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Angelamaria Spagnolo, segretaria Ds Comune di Lecce 29 dicembre 1997 - “Ricordo la grande felicità del momento ma mista ad una profonda tristezza. Pochi giorni prima delle nozze era venuta a mancare la madre di mio marito, ma abbiamo deciso di celebrare ugualmente il matrimonio perché era un suo desiderio”.

Francesca Mariano, assessora Comune di Lecce - 25 maggio 2006 - “Ero molto felice ma anche consapevole di ciò che stavo facendo. Il mio matrimonio è stato molto particolare. E’ finito con mio marito che suonava la batteria ed io che lo accompagnavo con il kazoo nell’esecuzione di brani brasiliani. Non è stato un matrimonio di quelli come li vuole la tradizione; abbiamo dormito insieme fino al giorno prima ed abbiamo organizzato tutto insieme. L’unica usanza che ho voluto rispettare è stata Elisabetta Salvati, presidente scuola di formazione mantenere il segreto sul mio abito da sposa. manageriale “Aforisma” 22 aprile 2006 - “Tanto divertimento e la musica jazz. Quello no, non si può vedere prima”. Quando i musicisti hanno iniziato a suonare, si è aperto l’open bar ed è iniziata la vera festa. Non ho avvertito alcuna tensione o stato d’ansia; quando si arriva al grande passo da più grandi la scelta si fa in maniera più matura”.

Roberta Mazzotta, amministratrice Roma Multiservizi 6 dicembre 2003 - “Non dimenticherò mai la grande commozione che ho provato quando mia madre è salita sull’altare, durante la cerimonia, ed ha letto una poesia che aveva scritto per me. E’ stato certamente il momento più toccante della giornata”.

Adriana De Luca, commercialista 6 giugno 2005 - “Ho vissuto male il distacco dal mio paese. Io sono di Matino e, dopo il matrimonio, mi sono trasferita ad Alezio. Anche se non è lontano, ho vissuto male questo cambiamento e il giorno del matrimonio ci pensavo molto”.

Raffaella Lecciso, responsabile marketing Canale 8 18 febbraio 1991 - “Terminato il pranzo, io non volevo rientrare in casa con mio marito ma volevo ritornare dalla mia famiglia. Avevo solo 18 anni e mi sembrava strano dover rimanere da sola con lui. Avrei voluto portare in viaggio di nozze con me almeno mia sorella gemella”.

Valeria Lupo, Ufficio marketing Bpp 27 maggio 1989 - “Mi viene spesso in mente lo sguardo che ci siamo scambiati io e mio marito, quando sono entrata in chiesa. E’ stato una sguardo difficile da descrivere, un misto di tante sensazioni insieme. Ma è stato soprattutto frutto di tenerezza”.

Serenella Molendini, consigliera di Parità Provincia di Lecce 21 settembre 1972 - “E’ passato ormai tanto tempo da quel giorno; abbiamo già festeggiato le Nozze d’argento, ma ricordo benissimo un particolare: eravamo molto giovani, quando ci siamo sposati; avevamo solo 19 anni, e a quei tempi, si diventava maggiorenni a 21. Quindi, per sbrigare tutte le pratiche abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione delle famiglie. Lo stesso è stato per il viaggio di nozze, alle isole Baleari; ci hanno dovuto dare il consenso i genitori”.

Marina D’Arpe, avvocata 8 luglio 2006 - “Si può davvero dire che il mio matrimonio è stato la quiete dopo la tempesta. Proprio in quel giorno, infatti, una nuvola nera coprì Lecce. Non solo: dalle ore 11 alle 16.30 venne giù il diluvio universale. La cerimonia era fissata per le ore 19.30 ed io non riuscivo a vivere la situazione con serenità. Ricordo l’ansia nel vedere quel nuvolone; l’acquazzone lavò via ogni entusiasmo. Per fortuna, la pioggia cessò e venne fuori una bellissima serata. Così arrivai in chiesa che avevo già sfogato ogni ansia e mi meravigliai della mia calma, io che di solito sono molto emotiva. Poi ricordo il mio vestito; mi piaceva molto perché vi erano incastonati oltre 300mila swarovski ed emanava una luce davvero particolare”.

