scontato e chiaro. I gestori temono che i bagnanti intendano le nuove regole a proprio consumo. “Una legge per molti aspetti demagogica e ingannevole – osserva per tutti il presidente regionale del Sindacato Italiano Balneari (Sib), Alfredo Prete perché il cittadino pensa che può avere accesso allo stabilimento senza pagare. Invece può solo attraversare la concessione. Ora – aggiunge – se è un solo bagnate, due, è un conto. Ma se si presentano in duecento, io gestore non sono più in gradi di garantire la sicurezza e di lavorare. Un altro punto dolente riguarda la limitazione a due ore della musica. Noi – dice

sabbiosa, gli stabilimenti “leccesi” sono più di 30, distribuiti fra San Cataldo, Frigole, Torre Chianca, Spiaggiabella, Torre Rinalda e Casalabate. Quelli fissi, sono 22 e quelli che smontano a fine stagione, sono una decina. Le richieste di altre concessioni, pervenute finora, sono meno di dieci e sono in fase di istruzione. Sicuramente ci sarà spazio per altre richieste.

Tuffo dal Ciolo (Santa Maria di Leuca)

ha esaurito la quota del 40 per cento e quindi non può accogliere le richieste di nuove concessioni. Anzi, deve procedere alla riduzione delle vecchie. Ma andiamo con ordine e facciamo il punto sulle località salentine più “marinare”. E’ dei giorni scorsi un accordo di programma della Provincia, che garantisce il collegamento di Gallipoli, Otranto e Leuca con l’aereoporto di Brindisi. Il turista che arriva al Papola Casale non sarà più colto dallo sconforto e sarà accompagnato a destinazione. GALLIPOLI Su uno sviluppo costiero di circa 32 chilometri, fra Padula Bianca e Rivabella, operano circa 30 stabilimenti. Data la disponibilità di spiaggia, c’è ancora spazio per altre concessioni. Una curiosità ci viene riferita dall’ingegnere Giuseppe Carmone, dell’ufficio Demanio: la fascia a sud della città è gestita dallo Stato, attraverso la Capitaneria di Porto, mentre la zona nord è gestita dal demanio della Regione. Si sta cercando di sbloccare la situazione delle richieste, mentre si procede con gli adeguamenti alla legge. OTRANTO Una costa lunga 27 chilometri, che ospita circa 35 stabilimenti balneari. Una querelle infinita e complessa fra ambientalisti e nuove gestioni in zona Baia dei Turchi. Una sabbia stupenda dal Club Med a località San Giorgio; 6 chilometri, passando per i Laghi Alimini.“Secondo i conteggi fatti, che comprendono anche un tratto di costa bassa, dovremmo essere già fuori del 40 per cento di costa in concessione – fa sapere il geometra Giuseppe Tondo – Abbiamo già più di 20 nuove richieste. Penso che qualche stabilimento potrebbe subire una riduzione. Intanto si procede con l’adeguamento alle norme”. LECCE Sul cordone dunale, lungo i 27 chilometri di costa preminentemente

LEUCA E’ difficile, lungo gli 8 chilometri di costa di Leuca, quasi tutti a scogliera, poter pensare di impiantare uno stabilimento balneare. Poco spazio anche per le spiagge attrezzate, dal momento che è vietato modificare lo stato della scogliera. Il problema che si pone è quello degli accessi pubblici e sicuri al mare. PORTO CESAREO Da Punta Prosciutto a località Cianuli (Strea) vi sono 25 chilometri di fronte mare, sul quale operano già 14 stabilimenti balneari, tutti in corrispondenza di un arenile da sogno. “Sono pervenute 64 nuove richieste e le ho dovute respingere – dice il sindaco Vito Foscarini -. L’amministrazione comunale ha a disposizione ancora un 10 per cento di spiaggia da concedere. Se non lo copriamo lo mettiamo in gara. Ho una sola richiesta per una ‘spiaggia attrezzata’ – aggiunge – dopo averla vagliata sarà accettata sicuramente”. SANTA CESAREA Una scogliera lunga 10 chilometri, con 3 stabilimenti balneari e le Terme. “Credo che siamo proprio a ridosso del 40 per cento degli spazi già concessi - spiega il sindaco Osvaldo Maiorano, che fa capire che non ci sarà spazio per altre concessioni ai privati -. Abbiamo avuto un finanziamento di 3 milioni di euro dalla Regione per mettere in sicurezza il ‘costone roccioso’ pericolante”. Un

