Edizione N. 8 Del 15 Maggio 2011
non manchino all’interno della narrazione, e non si appoggia su una serie di dialoghi assurdi e fuori luogo. Ma da contraltare a questo effetto benefico della pellicola, così come succede per la droga assunta dal protagonista, ci sono degli effetti collaterali che mal si digeriscono, e che si dimenticano solo facendo un grande sforzo di volontà, così come fa lo scrittore-azionista che dovrà combattere contro gli stessi. Nel caso della pillola magica stiamo parlando del fatto che provoca spesso vuoti di memoria a causa dell’estrema velocità con la quale chi la assume riesce a compiere qualsiasi atto, cosa che porterà addirittura Eddie a non sapere se si è macchiato o meno di un delitto; ma soprattutto del fatto che può portare alla morte se ne si abusa eccessivamente per poi abbandonarla
repentinamente
(cosa
che
succede
all’ex-moglie
del
protagonista, uno dei personaggi più deboli e forse inutili della pellicola). Nel caso del film vero e proprio, invece, stiamo parlano dell’eccessiva presenza e ingerenza della voce narrante del protagonista, il più delle volte fin troppo didascalica, dell’abbondante
presenza di sottotrame che
infoltiscono laddove non ce n’era affatto bisogno l’assunto di fondo principale (la mafia russa ad esempio), della presenza di personaggi secondari fin troppo stereotipati e soprattutto latori di risvolti narrativi prevedibili e scontati (primo su tutti quello interpretato da De Niro che ci conduce verso un finale alquanto telefonato), e in generale della scarsa www.sulpalco.it – redazione@sulpalco.it
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