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TACCO N. 33 (1):Mastro nuovo 10/12/08 16:22 Pagina 6

di Mario De Donatis

Scomporre i poli e ricomporre i partiti per guarire il sistema politico italiano

Il capo dello Stato è stato esplicito. C’è una frattura tra mondo politico e società civile che alimenta un disagio diffuso. In Puglia come nel Paese, il rapporto tra forze di maggioranza e forze di opposizione è logorato da manifestazioni di arroganza, anche intellettuale, e da conflittualità sterile. Ma anche all’interno dei Poli, lo ripeto ancora una volta, si registrano posizioni inconciliabili su questioni di grande rilevanza, perché, è bene ammetterlo, le aggregazioni politiche del dopo “mani pulite” si sono formate e consolidate per vincere contro qualcuno e non per governare il Paese. Marco Follini, a Napoli, nel settembre scorso, ha “aperto un cantiere” con l’“Italia di mezzo”. E tanto per promuovere un processo di scomposizione e ricomposizione degli attuali Poli e per ricostituire i partiti, in adesione alla Corte costituzionale. Ma ci si rende conto che per superare la patologia in cui versa il sistema politico italiano è necessaria una larga intesa, per approdare ad un rinnovato sistema elettorale. Di certo, se la società civile riuscisse, in

occasione delle prossime amministrative, a manifestare l’esigenza di una svolta nel senso indicato, il superamento dell’attuale situazione potrebbe registrare tempi più rapidi. Ma per potersi esprimere, la società civile ha la necessità a Lecce, come in tutte le realtà interessate al voto amministrativo, di punti di riferimento, di aggregazioni distinte e distanti dai Poli, con candidati disposti a rappresentare il nuovo che emerge. Il disagio è diffuso. C’è molta perplessità nel corpo elettorale. Molti non condividono il processo avviato per il “Partito unico”, così come molti non sentono di dovere aderire al “Partito democratico”. Non si può perseguire l’aggregazione del consenso diluendo le identità nel solvente del relativismo. E’ il dialogo tra identità diverse che produce il frutto delle politiche condivise. Ed il Paese ha necessità di politiche condivise. Ed è per questo obiettivo che vanno scomposti i Poli. E’ per tale finalità che occorre ricomporre i partiti, in adesione all’articolo 49 della Costituzione. Il voto amministrativo potrebbe favorire tale percorso. Tanto impone che persone di buona volontà, espressione del territorio e

percepite quali buoni amministratori, si espongano per consentire alla società civile di manifestarsi compiutamente. Tale impegno offrirebbe l’opportunità, tra l’altro, di far esprimere i leccesi su un sistema partitico che ha prodotto candidature che presentano forti limiti ed anomalie di ordine democratico. Molti si chiedono se sia giusto che il centro-destra abbia raggiunto l’intesa sul candidato sindaco in riunioni ristrette e riservate. Quasi un conclave tra addetti ai lavori. Ed altri si chiedono se le primarie del centro-sinistra abbiano colto la reale manifestazione di volontà della gente. Perché era nelle cose procedere al ballottaggio tra i tre candidati Rotundo, Capone e Corvaglia. Per verificare la reale manifestazione di volontà della componente moderata in ordine al candidato da prescegliere. Sia chiaro, nulla di personale o contro le persone che animano lo scenario della vita politica leccese. Indiscussa, al contrario, la volontà di concorrere all’individuazione di percorsi in grado di legittimare le candidature a Lecce, come altrove.

di Guido Oicchi

I SALENtINI NON VIAGGIANO. SI SpOStANO panoramiche con monumenti di cemento e asfalto pur di arrivare prima.

“Sì, viaggiare. Evitando le buche più dure… Dolcemente viaggiare, rallentando per poi accelerare… e tornare a viaggiare, e di notte con i fari illuminare” (Lucio Battisti). Il viaggio non esiste più. Ormai ci si sposta soltanto, preoccupandosi di non perdere tempo, dimenticando il valore di ciò che sta tra la partenza e l’arrivo.

Personalmente ho notato che da Ruffano è difficile impiegare più di mezz’ora per andare in qualunque posto tra Lecce e Leuca. Non so perchè questo succede, sarà frutto delle magie dello spazio-tempo o solo assenza di traffico (quello vero degli ingorghi che anche in estate qui paiono ridicoli ad un milanese abituato al caotico e intasato “via-vai padano”). Intanto ho imparato a godere della vista di ulivi secolari e dei panorami offerti dall’alto delle serre riscoprendo appieno il gusto del viaggio. Provateci anche voi!

La rete stradale salentina è fittissima. Basta guardare una qualunque cartina, eppure non “piace”. Quelli che ogni giorno usano le strade per raggiungere i posti di lavoro si lamentano dei rallentamenti causati dai veicoli agricoli; i familiari delle vittime si lamentano degli alberi troppo vicini al ciglio stradale; i motociclisti hanno da dire sul manto troppo spesso rovinato. Nessuno si propone di rispettare i limiti, di adeguarsi alla necessità del paesaggio di “essere osservato”, di godersi semplicemente il viaggio. Tutti vogliono solo essere più veloci. Quindi non resta altro da fare se non tagliare alberi, sbancare colline, attraversare zone il tacco d’Italia

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Gennaio 2007

LO STRANIERO

BOLLETTINO PER I NAVIGANTI

// Opinioni dal Tacco


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