Protesta per il piano coste

Presidente Sindacato operatori balneari e presidente Camera di Commercio di Lecce

Prete – ci sforziamo per esprimere servizi di qualità, come avviene da anni nelle strutture della riviera di Rimini. Fitness, musica, acquagym, animazione. Tra l’altro rispettiamo anche la pausa silenzio dalle 13,30 alle 16,30. Per questo abbiamo creato opportunità e posti di lavoro. Come si può pensare di tagliare le ali a chi investe sul proprio lavoro? Per quanto riguarda la querelle degli indumenti sulla spiaggia – continua – ben ha fatto l’assessore Minervini a chiarire che non si possono lasciare, sarebbe indecoroso”. Ma c’è anche chi non è interessato dai rigori dell’ordinanza. “Noi non facciamo fitness e diffondiamo musica new age – fa sapere Fabrizio Mancarella – dell’omonimo lido di San Cataldo. Inoltre, i vecchi stabilimenti, sono abituati alle regole e le rispettano. Penso invece a quei gestori che finora hanno operato in un clima di anarchia. Sarà dura per loro adeguarsi alle nuove norme”.

IL PARADOSSO: SI PUÒ ATTRAVERSARE IL LIDO PER RAGGIUNGERE IL MARE. MA SENZA ASCIUGAMANO E CIABATTE. PERCHÉ, SENNÒ, DOVE SI POGGIANO?

Marina serra (Tricase)

posto magnifico dove molti bagnanti oggi scendono in acqua con il pericolo che dall’alto piovano pietre sulla testa. CASTRO Posto splendido, incastonato nella roccia. Una scogliera densa di falesie e di strapiombi, lunga circa 8 chilometri. Due gli stabilimenti, la Scogliera e la Piscina Zinzulusa. Costone alto, da Punta Mucurune fino a Santa Cesarea e meno aspro dal Seno dell’Acquaviva, fino a dopo le Grotte Romanelli. A Castro il sindaco Luigi Rizzo non parla di concessioni e di stabilimenti, ma di discese a mare pubbliche. “Qualche spazio per le autorizzazioni ci potrebbe essere – dice – dobbiamo tenere conto delle leggi regionali. Le richieste verranno esaminate con molta attenzione, in tutti gli aspetti. Vogliamo assicurare i servizi alla UGENTO Il sindaco Eugenio Ozza è infuriato. “Abbiamo operato con la vecchia legge e adesso ci dobbiamo adeguare alla nuova – spiega –. Così abbiamo bloccato le nuove concessioni e rinnovato le vecchie. Sono pervenute molte richieste, ma abbiamo già superato il limite del 40 per cento della costa. L’unica cosa strana è che ci troviamo tra le mani una concessione a Lido Marini, che noi non abbiamo dato. Dovremo fare ricorso. Il nostro problema riguarda gli accessi al mare, perchè la zona retrodunale è molto lunga”.

il tacco d’Italia

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Maggio 2007

comunità senza alterare l’ambiente naturale, nel rispetto massimo del paesaggio. Come abbiamo fatto con la Zinzulusa e con il Parco delle Querce”. SALVE Un arenile molto richiesto nella zona. 9 chilometri di sabbia che vanno da Posto Vecchio al Bacino Amarea (Lido Marini), passando per Pescoluse e Torre Pali.Tre stabilimenti autorizzati, ma altri ne verranno. C’è ancora spazio per altre concessioni. “Abbiamo privilegiato le spiagge libere – fa sapere il sindaco Giovanni Siciliano – dotandole di strutture nella fascia sovradunale. Siamo impegnati da anni per organizzare il turismo. Quest’anno c’è stato un grande salto di qualità, con lo sblocco degli allacci alla fogna, visto che aspiriamo a un turismo di livello”.

L’ecomostro Orex è cresciuto di un piano


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