Viola Margiotta, responsabile marketing azienda Ecomet 29 maggio 2004 - “Quando sono entrata in chiesa ed ho visto il mio futuro marito che mi aspettava vicino all’altare, ho provato un’emozione bellissima. La ricordo ancora. In quel momento hai la consapevolezza che un sogno si sta realizzando; è qualcosa che pensi che a te non accadrà mai e invece poi accade eccome”.

Loredana Capone, vicepresidente Provincia di Lecce 25 aprile 1990 - “Pur di stare da soli, io e mio marito siamo andati nella nostra casa, dove però non avevamo vestiti. Per non uscire, l’indomani, di nuovo vestiti da sposi, abbiamo dovuto telefonare a casa per farceli portare”.

Emanuela Mariano Mariano, direttrice editoriale “L’ATV” 1 luglio 1999 - “Al momento dell’apertura della torta, mi sono ritrovata da sola senza sapere dove fosse finito mio marito. Il locale era molto grande ed io non sapevo dove cercarlo. E’ un ricordo che mi procura ansia ancora oggi, quando ci penso”. Teresa Bellanova, deputata Ds 21 marzo 1990 “Non ricordo un solo episodio in particolare legato al mio matrimonio. Come si può ricondurre una giornata così importante ad un solo frammento? Ricordo tanta emozione e, soprattutto, la grande gioia negli occhi dei miei genitori”.

Alessandra della Tommasa, pubbliche relazione e grandi eventi azienda “Feola supporti medici” 30 ottobre 1999 - “Subito dopo la cerimonia, mio marito, tutto preso dall’euforia com’era, si avviò con gli amici verso il buffet dell’aperitivo, senza rendersi conto di avermi dimenticata in chiesa. Io stavo lì da sola ad aspettarlo ed ho dovuto farlo chiamare perché tornasse indietro a prendermi”.

Gabriella Cretì, direttrice sanitaria ospedale “Francesco Ferrari” Casarano 27 settembre 1986 - “Mi dovevo sposare alle 16.30; Debora Gravili, ginecologa “Vito Fazzi” di alle 16.15 scoppiò un nubifragio. Io ed il mio futuro Lecce e presidente Ail Lecce marito cercammo di ritardare l’arrivo in chiesa, nella 27 luglio 1989 - “Al momento dello scambio speranza che smettesse di piovere, ma non ci fu Iaia Giangrande, segretaria di direzione Scarlino degli anelli, abbiamo invertito le mani e ci niente da fare. Il risultato fu: cinque macchine in 3 giugno 2006 - “Mi vengono ancora i brividi quando siamo ritrovati con la fede nella mano destra, panne a causa degli allagamenti delle strade; una penso al momento dell’entrata in chiesa. Ricordo che non sapendo più come fare per correggere l’er- bacinella in chiesa per raccogliere l’acqua che filtracamminavo lentamente perché volevo che durasse il rore. Ma non è tutto, perché al ricevimento, il va dal soffitto; io che inaugurai un ombrellino bianco più possibile. E’ stato un momento bellissimo. Di quel servizio catering a cui ci eravamo rivolti si è che mi era stato regalato e non avevo ancora mai giorno ricordo anche l’estrema serenità. Nei giorni pre- dimenticato di portarci la torta. Dopo aver vinto usato. Al termine della scalinata della chiesa, però, cedenti ero stata molto emozionata, mentre poi è pas- la causa, durata dieci anni, abbiamo organizzato una vecchietta che sembrava piombata lì dall’800 ci sato tutto. Ci pensavo e mi meravigliavo di me stessa”. una nuova festa con una torta enorme”. disse che avremmo avuto una vita fortunata”.

Silvia Ricciardelli, attrice, Cantieri teatrali Koreja 26 aprile 1986 - “Mi sono sposata nello stesso giorno e alla stessa ora del disastro di Chernobyl; questo non potrei dimenticarlo. E senza preavviso, quindi non ero propriamente attrezzata per l’evento. Così mia madre mi diede un suo tailleur bianco-panna e ritrovò un mio vecchio paio di scarpe che si potessero abbinare, che risalivano, però, a quando ero ragazza. Ma proprio mentre mi recavo in Comune, una scarpa si ruppe e allora dovetti passare, già vestita com’ero, da un negozio di scarpe a comprarne un paio nuovo”.


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