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L’altare al giusto posto

lavori di ristrutturazione del Presbiterio di Casa Madre

Da qualche mese se ne parlava, da anni si sognava e finalmente il 13 gennaio 2020 sono arrivati gli operai: si è dato inizio ai lavori di ristrutturazione del presbiterio e di ricollocazione dell’Altare nella nostra Cappella di Casa Madre.

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Il bellissimo altare, opera di Nereo Costantini (1905-1969) - autore anche della celeberrima statua di Giulietta a Verona - era stato collocato nella nostra Cappella per la prima volta il 21 giugno 1958. Qualcuna di noi - postulante all’epoca - si ricorda ancora l’arrivo di questo blocco di marmo e la spiegazione entusiasta di Madre Emma Roverso, e poi soprattutto la solenne celebrazione presieduta dall’allora vescovo di Verona, S. E. Mons. Giovanni Urbani.

Da quell’epoca il paliotto è rimasto nella medesima collocazione, e quando il Concilio Vaticano II qualche anno più tardi ha riformato la Liturgia, si è provveduto ad una Mensa simile per stile alla Cappella, recuperando le balaustre che servivano per ricevere Gesù Eucaristia nella Comunione.

Negli anni successivi qualcuna ha cominciato a sognare di dare il giusto risalto a quell’opera d’arte raffigurante i due di Emmaus con il Cristo che spezza il pane, ma… i tempi non erano ancora maturi!

Finalmente alla fine del 2019 si è posto mano all’idea: grazie all’ing. Alberto Maria Sartori, sr Elisabetta, con l’apporto insostituibile di sr Adelia e i suggerimenti della Madre, si è giunti ad un progetto e si è potuto procedere contattando il geom. Piergiorgio Vacchini e la sua impresa, con relativi falegnami, elettricisti, idraulici, marmisti.

Il 13 gennaio 2020 sono arrivati gli operai e hanno cominciato la parte destruens. Sembrava che ad ogni blocco di marmo rimosso se ne andasse un po’ di noi, ma… sappiamo che per giungere allo splendore del nuovo è necessario distruggere il vecchio.

A dire la verità - come succede anche per

la vita quotidiana e per quella spirituale - la parte destruens è andata avanti con relativa celerità, per cui tutto lasciava pensare che all’inizio di maggio si potesse procedere con l’inaugurazione del nuovo presbiterio.

Purtroppo però è arrivato inesorabile il Covid che ha bloccato tutto, per cui per settimane i lavori si sono interrotti. E che desolazione sentire il freddo, il silenzio e il vuoto della nostra Cappella!

Piano piano – dopo il lock down e non senza mille attenzioni e timori – gli operai hanno ripreso la loro opera e si è ricominciato a sognare. Non è stato semplice, perché – come sa chi si è avventurato nelle ristrutturazioni o nelle costruzioni – ciò che occu-

pa più tempo è la parte construens e tutto sembra faticoso e infinito… ma finalmente si è giunti a luglio con la Chiesa sostanzialmente a posto.

E che stupore vedere l’altare in marmo bianco del Costantini collocato in primo piano sul Presbiterio: al giusto posto!

Dopo una serie di rocambolesche telefonate con il direttore dell’Ufficio Liturgico, don Carlo Dalla Verde, e il segretario del Vescovo, don Nicola Moratello, in una settimana si è giunte anche a stabilire la data della Dedicazione dell’Altare stesso.

Ristrutturare il Presbiterio era necessario, ma soprattutto voluto per dare la giusta collocazione e la giusta centralità ad una vera e propria opera d’arte e per rendere più evidenti i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi nella Parola, nel Pane spezzato, nella presenza di colui che presiede. Non è stato semplice giungere a questo giorno, ma tutto è servito per compiere un cammino prima di tutto spirituale e per riscoprire la Provvidenza che guida i nostri passi e per ravvivare il desiderio di fare comunità intorno a Cristo nella Chiesa.

Il Pastore della Chiesa che è in Verona, il nostro Vescovo Giuseppe Zenti, con così poco preavviso ha accettato di presiedere l’Eucaristia e il Rito di Dedicazione sabato 18 luglio.

A causa della pandemia non è stato possibile fare la festa che avremmo desiderato, ma la solennità e soprattutto la partecipazione consapevole e attiva sono state abbondanti.

Il momento più suggestivo e ricco è stato l’unzione con il Sacro Crisma dell’Altare. Il vescovo Giuseppe con tutta la calma, la cura e l’amore del pastore con gesti ampi e precisi ha cosparso dell’olio l’altare e si è premurato affinché ogni parte fosse raggiunta… l’immagine era chiaramente quella di colui che, con amore infinito, unge il corpo dell’Amato.

Una celebrazione unica, carica di significato, di armonia… come una ripartenza per tutte noi.

Anche l’Ambone è stato sistemato: il Nome di Gesù trova risalto e centralità, con l’oro che ne esalta le forme.

Chiediamo ora al Padre di unirci sempre di più a Cristo e di donarci il suo Spirito per essere ciò che celebriamo: corpo di Cristo nel mondo a gloria sua e per il bene dei fratelli, così come ci ha sognate il nostro fondatore, il venerabile don Pietro Leonardi.

Suor Letizia

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